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Full text of "MC microcomputer 177"

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vjjgìtàrp à ImtoD. 


• CD-ROM e lingue straniere 

• Geovision: il monitor si assottiglia! 

• SCO Forum 97 

• Il server di Accesso Remoto 

• Internet sconfigge il DES 

• Il Tour delle Piramidi su Internet 

• WWF: lo prima oasi virtuale 

• La storia dell'HTML 

• WordPerfect Suite 8 

• Favole interattive per la Rete 

• Programmare con VBA 

• Canali e tecnologia "push" 

• I magnifici 7 del DTP 

• Specular Infini-D 4.0 per Mac 

• OS/2 Warp in un mondo che cambia 

• Cyrix 6x86MX: un altro anti-Pentium? 

• Utility e font PD per Mac 



Apple e Bill Gates, IBM e Cyrix 

la lungo estate caldo 

Athena PC Mario Mega P233 
Frael Leonhord 233K Multimedia 
PC WIN AMD K6 MMX 

Facal Proxima Dual Pentium MMX 

il biprocessore per lutti 

Fast DV Master 

editing video professionale 

Visual Basic 5 

l'evoluzione della specie 

Microcampus Ricerche 

uno stazione per lo conquista di Marte 

Compaq DeskPro 6000 

Pentium II e Windows NT 














































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224 


Computer People 


Annuario del 
Software Didattico 


Psion Series 5 


8 

Indice degli Inserzionisti 

68 

Editoriale di Paolo Nuti 

74 

Posta a cura di Rino Nicotra 

76 

Computer People 

80 

Annuario del Software Didattico 

90 

News a cura Rino Nicotra e Fabio Della Vecchia 

154 

158 

160 

Anteprima 

Arrivano gli HPC di Andrea de Prisco, Corrado Giustozzi e Leo Sorge 

PC Frael Leonhard 233 K Multimedia di Fabrizio Dell'Orso 

Monolith GeoVision di Fabrizio Dell'Orso 

162 

Altri Tempi 

Anno nuovo vita... di Raffaello De Masi 

176 

Archeologia Informatica 

La Divisione Elettronica Olivetti - Seconda parte di Gaetano Di Stasio 

176 

Informatica & Società 

On-line le nuove leggi il Palazzo scopre Internet di Manlio Cammarata 

192 

Arte informatica 

1 grafici del TG1 Rai di Ida Gerosa 

197 

200 

Informatica & Architettura 

a cura di Paolo Martegam e Riccardo Montenegro 

Alle origini della "domotica" di Maria Grazia Rossetti 

Arch on line: i periodici di architettura e design in Rete 
di Riccardo Montenegro 

204 

Playworld di Francesco Carlà 

212 

Intelligiochi 

Internet sconfigge il Des di Corrado Giustozzi 

216 

Avvisi ai naviganti 

Il tour delle piramidi di Bruno Rosati 

218 

220 

Tecnica 

Cyrix 6x86 MX PR 166 e PR 200 di Luca Angelelli 

Facal Proxima Multiprocessor di Luca Angelelli 

224 

232 

236 

240 

244 

248 

254 

258 

Prove 

Psion Series 5 di Andrea de Prisco 

Compaq Deskpro 6000 di Corrado Giustozzi 

Hyundai HN 5000 Pentium 166 MMX di Valter Di Dio 

TVC Italia Wings di Andrea de Prisco 

PC Win Anyware di Enrico Maria Ferrari 

Athena Mario Mega P 233 MHz di Bruno Rosati 

Fast Multimedia AG DV Master: il formato DV su PC di Massimo Novelli 
Microsoft Visual Basic 5.0 Enterprise Edition Essential 97 di Francesco 
Petroni 

266 

OverView 

Incomedia della Inco Now per Windows di Francesco Petroni 


6 


MCmicrocomputer n. 177- (numerazione editoriale) 




































268 

Corel WordPerfect Suite 8 e Suite 8 Professional di Francesco Petrom 

272 

Digital Imaging 

Fujix DS-300 di Andrea de Prisco 

280 

ABC 

Il server di Accesso Remoto (seconda parte) di Rino Nicotra 

248 

Prodotti multimediali 

Il vecchio e il nuovo di Dino Joris 

292 

Computer & Video 

Una favola per la rete di Bruno Rosati 

300 

Realtà Virtuale 

La prima oasi del WWF nel cyberspazio di Gaetano Di Stasio 

310 

Telematica 

Non spingete, c'è posto per tutti di Sergio Pillon 

316 

HTML 

La storia dell'HTML di Giuliano Boschi 

322 

Mathematica 

Virgo 1 - Le sorgenti a cura di Francesco Romani 

326 

Desktop Publishing 

1 magnifici 7 di Mauro Gandini 

332 

Grafica 

AutoCAD 14 - Esperimenti di programmazione con VBA 
di Francesco Petroni e Aldo Azzari 

338 

Windows 

Microsoft Visual Basic 5.0 - Costruzione ActiveX - Primi esercizi 
di Francesco Petroni 

346 

Workgroup 

Un prodotto interessante per gli utenti che lavorano in gruppo: business 
Objects di C. Petroni e L. Sandulli 

351 

Client Computing 

Senza voce no di Leo Sorge 

354 

Microcampus 

Una stazione spaziale per la conquista di Marte 
di Gaetano Di Stasio 

362 

366 

OS/2 

OS/2 Warp in un mondo che cambia di Giuseppe Casarano 

Offline Surfing a cura del Team OS/2 Italia 

370 

378 

Macintosh 

Specular Infim-D 4.0 di Raffaello De Masi 

PD Software - Fonti, fontane, fontanelle, fontanili di Valter Di Dio 


382 Micromarket - micromeeting - microtrade 
386 Moduli per abbonamenti, arretrati, annunci 





ISSN 1123-2714 


ottobre 1997 


7 















































Indice Inserzionisti 


34 

INFOWARE SRL Via M Boldetti 27/29 - 00162 ROMA 

191 

ITALSEL SRL Via Lugo 1 /A - 40128 BOLOGNA 

40 

ITER SRL Via Fratelli Bressan 16 - 20126 MILANO 

59 

JEN ELETTRONICA SRL Via Avogadro 10 


62010 MONTELUPONE MC 

23-25 

JEPSSEN ITALIA SRL Via Raddusa sn • 94011 AGIRA EN 

133-135 

KERNEL SPA Via A. Cavaglieli 26 - 00133 ROMA 

lnserlo-9 

LOGIC SRL S S. dei Giovi 34 - 20030 BOVISIO MASCIAGO MI 

10-11-14 


15-16-17 


83 

LOGITECH ITALIA SRL Centro Direzionale Colleonl 


Palazzo Andromeda 3 - 20041 AGRATE BRIAN2A MI 

IICop.-3 

MATROX GRAPHICS INC. 

22-42 

MAVIAN LABS SRL Via Modena 50 - 00184 ROMA 

79 

MEDIA DIRECT SRL Viale Asiago 83/A 


36061 BASSANO DEL GRAPPA VI 

126 

MICROLINK SRL Via Sestese 61-50141 FIRENZE 

111 

MICROTEK EUROPE Max Euwelaan 68 


03062 MA • ROTTERDAM NL 

4-5 

MICROTEK ITALIA SRL Via Portano 7 - 00141 ROMA 

58 

MONDO TV SRL Via G.Galtl 8/A 00162 ROMA 

136-137-139 MONOLITH ITALIA SNC Viale Romagna 10 - 20133 MILANO MI 

113 

NEC ITALIA SRL Via Leonardo da Vinci 97 


20090 TREZZANO S NAVIGLIO MI 

142 

PARTNER DATA SRL Via P Marocco 11 - 20127 MILANO 

134 

PC WARE SRL Via Carlo Pirzio Blroll 60 - 00043 CIAMPINO RM 

99-117 

PHILIPS SPA P.zza IV Novembre 3 - 20124 MILANO 

109 

QUOTHA 32 Via Portogallo 2 47037 RIMINI 

123 

SBF ELETTRONICA SRL Via Cumana 19/A 80126 NAPOLI 

24 

SECURTECH SRL Via Tonni 64 00040 PAVONA RM 

253 

SIDIN Soc. Ital. di Infor. SRL Via Papacmo 23 10121 TORINO 

93 

SOFTWING SRL Via Montepulciano 15 ■ 20124 MILANO 

127-129 

SYMBOLIC SRL Via N Sauro 9 43100 PARMA 

62-63 

SYNTECH SRL Viale Treviso 13/C • 33170 PORDENONE 

202-203 

SYSTEMS COMUNICAZIONI SRL Via Olanda 6 


20083 GAGGIANO MI 

12-13 

T.V.C. ITALIA SRL Strada Del Mobile 16'C 


33080 VISINALE DI PASIANO PN 

187 

TALLY SRL Via Borsini 6 20094 CORSICO MI 

143 

TELE-INFO ITALIA 97 SRL Via Benedetto Croce 34 - 00142 ROMA 

125 

TELECOM ITALIA SPA Via Flaminia 189 ■ 00196 ROMA 

66-67 

TOSHIBA EUROPE GMBH Via Hammleltìdamm 8 - 41460 NEUSS 

382 

TRE-PI PUBBLICITÀ' SRL Via di Porla Maggiore 95 - 00185 ROMA 

26 

UNIWARE SISTEMI SRL Via Matera 3 -00182 ROMA 

20-21-28 

VIDEO COMPUTER SPA Via Antonelll 36 -10093 COLLEGNO TO 

29-31-33 


35-37 


45-47 


46 

VOBIS MICROCOMPUTER SPA Viale Matteotti 4 


20095 CINISELLO BALSAMO MI 

119 

XEROX SPA Strada Superiore 28 


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265 

AASHIMA ITALIA SRL Via dei Pignaltan 174 

BL 37 40050 CENTERGROSS FUNO BO 

27 

ACCA Software SRL Via Michelangelo Ciancrulll 41 

83048 MONTELLA AV 

105-107 

ACER ITALY SRL Via Cassanese 210 - 20090 SEGRATE MI 

64-65 

ANTEA SHD SNC Via Piazzi 54/L -10129 TORINO 

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ARTEC SRL Via degli Aldobrandeschi 47 - 00163 ROMA 

60 

BIROMA EDITORE Via Don Giuseppe Lago 52 

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165-167-16S 

CANON ITALIA SPA Palazzo L - Strada 6 

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315 

COFAX TELEMATICA SRL Viale dei Colli Ponuensi 92 

00151 ROMA 

195 

COMEX SPA Via G Bondl 12 - 48100 RAVENNA 

145 

COMPUPRINT SPA Via Martiri D'Italia 26 -10014 CALUSO TO 

69-70-71 

COMPUTER DISCOUNT Via Tosco Romagnola 61 

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COREL 1600 Carllng Avenue - K1Z8R7 OTTAWA ONTARIO CDN 

308-309 

CREATIVE LABS SRL Strada 4 Edificio A3 - 20090 ASSAGO MI 

211 

D.TOP EUROPE SRL Via Tezze 20C-G 

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DISNEY INTERACTIVE EUROPE 50 Av. Montaigne 

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56 

E.GI.S. Via Tuscolana 261 - 00181 ROMA 

321 

EDITRICE REFLEX SRL Via di Villa Severini 54 00191 ROMA 

52 

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163 

EPSON ITALIA SPA Via F ili Casiraghi 427 

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54-55 

ERGO ITALIA SRL Via della Nocella 109 - 00164 ROMA 

78-131 

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F.C.H. SRL Via Cimarosa 18-57124 LIVORNO 

147-148 

149-150 

FACAL PRODUCTS SRL Va Stalla 84 - 00169 ROMA 

48-49-50-51 

FINSON SRL Via Cavalcarti 5 - 20127 MILANO 

53-57-61 

FRAEL ITALIA SRL Va del Roselo 50 

50012 VALLINA-BAGNO A R FI 

84-85 

GEOTEK sas Via Marzabolto 45 - FUNO DI ARGELATO BO 

128 

HARPAX SNC Va Fontanella 55 

62012 CIVITANOVA MARCHE MC 

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HCR SPA Va Giulio Galli 25/D - 00123 ROMA 

95-97-120 

121-179 

IBM SEMEA SPA Via G. Pirelli 18 - 20124 MILANO 

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INFORMATICA ITALIA INTO THE QUALITY SRL 

Va Giulio Galli 66 C/D/E - 00123 ROMA 

30-38 

INFORMEDIA SRL Via Giovanni Penta 51 - 00157 ROMA 


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voce 


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sistema di automazione modulare configurabile 
per un impiego "personalizzato", che ti permette 
di creare il tuo sistema di controllo ideale: 

- Il Vocal Automation che evolve il concetto di 
controllo totale non solo tramite comandi impar¬ 
titi con la tastiera o il mouse, ma direttamente 
con la tua voce, proprio come nei films di fan¬ 
tascienza: puoi scrivere una lettera, inviare un 
fax. fare una telefonata oppure accendere una 
lampada, la macchina del caffè o il climatizzato- 
re: tutto naturalmente solo con la tua voce! 

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anche un computer. 

Sempre attenta alle esigenze del mercato. Jeps¬ 
sen ha creato PC Family, per assicurare a tutti 
i componenti di un nucleo familiare il massimo 
delle prestazioni e delle comodità. Finalmente 
il computer diventa il cuore della casa; esso 
infatti si collega direttamente al televisore per 
essere utilizzato da tutti: i figli, ad esempio, 
possono divertirsi con i nuovi giochi 3D senza 
sacrificare le dimensioni delle immagini, au¬ 
mentandone la spettacolarità grazie alla spe¬ 
ciale funzione grafica tridimensionale e 
all'audio stereo 3D surround; la presenza del 
modem superveloce a 33.600 bps permette 
alla mamma e al papà di navigare con Internet 
direttamente sullo schermo della TV per infor¬ 
marsi o fare degli acquisti, mentre tutti, grazie 
alla dotazione del lettore CD Rom multime¬ 
diale potranno consultare l'infinità di software 
e di enciclopedie per la famiglia o utilizzare i 


programmi applicativi più svariati per Win¬ 
dows '95. Inoltre, nelle versioni dotate delle 
funzioni multimediuli e del Votai Automa- 
tion System, il PC Family sarà anche il cuore 
di controllo di tutte le attività domestiche, 
poiché si potranno impartire tutti i comandi 
direttamente con la voce: potrai cosi control¬ 
lare, ad esempio, la macchina del caffè, le luci 
nelle varie stanze, l'impianto di condiziona¬ 
mento. la porta d'ingresso...praticamente tutto 
quello che c'è di elettrico ed elettronico nella 
tua casa, oltre che monitorare il tuo stato di 
salute e quello dell'ambiente in cui vivi. 

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TEXAS EXTENSA 900 I 4.050 
TEXAS EXTENSA 900 CDT 4.650 
TEXAS TRAVEDIATE 6030 5.850 
TEXAS TRAVEDIATE 6050 6.750 
TEXAS TRAVEDIATE 6160 7.550 
TEXAS TRAVEDIATE 7063 8.750 
TOSHIBA 2I0CS 2.850 

TOSHIBA 2I0CT 3.400 

TOSHIBA 220CS 3.2S0 


PROCESSORI 

INTEL PENTIUM II 266 1.325 

INTEL PENTIUM II 233 1.075 

INTEL PENTIUM PRO 200 995 

INTEL PENTIUM PRO 180 525 

INTEL PENTIUM MMX 233 750 

INTEL PENTIUM MMX 200 470 

INTEL PENTIUM MMX 166 270 

INTEL PENTIUM 166/200 TEL 

INTEL PENTIUM 133 200 

CYRIX/IBM M2 MMX 200 310 

CYRIX/IBM M2 MMX 166 225 

CYRIX/IBM 200* 135 

AMD K6 233 610 

AMD K6 200 375 

AMD K6 166 245 

MEMORIE RAM 

32MB EDO 60 ns 195 

16 MB EDO 60 ih 95 

8 MB EDO 60 ih 45 

16 MB DIMM SDRAM 135 

32 MB DIMM SDRAM 250 

64 MD DIMM SDRAM TEL 

SCHEDE MADRI 

TRITON II VX 512 140 

TRITON II TX 512 155 

QDI SPEEDEASY VXSI2 165 

QDITITANIUM TX 512 195 

ASUSTEK VX 97 512 180 

ASUSTEK TX-E 97 290 

ASUSTEK TX-XE 97 ATX 310 

ASUSTEK KN97 +«lidio(PII) 495 

ASUSTEK P-PRO 512 415 

ASUSTEK P-PRO 512 ATX 430 

INTEL TUCSON 11X512 275 

INTEL VENUS P-PRO 512 355 

INTELANCIIORAGE TXSI2 ATX 300 
INTEL PORTLAND (PII) 450 

INTEL PROVIDENCE 925 

SCHEDE VIDEO 

MILLENIUM II 4MB 335 

MILLENIUM II 8MB 550 

♦4MB* MILLENIUM II 235 

♦8MB* MILLENIUM II 335 

♦ 12MB * MILLENIUM II 500 

MILLENIUM 2MB 225 

♦2MB «MILLENIUM 125 

♦4MB* MILLENIUM 230 

♦6MB «MILLENIUM 300 

MEDIA XL+MPEG 475 

MYSTIQUE 2 MB RETAII. 165 

MYSTIO.UK 220 2MB REI All 19? 

MYSTIQUE 220 4MB RETAII. 245 

+2MB* MYSTIQUE 80 

♦4MB «MYSTIQUE 125 

+6MB* MYSTIQUE 200 

RAINBOW RUNNER»MYSTIQUEJ25 
RAINBOW RUNNERkMILLENIUMI 1375 
S3 TRI064 V2/DX PCI 2MB 60 

S3 VIRGE 2D/3D 2MB EXP 70 

S3 VIRGE 2D/3D 4MB 100 


MONITORS 

14" MONITOR 1024x768 n.l. 275 
14" MONITOR 1024x768 DIG. 300 
15" DIGITALE 0.28 385 

15" DIGITALE 0.28 + CASSE 415 
15" DIGITALE 0.25 + CASSE 490 
17" DIGITALE 1024x768 028 725 

17" DIGITALE 1600 026 990 

GOLDSTAR 15“ 56m 550 

GOLDSTAR 17" 74m 700 

GOLDSTAR 17" 76i 900 

NEC 15" C500 MUI.TISV.NC 435 
NEC 17“ A700 NEW 925 

NEC 15“ M500 MUI.TISYNC 700 
NEC 17“ M700 MUI.TISYNC 1.200 
NEC 15“ ESOO NEW 685 

NEC 17“ E700 NEW 1.195 

SONY 15" CPDIOOSX 585 

SONY 15" CPDI00SFT 685 

SONY 17“ CPD200SX 1.075 

SONY 17" (TD200SIT 1.325 

SONY 17" SE2 0.25 1600 1.625 

SONY 20" CPD300SFT 2.475 

SONY 20" SE2 0.25 1600 3.200 

PHILIPS 15" 105 B 545 

PHILIPS 15" IOS A 645 

PHILIPS 17“ 107 B 995 

PHILIPS 17" 107 A 1.225 

NOKIA 15" 449X1 0.25 625 

NOKIA 15“ 449XA 0.25 675 

NOKIA 17" 447V 028 900 

NOKIA 17" 447W 0.26 1.100 

NOKIA 17" 447X1 0.25 I.32S 

NOKIA 17“ 447XAV 0.25 1.625 

NOKIA 21" 445X1 0.22 1600 2.950 

ADI 14" PROVIS'IA 325 

ADI 15" MICROSCAN 4V 475 

ADI 17" MICROSCAN 5>'+ 895 

ADI 17" MICROSCAN I7X+ 1.050 

ADI 17" DUO 990 

ADI 21" 6V 2.450 

MASTERIZZATORI 

SONY CDU 926S SCSI IN E 625 
SONY CDU 928 E ATAPI INT. 750 
IIP 6020EP 2/6 EST.+SOKTW. 825 
IIP INTERNO + SOFTWARE 655 
MITSUMI CR2600 E-IDE 655 
MITSUMI CDD36I0 E-IDE RISC 850 
PHILIPS CDD2600 2/6 575 

YAMAHA CDR400T IN I. 875 

YAMAHA CDR40IT INT.ATAPI 875 
YAMAHA CDR400TX EX T. 975 
YAMAHA CDR400TX KXT.ATAPI 975 
YAMAHA CDRW4001T RISC'R. 1.200 
RICOIIMP6200SU RISC II, 990 

ADD-ON 

CASE DESK/MTOWER CE 100 
CASE TOWER CE 175 

CASE ATX DESK / MIDI CE 200 
CD VERGINI 8 

CARTUCCE 100MB ZIP 30 


CD-ROM 

GOLDSTAR I6x 130 

PHILIPS 24X 175 

TOSHIBA 24.X 165 

SONY 24X 175 

GOLDSTAR 24X 175 

PIONEER 24X 175 

PIONEER I2x SCSI 235 

SONY I2X SCSI 250 

PLEXTOR 12.X SCSI 
NEC I6X SCSI 275 

PLEXTOR 20X SCSI 375 

CD ROM ESTERNO/PA HALL 500 

HARD DISK 

1.6 QUANTUM STRATOS 270 

2.1 SAMSUNG 290 

2.1 QUANTUM STRATOS 335 

2.1 SEAGATE I ' I.TRA - AIA 320 

2.5 QUANTUM 350 

3.2 SEAGATE l'LTRA-ATA 385 

3.2 QUANTUM STRATOS 395 

3.6 IBM 360 

4.3 IBM ULTRA-AIA 510 

4.3 QUANTUM CA CLONE 395 

4.3 QUANTUM STRATOS 455 

6.5 QUANTUM CYCLONE 615 

6.5 QUANTUM STRATOS 625 

MODEM 

l'S ROBOTICS 33.6 interno 210 

US ROBOTICS 33.6 esterno 210 

l'S ROBOTICS 33.6 FLASH 300 

US ROBOTICS 33.6 PCMC IA 375 

US ROBOTICS ISDN interno 200 

US ROBOTICS ISDN esterno 335 

GVC 33.6 interno VOICE 130 

GVC 33.6 esterno VOICE 150 


PHILIPS 33.6 esterno VOICE ISO 
INTERNET BEASI ER 33.6 exl 185 
MOTOROLA SURFER S6K ini. 245 
MOTOROLA SURFER 56K est. 295 

CREATIVE 


SB 16 VA LUE Pi P 125 

SI» AWE 64 STANDARD OEM 155 
SB AWE 64 STANDARD P*P 185 
SB AWE 64 PAI’GOLD 315 

DISCOVERY32/16* P&P 315 
DISCOVERI 64/24x P&P NEW TEI. 
VIDEO BLASTER WEBCAM 295 

SCANNER 

IIP SCANJET SS 385 

IIP SCANJET 5P 485 

IIP SCANJET 6100C I.2S0 

SCANMAN COLOR 2000 235 

LOGITECH PAGESCAN PRO 415 


MUSTEK PARAGON 600 II SP 295 
MUSTEK PARAGON 800 II SP 395 
MUSTEK PARAGON 1200 SP 495 

DIGITAL CAMERA 

SONY DSC-FI 4MB 640x480 1.300 


STAMPANTI 


EPSON STYLUS 200 220 

EPSON STYLUS 200 C 250 

EPSON STYLUS 300 NEW 275 

EPSON STYLUS 400 360 

EPSON STYLUS 600 510 

EPSON STYLUS 800 765 

EPSON S IA LI S 1000 750 

EPSON STYLUS 1520 1.450 

EPSON STYLUS 3000 2.650 

EPSON .STYLUS PHOTO 785 

EPSON SIA LI S PRO XI * 1.550 

IIP DJ 400 1. 255 

IIP DJ 400 C 295 

IIP DJ 670 C J45 

IIP DJ 690 C+ 435 

IIP DJ 820 ( XI 445 

IIP DJ 870 CXI 615 

IIP I.J 6 I. 685 

IIPI.J6P 1.400 

IIPOFI l( K.IETPRO 115tl(' 1.500 

CANON BJC 70 355 

CANON 11,1( 240 210 

CANON BJC 240 PHOTO 235 

CANON 250 NEW TEL 

CANON BJC 4200 J35 

CANON BJC 4200 PHOTO 360 
CANON BJC 620 510 

CANON BJC 4550 595 

CANON BJC 5550 TEL 


SCSI HARD DISK/CTRL 

2.1 l -SCSI III FIREBAI I S I 425 

3.2 U-SCSI III FIDERAI I SI 535 

4.3 I -SCSI III FIREBAI.LS I 635 

6.5 U-SCSI III FIREBAI.INI 845 
4 SEAGATE BARRACUDA 1.175 

4.5 SEAGATE ( IIEKI All intinti I.37S 
4.5 SEAGATE CIIKKTAIIC'I.TRA 1.525 
4.5 W-SCSI QUANTI Al ATI.AS II 1.350 
9 W-SCSI QUANTUM M I. SS II 1.975 


9 U-SCSI III ALI AS II 1.975 

9 W-SCSI SEAGATE( IIKET.VII2.500 
AVA 1505 ISA KIT 125 

AHA 29401 -WIDE KIT 500 

IOMEGA 

/.IPATAPI INTERNO 215 

ZIP PARALLELO 290 

ZIP SCSI ESTERNO 275 

ZIP SCSI Interno + CTRL 275 

ZIP ZOOM SCSI «tipi. 90 

DITTO interno 250 

DITTO esterno 325 

JAZZ interno 525 

JAZZ esterno 695 

JAZ T R W ELI.ER SCSI/PAR 100 

PCMCI A SCSI ADAPTER 200 

LOGITECH 

PII.OT SERIALE - PS/2 50 

MOt SEMAN 96 75 

mouseman CORDI.ESS I2S 


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ANCONA v. De Casoari 22 071/2005670 
ASTI c. so Torino 72 0141/411362 

BERGAMO (Pfoss aoertura) 
v Quaienghi 21 035/318609 

BIELLA v le Roma 7 015/8408238 

BOLOGNA v De Carrocci 6 051/375682 
BRESCIA v le Piave 203 030/3365661 

CATANIA V Cantora 89/a 095/436221 

CUNEO P.zza Eurooa 9 int gal S Carlo 

0171/695913 

FIRENZE v le Volta 127 055/574608 

GENOVA v Motlerv 50/r 010/417957 

LA SPEZIA v del MBe 16 0187/730785 

MILANO v. S.GakJmo 5 02/33105690 


167/019331 

MILANO (Inzago) v G. di Vittorio 17 

02/95311085 

MILANO (Legnano) o zza Redentore 20 
0331/458960 

MILANO (Usaone) v Don Mtfizon 26 

039/4655049 

MOOENA (Card) v VoBa 22/c 059652200 
NAPOLI D-Za Fuga 8 081/5788930 

NOVARA c-so Trieste 1*1 0321/35894 

PERUGIA v S Elisabetta 13 
zona università 075/5732298 

PESARO v Ponente* 2 0721/454403 

PESCARA v del Orciaio 163 065/4214777 
PIACENZA v Dante Alatori 100 0529334455 


POTENZA Prosarne Aoartur» 167/019331 
REGGIO CALABRIA » Orano 45 0965*2973 
RIETI v Sacche Sasselli 31 074*205161 
ROMA o zza S Dona'O Piave 10 067029329 
SALERNO (Bamoaoka) v Roma. 120 

0828/305550 

SASSARI v Va/dabasso • n 079/201290 
SAVONA v Torino 5961 r 019/6402266 
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SALERNO v Caio Ttebazw Testa 089/759944 
TORINO v Valperoa Caluso 18 0116509531 
TORINO v.Oulx 14/c 011/7715658 

UDINE v le Trtceslmo 206 0432/482525 
VARESE v Menni 14 ang v Cairoti 

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ALESSAN0R1A » Alssaandro Ul 11 0131/263984 
ALESSANDRIA (Novi Ligure) v Caourro 20 
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AREZZO v V Veneto 187 c/d 0575/901621 
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BRESCIA v le Piave 5 030/3760009 

BRINDISI v Dettino ano v ponte ferroviario 
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CAGLIARI v Pergole* 5c 070/494875 
CAGLIARI v Logudoro 30 070.653227 

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CASERTA v Roma 20 0823/322901 

CATANZARO v Jannonl 40/440961/727454 
CHIET1 (Vasto) Cao Mazzini 169 087360025 
COMO ■ Giordano Bruno 3 031/530946 
CREMONA v Ro6ototli6 0372/2573S 
CUNEO (Alba) V P Ferrerò ISA 0171211941 
CUNEO (Mentovi) c so I Atomi 1 0174*51142 
FOGGIA v Fr.ee/KfOt. 100 0881/685131 
FORU (Cesena) v F IH Rosselli 24 

0547/610712 

L'AQUILA (Avezzano) v Amendola 25 

0863/414889 

LECCE v ie Grassi 63 0832/354399 

LECCE p zza Mazzm. 50/b 0832/318488 
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LECCO (Prosa Apertura) 

via Catto Cattanoo 68 167/019331 

LIVORNO (Prosa apertura) 

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LOOI (Prosa apertura) 

C so Mazzini, 76/c 0371/439181 

LUCCA (Viaregg») « AureHa Nord 96 

0584/943780 

MACERATA Crvilanova Marche 
v.le Vittorio Veneto 124 0733*16959 

MANTOVA v. G Acerbi 17/a 0376*29862 
MESSINA v Curtatone e Montanara 29 

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MESSINA (Guudmi Naxos) 
v Colombo 9 0942/56462 

MESSINA (Milazzo) via Cd Berte. 83 

0909287636 

MILANO (Cesano MaOemo) (Prosa, aoer¬ 
lura) ss 35 de. Giovi (ang via C Ballisti) 


SIENA Pros Apertura 167910331 

TORINO (Beinasco) do C.Comm le X» 
Fornace str.Tortno34/36 011/3496406 
TORINO (Ort>asaano) v Rivoli 3*a 

011/0031567 

TRENTO (Arco) v S Caterina 0464*32122 
TREVISO (Conegiano) v Mattarti 11/a 
043*412372 

TRIESTE Pros Aoerlura 167910331 
VENEZIA (Meatrs) Pros Aoerlura 187*10331 
VERCELLI (Crescemmo) v Mazzw 80 

0161/834848 

VERCELLI (Sonito) c ao Nuova Italia 25/a 
0161930500 

VERONA v Muro Padri 7a 045*003531 
VICENZA (Schio) v Lago di Trainano 

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ALESSANDRIA (Acoui Terme) v Cnad 10 
0144*56115 

ASTI v Gare» 31 0141*04949 

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CASERTA (S Maria Capua a Valere) 
v Galalma 181 0623*10677 

COMO v Milano. 292 031/267421 

CUNEO (SavigÉano) c ao Roma 24 0172/712773 
LECCE v U Foscolo 35 0832/492243 

MILANO (Qmseito) v S Martino 10 

02*6010950 

MILANO (Sesto S Giovanni) 
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No, la ALPS MD 1000 garantisce qualità di stampa eccezionali anche 
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Ma se volessi stampare su una superficie particolare? 

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siasi supporto (carta, lucidi, cartoncini, ceramica, plastica, ferro, 
legno, tessuto, ecc.) 

Si può stampare anche su supporti colorati, per esempio neri? 

Tra i numerosi colori disponibili, ci sono anche le cartucce bianche 
che consentono di ovviare al problema di stampe su superfici con 
colori scuri 

Sono possibili stampe con colori metallizzati? 

Tutto è possibile con la nuova ALPS MD 1000. Sono disponibili quat¬ 
tro colori metallizzati: oro, argento, magenta, ciano. 

Che qualità di stampa posso ottenere? 

Ci sono tre diverse possibilità. La prima è la stampa tipografica: usan¬ 
do gli standard di stampa 600 x 600 e 1200 x 600 dpi in bianco e 
nero, si realizzano lettere, documenti e report a livello professionale. 
La seconda è la stampa fotorealistica: con risoluzione 600 x 600 dpi 
a colori si ottengono stampe simili a fotografie, ma con costi ridotti. 
Infine la stampa fotografica, con l'esclusiva risoluzione di 1200x600 
a colori dpi, lo speciale nastro di finitura e la carta fotografica, con¬ 
sente di realizzare delle vere e proprie fotografie. 

Chissà però che costi di gestione 

Il costo delle stampe è più basso rispetto a qualsiasi stampante a 
getto d'inchiostro o a sublimazione. E' semplicissimo sostituire le car¬ 
tucce e, a differenza delle altre stampanti, non si deve cambiare l'in¬ 
tero serbatoio se un solo colore si esaurisce. 

É possibile usare la MD 1000 con Mac? 

Certo, la ALPS MD 1000 E disponibile sia in versione PC che in ver¬ 
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Permette di amministrare e controllare 
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FOGLIO TOTALE II PER WINDOWS 

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Il programma si propone come soluzione 
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Permette la gestione completa di un al¬ 
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ESPLORANDO L'ASTRONOMIA 

Organizzato in capitoli che trattano I 
principali temi affrontati nello studio della 
disciplina nella Scuola secondaria di 
secondo grado: gli strumenti astronomici, 
la Terra, il sistema Terra-Luna, il sistema 
solare, le stelle, l'universo. Lire 69.000 



ESPLORANDO L ELETTRONICA 
ANALOGICA 

Ha lo scopo di fornire le nozioni fonda¬ 
mentali dell'elettrotecnica e dell'elettronica 
analogica di base. Gli argomenti sono 
corredati di esempi con alcune simu¬ 
lazioni dinamiche Lire 69.000 



ESPLORANDO L ELETTRONICA 
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Fornisce le nozioni fondamentali dell'elet¬ 
tronica digitale partendo dalla logica 
binaria per arrivare ai microprocessori, 
passando attraverso le refi combinatone 
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ESPLORANDO LA BIOLOGIA 

Suddiviso in diversi capitoli che trattano: 
introduzione alla biologia, la teoria cel¬ 
lulare. l'energia e la cellula, la trasmis¬ 
sione della vita, l'evoluzione, la clas¬ 
sificazione dei viventi, gli organismi e 
l’ambiente Lire 69.000 



ESPLORANDO LA CHIMICA 

Il programma è suddiviso in capitoli che 
trattano i principali temi affrontati nella 
scuola secondaria di secondo grado: stato 
della materia, elementi, composti, strut¬ 
tura dell'atomo, reazioni e legami chimici, 
la tavola periodica. Lire 69.000 



ESPLORANDO LA FISICA 

Strutturato in diversi capitoli che affron¬ 
tano tra l'altro: la misura delle grandezze, 
le leggi fisiche, cinetica e dinamica, 
fenomeni di equilibrio, energia e tra¬ 
sformazioni, i fenomeni elettrici, fisica 
atomica Lire 69.000 



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Per le Scuole Medie Inferiori 

Nel prodotto vengono svolti i seguenti 
argomenti: linea, poligoni, triangoli, 
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traslazione, la simmetria assiale e 
centrale, la rotazione) Lire 69.000 



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Per le Scuole Medie Inferiori 

Vengono trattati: I numeri nella vita 
quotidiana, la storia del numero, le 
operazioni con i numeri, divison e multipli, 
la frazione, le antiche macchine per 
calcolare, ecc Lire 69.000 



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Suddiviso in diversi capitoli che trattano: 
geografia generale, la Terra nello spazio, 
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4.3 Gbyte SCSI 

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1024.768 OI6.7M colon. 

• Scheda audio l6hit Merco 

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SVGA ( 15 pin ). PS/2 mouse/iasliera. collegamento infrarosso 
(compatibile IrDA). uscita video NTSC/PAL. ingresso uscita della 
sezione audio. 


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LOTUS SmartSuilc97 fc un pacchetto mollo potente c 
completo composto di 6 applicatisi scritti per i sistemi 
operatisi a 32 bit Windows 95 c Windows NT 4 ». Oltre 
alle caruttcnstichc classiche, tipiche dei pacchetti viflwaic 
dcstinati al mondo del lavoro, sono presenti tulle le 
funzioni necessarie per lavorare sui (ormali HTML e per 
sfruttare facilmente l'utilità di posta elettronica c 
collegamenti internet 'intranet SmartSuitc97 comprende i 
seguenti applicatisi 

l otus 1-2-3 97: loglio elettronico 

Lotus Word Pro 97: word processor 

l.otus Approacb 97; database 

Lotus Lrrrlanrr Graphics 97: ptcscntazinni grafiche 

l.otus Organi/m agenda 

Lotus ScrrcnCam: produzione multimediale 
















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Mainhoard California Graphics Pentium ll/Pcntiani PRO A TX Slot 4 
ISA e 4 PCI Controller EIDE DMA mode 2 (33MBA) RAM 32MB (6 
slot 72 pini Hard di* EIDE (Juanium tìntali ST 4JGB DMA-33 
Lettore CD-ROM PIONEER ATAPI 24» Scheda audio: Creative 
AWE 64 Casse: sistema amplificato SW-66 composto di subwoofer • 2 
diffusori. Floppy disk dnvc 3.5* 1.44MB Scheda pafia matto* 
Mvstiquc 220 4MB SGRAM Contenitore muklk-Iowcr ATX opzionale 
tower Porte 2 seriali 16550. parallela EPP/ECP - 2 USB. PS/2 mouse 
Mouse: l^ngitcch 3 tasti PS/2. Tastiera a scelta italiana o USA Microsoft 


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Torino nei seguenti orari: 9.30-13 - 15.30-19,30 (chiuso 
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bonifico bancano anticipato "a merce pronta". Tutte 
te offerte presentate possono subire dette variazioni o 
causa delle mutovoll condizioni di mercato. 

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Graphics chipsct Intel Triton TX Slot: 3 
ISA c 4 PCI * USB Cache 512KB 
sincrona RAM 16MB (espandibile fino a 
512MB) Hard disk EIDE Ouantum 
Fintali ST 2.1GB DMA 33 Porte 2 
seriali 16550. parallela EPP/ECP. PS/2 
mouse Floppy disk drive 3-5* 1.44MB 

Scheda grafica: mairi.» Mysliquc 4MB SGRAM Monitor. 
SONY CPIMOOSX 15* tnmlron dot 0-25mm Contenitore: 
desktop o mimtowcr. opzionale middle-timer o tower 
I astierà: a scelta italiana ii USA. Moosc: DEXXA 3 tasti 
Lettore CD ROM 24» Scheda audio: Creative AWE 64 
(asse: sistema amplificato SW-66 con pento di suhwoofcr • 





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Processore Cyri* 166*. Mainhoard chipsct Intel Tnton VX Slot 
3 ISA c 3 PCI . USB Cache 512KB sincrona RAM 16MB 
«espandibile firn» a 128MB) Hard disk EIDE 1.6GB Porte 2 seriali 
165VI. parallela EPPECP Floppy disk drive 3.5 * I 44MB Scheda 
grafica S3 Virgc 2MB RAM. MPEG sw 
Contenitore minilower alimentatore 200W 
Tastiera italiana Mouse: DEXXA 3 tasti 
I«flore CD-ROM 12* ATAPI. Monitor I4‘ 
digitale 1024*768 non mterlacciato dot 
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3 ISA c 3 PCI . USB Cache 512KB sincrona RAM 16MB 
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16550. parallela EPPECP Floppy disk drive 3.5' I 44MI! 

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16MB esp fino a 128MB Slot 1 ISA ♦ 1 slot condiviso ISA o 
PCI • slot dedicato per scheda audio Porte 2 venali 16550. 
parallela EPP/ECP. PS/2 mouse. PS2 tastiera Floppy disk 
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grafica PCI S3 Virgc 2MB 
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madre con (calure connector. 

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Computer compatiti idimensioni: .360 * 300 * 85ntm) 
am capaciti multimediali avanzate c uscita TV. adatto 
per tutte le applicazioni di Windows 95. per la 
navigazione in Internet c per giocare. Processore: 
Cyrix MediaGX I66MII/ basato su un'innovativa 
architettura che integra nel 
processore le funzioni video, audio c di controllo della 
memoria per avvantaggiarsi della vck»aU del bus dati 
interno Memoria RAM 16MB esp fino a 64MB 
utilizzando i 4 slot standard 72 pin Slot I ISA • I slot 
condiviso ISA o PCI * slot dedicato per scheda di rete o 
modem. La sezione video integrala permette di lavorare 
fino a 1280*1024 256 colon; connettore per monitor 
VGA 15 prn . connettore TV VHS c s- 
vidco. Sezione audio integrata lòhit PnP 
con connctton di ingresso e usata. Porte 2 
seriali 16550. parallela EPP/ECP. PV2 

mouse. PS/2 tastiera. Floppy disk drive 35’ I 44MB Hard disk EIDE 
Ouantum Firchail ST 1.6GB. Tastiera italiana PS/2, mouse Logitech 3 
tasti PS/2.Momtor 14* digitale 1024*768 non intcrlacaato dot 0.28mm. 
Casse: Koss HD-5 Soffre: W indnw» 95 ♦ I«tu* SmartSuite. 

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i notebook su cui potete contare 



Potete fidarvi diToshiba. Dodici anni 
K ^ d'esperienza ci hanno insegnato come 
si costruisce un investimento sicuro. Non per nien¬ 
te utilizziamo quasi esclusivamente tecnologie svi¬ 
luppate e realizzate da noi stessi. Altri hanno cerca¬ 
to di emulare la nostra qualità di produzione senza 
mai arrivare ad eguagliarla. Ed ora, inoltre, potete 
far vostra la qualità di un notebook PC Toshiba ad 
un prezzo più abbordabile che mai. Per rendere 
ancora più interessante l'investimento, nei caveau 
delle nostre macchine abbiamo versato processori 
Pentium' Intel fino a 233 MHz con tecnologia 
MMX™ ed EDO RAM da 16 o 32 MB, cosi che non 
dobbiate ritrovarvi presto a corto di liquidità tec- 
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biabili e in schermi a colori TFT da 
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consentono la massima espandi- 
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chezza di dotazioni non esi¬ 
tate a contattare il nostro 
indirizzo Internet, il più 
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nostro Customer Service (Tel: 02/93975-552 - Fax: 
02/93975-291), oppure venite a trovarci dal 2 al 
6 ottobre allo SMAU, dove saremo presenti con 
tutte le novità Toshiba al Padiglione IO, Stand 
A04-A05 C01-C02. Una volta appresi i particolari 
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ritenere che chi investe in un Toshiba non si ritrova 
mai a tasche vuote. Con Toshiba è sicuro che i 
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Toshiba Europe GmbH Seòe secondaria m Italia: Centro Direzionale Colleom 
Palazzo Perseo. Via Paracelso IO • 20041 Agrate finanza (MI). 

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Editoriale 


Il negozio del duemila 


I l Funkhaustellung non è propriamente una mostra di informatica, ma la più importante rasse¬ 
gna europea di elettronica di consumo Ogni due anni, nei nove giorni a cavallo tra la fine di 
agosto e l'inizio di settembre, la gigantesca area della fiera di Berlino viene invasa da un milione di 
visitatori, alla ricerca delle ultime novità 

Senonche. già da diversi anni, ad altoparlanti, amplificatori, televison, videoproietton, ricevitori per 
satellite, telecamere, etc si sono affiancati telefoni, telefonine centralini, fax, fotocopiatrici, schede 
ISDN, computer portatili e da tavolo, schede elaborazioni audio e video, modem, Internet provider, 
etc etc In una parola, l'informatica per la casa e la microazienda 

Sostanzialmente tutti maggiori produttori europei di televisori iGrundig. Philips, Lowe, Thomson) 
hanno presentato il loro scatolmo web-tv, sostanzialmente un piccolo PC dedicato alla navigazione 
html, utilizzabile con un telecomando o una vera e propria tastiera, completo di modem e funzioni di 
posta elettronica testuale o vocale Tutti hanno vantato la compatibilità con l'HTML 3.2. nessuno di 
quelli che ho avuto l’opportunità di provare ha interpretato correttamente le pagine con frame. La di¬ 
stribuzione sul mercato tedesco (già tre milioni di utenti internet privati o small office) e prevista per 
il primo trimestre del 1998 Se funzionasse bene potrebbe essere l'idea risolutiva, anche in vista di 
una integrazione nel televisore quelli del 1999 potrebbero avere due slot nel quale infilare la scheda 
WEB TV e quella per il ricevitore satellitare digitale Facendo le somme. Internet via satellite, natu¬ 
ralmente per il casting-push 

Ma non è di telematica, pei una volta, che voglio parlarvi, ma del chiaro inequivocabile segnale che 
dalla piu importante rassegna di elettronica di consumo è arrivato al mondo del computer 

Un angolo, piuttosto grande, per la verità del megagalattico stand Philips era infatti dedicato ad una 
serie di casse USB. Non vi nascondo che, dato il contesto, di primo acchito ho pensato ad un miste¬ 
rioso Ultra Sub Bass o qualche diavoleria per l'Home Theater e sono rimasto di stucco scoprendo 
che si trattava invece di proprio di una serie di sistemi di altoparlanti per l'Umversal Serial Bus già 
presente sulle piastre ATX e sul quale Intel, insieme ad un numero sempre crescente di costruttori, 
sta lavorando da quasi due anni Ebbene la prima novità è questa Philips, uno dei maggiori produt¬ 
tori di elettronica di consumo, ha già pronte diverse serie di casse USB, complete di convertitore 
D/A e amplificatore Saranno in commercio a febbraio, o comunque in concomitanza col lancio di 
Windows 98 

Facciamo mente locale l'USB e un bus a 12 Mbps il cui livello fisico è costituito da un cavo a due 
coppie, una per l'alimentazione ed una per il segnale seriale destinate al collegamento di periferiche 
ad un computer L'elenco delle periferiche comprende tastiera, mouse, stampante, modem, mi¬ 
crofono. altoparlanti, telefono, scanner, telecamera, etc., insornma tutto quello che si attacca ad un 
computer Cioè sparisce la solita selva di cavi e connettori e tutto si attacca a stella o catena sugli 
hub la bassissimo costol incorporati nelle diverse periferiche II tutto con il computer acceso e sen¬ 
za porsi problemi il sistema operativo si accorge da solo di ciò che e stato attaccato o staccato 
Connettere una periferica diventa semplice come infilare nella presa la spina di una lampada 

La novità più importante, per il mondo del computer, peraltro, e forse nascosta in oggetti del mondo 
dell'elettronica di consumo, come telecamere e registratori DV (Digital Video), videoregistratori 
DVHS. ricevitori satellitari DVB. tutti rigorosamente dotati di interfaccia IEEE 1394A, al pari di qual¬ 
che macchina fotografica digitale, l'altro elemento dominante del Funkhaustellung 

Cos'è il 1394A? Un bus seriale a 100-400 Mbps nato per l'interfacciamento (dati e comandi) dei pro¬ 
dotti Digital Video Come è ovvio, sono pronte le prime interfacce IEEE 1394 per computer ed i pri 
mi software di elaborazione video, ma la corretta interpretazione della portata di questo standard si 
ha solo se si tiene presente che è prevista per il 1999 l'introduzione della versione su fibra ottica 
della versione 1394B, un bus con velocità superiore a un Gbps la cui applicazione principale è l'"Ho- 
me Backbone" 

Rivediamo il quadro: USB a bassa velocita (fino a 100 kbps) per tastiere e mouse, USB a media ve¬ 
locità per le altre periferiche, compreso l’audio digitale CD e MPEG a fino a 1,4 Mbps, IEEE 1394A 
(da 100 a 400 Mbps) per il Digital Video, IEEE I394B (oltre 1 Gbps) per l'Home Backbone ottico 

Il tutto, a parte il 1394B. già sugli scaffali dei negozi Una grande e risolutiva spartizione di ruoli l'in¬ 
dustria dell'elettronica di consumo si specializza in periferiche già pronte per l'mterconnesione al 
computer con uno dei due bus. il primo di derivazione informatica. Il secondo di derivazione CE (con¬ 
sumer elettromcs) e finalmente ognuno può andare avanti per la sua strada a produrre quel che sa 
fare meglio, casse che suonano senza problemi della cattiva qualità delle schede interne, video che 
si interfacciano senza ulteriori conversioni, hardware e software che non si devono preoccupare di 
sviluppare interfacce proprietarie per questa o quella applicazione 

Il tutto pronto ad entrare in quei grandi negozi di elettronica di consumo nel quale il pubblico vuole 
trovare delle spine che si attaccano e staccano con quella facilità che solo una grande complessità 
nascosta può consentire Questo, a mio avviso, è stato il vero grande messaggio di Berlino l'indu¬ 
stria si è divisa i compiti ed è finalmente pronta a produrre quello che il consumatore si attende di 
trovare nel negozio del duemila. 


Paolo Nuli 


Ottobre 


ANNO XVII • 1997 • L. 9.000 


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Direttore l’.r"., Nui Condirettore: Ma' M , Hi 
cerca e sviluppo t- '• . ., i , ,i, i Collabora¬ 

tori; Colmilo Giusto/; Rino Nicotrn I ,ua Angolani. Alilo 
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Faljio bolla Vaccina. Falli ino Dell'Oiso, Radunilo De Mesi, 
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redazione: M.issnrn, Alba"' i . Fi.. I Pigi. Alt", . , Ir.. 

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' mi,. Grafica e inipaginezione. Arinomi VrllaMl- 

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Anton*-11,i iii'iate. Mattaci Piemontesi' Direttore Hespon- 
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Ruma Tel 06/418921 24 linee (rie automatica) FAX (061 
' <2lb:.i MC0I00 . MCIInk •- . • !■ l"i,i, -n 
MCmiorocomputei Registrazione del Tribunato di Roma n. 
219/81 del 3 giuorio 1981 Copyright techmmedio 5 r I 
Tulli i dindi riservali Manoscritti o loto originali, anche no 
non pubblicati, non ai restituiscono ed e vietala In 

"PtoduT" e seti. IMI - II' di t'.'Mi 11 Iiitniii.i'ii MC-tink: 

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68 


MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997 







IL NUMERO 10 

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la catena italiana 
dell’ informatica 



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ormai li sapete a memoria: scelta, 
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immediatamente il tuo primo collega¬ 
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Città. Con MC-link, oltre a poter con- 


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mail, ftp, telnet, news, Ire) e cominciare a navigare scegliendo tra le centinaia di link già sele¬ 
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001 57 Roma - Help Desk tei. (06) 41892434 h 1 1 p : IT/ w w w. m c 1 1 n k. 1 1 - E-Mail: li n t o (a m c 11 n K, il 


















f Inastai 



coordinamento di Rino Nicotra 


Come bisognerebbe 

USARE INTRNET 

(e chi dovrebbe farlo) 


/ Dr Marco Marinacci, Direttore Respon¬ 
sabile MCmcrocomputer 
Egregio Direttore, mi chiamo Massimo Ra¬ 
gucci e sono il coordinatore del sito Internet 
denominato UDÌ IUnità di Documentazione e 
Informazione - mito.//www inea.it/nvraat/udiA 
udi.htm) del Ministero per le Politiche Agricole. 

Sulla sua rivista (MCmicrocomputer n 7 76, 
settembre 19971, a pag. 148, all'Interno dell'ar¬ 
ticolo "La rivoluzione digitale comincia ades¬ 
so" a firma Manlio Cammarata, è apparsa l'ho- 
me page del sito UDÌ con una didascalia erra¬ 
ta, ironica, offensiva e gratuita, mostrata ad 
esempio di cattiva realizzazione sul Web; è 
evidente che quanto affermato nella didascalia 
si riflette automaticamente su tutto il sito che 
ne riceve un danno d'immagine notevole, a 
fronte della sua reale, apprezzabile capacità 
informativa 

Ho già provveduto ad informare via e-mail il 
Sig Cammarata, con il quale spero di avere un 
contraddittorio che chiarisca ì termini di questo 
increscioso episodio le lo induca anche a delle 
scuse nei nostri confronti), al riguardo le sugge¬ 
risco di consultare il sito UDÌ e la prego viva¬ 
mente di pubblicare un articolo a rettifica Ipossi¬ 
bilmente con la stessa visibilità data alla nostra 
homo page nel suddetto articolo) di quanto af¬ 
fermato nella suddetta didascalia e di apprezza¬ 
mento invece per la nostra lodevole iniziativa, lo 
e due miei colleghi abbiamo infatti realizzato il 
sito UDÌ <che non è il sito ufficiale del Ministero 
per le Politiche Agricole, bensì un'iniziativa spe¬ 
rimentale) da soli e volontaristicamente, non su 
disposizione dell'amministrazione, con lo scopo 
anche di promuovere l'uso delle nuove tecnolo¬ 
gie dell’informazione nel settore agro-alimenta¬ 
re ed abbiamo riscosso anche un discreto suc¬ 
cesso, testimoniato dai I 474 contatti maturati 
da UDÌ dallo scorso febbraio a lutt'oggi. 

Noi, credo, abbiamo bisogno di incoraggia¬ 
menti e non di stroncature; come tutti quelli 
che fanno cose possiamo sbagliare, non per 
questo dobbiamo essere messi alla berlina le 
poi perche proprio noi? il web pullula di schifez¬ 
ze!!) con superficialità e ignoranza. 

Ho già espresso tutta la mia indignazione al 
sig Cammarata, al quale potrà chiedere spiega¬ 
zioni. per il momento aspetto di comperare il 
numero di ottobre 1997 della sua pregevole ri¬ 
vista per poter leggere la rettifica e anche qual¬ 
cosa di apprezzabile su UDÌ, che possa aiutar¬ 
mi Ispero, dopo questo unico ma pesante ro¬ 
vescio, proporzionale all'autorevolezza della rivi¬ 
sta) a sensibilizzare la mia amministrazione a 
vantaggio soprattutto degli utenti, sui temi del¬ 
la rivoluzione telematica in atto 
Nel ringraziarla in anticipo per la cortese at¬ 
tenzione le porgo i miei più distinti saluti 

Massimo Ragucci 
Ministero per le Politiche Agncole, Roma 


Scrivete a MC! 

Per scriverci avete a disposizione sia la posta tradizionale I Via Carlo Perrier 9, 0 0157 Romai. 
sia il fax della redazione 1418924861 sia l'e-mail, all'indirizzo hìc.posta(Q)mclink.itl Ogni giorno i 
messaggi vengono girati alle persone di competenza, per cui vi consigliamo di indirizzarvi alla 
casella della redazione piuttosto che a quella dei singoli redattori che comunque, come al soli¬ 
to. trovate qui sotto. E' più semplice per voi e, anche se sembra strano, per noi... 

E' difficile che riusciamo a fornire risposte private (quindi non inviate francobolli o buste affran¬ 
cate): per le e-mail qualche volta succede. Voi provate, basta che non vi offendiate se non vi ri¬ 
spondiamo.. Vi assicuriamo comunque che leggiamo tutta la corrispondenza e teniamo nella 
massima considerazione ciò che ci viene segnalato. 

m.m. 


Nominativo 

su MC-link 

su Internet 

Andrea de Prisco 

MC0258 1 

aaDiflimciimuj 

Corrado Giustozzi 

MC0006 


Marco Marinacci 

MC0009 

1 _1_ J 

Rino Nicotra 

MC9781 

1 ... T 

Paolo Nuti 

MC0002 | 

1 n ,| B„k; mi ,| 

Luca Angelelll 

MC6647 1 

i.anqeieiiiwmcimk il 

Giuliano Boschi 

MC9706 

: .. .1 

Manlio Cammarata 

MC29I8 

1 ' a' - : 1 

Francesco Carla 

| 


Giuseppe Casarano 

MCI 754 | 

ri. : -T 'I 

Francesco Fulvio Castellano 

- 

àqroup$c"cJc il 

Cesare Cittadini (Team OS/2) 

MC2934 

~ • i -i 

Raffaello De Masi 

MC 1468 | 


Valter Di Dio 

MC0008 1 


Gaetano Di Stasio 

MC7400 

ò ai STBSifltmmpre i 

Enrico Ferrari 

MC00I2 

etertarnemclinK.il 

Mauro Gandim 

MC0452 1 


Gerardo Greco 

MC4720 


Dino Joris 

MC9745 


Massimiliano Marras 

MCI 606 


Massimo Novelli 

MC4397 | 

ni.novemiamciitiK.il 

Francesco Petrom 

MC8689 


Sergio Plllon 

MC2434 


Francesco Romani 



Bruno Rosati 

MC4200 

. :. .1 

Leo Sorge 

MC6750 | 

>0 soraewmcimk.il 

Andrea Suatoni 

MC2/41 


Team OS/2 Italia 

MD1652 

leamns/nmmcnnK n 


A d essere sincero, la rigidità della sua replica 
mi fa venire voglia di continuare con altret¬ 
tanta rigidità, ma invece cercherò di sforzarmi 
per evitarlo. Quindi le dico subito che mi dispia¬ 
ce che lei sia stato personalmente coinvolto, vi¬ 
sto che, come lei stesso afferma, il sito che su 
Internet si proclama del Ministero per le Politi¬ 
che Agricole è in realtà frutto di un'iniziativa 
sperimentale, personale, volontaria e addirittura 
non autorizzata. 

Questo è davvero incredibile, se mi permet¬ 
te l'espressione. E guardi che non me la sto 
prendendo con lei: è vero, l'iniziativa sua e dei 
suoi colleghi è lodevole Lei si sta esponendo in 
prima persona per convincere il suo Ministero a 
fare quello che sarebbe logico che facesse (e 
che, secondo l'articolo 22 del regolamento cita¬ 
to da Cammarata proprio in conclusione dell'ar¬ 
ticolo, deve fare a breve termine), con il rischio 
di essere sgridato non per come lo ha fatto ma 
per averlo fatto Quello che noi, con i nostri arti¬ 
coli, cerchiamo di fare è proprio quanto lei mi 
chiede: aiutarla a "sensibilizzare la pubblica am¬ 
ministrazione. a vantaggio soprattutto degli 
utenti, sui temi della rivoluzione telematica in 
atto", ho usato proprio le parole della sua lette¬ 
ra 

Dividiamo, allora, il fatto in due: uno, l'episo¬ 
dio La didascalia dice ''Come fare la fila anche 
sul web, nell'attesa che si formi la grande e inu¬ 
tile immagine" Didascalia ironica? In effetti si. 


Errata, offensiva e gratuita no, però E tanto¬ 
meno parlerei di superficialità o ignoranza relati¬ 
vamente all'articolo di Manlio Cammarata, "col¬ 
pevole" solo di non aver risparmiato alla nostra 
Pubblica Amministrazione la "frecciata". Per¬ 
ché devo aspettare molti secondi per caricare 
una home page da 100 K, si chiede Manlio? 
Posso tutt'al più essere disposto a farlo quan¬ 
do contiene delle informazioni, come una map¬ 
pa sensibile o un indice. Ma non voglio aspetta¬ 
re a lungo per un'illustrazione che ha il solo fine 
estetico E questo è giusto, tanto è vero che lo 
stesso GARR (in pratica l'autorità di Internet) ha 
diramato raccomandazioni sulle dimensioni del¬ 
le home page. Per curiosità, poiché alla fine 
della pagina c'è il ringraziamento per la supervi¬ 
sione da parte del webmaster dell’INEA (istitu¬ 
to Nazionale Economie Agricole), sono andato 
a vedere l'home page di quest'ultimo e, corret¬ 
tamente, ne ho trovata una leggera da caricare 
e densa di informazioni: evidentemente, il suo 
supervisore la pensa come noi. Le suggeriamo 
di alleggerire per quanto possibile l'home page, 
privilegiandone la leggibilità ed il contenuto 
informativo. Come lei ha detto tutti siamo sog¬ 
getti a sbagliare, ed è anche vero che il web 
pullula di schifezze, e che la sua home page 
non è di certo la peggiore. Solo che. secondo 
noi, quella non era la sua home page, ma quél- 

continua a pag 78 
MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997 


74 






















































Da Milano, Firenze, Roma, Napoli 

Disponibile connessione X2 (senza sovrapprezzo) e ISDN. 


Interne! 

ulto dllu 


oiinf 

Duri. 


ABRUZZO Chieli L'Aquila Pescara Teramo BASILICATA Matera Potenza CALABRIA Catanzaro Cosenza Reggio Calabria CAMPANIA Avellino Be¬ 
nevento Caserta Napoli Salerno EMILIA ROMAGNA Bologna Ferrara Forli Modena Parma Piacenza Ravenna Reggio Emilia FRIULI VENEZIA 
GIULIA Gorizia Pordenone Trieste Udine LAZIO Frosinone Latina Rieti Roma Viterbo LIGURIA Genova Imperia La Spezia Savona LOMBARDIA 
Bergamo Brescia Cremona Como Mantova Milano Pavia Sondrio Varese MARCHE Ancona Ascoli Piceno Macerata Pesaro MOLISE Campo¬ 
basso Isernia PIEMONTE Alessandria Asti Cuneo Novara Torino Vercelli PUGLIA Bari Brindisi Foggia Lecce Taranto SARDEGNA Cagliari Nuoro 
Oristano Sassari SICILIA Agrigento Caltanissetta Catania Marsala Messina Palermo Ragusa Siracusa TOSCANA Arezzo Firenze Grosseto Li¬ 
vorno Lucca Massa Carrara Pisa Pistoia Prato Siena TRENTINO ALTO 
ADIGE Bolzano Trento UMBRIA Perugia Terni VALLE D'AOSTA Aosta 
VENETO Belluno Padova Rovigo Treviso Venezia Verona Vicenza. 


Da dove collegarsi 


Dove abbonarsi 


ABRUZZO L'Aquila H.D. Sistemi via Monte Velino 32/a tei 411317 BASILICATA 
Potenza Tape Service via Caserma Lucania 21/a tei. 23236 CALABRIA Roccella .Io¬ 
nica Ottica Frascà via Roma 24-26 tei. 85788 CAMPANIA Battipaglia (SA) Farinv 
via Brodolinl 1 tei. 303675 Napoli Delta Office via Mattia Preti 37-39 tei 5784607 

- Net Point via Mattia Preti 35 tei. 5561333 - Prosoft Italia via Andrea d'Isernia, 28 tei 665959 Napoli porto Tecnosoft piazzale Pisacane tei. 
5547135 Portici Media Work via della Salute 19 tei. 7763084 EMILIA ROMAGNA Bologna Compagnia Italiana Computer via Emilia Ponente 

56 tei. 383851 Forli Neri Punto Games piazzale della Vittoria 13 tei. 401115 Modena Compagnia Italiana Computer via Bellinzona. 49 tei. 
366966 Piacenza Futura informatica srl via Scalabrini 128a tei. 334104 - Pseha computer viale D Alighieri 100 tei. 334455 Ravenna Com¬ 
puter House via Trieste 132 tei 423837 FRIULI VENEZIA GIULIA Colugna (UD) IDA via Patrioti 13 tei 41416 LAZIO Colleferro (RM) Info- 
landia via Fontana dell'Oste 20 tei. 9701481 Latina MSC Latina via Pierluigi Nervi 204/a tei 604781 - Med & Mac via Pontina 70 tei. 666745 
Pomezia (RM) Giva Informatica via Metastasio 19-21 tei 91601046 Rieti El.I.Sa via Picerli 35-37 tei. 497142 Roma AnyWare via Cinigiano, 

57 tei. 8123001 - Book & Byte viale della Civiltà del Lavoro 120 tei. 5913595 - Computer Consulting via Ridonino Venuti 10 lei. 86202406 

- Oigitron via Lucio Elio Seiano 13 lei. 71510040 - Emi Informatica Corso Francia 216 tei 36306393 - Flauto Magico via Cassia 927 tei. 
30365022 - Garman Grecia via Boezio, 6 a/c - GM & Associati viale Marconi. 94 tei 5595157 - Gruppo RMS via Cornelio Magni 41/b tei. 
5180698 - Itaca Multimedia via delle fosse di Castello 8 tei. 6861464 -Lion's Computers via Mondovi. 12 tei. 7017642 - M&C via Centurlpe, 
23 tei. 7802345- Ma.Na. elaboratori elettronici via Eleonora D'Arborea 13 tei. 44251148 - MacPro via Monte delle Gioie 22 tei 86211092 - 
Mega Service via G. Miani 13 tei. 5745945 - Multisoft Pro via Giolittì 345 tei. 4457556 - Musical Cherubini via Tiburtina 360 tei. 436971 - 
PCA Italia viale Lina Cavalieri 94/b tei 8801835 - PCC Computer House via Casilina 283/d tei. 2147260 - Plainform via Ugo de Carolis 97/c 
tei. 35403442 - Robymax via Varvariana 14 tei. 20427234 - Selection Components via Giuseppe De Leva 9 tei. 7840118 - Sinergie Roma via 
Australia 2 tei 5920804 - Strategia e Tattica via Cavour 250 tei. 4824684 - Villaggio Multimediale via Germanico 31 tei 39725125 Roma- 
Flumlcino (RM) LaserLido via Foce Micina 58 tei. 6507345 LIGURIA Genova A.S A.S. via Cipro 4/3 tei 581935 La Spezia Tarn Computer 
via del Popolo 68 tei 509591 Savona Briano & C. Corso Tardy e Benech 20/r tei. 802479 LOMBARDIA Cantù (CO) Computer House Corso 
Europa 23 tei. 720552 Castellanza (VA) Azimuth via F.lli Roselli 18/b tei 480802 Cinisello Balsamo (MI) Or.Me System via Oggioni 63 tei. 
66017161 Coreico (MI) Aketon via Salma. 33/35 tei 45109125 - Graphos via S Adele 12 tei. 4478270 Cremona Archimede via Brescia 36 
tei. 431131 Eremo di Curlatone (MN) Caledonia via Michelangelo 40/b tei 380828 Milano Alcor 1 viale Bligny 22 tei. 58300442 - Alcor 1 
viale Gran Sasso 50 tei. 2360015 - Alcor 1 via San Vittore 6 tei. 86453175 - Alcor 1 via Paolo Sarpi 7 tei 33101493 - Edimatica via Sac¬ 
coni 20 tei. 29514937 - MacPoint viale Certosa 182 lei. 38002943 - Megalink via S Felice 7 - Newel via Mac Mahon 75 tei 33000036 - Se- 
lected Audio Components via Ferruccio Busoni 12 tei 55187073 - Sicres via Carmagnola 8 tei 66801980 - Super Games via Vitruvio 37 tei. 
29536144 - Workshop via Larga 2 tei. 86454176 Monza(MI) I R I S via Galileo Galilei 36 tei. 2028092 Rho(MI) Centro Elettronica via Go¬ 
rizia 46 tei. 93500526 Saronno (VA) Office Market via Volonterio 31 tei. 9603253 Sesto S. Giovanni (MI) PC Superstore viale Gramsci 42 
tei. 2403490 Varano Brianza (MI) Mac Work via della Cooperazione 11 tei 992271 MARCHE Ancona Compagnia Italiana Computer via De 
Gasperi 78 tei 2801081 Massalermana (AP) MiGamma via Castellano tei. 760741 S.B. del Tronto (AP) Genesys via Curzi 54 tei 590028 
PIEMONTE Torino DataDevice via Stradella 172/1 tei 250535 - Infosu via Tabacchi 45 tei 8995357 - Rekordata via S. Paolo 1 ang. C.so Fer¬ 
rucci tei. 3856656 - Silene via Volvera 6 tei. 3833083 PUGLIA Andria (BA) Sistempro via Vittoria 11 tei. 564919 Bari AD Sistemi C.so Be¬ 
nedetto Croce 50 tei. 5423784 Foggia S.G. Sistemi Globali piazza Cavalieri di V. Veneto 1 tei. 614614 SARDEGNA Cagliari Micro & Drive 
via Logudoro 30 tei. 653227 Nuoro Granara via Mughina 41 tei. 36211 SICILIA Catania Studio Marcedone via Cosenza, 6 tei. 502322 Gela 
(CL) G & G viale Cortemaggiore 108 tei 821584 Messina La Meccanografica via XXVII luglio 123 tei. 719400 Palermo Datamax via Gio¬ 
vanni Campolo 45 tei. 6815369 TOSCANA Firenze Audiomatica via Faentina 244/g tei. 575221 - Compagnia Italiana Computer viale don G. 
Minzoni 31/a tei. 575822 - Data Pori via Guidoni 173 tei. 4220433 - Hard & Soft via S. Stefano In Pane 20R tei. 4376515 - Mac & Idea via 
Giusti 15a/b tei. 2346766 Grosseto Rigel via Pepe 18 tei. 29031 Livorno A S.S.O. Informatica piazza Mazzini 62 tei. 898506 Sesto Fioren¬ 
tino (FI) Music Rama viale Ariosto 492/f tei. 4218730 Siena Saena Media viale To- 
selli 18 tei. 247175 UM8RIA Perugia Compagnia Italiana Computer via Mario Ange- 
loni 68 tei. 5004060 Terni Wiz Point galleria Nuova 1 tei. 302439 VENETO Malo (VI) 

Delta System via Capovilla 10 tei 580909 Padova Proffoto via Makallè 97 tei. 8722650 




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In questo numero 


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Windows 95 

La mia vita con 
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Software: i trucchi 
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Arte & Multimedia 




Dr. Focus: 
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Corso di HTML per 
chi comincia 


I games che 
verranno 

Le classifiche dei 
giochi 


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(Speò 

1 

■A PRIMA RIVISTA 



•wPP 

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presenta 

t 

PER TUTTI) 






















































CD-ROM! 



Computer People, presentazione 

di Marco Marinacci 

Presentazione: ovvero, signore e signori ho il piacere di pre¬ 
sentarvi Computer People. Ecco fatto, ho detto tutto. No, cosi è 
troppo breve... 

Leggetela e vi divertirete, e imparerete a conoscere meglio il 
mondo dei computer. Tutte e due le cose: Computer People nasce 
per divertire e far capire, come dovrebbe essere sempre. 0, quan¬ 
to meno, per far capire senza annoiare, senza affaticare. E' una 
rivista da leggere, non da studiare. Ma è una di quelle riviste che. 
dopo averle lette, ti lasciano in testa qualcosa come se. anziché 
leggere, avessi studiato. 

Almeno questo è quello che, in un pomeriggio di giugno, abbia¬ 
mo pensato di fare. Eravamo in tre: Francesco Carlà. Corrado 
Giustozzi ed io. MC è per chi "ne capisce", non è fatta per i princi¬ 
pianti o per chi è comunque troppo poco esperto. Ma di riviste per i 
principianti ce ne sono già, e l'idea dì farne un'altra non ci piaceva 
troppo anche perché un principiante, se è tale, difficilmente può 
rendersi conto di quale rivista sia migliore e quale quindi comprare. 
Però volevamo fare qualcosa per coloro per i quali MC è "troppo 
difficile". Scartata a priori l'ipotesi di farla diventare una rivi¬ 
sta per principianti, abbiamo pensato allora di 


affiancarle qualcosa di specificamente dedicato a chi vuole capirne 
di più ma... senza esagerare. Ed abbiamo pensato che il modo più 
adatto per questo tipo di pubblico fosse il CD-ROM e l'HTML (se 
non sapete cose l'HTML. dovete leggere Computer People...). 

Cosi, da questo mese sarà possibile acquistare 
MCmicrocomputer da sola o con, allegata, Computer People: una 
rivista su CD-ROM dedicata a chi vuole avvicinarsi al computer in 
maniera non troppo impegnativa, con disinvoltura, e magari desti¬ 
nare un po' di tempo al gioco, argomento al quale viene dedicata 
una sezione apposita. Abbiamo scelto questa formula di abbina¬ 
mento. in cui si può acquistare MC da sola ma non Computer 
People senza MC, da un lato perché crediamo che le due riviste 
siano in certo qual modo complementari, dall'altro perché gli 
esperti e coloro che usano il computer esclusivamente per applica¬ 
zioni professionali è probabile che siano, in effetti, poco interessati 
al CD. Ma. per chi non è esperto. Computer People sarà certa¬ 
mente un ottimo strumento per capire quello che è scritto in MC. 
Mese dopo mese ne capirete, speriamo, un pezzettino di più. 

Buon divertimento! 

P.S. - se... sapete cosa è l'HTML ma conoscete qualcuno 
che ancora non lo sa (e magari vi fa un sacco di domande), con¬ 
sigliategli o regalategli Computer People... 


SE NON HAI ACQUISTATO 

mi 


CON QUESTO NUMERO DI MC, 














CPQstn ) 


segue da gag 74 

la del Ministero per le Politiche Agricole. . Però 
non dica "perché proprio noi”, mi ricorda 
quel politico che, accusato di aver rubato a pie¬ 
ne mani, si difese dicendo grosso modo "che 
c'è di strano? rubano in tanti! 

E qui viene il secondo punto Spesso ci si 
chiede chi abbia convenienza ad investire per 
essere su Internet "come si deve". E’ logico 
che lo faccia ad esempio chi attraverso Internet 
promuove i propri prodoni, o chi in questo mo¬ 
do riesce ad assistere i propri utenti meglio e 
con costi minori: in questi casi, però, Internet 
può essere un investimento immediatamente 
remunerativo, direttamente (maggiori vendite) 
o indtrenamente (risparmi). Ma ci sono casi nei 
quali Internet è un costo al quale, dal punto di 
vista dei ricavi, non fa riscontro un dato mone¬ 
tario ma qualcosa da valutare in altri termini: 
immagine, nella maggior parte dei casi, e biso¬ 
gna allora chiedersi fino a quale limite valga la 
pena ed oltre il quale vi sia una sproporzione fra 
i costi (facilmente valutabili! e i benefici (difficil¬ 
mente valutabili). Al primo posto nella lista di 
coloro che conviene che abbiano un "bel web" 
nonostante si tratti di un costo, ci sono le orga¬ 
nizzazioni che DEVONO fornire informazioni, 
come per definizione è la Pubblica Amministra¬ 
zione. Quindi, c'è poco da sensibilizzare: che i 
Ministeri si decidano, e tutti, e in fretta. E, già 
che ci siamo, che lo facciano in maniera non 
solo efficace ma anche coordinata, seguendo 
un'impostazione coerente visto che, oltretutto, 
esiste t'AlPA (Autorità per l'Informatica nella 
Pubblica Amministrazione), con tanto di sito In¬ 
ternet. A proposito dell'impostazione coordina¬ 
ta, ed a titolo del tutto personale, vorrei espri¬ 
mere che non sono del tutto convinto dell'im¬ 
postazione un po’ "fumettistica" che lei ha da¬ 


to al sito: è una scelta, quindi contemporanea¬ 
mente rispettabile e discutibile, ma quando si 
opera in questo àmbito credo che non guasti 
una standardizzazione e l'emanazione ed il ri¬ 
spetto di direttive ufficiali e comuni Cioè, si 
può benissimo decidere che tutti i Ministeri ab¬ 
biano su Internet un aspetto "leggero", oppure 
che abbiano una home page con una determi¬ 
nata impostazione e che poi differiscano nella 
realizzazione dell'Interno del sito, o qualunque 
altra cosa; quello che credo non si possa fare e 
che ognuno faccia come gli pare. E se nessuno 
dà direttive, ben vengano le iniziative individuali 
e lodevoli come la sua, che però risentono per 
forza di cose dei limiti delle iniziative personali 
non adeguatamente condivise e supportate 

Insomma. non so se è piu assurdo che un 
Ministero non provveda istituzionalmente al 
proprio web e che costringa quindi qualcuno a 
fare da sé, o che gli consenta di farlo e che 
quindi, su Internet, un sito che in pratica non è 
ufficiale venga scambiato per ufficiale (d’altra 
parte contiene informazioni utili che provengo¬ 
no evidentemente dall'interno del Ministero 
stesso) 

Spero che, anche se non si tratta propria¬ 
mente di una rettifica, queste considerazioni la 
aiutino nella sua opera di sensibilizzazione. Mi 
verrebbe di suggerirle di andare da chi deve 
convincere con questa rivista in mano, e dire lo¬ 
ro "guardate che figura facciamo, incaricatemi 
di fare il sito ufficiale e datemi le informazioni, le 
strutture e le risorse necessarie" Solo cosi, ef¬ 
fettivamente, gli utenti (che in questo caso .. 
ehm, sono i cittadini che, prima di Internet, pa¬ 
gano le tasse. ..Ine avranno un vantaggio. 

Astraendo dell'episodio e facendo una consi¬ 
derazione più generale, vorrei ricordare una so- 




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la frase dell'articolo di Cammarata: "per capire 
bene quale distanza separi la politica e la buro¬ 
crazia italiana da una visione democratica del 
rapporto del cittadino" Il contesto è quello in 
cui Manlio confronta la situazione italiana, in 
cui una legge del '90 dice che l’accesso ai do¬ 
cumenti amministrativi è consentito " a chiun¬ 
que vi abbia interesse per la tutela di situazioni 
giuridicamente rilevanti", con quella america¬ 
na, in cui una legge di tredici anni più vecchia 
(quindi ai nostri legislatori sarebbe bastato leg¬ 
gerla e copiarla .) dice che "ogni amministra¬ 
zione deve rendere disponibili le informazioni al 
pubblico". 


Marco Marinacci 


L'uovo di Colombo 


Spettabile Redazione, 

la lettura dell'Editoriale del numero di set¬ 
tembre mi ha spinto a scrivervi alcune mie 
considerazioni. 

Poi ho letto anche l'articolo sulla tecnologia 
x2 ed ho deciso di scrivere senza esitazioni. 

Sbaglia chi ritiene che lo sviluppo della tele¬ 
matica non sia frenato dal 'costo della telefona¬ 
ta' ma sia frenato da una 'mancanza di cultura 
telematica" Sono proprio i costi che impedi¬ 
scono resplodere del fenomeno Internet che 
ritengo forza trainante. 

Se le telefonate ai provider fossero gratuite 
o costassero un solo scatto indipendentemen¬ 
te dalla posizione geografica del provider e dal¬ 
la durata della connessione le cose sarebbero 
ben diverse. 

Vorrei ricordare che il progresso nel settore 
PC non è legato assolutamente alle esigenze 
delle aziende Ise fosse per l'utenza aziendale e 
gestionale saremmo ancora col 3861 ma è trai¬ 
nato dalla fascia di utenza dell'uso domestico e 
ludico, cioè sono i giovani che fanno andare 
avanti il settore. 

Molti giovani Iquasi sempre i soliti 'studenti 
squattrinati ' che rappresentano una nutrita fa¬ 
scia di utentiI non hanno ne' il modem ne' un 
contratto con un provider proprio perchè i geni¬ 
tori gli vietano di installarlo spaventati dal costo 
delle telefonate Da notare che spesso le te¬ 
lefonate al più vicino provider, per chi non abita 
in città sono 'interurbane a breve distanza' 
quando si è fortunati. 

La mia teoria è semplice: telefonate tariffate 
ad I solo scatto = molti acquisteranno il mo¬ 
dem e faranno un contratto con un provider = 
aumenteranno i provider e ci sarà più concor¬ 
renza tra gli stessi (perché il costo deve essere 
uguale qualunque sia la distanza) = / provider 
cercheranno di superarsi a vicenda e si aggior¬ 
neranno continuamente alle più nuove tecnolo¬ 
gie = anche gli utenti saranno spinti ad acqui¬ 
stare modem più veloci o a passare a ISDN = 
sviluppo generale nel campo dell'informatica e 

continua a pag 82 

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( 5 » 


segue da pag 78 
della telefonia. 

Quando molti useranno la telematica si svi¬ 
lupperà inesorabilmente anche la 'cultura tele¬ 
matica' 

Ricordate quando uscirono i primi CD musi¬ 
cali? Non li usava quasi nessuno perche i lettori 
costavano un capitale. Quando i lettori sono 
scesi di prezzo è iniziato l'acquisto di massa e 
ora non si trovano più gli LP perché va rutto su 
CD., e c'è anche la 'cultura del CD'. 

Attenzione, non è stato l’acquisto di massa 
a fare diminuire ì prezzi ma viceversa; poi è ini¬ 
ziata la reazione a catena per cui più se ne ven¬ 
dono e più costano meno, più costano meno e 
più se ne vendono eccetera. 

Non è un fatto di cultura ma di portafoglio 

Se i lettori costassero due milioni e i CD 
duecentomila lire staremmo ancora tutti ad 
ascoltarci 1 33 gin. 

Trovo inaccettabile il ragionamento fatto da 
tutti i fornitori di servizi telematici che fanno pa¬ 
gare di più un abbonamento ISDN rispetto ad 
un abbonamento analogico. La telefonata ha lo 
stesso costo e se trasporta maggiori informa¬ 
zioni è tanto meglio per tutti Sarebbe come fa¬ 
re pagare di più un abbonamento col modem 
x2 e di meno uno col modem a 14.400. 

La verità è che i provider cercano sempre di 
risparmiare banda 'tanto gli utenti pagano lo 
stesso e se poi i dati gli arrivano col contagoc¬ 
ce chi se ne frega'. La auspicata concorrenza 
fra i provider risolverà anche questi problemi 

Fino a quando si andrà avanti con questa 
mentalità anche lo sviluppo di ISDN sarà forte¬ 
mente rallentato E anche qui una questione di 
'costi'. I costi sono alti a causa della mancanza 
di cultura telematica... la mancanza di cultura 
telematica deriva dai costi alti CHI DARA' 
L IMPULSO INIZIALE PER LA REAZIONE A 
CATENA ANCHE NEL SETTORE TELEMATI¬ 
CO? 

Cordiali Saluti 

Paolo Belila 


G entile lettore, lei esprime perfettamente un 
disagio che merita un'analisi tecnica e poli¬ 
tica. E, indirettamente, suggerisce una soluzio¬ 
ne che merita, a mio avviso, la massima atten¬ 
zione. 

Partiamo dal problema dei costi della banda 
passante e della telefonata 
Schematizzando al massimo, il costo della 
telecomunicazione può essere spezzato in tre 
componenti: costo del raccordo tra utente e 
centrale (coda urbana), costo di commutazione 
(instradamento e ripartizione di banda), costo 
della interconnessione tra nodi della rete. Cia¬ 
scuna di queste tre componenti si porta poi 
dietro un fattore moltiplicativo per spese di 
commercializzazione (fatturazione e marketing) 
e di manutenzione tecnica. 

Il costo della coda urbana è sostanzialmente 
fisso per ogni utente, sia che il servizio venga 
usato sia che non venga usato ed è quindi logi¬ 
co che sia comunque forfetizzato sotto forma 
di canone di abbonamento. Per quanto riguarda 
commutazione e interconnessione, che sono 
risorse condivise tra tutti gli utenti, si può sce¬ 
gliere se ripartire i costi in base all'uso effettivo 
delle risorse o indipendentemente da questo. 

All'nizio della telefonia, si scelse, un po' in 
tutto il mondo, di forfetizzare la commutazione 
urbana e far pagare in base al consumo reale 
l'interconnessione a lunga distanza. Negli ultimi 
tre decenni, l'Europa ha scelto di suddividere in 
base al consumo anche le risorse di commuta¬ 
zione, questo essenzialmente per consentire 
l'introduzione di fasce sociali a basso consumo. 


Negli Stati Uniti, viceversa, si e preferito 
mantenere in vita il vecchio sistema nel quale il 
fattore tempo e distanza intervenivano solo 
nelle interurbane: si è cioè deciso, a livello di 
cummutazione, di far pagare a chi telefona po¬ 
co parte dei costi di chi telefona molto E' giu¬ 
sto? Ognuno può esprime la sua valutazione 

Sotto il profilo commerciale, la soluzione ha 
funzionato benissimo fino a quando il telefono 
è stato usato per la fonia perché in media gli or¬ 
gani di commutazione sono stati impegnati per 
15-20 minuti al giorno per ogni abbonato Poi è 
arrivata Internet, la lunghezza media della te¬ 
lefonata è quasi triplicata (non su luna l'utenza) 
e la rete telefonica si è trovata ad essere forte¬ 
mente sottodimensionata Le compagnie te¬ 
lefoniche locali si sono messe le mani nei ca¬ 
pelli. hanno potenziato gli impianti ed adesso 
sono alla ricerca di qualcuno a cui far pagare i 
conti. La situazione in questo momento è con¬ 
fusa anche perché nel frattempo sono cadute 
le barriere che imponevano la separazione tra 
telefonia locale e lunga distanza e questo ha 
modificato il vecchio schema di contribuzione 
della lunga distanza alla locale Di certo c'e che 
anche negli Stati Uniti l'ISDN è tariffato su base 
tempo 

Adesso bisogna fare tre considerazioni sul 
costo della interconnessione Innanzitutto, con 
l'avvento della fibra ottica, il costo della lunga 
distanza sta rapidamente calando E questo si 
è già riflesso su un calo delle tariffe interurba¬ 
ne In secondo luogo bisogna domandarsi se il 
costo della mterconnesssione possa essere in¬ 
dipendente dal tempo. In terzo luogo bisogna 
chiedersi se il costo di interconnessione possa 
essere indipendente dalla banda occupata 

Partiamo dal punto tre chi occupa, p e 2 
Mbps sarebbe lietissimo di pagare quanto chi 
occupa 64 kbps: ma non è evidentemente vero 
il viceversa. Il problema in termini di banda, non 
può essere affrontato in termini di "paghiamo 
tutti uguale ", ma in termini di paghiamo tutti 
meno E su questo ultimo punto ci deve esse¬ 
re spazio sia perche i costi della banda stanno 
calando, sia perché, a parità di tecnologie, i co¬ 
sti europei della banda passante sono 6-10 vol¬ 
te maggiori di quelli statunitensi 

Chiarito che, quanto meno in termini di cir¬ 
cuiti fissi è indispensabile una proporzionalità 
tra banda e costi, domandiamoci se è ragione¬ 
vole che una allocazione permanente di banda 
possa essere fatta pagare quanto una allocazio¬ 
ne temporanea Concretamente è ragionevole 
che una telefonata ISDN (64 kbps) Roma-Mila- 
no di 10 minuti costi quanto un anno, o anche 
solo un mese di CDN (Circuito Diretto Numeri¬ 
co! sempre a 64K? La risposta evidentemente 
è NO Al massimo, ancora una volta, si può di¬ 
re che il CDN dovrebbe costare 3 milioni all'an¬ 
no e non 30, ma non 3 000 lire, cioè quanto 
una telefonata 

Tirando le spiacevoli somme, si deve conclu¬ 
dere che il prezzo di un servizio di telecomuni¬ 
cazione non può essere indipendente dalla 
quantità di nsorse impiegate sia come volume 
che come tempo. 

Venendo finalmente al caso dell’accesso ad 
Internet ci troviamo in una situazione molto in¬ 
garbugliata: è sicuramente vero che negli Stati 
Uniti ci sono più utenti Internet che in qualsiasi 
altra parte del mondo, ma è anche vero che a) 
la doppia forfetizzazione ha prodotto notevoli 
oblemi alla rete telefonica, b) negli Stati Uniti 
banda passante costa da 6 a 10 volte meno 
che m Italia, c) tutta la banda passante dagli 
Stati Uniti all'Europa la pagano gli europei per¬ 
ché sono gli europei che chiedono di connet¬ 
tersi ai nodi americani (pagandosi la linea tran¬ 


satlantica e un canone di interconnessione) e 
mai viceversa. 

Se poi si considera che negli Stati Uniti un 
accesso forfettario ad Internet su rete commu¬ 
tata a 28 8/33.6 Kbps costa 19.95 dollari/mese 
(circa 400.000 lire/anno) si deve concludere 
che in Europa i costi della alfabetizzazione tele¬ 
matica ricadono largamente sulle spalle dei 
provider Considerazione già ampiamente 
espressa da qualificati osservatori europei 

Caro Belila, i provider italiani, nel loro insie¬ 
me. sono già scannati. Negli ultimi 12 mesi il 
costo della banda passante è diminuito, ma in 
misura nettamente inferiore all'aumento del 
consumo pro-capite conseguente al passaggio 
da 14.4 a 33.6 kbps. Il fatto che MC-link abbia 
ritenuto di offrire accesso X2 allo stesso prez¬ 
zo del V34, è un puro e semplice "investimen¬ 
to pubblicitario " La distorsione non è che 
l'ISDN costi più dell'X2. ma, semmai, il vicever¬ 
sa Lei afferma "Trovo inaccettabile far pagare 
di più un abbonamento ISDN rispetto ad un ab¬ 
bonamento analogico. La telefonata ha lo stes¬ 
so costo e se trasporta maggiori informazioni è 
tanto meglio per tutti” Il problema e proprio 
questo: la telefonata ha sempre lo stesso co¬ 
sto, ma il provider spende, in dorsali, molto di 
piu. 

Tornando al discorso principale, resta il fatto 
della disincentivazione dovuta alla tariffa telefo¬ 
nica a tempo Se ci dovessimo basare sulla 
esperienza tedesca, oltre tre milioni di utenti te¬ 
lematici in presenza di una tariffa urbana a tem¬ 
po più gravosa di quella italiana, dovremmo an¬ 
cora una volta concludere che il problema non 
è questo. La sua osservazione "molti giovani 
non hanno ne' il modem ne' un contratto con 
un provider proprio perche i genitori gli vietano 
di installarlo spaventati dal costo delle telefona¬ 
te" appare però molto convincente 

E ci sarebbe anche una soluzione: abbona¬ 
menti a tempo comprendenti il costo della te¬ 
lefonata Andrebbe bene per i genitori, che co¬ 
sì sarebbero tranquilli sul budget mensile dedi¬ 
cato ad Internet Meno per i figlioli che si ve¬ 
drebbero costretti ad una navigazione a tempo. 
Ma andrebbe comunque bene da un punto di 
vista della alfabetizzazione perche i figlioli im¬ 
parerebbero ad utilizzare le mille e uno tecni¬ 
che che consentono di sfruttare al meglio le ri¬ 
sorse disponibili. In un certo senso sarebbe 
molto "ecologico". 

Sfortunatamente questa soluzione, che ri¬ 
chiede l'addebito della telefonata al chiamato, 
non è proponibile con l'attuale schema tariffa¬ 
rio del Numero Verde Telecom Pochi lo san¬ 
no. ma le chiamate urbane su numero verde 
vengono fatte pagare al chiamato come inte¬ 
rurbane settoriali. Il prerequisito perche tutti i 
provider italiani possano realizzare una carta 
prepagata per accesso ad Internet compren¬ 
dente la telefonata e che Telecom proponga 
un numero verde urbano a tariffa urbana. Que¬ 
sto soluzione soddisferebbe il criterio, che Te¬ 
lecom stima irrinunciabile, di invariabilità del 
fatturato a pania di servizio ed i maggiori costi 
di gestione potrebbero essere compensati da 
un aumento del traffico. Sembra l'uovo di Co¬ 
lombo, ma non è particolarmente originale: è 
già stato fatto per i telefonine 

Credo che il nostro lettore non pensasse 
esattamente a questo, ma l’idea è buona ed il 
vero problema e che. senza un intervento go¬ 
vernativo e/o dell’antitrust Telecom potrebbe 
usarla a proprio esclusivo beneficio intascando 
come Telecom Italia quel che spende di troppo 
come "business unit” Telecom Italia Network. 

Paolo Nuti 


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fezione dell'animazione e delle musiche originali Disney. Per un divertimento senza fine 










Ideale per le applicazioni legate al mondo Internet 


IBM annuncia la famiglia di server AS/400e 


Con due slogan “e-series per e-business” e 
“thè net generation” IBM esordisce con la 
nuova famiglia di midrange server per l’era 
dell'e-business: tutto all'insegna della big “e”. 
Intervento del Presidente Tomaso Quattrini 
“L’AS/400 è un fenomeno” 



Nel suo "Spazio Aperto" 
della sede di Segrate, IBM 
ha presentato alla stampa la 
nuova, potente famiglia di 
server AS/400 sostenuti da 
migliaia di nuove applicazioni 
Web sviluppate opportuna¬ 
mente per aiutare le piccole- 
medie aziende e i diparti¬ 
menti di grandi imprese a 
sfruttare le nuove opportu¬ 
nità di affari (business) offer¬ 
te da Internet, 

Andare oltre il business 
generato dall'attuale base 
installata dei sistemi AS/400, 
rilanciandoli come piattafor¬ 
ma server ideale per le appli¬ 
cazioni legate al mondo 
Internet, ma anche puntan¬ 
do diritto su Windows NT È 
questo l'intento e la strate¬ 
gia che IBM persegue con il 
rilascio della nuova genera¬ 


ti Francesco Fulvio Castellano 


del fatturato IBM nell'area 
AS/400. Per trovare nuova 
clientela Big Blue ha deciso 
di rivolgersi in prima battuta 
alle piccole e medie imprese 
che cercano nelle soluzioni 
legate a Internet (reti 
Intranet, Java, e-commerce) 
nuove opportunità di svilup¬ 
po. 

Questa la premessa: in sin¬ 
tesi, soluzioni pronte per I' e- 
business. Una gamma di 
soluzioni e-busmess "ready- 
to-use" e disponibili in tutto 
il mondo fanno dell'IBM 
AS/400e series un sistema 
di elaborazione al top. La 
nuova generazione di siste¬ 
mi (e-systems) e di server 
(e-servers), otto modelli ad 
alte prestazioni, una tecnolo¬ 
gia per l’accesso alla rete, un 
nuovo sistema operativo e 


un servizio e un'assistenza 
estesi, è la nuova condizione 
vantaggiosa per sfruttare i 
benefici derivanti dall’e-busi- 
ness. 

La potenza elaborativa dei 
nuovi server AS/400e è data 
da un formidabile aumento 
delle prestazioni e da un 
supporto delle più comples¬ 
se applicazioni di e-business, 
di transazioni online. 
L'AS/400e garantisce una 
sicurezza in Internet senza 
precedenti, oltre alla possibi¬ 
lità di sviluppare rapidamen¬ 
te e distribuire applicazioni in 
un ambiente che consente 
di trarre vantaggio 
da tecnologie avan¬ 
zate quali Java, 
Lotus Domino e 
ActiveX. 

Questi server sfrut¬ 
tano la potenza del¬ 
l'elaborazione in 
parallelo di micro- 


processori SMP a 8 e 12 vie, 
fornendo capacità di elabora¬ 
zione fino a 4,6 volte supe¬ 
riori rispetto ai precedenti 
modelli della serie AS/400s. 
AS/400e series sono dei 
sistemi potenti, di facile uti¬ 
lizzo, destinati all'e-business 
che IBM ha dotato di: 

- integrazione, mediante 
scheda processore separata, 
della migliore soluzione 
firewall disponibile oggi sul 
mercato. Tutti i componenti 
sono contenuti in un unico 
pacchetto software in modo 
che gli utenti non abbiano la 
necessità di acquistare sepa¬ 
ratamente un server che 
esegua le funzioni di firewall. 
Per la sua architettura basata 
sulla tecnologia a oggetti, 
AS/400e series rappresenta 
la gamma di sistemi più sicu¬ 
ri e inattaccabili dai virus tra 
quelli esistenti sul mercato: 

- miglioramenti al sistema 


zione di sistemi midrange, 



90 


MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997 













La sene AS-400e 
è basala su tecno¬ 
logia RISC, questa 
potente tecnologia 
tavonsce un utiliz¬ 
zo ottimale belle 
più impegnative e 
attuali applicazioni 
a 64 bit. 



operativo che includono fun¬ 
zionalità uniche sul mercato 
tra cui l'estensione agli uten¬ 
ti Internet del controllo degli 
accessi e delle liste di vaca¬ 
zione oggi già utilizzati dagli 
utenti di sistema. In questo 
modo i clienti hanno la possi¬ 
bilità di estendere l'accesso 
alle applicazioni anche ad 
ambienti Internet e extranet 
controllando, mediante i 
meccanismi di sicurezza uti¬ 
lizzati, gli accessi di utenti 
esterni a dati e programmi. 
Tali utenti sono riportati nelle 
liste di validazione che ven¬ 
gono controllate per l'auto¬ 
rizzazione delle procedure di 
sicurezza dell'AS/400; 

- ampliamenti significativi 
della capacità dei dischi e di 
memoria - i dischi sono stati 
raddoppiati e la memoria è 
stata aumentata di cinque 
volte rispetto ai sistemi pre¬ 
cedenti. 

Un'altra novità è la politica 
dei prezzi (si va da un mini¬ 
mo di 10.9 milioni di lire ai 
15 milioni per una installazio¬ 
ne completa di tipo 
client/server, e oltre), che 
rende AS400e series una 
soluzione economica per 
imprese che nascono picco¬ 
le, ma vogliono crescere 
rapidamente. Per semplifica¬ 
re, IBM ha eliminato le diffe¬ 
renze di prezzo in base al 
numero di utenti e ha incor¬ 


porato il prezzo del nuovo 
sistema operativo l’OS/400 
Versione 4.0 Release 1 
(V4R1 ) in tutti i nuovi 
AS/400e, sia e-systems che 
e-server. 

La V4R1 fornisce alle azien¬ 
de uno strumento per creare 
ambienti di rete client/server 
totalmente integrati ed este¬ 
si a tutta l'azienda. AS/400e 
series integra le infrastruttu¬ 
re dell'IT (sistemi transazio- 
nali, database, server modu¬ 
lari) assieme ai principali 
partner di IBM fornitori di 
soluzioni tecnologiche, al 
fine di realizzare oggi stesso 
l'idea di una rete globale a 
livello mondiale. 

Quella che segue è una pic¬ 
cola panoramica delle princi¬ 
pali "future" caratteristiche 
di AS/400e series: Java nati¬ 
vo, un linguaggio di program¬ 
mazione full-function indi- 
pendente dalla piattaforma: 
Lotus Domino nativo. 
Domino è il Web Server per 
applicazioni e posta elettroni¬ 
ca Intra/lnternet; Windows 
NT su Integrated PC Server, 
consente agli utenti di ese¬ 
guire applicazioni PC di pro¬ 
duttività senza che sia 
necessario un server NT 
separato: manutenzione 
software e supporto che 
comprende la possibilità di 
ricevere gli aggiornamenti ai 
programmi software AS/400 


IBM e un supporto telefoni¬ 
co relativo a difetti e moda¬ 
lità d'uso (tutti disponibili dal 
primo trimestre 1998) 
L'applicazione Secure Web 
utilizzata in associazione con 
i secure Socket consente ai 
clienti di realizzare applica¬ 
zioni di e-business rispettan¬ 
do gli standard relativi alla 
cifratura e all'autenticazione. 
L'Internet Connection Secu¬ 
re Server (ICSS) per AS/400 
garantisce la sicurezza di cui 
i clienti hanno bisogno per 
poter trasmettere su Inter¬ 
net e nelle intranet aziendali 
informazioni riservate: in 
questo modo possono esse¬ 
re eseguite transazioni Onli¬ 
ne particolarmente delicate, 
tra cui anche quelle per il 
commercio elettronico. Per 
garantire la sicurezza nella 
trasmissione da un estremo 
all'altro il prodono ICSS uti¬ 
lizza il protocollo SSL 
(Secure Socket Layer). Infine 
sono dotati della "sicurezza 
a oggetti" contro qualsiasi 
virus. 

In precedenza aveva aperto 
la conferenza stampa l'Avv. 
Tomaso Quattrin, Presidente 
e Amministratore Delegato 
di IBM Semea e della 
Fondazione IBM Italia, il 
quale vede "una ripresa 
d'autunno e il consolidamen¬ 
to di qualche segnale inte¬ 
ressante, piccolo e lieve". 
Attenzione, però, "ottimista 
ma cauto per l'economia in 
generale e estremamente 
ottimista per il futuro di 
AS/400", che ha definito "un 
vero fenomeno" 450.000 
esemplari installati in 121 
Paesi, la metà dei quali sono 
usciti dagli impianti di Santa 
Palomba (Roma). 

L'AS/400e series ha una set¬ 
tantina di parti tecnologiche 
innovative, 45 delle quali 
escono dallo stabilimento di 
Vimercate (Milano). Network 
computing oggi significa - ha 
proseguito Quattrin - electro- 
mc business, con tutte le 
complicanze strutturali, tec¬ 
nologiche e di sviluppo che 
la nuova informatica richiede 
e comporta e IBM li ha 


affrontati e risolti con 
AS/400e series, proprio per 
venire incontro alle esigenze 
di ristrutturazione e nuovo 
modo di operare dell'univer¬ 
so tutto italiano delle picco- 
le-medie aziende. Stiamo 
vivendo - ha concluso il 
Presidente - un momento di 
grandi trasformazioni nel 
commercio, nel business 
mondiale, l'integrazione glo¬ 
bale è sempre più spinta 
verso la ricerca di nuove 
soluzioni informatiche per 
soluzioni dei sistemi d'im¬ 
presa, salvaguardando sicu¬ 
rezza, riservatezza e ritorno 
degli investimenti". 

Tre notazioni per concludere 
sulle novità tecnologiche, in 
sintesi, dell'AS/400e series. 
Memoria: la memoria di la¬ 
voro delle nuove piattaforme 
può essere configurata par¬ 
tendo da una capacità di 4 
GB fino a raggiungere i 20 
GB. La capacità dei dischi 
interni arriva a 996 GB. 
Connettività: i nuovi AS/ 
400e integrano un adattato¬ 
re Ethernet a 100 Mbps. 
Firewall: per garantire lo svi¬ 
luppo di applicazioni Internet 
e di commercio elettronico 
sicure, IBM ha integrato una 
scheda firewall basata su 
processore dedicato e indi¬ 
pendente dalle CPU centrali 
IBM AS/400 è il sistema ela- 
borativo commerciale più 
diffuso nel mondo: esso può 
supportare da uno a 7.000 
utenti: i suoi 8.000 partner 
commerciali offrono agli 
utenti AS/400 28.000 appli¬ 
cazioni commerciali destina¬ 
te al Web e 2.700 applicazio¬ 
ni per l'e-business. 

Una nota di "colore": gli 
utenti AS/400 rappresentano 
il 94% delle società della 
rivista Fortune 100. 



IBM Spa 

Circonvallazione Idroscalo 
20090 Segrate (MI), 
Tel. (02) 5962.4550 



MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997 


91 














Apple, il futuro è nel PowerMac 

Un modello ultrapiatto con caratteristiche multime¬ 
diali estreme ed estetica avveniristica festeggia il 
ventesimo compleanno del Mac 

di Leo Sorge 

piate Entrambe le macchine 
avranno gratuitamente l'ag¬ 
giornamento alla versione 8 
del MacOS, un'altra delle 
stelle dello Smau. Tra le 
novità di configurazione tro¬ 
viamo un hard disk da 4 GB, 
un Iomega Zip, un CD-Rom 
24x e una cache di livello 2 
con bus a 100 MHz. Per 
quanto riguarda le stampanti, 
Apple ha recentemente fir¬ 
mato un accordo Oem con 
HP, che ha già fruttato tre 
nuovi modelli della famiglia 
Color StyleWriter l'entry- 
point 4100, il 4500 per la qua¬ 
lità fotografica e la 6500 per 
l'utenza professionale. Della 
6500 è disponibile anche la 
versione per Windows. 

DOVE & CHI - 

Apple Computer 

Via Milano 150, 

20093 Cologno Monzese (MI), 
Tel (02) 27.32.61 

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stand E10/F11 


La linea “Vocal” di Gensoft presentata a Smau 

Gensoft, punta sullo Smau 1997 principalmente su due fronti: 
accanto alle linee di prodotti educational, di intrattenimento e per 
uso professionale, sarà presentata la nuova linea vocal, con tec¬ 
nologia a riconoscimento vocale. 

La grande novità sarà costituita dalla linea CUP (Creative Using 
Phone), una linea dedicata al mercato SoHo per la telefonia con 
utilizzo del riconoscimento vocale, che comprende prodotti alta¬ 
mente tecnologici a prezzi contenuti quali Vocal Manager E-Mail, 
Vocal Fax CltentServer e Vocal Fax On demand. 

Della nuova linea vocale verranno esposti Vocal Works 3,0, la 
nuova release del prodotto rilasciato lo scorso febbraio, potenzia¬ 
ta nel parlato continuo" e alcune applicazioni ai prodotti Gensoft, 
tra cui Psicologia dei Sogni e Serie A Fantacalcio. Per quanto 
riguarda i prodotti educativi per bambini e ragazzi, Gensoft 
esporrà la serie dedicata alla matematica, ovvero Fantasimatica, 
Grande Matematica-La Giostra dei Numeri e Grande Matematica- 
Gli Eroi dei Numeri, la serie dedi¬ 
cata allo sviluppo delle attività 
intellettive costituita dalla trilogia 
Giochi di Pensiero 1 -2-3; un pro¬ 
gramma, Diario Multimediale, 
per l'impaginazione e l'elabora¬ 
zione dei testi, ed infine, Babe, 
maialino coraggioso e Free Willy 
tratti dagli omonimi film. 


Ricoh per la fotografia digitale 

Presentate una fotocamera ed una stampante per 

f 0 t 0 d 'g itali di Enrico Ferrari 

Pensate per quegli utilizza¬ 
tori che per la prima volta 
si affacciano al mondo 
della fotografia digitale, le 
nuove fotocamere digitali 
della Ricoh RDC-300 
affiancano le già affermate RDC- 
2 nella gamma delle fotocamere digitali 
Ricoh, migliorandone la versatilità d'uso grazie a 
dimensioni e peso più contenuto Pesano infatti solo 225 
grammi e sono dotate di flash incorporato, esposizione automatica, 
con bilanciamento automatico del bianco, e compensazione auto¬ 
matica dell'esposizione: è possibile eseguire rapidamente fotogra¬ 
fie solamente inquadrando e scattando, senza lunghe e difficoltose 
operazioni di regolazione, con una risoluzione di 640 x 480 pixel 
Grazie alla modalità shooting è possibile inoltre effettuare con sem¬ 
plicità riprese in sequenza di soggetti in movimento. Il Modo Testo 
è una speciale modalità che serve ad ottimizzare la resa nella ripro¬ 
duzione di documenti stampati, è utile per esempio per archiviare 
articoli tratti da giornali e riviste, oppure per dei fax da memorizzare. 
Ricoh RDC-300 è dotata di una memoria interna di 4 MB che con¬ 
sente di immagazzinare ben 100 fotografie con il modo 
"Economy", che si affianca al modo "Normal" , utilizzato per le 
riprese standard e al modo "Fine", per immagini in alta qualità. Il 
monitor a cristalli liquidi da 1,8 pollici consente di inquadrare e com¬ 
porre le immagini con maggior precisione, oltre che rivedere le foto 
già scattate ed eventualmente eliminare dalla memoria le meno 
interessanti. Anche per RDC-300 Ricoh ha previsto la dotazione 
dell'apposito software in italiano Ricoh PhotoStudio Lite, un set 
completo di funzioni per il fotoritocco e per editare le immagini cat¬ 
turate. RDC-300 registra e rende disponibili i file delle fotografie in 
formato JPEG. Una volta registrate le immagini è adesso possibile 
stamparle immediatamente a colori, passando quindi dal formato 
elettronico a quello cartaceo: per far questo Ricoh ha realizzato 
RXP-10, la nuova stampante digitale a colori progettata per stampa¬ 
re le fotografie direttamente dalla fotocamera 
Funziona grazie al trasferimento termico con sublimazione dei colo¬ 
ri e stampa direttamente da fotocamera digitale su carta lucida 
standard-formato 100x141 mm 
o su etichette adesive con 16,7 
milioni di colori. Il tempo neces¬ 
sario per ottenere una stampa è 
di soli 90 secondi: il tutto in una 
stampante piccola e compatta 
(pesa solo 4 kg). 

Lindy, gli accessori utili per il PC 

Lindy Italia si presenterà con la propria ampia gamma 
di cavettistica e di commutatori oltre ad un'offerta 
completa di accessori per personal computer quali 
tastiere, puntatori elettronici, convertitori PC/video TV 
a jr M di altri produttori. Sara presentato WebShare, un dispo- 
sitivo che permette di accedere ad Internet da tre per- 
1,1 m sonai computer diversi in contemporanea, condividendo 
un unico indirizzo IP, un unico modem e un'unica linea 
telefonica. Non mancherà, infine, la gamma di prodotti AVerMedia. 
tra cui spiccano AVer TV-Phone, 
una soluzione hardware e soft¬ 
ware integrata che permette di 
inviare e ricevere comunicazioni 
audio e video da un qualsiasi PC 
tramite le normali linee telefoni¬ 
che, e AVer TVGenie, un sinto¬ 
nizzatore televisivo esterno per 
trasformare il PC in televisore. 


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Gensoft 

Via dell'Appeso 7, 
44038 Pontelagoscuro (FE), 
Tel. (0532) 78.69.11 

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Ricoh Italia SpA 

Via Ponchielli 3, 

20063 Cernusco S/N (Milano), 
Tel 102) 92361 1 


Lindy Italia 

Via dei Mulini 3, 

22100 Como, 

Tel (031)27 21 40 

Pad. 11 - stand L11 




Via libera alla fantasia 
nel design con la 
futuribile estetica del 
Macintosh del ventesi¬ 
mo anniversario. 
Prodotto in edizione 
limitata, è un computer 
ultrasottile del tutto futuristi¬ 
co pensato come centro d'in- 
trattemmento con un sinto¬ 
nizzatore radio-TV, ingressi 
video e la tecnologia sonora 
Acoustimass di Bose. 
Passiamo ai prodotti più tradi¬ 
zionali. Il massimo delle pre¬ 
stazioni e dell'espandibilità si 
trova nei Power Macintosh 
8600 e 9600 

Grazie alla versione a 300 e 
350 MHz del processore 
le presta¬ 
no pres- 
raddop- 


92 


MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997 































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Le soluzioni software Sun a Smau 

La nuova versione web-enhanced di Solaris e la versione 2.0 di 
Java WorkShop presentate in anteprima al mercato italiano 



Proseguendo nella direzione della rete geografica, la famiglia di prodotto 
Solaris si arricchisce di nuove componenti. Facendo riferimento a WebTone, il 
suo modello di riferimento, SunSoft propone in anteprima italiana svariati pro¬ 
dotti, tra i quali spiccano Solaris 2.6, Java WorkShop 2.0 e Java Studio. 

1 Solaris 2.6, la nuova release del sistema operativo, è ora totalmente web-ena- 
bled. Si focalizza sull'elaborazione workgroup, Internet, aziendale e desktop, 
offrendo più di cento nuove funzionalità, studiate per offrire maggiore affidabi¬ 
lità, velocità, espandibilità, semplicità di uso, sicurezza e accessibilità. Grazie a 
recenti accordi basati sulla tecnologia Java, Solaris è accessibile da qualsiasi dispositi¬ 
vo connesso alla rete, dalle smartcard ai supercomputer passando per Network 
Computer, Windows ed NT Server. Solaris è ottimizzato per l'elaborazione in rete e 
beneficia delle funzionalità dei sistemi SPARC e delle piattaforme Intel. Il prodotto è 
compatibile con la problematica dell'Anno 2000. 

Java WorkShop 2.0, in breve JWS 2, è la nuova versione dell'ambiente di sviluppo 
Java destinato agli sviluppatori professionisti; la versione Professional mette a dispo¬ 
sizione un ambiente di sviluppo RAD integrato. I due nuovi strumenti consentono agli 
sviluppatori di creare componenti JavaBeans, applet ed applicazioni conformi agli stan¬ 
dard JDK 11 Tra le componenti troviamo un compilatore Just-in-Time integrato nella 
Java Virtual Machine e un Tool Profiler per analizzare le prestazioni dell'applicazione. 
La versione Professional integra JWS 2 con Java 
Studio, l'ambiente di authoring che semplifica e cui 

velocizza la creazione di contenuti Java interattivi 
e dinamici all'Interno di pagine web esistenti o di 
nuova creazione. Inoltre i visitatori SMAU potran¬ 
no vedere all'opera Solstice Network Client, un 
insieme di tool per connettere gli utenti Windows 
alle intranet UNIX, e di Solstice NFS Client, il 
primo Client NFS a basso costo. 


SunSoft 

Centro Direz. Colleoni, 

Via Paracelso 16. 

20041 Agrate Brianza (MI), 

Tel. (039) 60.551 

Pad. 12 - stand C14 -D13 


Centro HL distribuisce Umax PhotoRun 

La fotocamera da taschino arricchisce il portafoglio imaging del 
distributore fiorentino 

E' in arrivo la prima fotocamera digitale da taschino. Si tratta di 
Umax PhotoRun, un oggetto di peso inferiore ai 100 grammi e 
di dimensioni pari a 112x19x63 mm. L'ottica è basata su un 
gruppo fisso 60 mm/F2.8 ed un CCD di acquisizione da 250 
mila pixel; la memoria è in una compact flash card da 2 MB. « 

L'interfaccia con il PC è attraverso l'adattatore PCMCIA Le 
immagini, acquisibili in due diversi formati, 504x376 e 320x240, possono essere affida¬ 
te ai software in bundle, PrestolPhoto Album per la gestione e Prolmage Plus per l'edi¬ 
ting. L'alimentazione avviene con due batterie alcaline 
tipo stilo (AAA). Le caratteristiche di PhotoRun la col¬ 
locano nella fascia di mercato amatoriale ma anche 
in quella professionale per la realizzazione di report, 
presentazioni, catalogni. Centro HL è distributore 
unico di Umax Multimedia and Peripheral Group, che 
tra l'altro comprende lo scanner Page Office IIC. 



CentroHL 

Via di Novoli 9/17, 
50127 Firenze, 
Tel. (055) 33790 



Le gemme di Tulip fioriscono in Smau 


Desktop e server saranno visibili presso gli stand dei partner 



Vision Line e Motion Line sono le 
linee di prodotto che comprendono le 
proposte Tulip nell'area del personal 
computing L'azienda è stata tra le 
prime al mondo ad introdurre lo stan¬ 
dard Umversal Serial Bus anche sui PC 
entry-level. La Vision Line comprende 
desktop e server, questi ultimi in SMP 


basata su processori Pentium a 200 MHz 
fino al Pentium II. 

DOVE & CHI- 

Tulip Italia - Via G. di Vittorio 27, 20068 
Peschiera B. (MI), Tel. (02) 553.861 

Pad. 17-stand D17 


Le novità 3Com 

3Com parteciperà a Smau con una 
offerta differenziata secondo le esi¬ 
genze, suddivisa in aree diverse. 



Partendo dalle soluzioni più 
tascabili verrà presentata la 
nuova versione del PalmPilot, 
che, grazie alle nuove caratteristi¬ 
che, si appresta a rivoluzionare il 
mondo degli organizer. 

- Soluzioni Internet/lntranet per 
Grandi Aziende e Carrier: 

Verranno presentati i nuovi Hub e Switch della 
famiglia Superstack II: Superstack II PS HUB 
50, HUB 100-Class II e Switch 3000 10/100 
Questi prodotti, per workgroup di medie 
dimensioni, consentono l'aumento della banda 
disponibile a prezzi contenuti e, grazie al 
nuovo software di management via Web, 
Web-enabled Smart Agent, di gestire la rete 
con un’interfaccia utente molto più semplice. 
Verrà inoltre presentata la soluzione completa 
Gigabit Ethernet, che consente alle reti scala¬ 
bili ad alte prestazioni di passare da 10 a 100 a 
1000 Mbps. Il sistema è basato su scheda 
NIC PCI Gigabit Etherlink, SuperStack II 
Boundary Switches e CoreBuilder High- 
Function Switches, della stessa 3Com. 

L'altra grande novità riguarda la Digital 
Subscriber Line (xDSL), la nuova frontiera del¬ 
l'accesso remoto. A Smau 97, 3Com presenta 
soluzioni complete end-to-end di accesso con 
tecnologia ADSL (Asymmetric Digital 
Subcriber Line). 

- Soluzioni per il Mercato Consumer e la 
Piccola Impresa. 

Lo Switch 140M OfficeConnect è uno switch 
Ethernet a 5 porte 10/100, appositamente stu¬ 
diato per ambienti di lavoro di piccole dimen¬ 
sioni, dove vengono usate applicazioni high- 
bandwidth o dove le prestazioni di rete posso¬ 
no essere intasate da colli di bottiglia. 

Grande rilievo viene dato alle nuove schede 
per notebook a cominciare da Fast EtherLink 
XL, la PC Card LAN 10/100 per notebook più 
veloce al mondo. Utilizza un'architettura 
CardBus 32-bit. 

Le caratteristiche di Paralle! Tasking e 
Dynamic Access, brevettate 3Com, garanti¬ 
scono agli utenti di notebook prestazioni in 
rete oltre i 10 Mbps o i 100 Mbps. 

Nella famiglia PC Card sarà presentata anche 
la Sportster Winmodem PC Card, aggiornabile 
alla tecnologia x2, in grado di ricevere informa¬ 
zioni ad alta velocità fino a 56 Kbps, e la 
Sportster 33.6 PC Card with GSM, che oltre a 
trasmettere sulle normali linee telefoniche 
analogiche può trasmettere anche su rete 
GSM. Novità anche nella famiglia dei prodotti 
per ISDN: i Courier l-modem avranno nuove 
funzionalità e verranno presentati i nuovi 
Terminal Adapter. 


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94 


MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997 
























rr 1544 MC MICROCOMP. 



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Nuovo AS/400t‘ series. Tutte le ultime tecnologie Web. 

AS/400e series nasce per lavorare con le soluzioni e le tecnologie Internet più avanzate, 
quelle di oggi e quelle che verranno domani. Per trasformare finalmente il lieti in un 
polente strumento di business. I no strumento facile ila usare e capace di allargare gli 
orizzonti del tuo business. Per saperne di più sul nuovo AS/400e series, chiama IBM Direct 
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Soluzioni per un piccolo pianeta 


l'indirizzo Internet di AS/400 in India è jlitifi:' ii a-u .ihni.it/ns }OTT\ *Se preferisci puoi lasciare un messaggio e-mail a IBM Direct 
airindirizzo \dnn direi lidi t.ihrn.cnn\ l'indirizzi! IBM Direct in Internet è http://direct.ibm.il/ L’homepage di IBM e j/ittp://umc.ibm.con^ 


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La nuova frontiera del video digitale 


In anteprima mondiale al Siggraph 97 di Los Angeles (3-8 agosto) e per il mercato europeo all'IBC di Amsterdam 
(12-17 settembre) la Pinnacle ha presentato ReelTime, una nuova architettura per l'acquisizione, l'editing 

e il riversamento di video digitale di qualità broadcast. 

di Bruno Rosali 


In una scheda PCI, pienamente 
pilotabile nelle sue componenti 
su sistemi di classe Pentium in 
ambiente Windows NT, Re¬ 
elTime riesce a concentrare 
due canali di compressione M- 
JPEG. un mixer audio, una 
sezione genlock ed un bus d'e¬ 
spansione Tale evolutissima 
mgegnerizzazione ha un triplice 
scopo: 

- annullare i tempi d'attesa (in 
preview e nella resa della codifi¬ 
ca finale del materiale compres¬ 
so la ReelTime agisce piena¬ 
mente in tempo reale); 

- offrire un prodotto, all-in-one, 
già completo e produttivo 
(senza comunque rinunciare al 
supporto di sistemi preesisten¬ 
ti, come ad esempio il 
GenieDVE con il quale la 
ReelTime è pienamente com¬ 
patibile); 

- abbassare drasticamente i 
costi di un sistema Desktop 
Video in ambito broadcast 
(rispetto ai 100 milioni di un 
sistema medio, la ReelTime 
scende ad appena 14 milioni)). 

Il tutto sempre mantenendo la 
massima qualità audiovisiva, 
migliorando la sincronizzazione 
audio/video (i due segnali, sfrut¬ 
tando bus di uguale velocità, 
vengono acquisiti con un unico 
sync dalla stessa scheda) e 
gestendo il quadro video con la 
piu recente implementazione 
dell'engine M-JPEG 
Dal punto di vista hardware la 
scheda dispone di due canali 
video ed è equipaggiata di due 
frame-buffer e due processori 
dedicati, uno per canale, alla 
generazione degli effetti. 
Ciascuna sezione DVE, nello 
specifico, è in grado di offrire 
130 effetti di transizione, chiavi 
cromatiche, di luminanza (gray- 
scale) e di trasparenza, tutto in 
tempo reale. 

A livello software la ReelTime 
offre piena compatibilità pratica- 
mente con la totalità degli ippli- 
cativi di video editing presenti 
sul mercato. In particolare la 




con i sistemi digitali standard 
(Digital Betacam, Digital S, 
Betacam SP e DVC Pro) non¬ 
ché. in opzione e per mezzo 
della daughterboard DV/1394. 
con camcorder e VTR in stan¬ 
dard 1394/firewire (protocollo di 
trasferimento seriale) nei forma¬ 
ti DV. DC-CAM e DVC-Pro 
Per quanto concerne l'Input/ 
Output delle componenti audio, 
queste sono supportate sia In 
connessione bilianciata (connet¬ 
tore XLR) che sbilanciata (con¬ 
nettori RCA standard) con pro¬ 
cessing a 64X. In editing le 
componenti audio possono 
essere gestite con 2 tracce ste¬ 
reo di qualità CDaudio 
In sede sia di acquisizione che 
di codifica la ReelTime supporta 
ovviamente sia l'overscan full- 
frame NTSC (720x486) che l'e¬ 
quivalente PAL (720x576) che 
controlla, campo per campo, 
con una compressione M-JPEG 
di tipo scalabile. 

Con un 'ratio' a salire da com¬ 
pressione "zero" (in realtà l'engi- 
ne M-JPEG impone sempre 
una compressione minima di 
1,6:1) fino al massimo fattore di 
21:1, la ReelTime ha la capacità 


Primopiano sulla Pinnacle 
ReelTime. Una scheda PCI a 
piena lunghezza dotala di due 
memorie di qudto controllate 
digitalmente dagli engme M- 
JPEGIchip Zoran). 


La Consttuction Window di 
Premiere con evidenziati i 
'punti forti'della ReelTime: 

130 effetti di transizione. 

Alpha e Chroma Keying, 
mixing stereofonico su due 
tracce 

ReelTime offre un perfetto con¬ 
nubio con l'Adobe Premiere 4.2 
(dotazione completa anche di 
plug-in control), FinalCut di 
Macromedia, InSync Speed 
Razor, Ulead MediaStudio, 
Elastic Reality di Avid, 
LightWave 3D, AutoDesk 3D 
StudioMax, Caligari TrueSpace 
e SoundForge di Sonic Foundry. 
Per quanto riguarda il prodotto 
finale, il video realizzato può 
assumere la piena compatibilità 
con gli standard Video for 
Windows ( Avi), QuickTime for 
Windows (.Mov) ed Acti- 
veMovie. 

Oltre a ciò la ReelTime garanti¬ 
sce la piena compatibilità all'in¬ 
terscambio dei file con i sistemi 
hardware di Miro (dalla DC1 
fino alla DC30 e la DV100), Fast 
(FRS60 ed AV-Master) e 
Truevision (Bravado). Esportabili 
risultano essere anche le liste 
EDL (Edit Decision List) in parti¬ 
colare tramite i protocolli CMX 
di Premiere, Grass Valley e 
Sony-EDL. 

La connessione con il mondo 
esterno è garantita Input/ 
Output sia con i sistemi analogi¬ 
ci (S-Video e composito) che 


di comprimere un singolo 
frame da 470 Kbyte (massima 
qualità a compressione 'zero') 
a soli 33 Kbyte (livello di massi¬ 
ma compressione 21:1), 

Di conseguenza a ciò è possibi¬ 
le rilevare che, in un solo Gbyte 
di memoria, la ReelTime è 
capace di acquisire ed imma¬ 
gazzinare da un 
minuto (compres¬ 
sione 'zero") ad 
oltre 16 minuti 
(compressione 
massima) di infor¬ 
mazioni audiovisi¬ 
ve. In definitiva, in 
un hard disk da 
9Gbyte (attual¬ 
mente il taglio 
massimo disponi¬ 
bile) con la Reel 
Time è oggi possi¬ 
bile immagazzina¬ 
re da 10 minuti di video full- 
broadcast fino ad oltre 2 ore di 
video in compressione massi¬ 
ma. 

A tal proposito, la Broadcast 
Digital Services di Roma, impor¬ 
tatore ufficiale per l'Italia dei 
prodotti della Pinnacle. offre un 
sistema completo MPC- 
ReelTime per l'editing non 
lineare che in configurazione- 
tipo (Windows NT, ReelTime, 
64 Mbyte di RAM ed hard disk 
da 9 Gbyte) costa al pubblico 
lire 20 milioni 'chiavi in mano' 
La confezione della sola 
ReelTime è invece posta in ven¬ 
dita a 14 milioni di lire. 

Sia come sistema MPC- 
ReelTime che come singola 
scheda, la ReelTime viene forni¬ 
ta completa dei driver per 
Windows NT, programmi di dia¬ 
gnostica per il check-up delle 
componenti elettroniche ed una 
serie di plug-in per il controllo 
sincronizzato delle apparecchia¬ 
ture Input/Output ad essa con¬ 
nesse 

Per ulteriori informazioni è possi¬ 
bile collegarsi con il sito di 
Pinnacle all'URL 

I I 


96 


MCmicrocomputer n, 177 - ottobre 1997 






































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Qualsiasi siano i tuoi 
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AS/ 400 C series 

li supporta. 

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ti:im:t 

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mimi: 

MQI 

SMTP 

I.PK/I.PI) 

SiXMP 

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\ PS Server 
I \SI/ISO SQI. l<m 
SQL PI PS 127-2 
ini 

odih; 2.0 

IIIM I 2.(1 

AIX 

\PCI (IIUSO Sili, SOI) 

SI 1(1 (Sul,sol) 

SLIP 
HIP I 

C- INSI X3.IS9. 

\:tjlim-oi:i 
PI PS ir, 1-2 
c++ 
hi: xx 

iti'i, 

IM'.P Diroolury Culi 
IH I 
III I 

s\ i tire 

ttOOTP 

Ki:xi:c 

227(1 Passlhru 
7,250 Passlhru 



l'or superno ili /liti sul 
nuot o IS/lllllo sorios. 
citi aula IIIM llirorl 
iti \ il moro Ionio 

167-017(101 * o/i/iure 
risiili il silo Interi,e! 
il li io.iis 100.il,ni.cum 


Il iiulincs \T o Mimisi,fi suiu, „lincili Microsoft Cuiji. (lire iloiuimiiutzioni in citino /miss, mi, essere morelli ilei rispettici limimi. L'inrlirizz,, 
linei nei ili IS/IIHI in linlin >■ \in ip u n n .ihnui n> wo \ ‘Se proferisci puoi Inscinrc un messaggio i~mnil n IIIM llirorl all iiulirizzn 
[imi ili,et i\u u.Unii.coni l.'iniiirizzi, IIIM llirorl ni Inleriwl è http://direcl.ihm.il/ Limine page ili IIIM è liupi/licicic.ilim.coni 



Sulu/,inni |»rr un |Mrcoli* [Miilni.i 








Da Pioneer lettori CD-ROM e DVD-ROM 

Previsti in quantità limitata per lo scorso mese di settembre, allo stand che la 
Pioneer ha preparato a Smau per i propri visitatori saranno finalmente visibili 
il nuovo lettore CD-ROM 24x in versione Atapi (DR-A24X), e i lettori DVD-ROM 
sia in versione Atapi (DVD-A01X) che in versione SCSI (DVD-U01X): la versio¬ 
ne SCSI del CD-ROM 24x (DR-U24X) seguirà entro breve. 


di Fabrizio Dell'Orso 



Caratteristica 
dei nuovi CD¬ 
ROM Pioneer è 
certamente rap¬ 
presentata dai 
tempi di accesso 
di soli 75 ms, in 
grado di rilevare il tran¬ 
sfer rate fino a 3600 
kb/sec, alla quale si uni¬ 
sce il particolare siste¬ 
ma "Slot-in" per il carica¬ 
mento automatico e l'inseri¬ 
mento autopulente del disco. 
Tra le caratteristiche costrut¬ 
tive invece si segnalano i 
nuovi chip-set di tipo LSI per 
la gestione della modalità 
CAV, a cui si uniscono una 
nuova generazione di pick-up 
ottici, motori senza spazzole 
e nuovi servosistemi. Inoltre 



i nuovi lettori sono dotati 
anche di un sistema di con¬ 
trollo capace di ridurre le 
nefaste conseguenze origi¬ 
nate da microvibrazioni del 
disco durante la lettura. 

I lettori DVD-ROM invece 
possono correttamente leg¬ 
gere supporti a singolo stra¬ 
to (dischi contenenti un 
massimo di 4,7 Gb di dati), a 


doppio strato (fino a 8,5 
Gb) con un transfer rate 
pari a 1,38 Mb/sec. 
Assicurata ovviamente 
la compatibilità in basso 
con CD-ROM e CD- 
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e, per il DVD-U01X 
(SCSI) lire 1.127.000 IVA 
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Lo Smau di Aashima 

Aashima ha basato la stra¬ 
tegia per le presentazioni 
allo Smau sui videogiochi e 
sui prodotti per le teleco¬ 
municazioni, verranno inol¬ 
tre presentati in ogni po¬ 
stazione i prodotti Trust 
per il multimedia e le co¬ 
municazioni. 



CyberGun sarà in¬ 
fatti uno dei dispo¬ 
sitivi per videogiochi 
presentati alla fiera 
milanese. Si tratta di 
una pistola che sup¬ 
porta 4 tipi di armi 
diverse e permette di migliorare i 
riflessi grazie a Overseas 
Mission, il gioco incluso nella 
confezione. Aashima presenterà 
anche il nuovo modem ISDN 
Trust Commumcator e ViCtor II 
Video Conferencing, il sistema 
per videoconferenza che permet¬ 
te di telefonare, tramite Internet, 
in ogni angolo del mondo con 
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Pad. 11 - stand B07 


Supporto Bilingue da Executive 



La caratteristica prin¬ 
cipale dei computer 
Executive, già a parti- 
: re dagli ultimi mesi di 
quest'anno, sarà costi¬ 
tuita da una dotazione 
bilingue per ciò che 
concerne il software e il 
sistema operativo, sino a 
comprendere le iscrizioni sulla 
scatola e sui vari manuali di 
istruzioni. La scelta di dispor¬ 
re sia della lingua italiana che 
della lingua tedesca permette 
di ottimizzare la penetrazione 
dei computer Executive in 
tutte quelle regioni di fatto 
bilingue, per raggiungere una 
collocazione particolarmente 
interessante in un settore di 
nicchia oggi effettivamente 
molto trascurato. 

Una decisione non semplice 
da mettere in pratica, special¬ 
mente per quanto riguarda il 
sistema operativo, installato 
in modalità standard nella lin¬ 
gua italiana, ma disponibile 


anche il lingua tedesca. Per 
raggiungere una maggiore 
soddisfazione dei propri clien¬ 
ti, proprio dall'inizio del mese 
di ottobre, il contatto con i 
tecnici di laboratorio 
dell'Executive non è più sol¬ 
tanto telefonico: grazie a fil¬ 
mati disponibili in reai time da 
tecnici dotati di telecamera, 
grazie alla possibilità di intera¬ 
gire su file comuni, e di scam¬ 
biare dati e commenti audio, il 
contatto con l’Hot Line assu¬ 
me una chiarezza e una 
immediatezza davvero risolu¬ 
trici per ogni tipo di problema 
tecnico, specie se comples¬ 
so. 


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Lecco, 

Tel. (0341) 22.1515 

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Risultati record per Oracle nel 1997 

E’ andata bene ad Oracle Italia che nel 1997 cresce del 31%. 
di Francesco Fulvio Castellano 


Come poteva essere diversamente? Oracle Corporation ha 
annunciato strepitosi risultati per l'esercizio 1997: il fatturato 
ammonta a 5,684 miliardi di dollari, con una crescita del 35% 
rispetto al precedente anno fiscale. L'utile netto è cresciuto del 
33% arrivando a 845 milioni di dollari, esclusa la spesa di 24 
milioni di dollari registrata nel terzo trimestre relativa all'acquisi¬ 
zione di Datalogix. Questo risultato si confronta con l'utile netto 
di 636 milioni di dollari registrato lo scorso anno fiscale, dove 
anche lì era esclusa la spesa di 33 milioni di dollari per la transa¬ 
zione relativa a Information Resources. 

Vediamo ora l'Italia, dove Oracle ha ottenuto successi altrettan¬ 
to significativi raggiungendo 141 miliardi di lire di fatturato pari 
ad una crescita del 31,3% rispetto allo stesso periodo del '96. Il 
livello di crescita è stato bilanciato in termini di fatturato fra clien¬ 
ti diretti ed il volume generato dal canale di vendita tramite part¬ 
ner Oracle Corporation è il maggior fornitore di software per la 
gestione delle informazioni e il secondo produttore di software a 
livello mondiale. 

La società è oggi in grado di offrire database, tool e applicazioni 
con i relativi servizi di consulenza, formazione e supporto tecni¬ 
co in più di 145 Paesi. 


98 


MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997 

























Philips Brilliance Monitor. 

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Lexmark: le stampanti a colori e monocromatiche 


Intel punta sulla rete 


Lexmark proporrà al grande pubblico della manifestazione fieristica 
milanese gli ultimi innovativi modelli che hanno recentemente arricchi¬ 
to la propria offerta di stampanti a tecnologia laser e getto d’inchiostro 


Hub, switch e router sa¬ 
ranno presenti in uno 
stand separato da quello 
dei chip. 



Per quanto riguarda 
il colore, la famiglia 
Optra S propone i 
modelli Optra SC, 
stampanti professio¬ 
nali per coloro che 
necessitano di produr¬ 
re documenti a colori di eleva¬ 
ta qualità per presentazioni, 
esposizioni di complesse ana¬ 
lisi di dati, grafici e disegni, 

In occasione di Smau, inoltre, 
verrà annunciata la Lexmark 
1000, una nuova stampante a 
getto d'inchiostro in tricromia 
a 600x600 dpi caratterizzata 
dalla possibilità di stampare 
su strisce di carta. 

Lexmark esporrà anche la 
nuova generazione di mono- 
cromatiche Optra S ad alta 
risoluzione (1200x1200 dpi 
reali), progettata per l'utilizzo 
professionale e aziendale, 
Disponibili con tre diversi 
motori di stampa (12, 16 e 24 


di Enrico Ferrari 



pagine al minuto), tutti i nuovi 
modelli offrono elevatissime 
prestazioni in termini di velo¬ 
cità e qualità di stampa e 
sono caratterizzati dalla 
modularità delle opzioni 
offerte e dalla facilità 
installazione. A rinnovare 
completare la ricca offerta di 
stampanti per il 
SOHÓ, sono invece le nuove 
stampanti a getto d'inchiostro 
a colori Lexmark 3000 e 
Lexmark 7000. 

La Lexmark 3000 dispone 
una serie di funzionalità che la 
rendono ideale per utenti pro¬ 
fessionali e domestici che 
richiedono la più alta qualità 
dei risultati ed elevate presta¬ 
zioni con un'ampia varietà di 
applicazioni. La Lexmark 
7000, che offre una risoluzio¬ 
ne di 1200x1200 dpi, è stata, 
invece, progettata per utenti 
con esigenze sofisticate per 


la stampa di immagini di qua¬ 
lità fotografica e di testi. 

DOVE & CHl| - 

Lexmark International Srl 

Via Rivoltana 13, 

Edificio A Milano San Felice, 
20090 Segrate (MI), 

Tel. (02) 28.103.1 

Pad. 9/2 - stand FI 9 


Presento, Vendo: il “Fai da te” è ora su Internet 



Grazie a un'idea semplice e geniale, la 
fiorentina Tecnoware si segnala per due 
proposte di ''visibilità" sul WWW molto 
attraenti. Si tratta di due pacchetti dalla 
grafica e dalla confezione molto riuscite, 
con le quali chiunque, in pochi minuti, può 
facilmente essere visibile su Internet. La 
prima si chiama "Presento", e consente di avere 
una Home Page con il proprio marchio aziendale 
ed un testo per la descrizione della propria atti¬ 
vità, una immagine, un testo per l'introduzione ad 
una successiva pagina dedicata ai propri prodotti, 
e ovviamente, il relativo link Nella pagina 
Prodotti o Servizi, fino a 4 immagini, 4 nomi e 4 
descrizioni sono disponibili per offrire ulteriori 
dettagli alla propria offerta. Oltre ad un proprio 
indirizzo Internet, sono offerte nel pacchetto un 
indirizzo E-Mail, la registrazione su 50 motori di 
ricerca, il canone di mantenimento, la presenza 
su Virtual Trade e sulla 
Home Page di presenta¬ 
zione, piu la ricezione di 
ordini e messaggi per Fax. 
La seconda si chiama inve¬ 
ce "Vendo", e in più oltre 
alle possibilità concesse 



di Fabrizio Dell'Orso 

dalla formula 
precedente 
da' diritto a 
una seconda 
pagina per 
Prodotti o 
Servizi, per 
un totale di 8 
immagini, 8 
descrizioni, e 
8 prezzi, con 
attivazione 
della pagina Riepilogo Ordine. Quest'ultima pagi¬ 
na consente un immediato riepilogo dei prodotti 
ordinati con indicazione importo totale, indicazio¬ 
ne dei dati del cliente e del tipo di pagamento 
scelto con invio dell'ordine all'azienda. 

Prezzi, lire 169.000 per la formula "Presento", e 
lire 249.000 per quella "Vendo". 

DOVE & CHI- 

Tecnoware Srl - Via Lisbona 9, 50065 
Pontassieve (FI), Tel. (055) 8369301 

Padiglione 11 • stand A30 



La divisione Net- 
working Products 
fj di Intel, specializza- 

ta nei prodotti di 

' management e ci 

4 infrastruttura (hub, 
^**•1 switch e router), 
sarà presente in modo autono¬ 
mo dalla divisione microproces¬ 
sori, Lo stand, sito nel padiglione 
17, è arricchito da un'area dimo¬ 
strativa dove sarà possibile 
vedere - installati e funzionanti - 
almeno 50 dei prodotti del pro¬ 
gramma AvaLANche. 

Tra le soluzioni presentate a 
Smau 97 i visitatori troveranno, 
ad esempio, il nuovo hub stacka- 
ble Express 10/100, i nuovi Intel 
Express 10 Switch+ e Intel 
Express 10 Switch che dispon¬ 
gono entrambi di funzioni 
RMON e della Intel Adaptive 
Technology ed i nuovi router 
Express, progettati per ottenere 
dall'infrastruttura di rete geogra¬ 
fica, frame relay, punto punto e 
ISDN un vantaggio competitivo. 
In Italia i prodotti Networking 
sono distribuiti da: Algol-Telcom, 
Computer 2000, Ingram Micro, 
Farnell, Lasi Elettronica, OPC- 
Lan e dal Network Specialist 
Nova ST. 

La presenza a Smau '97 si inseri¬ 
sce coerentemente nella strate¬ 
gia della società volta a migliora¬ 
re le comunicazioni basate su 
architetture client/server e a otti¬ 
mizzare i relativi costi di gestio¬ 
ne. Tale strategia ha visto Intel 
effettuare ingenti investimenti 
nel settore, attraverso l'acquisi¬ 
zione della danese Case 
Technology e la partecipazione 
in Xircom e SMC, tutte avvenute 
nel primo trimestre del 1997. 

Per quanto riguarda i micropro¬ 
cessori sarà sul Pentium II che si 
focalizzeranno tutte le iniziative 
di comunicazione nel corso dello 
Smau, come già è stato nella 
seconda metà del 1997. 


DOVE & CHI 1 - 

Intel Corporation Italia 

Milanofiori Palazzo E/4, 
20094 Assago (MI)), 
Tel (02) 57.544.449 

Padiglione 17 


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Cigraph estende la sua tecnologia ad AutoCAD 

Per la rassegna milanese Cigraph fa le cose in grande e propone dimostrazio¬ 
ni ed anteprime tra le quali PlotMaker versione 2.0 per AutoCAD 

di Leo Sorge 



J^TI Vi siete mai chiesti 
"' 11 1 cosa possa significa- 
■j W J re fare CAD con un 
vero computer mobi- 
p C [ le? Grazie alla potenza 
e facilità d'uso di 
Newton, appena 700 gram¬ 
mi, è sufficiente una penna e 
la versione Pocket di 
HouseMap per effettuare, ad 
esempio, qualsiasi rilievo d'in¬ 
terni in modo automatico, 
semplice e senza possibilità 
d'errore. Per quanto riguarda 
l'anteprima si tratta di 
PlotMaker versione 2.0 per 
AutoCAD. PlotMaker è stu¬ 
diato appositamente per 
migliorare l'efficienza delle 
operazioni di stampa, fornire 
a video la rappresentazione 
completa degli elaborati, 
anche in caso di più disegni, e 
facilitare le successive fasi di 
stampa e disegno su plotter 
La nuova versione 2.0 è spe¬ 
cifica per i progetti realizzati 
con AutoCAD, di cui assicura 
l'automatica ed assoluta com¬ 
patibilità di tutti i formati 
(DXF. DWG, BMP, TIFF, 
JPEG, Windows Enhanced 
Metafile, Windows Metafile, 


EPS) e permette di 
personalizzare le tavole 
indipendentemente 
dalla periferica di usci¬ 
ta. Tra le altre caratteri¬ 
stiche, PlotMaker con¬ 
sente l'uso sulla stessa 
tavola di file di natura 
diversa, vettoriale e 
raster. 

La configurazione mini¬ 
ma richiesta parte dalla 
CPU 80486 DX2 con 
32 MB di Ram e siste¬ 
ma operativo Windows 
95 o Windows NT 
3.51. 

Ma presso gli stand 
Cigraph è possibile toc¬ 
care con mano anche 
la realtà virtuale di 
ArchiCAD 5.0, che con¬ 
sente di creare e rappresen¬ 
tare in rendering modelli tridi¬ 
mensionali dell'edificio e di 
muoversi interattivamente in 
ambienti integrati di realtà vir¬ 
tuale, usando un semplice 
PC configurazione minima 
nel mondo Windows quella 
già vista per PlotMaker, men¬ 
tre per il mondo Apple serve 
almeno il Power Macintosh 


con FPU, 24 MB di Ram e 
System 7.1 o successivi. 

DOVE & CHI- 

Cigraph Srl 

Via Orsato 38, 

30175 Marghera (VE). 

Tel. (041) 93.23.88 

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Pad. 20/2 - stand R39 


Dialogic, il nome del CTI 

Presentato in occasione 
dello SMAU il primo 
client/server in standard 
S.100 

Dialogic Telecom, 
principale fornito- 
re mondiale di 
piattaforme 
0 r ' hardware e soflwa- 
re per l'integrazione 
'•uatta tra personal compu¬ 
ter e sistemi telefonici, presen¬ 
ta tra l'altro DM3 e CT Media 
DM3 è la nuova piattaforma di 
telefonia computerizzata mo¬ 
dulare e flessibile di questa 
piattaforma, che permette di 
aggiungere altre risorse ogni 
volta che si presenta la neces¬ 
sità, senza modificare l'hard- 
ware, ma agendo soltanto sul 
firmware e sul software. 

CT Media è il primo prodotto 
client/server basato sullo stan¬ 
dard ECTS S.100 per server di 
telefonia computerizzata, che 
permette di integrare applica¬ 
zioni e tecnologie sullo stesso 
server Windows NT e di distri¬ 
buirle in una LAN in ambiente 
client/server. 


DOVE & CHI - 

Dialogic Telecom Italia 

Via Fermi 20, 

20090 Assago (MI), 

Tel. (02) 48.82 582 

Pad. 19 - stand B/41 


Arriva la versione beta di Gartner Group Advisor su Netscape Netcaster 

Si tratta del nuovo componente del software Client di Netscape Communicator che consente la spedizione 
"push” di contenuti dinamici. 

di Francesco Fulvio Castellano 

creato un canale tempestivo ed approfondito per gli utenti del 
software Netscape Netcaster, 

Gartner Group Advisor fornisce, gratuitamente, ai dirigenti una 
panoramica delle ricerche sulle Tecnologie dell'Informazione, dati di 
mercato e della formazione IT di Gartner Group. 

Contenuti gratuiti vengono presi da varie fonti GG che eseguono i 
link al sito web interattivo di Gartner Group. 

Gli utenti possono eccedere ad informazioni gratuite addizionali e 
prendere visione dei sommari delle pubblicazioni che la società 
mette in vendita. 




Gartner Group Italia - Via Caldera 21, Edificio E-Ala 2, 
20153 Milano, Tel. (02) 48.28.91 


Gartner Group Ine. ha annunciato la disponibilità della versione beta 
del proprio canale Gartner Group Advisor su Netscape Netcaster, il 
nuovo componente del software client di Netscape Communicator 
il quale consente la spedizione “push" di contenuti dinamici: in 
Netscape Netcaster, il Gartner Group Advisor è visto come canale 
primario ed è accessibile gratuitamente agli utenti di Netscape 
Communicator. 

Con Netcaster l'utente può creare un cosiddetto "webtop" o cana¬ 
le privilegiato, come, ad esempio, Gartner Group Advisor, il quale 
risulterà ancorato al proprio sistema desktop, Il webtop raccoglie 
notizie, ricerche e dati specifici della società cui si può accedere, 
successivamente, in modalità off-line secondo le esigenze dell’u¬ 
tente. Netscape Netcaster consentirà a Gartner Group di fornire le 
proprie analisi avanzate nell'IT contenute in Gartner Group Advisor 
direttamente sui desktop di migliaia di utenti Utilizzando le specifi¬ 
che FITML, il compilatore Java ed i JavaScript, Gartner Group ha 


102 


MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997 





















































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HPC, LCD, DVD: nelle sigle il futuro di LG 

Tra le altre novità dei monitor di fascia alta ed una telecamera per PC 


Molti i monitor pre- 
sentati in Smau. Il 
kj 29i da 21" si inseri- 
sce al top della 
gamma LG comple- 
^'**‘*55 tando l'offerta nell'a¬ 
rea professionale con 
un prodotto per clienti che 
cercano il massimo in termini 
di risoluzione e prestazioni. È 
l'ideale per le applicazioni 
cad/cae e di desktop publi- 
shmg. 

Il tubo Diamondtron offre 
una luminosità superiore alla 
media. Derivante dalla tecno¬ 
logia Trinitron di Sony, con la 
differenza che invece di un 
solo cannone elettronico per 
i tre colori ne ha tre, uno per 
ogni colore, vi aggiunge un 
circuito che migliora la 
messa a fuoco agli angoli del 
fascio di elettroni, con il risul¬ 
tato di immagini ben definite 
anche ai bordi dello schermo. 
Il 78FT da 17" usa una parti¬ 
colare maschera, la Fiat 
Tension Mask (FTM), che 
annulla la distorsione dell'Im¬ 
magine, un miglioramento 
ulteriormente evidenziato dal 
doppio sistema dinamico di 
messa a fuoco e dal dot 
pitch di soli 0 24 mm. 

Molto interessanti, i monitor 
a cristalli liquidi (LCD), rispet¬ 
to agli attuali monitor con 
tubo catodico, hanno innega¬ 
bili vantaggi: minori dimen¬ 
sioni a parità di area visiva, 
minor consumo, distorsioni 
inesistenti, emissione di 
radiazioni ridotta o quasi ine¬ 



sistente, nessun fenomeno 
di sfarfallamento dell'imma- 
gine. LC500 è uno dei moni¬ 
tor dell'ultima generazione, 
un 15" di diagonale reale in 
grado di riprodurre fino a 
16,7 milioni di colori (24 bit) a 
una risoluzione di 1024 x 768 
punti. Il consumo è soltanto 
di 45 W alla massima poten¬ 
za: le dimensioni contenute 
e il basso livello di calore 
generato lo rendono ideale 
da impiegare in ambienti 
affollati e con poco spazio a 
disposizione. 

Da sempre sensibile all'inno¬ 
vazione tecnologica LG pre¬ 
senta Il suo lettore DVD- 
ROM, il DRD-8160C. 

Può essere suddiviso ideal¬ 
mente in due parti, una per 
la lettura dei supporti DVD 
sino a 4,7 Gbyte a singolo e 
doppio strato, l'altra per la 
lettura dell'attuale parco esi¬ 
stente di CD-ROM. La parte 
DVD legge il disco ad una 
velocità 2X con una velocità 
di trasferimento dei dati di 
2,77 Mbyte/sec e un tempo 
di accessq di circa 150 milli¬ 
secondi. È collegabile senza 
problemi di compatibilità ad 
una normale porta EIDE 
venendo riconosciuto auto¬ 
maticamente dal BIOS all'av- 
viamento del computer. E 
compatibile con i sistemi 
operativi DOS, Windows 3X, 
Windows NT e Windows 95. 
L'HPC di LG Electronics si 
chiama GP40M. Nonostante 
le piccole dimensioni è un 
concentrato di funzioni. 

Le dimensioni con il coper¬ 
chio chiuso sono di 167 x 95 
x 25,4 mm, il peso senza le 
batterie è di poco superiore 
ai 300 grammi. Il display è 
un touchscreen da 480 x 
420 punti con quattro livelli 
di grigio, la Ram è di 4 MB. 
Oltre alla porta seriale ed a 
quella ad infrarossi è in dota¬ 
zione una porta PCMCIA per 
le funzioni di telefonia o di 
espansione di memoria sino 


di Leo Sorge 



a 20 MByte. 

Gli accessori comprendono 
una coppia di batterie a stilo 
agli ioni di litio, un CD-ROM 
con il software per Windows 
CE e un alimentatore in cor¬ 
rente alternata. Il modello 
PTRM5 include una scheda 
Fax-modem con i relativi cavi 
di collegamento. 

Un altro dei nuovi oggetti di 
culto disponibili in Smau è la 
telecamera da computer 
LVC-M100NP. Il peso di 185 
grammi e l'ampia base di 
appoggio evitano che la tele¬ 
camera si sposti al minimo 
urto. L'immagine acquisita 
ha una risoluzione orizzontale 
di 330 linee TV, il numero dei 
pixel che la compongono è di 
510 in orizzontale per 492 in 
verticale. 

L’obiettivo da 4 millimetri ha 
la messa a fuoco manuale 
partendo da una distanza 
minima di 30 millimetri sino 
all’infinito. 

Sarà disponibile dal prossimo 
mese di novembre. 



LG Electronics Srl 

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Via Modigliani 45, 
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IDWare, i palmari professionali 

Grandi novità per IDWare, 
che presenta ben tre model¬ 
li particolari nell'area dei 
portatili. 


Si tratta del palmare 
Formula 8500, del 
micro-terminale 
laser Formula 725 e 
del radio scanner For¬ 
mula 715. In particola¬ 
re ha importanza il 
primo. Formula 8500 è il nuovo 
palmare con lettore laser integrato 
basato su tecnologia PC realizzato 
da IDWare. Il sistema operativo 
standard DOS e l'architettura 
PCMCIA assicurano al nuovo 
Handheld Formula, super leggero 
e compatto, impareggiabili doti di 
apertura sistemìstica, facilità di 
integrazione e di espandibilità. 
nonché una maggiore facilità di 
programmazione per gli sviluppa¬ 
tori già familiari con la pro¬ 
grammazione in am- •*' 
biente PC. Lo slot PCM- 1 
CIA tipo II accessìbile 
all’utente permette una 
semplice installazione dì 
schede modem, adatta- I 
tori Ethernet e Token j 
Ring, nonché di solid 
state disk in formato 
standard PC Card. 

È disponibile sia in versio¬ 
ne batch che radiofre¬ 
quenza, quest'ultima 
usante la nuova tecnolo¬ 
gia Spread Spectrum a 
2.4 GHz, senza licenza 
d'uso, che assicura colle¬ 
gamenti in Wireless LAN 
(WLAN) ad elevata velocità (fino a 
2Mbps) nonché, grazie alla tecnica 
Frequency Hopping, una assoluta 
immunità ai disturbi. F8500 è in 
grado di leggere tutti i più comuni 
codici a barre inclusi, come opzio¬ 
ne, i nuovi codici bidimensionali 
tipo PDF-417. Particolarmente 
curata l'interfaccia utente. Per i 
portatili Formula è disponibile un 
software di emulazione 5250, 
3270 e VT-100 Si tratta di 
PowerLink per Windows 95 e NT 
è un prodotto middleware potente 
e facile da usare, studiato per con¬ 
sentire una semplice integrazione 
dei terminali wireless Formula a 
433 MHz o spread spectrum a 2 4 
GHz con i sistemi informativi 
aziendali midrange e mainframe. 


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MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997 




















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Sony presenta PlanetMedia: ovvero l’integrazione delle tecnologie 


L’integrazione continua, senza la minima sosta: per questa edizione, Sony a Smau presenta novità a pro¬ 
fusione in ogni settore, unite da un unico filo conduttore che vede nel matrimonio e nell’integrazione delle 
tecnologie la chiave di ogni sviluppo futuro. 



Circa 1700 metri 
quadrati per mette¬ 
re in mostra, presso 
il padiglione 11, i 
risultati già raggiunti 
e quelli già disponibili 
di questo inarrestabile pro¬ 


cesso, 

La divisione dell'lnformation 
Technology presenta, quale 
radioso fiore all’occhiello, il 
monitor GDM-W900 da 24 
pollici in formato 16:10 La 
sua caratteristica principale 
è costituita dalla innovativa 
griglia ad apertura variabile 
grazie alla quale è possibile 
ottimizzare l’immagine su 
tutta la superficie. 

Al fianco dei noti monitor 
con tubo Trinitron, sono poi 
disponibili un nuovissimo 
lettore CD-ROM portatile, il 
PRD-250, e una nuova 
gamma di drive magneto- 
ottici che, grazie alla tecno¬ 
logia del sistema Direct 
Overwnte, consentono velo¬ 
cità di lettura/scrittura molto 
vicine a quelle dei tradiziona¬ 
li hard-disk, che si affianca 
alla linea di unità per il back- 
up e per la memorizzazione 
di grandi quantità di dati, 
come l’SDT 9000. una unità 
dati su formato R-DAT da 12 
a 24 Gbyte. 

Il settore professionale non 
è certo da meno, considera¬ 
to che propone soluzioni 


che vanno, nel settore della 
visualizzazione delle imma¬ 
gini, dal piu piccolo monitor 
a 14 pollici ai sistemi 
JumboTron, capaci di visua¬ 
lizzare immagini della super¬ 
ficie di decine di metri qua¬ 
drati. 

All’interno della gamma, 
particolare attenzione la 
meritano i videoproiettori 
LCD come il nuovo VPL- 
S500QM, a cui adesso si 
affiancano quelli basati sul 
sistema Digital Micromirror 
Device (DMD) con il nuovo 
VPD-S 1800. in assoluta 
anteprima per l'Italia. 

Nel settore della videocon¬ 
ferenza, invece, le novità si 
chiamano Trinicom 5100 
(con schermo 16:9, che 
incorpora una unità di con¬ 
trollo capace di collegare 
contemporaneamente 4 
utenti utilizzando sino a 6 
canali ISDN), che si affianca 
al modello Trinicom 3000. 
Alle soluzioni per grandi 
aziende si affiancano poi 
soluzioni perfettamente 
individuali come, ad esem¬ 
pio, la nuova versione del kit 
PCB-500. 

In dimostrazione anche un 
esempio di sistema per il 
Near Video On Demand 
(NVOD), il Videostore, pro¬ 
posto per musei, fiere e 
grandi superfici. 



Con la nuova Digital Mavica Sony introduce la prima fotocamera magnetica al 
mondo che utilizza un comune floppy disk come supporto di memorizzazione. 
E' disponibile sia in versione con fuoco fisso che con zoom lOx 


di Fabrizio Dell 'Orso 



Grandi impulsi 
creativi sono infi¬ 
ne in mostra nel 
settore consu¬ 
mer. dove su 
tutto spiccano i 
nuovissimi televi¬ 
sori con schermo 
in 16:9 assoluta- 


mente piatto: si 
chiamano FD 
Trinitron Wide, e, 
dopo averli visti 
all'IFA di Berlino, 
possiamo assicu¬ 
rare che sono 
davvero spetta¬ 
colari. 

Disponibili attual¬ 
mente per i mo¬ 
delli da 32 e 28 
pollici, i TV della 
serie FD dispongo¬ 
no di doppio sinto¬ 
nizzatore Pai Plus e 
circuito 100 Hz 
Digital Plus. 

Altro fronte di 
grandi opportunità 
è senza dubbio 
quello della foto¬ 
grafia digitale, do¬ 
ve si trova la Digi¬ 
tal Camera Mavica, 
la prima macchina 
fotografica ad 
impressionare... in 
tutti i sensi anche 
un comune floppy- 
disk. basta caricare 
i file (quattro foto 
ad alta risoluzione, 
molte di più se è 
sufficiente una 
risoluzione media) 
da un qualsiasi 
computer, e il gioco 
è fatto. 

Due i modelli per il momen¬ 
to disponibili, uno a fuoco 
fisso l'altro con ottica zoom 
lOx. Grazie alle batterie 
all’info-litio, tecnologia 
Stamina, garantiti fino a 500 
scatti senza ricaricare. 


24 pollici di diagonale, rapporto d'aspetto in 16 10. gri¬ 
glia di apertura variabile per ottimizzare la restituzione 
delle immagini sull'intera superficie del display ecco 
in sintesi il nuovo GDM-W900 Sony Trinitron 


Sony commercializza un ampia gamma di sistemi 
di videoconferenza adatti per la grande organizza¬ 
zione come per il singolo utente Nell'immagine il 
Trinicom 5100 


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106 


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La musica di Informix nei tanti accordi mondiali 


E' il momento di Informix Universal Server, in 
breve IUS, il primo database server che unisce 
la tecnologia Object-Oriented ai vantaggi dei 
database relazionali tradizionali. 

Combinando prestazioni e scalabilità della Dynamic 
Scalable Architecture con la tecnologia di espansione 
DataBlade, IUS permette di gestire in modo efficiente 
tutte le tipologie di informazioni strutturate e non, oltre a 
informazioni multimediali complesse come pagine Web. 
serie temporali, numeri, immagini, mappe, suoni e 
sequenze video. La versione attuale è molto veloce 
rispetto alle precedenti. 

L'offerta di ORDBMS (Object-Relational Database 
Management System) basata sull'architettura DSA di 
Informix Software è completata da Informix-OnLme 
Workgroup Server, database server dedicato ai gruppi di 
lavoro e progettato per la distribuzione di applicazioni 
basate su LAN. OnLine Workstation, la versione 
monoutente del prodotto, ideale per la creazione e il rila¬ 
scio di applicazioni PC desktop, e OnLine Dynamic 
Server, database server parallelo, multithread e ad alte 
prestazioni, ottimale per applicazioni di data warehou- 
sing e negli ambienti ÓLTP 

Inoltre, per offrire alle aziende la possibilità di usare il 
World Wide Web come un mezzo immediato e interatti¬ 
vo di comunicazione con gli utenti, Informix Software 
presenta Informix-Umversal Web Architecture, un 
ambiente innovativo, flessibile e integrato che consente 
agli sviluppatori Web di creare e gestire una nuova 
generazione di applicazioni dinamiche, ricche di funzioni 
multimediali. L'offerta Informix continua con la nuova 
versione di NewEra. strumento di sviluppo client/server 
aperto, orientato agli oggetti e con interfaccia grafica, e 
con la tecnologia Smart Card, nata dall'Alleanza 
'Imagine Card' promossa da Informix, Gemplus e 
Hewlett-Packard. Un'altra presentazione riguarda la 
famiglia di prodotti Informix-Data Director. Questa stra¬ 
tegia è volta a consentire agli sviluppatori di sfruttare al 
meglio la propria conoscenza dei più importanti ambienti 
di programmazione, quali Symantec Café, Symantec 
Visual Café e Visual Café Pro, Microsoft Visual Basic. 
Visual C++ e Visual J ++, NewEra, Forte e 
PowerBuilder Si tratta della concretizzazione della 
nuova strategia Universal Tools lanciata da Informix con 
l'adesione di Microsoft. Symantec. JavaSoft. Powersoft, 
Forte e Seagate Software Infine software house e 
value-added reseller conosceranno ’Built with Informix', 
la promozione studiata per fornire ai partner le migliori 
condizioni per sviluppare nuove applicazioni basate sulla 
tecnologia Informix. Cuore del programma è Online 
Workgroup Package, costituito dallo stato dell'arte delle 
soluzioni Informix in ambito motori database e tool di 
sviluppo. Il pacchetto, proposto a lire 3.400 000 IVA 
esclusa tramite i distributori Strhold, Stone e Opensoft, 
comprende la full development version per tre utenti di 
Informix-OnLine Workstation (versione sviluppo del 
Database Informix-OnLine Workgroup Server), 
Informix-New Era Development Suite, Netscape Fast- 
Track Web Server. 


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Net2Phone: il telefono pubblico sbarca su Internet 

È adesso possibile effettuare una chiamata telefonica su 
Internet senza bisogno di usare il personal computer e il 
modem grazie a una rivoluzionaria tecnologia sviluppata 
da una società americana con sede nel New Jersey, la 
IDT che ha infatti lanciato un nuovo tipo di software, chia¬ 
mato Net2Phone Direct. 

di Enrico Ferrari 



Che si possa trasmettere 
la voce via Internet non è 
certo una novità, grazie a 
programmi di Chat vocali 
sono milioni le persone 
che ogni giorno si parlano 
utilizzando il proprio com¬ 
puter e la rete come 
mezzo di trasporto della 
voce. 

Il vantaggio rispetto al 
telefono tradizionale è 
enorme, per parlare con 
chiunque si spende solo 
l'equivalente di una telefo¬ 
nata urbana, lo svantaggio è che 
gli interlocutori devono disporre di 
modem e connessione Internet 
Net2Phone ha da tempo lanciato 
un programma che permette per 
uno degli interlocutori di non 
dover essere costretto ad avere 
l'accesso ad Internet il program¬ 
ma infatti permette a chiunque si 
sia registrato sul sistema di chia¬ 
mare un qualsiasi numero della 
rete telefonica mondiale. In pratica 
solo uno dei due interlocutori è 
connesso ad Internet ed usa il pro¬ 
gramma Net2phone, che a sua 
volta, tramite un server remoto, 
chiama un qualsiasi numero speci¬ 
ficato dall'utente. Dato che il ser¬ 
ver è negli USA, chiamare in voce 
un qualsiasi utente americano 
costa molto poco, dato che non si 
paga la tratta internazionale ma 
solo quella interna negli USA, il 
resto della chiamata è la solita 
telefonata urbana al proprio provi¬ 
der. 

Chiamare un qualsiasi numero 
all'interno degli USA costa pochis¬ 
simi cent al minuto, contro le 
diverse migliaia di lire di una tradi¬ 
zionale telefonata intercontinenta¬ 
le. 

In piu è possibile chiamare gratui¬ 
tamente qualsiasi numero 800, l'e¬ 
quivalente dei numen verdi italiani 
negli USA, cosa impossibile da 
fare all'esterno degli USA. Anche 
le tariffe verso gli altri paesi sono 
estremamente competitive rispet¬ 
to ai tradizionali costi telefonici: il 


sistema funziona cosi bene, anche 
come qualità, che alcune compa¬ 
gnie telefoniche nazionali stanno 
boicottando l'accesso dei propri 
provider verso Net2phone, 

Forte del successo acquisito, la 
società americana ha saltato 
anche l'ultimo svantaggio che 
richiedeva almeno un utente con¬ 
nesso su Internet 
Net2Phone Direct è in grado di 
connettere due apparecchi telefo¬ 
nici attraverso la rete globale, uti¬ 
lizzando Internet come supporto 
per il trasporto della telefonata, 

Si può accedere al sistema da 
qualsiasi telefono degli USA, ma 
presto verranno aperte in tutto il 
mondo nuove sedi per la società 
che promette di dare battaglia alle 
compagnie telefoniche mondiali 
con dei prezzi ridottissimi 
Una chiamata interna agli USA 
costa solo 8 cents al minuto, men¬ 
tre ad esempio per chiamare 
Londra da New York si spenderan¬ 
no 18 cents al minuto che però è 
di più di quanto offerto dalla 
AT&T Comunque la battaglia dei 
prezzi è solo all'inizio e molte 
compagnie stanno sperimentando 
servizi di telefonia basati sull'utiliz- 
zo di Internet per le chiamate 
internazionali ed interurbane, 
anche le reti cellulari beneficeran- 
no di questa nuova tecnologia che 
farà sensibilmente scendere i 
costi per l'utente finale. 

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108 


MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997 






















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TORINO -Via Socchi, 52/B 

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Creative Labs: il multimedia avanzato per audio, video e dati 

Tra i principali attori mondiali nel mercato delle periferiche multimediali, 
Creative Labs ha preparato per Smau uno stand davvero imperdibile, oltre alle 
sue celebri schede audio (l'azienda è di fatto nota nel mondo per aver dato 
"voce” ai Personal Computer), tra cui spicca oggi la AWE 64 Gold costruita 
con componentistica selezionata e dotata di uscita digitale in standard SPDIF. 


di Fabrizio Dell'Orso 



Nello stand un posto 

■-J di primo piano spetta 

al nuovissimo kit 
/ / completo di lettore 
Ifl DVD. il supporto ottico 
52J per dati, immagini e 
audio che presto rivolu¬ 
zionerà (grazie alle sue 
eccellenti capacità di imma¬ 
gazzinamento dati) l'intero 
mondo dei personal compu¬ 
ter 

Non mancheranno ovvia¬ 
mente anche le novità nei 
settori piu tradizionali: i kit 
con CD-ROM ora benefice- 
ranno di un lettore 24x e 
includeranno una scheda 
audio AWE 64 Standard con 
sistemi di altoparlanti di alta 
qualità- 

Su questo piano sarà inoltre 
presentata la nuova linea di 


altoparlanti creata dalla 
Cambridge SoundWorks, 
produttrice nota per i suoi 
mini sistemi ad alta fedeltà. 
Un altro spazio importante 
lo avranno infine le schede 
di accelerazione grafica 3D, 
studiate per supportare tutti 
i più recenti e acclamati 
videogiochi, tra cui quelli 
che richiedono l'interazione 


con compagni di gioco diret¬ 
tamente sul Web. E proprio 
per navigare su Internet, 
ecco infine la proposta in kit 
per la videoconferenza (o 
per l'appunto, per il video¬ 
gioco in rete), basata su un 
velocissimo modem esterno 
a 56 kbps. 

Per tutti, l’appuntamen¬ 
to è al padiglione 1, presso 
il Multimedia World. 


DOVE k CHI - 

Creative Labs Srl 

Strada 4. Palazzo A/3. Milanof. 
20090 Assago (MI). 

Tel (021 57 51 0774 

Padiglione 1 
Multimedia World 



Microlink Display, ecco le novità 


Microlink Display, 
la catena informati¬ 
ca che in breve 
tempo si è imposta 
tra i protagonisti del 
panorama italiano 
della distribuzione 
informatica, sarà presente a 
Smau con novità ed intratteni¬ 
menti: sarà possibile misurare la 
propria abilità con la macchina di 
realtà virtuale e intraprendere 
appassionanti sfide giocando, 
nelle postazioni appositamente 
attrezzate con PC Microlink, con i 
giochi più avvincenti del momen¬ 
to. Al pubblico degli operatori del 
settore, Microlink Display dedi¬ 
cherà. invece, uno spazio piu rac¬ 
colto. dove poter dialogare in 
tranquillità con i propri partner 
attuali e potenziali Per coloro 
che saranno interessati a cono¬ 
scere più a fondo la realtà 
Microlink Display potranno rice¬ 
vere in dettaglio le informazioni 
riguardo l'attività della catena, 
che conta oggi 56 punti vendita 
distribuiti su tutto il territorio 
nazionale. 


& CHI - 

Microlink Srl 

Via Sestese 61, 

50141 Firenze. 

Tel. (055) 42.74.300 

Pad. 11 - stand E13 


Traxdata, memorie di massa e masterizzatori per ogni evenienza 


In concomitanza con Smau, Traxdata presenta il suo primo masterizzatore di CD su interfaccia IDE (Atapi) 
capace di scrittura 2x e 8x in lettura: si collega direttamente ad uno dei due canali del controller presente 
sulla motherboard, senza nessuna interposizione di ulteriori schede. 

di Fabrizio Dell'Orso 



I kit è fornito del software Easy CD Pro, cavi e acces¬ 
sori meccanici, un disco vergine e un particolare pen¬ 
narello per scrivere sopra i CD-R. 

A questa unità Traxdata affianca un masterizzatore per 
porta parallela e un masterizzatore CD-RW 
primo è un 2x in scrittura e un 6x in lettura, ed è indi¬ 
rizzato prevalentemente a chi ha esigenze di spostare 
spesso una simile unità tra più computer aziendali, oltre a 
costituire la soluzione ideale per chi utilizza prevalentemente 
computer portatili: visto l'uso su porta parallela, è disponibile 
solo come unità esterna. 

Il secondo è un masterizzatore dell’ultima generazione, 
espressione della più sofisticata tecnologia oggi applicata al 
settore 

È infatti compatibile sia con i normali supporti CD-R (che regi¬ 
stra ovviamente una sola volta) che. ovviamente, con i nuovi 
supporti CD-RW, registrabili più volte. In lettura, la compatibi¬ 
lità tra i vari supporti prevede per i CD-R l'impiego da qualsiasi 


unità (lettore o lettore/masterizzatore), mentre per i CD-RW 
solo da masterizzatori CD-RW. Disponibile sia in versione 
esterna che interna, propone una velocità di lettura pari a 6x, 
4x in fase di scrittura e 2x per la più complessa operazione di 
ri-scrittura. 

Ancora, a Smau Traxdata presenta soluzioni "end to end" per 
il mercato della duplicazione professionale di CD, 

Sono difatti disponibili duplicatori in grado di creare 4 copie 
contemporanee su CD-R in meno di 18 minuti, con il supporto 
di qualsiasi formato, copiatori professionali veloci e unità di 
conversione da DAT a CD-R. 

Per tutti, appuntamento a Smau al padiglione 10. stand C 13. 

DOVE 6 CHI- 

Traxdata Italia - Via Ponchielli, 20063 Cernusco sul Naviglio (MI), 
Tel. 102) 92.11.20.96 

Padiglione 10- stand C13 


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MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997 


























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1996 


Microtek ScanMaker E6: L'incontro con nuove immagini 


La nuova generazione: 


ScanMaker E6 


È il 1997. Grazie alla tonalità cromatica a 30 bit e alla risoluzione di 600 x 1.200 dpi il nuovo Microtek 
ScanMaker E6 acquisisce le immagini con una qualità che non avete mai visto. ScanMaker E6 è l'evoluzione 
di una serie di scanner di successo, e rappresenta, dopo ScanMaker E3, il secondo 
apparecchio di una nuova generazione di scanner con cui Microtek segna il passo in fatto 
di innovazione e prestazioni, ad un prezzo veramente interessante. ScanMaker E6 è in 
grado di analizzare ogni documento con una sola "passata": brillantezza dei colori, 
precisione e profondità sono assolutamente realistiche, il tutto con una rapidità di 
scansione e una qualità veramente uniche. Con ScanMaker E6 viene fornito ScanWizard, il 
software intelligente di Microtek che consente di sfruttare al massimo tutti i vantaggi offerti 
dallo scanner. Per consentire un miglior utilizzo dello scanner, ScanMaker E6 viene fornito 
insieme ad altri software di elaborazione delle immagini e analisi dei testi. Rivolgetevi al 
Vostro rivenditore autorizzato. 


® Alcuni dati: risoluzione ottica di 600 x 1.200 dpi (interpolabile fino a max 9.600 x 9.600 dpi). 1.07 miliardi di colori con tonalità cromatica 

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* ScanMaker E6 viene fornito con diversi software in bundle per l'elaborazione e l'analisi dei testi. In opzione vengono fomiti il supporto per le 
Ì fpC MODO trasparenze e il caricatore a fogli singoli. Per ulteriori Informazioni, rivolgersi a Microtek Europe B.V.. Max Euwelaan 68, 3062 MA Rotterdam. 
IW di Olanda, tei. +4-31 /10/2425688, fax 4-f31 /10/242S699. Microtek si riserva il diritto di apportare miglioramenti senza preavviso. 


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The Digital Vision 







































Wyse Winterm 4000, ENC per le intranet 

Java e Windows al contempo sui superterminali distribuiti da Ready 

di Leo Sorge 

I network computer si fanno enhanced. Non tutti, però: al momento si 
tratta duna prerogativa dei soli modelli Wyse. importati in Italia da Ready 
Informatica. I Winterm 4000 sono i primi ad essere totalmente conformi 
alle specifiche NC Reference Profile, e parallelamente sono in grado di 
accedere alle applicazioni Windows, caratteristica questa unica nel panora¬ 
ma attuale. 

Wyse ha acquisito la licenza di JavaOS implementandolo sul chip 
StrongARM di Digital. Inoltre sui Winterm è disponibile la suite NC Desktop di 
Network Computer Ine., la consociata di Oracle. 

La linea Winterm 4000 si rivolge a un pubblico di 'power user', ovvero quegli 
utenti evoluti che hanno bisogno di un 
browser dotato di capacità di esecuzione di 
applicazioni locali, comprese le applicazioni 
real-time sviluppate in Java. 

Un'altra famiglia di prodotti interessanti è 
quella dei monitor professionali flat-panel 
WYSEvision 

Wyse espone presso Ready Informatica 



Ready Informatica 

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Barzanò (Lecco), 

Tel. (039) 92 12.121 

Pad. 11 - stand G16 


Congresso AICA ‘97 con un occhio rivolto ad Internet 

“Internet e... oltre” è stato il tema della manifestazione milanese 
svoltasi a Milano dal 24 al 26 settembre, un “must" per il mondo 
dell' ICT e un confronto tra mondo scientifico e mercato per delineare 
lo scenario attuale e le future applicazioni di Internet. Presentato 
anche da SIRMI lo studio su “Mercato Internet in Italia verso il 2000". 

di Francesco Fulvio Castellano 


Elserino Piol, Presidente AICA, in apertu¬ 
ra ha sottolineato la novità del congresso, 
che ha affiancato al rigore tipico dei con¬ 
vegni scientifici "una altrettanto rigorosa 
analisi dello scenario applicativo ed eco¬ 
nomico di Internet Per raggiungere que¬ 
sto obiettivo, l'edizione '97 ha offerto agli 
intervenuti e agli sponsor un programma 
più articolato, una serie di panel di argo¬ 
mento vario e ospiti di tutto rilievo" 
Argomento dell'incontro d'apertura e 
stato "Dall'Europa alle realtà locali", 
un'occasione di dibattito in cui esponenti 
del mondo politico e industriale, italiano 
ed europeo, si sono confrontati attraver¬ 
so una serie di relazioni e una tavola 
rotonda sui panorami di competizione e 
sviluppo della Rete. Hanno seguito il rap¬ 
porto tra "Internet e Media", due sessio¬ 
ni parallele sul ricco tema "Internet e 
Tecnologia", una sessione dedicata a 
"Internet ed Economia - Banche. 
Industria Territorio", per chiudere con 
una tavola rotonda sul tema "Oltre 
Internet", alla quale ha partecipato "la 
crema" del mondo dell'ICT. 

In questa occasione, Maurizio Cuzari, 
amministratore delegato di SIRMI, ha illu¬ 
strato una panoramica dettagliata su "Il 
mercato Internet in Italia verso il 


Duemila", da cui sono emersi sia il carat¬ 
tere strategico, con le prospettive di rapi¬ 
da evoluzione del mercato Internet nel 
nostro Paese, che il fatto incontrovertibile 
che siamo, rispetto al resto d'Europa, agli 
albori A titolo esemplificativo, basti citare 
alcuni dati che evidenziano la potenzialità 
del settore: nel '96, secondo SIRMI, il 
"fatturato" di Internet in Italia può essere 
stimato in circa 100 miliardi di lire realiz¬ 
zati dagli Internet Provider, a cui si 
aggiungono circa 160 miliardi, che costi¬ 
tuiscono il totale di spesa end-user Le 
due cifre sono destinate quest'anno più 
che a raddoppiare, rispettivamente a 250 
miliardi e a 430 miliardi. Un altro dato 
interessante secondo SIRMI, a gennaio 
'97 esistevano in Italia circa 24 mila siti 
WWW e un totale di circa 250 000 abbo¬ 
namenti Cuzari ha parlato di "digitai 
technology" che avanza, nel senso che 
fino ad oggi abbiamo vissuto sulle solu¬ 
zioni. mentre ora si va verso la "tecnolo¬ 
gia abilitante" Le società che hanno ade¬ 
rito sono Ambroveneto, Consiglio 
Nazionale delle Ricerche, Engineering 
Ingegneria Informatica. Factor It. Finsiel, 
Global One. InfoStrada, Nokia Tele¬ 
comunicazioni Italia, Sirmi, Tandem 
Computers, Telecom Italia. 


Digital su PC e networking 

Una vasta gamma di novità tecnolo¬ 
giche su elaboratori e router 


@ Digital partecipa allo Smau con 
l'intenzione di stupire Alcuni dei 
fortunati visitatori potranno salire 
a bordo di una monoposto di 
: ormula Uno della scuderia 
Villiams, di cui Digital è uno degli 
ponsor, e simulare la partecipazio¬ 
ne ad un gran premio grazie ad un 
sofisticato software di simulazione. 

Tornando a prodotti e servizi, le novità maggio¬ 
ri si chiamano Ultra 2000 e Power Room Sarà 
una stella a brillare nella costellazione Digital 
all'edizione 97 di Smau al Padiglione 12, Stand 
E03. La grande novità dell'azienda si chiama 
Ultra 2000 e rappresenta l'offerta più esclusiva 
in termini di prestazioni, ergonomia e design 
nel mondo del mobile computing. Dotato di 
caratteristiche assolutamente uniche quali lo 
schermo LCD ad alta definizione da 14", il 
nuovo Ultra 2000 Digital definisce un nuovo 
criterio di riferimento per gli utenti professiona¬ 
li di sistemi portatili, concretizzando finalmente 
il concetto di PC desktop replacement 
Non solo portatili, però, per lo Smau Digital 
Anche la famiglia di server Prioris riserva inte¬ 
ressanti novità con l'introduzione del Pentium 
Il sui modelli MX, mentre il mondo desktop 
vedrà il processore MMX a 233 MHz su tutti i 
modelli della famiglia Venturis. l'upgrade dei 
nuovi Venturis FX-2 con processore AMD K6 ai 
processori a 233 e 266 MHz e un ampliamen¬ 
to della famiglia Celebris GL con uno o due 
Pentium II Grazie alla Power Room, il cuore 
pulsante dello stand Digital, inoltre, i visitatori 
potranno assistere alle dimostrazioni delle fun¬ 
zionalità dei nuovi prodotti, tra cui quelle di 
gestione e sicurezza, particolarmente avanzate 
nei nuovi Celebris FX-2, e quelle di alta disponi¬ 
bilità offerte dal cluster Windows NT. Infine, 
per i partner Digital sarà disponibile il Prioris 
Solutions Sizer, un software semplice da usare 
in grado di suggerire la configurazione ideale 
dei server Prioris per ogni esigenza di web ser¬ 
ver. Oltre ai personal computer Digital propone 
l'intera gamma di soluzioni per la rete La divi¬ 
sione Networking quest'anno non viene ospi¬ 
tata neH'omonima area della rassegna, bensì 
insieme alle altre divisioni Digital. Qui si potran¬ 
no toccare con mano le novità dell'architettura 
enVISN, enterprise Virtual Intelligent Switched 
Networks, comprendente sia lo switching IP 
su ATM che l'upgrade firmware del 
GIGAswitch/FDDI. Sempre al livello aziendale 
vengono esposti gli innovativi prodotti della 
famiglia MultiSwitch 600/300. 



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stampare non è mai stato così veloce ed economico: 
600 DPI ; memorizzazione del IOO c /c del documento 
prima della stampa: 8 pagine al minuto, nero su 
bianco; soli 45 decibel di rumore. Il tutto compatibi¬ 
le con i principali sistemi operativi. Chi altri può 
darvi una laser così veloce a meno di un milione? 


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L'azienda campana continua l'aggior¬ 
namento dei propri software per l'edi¬ 
lizia e lancia delle inziative commer¬ 
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Tutte le novità Acca sono presenti allo 
Smau. insieme alle proposte del pro¬ 
gramma qualità senza prezzò, ancora 
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variamente articolato, e prevede facilita¬ 
zioni per chi acquista programmi ACCA 
dal 1° settembre al 19 ottobre del 1997, 
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Acca sono DocMus, CerTus e PrimusCOMPUTI. 
DocMus è il programma per redigere le dichiara¬ 
zioni di nuove costruzioni e le denunce di varia¬ 
zioni da presentare al Catasto Fabbricati I risultati 
sono conformi a quanto prescritto dal regolamen¬ 
to emanato con Decreto n 701 del 19 aprile 
1994 La metodologia operativa è semplice e 
veloce grazie all'input Object DRAW che consen¬ 
te al tecnico di inserire tutte le informazioni diret¬ 
tamente dal disegno. Dal semplice disegno e 
dagli oggetti grafici usati, il programma riprende 
tutte le notizie per produrre elaborati pianimetrici 
nelle opportune scale e con le dovute informazio¬ 
ni. 

Inoltre il programma e in grado di desumere 
automaticamente dal disegno dati quali la densità 
fondiaria, metri quadri catastali, vani ordinari e 
non ordinari, le destinazioni d'uso, le superfici 
commerciali, ecc.. 

CerTus è la risposta semplice e completa a tutte 
le richieste del Decreto 494 Con un'unica fase di 
Input visuale, in cui si indicano le attività delle 
imprese su un cantiere, il programma produce 
automaticamente il Piano di Sicurezza e di 
Coordinamento, il Piano Generale di Sicurezza 
(ove previsto), la programmazione dei lavori e la 
stima dei costi di sicurezza CerTus-N è il manua¬ 
le della Sicurezza del Lavoro in Edilizia su CD¬ 
ROM, redatto non per esperti del diritto ma per 
tecnici dell'edilizia 

PriMus-COMPUTI è un programma di Computo 
per Windows, facile e funzionale, che nasce dalla 
collaborazione con la Camera di Commercio di 
Milano. 

Il nuovo pacchetto eredita tutte quelle innovazio¬ 
ni tecniche che avevano fatto di PriMus la miglio¬ 
re applicazione Windows sviluppata in Italia 
secondo i giudici del ________ 

Concorso "Windows DOVE & CHI 
per l'Italia '95" 


A tutti i visitatori dello 
stand in Smau Acca 
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ObiectDRAW, un 
software di CAD 2D 
per il disegno delle 
piante degli edifici. 


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Padiglione 20 
stand T32 


TDK presenta il suo primo CD-RW 

Dopo l'affermazione mondiale del supporto CD-R come memoria 
ottica di tipo Write Once/Read Many, l’universo dell'informatica 
personale si prepara a recepire l’ultima frontiera tecnologica di 
questo specifico settore, rappresentata oggi dal supporto CD- 
RW, un vero CD ri-scrivibile garantito, attualmente, per più di 
1000 operazioni. Fabrizl0 Dell 0fSO 



Viste le caratteristiche del supporto, la cui capacità massima rag¬ 
giunge i 650 MB ed i 74 minuti di registrazione consecutiva, conside¬ 
rata la particolare tecnologia implementata, praticamente impossibile 
soltanto immaginare che una azienda 
del calibro come TDK non sia presen¬ 
te: a Smau. presso il padiglione 11 
stand C06, la filiale italiana presenta 
tutti i suoi supporti per il mercato dell'informati¬ 
ca personale e per quello dell'office automation, 
tra cui - per l'appunto - il suo nuovo supporto 
CD-RW. denominato CD-RW650EA 


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GED ‘97, riflettori sull’archiviazione dei documenti 

La terza edizione della mostra-convegno di Iter espone le recenti 
disposizioni di legge e le più recenti soluzioni 


di Leo Sorge 


Dal 22 al 24 ottobre ('Hotel Sheraton di 
Roma ospiterà GED, l'annuale mostra- 
convegno sulla gestione elettronica dei 
documenti organizzato da Iter. Il fuoco 
dell'edizione '97 è sui documenti cor¬ 
renti e storici. L'occasione è suddivisa 
in quattro diverse aree: conferenza, 
seminari, incontri con le aziende ed 
esposizione. Le ultime due sezioni, 
vale a dire gli incontri e l'esposizione, 
sono ad ingresso libero; a pagamento 
sono invece i seminari e la confe¬ 
renza. In effetti esiste un quinto - . 
momento, la sessione spe¬ 
ciale del 24 ottobre * * Vf* 1 f t ■ 

dedicata alle^jjfW* ■l’*'***-- 
nuove tecnoio- fjr 
gie e applicazio- f 
ni per i Beni 

v, 


Culturali e 




immagini digita¬ 
li. Per accedere 
è necessario un 

Tra i temi della conferen- 9 

za troviamo la recente legge Bassanini 
(59/97), la deliberazione AIPA per l'ar- 
chiviazione ottica (537/93) e il provvedi¬ 
mento 22 luglio 1997 relativo alla firma 
elettronica dei documenti. 

In dettaglio i seminari sono quattro, dei 
quali uno solo della durata di una gior¬ 
nata e gli altri estesi a due giornate II 
giorno 24 ottobre si scandaglia la pro¬ 
blematica di come redigere un capitola¬ 
to di gara per imaging e workflow. Il 23 



e 24 ottobre, invece, si affrontano la 
GED nelle aziende private e Digital 
Imaging Solutions, replicato in forma 
aggiornata dopo il grande successo 
riscosso nell'edizione '96 GED nelle 
Pubbliche Amministrazioni è invece il 
tema proposto nei giorni 21 e 22, l'uni¬ 
ca occasione che si svolge nel giorno 
21 . 

GED '97 approfondisce la scelta dello 
scanner più adatto, l'archiviazione dei 
documenti aziendali, ricerca e tra¬ 
smissione dei dati, la 
stampa iri grandi volu¬ 
mi. In pratica si tratta 
, d'una panoramica com- 
* pietà sulla scelta di 
componenti e sistemi 
t-jSSH che migliorano l'orga- 
"* mzzazione aziendale 
Fin dal 1990 Iter orga¬ 
nizza OMAT, un punto 
di riferimento interna¬ 
zionale per tutte le tec¬ 
nologie gravitanti intorno al 
documento. Nel 1995 si è 
affiancata GED. con l'intento di avvici¬ 
nare documenti elettronici e legislazio¬ 
ne. 



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luogo di acquilo 





















SCO su Intel, il server per lan ed applicazioni 

L'Internet Way of Computing in mostra al padiglione networking 



I sistemi Unix di 
SCO su piattaforma 
Intel rappresentano 
la migliore soluzione 
LAN e Application 
Server oggi disponibi¬ 
le, sia dal punto di vista 
tecnologico che da quello dei 
costi. E' questo il messaggio 
forte dell'azienda leader del 
settore. Troppo spesso si 
tende a credere che la piat¬ 
taforma Intel sia l'ideale per 
operare come LAN Server, 
ma non come Application 
Server, mentre Unix viene 
percepito come ottimo 
Server Applicativo ma inadat¬ 
to per compiti di LAN Server. 

I prodotti che bollono nella 
pentola di SCO sono molti e 
già in occasione dello SMAU 
se ne potrà avere qualche 
anteprima su Vision97, 
Gemini e Tarantella. 

Le caratteristiche multi¬ 
tasking, multiutente, multith- 
reading e le funzionalità 
esclusive dei sistemi UNIX di 
SCO consentono l'implemen- 


tazione di server autentica¬ 
mente multifunzionali: Fi- 
le&Pnnt per PC Windows, 
Communication, Database, 
Application, Gateway. Web 
per Internet/mtranet. 

SCO Vision97, nella nuova 
versione Internet Optimized, 
è una suite di prodotti che 
consentono di integrare qual¬ 
siasi UNIX, non solo SCO, e 
Windows. Offrono nuove 
funzionalità per Internet 
come Internet Workgroups, 
ovvero l'accesso da PC alle 
risorse UNIX attraverso 
browser web, supporto di 
Windows Internet Naming 
System (WINSI, password 
crittografate, ActiveX e 
JavaScript. La release iniziale 
del Progetto Gemini, Gemini 
I, consoliderà e potenzierà le 
piattaforme SCO OpenServer 
e SCO UnixWare. Progettato 
specificamente per l’Internet 
Way of Computing, Gemini I 
integrerà le più aggiornate 
capacità Internet, Java e l'ela¬ 
borazione aziendale. 


Per soddisfare le richieste 
degli utenti. SCO ha infine 
accelerato il suo programma 
di rilascio relativo a Tarantella, 
la nuova tecnologia che con¬ 
sentirà alle applicazioni busi- 
ness-critical esistenti di esse¬ 
re accessibili via Internet o 
intranet da qualsiasi Client abi¬ 
litato a Java. 

L'ambiente operativo SCO 
viene fornito da ISV, VAR e 
OEM come Olivetti, Compaq, 
Unisys, Digital, Data General, 
Siemens Nixdorf e IBM. 
Quest'ultima, tra l'altro, ha 
recentemente rafforzato la 
propria collaborazione con 
SCO ed oggi fornisce SCO 
UnixWare certificato sui pro¬ 
pri PC Server. 




SCO 

Centro Direz Lombardo. 

Pai B1, Via Roma 108 
20060 Cassina de' Pecchi (MI), 
Tel. (021 95.30.1383 

Pad. 17/2-stand E27 


Con Micro Focus il Cobol è protagonista 

Tra le novità NetExpress, la finestra sul 
web per i sistemi Cobol. 



Micro Focus Italia parteciperà all'edizio¬ 
ne 1997 di Smau presentando l'intera 
gamma di soluzioni per lo sviluppo di 
applicazioni mission criticai basate sul lin¬ 
guaggio Cobol. La novità fondamentale è 
I rappresentata da NetExpress, un ambien¬ 
te OOP per lo sviluppo di applicazioni mis- 
sion-critical distribuite su Internet ed 
Intranet usando la logica di business esistente. 
NetExpress combina la piu recente tecnologia dei 
compilatori Cobol Micro Focus con una robusta 
suite di strumenti integrati che trae pieno benefi¬ 
cio da Windows 95 e Windows NT, e consente di 
creare in modo semplice una completa applicazio¬ 
ne Internet usando wizard e code assistant. Con 
NetExpress è possibile progettare e creare form 
per applicazioni Internet usando tecnologie stan¬ 
dard come Cobol. HTML e ActiveX anche integra¬ 
te in programmi CGI; non solo, consente di gene¬ 
rare automaticamente un programma web com¬ 
pleto (CGI) da qualunque tipologia di form (HTML 
o ActiveX) Usando la business logie di un'applica¬ 
zione Cobol esistente, è possibile generare un 
form eseguibile con un programma CGI correlato. 



Relativamente alla problematica del cambio di 
data dell'Anno 2000, Micro Focus presenta 
Challenge 2000, il programma che include un set 
di strumenti in grado di guidare le aziende attra¬ 
verso ogni fase dei progetti di conversione per la 
fine del millennio. Challenge 2000 consente di: 
effettuare l'analisi delle applicazioni mainframe e 
l'inventario dei loro oggetti con Revolve. nonché 
l'analisi degli impatti con Revolve/2000 per indivi¬ 
duare tutte le variabili coinvolte direttamente o 
indirettamente nella gestione delle date. 


Micro Focus Italia - Viale Erminio Spalla 41, 
00142 Roma, Tel. (06)5153931 

Padiglione 25 - stand D31 


Strhold a Smau ‘97 



Player di mercato 
come Informix, 
SCO, Specialix, 
SunSoft, FTP, 

1 Dynamica, Micro 
Focus e Italcom 
Telematica hanno 
scelto di affidare la 
distribuzione dei propri prodotti 
a Strhold Sistemi EDP. 

L'azienda emiliana presenterà ai 
visitatori le diverse soluzioni tec¬ 
nologiche che da tempo si 
occupa di distribuire su tutto il 
territorio italiano. In particolare i 
visitatori troveranno il net¬ 
working di Specialix, i fax server 
di Italcom, il database Universal 
Server, i sistemi operativi 
OpenServer ed UnixWare, le 
soluzioni internet di SunSoft ed 
FTP. Per il numero di annunci la 
palma d'oro spetta a Specialix. 
Universal Server Communi¬ 
cation della famiglia JetStream 
è in grado di collegare i vari 
dispositivi seriali ad una rete 
TCP/1P in ambiente sia Unix che 
NT. Saranno inoltre introdotte 
nuove schede seriali ad alte pre¬ 
stazioni, che garantiscono uno 
scambio di dati di 230 KB al 
secondo, La gamma di prodotti 
per la gestione fax in ambiente 
Unix di Italcom Telematica com¬ 
prende NFAX. ScFAX. SxFAX e 
StFAX, tutti software efficaci e 
di facile uso che consentono di 
gestire documenti fax da termi¬ 
nale a caratteri, da un terminale 
grafico e da un Client MS- 
Windows. FTP è invece rappre¬ 
sentata da i prodotti di rete 
TCP/IP come Network Access 
Suite OnNet 32, e da Internet 
Gateway per Windows NT e 
per Novell NetWare, prodotti 
server per reti a IP virtuali 
Secure Client per Windows 95 
fornisce le fondamenta per la 
prossima generazione della con¬ 
nettività: grazie a questa solu¬ 
zione, la workstation Windows 
95 può usare la tecnologia Vir¬ 
tual IP e consentire un elevato 
grado di sicurezza 
Ai prodotti Specialix, Italcom ed 
FTP si aggiungono le note pro¬ 
poste di Informix (Universal 
Server), SCO (UnixWare e 
OpenServer) e SunSoft (Java 
WorkShop). 


Strhold 

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42100 Reggio Emilia, 

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Pad. 22 - stand C05 


116 


MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997 


































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Con il passato 
non c’entra un tubo. 


La superiorità del nuovo Monitor LCD Philips I 4.5”è assoluta, ben 
oltre l'eliminazione del tubo catodico. La tecnologia a cristalli liquidi non offre 
solo più maneggevolezza e minor peso. Elimina anche ogni tipo di radiazione e interferen¬ 
za: è perciò ideale per applicazioni negli ospedali, nell'industria, la nautica. Con il rigore 
del design più avanzato, si farà spazio sulle scrivanie dei professionisti più esigenti.- 
La qualità d'immagine è altissima, con risoluzione e nitidezza a a A atfg® 

mai viste, e l'assoluta assenza di sfarfallio. È garantito da DKILLB’Filw^t 
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Matrox Video & Grafica, il kit per la multimedialità Delta distribuisce Casio: Cassiopea e QV 


Due hardware e svariati software in bundle a basso prezzo per 
appassionati e professionisti del video 



Se volete dare al vostro PC una super-accelerazione 2D. un'accelerazione 3D. 
il video digitale avanzato con funzioni di acquisizione ed editing video, editing di 
fotogrammi, video-comunicazione e riproduzione MPEG in hardware, Matrox 
ha pensato a voi con il nuovo Kit Video & Grafica. La confezione comprende 
l'acceleratore grafico Matrox Mystique 220 con 4 MB di SGRAM e il modulo 
video Matrox Rainbow Runner Studio, con un ricco corredo software il cui valo¬ 
re di mercato supera i 700 dollari La dotazione software comprende i videogio- 
chi Moto Racer GP di Delphine, Toy Story di Disney e le popolari applicazioni Kais 
Power Goo, SoftPeg 2.2 di Compcore. Wirl di Vream, i driver ottimizzati Matrox ed una 
sene di titoli giocatoli sino al primo livello. Il nuovo Kit Matrox sarà disponibile per la 
vendita in Italia ad ottobre '97, ed è proposto al pubblico a Lire 749 000 (prezzo indicati¬ 
vo di vendita-IVA inclusa). In particolare il modulo video Matrox Rainbow Runner Studio 
è una soluzione completa di facile uso per l’acquisizione e l'editing video II modulo è 
facilmente inseribile sull'acceleratore grafico Matrox 
Mystique 220 e si presenta come una soluzione com¬ 
pleta per tutte le applicazioni video, quali acquisizione 
video a piena risoluzione, compressione Motion JPEG 
hardware, editing video con il software Media Studio 
di Ulead, acquisizione ed elaborazione di fotogrammi 
con il software per l'editing delle immagini (Photo 
Express di Ulead. 


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Tel. (02)55.21.24.83 

Pad. 11/1-stand G03 


Da Image gli scanner Umax 

Il distributore piacentino promuove tra 
l'altro l'Astra 610P a 299 mila lire IVA e 
software inclusi 



Sempre piu basso il prezzo, sempre più alta la qualità. Sembra questo il motto di Umax, 
che con lo scanner Astra 610P entra nel mercato consumer Si tratta d'un modello 
piano formato A4, scansione 300x600 dpi ottici con colore a 30 bit. in vendita a 299 
mila lire IVA inclusa. Compresi nel prezzo si trovano ben 7 software in italiano i cinque 
di Pagemanager, un integrato per fotoritocco. OCR. archivio, lettura e fax/email/fotoco- 
piatrice; e due di Adobe, PhotoDeLuxe e PhotoAlbum. I driver sono validi sia per 
Windows 95 che per Windows NT L'annuncio va oltre l'offerta hardware e software 
Per mantenere questo livello di prezzi, infatti, Umax sta facendo pesanti investimenti in 
nuove fabbriche completamente automatizzate. Oggi disponibile solo su porta parallela, 
in breve tempo arriverà anche la versione SCSI Per la fascia alta della scansione c'è poi 
PowerLook 3000Pro. La caratteristica fondamentale di questo modello A4 da 
3048x3048 punti hardware per pollice è la compatibilità con modelli a tamburo ma ad 
una frazione del prezzo Grazie ai software ColorPro 
IPM 4 0 e JobManager legge foto, trasparenti e 
negativi direttamente in CYMK su 36 bit reali in usci¬ 
ta; insieme allo scorrimento in piano del carrello e 
non del CCD si raggiunge un dynamic range di 3,5, 
molto elevato per la categoria di prezzo: l'offerta 
attuale pone il 3000Pro a 19 milioni 900 mila lire, 
compreso software in bundle per 7 milioni. 



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Tel. 10523) 33 49 94 


Il nuovo web server con tecnologia 
Microsoft è un potente strumento 
marketing per i rivenditori. La linea 
Delta arricchita dai prodotti Casio 



In uno spazio di oltre 200 mq, il 
Gruppo Delta (260 miliardi dì fat¬ 
turato) farà mostra delle sue 
aziende, la stessa Delta e le due 
consociate: Software & Co (distri¬ 
buzione di prodotti multimediali) e 
' Task! (cloni PC). 

In particolare farà mostra di sé Cassiopeia. 
L'handheld PC di Casio racchiude nella sua 
ROM tutte le potenzialità del nuovo sistema 
operativo Windows CE con l'interfaccia di 
Windows 95 

Cassiopeia è uno strumento preziosissimo per 
chi necessita di usare i file e le informazioni del 
proprio PC Desktop anche in viaggio o fuori 
ufficio; Cassiopeia permette infatti di modifi¬ 
carle. aggiornarle e di crearne delle nuove per 
poi visualizzarle con un semplice "clic" 

La nuova unità portatile Casio permette anche 
di esplorare Internet tramite una comunissima 
scheda PCMCIA Modem ed Internet Explorer 
La sincronizzazione delle informazioni contenu¬ 
te nel Cassiopeia con le informazioni del PC 
avviene tramite connessione seriale o infrared. 
L'annuncio Ufficiale USA è avvenuto al COM¬ 
DEX '96. il prezzo USA (per la versione base, 
senza cavi di connessione e caricabatterie) è 
attestato a S 500 Presso Delta il prodotto è 
disponibile da subito in versione USA per svi¬ 
luppatori e per PR. in poche unità. E' stato 
distribuito a settembre, sempre in versione 
USA, in numero limitato. 

Sarà ufficialmente lanciato a gennaio '98, in 
versione ITA, per essere disponibile al grande 
pubblico WinCE è una piattaforma aperta, 
quindi dà la possibilità di usufruire di un nume¬ 
ro elevatissimo di programmi compatibili, risol¬ 
vendo m questo modo uno dei piu grossi pro¬ 
blemi delle periferiche tipo PDA, Agende, 
Personal Orgamzer e cosi via, nate con dei 
software pro¬ 


prietari 

Le dimensioni 
sono di 15x 
175x 92 mm, il 
peso di 380 
grammi com¬ 
presa batteria. 


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Pad. 11 - stand D07 


D.T.E. Group con Voice Data Manager propone l’opsys telefonico aziendale 



Per il secondo anno consecutivo D T E Group sarà presen¬ 
te a Smau '97 con un proprio stand Nell'occasione presen¬ 
ta Voice Data Manager (VDM), il primo sistema operativo 
per la telefonia computerizzata completamente sviluppato in 
Italia. Progettato e realizzato secondo l'architettura dei siste¬ 
mi aperti, si integra senza problemi con qualsiasi soluzione 
pre-esistente alla sua installazione, con l'obiettivo di protegge¬ 
re gli investimenti già effettuati dalle aziende e semplificare il proces¬ 
so di apprendimento da parte degli utenti 

Questo sistema operativo ha già riscontrato un grande successo in 
casi applicativi di grandi dimensioni: ad esempio è usato da TIM per il 
sistema di gestione delle carte telefoniche prepagate Timmy, capace 


di gestire oltre un milione di chiamate al giorno. Il sistema e stato svi¬ 
luppato da DS Telematica e DTE Group su server Digital Alpha, con 
sistema operativo Unix. E’ disponibile anche la versione pacchettizza- 
ta di Voice Data Manager, indirizzata al mondo delle medie aziende 
Voice Data Manager viene distribuito in Italia da una serie di aziende 
specializzate nello sviluppo di sistemi integrati per le grandi aziende 
DS Telematica, Matra Communication, Sielda, Tema, e Think. 



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118 


MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997 
























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L’annuncio è stato dato a Monaco di Baviera: nasce così una potenza da 5,5 miliardi di dollari 

3C0M ingloba US Robotics e diventa la prima potenza mondiale del networking 

La “nuova" 3Com è l'azienda più grossa al mondo totalmente focalizzata nel settore delle infrastrutture 
per la distribuzione e l'accesso alle informazioni in rete locale e geografica. Già operativa la nuova struttura 
organizzativa che si basa su tre business unit. Mark De Simone. un italiano, coordinerà le attività europee. 

di Francesco Fulvio Castellano 


Il nome 3Com è il derivato di 
tre parole: Computer, Commu- 
nication, Compatibilny. Ora 
bisognerà aggiungere un'altra 
Com: Competitività. Perché 
con il "merge" è nata la "new 
generation" networking 
3Com e US Robotics. dopo la 
fusione approvata dalle rispetti¬ 
ve assemblee degli azionisti, 
hanno annunciato il più impor¬ 
tante "merging" nella storia 
del networking. L'operazione 
ha portato alla creazione della 
più grande azienda mondiale 
ed europea del settore, con 
un'organizzazione e un team di 
management totalmente nuo¬ 
vi. Create tre unità operative. 
Un'autentica rivoluzione, poi¬ 
ché 3Com è già pronta a sfida¬ 
re Cisco Corp. per la suprema¬ 
zia del settore networking nel 
mondo. 3Com è. per alcuni 
settori, detentrice della prima o 
della seconda posizione, per 
quota di mercato, nei settori 
delle schede di rete, dei mo¬ 
dem per PC, degli switch per 
LAN, degli hub, e dei concen¬ 
tratori per accesso remoto. 
Questa fusione è una tappa 
importante per il rafforzamento 
della posizione di leadership di 
3Com nel settore del networ¬ 
king. Nasce cosi tra 3Com e 
US Robotics una potenza del 
networking in grado di aiutare 
lo sviluppo delle reti aziendali e 
dei carrier, e di aprire una 
nuova era dove l'accesso alle 
informazioni da parte delle pic¬ 
cole aziende e dei consumatori 
è sempre più facile e veloce. 
3Com ha aumentato il suo fat¬ 
turato dai 420 milioni di dollari 
del 1990 ai 5,5 miliardi del '97, 
opera in 45 Paesi con 13.500 
dipendenti. In Europa, durante i 
dodici mesi che vanno da aprile 
96 a marzo '97. l'insieme delle 
due aziende ha generato un 
fatturato prossimo a 1,5 miliar¬ 
di di dollari, con circa 2.000 
dipendenti. 

"La prossima ondata di cresci¬ 
ta del settore del networking 


verrà guidata dalle aziende che 
saranno in grado di offrire un 
accesso più veloce, di costruire 
infrastrutture più intelligenti, e 
di ridurre i costi di gestione” ha 
dichiarato Mark De Simone. 
che m Europa guiderà la busi¬ 
ness umt "Carrier Systems" 

La combinazione tra la leader¬ 
ship di US Robotics nei 
modem (l'unico prodotto che 
manterrà il “vecchio" logo) e 
nelle tecnologie di accesso 
remoto, più la posizione domi¬ 
nante di 3Com nel settore delle 
schede di rete dei sistemi 
aziendali, creano l'azienda che, 
più di ogni altra, è oggi in grado 
di offrire ai propri utenti i bene¬ 
fici di un sistema di rete perfet¬ 
tamente integrato. 

Una rivoluzione è avvenuta 
anche nel management di 
3Com Corporation. In pratica, 
strutturata in tre business unit, 
la nuova 3Com continuerà ad 
essere capitanata da Eric 
Benhamou, che resterà nella 
posizione di Chairman e CEO. 
Casey Cowell diventerà Vice 
Chairman del Consiglio di 
amministrazione, mentre John 
McCartney e Ross Mamre - 
sempre di US Robotics - diven¬ 
teranno rispettivamente Pre- 
stdent della divisione Client 
Access e Senior Vice President 
della divisione Carrier Systems. 
Alan Kessler e Ron Sege j 
entrambi 3Com - diventeranno 
rispettivamente Senior Vice 
President Global Sales e Senior 
Vice President Global Products 
della divisione Enterprise 
Systems. Sotto la guida di que¬ 
sto team, 3Com focalizzerà i 
propri sforzi su quattro mercati 
strategici: consumer, piccole 
aziende, carrier, e grandi azien¬ 
de Anche per 3Com Europa 
era inevitabile uno sconvolgi¬ 
mento nelle nomine del nuovo 
management. Verrà guidata dai 
VP delle tre Business Unit che 
sono Mark De Simone, un ita¬ 
liano, "primus inter pares". 
sarà Vice President Europe 


della Business Unit Carrier 
Systems, con la responsabilità 
della progettazione, produzione 
e commercializzazione di tutti i 
sistemi di comunicazione per i 
fornitori di servizi di rete: Steve 
Rowley. Vice President Europe 
della Business Unit Enterprise 
Systems, che ha la responsabi¬ 
lità della progettazione, produ¬ 
zione e commercializzazione di 
tutti i prodotti indirizzati alle 
aziende: hub, switch, router e 
software per il network mana¬ 
gement: e Clive Hudson, VP 
Europe della Business Unit 
Client Access, che ha la 
responsabilità della progettazio¬ 
ne, produzione e commercializ¬ 
zazione di tutti i prodotti di 
accesso alle reti locali (LAN) e 
geografiche (WAN). 

E le operazioni italiane? Nel 
momento in cui prepariamo 
questo servizio non è stato 
ancora emesso un comunicato 
ufficiale sia dall'una che dall'al¬ 
tra azienda, ma anche in Italia i 
giochi sembrerebbero fatti. 
Dunque, come negli altri Paesi, 
immaginiamo che sarà replica¬ 
ta l'organizzazione in tre busi¬ 
ness unit, nelle quali confluiran¬ 
no le attività delle tre società 
che attualmente operano nel 
nostro Paese: 3Com Italia, US 
Robotics NSD (Network Sy¬ 
stems Divisioni e US Robotics 
PCD (Personal Communi¬ 
cations Divisioni 
Gennaro Giacchetta, finora 
responsabile della US Robotics 
NSD. assumerà la direzione 
della Enterprise Systems busi¬ 
ness umt e, ad interim, quella 
della Carrier Systems business 
unit, e coordinerà le attività 
delle tre unità di business, la 
terza delle quali sarà guidata da 
Nino Patanè. in precedenza 
channel manager di US Robo¬ 
tics NSD Una "rivoluzione" 
anche in Italia, come si vede, 
che il management ritiene una 
bocciatura dei vertici di 3Com 
Italia. Ritornando alle attività di 
3Com Europa, operativa da 



Mark De Simone Vice President 
Europe 


subito, il nuovo team annuncia 
strategie "aggressive": non 
solo non verrà licenziato nessu¬ 
no. ma, anzi, le prospettive 
sono quelle di una crescita 
ancora elevata. Ci ha dichiarato 
De Simone: "Uno dei motivi 
che hanno spinto 3Com a fon¬ 
dersi con US Robotics é da 
ricercarsi nella forza che questa 
ha nel settore dell'accesso 
remoto. Proprio questo è il 
segmento che cresce pù velo¬ 
cemente e verso il quale si sta 
focalizzando l'interesse anche 
delle imprese, sempre più 
intenzionate a estendere le 
connessioni verso gli utenti". 
L'acquisizione di US Robotics, 
che certamente è la più grande 
operazione finanziaria finora 
realizzata nell'ambito dell'IT 
(del valore di circa 7,3 miliardi 
di dollari al momento dell'effet¬ 
tivo scambio di azioni). Ad ogni 
buon conto, ufficialmente, i 
risultati finanziari combinati 
saranno comunicati a partire 
dal primo trimestre dell'eserci¬ 
zio '98, che, per 3Com, si è 
chiuso il 31 agosto. 



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3D Xorossion t PC2TV 2Mbt Gamo 
30 Xprassion+PC2TV 4Mbt0amo 
3D Pro Turbo PC2TV 4Mb SGrom 
3D Pro Turbo PC2TV 8Mb SGrom 
3D Pro Turbo PC2TV 4Mb Gonio 
3D Pro Turbo PC2TV 8Mb Como 
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TY lunor. tekrridoo. ocauó. Mono I 


80 

1.07. 

132 

163 

_213 

234. 

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262 

399. 

322 

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4.3 Gb Quantum CYCLON UATA 

16.5 Gb Quantum CYCLON UATA 

4.5 Giga UWSCSI Quantum Aitasti 
9.1 Giga UWSCSI Quantum Altasll 
45 Giga UWSCSI CHEE1AH lOOOOg 
9.1 Giga UWSCSI CHEE1XM lOOOOg 


_61.4 

845 
—353 
446 
—514 
606 

_829. 

_390 

—S.L4 
—752 
1.671 
2.356 
2253 
3.744 


Digicom 33.6 eslomo Leonardo 
Digicom 33.6 est. Tiziano voice 
USR 33.6 Spostor voice osi. flash 
USR 33.6 Spastoi voico osiamo it 
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330 

375 

408 

288 

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6.518 
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Novell sempre più Intranet Hopper, la telematica... senza 


L'evoluzione dell'azienda porta una serie di tool 
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di Leo Sorge 



Testimoniando l'at¬ 
tuale fase di trasfor- 
r reazione del merca- 
'M to, Novell è sempre 
più protesa verso le 
intranet aziendali con 
l'obiettivo di diventare 
fornitore globale di applicazio¬ 
ni e servizi di rete. 

L'attuale famiglia di prodotti 
’lnternet/intranet ready' com¬ 
prende IntranetWare, Group- 
Wise e ManageWise. 

In aggiunta a questi, durante 

10 Smau verranno presentati 
da Novell nuovi strumenti, 
sempre più orientati al 
mondo Internet/intranet: 
BorderManager, Replication 
Services e Directory Services 
(NDS) multipiattaforma. 
BorderManager è la soluzio¬ 
ne che permette di estende¬ 
re su Internet le reti locali, 
mantenendo la sicurezza, la 
gestibilità e le prestazioni 
delle infrastrutture esistenti 
Si tratta di una suite di pro¬ 
dotti che include firewall per 
la sicurezza, proxy e memo¬ 
ria cache, Circuit gateway, 
Virtual Private Networking 
(VPN), routmg e funzionalità 
di accesso remoto e una ver¬ 
sione runtime di Intra- 
netWare come sistema ope¬ 
rativo per il server. Il sistema 
viene gestito da un unico 
punto di amministrazione. 

I Novell Replication Services, 
come il nome lascia intuire, 
replicano, distribuiscono e 
sincronizzano i dati gestiti su 
reti geografiche e web server 
intranet, offrendo un accesso 
immediato alle informazioni 
documenti in formato Win¬ 
dows e HTML, aggiornamen¬ 
ti software, immagini, filmati 
e spezzoni audio. 

11 prodotto è costituito da un 
unico software, un NetWare 
Loadable Module INLM) che 
viene installato su ciascun 
server dal quale o verso il 
quale devono essere replicati 
i file e le directory. 


La gestione viene garantita 
dall’utility di gestione stan¬ 
dard delle reti Novell, senza 
bisogno di software aggiunti¬ 
vo. 

I Novell Directory Services 
(NDS) rendono possibile la 
gestione e l'uso di più reti 
come se fossero una sola. 

La rete non è più un insieme 
eterogeneo e confuso di 
dispositivi variamente dislo¬ 
cati ma un'unica entità logi¬ 
ca. Grazie ai Novell Directory 
Services, concetti informatici 
come il Client, i server, le reti 
locali o le reti geografiche 
non sono più necessari. Le 
caratteristiche fondamentali 
sono un unico logm per l'u¬ 
tente ed informazioni struttu¬ 
rate su tutta la rete. 

Gli NDS sono uno standard di 
mercato: attualmente sono 
incorporati nel 75% dei mag¬ 
giori sistemi UNIX (Caldera 
OpenLinux, HP-UX. IBM-Aix. 
SCO e Sun Solaris) e presto 
saranno disponibili anche per 
Windows NT Server 
Inoltre, gli sviluppatori posso¬ 
no scrivere una singola appli¬ 
cazione che sia in grado di 
usare le capacità di NDS e 
portarla immediatamente su 
tutte le piattaforme NDS. 

Ad oggi, oltre 200 applicazio¬ 
ni usano NDS per la gestione 
di database. E-matl, gestione 
di rete, backup, memorizza¬ 
zione di dati di grande portata 
ed altri compiti mission-criti- 
cal. 


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Hopper FD è una soluzione modem senza fili che 
risolve i problemi di connessione in punti remoti non 
serviti nemmeno dal comune doppino telefonico. 


di Fabrizio Dell'Orso 


Il sistema, che nella sua accezione più semplice richiede 
due sole unità, si segnala inizialmente per l'assenza di 
costi aggiuntivi: la comune linea è sostituita da onde radio 
per la cui ricezione sono richieste, a seconda della distan¬ 
za che si deve coprire (da 200 m a 15 km), antenne stilo, 
antenne omnidirezionali (per il provider) o direzionali (per il 
cliente finale o per soluzioni "end to end") fino a particola¬ 
ri antenne paraboliche. Qualora si debbano 
superare distanze maggiori, oppure qualo¬ 
ra si sia in presenza di ostacoli (colli¬ 
ne, vallate, ecc.) è anche possibi¬ 
le utilizzare una terza unità 


/Il 

III 


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’ H °Pper 


come ripetitore di segnale. ] 

Diversamente, dotando più j 
sistemi remoti con modem 
Hopper e appropriata antenna 
direzionale e il sistema centra¬ 
le di un modem con antenna omnidi¬ 
rezionale, è altresi possibile costruire una piccola 
rete anche in zone caratterizzate da forti limitazioni operative. 
La soluzione Hopper FD, il cui sistema di trasmissione utilizza 
la banda dei 2 GHz e ha ricevuto la necessaria omologazione 
PP TT. si presta sia per i tradizionali collegamenti punto punto, 
sia per quelli punto a multipunto sia ancora per quelli multi- 
punto a multipunto. Apparentemente piU difficoltoso da met¬ 
tere in opera e da utilizzare, il sistema si caratterizza in realtà 
da una installazione davvero semplificata: basta collegare i 
modem alle rispettive porte seriali, configurare i computer, 
controllare l'intensità di segnale in antenna (specie se impie¬ 
gato per raggiungere le maggiori distanze) e il gioco è fatto. 
Autentica spina nel fianco di ogni trasmissione a radiofrequen¬ 
za, il problema sicurezza nelle operazioni di trasmissione 
dei dati è qui stato superato da una serie di accorgimenti di 
fatto molto efficaci: la trasmissione infatti utilizza per prima 
cosa un codice unico di modulazione (codice che effettua 
una vera operazione di crittatura), in secondo ordine il pro¬ 
tocollo della trasmissione è organizzato con la trasmissio¬ 
ne irregolare di pacchetti di dati, e infine (per evitare l'intru -1 
sione di altri utenti non autorizzati, anche se in possesso 
della medesima attrezzatura) c'è anche da superare lo sco-1 
glio presentato dal codice personale dell'utilizzatore. I 
modem possono raggiungere velocità fino a 19200 kbps e 
fino a 38400 kbps se connessi in half-duplex e sono ali¬ 
mentati da una tensione esterna continua compresa da 8,5 
Va 14 V. tensione che è facilmente disponibile (eventual¬ 
mente anche su autoveicoli di servizio) in 
tutte le situazioni off-road come in cave, 
cantieri, pozzi di estrazione 


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Gli NT skys di Silicon Graphics 

Nel 1998 l'azienda del visual computing esordirà con una workstation 
in ambiente Windows NT su piattaforma Intel 

di Leo Sorge 

Una bomba di grande violenza si è abbattuta sul mondo delle workstation: Silicon 
Graphics lancerà una famiglia di workstation con Windows NT e microprocessore 
Intel. La notizia, uscita nei primi giorni di settembre, rimbalza dagli Stati Uniti, 

Le persone che si occupano dell'argomento dalla sede della corporation forniscono 
senza problemi precisazioni e commenti che rendono la notizia sicura e definita, quin¬ 
di al riparo da qualsiasi imprecisione e speculazione. Silicon Graphics non ha ancora 
fatto un annuncio formale, tuttavia afferma che i prodotti basati su NT non saranno 
disponibili durante questo anno fiscale, che termina a luglio del 1998. I nuovi sistemi 
non sostituiscono l'attuale linea di prodotto basata su Unix, ma si affiancano per 
meglio sfruttare le opportunità d'un settore in espansione. 

Una dichiarazione ufficiale dedicata direttamente al prodotto con NT dice che "il siste¬ 
ma avrà alte prestazioni, si differenzierà nella gestione della grafica e della multime¬ 
dialità e si rivolgerà ai professionisti tecnici e creativi. Il nostro obiettivo è di essere il 
numero uno nelle workstation per la progettazione, e riteniamo che il suo persegui¬ 
mento passi per un mix di prodotto comprendente Windows NT su piattaforma Intel' 1 . 
Negli ultimi tempi l'azienda era stata duramente contestata dagli analisti per i suoi 
risultati finanziari, che - nonostante in assoluto fossero interessanti - sono stati ritenuti 
scarsi in quanto inferiori alle aspettative. In un ambiente nel quale si vendono speran¬ 
ze e talvolta illusioni questa è stata una doccia fredda. Una delle accuse è stata di 
inseguire troppo chimere quali la televisione, il cinema o il supercomputing senza 
focalizzarsi sul mercato hardware. In effetti molti problemi degli ultimi tempi sono 
derivati dalla non disponibilità di chip Mips, che l'azienda progetta ma non produce. E' 
vero che l'enorme potenziale grafico di SGI langue dietro ai problemi commerciali 
della scelta risc/Unix, e che ormai Microsoft su Intel, grazie anche alle librerie 
OpenGL della stessa Silicon Graphics, si è molto avvicinata alle prestazioni SGI di 
fascia bassa. Negli ultimi tempi SGI si era avvicinata al mercato mainstream con 
accordi di tipo vario per gli accessori hardware ma anche per i sistemi di gestione di 
rete. Tornando al comunicato bisogna puntualizzare che si parla di Unix (comunque 
non di Irix. la versione di SGI) ma non di Mips. La recente generazione di processori 
potrebbe non aver tolto le castagne dal fuoco, lasciando irrisolti i problemi di competi¬ 
tività sul desktop mentre al momento non non ve ne sono né in basso, nell'embed- 
ded, né in alto, con i superserver verso i supercomputer. C’è poi da chiedersi quanto 
questa scelta porterà vantaggio alla causa di Microsoft: SGI sa molte cose sul multi- 
processmg. Infine in un momento nel _ 


quale molto si gioca sulla rete va rile¬ 
vato che oggi Irix non supporta 
Internet Explorer, ma NT lo farà. 
Intanto a Santa Clara nessuno si 
scompone. 


Silicon Graphics Spa - Strada 6. Palazzo 
N3, Milanofiori, 20090 Segrete (MI), 

Tel. (02) 57.56.11 



: giunge alla settima edizione 

Milano, 29-30 novembre ‘97 

, un convegno annuale di informatica organizzato autonomamente e senza scopi di 
|lucro da un gruppo di programmatori e utilizzatori di computer, sarà dedicata alla presen¬ 
tazione di ricerche, esperienze e prodotti sviluppati da programmatori e utenti italiani e 
stranieri delle seguenti piattaforme Amiga, BeOS, GNU, Java, Linux, TeX, tecnologie 
Internet, ecc. Tra gli oltre 25 interventi previsti se gnaliamo in particolare; 

- Be Europe (Parigi, http://www.beeuroDe.coml dimostrerà il nuovo sistema operativo BeOS 

per architetture Intel e PowerPC _ _ 

- Richard Stallman della Free Software Foundation (USA, http://www.tst.orql illustrerà la sto¬ 
ria, gli obiettivi e il futuro del progetto GNU. 

- Haage & Partner (Germania. Imtp://www.haage-partner.comi presenterà le soluzioni softwa¬ 
re per sistemi Amiga Pow erPC 

- Urban Mùller (Svizzera, http://www.aminet.0rgl descriverà Aminet, 
oftware liberamente distribuibile. 

progetto AROS 


più grande archivio 


mondiale su Internet di soft ware liberamente distribuibile. 

- Aaron Digulla (Germania, http://aros.th-konstanz.de/aros/| presenterà . _ 

(AmigaOS Replacement OS), una riscrittura exnovo di AmigaOS 3.1 indipendente dalla piat¬ 
taforma hardware. 

I programma completo dei lavori e l'iscrizione al convegno sono disponibili sulla pagina WEB: 
>://www.t ' 


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La sicurezza 
totale 
per le reti 
Internet/lntranet 


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V- Protezione 
contro 
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da Internet 

SSH - Per la crittografia dei sistemi client/server. 
VPN - Per la creazione di reti private virtuali su Internet. 
Desktop - Per la crittografia dei dati su laptop/desktop. 
Commerce • Per la sicurezza del commercio elettronico. 

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MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997 



























CoFax Telematica: soluzioni per networking e comunicazioni ISDN 


La novità Maxi 28 si affianca al listino dell'azienda romana, che comprende anche OpenLinux 




La novità dello stand 
Cofax è Max128, 
una nuova scheda 
® ISDN per personal 
computer. Si tratta 
d'una Plug&Play, con 
driver per gli ambienti 
Windows 3.1x, Windows95 e 
Windows NT. Grazie al sup¬ 
porto del miniport driver, con 
il modulo di accesso remoto 
disponibile su Windows95 e 
NT può essere usata anche 
per accedere alla rete 
Internet. Inoltre può essere 
usata, in ambiente Windows 
NT, sia con il software RAS 
Client, sia con il software RAS 
server II corredo software 
della scheda Maxi 28 è rap¬ 


presentato dal software RVS- 
COM light, che permette di 
trasmettere e ricevere fax G3 
e di trasferire file 
Tra gli altri prodotti troviamo 
le schede Sedlbauer. per il 
secondo anno nel catalogo 
Telecom Italia Quattro i 
modelli: Speed Card, scheda 
interna per bus AT, Speed 
WIN, scheda Plug&Play per 
Windows95, Speed Box, 
scheda per porta parallela, e 
Speed Star, scheda per slot 
PCMCIA. 

Naturalmente non manche¬ 
ranno i prodotti Zyxel, di cui 
la CoFax Telematica distribui¬ 
sce con successo tutta la 
gamma ISDN, e i router 



Presuge, gli unici a supporta¬ 
re la funzione di Sigle 
User Account, che 
permette di far 
accedere una rete 
LAN alla rete Inter¬ 
net usando l'indirizzo 
dinamico. 

Tra i software distribuiti 
ecco Open Linux della Cal¬ 
dera. Questo pacchetto è una 
delle più complete distribuzio¬ 
ni LINUX contenenti molti 
applicativi ed è inoltre com¬ 
pleto di supporto tecnico e 
manualistica Tra gli applicati¬ 
vi disponibili nella distribuzio¬ 
ne ci sono tutti i piu avanzati 
pacchetti software per la con¬ 
nettività Internet (Netscape 


di Leo Sorge 


Navigator, 
Apache WWW 
server, FTP Client e ser¬ 
ver, NFS Client e server, 
Editor HTML), per la grafica e 
l'interfaccia d'utente 


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- velocità 1,9Mbp$ 

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telecontrollo 
velocità 19,2Kbps 
interfaccia RS232-C 
omologazione PPTT, C€ 


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128 


MCmicrocomputer n. 177-ottobre 1997 















Zenith allo Smau: soluzioni a 360 gradi 

Dai PC, ai server alle stampanti, Zenith 
presenta tutte le anticipazioni della 
prossima stagione. 

di Enrico Ferrari 

TT^Tl Lo Smau Zenith è in realtà composto da 
una serie diversa di entità e progetti 
; ■f finalizzati a coprire tutte le esigenze 
, i v /• del mercato: si va infatti dal picco- 
lo "Net PC", un personal semplifi- 
y«, J cato ed economico progettato per inse- 

rirsi immediatamente in una rete aziendale, ai 
potenti server multiprocessore, passando per i notebook e i 
desktop con le prestazioni più elevate, per le applicazioni multimediali e la grafica avanza¬ 
ta, N-Station, il primo "NET PC" di Zenith Data Systems, è la novità assoluta presentata a 
SMAU: si tratta di un personal computer basato su un processore Intel Pentium MMX a 
166 MHz e utilizza il sistema operativo Microsoft Windows 4.0 Workstation, ha una 
memoria standard SDRAM a 32 MB espandibile fino a 128 MB e un hard disk da 1.2 
GB. È dotato in configurazione standard di una interfaccia Fast Ethernet da 10 e 100 
Mbit/s. Specifiche soluzioni hardware integrate nel sistema e in grado di collaborare con 
il software Intel LANDesk Client Manager permettono di tenere sotto controllo costante- 
mente lo stato di funzionamento della stazione di lavoro sia su base locale sia su base 
centralizzata da parte dell'amministratore della rete. 

Per i notebook Z-NOTE 6200 associa la potenza di elaborazione fornita da un processore 
Pentium MMX a 166 MHz con un display dalle caratteristiche eccezionali: matrice attiva 
per la massima brillantezza dei colori, risoluzione XGA a 1024 x 768 punti e una spetta¬ 
colare diagonale di 13,3 pollici, corrispondente alla superficie effettivamente utilizzabile 
di un normale monitor a tubo catodico da 15 pollici nominali. Al top della gamma dei PC 
si colloca la serie Z-Station Vega, con processore da 233 a 300 MHz, che si propone 
come la stazione di lavoro dal rapporto prezzo/prestaziom ideale per una sene di applica¬ 
zioni professionali, dalla grafica, al CAD, al desktop publishing. È presente una interfaccia 
Ethernet e Fast Ethernet (10 / 100 Mbit/s), una porta video, collegamenti USB o 
Umversal Serial Bus, una sezione grafica Matrox Millennium. 

Completano la gamma dei desktop i modelli Z-Station LX+ e la più economica serie Z- 
Station EL, tutti con tecnologia MMX. 

Per i server si va cosi dall'economico Z-Server EL Pro. con un processore Pentium Pro, 
al piccolo ma flessibile Express5800 LE2000, che può adottare uno o due processori, 
fino ai più potenti Express 5800 MT2000, sempre a uno o due processori, ed Express 
5800 HX 4000, che arriva a 4 processori e ha una capacità di archiviazione fino a 56 GB. 
Al top della gamma è il quadriprocessore Express5800 HX4000, con capacità di archivia¬ 
zione fino a 109 GB distribuiti su un massimo di 12 dischi. 

Zenith Data Systems presenta quest'anno anche soluzioni a valore aggiunto, tra le quali 
spiccano nuovi sistemi di videoconferenza su personal computer e i sistemi per la 
gestione e l'amministrazione delle reti e dei sistemi. 

Viene presentata la gamma di soluzioni basate sulla tecnologia ProShare di Intel, oggi 
ulteriormente potenziata con soluzioni ottimizzate per l'ambiente Intel Pentium MMX e 
Pentium II, con migliorata resa delle immagini. Per quanto riguarda le stampanti al 
Padiglione 10 saranno disponibili le più recenti stampanti laser PageMaster (identificate 
dalle sigle 1035ex, 1435ex, 1455ex) e alcuni dei più significativi modelli della serie 
Signum, la famiglia ad impatto interamente progettata nei laboratori di Pregnana 
Milanese, alle porte di Milano I nuovi modelli PageMaster, da 10 e 14 pagine al minuto, 
offrono le più ampie possibilità di espansione della memoria (da 3 MB fino a 67 MB), 
gestione ottimizzata della stessa grazie all'impiego della tecnologia MIT, o Memory 
Improvement Technology, possibilità di controllo remoto delle stampanti con l'integrazio¬ 
ne del software MarkVision by Lexmark. Caratteristiche comuni a tutti i modelli sono 
una stampa con risoluzione 600 x 600 dpi, con qualità 
ottimizzata dall'impiego della tecnologia ERT (Edge 
Refinement Technology) che consente una migliore 
rappresentazione delle curve e quindi anche dei carat¬ 
teri più fini eliminando fastidiose "scalettature", e un'in¬ 
terfaccia utente evoluta, con un pannello che compren¬ 
de un display LCD di due righe da 16 caratteri ciascuna 
e una serie di otto tasti per le funzioni di configurazione 
e impostazione. 


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Canon a Smau: un anniversario e molte novità 

Il primo campione presentato, la nuova stampante laser di rete 
Canon denominata LBP-2460, è stata disegnata tenendo in mente le 
esigenze di grosse reti aziendali: è infatti capace di 24 pagine al 
minuto e vanta una risoluzione di 600 dpi, unitamente ad una serie di 
caratteristiche input e output, quali ad esempio la possibilità di 
stampare in diversi formati, tra cui l'A3. 

di Enrico Ferrari 



ULLH II modello standard 
della Canon LBP-2460 
è provvisto di 3 siste- 
mi per la gestione della 
carta, inclusi due cas- 
setti da 500 fogli l'uno e 
un vassoio multifunzione da 
100 fogli. E' disponibile anche 
l'opzione da 2000 fogli che 
porta la capacità totale di 
gestione a 3100 fogli. 

Canon espone a Smau quat¬ 
tro nuove stampanti Bubble 
Jet che costituiscono un 
aggiornamento della gamma 
delle stampanti Bubble Jet 
Canon di maggiore successo. 
Sono: BJC-80, un modello 
portatile portatile che comuni¬ 
ca con il computer attraverso 
una porta ad infrarossi: BJC- 
250, una stampante entry- 
level particolarmente indicata 
per le famiglie e il mercato 
SOHO, che. grazie al 
Fotorealismo, realizza stampe 
di qualità fotografica su 
un'ampia gamma di supporti, 
compresa la carta per stri¬ 
scioni (Banner Paper); BJC 
4300, un modello che stabili¬ 


sce nuovi standard di velocità 
e qualità di stampa (Foto- 
realismo) ed è destinato a chi 
necessita della flessibilità e 
delle prestazioni di una laser 
ma che desidera anche il 
colore; BJC 4650, infine, la 
nuova risposta Canon mirata 
a soddisfare la richiesta di 
stampanti a colori per grandi 
formati. Stampa infatti in for¬ 
mato A3 per la creazione, ad 
esempio, di piccoli poster o 
di altro materiale grafico. 

E' dotata di interfaccia per 
Macintosh e PC e offre una 
risoluzione a colori di 
720x360 dpi e una velocità 
fino a 4,8 pagine al minuto. 

Il CanonScann 300S è uno 
scanner di ridotte dimensioni 
a foglio singolo a colori e 
monocromatico con risoluzio¬ 
ne ottica di 300x600 dpi, 
interfaccia parallela bidirezio¬ 
nale, software in dotazione 
Scancraft S, Canonbureau 
Nel settore dei computer 
portatili la novità è rappresen¬ 
tata da CN 600, dotato di 
scheda audio, estremamente 


compatto e sottile, a cui pos¬ 
sono essere collegate due 
differenti unità modulari. La 
prima incorpora una stam¬ 
pante Bubble Jet monocro¬ 
matica. un lettore CD-ROM 
12x e 2 casse acustiche Hi-fi. 
mentre la seconda è compo¬ 
sta da un CD-ROM 8x e da 
una coppia di casse acusti¬ 
che. 

Entrambe dispongono di una 
scheda Ethernet integrata per 
il collegamento in rete. Grazie 
ai processori Intel Pentium da 
133. 150 MMX. 166 MMX. 
all'hard disk da 1,4 GB, 
all'ampio display da 12,In, al 
sistema operativo Windows 
95 ed ai facili collegamenti 
piug & play, il CN 600 forni¬ 
sce tutta la potenza di elabo¬ 
razione necessaria per ogni 
esigenza 

C'è poi il notebook BN 750, 
più potente del BN 700, con 
display 12,1", Hard Disk 2,0 
GB, Pentium da 133,150 e 
166 MMX. 

Nel settore telecomunicazioni 
Canon propone il fax L 800 ,è 
un fax laser di fascia alta con 
una velocità di stampa di 8 
pagine al minuto e un 
modem di 14.400 bps. Ha 
una memoria standard di 80 
pagine ampliabile fino a 512 
pagine 

Ha due possibilità di integra¬ 
zioni: in ambiente di rete 
come stampante 600x600 
dpi e sempre in abbiente di 
rete come stampante, PC-fax 
e scanner 

DR-3020 è uno scanner fron¬ 
te retro dalle grandi prestazio¬ 
ni in grado di scandire fino a 
40 pagine A4 al minuto, e di 
convertirle in un formato 
immagine UFF compresso. 
Archidoc è la parte software 


della soluzione, che operando 
in ambiente Windows si 
prende carico dei file UFF 
creati dal DR-3020 e ne per¬ 
mette la memorizzazione, 
l'indicizzazione, ed in un 
secondo tempo l'eventuale 
ricerca e stampa. 

Canon, che festeggia que¬ 
st'anno il decimo anniversario 
del lancio sul mercato della 
prima fotocopiatrice digitale a 
colori (CLC 1) prodotta in 
sene nel mondo, presenta 
tutta la sua gamma di sistemi 
digitali per il colore. 

E propone il nuovo Controller 
Professionale ColorPASS 
5000 Questo nuovo RIP 
sostituisce il ColorPASS 4500 
e si propone quale interfaccia 
ideale per il collegamento a 
CLC 700L e CLC 800 Adotta 
un nuovo processore MIPS di 
tipo RISC denominato R5000 
che opera alla velocità di 200 
MHz L'architettura XJ+ resta 
invariata con l'ultimo dei 
RipChips ASIC a supporto 
della CPU. 

Complessivamente le presta¬ 
zioni dell'intero sistema 
aumentano del 35-40% 
rispetto al modello preceden¬ 
te Per il bianco e nero Canon 
espone PC 760, una piccola 
fotocopiatrice da tavolo. NP 
6045, un nuovo modello ad 
alte prestazioni da 45 copie al 
minuto, in fronte retro, e NP 
9100, la soluzione ideale per 
grandi volumi. 

MS500 è uno scanner digita¬ 
le per Microfilm che con una 
velocità di scansione di 8 
fotogrammi al minuto, colle¬ 
gato ad un PC consente di 
convertire in file UFF qualsia¬ 
si tipo di supporto Microfilm, 
dalle Fiche alle Pellicole 16/35 
mm. 


— Canon cambia sede- 

Quest'anno Canon celebra il 60' anniversario della fondazione della 
Casa Madre in Giappone e il 25' della sua presenza in Italia e per 
l'occasione cambia anche sede Dallo scorso agosto si è trasferita 
in un edificio nuovo e tutto suo, nel Centro Direzionale di Milanofiori, 
alle porte di Milano 

L azienda, che ha l'ambizioso slogan di raggiungere i 1000 miliardi di 
fatturato nel 2000, si è costruita una sede su misura, con telefoni 
digitali e scrivanie ergonomiche ed un sistema di smistamento delle 
chiamate e dei messaggi all'interno e anche durante gli spostamenti 
in giro per l'Italia del personale 

Negli stessi edifici saranno raggruppate le ragioni sociali Canon Italia 
S.p.A e Canon Milano SpA, con vantaggi logistici ed operativi 

DOVE 6 CHI - 

Canon Italia Spa - Palazzo L. Strada 6. 

20089 Rozzano. Milanofiori IMI), Tel (02) 8248 1 

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L'azienda presenta una gene¬ 
razione di tavolette grafiche e 
di penne computerizzate prive 
di filo e di batterie 





Nell'astuccio delle penne 
Wacom è arrivata UltraPen 
Eraser UP-801E, la prima 
F penna grafica sensibile alla 
pressione, che combina il 
doppio pulsante laterale e la 
funzionalità di cancellazione. 
Questo modello segue UltraPen 
Pendi, UltraPen Ink, UltraPen Brush, 
UltraPen Write, UltraPen Classic. In 
totale le penne Wacom sono sei. 
Inoltre, Wacom offre il cursore ergo¬ 
nomico UltraPomt Ergonomie, ideato 
per i professionisti del CAD che lavo¬ 
rano su tavolette grafiche nei formati 
Al e A2 Le tavolette grafiche 
Wacom comprendono tre sene: 
UltraPad, ArtPadll e PL-300 La serie 
UltraPad è disponibile nei formati da 
A2 a A5, per Macintosh Windows e 
SGI ArtPad II, la piu piccola sul mer¬ 
cato Macintosh e Windows, è distri¬ 
buita con i software Fractal Design 
Dabbler 2SE e Kais Power Tool 3SE 
con la penna UltraPen Eraser a lire 
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PL-300 è l'innovativa tavoletta grafica 
che riproduce sul proprio display a cri¬ 
stalli liquidi la schermata a colon del 
computer E particolarmente indicata 
per chi ha bisogno d'inserire dati e 
immagini senza l'uso dello schermo e 
del mouse I distributori italiani di 
Wacom sono Delta e Modo (DTP), 
Micrograph (CAD) e CDC Point Spa 
per la commercializzazione della solu¬ 
zione ArtPad II + Dabbler 2 OSE + 
KPT 3SE 



DOVE & CHI- 

Wacom, Hellersbergstrasse 4, 

D-41460 Neuss. Deutschland. 
Tel. 0049/2131/123929 

Pad. 11 - stand C08 


Alleanza Siemens-3Com per Fintegrazione voci/dati nel networking 

Al Siemens Forum di Monaco di Baviera annunciala l’alleanza strategica 
tra Siemens AG e 3Com Corp.. che porterà all'integrazione voce e data 
communication oltre che al grande business della telefonia. 

L'annuncio in un incontro con la stampa internazionale 
in contemporanea con San Francisco. 

di Francesco Fulvio Castellano 


Reti, sempre piu reti, nel competitivo merca¬ 
to globale, deregulation nelle Tic nel mondo, 
più velocità nelle tecnologie LAN e WAN. 
televideoconferenze. Internet-lntranet- 
Extranet: è qui che si gioca la grande partita 
Questi trend e la spinta ai prossimi paradig¬ 
mi portano alla "pervasive network ", la con¬ 
vergenza di quella che era la separazione 
infrastrutturale della voce e dei dati 
E la ''pervasive network” è la visione dell'e¬ 
voluzione dei network di 3Com al fine di sup¬ 
portare le comunicazioni commerciali e per¬ 
sonali. 

In questa visione si sono mossi, con indovi¬ 
nata tempestività, nella cadenza degli ultimi 
accadimenti in questo effervescente setto¬ 
re, i due colossi 3Com Corp di Santa Clara e 
Siemens AG di Berlino e Monaco, che 
hanno annunciato in un incontro stampa 
internazionale congiunto, l'accordo strategi¬ 
co raggiunto con lo scopo di creare nuovi 
prodotti indirizzati verso il mercato in rapida 
evoluzione per l'integrazione "voice and 
data” network. 

Tale alleanza assicurerà l'mteroperabihtà tra i 
sistemi di telecomunicazione Hicom di 
Siemens e i sistemi di data networking di 
3Com e lo sviluppo di nuovi prodotti al fine 
di agevolare l'uso delle comunicazioni dati e 
voce all'interno delle reti aziendali. Il piano di 
integrazione fra i prodotti di comunicazione 
dati e voce delle due società è finalizzato alla 
creazione di nuove applicazioni, quali la 
telefonia tramite Internet, e ad aumentare la 
diffusione delle comunicazioni multimediali e 
del telelavoro. 

Questo particolare mercato mondiale 6 in 
forte espansione: il tasso di crescita annuo è 
di circa il 15% e un giro d'affari che supererà 
i 110 miliardi di dollari entro il 2000 
Relativamente alle infrastrutture di comuni¬ 
cazione dati, nel prossimo quinquennio si 
prevede una crescita del mercato pari al 20- 
40%. per un totale di oltre 130 miliardi di 
dollari. Cifre da capogiro. 

Siemens e 3Com, al vertice mondiale rispet¬ 
tivamente nelle reti di comunicazione dati e 
voce, uniranno ora il proprio know-how tec¬ 
nologico e le risorse di sviluppo per dare un 
forte impulso all'attuale stato dell'arte della 
tecnologia ISDN e a tutte le altre tecnologie 
di trasmissione voce-dati, una delle piu 
importanti sfide nel mercato delle telecomu¬ 
nicazioni. L'impegno congiunto Siemens- 
3Com offrirà a tutte le aziende con infrastrut¬ 
ture standard soluzioni di comunicazione a 
"prova di futuro” nelle nuove applicazioni di 


rete E. per Siemens, un passo obbligato 
nella strategia di migrazione verso applicazio¬ 
ni multimediali end-to-end, non vincolate dal 
tipo di rete esistente. 

Inoltre, le due società hanno annunciato che 
Siemens Private Communications Systems 
Group (PN) commercializzerà, a livello mon¬ 
diale. la linea completa di prodotti di comuni¬ 
cazione dati di 3Com per le aziende La 
gamma comprende soluzioni per reti LAN e 
WAN di 3Com. quali la famiglia Offi- 
ceConnect per la trasmissione dati e le 
comunicazioni on-line in piccoli uffici; il siste¬ 
ma SuperStackll per gruppi di lavoro e divi¬ 
sioni aziendali; la famiglia CoreBuilder per 
centri di elaborazione dati; la piattaforma 
AccessBuilder per l'accesso remoto e le 
avanzate schede di interfaccia EtherLInk 
Siemens trarrà cosi vantaggio dal software 
TrascendWare, di proprietà 3Com, che inclu¬ 
de il software di controllo avanzato di rete, 
come ad esempio il Fast IP 
A sua volta, 3Com integrerà altresì alcuni 
sistemi di comunicazione Hicom con i propri 
sistemi OfficeConnect e SuperStackll per 
offrire soluzioni di telefonia LAN altamente 
integrate. 

A garanzia di tutto ciò, Siemens e 3Com 
hanno anche concordato di rendere intero- 
perabili le rispettive famiglie di prodotti di 
punta ad esempio, grazie al software 
TrascendWare di 3Com, lo standard indu¬ 
striale, le due aziende svilupperanno l'mtero- 
perabilità tra i sistemi di comunicazione 
Hicom e gli Switch CoreBuilder In conclu¬ 
sione, poiché in futuro le soluzioni 3Com- 
Siemens offriranno ai clienti l'opportunità di 
ottenere comunicazioni end-to-end attraver¬ 
so interconnessioni su reti di trasmissione 
dati e voce, le due aziende sono certe di 
poter incrementare l’uso di applicazioni mul¬ 
timediali. quali il telelavoro e la condivisane 
di applicazioni voci/dati o video/daii 
Ciò consentirà, ad esempio, ad un PC telefo¬ 
no di essere raggiunto sia dai telefoni analo¬ 
gici sia dai telefoni digitali 


DOVE & CHI- 

Siemens Nixdorf Informatica Spa 

Via Roma 108, 

20060 Cassma de' Pecchi (MI), 

Tel (02195 12.11 


132 


MCmicrocomputer n, 177 - ottobre 1997 



















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In programma c'è anche l’apertura di una filiale italiana 

D-Link presenta i nuovi workgroup switch 

La nuova serie di switch D-Link offre 9 modelli di switch unmana- 
ged e managed, con un'ampia scelta di dispositivi desktop e rack e 
una densità di porte da 2 a 18. La società, attiva nel settore del 
networking nei Paesi asiatici e nota nel mondo per la vasta gamma 
dei suoi prodotti, ha deciso di consolidare la sua posizione nel 
nostro Paese. 

di Francesco Fulvio Castellano 

La società taiwanese D- 
Link, presente in tutto il 
mondo e al top in 
Estremo Oriente nel 
mercato del networ¬ 
king, ha deciso di 
ampliare ulteriormente 
la propria presenza in 
Italia attraverso un'arti¬ 
colata strategia di 
marketing. 

Nel programma c'è 
anche l'apertura di una 
filiale commerciale italiana, che dovrebbe essere operativa entro la fine dell'anno al 
fine di fornire supporto di marketing e assistenza tecnica ai distributori, non solo, ma 
perché ritiene il mercato italiano estremamente importante tanto da prevedere per la 
fine dell'anno 1998 un fatturato tra i 5 e i 10 milioni di dollari. Per quest'anno la previ¬ 
sione è di raggiungere i 4/5 milioni di dollari. 

Recentemente, D-Link ha sottoscritto un accordo con due importanti distributori italia¬ 
ni. Ingram e Actebis, che promuoveranno la vendita della vasta gamma di prodotti D- 
Link ognuno nella propria area di competenze. Ingram, da un lato, è specializzata pre¬ 
valentemente nel settore delle soluzioni di networking, mentre Actebis, dall'altro, è 
operativa nel settore delle periferiche, delle schede, degli hub e del mass Storage. 
Questi due distributori si affiancheranno a quelli già operativi da tempo a livello regio¬ 
nale. E prevista la possibilità di aggiungere un terzo importante distributore con com¬ 
petenza esclusiva nel settore del networking. 

Il consolidamento di D-Link in Italia ha già avuto un ottimo avvio. Di recente, infatti, 
CAP-Gemini, che si è aggiudicata una gara d'appalto per la fornitura di hub all'Ente 
Poste Italiane, ha scelto la tecnologia D-Link. La fornitura, che comprende circa 4000 
"managed hub", modello serie 1800, si inserisce nell'ambito di un progetto più ampio 
che prevede l'erogazione di una serie di servizi di tipo bancario presso gli uffici postali 
nazionali, 

"Questa azienda sta crescendo rapidamente in Europa - ha dichiarato Savio Sardo, 
European General Manager D-Link - e l'Italia rappresenta un mercato dalle enormi 
potenzialità, considerato anche l'elevato livello di sviluppo raggiunto dal comparto 
dell'IT nel suo insieme". E vediamo ora i prodotti annunciati. 

La nuova serie di switch D-Link presentata in Italia è una delle più complete disponibili 
sul mercato, offre 9 modelli di switch unmanaged e managed, con un'ampia scelta di 
dispositivi desktop e rack e una densità di porte da 2 a 18. Gli switch Ethernet/Fast 
Ethernet di D-Lmk sono stati progettati per rispondere alla forte domanda di reti com¬ 
mutate Ethernet/Fast Ethernet per ambienti LAN. Tutti i modelli sono offerti a un prez¬ 
zo per porta molto contenuto, convenienti rispetto ai dispositivi condivisi e permettono 
di fornire agli utenti di reti i vantaggi di una maggiore ampiezza di banda. La serie com¬ 
prende modelli con interfaccia standard Nway, che consente la connessione a reti a 10 
e 100 Mbps, full o half duplex, senza necessità di effettuare alcuna configurazione da 
parte dell'utente. Alcuni modelli dispongono inoltre di porte Mll, un’interfaccia flessibi¬ 
le e indipendente dal medium che permette il collegamento a qualsiasi media Fast 
Ethernet, che si tratti di TX per la pura trasmissione 
dei dati, T4 per trasmissioni miste voce/dati o FX per 
la fibra ottica. D-Link è considerata, in Estremo 
Oriente, la più importante società di networking. 

Il suo headquarter europeo, costituito dieci anni fa con 
il compito di agevolare la penetrazione di D-Link in 
Europa, è a Londra e conta circa 100 dipendenti. 


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I nuovi scanner Microtek 


Microtek proporrà a Smau tutta la gamma delle sue 
novità in fatto di scanner fra cui tre nuovi prodotti 
destinati a soddisfare le esigenze di creatività di 
diverse tipologie di utenti. 

di Enrico Ferrari 




Si tratta di Color 
PageWiz per l'utente 
SOHO, ScanMaker 
Office Plus per l'uten¬ 
te professionale e 
ScanMaker Designer 
Pro per il professioni¬ 
sta della progettazione. 
ScanMaker Designer Pro è 
uno scanner a colon dalle 
caratteristiche hardware e 
software particolari, infatti è 
dotato del dispositivo TMA-II, 
per la scansione delle diapo¬ 
sitive, dei negativi e delle tra¬ 
sparenze, e dell'ArtPad di 
Wacom, una tavoletta di digi¬ 
talizzazione che può essere 
utilizzata per disegnare, colo¬ 
rare o controllare la gestione 
dei testi direttamente sul PC 
con la stessa facilità con la 


quale si utilizzano carta e 
matita. Dal punto di vista del 
software, ScanMaker Desi¬ 
gner Pro offre Adobe Photo 
Shop, il famoso pacchetto 
per il ritocco d'immagine pro¬ 
fessionale. 

Color PageWiz è uno scan¬ 
ner a colori compatto, funzio¬ 
nale e di semplice impiego in 
grado di acquisire qualsiasi 
documento cartaceo e di tra¬ 



sformarlo in formato elettro¬ 
nico per poter effettuare ogni 
tipo di modifica. Color 
PageWiz offre un'ampia serie 
di funzioni tra cui la possibi¬ 
lità di inviare documenti via 
fax o posta elettronica oppu¬ 
re crearne più copie utilizzan¬ 
do una stampante. 
ScanMaker Office Plus è uno 
scanner piano a colori che 
consente di visualizzare in 
tempi brevissimi l'immagine 
acquisita. In dotazione viene 
fornito un CD-Rom che con¬ 
tiene una serie di pacchetti 
per realizzare ogni genere di 
lavoro grafico, oltre a diversi 
strumenti per la gestione e la 
manipolazione delle immagi¬ 
ni. 

Per completare l’offerta rivol¬ 
ta ai creativi e ai professioni¬ 
sti dell'Immagine, Microtek 
propone un bundle che com¬ 
prende lo scanner piano 
ScanMaker E6 con Ulead 
Photolmpact 3.0 dotato delle 
estensioni Web, un sofistica¬ 
to strumento per la progetta¬ 
zione creativa delle pagine 
Web. 

Phantom 4800 Parallel è, 
invece, un nuovo modello 
rivolto al mercato SOHO: si 
tratta, infatti, di uno scanner 
piano la cui caratteristica prin¬ 
cipale è rappresentata dalla 
porta di collegamento paralle¬ 
la estesa, che facilita ulterior¬ 
mente la connessione con il 
personal computer. 


DOVE & CHI - 

Microtek Italia 

Via Solferino 12a, 
20052 Monza, 

Tel. (039) 2302.230 

Padiglione 8/1 
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Da Impex una razza Electa 

La tecnologia AGP di Asustek è la ciliegina sul 
catalogo dell'azienda emiliana 


e t II 25 giugno di quest'anno Impex Italia ha festeggiato 
[ dieci anni di attività nel mondo della produzione, com¬ 
mercializzazione e distribuzione di personal computer 
e componenti periferiche. In occasione del decennale 
dell’azienda si è inteso festeggiare con una linea che 
rappresenti il raggiungimento d'un traguardo: si tratta di 
Electa, la nuova serie dei computer e modem Gavi, un 
marchio di Impex, 

La serie Electa, ideata nel centro di progettazione e collaudo di 
Reggio Emilia, è costituita da macchine ad alto livello qualitativo in 
grado di offrire prestazioni ai massimi livelli tecnologici. Tre anni di 
garanzia, supporto tecnico full Service e massima espandibilità 
sono garantiti ai massimi livelli dalla certificazione ISO 9001 e 9002 
verificata da DNV. I modelli comprendono Intel Pentium da 166 a 
233 MHz e tecnologia MMX, mentre il top della gamma è il 
GavkM2d, un dual Pentium II a 266 MHz. In mostra allo Smau, 
oltre ai personal computer, saranno disponibili la tastiera/scanner 
NMB e gli handheld Philips e Nec con Windows CE. 

Ma la notizia più interessante ariva il 18 settembre: Impex distri¬ 
buirà in Italia anche le schede AGP di Asustek. Si tratta degli acce¬ 
leratori grafici per il Pentium II MMX, i modelli 3DePlorer 3000 ed 
AGP-V264GT3: allo Smau verranno allestite delle demo all'interno 
dell’area computer graphics dello stand Impex. 

DOVE & CHI- 

Impex Italia - Via del Paracadutista 8, 

42100 Reggio Emilia, Tel. (0522) 51.85.40 

Padiglione 10/1 - stand CI9 


Le anteprime Eutron per la sicurezza 

Presentate soluzioni di sicurezza per l'home 
banking su Internet 

La prima novità sarà un software per la protezione 
— automatica degli eseguibili e dei dati con funzioni di 

■ r; crittografia, che si chiama GSS, nella versione per 

éo rr’L-i Windows NT. Questo prodotto consente di protegge- 
f ..0 A re un eseguibile, senza possederne il sorgente, in 
i jf ambiente NT. Per quanto riguarda le chiavi di protezio- 
ne del software SmartKey, la prima novità è un modello 
di chiave perfettamente compatibile con le precedenti a 
livello software e hardware, ma con un restyling completo e 
dimensioni ridotte. Abbinato alla chiave verrà presentato il nuovo 
software di gestione SmartKey Kit, giunto alla versione 9.0 e 
distribuito su CD-ROM. Durante lo Smau verrà presentata inoltre 
la versione definitiva del sistema denominato Internet Key 
Identification che, attraverso un driver per Java, consente di utiliz¬ 
zare la chiave SmartKey come token di identificazione utente su 
qualsiasi Client collegato a Internet. 

Il sistema viene utilizzato anche per funzioni di remote banking. 
Presso lo stand di Eutron verrà simulata un'identificazione sul sito 
Eutron, per mostrare come un qualsiasi browser riconosce e con¬ 
ferma l'identità del Client solo con la chiave inserita. 

DOVE & CHI- - 

Eutron Spa - Via Ghandhi 12. 

20048 Treviolo (BG), Tel. (035) 69.70.11 

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Vere o presunte, il mese estivo più caldo ci ha recapitato voci di divorzi e matrimoni 


Qui di seguito parliamo dei vari movimenti di mercato confermati, ma molti altri hanno 
fatto il giro degli ambienti finanziari, ed alcuni li vedremo accadere. 

di Leo Sorge 


Microsoft 
compra un 
po' di Apple 

Microsoft ha acquistato azioni 
Apple per 150 milioni di dollari, 
senza diritto di voto. In cambio 
Apple inserirà in bundle niente- 
popodimeno che Internet 
Explorer. Si tratta d'una grande 
mossa, che ha permesso a Bill 
Gates di acquisire un 10% del 
mercato desktop con una 
mossa che toglie molta forza 
all'alleanza guidata da Net¬ 
scape. Inoltre Microsoft conti¬ 
nuerà a sviluppare Office per 
Mac. a partire dalla versione 
'98 

Gii Amelio è stato rimosso 
dalla carica di CEO 
Probabilmente in questo modo 
le voci di cessione al miglior 
offerente si allontaneranno 
almeno per un po' E' molto 
difficile trovargli un successo¬ 
re. visto l'ingombro della figura 
di Steve Jobs. che ha dappri¬ 
ma accettato un expanded role 
rifiutando di tornare in vetta, 
per poi essere costretto a fun¬ 
gere da CEO in attesa di tro¬ 
varne uno definitivo. 

Oggi Apple ha solo il 3% del 
mercato, e dopo aver perso 
1.6 milioni di dollari in due anni 
adesso vale poco meno di 2 
miliardi di dollari, anche se 
l'anno scorso ha fatturato 
quasi 10 miliardi e per il '97 
dovrebbe restare sopra ai 7 
miliardi. Le azioni, che vale¬ 
vano 30 dollari all'investitura 
di Amelio, erano scese sotto 
i 14, per impennarsi sopra i 
26 il giorno dell'accordo con 
Microsoft Gli analisti con¬ 
cordano che se scendesse¬ 
ro sotto i 10 dollari si scate¬ 
nerebbe una vera bagarre 
per l'acquisizione. 

Le prime strategie sono 
state l'uscita dal settore delle 


stampanti con un accordo 
OEM che la stringe ad HP, e 
l'agonia del licensmg del suo 
hardware e software. 

National 

acquisisce 

Cyrix 

Importantissima una notizia del 
mondo dei chip. Cyrix è stata 
inglobata da National Semicon- 
ductors per puntare al SOAC, 
System-On-A-Chip che era nei 
piani di entrambe. 

Il progetto è quindi diretto alla 
fascia bassa del computing, 
senza competere con Intel ma 
eventualmente con Mips o 
AMD. Brian Halla, il vulcanico 
CEO di National che sta pilo¬ 
tando questa nuova fase 
dell’azienda che 
rappresenta, 
punta a sistemi di 
prezzo oggi pari a 
500 dollari, domani 
a 200 Tra le altre 
acquisizioni di Halla ci 
sono prodotti di net¬ 
working, decoding e segnali 
misti. Nasce un colosso del 
network computing Se la 
nuova filosofia e le sue impli¬ 
cazioni, dagli elettrodomestici 
intelligenti (information ap- 
pliances) ai telefoni cellulari. 


Cyrix 

National & 
Cyrix Announce 
Agreement 
to Merge 


avrà successo, National 
potrebbe essere la Intel di 
domani. Oggi però non se ne 
parla neppure, come recita una 
delle affermazioni ufficiali delle 
parti in causa: National non 
competerà direttamente con 
Intel, ma occuperà il mercato 
di fascia bassa fino ai PC entry. 
In questo senso è più una 
concorrente di AMD. 
anche per dimensio¬ 
ni. nonostante il K6 
spinga questo 
primoattore 
anche verso il 
mercato di 
fascia alta. 

Pei supportare questa 
crescita National sta ampliando 
la sua fabbrica di Portland e 
quella di Santa Clara Fatto 
strano, tutte queste novità 
sono iniziate da quando Gii 
Amelio se ne andò alla Apple. 
Da allora National ha mollato 
Fairchild, la cui ricapitalizza¬ 
zione è costata una cifra ana¬ 
loga a quella necessaria 
all'acquisizione di Cyrix. 

La sorte di Cyrix ci sta a 
cuore, perché l'abbiamo 
seguita a vario titolo fin dal 
1994 II suo motto. Cyrix 
mstead. che ricalcava Intel 
Inside, dovrebbe restare 
insieme al marchio, mentre il 
resto sarà inglobato in 
National. 

Dal punto di vista dell'azien¬ 
da texana l'accordo è eccel¬ 
lente. sia sul silicio che sul 


sistema Ora avrà accesso a 
tecnologie a geometrie minori, 
a volumi maggiori e a basso 
costo. In soldoni, quindi. Cyrix 
adesso può essere competiti¬ 
va anche con i clienti che già 
ha. Poi con le altre competen¬ 
ze - glue logie, reti, sistemi ibri¬ 
di - si va davvero verso il 
SOAC. System-On-A-Chip. 
Questa uniformità di vedute 
darà a Cyrix un grande respiro 
di sollievo, dato che il nuovo 
padrone la libererà dell'enorme 
ed infruttuoso sforzo finora 
necessario per rendere dispo¬ 
nibili i chipset d'interfaccia ai 
suoi microprocessori. 

Infine National ha le tante 
licenze di produzione necessa¬ 
rie per non avere ulteriori 
grane legali con Cyrix, che di 
suo ha già risolto una serie di 
problemi. 

Intanto. IBM ha concluso con 
AMD per una fornitura di chip 
che prima sarebbero stati pro¬ 
dotti internamente su licenza 
Cyrix. Difficile pensare che non 
ci siano rapporti con l’acquisi¬ 
zione. 

Intel punta 
sulla grafica 

Lo scorso 27 luglio Intel ha 
annunciato la fase finale della 
trattativa per l'acquisizione di 
Chips and Technologies Dal 
punto di vista economico l'of¬ 
ferta è ben lungi dall'essere 
una questione difficile, viste le 
ridotte dimensioni di C&T, 
soprattutto se paragonate ai 
risultati del colosso di Santa 
Clara: l'azienda di San Jose 
diventerà una filiale all'interno 
della divisione Graphics 
Components. 

Grazie alla tecnologia proprie¬ 
taria HiQColor, C&T oggi è lea¬ 
der nei chip di accelerazione 
della grafica, specialmente per 


Continua a pag. 142 



Bnan Halla Ceo di National 



140 


MCmicrocomputer n 177 - ottobre 1997 











Solutions 3 



# v 

W V 


é 



Vi presentiamo i sistemi 3Com Network Ready. Se siete soliti 
acquistare computer dotati ili schede grafiche e schede audio preinstallate, 
avete già afferrato il concetto. 3Com si è accordata con alcuni tra i più 
importanti produttori di PC per fornire sistemi con le migliori schede di 
rete disponibili sul mercato preinstallate. 

K adesso i sistemi si connettono più rapidamente e senza alcun 
problema di configurazione. 

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qualità, l'affidabilità e le massime prestazioni a cui vi hanno 
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i he si avvalgono delle tecnologie esclusive di 3Com l’arallel Tasking e 
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Segue da pag. 140 


quanto riguarda i portatili. C&T 
offrirà ad Intel sia la sua tecno¬ 
logia attuale, probabilmente 
traslata anche sui desktop, che 
la sua competenza più in gene¬ 
rale sul 3D. In questo senso è 
da ritenere estremamente pro¬ 
babile che Intel continui la sua 
ricerca di aziende da acquisire. 
E' d'altronde evidente, ormai, 
che di Merced si parlerà in un 
futuro sempre più targato 
1999 (se non oltre) e che i 
prossimi passi saranno più 
orientati all'Integrazione di 
nuove tecnologie nei Pentium 
esistenti, sui quali fare tutte le 
prove anche dei futuri processi 
di produzione di geometria 
inferiore al quarto di micron 
attuale. Molti nuovi nomi si 
succederanno nei prossimi 
tempi: Tillamook, Willamette, 
Katmai e Deschutes si avvi¬ 
cenderanno in un tourbillon di 
nomi in codice che probabil¬ 
mente resteranno sul mercato 
come Pentium II se non III. 


Ma c'è un altro motivo per il 
quale avere una grafica di 
fascia alta: i giochi. Intel fa 
parte dell'Open Arcade Archi- 
tecture Forum, in via di tra¬ 
ghettamento verso uno stan¬ 
dard multiprocessore basato 
sui suoi prodotti. Dei grandi 
produttori di chip. Intel è l'uni¬ 
ca ad aggredire il settore dei 
giochi con i suoi prodotti più 
potenti. 

DVD-Ram, 
si ricomincia 
daccapo 

Ma la bomba del mercato con¬ 
sumer è che Sony e Philips 
sono usciti dallo standard per il 
DVD Ram, tra l'altro trascinan¬ 
do con sé mentepopodimeno 
che Hewlett-Packard 
Le tre aziende intendono lan¬ 
ciare un prodotto da 3 GB per 


facciata, non compatibile con i 
2,6 GB dello standard DVD- 
Ram 1.0. Fatto sta che Matsu- 
shita e Toshiba stanno per lan¬ 
ciare i loro modelli, mentre 
Sony e Philips no. La mancan¬ 
za d'uno standard forse lasce- 
rebbe qualche mese in più al 
CD riscrivibile, già oggi disponi¬ 
bile, mentre domani qualcuno 
potrebbe lanciare ulteriori pro¬ 
poste di tipo DVD ma ancora 
più capaci, dato che entrambe 
le proposte esistenti sono tec¬ 
nologicamente piuttosto data¬ 
te: per questo è presumibile 
che si verifichino altri colpi di 
scena. 

Network 

Computer: 

Sun++ 

Sul fronte dei network compu¬ 
ter la grande notizia è che Sun 


ha acquistato Diba, la startup 
nata per sviluppare Ideas. 
ovvero apparecchi monofun¬ 
zione connessi ad Internet da 
dare in licenza altrove. 

Il fronte Java vive di grandi 
possibilità future, ma sta già 
diventando terra di conquista 
per i soliti marpioni che premo¬ 
no affinché Sun lasci il control¬ 
lo totale del prodotto ad una 
serie di comitati, la cui efficien¬ 
za ricorda sempre quella degli 
enti italiani. Molte altre cose si 
stanno sviluppando intorno a 
Java, che grazie a Siemens 
sarà disponibile anche sulle 
smart card. 

Ma il settore degli NC resta un 
argomento caldissimo, da 
seguire con attenzione. Ad 
esempio Larry Ellison, che 
voleva acquistare Sun per 
farne un produttore di set-top 
box, è stato chiamato da Steve 
Jobs nel consiglio di ammini¬ 
strazione della Mela. Ma altre 
seguiranno... 



Nuove HASP: s’è già sparsa la notizia... 



LA “NUMERO 1” 
MOLLA IL GRUPPO. 


• Design innovativo 

• Dimensioni ridotte 

• Nuova tecnologia 

• Più linguaggi supportati 
■ Nuovo Sw su CD-ROM 

• Documentazione in italiano 


A sottolineare l'importanza di questo nuovo annuncio, la Partner Data. 
Importatore e Distributore Esclusivo dei Prodotti HASP, lancia sul mercato 
italiano un'offerta di eccezionale convenienza: 


Kit di Valutazione MemoHASP 
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ALADDIN 



Nuove HASP : 

di più in minor spazio 

Basata su un nuovo, esclusivo microcircuito 
proprietario ASIC (Applications Specific 
Integrated Circuit), che utilizza 2500 accessi a 
tecnologia I.S micron E 1 , Aladdin annuncia la 
nuova linea HASP. oggi la Chiave di Protezione 
Sw più avanzata e a più spinta miniaturizzazione 
a livello mondiale. 

U n a su p remazi a di prodgttogia 
confermata d a test di laboratorio 

La superiorità di HASP è testimoniata dal test 
condotti dalla NSTL ( Associazione USA di Test 
Comparativi), che ha classificato MemoHasp 

li Nnaaro 1 ira li chiavi di protiilon Immane sai 
mercato dal pii laporiiail contutori a llvallo 
mondina. 

Del resto, sin dal 1984, 20 mila sviluppatori 
hanno utilizzato oltre 4 milioni di chiavi Aladdin 
per proteggere i loro programmi. 

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c 


Presentati tre nuovi scanner, e molti altri prodotti che vanno ad accrescere altri settori in cui 
la Logitech è particolarmente presente: l' entertainment e gli scanner 

Da Logitech le nuove periferiche Senseware 

Era il 1982 quando la Logitech costruì il suo primo mouse rispondendo alla richiesta di un cliente pervenuta 

via Arpanet. progenitrice dell'attuale Internet. 

Da quel lontano anno le periferiche Logitech, la cui famiglia avrebbe in seguito preso il nome di "Senseware". 
si sono succedute con regolarità e con una crescita continua sia di prestazioni che di quote di mercato. 

di Valter DI Dio 


Tra le prime 20 aziende produt¬ 
trici di PC. ben 17 utilizzano 
una periferica Senseware di 
Logitech Merito di questo 
successo è l'aver legato stret¬ 
tamente l'hardware al softwa¬ 
re per rendere un comune 
dispositivo di puntamento 
qualcosa di più, qualcosa di 
dotato di una sua propria intel¬ 
ligenza, quindi in grado di ele¬ 
varsi dalla semplice funzione di 
movimento di una freccia sul 
video fino a divenire una vera e 
propria interfaccia tra l'uomo e 
la macchina. 

Contemporaneamente al lavo¬ 
ro sul software e sulla mecca¬ 
nica del Senseware, Logitech 
6 intervenuta anche su una 
seconda e non meno impor¬ 
tante interfaccia, quella tra il 
■contenitore" e la mano. Le sue 
periferiche sono state espres¬ 
samente studiate per il massi¬ 
mo dell'ergonomicità: ogni 
tasto deve sempre trovarsi 
sotto al dito giusto e con il giu¬ 
sto angolo affinché la pressio¬ 
ne del dito sia la più docile e 
naturale possibile. Lo stesso 
concetto è stato esteso anche 
alle altre periferiche, come ad 
esempio gli scanner, con l'o¬ 
biettivo di facilitare al massimo 
le operazioni di gestione e di 
controllo del dispositivo 
Il risultato è sotto gli occhi di 
tutti, sia come eleganza e desi¬ 
gn dei prodotti Logitech, sia 
come presenza sul mercato, 
segno di affidabilità e di ottime 
prestazioni a prezzi molto con¬ 
tenuti. 

Gli ultimi nati 

Nonostante le variazioni sul 
tema, il mouse rimane ancora 
la più comoda e versatile inter¬ 
faccia di navigazione. Niente di 
strano quindi che Logitech 


continui a migliorare ed otti¬ 
mizzare questo semplice e 
sicuro dispositivo di puntamen¬ 
to per renderlo sempre più 
adatto ai nuovi usi del compu¬ 
ter e sempre più completo ed 
ergonomico. 

Tre quindi i nuovi mouse, men¬ 
tre altri tre prodotti vanno ad 
accrescere altri campi in cui la 
Logitech è particolarmente 
presente: ('entertainment e gli 
scanner. 


Dallo studio sull'uso e sull'im¬ 
pugnatura del mouse classico, 
ecco nascere la versione ergo¬ 
nomica con quattro tasti ed 
una forma ottimizzata per l'ap¬ 
poggio della mano di utenti 
destrorsi. Tre tasti superiori 
forniscono le classiche opzioni 
di tutti i mouse, il quarto tasto 
è invece posizionato lateral¬ 
mente per essere premuto 
con il pollice. Il mouse è com¬ 
patibile con il software 
Microsoft Intellimouse e viene 
fornito con la versione 7.5 di 
MouseWare che permette di 
riprogrammare i tasti e di per¬ 
sonalizzare il cursore. Per la 


navigazione in Windows 95 o 
Internet due software Hyper 
Jump e CyberJump permetto¬ 
no di associare i comandi più 
usati ad uno o più tasti del 
mouse. 

Il collegamento al computer 
avviene via filo con il nuovo 
connettore Combo in grado di 
adattarsi sia alla porta seriale 
che a quella PS/2. Il colore del 
mouse, grigio chiaro con due 
piccole aree laterali viola, è 
stato studiato per dare un 
tocco di eleganza alla scrivania 
senza tuttavia eccedere con le 
tinte 

Il prezzo del MouseMan è di 
79.000 lire IVA inclusa. 

MouseMan* 

Solo un piccolo segno più 
distingue questo modello dal 
MouseMan appena visto, ma 
in questo piccolo segno è rac¬ 
chiusa una novità molto 
importante: una rotella grigia 
posta in mezzo al pulsante 
centrale che permette di effet¬ 
tuare Zooming e Scrolling 
senza spostare il puntatore 
dalla sua posizione Sotto 
Windows 95 e con Internet 
Explorer la rotellina 
centrale permette di 
agganciare al volo le 
barre di scrolling 
mentre i software 
HyperJump e Cyber 
Jump permettono 
una navigazione velo¬ 
ce Con Microsoft 
Office 97 si aggiun¬ 
gono le funzioni di 
AutoScroll e Zoom. 

La forma è identica 
al MouseMan cosi 
come le funzionalità 
dei quattro tasti. 
Anche il software, 
MouseWare 7.5, è lo 


stesso per tutti e due i tipi di 
mouse. 

Il prezzo del MouseMan+ sarà 
di 99.000 lire IVA inclusa. 

PilotMouse* 

La forma ergonomica dei 
MouseMan può rivelarsi un 
problema per gli utenti manci¬ 
ni. in questo caso, facendo 
anche a meno del tasto latera¬ 
le, il PilotMouse+ diventa 
un'ottima alternativa. 

Tutte le funzioni del Mou- 
seMan+ e quindi Umver- 
salScroll sotto Windows 95. 


HyperJump e CyberJump, 
AutoScroll e Zoom per 
Microsoft Office 97 con in più 
una forma classica, tondeg¬ 
giante ma semplice da impu¬ 
gnare. Connettore Combo per 
attaccarlo sia alla seriale che 
alla porta PS/2, Software 
Logitech MouseWare 7.5 e un 
prezzo ‘su strada" di 59.000 lire 
completano le prestazioni di 
questo ottimo mouse econo¬ 
mico. 


Continua a pag. 144 



MouseMan 



144 


MCmicrocomputer n. 177 -ottobre 1997 



















Se nella tua stampante 
Cempuprint usi nastri 
toner o cartucce 

NON ORIGINALI 

non ne risente 
soltanto la qualità 



* 


Se nella tua stampante Compuprint usi materiali di consumo non originali - o peggio ancora contrallatti - la qualità del- 
la stampa degrada immediatamente: e questo lo noti a prima vista. Ma ciò che non vedi subito è che metti a repenta¬ 
glio la vita stessa dei tuoi documenti, se stampati con inchiostri o nastri privi della certificazione di indelebilità richiesta 
dalla Legge. Ed anche la tua stampante ne risente, perché inchiostri troppo abrasivi possono ad esempio compromette¬ 
re la durata delle parti tecnologiche più pregiate: non a caso la garanzia decade in caso di uso di materiali impropri. 

Infine ne soffre l'ambiente, perché solo grandi Aziende possono garantire toner non tossici e altri componenti a noci- £ 
vita zero: per questo Compuprint - che destina più del 6% del latturato alla ricerca e sviluppo di nuovi prodotti e tec¬ 
nologie - partecipa attivamente al programma di tutela ambientale del Consorzio Ecoqual'it. 


Qualità e indelebilità della stampa, vita della stampante, ricerca e sviluppo, rispetto dell'ambiente. 


Quattro ottimi motivi per scegliere materiali di consumo originali Compuprint: quelli con l'ologramma d'argento. 




Numero Verde 167- 824004 


Sistema di qualità certificato ISO 9000 











Segue da pag. 144 


CyberMan2 

La ricerca spaziale al servizio, 
oggi, dei videogame e domani 
della navigazione 3D. Basato 
su una nuova tecnologia ottica 
sperimentata dalla NASA con 
le missioni dello Shuttle 
Columbia, è nato CyberMan 2 
un Game Controller a sei gradi 
di libertà: X, V, Z, inclinazione, 
imbardata e roll. Grazie all'in¬ 
terfaccia completamente pro¬ 
grammabile e alla libertà di 
movimento il CyberMan 2 con¬ 
sente di entrare realmente nei 
mondi virtuali, siano 
essi un gioco o 
un'applicazione pro¬ 
fessionale. 

Il CyberMan 2 pos¬ 
siede ben 8 pulsanti 
da utilizzare con 
tutte e due le mani 
e funziona con tutti i 
giochi Windows 95 
e DOS. 

Una mano gestisce i 
pulsanti, mentre l'al¬ 
tra serve per control¬ 
lare i movimenti del 
pomello antiscivolo 
che può essere sol¬ 
levato, ruotato, spin¬ 
to e inclinato per ottenere 
appunto i sei gradi di libertà 
previsti. Un software sviluppa¬ 
to appositamente dalla 
Logitech, l'Entertainment 
Software 2.2. permette di 
ammortizzare eventuali movi¬ 
menti indesiderati o tremolìi 
della mano. 

Nella navigazione virtuale il 
CyberMan evita l'uso contem¬ 
poraneo di tastiera e mouse e 
permette di concentrare tutta 
l'attenzione su di un unico 
dispositivo. 

Disponibile a novembre il 
CyberMan2 costerà 149.000 
lire IVA inclusa. 


FreeScan 

Simile esteticamente al Page 
Scan uscito lo scorso anno, il 
FreeScan presenta tuttavia 
delle caratteristiche notevol¬ 
mente superiori. 

La tecnologia di scansione è la 
medesima che ha fatto la fortu¬ 
na di tutta la serie nata con il 
PowerScan, ovvero una testa 
mobile motorizzata che può 
essere usata indipendente¬ 
mente e una base, non moto¬ 
rizzata, che funge da alimenta¬ 
tore automatico quando la 


testa le viene agganciata sopra. 
Il caricatore automatico con¬ 
sente la scansione di 25 fogli 
A4 senza alcun intervento da 
parte dell'operatore. La risolu¬ 
zione ottica dello scanner è di 
600 x 600 dpi che vengono 
portati a 4800 x 4800 dal 
software di interpolazione. La 
profondità di colore è tra le più 
alte al mondo con ben 30 bit 
per pixel. Due nuovi trattori 
laterali garantiscono una mag¬ 
giore stabilità ed uno sposta¬ 
mento più fluido quando la 
testa viene usata autonoma¬ 
mente su superfici che non 
siano perfettamente piane. 



Alcune caratteristiche rendono 
FreeScan particolarmente sem¬ 
plice da utilizzare: SmartSIe- 
eve, una maschera trasparente 
protettiva da utilizzare per la 
scansione di documenti delica¬ 
ti. SmartFeed, che permette la 
cattura automatica di un docu¬ 
mento appena viene inserito 
nello scanner. SmartEject, ov¬ 
vero l'espulsione automatica 
anteriore dei documenti acqui¬ 
siti e, infine. SmartStack, che 
effettua il riordino automatico 
dei documenti acquisiti in 
modo che risultino, a video, 
nella giusta sequenza. Insieme 
allo scanner vengono forniti il 
Logitech Imageware Control 
Center per la gestione delle 
operazioni di scansione, copia 
e Fax, Adobe PhotoDeLuxe 

B er il fotoritocco. Xerox Text 
ridge per l'OCR e DocuMagix 
Paper Master 3.0 per l'archivia¬ 
zione dei documenti acquisiti. 

Il prezzo di listino del FreeScan 
è di 499.000 lire IVA inclusa. 

PageScan 

USB 

Grazie all'uso di due tecnologie 
innovative ecco il primo scan¬ 
ner Entry Level ad elevate pre¬ 
stazioni. La prima novità viene 
dal dispositivo di lettura CIS 
(Contact Image Sensing) che 
consente di ridurre ingombri e 
assorbimenti di corrente. 
Attorno a questo sensore la 
Logitech ha realizzato uno 
scanner a basso consumo che 
ha consentito l'uso della nuova 
porta USB (Universal Serial 
Bus) presente su tutte le mac¬ 
chine Pentium MMX. La nuova 
interfaccia seriale consente un 
trasferimento dati di 12 Mbit/s 
e l'alimentazione di dispositivi 
con meno di 500 mA di assor- 


USB: Universal Serial Bus, il vero Plug&Play 

Già il nome indica chiaramente la sua missione: fungere da attacco universale per tutte le future perife¬ 
riche da computer Nato dalla volontà delle principali aziende del settore Personal Computing e 
Telecomunicazioni, l'USB risponde a precise aspettative necessarie all'entrata nel mercato home delle 
nuove periferiche multimediali. Le principali caratteristiche sono la standardizzazione della porta, la pos¬ 
sibilità di collegare fino a 127 dispositivi ad un’unica porta (eventualmente con l'uso di un HUB da tavo¬ 
lo), la velocità di trasferimento (1,5 Mbit/s per |oystick e mouse e 12 Mbit/s per scanner, stampanti e 
telecamere), l'alimentazione di dispositivi a basso consumo e, fondamentale, la possibilità di attaccare 
e staccare le periferiche senza che sia necessario riavviare il computer. 

Grazie all'USB usare il computer e le sue periferiche diventerà semplice come l'uso di un qualsiasi 
altro elettrodomestico. Un comitato permanente l'USB-IF (Universal Serial Bus Implementers Forum) 
si occupa di coordinare le specifiche dell'USB, lo si può raggiungere alla uri http:Wwww.usb.org. 


Logitech S.A. 

CH-1122 Romanel-sur- 
Morges, Switzerland 

European Service 
& Distribution Center 

Logitech Trading S.A. 

P O Box 38328 

NL-6503 AH NIJMEGEN 



bimento. Lo scanner USB 
Logitech non necessita quindi 
di alimentazione supplementa¬ 
re e funziona con un semplice 
cavetto seriale collegato al 
computer. 

La particolare forma, unita al 
caricamento frontale, consente 
di posizionarlo tra la tastiera e il 
monitor, riducendo quindi l'in¬ 
gombro sulle scrivanie già 
occupate da tappetini, dischi 
esterni, modem ed altri acces¬ 
sori. 

Altra importante caratteristica 
della porta USB è il riconosci¬ 
mento automatico della perife¬ 
rica, questo vuol dire che non 
è necessario riavviare il com¬ 
puter per fargli riconoscere lo 
scanner anche se si decide di 
collegarlo solo quando serve. 

La risoluzione ottica del senso¬ 
re CIS è di 300 punti per polli¬ 
ce, portati a 2400 per interpola¬ 
zione software, i bit colore 
sono i soliti 24. 

Grazie al sensore CIS e soprat¬ 
tutto all'Interfaccia USB il 
PageScan è in grado di acquisi¬ 
re 3 pagine A4 al minuto anche 
se a colori e piene. Il drive è un 
Twain a 32 bit per Windows 
95 e Windows 98 (Memphis), 
il software a corredo compren¬ 
de il sistema integrato di 
gestione della scansione e di 
archiviazione Logitech Scan 
Bank, il software per il fotori¬ 
tocco Adobe PhotoDeLuxe e il 
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SCO Forum 1997 

The Tarantella Universe 



Undicesimo appuntamento con lo SCO Forum, e quarta 
cronaca consecutiva per i lettori di MCmicrocomputer. Il 
1997 ha segnato grandi novità un po' da tutte le parti, hardware, software tradizionale, 
software innovativo, filosofia informatica e spettacolo. Passiamo attraverso questi punti 
in una cronaca che alternerà temi seri e momenti allegri. Sovvertendo il normale 
spaziotempo partiamo da un evento verificatosi il secondo giorno. 


di Leo Sorge 


The Next Generation 
of Software 

In modo del tutto inatteso, nei panni e 
nella scenografia del più noto serial di tut¬ 
ti i tempi, una sessione tra il tecnico e il 
commerciale è diventata un'occasione di 
spettacolo. In quarantacinque minuti, in 
pratica la durata d'un episodio completo, 
il vulcanico Ray Anderson ci ha proposto 
una versione romanzata della differenza 
tra la visione SCO e quella Microsoft. In 
pratica la possibilità di riprendere l'attività 


da qualsiasi postazione con login unico 
salverebbe l'universo dalla conquista da 
parte dei Borg, una chance assente in un 
universo Microsoft che quindi resterebbe 
asservito ai nemici metà umani e metà 
cyborg. Anderson non ha limitato le sue 
apparizioni a questa. In un'altra sessione 
ha parlato della visione comune del 
client/server, prendendo spunto dal film 
"Independence Days", nel quale un ge¬ 
nialoide ferma l'attacco extraterrestre 
usando un PC portatile per scaricare un 
virus nella rete aliena... come dire che il 
server è corrotto dal clienti 


Il Forum 

Fin dall'apertura del Forum '97 si re¬ 
spirava un'aria diversa. Infatti il mitico 
Quarry, il teatro all'aperto dell'Univer¬ 
sità di Santa Cruz, era soleggiato fin dal¬ 
l'alba delle 8, orario d'inizio delle sessio¬ 
ni plenarie. La cosa è assolutamente 
straordinaria per la cittadina del nord 
della California, le cui colline - che ospi¬ 
tano il campus - normalmente restano 
avvolte in una nube di azoto liquido a - 
50°F fino alle ore 11, allorquando in po¬ 
chi minuti si passa a +28°C ma con fo- 




Gruppo di Irekkies in 
un Interno. Da sinistra 
un vulcaniano alterante 
lede razione, l'ectocar- 
toplasma di Deanna 
Trol, Ray Picard Ander¬ 
son e un imitatore 
di Wort. 


The Attack! 


bardate 1J97.I 
Tarantella Universe 


Captain Picard 
returns to his ship. 


- 


Una sessione tecnica dello SCO Forum, 
Vabbe , qualche volta si può anche 
scherzare! 


MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997 








late di vento freddo che segano qual¬ 
siasi carne umana rimanga scoperta. 

Dicevamo della mattinata d'apertura, 
come di consueto assegnata al presi¬ 
dente Alok Mohan e al direttore tecnico 
Doug Michels. I proclami sono forti: a 
parole si riapre la guerra santa contro 
Microsoft, un proposito amplificato dal¬ 
le scelte spettacolari delle quali riferire¬ 
mo più avanti ma che nella sostanza 
delle scelte tecniche è assolutamente 
sconfessato Alok Mohan, ormai stabil¬ 
mente soprannominato Mr. Unix, parte 
su Internet. 'L'approccio al network 
computer è definitivamente diverso da 
quello di Microsoft', e SCO vuole met¬ 
tere sul Web le applicazioni aziendali, 
rendendole accessibili da Client ultraleg¬ 
geri: come dire che persa sul desktop la 
guerra dei grandi volumi, Unix cerca di 
rientrare con il webtop, il posto di lavo¬ 
ro virtuale gestito da server grossi co¬ 
me e più dei mainframe. Parlando di 
server le affermazioni sono fortine. 
"SCO conosce i server: Gemini e Taran¬ 
tella sono robustissimi (rock solidi', e 
c'è da chiedersi se a Lars Turndal. ex 
presidente SCO sostituito proprio da 
Mohan per allontanarsi dal mercato dei 
server, ronzino le orecchie. 

Pochi giorni prima del Forum si è 
sparsa la voce d'una intervista rilasciata 
da Scott McNealy, CEO di Sun. secon¬ 
do il quale esistevano solo due sistemi 
operativi, NT e Sun Solaris. Prendendo 
tale informazione con il beneficio d’in¬ 
ventario. anche Alok ha voluto com¬ 
mentare, dicendo che 'McNealy do¬ 
vrebbe piuttosto preoccuparsi del futu¬ 
ro dei rise" Più avanti nel Forum abbia¬ 
mo avuto modo d'intrattenerci con il 
CEO, e ne abbiamo ricavato altre infor¬ 
mazioni interessanti. 


Che fine ha fatto 3DA? 

Tempo fa SCO ed HP acquistarono 
Unix da Novell, rilasciando un piano co¬ 
mune di sviluppo detto 3A. Solo pochi 
mesi fa hanno difeso le scelte comuni 
da un attacco di Open Group, un'asso¬ 
ciazione di utenti di fascia alta, con la 
pubblicazione d una lista di 3000 Api co¬ 
muni che sono tuttora nella home page 
di SCO. Il progetto prevedeva la genera¬ 
zione d'un solo Unix a 64 bit su Mer¬ 
ced, un chip a 64 bit progettato da Intel 
ed HP. Inizialmente atteso per la fine 
del 1998, adesso il chip Intel/HP è stato 
ritardato perlomeno al 1999. 

Sull'argomento, ribadendo un con¬ 
cetto già pubblicato su importanti riviste 
statunitensi, Mohan ha detto che 'oggi 
SCO ed HP su Unix seguono strade di¬ 



verse' La difesa ufficiale con la stampa 
è stata che c'è divergenza a vari livelli, a 
partire dall'ordine dei byte (little endian 
o big endian). ma si trattava d'un tenta¬ 
tivo di depistaggio dai veri problemi In 
altri incontri, Ray Anderson (vicepresi¬ 
dente del marketing) e Doug Michels 
(vicepresidente esecutivo) hanno sag¬ 
giamente smentito che questo potesse 
essere un problema. Tentiamo qui di 
dare un’interpretazione della situazione. 
Se Merced fosse uscito alla fine del '98 
ci sarebbe stato un senso ad una migra¬ 
zione accelerata ad un solo Unix. Negli 
States oggi Merced come fusione tra i 
chip HP e quelli Intel viene dato addirit¬ 
tura in forse, per cui parlare di conver¬ 
genza verso un punto incerto creerebbe 
sui clienti un'ansia che allontanerebbe 
le vendite. Ma il futuro è nel marketing. 
'Molte aziende usano SCO ma non lo 
sanno: è qui che dobbiamo lavorare*. 
Farsi conoscere, essere presenti nelle 
grandi aziende, ampliare la catena di di¬ 
stribuzione. ‘Abbiamo 16 milioni di dol¬ 
lari in cassa e nessun debito. Possiamo 
acquistare altre aziende, anche portatri¬ 
ci di tecnologia, ma il nostro obiettivo 
principale è nel supporto e nella consu¬ 
lenza'. 

Il cambiamento è dimostrato anche 
in altri accordi 'Oggi il nostro partner è 
Compaq, con il quale abbiamo un piano 
commerciale - . 


URANIA 


GUIDA GALATTICA 
PER GLI AUTOSTOPPISTI 


tKujz. ••aaiK 



■ 


Una guida galattica 

L'ospite d'onore di quest'anno è sta¬ 
to Douglas Adams, il mitico autore della 
'Guida galattica per gli autostoppisti", 
che noi preferiamo nel titolo originale, 
'A Hitchhiker's Guide to thè Galaxy" 
Non appena scoperto questo fatto, la 
nostra mente ha vagato per molti terri¬ 
tori. Il primo pensiero è andato a Corra¬ 
do Giustozzi, la cui attività cerebrale -co¬ 
si come la sua home page (www 
mclink.it/personal/mc0006) - è pesante¬ 
mente condizionata da alcune esperien¬ 
ze giovanili, tra le quali l'incontro lettera¬ 
rio con il succitato Adams. Poi mi chie¬ 
do se ci sia qualche parentela con l'o¬ 
spite dell'anno scorso, Scott Adams. 
cartoonist autore di Dilbert. 

Infine cerco nella mia testa qualche 
brandello della Guida, che credo d'aver 
letto nella versione pubblicata su Ura¬ 
nia. ma nulla emerge. Douglas porta un 
contributo d'ilarità in gran parte genera¬ 
to dalla sua fama, per il resto dovuto al 
suo accento di Cambridge, Inghilterra, 
che lo aiuta ad inserire in quel che dice 
delle parole disusate anche nella perfida 
Albione, figuriamoci negli States 

Tra le tante cose che dice c'e che 
'non sappiamo 
cos'è un compu¬ 
ter, perché non è 
un oggetto ma 
un qualcosa di 
modellabile, al 
quale di volta in 
volta diamo una 
sostanza diversa: 
calcolatrice, mac¬ 
china da scrivere, 
televisione-con- 
tastiera. adesso 
catalogo'. 


Douglas Adams, na¬ 
to a Cambridge nel 
1952. Nella foto su¬ 
periore lo vediamo 
pnma del passaggio 
dei Vogons, qui a 
fianco subito dopo. 
A sinistra la coperti¬ 
na dell'edizione ita¬ 
liana pubblicata da 
Urania. 



152 


MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997 



















'Non ho nessuna difficoltà a 
bere tre pinle di bitter, o whi¬ 
sky che sia, prima di pranzo' 
Iliberamente tratto da ‘A Hit- 
chhiker's Guide Io thè Galaxy"). 

(Foto di Paolo Fasoli) 


NC Pavillon 

Alla sua seconda edizione l'NC Pavil¬ 
lon mantiene un certo interesse. Tra le 
proposte più interessanti a nostro avvi¬ 
so c'erano emWare e Teknema. La pri¬ 
ma (www.emware.com) propone l'ar¬ 
chitettura Embedded Micro Interface 
Technology, basata su skmny server e 
fat Client (Windows 95 e Netscape al¬ 
meno 3.0). capovolgendo il tradizionale 
paradigma del network computer ma 
promettendo grandi vantaggi. 

L'NC Pavillon 
nell'edizione 1997 

Di Teknema i www.teKnema.CQmi 


abbiamo già parlato l'anno scorso. 

La novità è che sono stati raggiunti 
vari accordi di commercializzazione del¬ 
la tecnologia, tra i quali uno permette al¬ 
la stessa Teknema di vendere il suo 
set-top box, InternetTV. Per non far tor¬ 
to a nessuno ecco l'elenco completo 
delle altre proposte presenti: Applix, 
Aranex, Boundless, Maxspeed, Neowa- 
re, Sun, SCO, NCD, Unisys, Wyse ed 
IBM. 

Tutte sono reperibili sul web con il lo¬ 
ro nome, tranne Unisys che fa www.ac- 
quanta-systems.unisys.com, ed IBM 
che ha poi annunciato di uscire dal busi¬ 
ness degli NC. 


— Le novità tecniche — 

Tarantella, System V Release 5, 
AIP ed 120: ecco gli elementi 
fondamentali per chi non ama 
gli articoli leggeri 


SCO ha abbracciato definitivamente la 
rete delle reti, e l'annuncio di Tarantella, 
un server oggi intranet, domani full inter¬ 
net, ne è la parte più evidente La strate¬ 
gia complessiva si chiama IWOC, Internet 
Way Of Computing, e si va delineando 
sempre di più in un tentativo di differen¬ 
ziarsi dall'approccio di Windows. L'inte¬ 
grazione di SCO è con i Client leggeri, leg¬ 
gerissimi ed anoressici, mentre Microsoft 
andrebbe d'accordo solo con i Client pe¬ 
santi come i PC con Windows. 

In questo reportage tralasciamo l'esi¬ 
stenza degli HPC con Windows CE. degli 
oggetti da 300 grammi compatibili con il 
software Microsoft e con i protocolli In¬ 
ternet. Tornando brevemente a Tarantella 
annunciamo la nascita d'un nuovo proto¬ 
collo, l'AlP - Advanced Internet Protocol - 
che ottimizza le comunicazioni in rete: og¬ 
gi è implementato per far parlare i sistemi 
a grafica X e quelli a grafica dava senza 
buttare banda passante, ma in futuro do¬ 
vremmo vederne altre applicazioni 

Innovazioni anche sul fronte del- 
l'hardware, con il pieno supporto all'archi¬ 
tettura 120 che v elocizza l'input/output 
Il www.i2osig.orgH Si tratta d'una proposta 
di standard che aumenta le prestazioni 
grazie all'adozione per l'I/O di processori 
potenti che si coordinano con la CPU cen¬ 
trale. Sul fronte basso c'è in giro un certo 
vociare sull'intenzione di SCO di collabo¬ 
rare anche con qualche produttore di 
Network Computer i cui set-top box non 
siano compatibili con Java. Dal punto di 
vista più tradizionale c’è da segnalare la 
versione 5 di Unix System V. 

Dal punto di vista più puro si tratta d'u¬ 
na operazione non del tutto apprezzabile, 
dato che l'emanazione delle nuove speci¬ 
fiche è stata fatta unilateralmente da SCO 
in un momento nel quale la situazione de¬ 
gli standard è un po' confusa Come tutti 
gli argomenti tecnici, anche SVR5 verrà 
dettagliato in altre parti di MC: per ora ba¬ 
sti dire che l'attuale implementazione fat¬ 
ta su UnixWare sostanzialmente espande 
la massima dimensione di processi, RAM, 
dischi e si rivolge alla comunicazione, 
adottando LDAP come successore del 
Novell NDS. Java e il WebTop, ed offren¬ 
do un'implementazione di CAPI per l'I- 
SDN, Molte altre possibilità sono date dal¬ 
l'integrazione nel prodotto base di pac¬ 
chetti prima disponibili separatamente: 
tramite add-on sono infine disponibili nuo¬ 
ve funzionalità tra le quali il Reliant HA per 
il clustering. 

Lo sviluppo è affidato ad un ambiente 
piuttosto completo, I' UDK - Umversal De- 
velopment Kit. 


r— Incontro con Aldo Rimondo, Country Manager per l'Italia — 


* 


Vista da lontano, la strategia generale può essere interpre¬ 
tata in modo leggermente diverso Per l'Italia l'abbiamo chie¬ 
sto ad Aldo Rimondo. Country Manager per l'Italia, la Turchia, 
la Grecia e Cipro. 

Anche voi dovrete farvi conoscere all'utenza. 

Tradizionalmente SCO è un'azienda di prodotto, ma adesso 
dobbiamo essere più facilmente vendibili. In quest'ottica ab¬ 
biamo anticipato alcune mosse. Dal punto di vista interno c'è 
stata una certa attenzione alle segmentazioni di mercato e alla 
forza di vendita che promuove i prodotti. Per quanto riguarda 
i servizi professionali quali consulenza, supporto e training 
stiamo offrendo un maggior supporto direttamente dall'Italia. 

Poi dobbiamo vedere come si dipana la strategia sulle nostre 
zone. 

Ma in Italia che ci facciamo con i network computer? 

Abbiamo già consegnato il nostro NC OS ad alcuni OEM _ 

Tuttavia la nostra strategia non è quella di vendere NC, bensì 

di avere un prodotto orizzontale di integrazione come Tarantella basato sul concetto di 
network computing ed indipendente dai Client e dai server presenti. Lo proponiamo alle or¬ 
ganizzazioni di grosse dimensioni che stanno pensando alle strategie future. 

Come va UnixWare? 

Bene, e non da poco tempo, bensì fin da settembre '96. Sui major account è passato al 
30%, un valore alto se si pensa che prima era del 10%. Oggi il fatturato che facciamo con 
il nuovo prodotto è superiore al 20% del totale. 

UnixWare ci ha consentito di entrare nelle grandi organizzazioni più facilmente. Non è 
tanto un fatto di migrazione quanto di un mercato incrementale in cui in passato eravamo 
meno presenti. Il 30%, poi, è relativo alla percentuale di progetti in organizzazioni di grosse 
dimensioni. 

Ma non sono prodotti un po' troppo grossi per mercati quali la Turchia, Cipro, la 
Grecia e anche l'Italia? 

In qualche modo sì. SCO sta lavorando per offrire delle versioni più semplici, segmen¬ 
tando l'offerta per tipologia d'uso. In questo modo contiamo di non ridurre la nostra pre¬ 
senza verso il basso, bensì d'incrementarla. 

UnixWare SVR5 terrà conto della base installata sotto due punti di vista, da un lato of¬ 
frendo configurazioni adatte anche per i mercati di fascia più bassa, tradizionali di SCO, 
dall'altro seguitando a dare processi e strumenti di migrazione completi e semplici Non bi¬ 
sogna trascurare che la linea Open Server rimane, anzi viene ulteriormente sviluppata. 


MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997 


153 














HBIW f 

di Corrado Giustozzi 


In arrivo anche nel nostro Paese i primi HPC con Windows CE 

Il mondo in tasca 



E’ passato quasi un anno dall’introduzione dei primi HPC, hand-held personal 
computer, ovvero I cosiddetti "palmari" piccoli quanto un organizer ma basati su 
un sistema operativo "quasi vero" avente il familiare look di Windows 95. 
Sembravano destinati ad un boom immediato, e probai 
mercato era pronto a riceverli a braccia aperte, ma 
qualcosa non ha funzionato e la temuta invasione non 
ha ancora avuto luogo. Problemi di immaturità? Forse. 

Problemi di costo? Anche, ma non solo. Tuttavia 
l'industria non demorde e si prepara a sferrare fattacci 
massiccio: cosi, proprio mentre cominciano finalmente 
a giungere sul nostro mercato i primi HPC, oltreoceano 
già si discute degli HPC di seconda generazione e si 
vocifera del prossimo arrivo di Windows CE 2.0 


Una delle (poche) cose veramente nuove 
di questi ultimi anni è stata l'introduzione, 
avvenuta quasi in sordina allo scorso Com¬ 
dex Fall, dei "palmari" HPC basati su Win¬ 
dows CE Ve li ricordate? Ne abbiamo parla¬ 
to a lungo agli inizi dell’anno, sul numero di 
gennaio (MCI69) e successivi. 

In un mercato che tutto sommato non fa 
che riproporci sempre le stesse cose, con 
grande sforzo di miglioramento tecnico ma 
scarsa innovativi culturale, l’oggetto HPC 
rappresenta un primo barlume di ciò che i 
computer possono fare per cambiarci dav¬ 
vero, e probabilmente in meglio, la vita. E, 
per quanto strano possa sembrare, l’innova¬ 
zione non è tanto nell'oggetto tecnologico 
in sé. inteso sul piano hardware, quanto nel 
concetto stesso di "computer amichevole" 
che ci segue ovunque e soprattutto è facile 
ed immediato da usare essendo basato su 
una metafora oramai abituale quale quella di 
Windows. 

Mi spiego meglio prendendo il discorso 
un po' alla lontana. Sono anni che sentiamo 
dire che il computer ci cambia (e non ne¬ 
cessariamente in meglio ..) il modo di lavo¬ 
rare e vivere. Ma finora tutto quello che ab¬ 
biamo avuto sono stati desktop sempre più 
potenti che, per quanto ci permettano di fa¬ 
re bellissimi giochi o stupendi progetti di ce¬ 
mento armato, in senso generale non è che 
ci rendano la vita particolarmente migliore o 
piu comoda. 


Molto più importante, da questo punto di 
vista, è invece la penetrazione ben più sotti¬ 
le e meno avvertibile, ma assai più pervasi- 
va, dei microcomputer "annegati" nei vari 
dispositivi di uso quotidiano. E non mi riferi¬ 
sco ai soli oggetti più o meno palesemente 
elettronici od informatizzati, ché lì è ovvio, 
ma di quelli ben lungi dall’apparire compute¬ 
rizzati. Ad esempio, chi ha un'automobile 
recente sa bene che oramai il meccanico 
chiamato ad esaminare un difetto non con¬ 
trolla più direttamente la macchina ma va 
per prima cosa a consultare il log dei mal¬ 
funzionamenti, mantenuto nella centralina 
di controllo responsabile del funzionamento 
dell’autovettura! Un'automobile che tiene i 
log di bordo come un aereo militare, ma ve 
la immaginavate solo qualche anno fa? Ep¬ 
pure il computer in macchina c'è, ed anzi 
non si limita solo a gestire il motore ma 
controlla soprattutto l'interfaccia umana del 
veicolo nei confronti del guidatore e dei pas¬ 
seggeri: regola la climatizzazione, la chiusu¬ 
ra delle portiere, l'accensione delle luci di 
cortesia, le indicazioni sul cruscotto, il fun¬ 
zionamento dello stereo, incrociando i dati 
provenienti da svariati sensori ambientali e 
correlandoli allo stato previsto in ogni moda¬ 
lità di funzionamento. Insomma le nostre 
macchine sono assai più “intelligenti" di 
quanto possiamo immaginare, anche se a 
bella posta non ce lo fanno vedere. Loro si 
che ci migliorano la vita... forse. Certo è un 


peccato che tutta questa "intelligenza" sia 
lontana dal nostro controllo, essendo cristal¬ 
lizzata una EPROM che qualcun altro ha 
programmato per noi coi suoi gusti ed i suoi 
concetti. Ma se potessimo programmarci 
da soli la nostra macchina, o almeno intera¬ 
gire con lei più strettamente per regolare 
magari alcuni parametri di funzionamento, 
non sarebbe meglio? 

Una cosa analoga succede per molti altri 
dispositivi già abbastanza "intelligenti" che 
usiamo tutti i giorni, dal forno a microonde 
alla lavatrice, per non parlare degli apparec¬ 
chi tecnologici quali gli hi-fi, le videocamere 
e via dicendo. Molto spesso il problema più 
grave di utilizzo di questi oggetti amati ed 
odiati nello stesso tempo è costituito dalla 
difficoltà di interfacciarsi con essi, di impara¬ 
re la complessa e non standardizzata se¬ 
mantica dei vari pulsanti, di familiarizzare 
con i controlli, di memorizzare le funzionalità 
di raro uso. Un bel pannellino LCD touch- 
screen non migliorerebbe le cose? Forse si, 
ma a patto di adottare per tutti i dispositivi 
una semantica comune ed un'interfaccia 
utente standardizzata, altrimenti saremmo 
come prima se non peggio. Si veda ad 
esempio il fenomeno delle fotocopiatrici: 
avete mai incontrato in vita vostra due foto- 
copiatrici con i comandi uguali o almeno 
compatibili? No, infatti: eppure il processo 
di copia con annessi e connessi (ingrandi¬ 
menti o riduzioni, scelta dei formati, copia 


154 


MCmicrocomputer n. 177- ottobre 1997 






Phili ps p rende in licenza rEPOC32 di Psion 


La notizia, detto francamente, ha già risuonato in tutto il mondo 
come il classico fulmine a ciel sereno. Soprattutto considerato 
che la Philips produce il Velo, uno dei più interessanti palmtop 
Windows CE attualmente sul mercato. Il comunicato, datato 10 
settembre 1997, parla piuttosto chiaro: 'Oggi Psion Software 
PLC e Philips Consumer Communication IPCCI annunciano un 
importante accordo per cui PCC ha preso in licenza EPOC32. il si¬ 
stema operativo su ROM di Psion, per un’innovativa sene di di¬ 
spositivi di gestione portatile di dati e di messaggi. Mike Meli¬ 
ghe, CEO di PCC. ha dichiarato che l'azienda da lui guidata è rico¬ 
noscibile soprattutto per l’innovazione e questi nuovi prodotti 


non faranno eccezione. La nostra roadmap - prosegue McTighe - 
richiede una piattaforma scalabile per una vasta gamma di dispo¬ 
sitivi, senza compromettere la facilità di utilizzo, la vendibilità, le 
performance, la durata delle batterie o il tipo di applicazioni utiliz¬ 
zate.' Il primo dispositivo basato sul sistema operativo EPOC32 
sarà lanciato entro la fine dell'anno e promette di fissare nuovi 
paradigmi per i prodotti di comunicazione mobile. Supporterà 
l'invio e la ricezione di fax, la gestione della posta elettronica, 
l'accesso ad Internet, gestirà le informazioni personali pur posi¬ 
zionandosi chiaramente come telefono portatile e non come un 
palmtop. adp 


multipla e fascicolazione, ...) non è cosi va¬ 
sto e complesso. Perché allora non si stan¬ 
dardizza tutta la semantica dei controlli e 
non il solo bottone verde di avvio? 

Windows CE per i 
sistemi embedded? 

Il discorso che sto facendo non è peregri¬ 
no e soprattutto non è estraneo al tema di 
queste pagine, tutt'altro. lo penso infatti 
che l'apparire dei primi HPC sia solo un 
mezzo con cui l'industria sta sondando il 


pubblico consumer per saggiarne le reazio¬ 
ni di fronte ad un qualcosa che, potenzial¬ 
mente e paradossalmente, potrebbe finire 
per essere più importante nell'elettronica di 
consumo che nell'informatica. Mi riferisco 
ovviamente a Windows CE, quella che in 
apparenza è una versione ai minimi termini 
di Windows 95 ma in effetti è tutta un'altra 
cosa. L'idea geniale di CE sta proprio in 
questo: apparire come un qualcosa di fami¬ 
liare e tranquillizzante, per mettere a pro¬ 
prio agio l'utilizzatore il quale capisce subito 
di "trovarsi a casa" e di non dover imparare 
nulla di nuovo. 

Perché nessuno degli organizer proposti 


dall'industria dell'elettronica di consumo ha 
avuto il successo che si meritava? Sempli¬ 
ce: per i sottili e fastidiosissimi problemi de¬ 
rivanti dal dover interfacciarsi con uno stru¬ 
mento dalla semantica unica e non standar¬ 
dizzata. L’utente quadratico medio si spa¬ 
zientisce presto, e non c’è nulla di meglio 
per irritarlo che costringerlo a memorizzare 
barocche sequenze di tasti per impostare 
un appuntamento sul suo organizer o im¬ 
porgli procedure bizantine per trasferire la 
sua agendina sul PC Un organizer è certo 
più comodo di un'agenda di carta, non 
foss'altro perché suona per ricordarci gli ap¬ 
puntamenti... ma se dobbiamo diventare 


Cin q ue CE 



Cercateli sul web, al telefono o ( se siete fortunati) allo Smau 


di Enrico Ferrari e Leo Sorge 


• 320 Palmtop 

lett-Packard propone il nuovo HP 320LX Palmtop 


mtop PC, che vie- 


hp: 

Hewlett-Packard propone i 
ne definito come il migliore Windows CE di prossima uscita. Que¬ 
sto perché è l'unico a poter disporre di un display da 640x240, 
ben più largo degli altri display che non superano i 480 pixel, ed in 
più è retroilluminato. 

Il prezzo per questa meraviglia si aggirerà sui 639$, con una me¬ 
moria standard installata di 4 MB che per quanto riguarda i dati 
può essere aumentata fino a 20 MB. Per quanto si sa dall'annun¬ 
cio del 26 marzo, il 320 sarà l'unico CE compatibile con le schede 
CompactFlash, uno standard che dovrebbe essere supportato da 
Windows CE. In questo modo lo slot PCMCIA resta libero per il 
faxmodem. La durata stimata di funzionamento a batterie si aggira 
attorno alle 30 ore con due pile stilo. Negli States HP ha annuncia¬ 
to la Rom di upgrade a CE2 

HP, tei. 02/921991 - Smau: Pad. 22, Stand COI, D08, E06 


Philips Ktp7 Avw-w ve i gU oro) 

Philips Velol è la proposta Philips che si differenzia dagli altri mo¬ 
delli per la connettività integrata, grazie ad un modem interno a 
19.2K Non è certo equivalente alle prestazioni di una scheda 
PCMCIA da 33.6K, ma è certamente una soluzione più comoda e 
pratica, senza contare che le schede PCMCIA consumano sicura¬ 
mente più energia. 

Il Veld. che costa 739$, ha inoltre un registratore vocale interno, 
per il quale dispone quindi anche di un altoparlante oltre che di un 
microfono. Aderisce anche allo standard Intel Miniature card pre¬ 
cedentemente non disponibile. E' più leggero dell'HP, ma il di¬ 
splay è di solo 480x240 punti, sempre retroilluminato e touch- 
screen. La durata stimata con due pile stilo è di sole 15 ore. 

Philips ha annunciato l'upgrade a CE2. 

Impex - Smau: Pad. 10/1 Stand C19 


Nec hucj'Aywvi'.nec.mai) 

Il nuovo NEC MobilePro 450 è praticamente identico al MobilePro 
400, ma lo schermo è ora retroilluminato e costa notevolmente di 
meno. In effetti il prezzo è la sua dote migliore: costa 500$. Pesa 
meno degli altri due modelli e anche il consumo stimato è minore, 
valutato in circa 50 ore. 

Impex-Smau: Pad. 10/1 Stand C19 

Casio bupj’Avyw .caSiOhJC.Cgm > 

Il Cassiopeia è uno dei più famosi Windows CE Attualmente vie¬ 
ne distribuito nella versione A-10/A-11. Lo schermo è II classico 
480x240 retroilluminato, la CPU è Hitachi SH3, funzionante a 40 
MHz. Negli States costa 500$. Pesa 380 grammi comprese le bat¬ 
terie e l'autonomia della batteria è più di 20 ore di servizio. Fra le 
opzioni viene citato il cavo SB-62 per collegarsi con una macchina 
fotografica o una telecamera digitale. 

Distribuito da Delta, tei. 0332/803111 - www.deltasti it 
Smau: Pad 11, Stand D07 

LG 

L'HPC di LG si chiama GP40M. Nonostante le piccole dimensioni 
è un concentrato di funzioni. Le dimensioni con il coperchio chiu¬ 
so sono di 167x95x25,4 mm, il peso senza le batterie è di poco 
superiore ai 300 grammi. Il display è un touch-screen da 480 x 
420 punti con quattro livelli di grigio, la Ram è di 4 MB. Oltre alla 
porta seriale ed a quella ad infrarossi è in dotazione una porta 
PCMCIA per le funzioni di telefonia o di espansione di memoria si¬ 
no a 20 MByte. 

Il modello PTRM5 include una scheda Fax-modem con i relativi 
cavi di collegamento. 

Distribuito da LG, tei. 02/269681 - www.tae.co.kr 
Smau: Pad. 9/1 Stand C04-D03 

















Prima non c'era , adesso CE 

di Leo Sorge 

Ho guidato tre ore alla luce della sera. Ho provato ad aiutarmi con Streets, l'atlante 
stradale del mio portatile, ma con quella strana luce neanche riuscivo a leggerlo. Torno 
a casa stanco. Tolgo l’HPC dalla tasca della giacca e lo ripongo nella docking station e 
mi leggo le ultime notizie sul Web. Ma in realtà voglio riprovare a giocare con Zardoz, 
quel maledetto che mi ha battuto a Nuk'em4D Lui fa il furbo, ma ha un desktop CE, 
sta più comodo quando gioca. Prima devo mettere sul mio spazio in rete le foto prese 
oggi e risentire gli appunti che ho registrato, altrimenti non ho memoria a sufficienza. 

In questa ipotetica scena il protagonista ha un HPC che usa come computer, macchina 
fotografica digitale, registratore audio e console per giochi, per di più in rete. Un altro 
utente, invece, ha una versione desktop basata su Windows CE 
Ebbene sì. io immagino che entro poco tempo qualcuno proporrà dei sistemi da tavolo 
basati su questa piattaforma. Hardware economico, eccellente uso della memoria, 
nessun software complesso, connessione ad Internet, giochi, memoria di massa loca¬ 
le o remota ed una serie di funzioni già disponibili. Con la versione 2 di CE, a colori, a 
32 bit e compatibile ActiveX, possiamo fare tutto. Certo c'è ancora molto da imparare 
dai palmtop degli altri, siano giapponesi od inglesi, fatto sta che le funzioni degli HPC 
con CE2 sembrano proprio quello che serve a molti utenti desktop. Certo tastierina e 
stilo non possono competere con una tastiera vera, un mouse ed un joystick, così co¬ 
me uno schermo 480x240 a 4 toni di grigio non ha senso, ma un monitor vero e piatto 
(sperando che i prezzi scendano in fretta) ha il suo appeal. 

Inoltre ecco un'intera generazione di Information appliance per questo sistema operati¬ 
vo: DVD, giochi, telefoni cellulari, Internet TV... siamo appena agli inizi d’una vera rivo¬ 
luzione. Ricordiamoci di Navitei Iwww navitei comil che ha lanciato un telefono che 
usa Internet per le comunicazioni. In realtà si tratta d'un HPC con Windows CE inserito 
in un contenitore di tipo telefonico. Oltre alle funzioni telefoniche ha quelle di posta 
elettronica e vocale e d> agenda (PIMI. Costa 299 dollari, o almeno li costava a feb¬ 
braio. 

Se siete curiosi e il vostro browser ha tutti i plugin del creato, o perlomeno Shockwa- 
ve. potete provare a giocare con un HPC virtuale all'indirizzo httoV/www.microsoft. 

COm/windpwsce/hpc/tryiVshQcked-htfn. 

PS: Pocket Streets esiste davvero... è su un comunicato stampa ufficiale, esistono 
delle schermate e da qualche giorno è disponibile per il download gratuito. 


matti per ricordarci come usarlo è meglio 
usare l'agenda tradizionale, che almeno si 
usa in modo semplice e naturale! 

Gli HPC non sono, almeno per il momen¬ 
to, nulla di realmente diverso rispetto agli 
organizer che da anni funestano le nostre 
tasche. Hanno un solo vantaggio: si usano 
come il computer di casa! E questo, nella 
maggior parte dei casi, fa la differenza fra 
un sistema magari potente ma inutilizzabile 
ed uno magari meno potente ma utilizzabi¬ 
le. Con un HPC noi ''crediamo" di scrivere 
un testo in Word, "crediamo" di fare i conti 
con uno spreadsheet di Excel questi ap¬ 
plicativi "pocket" sono anni luce lontani dai 
loro cugini che vivono nei nostri desktop, 
non foss'altro perche questi occupano cen¬ 
tinaia di MByte su disco mentre quelli gira¬ 
no su macchine che in quattro od al massi¬ 
mo otto MByte di memoria complessiva 
mettono RAM e hard disk, ma va bene co¬ 
sì. Chi di noi infatti usa realmente Word o 
Excel al cento per cento? E comunque chi 
pretende di scrivere un libro o di gestire la 
contabilità della propria azienda su un og¬ 
getto paragonabile per ingombro e potenza 
di calcolo ad un telefono cellulare? 

E' sbagliato quindi vedere gli HPC come 
semplici concorrenti degli organizer. Gli or¬ 
ganizer probabilmente non verranno spazza¬ 
ti via, perché come macchine specializzate 
avranno sempre la meglio... a patto di tro¬ 
vare gli utenti giusti, una minoranza rispetto 
agli utenti "normali" Gli HPC sono invece 
la prima generazione di una serie di oggetti 
sempre più intelligenti che ci parleranno tra¬ 
vestendosi da Windows 95. Pensate ad un 
cellulare, un fax, una fotocopiatrice con 
Windows CE... per qualcuno è una visione 
da incubo, ma l'idea che dispositivi eteroge¬ 
nei possano finalmente colloquiare con noi 
e tra di loro usando un'interfaccia standard 
e familiare è tutt'altro che funesta... 

Certo c'è il pericolo dell'omologazione 
culturale, col conseguente rischio di ricade¬ 
re nell'immobilismo che tarpa ogni progres¬ 
so; e c'è ancora più pressante il problema 
dei diritti sull'interfaccia, con tutto ciò che 


esso comporta. Di tutto abbiamo bisogno 
tranne che di un Grande Fratello esteso a 
tutti i nostri oggetti di uso quotidiano, dal ra¬ 
soio al ferro da stiro; e l'idea di dover paga¬ 
re le royalty alla Microsoft per il videoregi¬ 
stratore o la lavastoviglie non piace a nessu¬ 
no se non a Bill Gates stesso. Se il mondo 
fosse sano non dovrebbe acconsentire a 
che si pagassero i diritti sul "look&feel" di 
un'interfaccia tecnica; cosi come tutti da se¬ 
coli usano le lancette per mostrare l'ora sui 


quadranti degli orologi senza dover pagare 
diritti a chi per primo ha avuto l'idea di di¬ 
sporle in quel modo, cosi converrebbe a tut¬ 
ti che l'interfaccia utente dei futuri dispositi¬ 
vi intelligenti fosse libera da diritti Certo 
varrebbero i diritti sul software, relativi al li¬ 
cenziamento del sistema operativo e degli 
applicativi: ma ognuno dovrebbe essere li¬ 
bero di utilizzare l'aspetto e la semantica di 
CE senza dover nulla a nessuno, a patto di 
scriversi il proprio codice. A Microsoft reste- 


CE nel listino Shar p... 

Anche Sharp entra nella cordata su Windows CE. Il colosso giap- 
ponese i www.snaro-usa comi ha annunciato che lancerà un HPC 
con il software Microsoft nientepopodimeno che entro la fine 
dell'anno Inizialmente era circolata la voce secondo la quale 
l'HPC sarebbe stato commercializzato nei soli Stati Uniti, ma non 
c'è conferma ufficiale. La notizia, di per sé importante ma non ec¬ 
cezionale, va vista partendo dal fatto che Sharp è leader nel mon¬ 
do palmtop Ad esempio durante lo scorso Cebit è stata lanciato 
in Germania il Color ZR, un incredibile organizer a colori che gra¬ 
zie ad una lente girevole diventa una macchina fotografica digita¬ 
le! Oltre a ciò puO essere usato come registratore audio digitale, 
ha il fax-modem interno, scrive in formato Word ed Excel ed ha 
un'interfaccia a raggi infrarossi Pesa 490 grammi, la batteria dura 
circa 8 ore. Il prezzo era di 2.200 marchi tedeschi, poco più di 2 
milioni di lire. Le famiglie di organizer Sharp sono oggi SE-500 e 
YO, mentre nella categoria dei PC Companion -la stessa di Win¬ 
dows CE - cadono le linee Wizard e Zaurus: il modello Zaurus ZR 
3000 costa 399 dollari, senza PCMCIA e con un fax-modem a 
100 dollari che sembra trasmettere a soli 2400 bps. Difficile dire 
se ci sarà interesse per un oggetto del genere. 
L.S. 


... e ci sara 

anche nei video g iochi 

La prossima generazione di giochi Sega dovrebbe usare Win¬ 
dows CE come sistema operativo. Il nome in codice è Sega 64 
(ma il chip è a 32 bit) e la versione del sistema sarà la 2.0 II mi¬ 
croprocessore sarà l'Hitachi SH-4 con 16 MB RAM, un CD-ROM 
12x, uno slot PCMCIA e un browser per Internet. Un modem 
permetterà anche di giocare tra più persone sparse in rete III co¬ 
losso dell 'entertainment ha recentemente lanciato heat.net, il 
suo Internet gaming network. 

L'SH-4 gestirà la grafica 3D con una potenza molto maggiore 
di quella dell' Intel MMX e dello Sparc Vis. Il lancio è attualmente 
previsto per l'estate del 1998. Le caratteristiche di CE2 permet¬ 
teranno di convertire con facilità i titoli sviluppati per l'una o l'altra 
piattaforma. L.S. 


MCmicrocomputer n. 177- ottobre 1997 
















Il p omo di Psion 

'Un oggetto bello, bellissimo, destinato a fare la fine dei Mac!'. Da 
un paio di mesi ormai mi diverto come un matto con il nuovo 
Psion 5 (di cui potete leggere un'approfondita. ancorché entusia¬ 
smante. prova su strada in questo stesso numero di MC a pag. 
224) e sotto i baffi me la rido pesantemente nel sentire afferma¬ 
zioni di quel tipo. E' vero, il ciclone Windows CE passerà tutt'altro 
che inosservato. Il fatto stesso che ci sia dietro l'energumeno Mi¬ 
crosoft la dice lunga al riguardo, e non credo affatto che (da alme¬ 
no un anno a questa parte) in Psion dormano sonni tranquilli. Fatto 
sta, però, che il paragone con mamma Apple - per inciso, madre di 
tutti i personal computer! - non calza proprio alla perfezione. 

E per più d’un motivo. 

Lo sappiamo tutti' Apple, dopo il lancio del primo Macintosh, avve¬ 
nuto neH'ormai giurassico 1984, ha certamente fatto il più grande 
errore della sua vita: non ha concesso subito in licenza il suo genia¬ 
le sistema operativo per imporre la propria piattafor¬ 
ma come standard. Se l'avesse fatto (ovviamente 
nei giusti termini), avrebbe sicuramente inondato 
il mercato di macchine MacOS compatibili e og¬ 
gi. probabilmente, i computer funzionerebbero 
meglio... 

Polemiche a parte (come noto sono un "acceso" 
utente Macintosh) la verità è che Apple ha avuto 
il coraggio di combattere (ma non la forza di vin¬ 
cere) da sola contro tutti, perdendo, come era ov¬ 
vio attendersi, l'impossibile battaglia. Oltre a que¬ 
sto i Macintosh hanno sempre avuto un prezzo di 
vendita molto elevato, potremmo dire "fuori merca¬ 
to" rispetto a quello dei prodotti concorrenti, e questo 
ha inesorabilmente definito l'utenza Apple come elita¬ 
ria, utenti (notoriamente una minoranza) ben disposti a 
spendere molto di più pur di avere un prodotto migliore.Psion, nei 
confronti di Windows CE. si trova in tutt'altra posizione (ringraziando 
Iddio!). Le uniche affinità le possiamo trovare nella "schiacciante su¬ 
periorità hardware e software rispetto a tutti i suoi attuali concorren¬ 
ti" e., nella infinita dose di coraggio che si è dovuta somministrare 
per combattere la battaglia (apparentemente) impossibile. Dico "ap¬ 
parentemente" in quanto a differenza della Apple del 1984. la Psion 
non sta facendo affatto gli stessi passi falsi. Per prima cosa, pur 
sbattendo chiaramente la porta in faccia a Microsoft per quel che ri¬ 
guarda il sistema operativo del proprio hardware (non adottando 
Windows CE e sviluppando in proprio un nuovo sistema operativo 
multitasking a 32 bit, EPOC32, degno dei personal computer di fa¬ 
scia alta) il nuovo Psion Series 5 è "grande amico" di Windows 95 
col quale si integra fino all'inverosimile. E' "compatibile" praticamen¬ 
te con qualsiasi tipo di file di "Windowsiana" provenienza (non solo 
con i prodotti Microsoft), è fornito di software di collegamento e ca¬ 


di’ Andrea de Prisco 

vetto seriale per il trasferimento e la sincronizzazione dei dati tra po¬ 
stazione fissa e appendice tascabile, con i suoi numerosi "assi nella 
manica" è proprio agli utenti Windows 95 che si propone come part¬ 
ner ideale portatile. Riguardo, poi, la citata "schiacciante superiorità", 
fermo restando che torneremo presto più approfonditamente sul¬ 
l'argomento, è da tener presente che più o meno a parità di prezzo 
tra un "cinque" e un palmtop Windows CE, nel primo troviamo una 
maggiore dotazione Di software, sia per qualità che per quantità. Il 
word processor è veramente un word processor (con tanto di fogli 
di stile, correttore ortografico italiano e funzionamento WYSIWYG); 
lo spreadsheet, oltre ad essere compatibile con tutto, offre la possi¬ 
bilità di tracciare finanche grafici tridimensionali; il databa¬ 
se non è affatto un semplice indirizzario; troviamo poi una 
calcolatrice aritmetica che all'occorrenza diventa anche 
scientifica, un semplice programma di disegno grafico e 
(last but not least) l'agenda elettronica si utilizza con 
la stessa facilità di quelle in carta. Compresa la 
possibilità di scarabocchiare sulle sue pagine, via 
stilo grafico.Anche nell'hardware... c'è ben poco 
da scherzare. Tralasciando l'eccezionale tastiera 
(brevettata) e il display da 640x240 pixel (solo il 
Windows CE dell'HP, pare, abbia uno schermo di pari 
dimensioni) citiamo il fatto che il microprocessore 
utilizzato nello Psion 5 è a 32 bit, in tecnologia 
RISC, consuma pochissimo e offre performance 
di calcolo paragonabili a quelle di un 486 SX a 
33 MHz Tornando all'azzardato parallelismo 
Psion-Apple, un'altra fondamentale differenza ri¬ 
spetto a quanto accaduto una quindicina d’anni fa. 
risiede nel fatto che l'azienda londinese ha immedia¬ 
tamente messo a disposizione IL suo potente sistema 
operativo a chiunque l'avesse chiesto in licenza. E se avete fatto un 
salto al sito Psion in questi giorni (nel momento in cui scrivo queste 
note siamo al 20 settembre) avrete certamente notato ben in evi¬ 
denza la notizia che la divisione Consumer Communication di Philips 
- quest'ultima già produttrice, tra l'altro, del Velo, uno dei più interes¬ 
santi Windows CE attualmente in commercio - ha stipulato un ac¬ 
cordo di licenza con la Psion per l'utilizzo di EPOC32 su una prossi¬ 
ma generazione di "data and messaging companions" prodotta da 
Philips e attesa per la fine di quest'anno. Per finire, ma non è certo 
la cosa meno importante, Psion offre già da questo mese la sua 
creatura versione italiana, mentre per Windows CE pare non se ne 
parli prima dell'inizio dell’anno prossimo. Periodo in cui dovrebbe ar¬ 
rivare anche la versione 2.0 di quest'ultimo, ovviamente prima in in¬ 
glese e poi nelle varie versioni localizzate E, come dicono a Roma, 
"siamo di nuovo da capo a dodici I" 

Non chiedetemi cosa vuol dire... 



rebbero pur sempre i diritti sul sistema ope¬ 
rativo e la soddisfazione morale di aver co¬ 
munque inventato uno standard utile al re¬ 
sto del mondo, e scusate se è poco. Uto¬ 
pia?... 

Vecchi e nuovi HPC 

Ma torniamo al presente e vediamo che 
sta succedendo nel mondo degli HPC "di 
prima generazione", in attesa che l'indu¬ 
stria sforni l'ondata successiva. Si tratta di 
una specie di anticipazione dell'articolo che 
vedrà la luce sul prossimo numero di MC, 
nel quale esamineremo i principali HPC 
realmente disponibili sul mercato italiano. 

Diciamo dunque che gli HPC stanno fi¬ 
nalmente arrivando anche da noi, pur se un 


po' a rilento rispetto a quelle che erano le 
aspettative di molti. Ad esempio il Casio 
Cassiopeia, capostipite e archetipo degli 
HPC, verrà venduto da dopo SMAU ma in 
versione americana, dato che quella italiana 
non arriverà che all'inizio del prossimo an¬ 
no. Ritardi anche per il bellissimo Velol del¬ 
la Philips, che vanta una memoria doppia 
ed il modem incorporato: problemi di omo¬ 
logazioni presso le PPTT europee fanno in¬ 
fatti slittare l'arrivo dell'oggetto sui nostri 
mercati, dove verrà commercializzato oltre¬ 
tutto con un'interfaccia per cellulari GSM 
(dapprima i soli modelli Philips poi gli altri) e 
non un modem di tipo generale. Altri HPC 
sono più o meno in dirittura d'arrivo, e giun¬ 
geranno nei negozi del nostro Paese in 
tempo per i regali di Natale. 

E dopo? Salvo ritardi dell'ultimo momen¬ 


to, tutt’altro che Impossibili come ci inse¬ 
gna il passato, nella prima metà del prossi¬ 
mo anno dovrebbe vedere la luce la versio¬ 
ne 2.0 di Windows CE e con essa una se¬ 
conda generazione di HPC più versatili e 
capaci. Si parla di LCD a colori e non più a 
soli quattro livelli di grigio, di processori più 
potenti e memoria in quantità almeno dop¬ 
pia rispetto all'attuale, di codice a 32 bit e 
supporto almeno parziale per le DirectX. Il 
rischio è che gli HPC si trasformino in note¬ 
book, e dunque finiscano per l'essere cosi 
pesanti e costosi da non risultare più appe¬ 
tibili come oggetti consumer. Vedremo se 
la scommessa iniziale rimarrà valida: meno 
di 500 dollari per un oggetto grande come 
un organizer e apparentemente efficace 
quanto un PC. 

/se 


MCmicrocomputer n. 177- ottobre 1997 


157 







Frael Leonhard 233K Multimedia 


Un processore AMD K6 a 233 MHz, 32 Mb di RAM, scheda madre e controller SCSI 


Asustech, scheda video Matrox Millennium, modem 33,6 Digicom Tiziano con kit 

opzionale per 
videoconferenza, sono gli 
elementi caratteristici del 
più potente computer della 
serie Leonhard. 


di Fabrizio Dell'Orso 


A completamento della propria gam¬ 
ma, la fiorentina Frael ha recentemente 
presentato un computer desktop desti¬ 
nato a soddisfare le richieste della clien¬ 
tela esigente, che in questo settore sono 
sempre in rapida evoluzione. Per accon¬ 
tentare chi cerca prestazioni senza com¬ 
promessi da una macchina con architet¬ 
tura Pentium, il nuovo top di gamma 
della serie Leonhard può essere la ri¬ 
sposta giusta: utilizza un processore 
K6 con clock a 233 MHz, per spre¬ 
mere le migliori prestazioni possibili 
dalla ben nota scheda madre Asuste¬ 
ch TX97 Quest'ultima utilizza un chi- 
pset Intel 430 TX con controller inte¬ 
grato EIDE Ultra DMA capace di ope¬ 
rare con transfer/rate fino a 33 
Mb/sec, consentendo nel contempo 
all'utente le più ampie possibilità di 
scelta per il banco memoria. Al fine 
di bilanciare le prestazioni secondo le 
proprie esigenze è difatti possibile 
montare moduli SIMM o DIMM per 
tutti i tipi di RAM, sia essa FPM, 
EDO o SDRAM: il taglio base previ¬ 
sto vede il montaggio di ben 32 Mb 
di RAM EDO, una buona base di par- 


disk da 2 Gbyte di tipo Ultra Wide SCSI, 
rivelatosi nell'uso molto veloce. In tema 
di memorie di massa fornite nella confi¬ 
gurazione base, la dotazione vede poi a 
corredo un lettore CD-ROM 12X di tipo 
EIDE al cui fianco lavora un drive per 
floppy disk LS 120, che gode dell'at¬ 
traente caratteristica di poter gestire sia i 
comuni floppy-disk da 720 Kb o 1,44 Mb 
che il nuovo formato da ben 120 Mbyte 
Considerata la diffusione crescente di 
applicazioni che impegnano fortemente 
ogni sezione del computer, nel Leonhard 
233K occorrevano soluzioni video e au¬ 
dio al di sopra di ogni sospetto: Frael, 
ben consapevole di quale decisivo appor¬ 
to (in termini di prestazioni finali) possa¬ 
no recare, in questo Leonhard 233K si è 
avvalsa di una scheda video Matrox 
Millennium II con ben 4 Mbyte di vi¬ 
deo RAM (una dotazione grazie alla 
quale si possono raggiungere risolu¬ 
zioni 1024 x 768 mantenendo la vi¬ 
sualizzazione con 16 milioni di colori), 
e di una Sound Blaster AWE 64 
"Gold" per l’audio: scelte irreprensi¬ 
bili sul profilo qualitativo, come testi¬ 
monia il favore di cui godono tali pro¬ 
dotti nei rispettivi settori. La visualiz¬ 
zazione delle informazioni e delle im¬ 
magini a video è invece affidata ad 
un monitor di produzione AOC, con 
diagonale pari a 15 pollici e dot picht 


II kit per la videoconferenza Galileo, l'abbona¬ 
mento a Internet con due mesi omaggio e i 
due /oystick all'infrarosso sono altre compo¬ 
nenti che arricchiscono la dotazione multime¬ 
diale del Frael Leonhard 233K. 


tenza anche per applicazioni "pesanti". 
In realtà la macchina presentata non si li¬ 
mita alle possibilità offerte di serie dalla 
scheda madre Asustech ora ricordata: 
per l'j/O verso le memorie di massa e le 
altre eventuali periferiche, infatti, viene 
impiegato un controller SCSI Asustech 
SC875, al quale è stato collegato un hard 


158 


MCmicrocomputer n. 177- ottobre 1997 






















Frael Leonhard 233K 


Produttore e Distributore: 

Frael Italia s.r l 
Via del Roseto. 50 
Bagno a Ripoli (FU 
Tel 055/696476 

Prezzo UVA esclusa): L. 4.090.000 

Opzione kit per videocon(eren 2 a 
♦ software: L. 370.000 


di 0,28 pm: tra le caratteristiche degne di 
menzione di questo monitor vanno ricor¬ 
dati la famiglia di menu OSD con cui ef¬ 
fettuare direttamente ogni regolazione e 
i ben tre anni di estensione della garanzia 
forniti dalla stessa Frael. 

Sotto il profilo estetico e ergonomico, 
il Frael Leonhard 233K, la cui sigla do¬ 
vrebbe probabilmente sintetizzare sia il 
clock che il tipo di processore utilizzato, 
sembra avvantaggiarsi rispetto ai più co¬ 
muni concorrenti di un cabinet eseguito 
in maniera insolitamente accurata. Le 
componenti in plastica appaiono infatti 
subito prive di sbavature di fusione e di 
indesiderati nonché antiestetici spazi 
vuoti tra l'una e l'altra. Al buon giudizio 
esteriore, ricordiamo che sono presenti 
anche due maniglie a scomparsa sul re¬ 
tro per poter spostare agevolmente il 
computer senza rischiare di dover infilare 



La vista posteriore denota la presenza di otto slot 
di cui ben sette già occupati spiccano l'uscita digi¬ 
tale della scheda audio Sound Btaster AWE 34 
Gold, la porta SCSI per periferiche di sistema 
esterne, e anche due maniglie metalliche a scom¬ 
parsa, utilissime per evitare le spiacevoli conse¬ 
guenze spostando il computer senza nschiare di 
dover infilare le dita tra cavi e connettori 

le dita tra cavi e connettori, fa eco la ra¬ 
zionalità deH’interno: una delle caratteri¬ 
stiche più interessanti del cabinet adot¬ 
tato risiede nella possibilità di permette¬ 
re all'utente un accesso davvero facilita¬ 
to all'interno della mac¬ 
china, dote di indubbio 
valore per qualsiasi per¬ 
sonal computer: a tal fi¬ 
ne basta rimuovere, sfi¬ 
landola, la parete laterale 
sinistra per accedere su¬ 
bito agli slot disponibili e 
alle varie schede installa¬ 
te, con spazi di manovra 
più che sufficienti per in¬ 
serire nuova RAM o 
nuove schede, oltre che 
per configurare una peri¬ 
ferica. 

Completano la dotazio¬ 
ne del Frael Leonhard 
233K la tastiera, il mou¬ 
se, i joystick, un mo¬ 
dem/fax e altro ancora: 
tra le caratteristiche da 
menzionare, oltre allo 
splendido software Cu- 


L'ampio spazio a disposizione 
garantisce una buona accessibi¬ 
lità per eseguire qualsiasi ope¬ 
razione sulla scheda madre 



basis Audio versione 1.6 è praticamente 
impossibile non citare l'ottima tastiera 
dal feedback molto confortevole, il sim¬ 
patico mouse Primax Rambow (di colore 
azzurro, quindi facilmente rinvenibile an¬ 
che sulla scrivania più disordinata . lei 
due "super" |oystick con collegamento 
all’infrarosso (sempre di produzione Pri¬ 
max). grazie ai quali ogni videogioco si li¬ 
bera delle limitazioni imposte al joystick 
dal tradizionale cordone ombelicale ver¬ 
so il computer, regalando all'interazione 
possibilità di movimento solo ieri impen¬ 
sabili. Considerata nel novero delle bra¬ 
mosie più gettonate del momento, non 
manca la possibilità di connettersi ad In¬ 
ternet: ai propri clienti Frael regala infatti 
anche un ottimo voice/modem/fax Digi- 
com (il modello si chiama Tiziano, rispet¬ 
ta lo standard V 34+ ed è capace di ben 
33.600 bps) e un abbonamento gratuito 
ad Internet della durata di due mesi con 
il provider 2F Communication, la società 
del gruppo 2 F (a cui tra l'altro appartiene 
anche il marchio Frael) che fornisce ser¬ 
vizi e connettività Internet. 

In ragione di tutti questi elementi, del¬ 
la cura nell'assemblaggio e nella dotazio¬ 
ne di hardware compresa all'interno e 
all'esterno del cabinet, il prezzo del 
Leonhard 233 K, pari a 4 milioni (Lit. 
4.090.000 per l'esattezza) + IVA, appare 
come minimo molto interessante. Con 
l'aggiunta di una somma molto contenu¬ 
ta (Lit. 370.000 + IVA), poi, è anche di¬ 
sponibile un eccellente kit per la video¬ 
conferenza, sempre prodotto dalla no¬ 
strana Digicom (il kit si chiama Galileo): 
oltre al necessario software, ci sono un 
microfono con cuffia combinata e l'indi¬ 
spensabile telecamera con cui integrare 
in modo ancor maggiore la dotazione 
multimediale di questo computer, per 
provare l'ebbrezza di vedere e sentire i 
propri colleghi di lavoro o amici anche a 
centinaia e centinaia di chilometri di di¬ 
stanza Tale dotazione, infine, già da que¬ 
sto mese potrebbe essere migliorata da 
un CD-ROM 24x e dalla nuova Matrox 
Millennium con RAMDAC da 250 MHz 
(per l'appunto probabilmente già disponi¬ 
bili nel momento in cui leggerete queste 
righe), mentre chi vuole risparmiare qual¬ 
cosa può eventualmente richiedere una 
macchina con la stessa configurazione, 
ma con una soluzione più tradizionale 
per la gestione delle memorie di massa, 
consistente cioè nell'utilizzare il solo con¬ 
troller EIDE, con conseguente risparmio 
nell'hard-disk e del non più necessario 
controller supplementare SCSI Con qua¬ 
lità e prestazioni, ovviamente, sempre 
garantite dal nome Frael. 


159 






















(Hax&s! 




MonolithGeovision 


Un monitor con schermo completamente piatto che sfrutta tutti i vantaggi 
della tecnologia dei display a cristalli liquidi, caratterizzato da un profilo 
sottile a cui si aggiungono peso e 
ingombri ridotti, ideale per applicazioni 
desktop in uffici di rappresentanza o in 
sedi dove lo spazio è davvero ridotto. 


di Fabrizio Dell'Orso 


Ci siamo, finalmente! Dopo la corsa 
"istituzionale" nel settore dei notebook, 
dove le dimensioni dello schermo solo 
un paio di anni fa a malapena raggiunge¬ 
vano diagonali di 9,5 pollici e ora supera¬ 
no con rilevante frequenza gli 11 pollici, i 
display LCD stanno finalmente raggiun¬ 
gendo anche il settore dei monitor per 
desktop, da sempre appannaggio dei 
modelli a tubo catodico Una tendenza 
appena iniziata (di cui questa anteprima 
è indirettamente testimone), eppure allo 
stesso modo un passaggio più che natu¬ 
rale, considerato che oltre certe dimen¬ 
sioni - diciamo mediamente oltre i 14 
pollici - il limite fisico nel settore dei no¬ 
tebook è praticamente dettato dagli in¬ 
gombri stessi del computer. Cosi, men¬ 
tre non ha alcun senso predisporre la co¬ 
struzione di notebook con schermo LCD 
molto grande, considerato ciò che si de¬ 
ve pagare in termini di portatilità, la di¬ 
sponibilità di schermi LCD di maggiori di¬ 
mensioni sembrava non potesse trovare 
applicazione concreta nel mercato della 
componentistica per computer. In effet¬ 
ti, sebbene nel settore dei notebook al¬ 
cuni produttori hanno fatto autentici mi¬ 
racoli per superare le limitazioni dettate 
dalle necessità di offrire soluzioni sem¬ 
pre più portatili (tanto da arrivare a esco¬ 
gitare perfino una tastiera ripiegabile che 
in fase d'uso assume dimensioni supe¬ 
riori a quelle della pianta del notebook, 
come quella - denominata "butterfly" - ap¬ 
parsa in un celebre notebook di un paio 
di anni fa), purtroppo nessuno potrà però 
mai realizzare qualcosa di simile per un 
display LCD, da sempre un oggetto im¬ 



possibile da 
spezzettare o ri¬ 
piegare (a meno 
di non compro¬ 
metterne il fun¬ 
zionamento). 

Non potendo 
cosi trovare ap¬ 
plicazione nel 
settore tradizio¬ 
nalmente di 
competenza, i 

produttori di display si sono però guarda¬ 
ti attorno: coscienti di poter utilizzare una 
tecnologia comunque penalizzata da 
prezzi non concorrenziali nel confronto 
con le più tradizionali soluzioni a tubo ca¬ 
todico ma comunque in grado di offrire 
nuovi termini di paragone in fatto di qua¬ 
lità video, per i piu grandi schermi LCD 
hanno comunque ritenuto opportuno 
puntare su alcune applicazioni di nicchia, 
rimanendo sempre nel settore più popo¬ 
lare dell'elettronica per computer. Quello 
dei monitor desktop con tecnologia LCD 
è in effetti un settore che ha tutte le ca¬ 
ratteristiche per rappresentare la classica 
punta dell'iceberg, sebbene con un trend 
di crescita prevalentemente in relazione 
alle scelte di un ristretto manipolo di pro¬ 
duttori: per le loro elevate caratteristiche 
di brillantezza e contrasto, i display LCD 
dell’ultima generazione hanno difatti rag¬ 
giunto prestazioni che è lecito definire 
eccellenti. Ovviamente, in queste appli¬ 
cazioni parliamo di display LCD retro-illu¬ 
minati (o a diffusione laterale) esclusiva- 
mente di tipo TFT: per i monitor desktop 
che utilizzano tale tecnologia, non posso¬ 


no minimamente essere accettati com¬ 
promessi qualitativi visto e considerato 
che i relativi risparmi non porterebbero 
comunque benefici sostanziali al rappor¬ 
to qualità/prezzo rispetto a quello delle 
soluzioni tradizionali. Velocissima a rece¬ 
pire le tendenze del mercato OEM e, in 
ambito nazionale, ad intuire i desideri e 
le segrete ambizioni degli utenti più esi¬ 
genti sotto il profilo della massima qua¬ 
lità possibile (siano essi utilizzatori "busi¬ 
ness" o semplici appassionati dell'ultima 
tecnologia da esibire), la Monolith Italia 
ha cosi messo in catalogo un monitor di 
questo tipo: il modello si chiama Geovi- 
sion, ed è probabilmente il primo esem¬ 
pio di monitor LCD per applicazioni desk¬ 
top attualmente disponibile sul nostro 
mercato. 


Geovision, il piatto- 
forte 

Bello e piatto, il Geovision è un vero 
monolite, capace di strappare autentici 


160 


MCmìcrocomputer n. 177- ottobre 1997 



















Monolith Geovision 


Produttore e Distributore: 

Monolith Italia 

Viale Romagna, 10 

20133 Milano 

Tel 167-385911 

Fax. 02/70123825 

Prezzo UVA esclusa) 

L 5.500.000 


sguardi pieni di desiderio anche da chi 
non è normalmente attratto dalle tante 
novità del settore. Di forme moderne e 
eleganti, è caratterizzato da bordi legger¬ 
mente arrotondati e. visto di fianco, con 
un profilo che toglie letteralmente il fiato: 
nell'uso proietta l’utilizzatore in una di¬ 
mensione assolutamente nuova e, an¬ 
che per questo, emozionante. Il monitor, 
una volta estratto dall'Imballo, deve es¬ 
sere inserito su una pesante base che 
ne consente l'inclinazione entro 30°. Alle 
regolazioni dei menu OSD si accede pre¬ 
mendo uno dei due tasti in basso sulla 
sinistra: una volta entrati nel menu, con 
la stessa coppia di tasti si selezionano le 
varie voci, mentre con quella più a destra 
si confermano le scelte. Semplice e im¬ 
mediato. Ovviamente, a questo punto 
sarà bene snocciolare le caratteristiche 
peculiari del display LCD utilizzato: la dia¬ 
gonale è pari a 36,83 cm, ovvero a 14.5 
pollici, e come anticipato utilizza la tecno¬ 
logia TFT (dove ogni singolo pixel è rap¬ 
presentato da tre transistor differenti, 
ognuno dei quali è assegnato a uno dei 
tre colori fondamentali, ovvero il rosso, il 
verde e il blu). Tra i vantaggi dell'adozio¬ 
ne di un display LCD al posto di un tradi¬ 
zionale CRT è bene subito ricordare che 
lo schermo è in effetti più grande di un 
comune monitor CRT. I 14,5 pollici del 
Geovision sono infatti a disposizione in 
tutta la loro estensione, visto che le di¬ 
mensioni dei display LCD sono totalmen¬ 
te sfruttabili in lungo e in largo, a diffe¬ 
renza dei tradizionali monitor a tubi dove 
la reale porzione utile dello schermo è 
determinata dal gioco di deflessione del 
cannone elettronico: nei display a LCD. 
infatti, i singoli pixel sono allocati diretta- 
mente e univocamente sulla porzione di 
schermo ad essi assegnata (sono cioè 
transistor fisicamente disposti l'uno al 
fianco dell'altro), mentre in quelli a tubi 
sono determinati da un fascio di raggi in¬ 
viati dal retro sullo schermo, raggi che 
possono pertanto raggiungere posizioni 
diverse sullo schermo in relazione di di¬ 
versi fattori. Per rimanere al Geovision, 
quindi, i 14,5 pollici di diagonale corri¬ 
spondono sempre ad un’area utile di ben 


295 x 221 mm. Comune a tutti i display 
LCD c'è poi la caratteristica dell'amagne- 
ticità: anche avvicinando al monitor un 
paio di sistemi d'altoparlanti o un altro 
componente elettronico, la variazione di 
campo magnetico non influirà sulla resa 
cromatica, né lascerà persistenti influen¬ 
ze di colore ai bordi. Inoltre, a differenza 
dei monitor con tubo catodico, addio ai 
fastidiosi fenomeni di sfarfallio. Da un 
punto squisitamente pratico, invece, i 
piacevoli vantaggi sono riassumibili in 
quelli derivanti dall'utilizzazione di un 
monitor dalla superficie perfettamente 
piatta, dove le proporzioni e le forme di 
disegni e immagini raggiungono un per¬ 
fetto bilanciamento dimensionale. La 
presenza di un display LCD, specie se 
dell’ultima generazione come in questo 
caso, garantisce poi ridottissimi fenome¬ 
ni di affaticamento visivo, considerata 
anche la tìpica assenza di radiazioni, an¬ 
che dopo una giornata intera di lavoro. 

L'adozione di recenti soluzioni nel set¬ 
tore degli schermi LCD permette al Geo¬ 
vision un contrasto tra i più elevati, e co¬ 
munque comparabile a certi monitor pro¬ 
fessionali. Tra le caratteristiche diretta- 
mente attribuibili tra i vantaggi, non van¬ 
no dimenticate l'efficienza della retro-illu- 
minazione. in grado di garantire una lu¬ 
minosità elevata in ogni condizione d'u¬ 
so, specie in pieno giorno (questa ante¬ 
prima è stata scritta nel mese di agosto, 
un periodo dell'anno tipicamente... mol¬ 
to luminoso), l'interruttore di accensione 
controllato via software (l'alimentatore 
del Geovision può cosi essere tranquilla¬ 
mente lasciato collegato alla presa di re¬ 
te) e ovviamente il comodissimo menu 
OSD specifico per i display LCD. Tra le 
particolarità di quest'ultimo, oltre alle 
consuete regolazioni di luminosità e con- 



II pannello connessioni, nella parte bassa dello 
schermo, vede, oltre al connettore video VGA. il 
connettore dell'alimentazione DC e un minl-iack 
per l'audio stereofonico 



La vista laterale evidenzia inequivocabilmente lo 
spessore ridottissimo del monitor, 


trasto. sono da segnalare quelle relative 
alla regolazione di fase (per mettere 
sempre perfettamente a fuoco i caratteri 
sullo schermo), il libero posizionamento 
dell'area di lavoro utile sullo schermo 
(centraggio zona attiva, per tutte le riso¬ 
luzioni inferiori alla massima di 1024 x 
768, sia in altezza che in larghezza), la 
possibilità di commutare verso una mo¬ 
dalità grafica espansa (sempre per risolu¬ 
zioni inferiori alla massima), la correzione 
della frequenza di tracking e della tempe¬ 
ratura colore (oltre alla selezione tra 9300 
e 6500 gradi Kelvin, c'è anche la possibi¬ 
lità di regolare il guadagno dei singoli tre 
colori base), e per finire la selezione della 
massima qualità possibile per il testo o 
per la grafica. 

Tra gli aspetti meno esaltanti, invece, 
ci sono la limitata fedeltà degli altoparlan¬ 
ti incorporati (assoggettati però a una co¬ 
modissima regolazione del volume e an¬ 
che a una uscita cuffia), l'impossibilità, 
con la risoluzione a 800 x 600, di utilizza¬ 
re appieno lo schermo (l'area utile si ridu¬ 
ce pertanto in proporzione) e ovviamente 
il prezzo, tipico dei prodotti di nicchia con 
elevato valore intrinseco. Piccoli nei, in 
confronto alla validità delle prestazioni of¬ 
ferte, che non intaccano il favorevole giu¬ 
dizio di un simile prodotto. 


Mg 


161 






















ALTRI 




coordinamento di Andrea de Prisco 


Anno nuovo, vita... 


di Raffaello De Masi 


Dall'editoriale di Paolo Nuti del numero 
di gennaio 1985: " Il primo microcom¬ 
puter a portata di hobbista di cui ebbi 
notizia fu l'Altair, il cui progetto appar¬ 
ve sul numero di gennaio 1975 di Po- 
pular Electronics". Il microcomputer, a 
quell'epoca, ha già dieci anni di età e di 
progressi, a voler ben vedere, ne ha fatti 
non molti Intendiamoci, l'Altair, benché 
venduto in qualche migliaio di esemplari, 
poteva essere utilizzato solo per qualche 
esercizio di programmazione in linguaggio 
macchina. E i due anni successivi ('76 e 77) 
sono ricchissimi dì novità e di migliorie sul te¬ 
ma. Accanto al capostipite, compare subito 
’IMSAI 8080, immediatamente giunto al suc¬ 
cesso. con una carriera alla Naomi, per essere 
comparso nel film "Wargames". splendido 
esempio di cosa è possìbile far credere alle mas¬ 
se. E l'IMSAI, grazie alla improvvisa popolarità, 
ebbe un picco di vendite interessante; per un mi¬ 
gliaio di dollari si poteva portare a casa un cassone 
delle dimensioni (ma solo quelle) di un minicom¬ 
puter, per poi scoprire che quel che si vedeva nel 
film era lontano come la vetta dell’Everest, e 
che poteva essere ìnterfacciato solo con perife¬ 
riche dal prezzo catastrofico. 

Ma il fatto fu sintomatico della "fame" degli 
utenti; e a questa fame diedero degno cibo 
una serie interminabile di case, nate dal nul¬ 
la e presto ivi ritornate (stiamo parlando di 
una ventina abbondante di anni fa!). Ma 
accanto ad esse ecco comparire la Micro¬ 
soft (che nello stesso 75 studia un BA¬ 
SIC per l'Altair e simili), la Commodore, 
la Digital Research (madre del dittato¬ 
riale CP/M) e la Apple. 

Di Commodore e Apple si parlerà molto in se¬ 
guito: le loro creature, il PET e l'Apple II, nate nell'77 
avranno vita lunga (la seconda nel 1985 è ancora la 
macchina più venduta sul mercato). Essi sono di 
concezione cosi avanzata da sopravvivere ancora al¬ 
la data delle riviste che stiamo illustrando. Ma la ve¬ 
ra svolta la danno, da una parte, la riduzione dei 
prezzi della componentistica, dall'altra la comparsa 
di veri applicativi, come word processor (Wordstar), 
spreadsheet (VisiCalc) e qualche timido database. 

E’ curioso rilevare che questo picco di qualità si ha 
nel giro di due o tre anni (nel 1978 tutto quanto de¬ 
scritto è già, bene o male, patrimonio del mercato) e 
occorre passare all'anno '81-'82 per vedere la nasci¬ 
ta del PC IBM e delle macchinette tipo Spectrum e 
Commodore. Nuti. buon profeta, nello stesso edito¬ 
riale, si augura che l'home computer sarà in avveni¬ 


re "abbastanza grosso e sofisticato da essere real¬ 
mente utile nelle applicazioni domestiche". Col sen¬ 
no di poi vediamo che la cosa si è avverata solo in 
parte, vista la parte preponderante che. nelle nostre 
case, i videogiochi occupano sui nostri personal; ma 
l'importante è che ci siano arrivati 
Ma è tempo di passare ai numeri della rivista da 
sfogliare. Eccovi qualche curiosità dei tempi andati, 
e qualche notizia più o meno interessante dell’aria 
che tirava allora. 


A gennaio il raccolto 
è sempre modesto 

E lo sono anche le macchine provate sulla rivista. 
A proposito, miseria dei tempi, l'abbonamento vie¬ 
ne offerto con in regalo una confezione con 3 (di- 
consi tre) minifloppy Dysan, ma bisogna pagare un 
sovrapprezzo di 3500 lire. Corrado prosegue la ru¬ 
brica dei giochi (i soliti adventure e arcade; che vo¬ 
lete. questo passa il convento. Ma Corrado, manco 
a dirlo, ne approfitta per proporci l'ennesima versio¬ 
ne del suo adorato LIFE; che la falciuta signora se li 
porti tutti!). David A. Lien (guarda che nome!!!) pub¬ 
blica il suo "Dizionario del BASIC", che resterà a 
lungo un best seller; lo possiedo ancorai. E, proprio 
per non contraddire le chiacchiere della premessa, 
Corrado, sempre lui, prova tre pacchetti che da soli 
trasformano il PC in una macchina da ufficio. I 
package, Delta, Open Access e Symphony, questi i 
nomi, hanno scopi diversi anche se (specialmente 
gli ultimi due) occupano aree sovente sovrapponibi¬ 
li. Il primo, prodotto dalla inglese CompSoft, è un 
potente e sofisticato sistema gestionale di archivi 
basati su una struttura transazionale Dotato anche 
di un semplice editor incorporato e di un generatore 
automatico di report, può lavorare in modalità batch 
sugli archivi, che possono essere legati da otto livel¬ 
li di transazioni diverse. Il secondo, realizzato dalla 
Software Products International, è un ponderoso 
ambiente integrato dotato di molteplici funzioni. Do¬ 
vrebbe risiedere preferenzialmente su un disco rigi¬ 
do (allora si chiamavano Winchester, già, proprio co¬ 
me lo yellow boy!) e incorpora un db, uno spread¬ 
sheet, un buon wp, un generatore di business 
graphics, un programma di comunicazione e perfino 
una agenda-calendario. Punto forte dell'ambiente è 
la grafica, ben integrata in tutti i moduli, e una fun¬ 
zione di help, che permette di elencare tutti i co¬ 
mandi disponibili nel sottoambiente utilizzato. 

Infine Symphony, grande novità della Lotus, che 


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MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997 





















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L'architetto e il designer possono stampare 
progetti e disegni esecutivi ma anche il 
rendering dei loro lavori. Il pittore e 
l'illustratore possono riprodurre facilmente le 
loro opere o stampare direttamente multipli 
digitali a tiratura controllata. Le agenzie di 
pubblicità ed i grafia hanno dai 
layout alle prove colore, anche dei 
poster, già sulla scrivania. Il circolo 
aziendale ha gli striscioni a colori 
per la cena annuale. E tutti hanno finalmente 
a disposizione una stampante veramente uni¬ 
ca, che sa dare come nessun'altra emozioni 
veramente grandi a qualunque lavoro. 


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(AITPI tfmph) 




IO anni di microcomputer 


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Arila uta mattila, lido prr gomiti* rierano ih programmaiMae m linguaggio marrhma 
Al uro pt agri Uria. EJ Roberti Arra prr6 rum nt ornati mio d ornilo tk ama WWMr 
geniale il hai S 100 Ria rhr A, ma imitano*, u irallA font A ma meteuUA ama 
,apralo aurora tarar A progetto il tutri*, > «lappai» E A portò ■■Ala itheAa maA* naia 
A /.«, .Irli MUM piu Ir Mummia,toa, r ulirr Ime Ai t.m,rotto E prubabdmenie U sarebbe 
regolalo ut hrn altro moAo ir ami, immaginalo goti rhr interne nel maria Ari 76 atta 
prima ma, Ira A, per ornai, impatti Ari amato la World Allao Computi CmmmUam 
Unire orili , alt al pam ,ertemi AUA A pori Marma II arri A Attmguergue io MITS 
,ipotir,a l MMX Alla* e le tue irheAe A riponi*** A mummia, la Protrxm, Teehmdog » 
arem Atarlamrnlr affiliato ma tornerà a! prono A sopra prr riporr, teheJt A 
memoria eampallMl eoa gurtte Aliai,. ma A perno piti bona 
I Idea A prati ut mmarmiti Arnia nm l‘Alia* non era Ari trito mora gU nel 
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i. Inlltn ali Alla*, ma 'rollìial a eoa maggior rara. Ua orila urlio Ari comprat al i 
muoiali tal panatilo franai,. i» ori hptml Arila irheA, maAr. Ua ori Ammutinammo 
dell'allmenlaiar, da 2* arnprrr emiro gli A Arti Alla* lo brrrt l'UASAI AO&O. pai 
munirhtlaiéi da " Wrn Oamei". /re, fuori I Aliai, prr poi uomparlrr a tua mila Onala 
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Pigliai deli,pm a ha hlutgimm aggiungere Ir periferiche. e gol trama Adori urna 
Trlrlvpr ASRJJ catini* gualcata tome ! Wf dottar t II amarro Argti opponiamoti pnó 
crterta. e rrrirem an.hr gurllo Arile annuir malr Ari mUr. la maggior pan. Arnione 
a uontpar*, puthr Animare r Amatore form.tr mene la Murate/, thè , toltila ori 
I97i il Ras* prt Alla* r IMSAt r fa Pigliai Re trarr h. rhr art 1976 premuta I CRfhA. 
poma. 


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tulli, ma Irrmmdr inno pomi» baila un alito anno U 1977 legna la arti il a Ari Rei. Art 
TRXAtt r AtR Apple II. goni Mima i A .ometter* mi geniale da rune murra. Arpa 
A ami. *• pe tubatane ma una i Irullma unioni mimmi. Menu,a a gotha originata II 
f*. turni tamputrr t ormai alla panna A min Ad orna Arile afferma!*** A colmatori 
ni impiumimi Arti'fponi, un, però odo nirida,Inameni, in ombrale inatta. 
bAblintu a tnentifl.il Re. chi A pert.mal prua Armiate una marrhma "mille" onmgar 
ottone aurmierr thr il pretto Arila menoma ftmAo guarniti baila prr mpélar* 
nppbtoiUiai .Aboilonsa mfiiikau I perni umAun a , art Iti* la Muro he p. errata A 
W ord Ma,in ed d Super San Nrt 1979 la ,ralla dr/hdilra mutano d ruttale e 
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Il ielle e nano dn multi gn*n, nel 19*1 amicami A »V 30 e A RC IRM nrtT»2 d 
I imunmhu, M II pr,ornai i empiet e, e tnrittiAAnmu munto nella ,.ra A tulli I 
Illuni Itimi I botar mmpulei tl*. m utina A Aleniate abbuiamo gru un 
(fa pulir, ti ir mirre rrnhnrnlr uldt nette oppili aitami dome,tu he. il t a 


i mirri 


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Ileo A ma, ut 


godrà di vita abbastanza lunga. Le fun¬ 
zioni sono abbastanza simili a quelle del 
package precedente, ma l'ambiente è 
un po' più amichevole; notevole la qua¬ 
lità dello spreadsheet, stretto parente 
dell'1-2-3, anche se, ovviamente, siamo 
lontani anni luce dalle capacitò di quelli 
odierni. 

Marco Marinacci, che non aveva più 
messo penna su carta, per le prove, da 
diverso tempo, riappare con un articolo 
su uno strano Robo 1500, una specie di 
marchingegno diabolico per disegnare 
su uno schermo di Apple II attraverso 
uno strano (oystick. La periferica è non 
semplice da maneggiare e il software 
obbliga a strani e tortuosi giri per rag¬ 
giungere il risultato, ma l'output, specie 
su plotter, raggiunge livelli accettabili e, 
sovente, gradevoli. Il prezzo è terrifican- 
te;oltre quattro milioni, che divengono 
sei se si aggiunge il modulo per la ge¬ 
stione del plotter e il Titan Accelerator, 
scheda acceleratnce (si fa per dire!) a 3. 
6 MHz dotata di processore 65c02 

E Sinclair lancia lo 
Spectrum Plus, 
che di Plus ha 
ben poco, se si 
esclude il conteni¬ 
tore, chiaramente 
ispirato al QL. e la 
tastiera, una vera 
QWERTY che 
però conserva la 
criptica gestione 
dei comandi BA¬ 
SIC del predeces- 


Uno sitano joystick 
non per giocare ma 
per disegnare con 
programmi CAD A di¬ 
mostrazione del fallo 
che non era affano un 
gioco, veniva offerto 
ad un prezzo al pubbli¬ 
co superiore ai quat¬ 
tro milioni Idei 198511 


sore. Meglio l'MSX Spectravideo SVI 
728, poco costoso e con più o meno le 
funzioni dei soliti home computer forma¬ 
to tavoletta che hanno affollato i numeri 
passati. E' dotato di una tastiera comoda 
ed ergonomica, e costa cinque biglietti 
da centomila Più originale e sicuramen¬ 
te interessante è il Canon X-07, vero 
predecessore degli odierni palmtop; sta 
in una mano (cosi che l’altra può essere 
usata per toccare i tasti), impiega una 
doppia CPU (un clone dello Z80 e un 
T6834), un video a cristalli liquidi da quat¬ 
tro righe, con funzioni anche grafiche, e 
una abbondanza di interfacce verso l'e¬ 
sterno, Diverse le caratteristiche origina¬ 
li, quali la possibilità, inusitata su questo 
tipo di macchine, di definire un'area di 
RAM come disco virtuale, un accoppia¬ 
tore ottico che permette una adeguata 
comunicazione di periferiche nell'ambito 
di 5 metri, la presenza di un lettore di 
schede (dette Utility Card, che possono 
essere riscrivigli o gestibili come ROM), 
un orologio interno sempre in funzione 
(in un'epoca in cui il PC IBM chiedeva, 
ogni volta, all'accensione, di inserire data 
e ora), la presenza di numerose periferi¬ 
che dedicate II prezzo è eccellente, data 
la qualità della macchina; il solito mezzo 
milione. 

Niente di particolarmente interessan¬ 
te, invece, nella prova del Siprel Perso¬ 
nal Kid 6400, un perfetto clone dell'Ap¬ 
ple II, che ha come caratteristiche pecu¬ 
liari la presenza di un Winchester da 10 
MB, un tastierino numerico, la presenza 
delle minuscole e delle ottanta colonne, 
e un design accattivante. Sparirà rapida¬ 
mente senza lasciare traccia. Altrettanto 
sparita nel nulla è la Juki 3200, una mac¬ 
china da scrivere elettrica, capace di fun¬ 
zionare anche come stampante, che ten¬ 
ta di resuscitare il mito del bello scrivere 
sulla carta intestata, magari di carta d'A- 
malfi. E poi un articolo chilometrico di 
Francesco Petrom sulla grafica, AdP che 

MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997 


Anche lo Spectrum di 
Sinclair ha avuto un pe¬ 
sante 'restyling' nel 
corso della sua vita 
Eccolo m versione 
Plus, aggiornato poco 
dopo l'avvento del piu 
moderno QL 









































'escluse le BJC-70 BJC-60 e BJC-5500. Fino al esaurimento delle storie 


Canon 

Fantasia al lavoro. 


n, 

rAnmversary 




INCiaOHi 


Stampa o fotografia? 


essere diverso. Con le slampanii Canon, 
la vostra fantasia volerà verso 
nuovi orizzonti. E il vostro 
computer potrà contare su un 
risultato di stampa ■fotograftco"cosi 
perfetto da superare ogni immaginazione. 


STAMPANTI BUBBLE | E T 


CREATE DA CANON 


DELLA QUALITÀ EOTOGRAFICA 


139 


tri 




COMPRESO 
NEL PREZZO 

Con ir stampanti B|c Canon* Immagini cosi belle da sembrare fotografie: e il 
il CD-ROM drll'Fnctclopedia 

va a. Risoli No» Meda "fotorealismo' delle stampanti Canon Facili, 
Imo al II Okembrc 1997 

veloci, affidabili e in tanti modelli, in grado di 
stampare in tutti i formati, fino all'A2. E. con le testine opzionali, alcuni 
modelli si trasformano addirittura in scanner. D'altronde, quando si ha alle 
spalle una storia ed una tecnologia come quelle di Canon, non potrebbe 


( .moti Italia |lnip7/w»w canon il l'ionio < .mori 0M2492OQO ■ I J\ IQiKMMH 

SMAU - PADIGLIONE 9/2 - STAND B12 


Stampami Bubblc lei 


CCP POSmONING 












(ALTRI TEMPII) 


ci intrattiene sul modello reticolare dei 
dati, De Masi che ci somministra la dose 
mensile di cineserie sul Forth, Andrea 
che plotta allegramente con il C64, Ro¬ 
berto Angeletti che ci presenta ANNA, 
un linguaggio di animazione per Apple II 
e tavoletta MC, Per i patiti del gioco, ec¬ 
co nelle rubriche un programma di sco¬ 
pone e uno per la realizzazione di sistemi 
di giocata a prova d'errore; mentre i più 


Eccolo qui, probabilmen- 
le. il padre di tutti i 
’palmtop', oggi tanto di 
moda E' il Canon X-07, 
con display grafico, ta¬ 
stiera qwerty e, addirit¬ 
tura!. interfaccia opzio¬ 
nale a raggi infrarossi 
Non ci crederete, ma il 
Canon X 07 era un pic¬ 
colo mostro bi-proces- 
sore come vedete l’alta tecnologia eia di casa già nel lontano 1985 



La Commodore ci riprova, proponendo un nuovo 'Pome computer' 
via di mezzo tra gli inossidabili Vic-20 e C-64 Ebbe vita breve, co¬ 
me il suo fratello maggiore denominato Plus 4. 


secchioni avranno il loro daffare per rico¬ 
piare i listati dedicati allo studio di fun¬ 
zioni e alla soluzione di equazioni para¬ 
metriche. 

Arriva L’Apricot, 
una nova durata poco 


grande interesse. Adotta del 
fratello maggiore (di cui già 
abbiamo parlato su queste 
pagine) la tecnologia di comu¬ 
nicazione a raggi infrarossi, 
qui con una implementazione 
di tutto rispetto per quanto at¬ 
tiene alla affidabilità; tanto per 
strafare, i collegamenti pos¬ 
sono essere anche eseguiti 
tradizionalmente attraverso 
cavi, ma questi non sono di vii 
metallo, ma dotati di fibre ot¬ 
tiche Ovviamente c'è un pic¬ 
colo rovescio della medaglia; 
la tastiera è alimentata da bat¬ 
terie a stilo che hanno, come 
al solito, il difetto di abbando¬ 
nare l'utente nel bel meglio 
del lavoro. Il sistema si pre¬ 
senta ben organizzato anche 
dal punto di vista del sistema 
operativo; accanto alle funzio¬ 
ni specifiche del DOS com¬ 
paiono una serie di utility pro¬ 
prietarie, quali una calcolatrice e una 
agenda in linea, un reminder automati¬ 
co, un sistema di blocco della tastiera 
Altra opzione interessante del SO è la 
cosiddetta ACTivity (le prime tre cifre so¬ 
no l'acronimo del produttore) che offre, 
sullo schermo, gli applicativi in forma di 
iconette da raggiungere attraverso le 
frecce cursore (un po', per intenderci, 
come la tavolozza di Eudora Pro); ogni 


icona può accoglierne altre e cosi via, si¬ 
mulando, ovviamente molto più rozza¬ 
mente, quella che è la nuovissima inter¬ 
faccia Apple, o, se vogliamo, il GEM e il 
di là da venire SO Windows. 

La macchina è accompagnata da un 
monitor dotato di tubo Trinitron, nella 
versione a colori, e l'assemblaggio è cu¬ 
ratissimo. Il software applicativo è rap¬ 
presentato da un wp (SuperWriter), uno 
spreadsheet (SuperCalc) e un program¬ 
ma di pianificazione (SuperPlanner). La 
grafica eredita GSX, una applicazione di 
disegno già patrimonio della precedente 
macchina. 

Apncot, nonostante le qualità indiscu¬ 
tibili e l'eccellente fattura, non ebbe mai 
fortuna (ricordiamo che ACT produceva 
un altrettanto avveniristico portatile). 
Probabilmente si portava appresso la fa¬ 
ma del capostipite, che, nel momento 
del boom IBM MS/DOS, tentò la carta 
(meglio dire il bluff) del sistema operati¬ 
vo proprietario Sopravvisse attraverso 
un lungo declino, trasformando sempre 
più le sue preziose macchine in sempre 
più convenzionali cloni MS/DOS. 

Dato l'elevato interesse del pacchetto, 
vero punto di riferimento dell'epoca, 
Corrado sviluppa una prova estesa di 
Symphony, già illustrato nel numero pre¬ 
cedente. Il pacchetto è quello che è, e la 
prova, lunga ben sette pagine e ricca di 
foto, non può rendere giustizia alla qua¬ 
lità di questo sofisticato ambiente (certo 


Il numero di febbraio offre subito un 
interessantissimo articolo (vai la pena di 
leggerlo ancora oggi, per la sua attualità) 
su Afrodite, l'ambiente di previsione del 
tempo della RAI, con tanto di foto del- 
l'allora divo Bernacca e di Guido Caro¬ 
selli Le prove si aprono con una mezza 
novità: il Commodore CI6, tentativo mal 
riuscito di creare un ibrido tra il Vie e il 
C64, ma saltiamo subito due pagine per 
approdare al test di una macchina di al¬ 
tissima qualità, e che ha avuto solo la 
sfortuna di essere nata al momento e 
nel posto sbagliato. 

Si tratta del bellissimo Apricot FI pro¬ 
dotto dalla ACT; macchina professionale 
di basso costo (meno di mille sterline, 
allora circa tre milioni), dotata di un 8086 
a 16 bit e di sistema operativo MS/DOS, 
è fornita già con un notevole corredo di 
software applicativo e di linguaggi di 


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Q 


f 

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Ecco un altro 'caro estin¬ 
to' VApricot FI era un 
prodotto tecnologicamen¬ 
te avanzato per quei tem¬ 
pi, offerto ad un prezzo 
di vendita molto invitante 
meno di tre milioni io lire 
l'IVA) La tastiera era 'col¬ 
legata' all'unità base via 
raggi infrarossi Se c era¬ 
no problemi di compren¬ 
sione tra le due parti si 
poteva sempre ricorrere 
in extremis all’allegato ca 
vo a fibre ottiche Occhio, 
in entrambi i casi, a non 
consumare tutta l’energia 
fornita dalle quattro pile 
stilo dì alimentazione del¬ 
la tastiera, pena l’Interru¬ 
zione forzata dell'uso del 
computai Mi si conceda 
l’espressione cose da 
pazzi 11 firmato adp) 


166 


MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1 997 





















Canon 

Fantasia al lavoro. 


>Q, 

rAmvtrSKi 



CREATA DA UN IMPRENDITORE 
CON MOLTE AMMIRATRICI 
Al SUOI PIEDI. E DALLA SUA 
POWERSHOT DIGITALE CANON. 






La grande tradizione fotografica Canon oggi apre 
nuovi universi alla vostra fantasia. Con l'innovativa 
tecnologia delle PowcrShol Canon, le macchine 
fotografiche diventano l'occhio digitale del computer, 
con il quale si integrano perfettamente. Le PowerShot 
Canon, grazie ad uno straordinario 
. sensore ottico, consentono di ottenere 
immagini ad altissima definizione e di 



vederle direttamente a PC. con la possibilità di elaborarle o inserirle in 
documenti. Inoltre Canon vi offre una dotazione completa "pronta per 
l'uso": memoria, flash, batterie, cavi di 
collegamento e uno speciale software per 
l'elaborazione delle immagini. Se poi 
volete rendere le vostre foto ancora 
piu realistiche, stampatele con il 
"fotorealismo" di una stampante Canon. 


( «non Italia |lnlp://wwvv canon i| - I in.ni limili mirili.r'» t .ini'M~n . Pronto ». anon 02/IÌ2492000 1 ax 022824B4604 

SMAU - PADIGLIONE 9/2 - STAND B12 


Fotocamera digitale PowerShot 


CCP POSITI 































Cai tpi tfmpb) 


non alla portata del dilettante, non fosse 
altro per il costo, di circa un milione e 
mezzo). A far da contraltare, pur nel suo 
piccolo, segue una prova di Melbourne 
Draw, un modesto ambiente grafico per 
Spectrum, e Handic, un discreto spread¬ 
sheet per Commodore 64. Le rubriche 
offrono come al solito elucubrazioni cer¬ 
vellotiche, con tanto di teoria della simu¬ 
lazione, algoritmi di ordinamento, adven- 
ture chilometriche e l'ennesimo proget¬ 
to di gestione del CC (addirittura Vittorio 
Ciacci, di Firenze propone un miniwp per 
scrivere in verticale; chissà poi a che ser- 


Eccolo qui. il 'bello in¬ 
cantato nel bosco'. I po¬ 
chi fortunati, si fa per di¬ 
re. acquirenti di que¬ 
st oggetto tpagato all'e¬ 
poca piu di un milione 
compresa l'IVAI di li a 
poco I avrebbero certa¬ 
mente buttato nel sec¬ 
chio dell'immondizia 
Non era compatibile con 
alcunché, probabilmente 
nemmeno con se stes¬ 
so Scherzi a parte, il 
prode Plus 4 incorporava 

ben 4 programmi su ROM Un word processor, uno spreadsheet, un database e un 'utility per generare isto¬ 
grammi Il tutto su uno schermo a caratteri da 40 colonne per 25 righe 



A meta degli anni Ottanta andavano mollo di moda gli ambienti inte¬ 
grali. Un unico programmone in grado di trasformarsi ora in word pro¬ 
cessor. ora m database, ora in spreadsheet a seconda delle necessita 
Open Access offriva in piu un modulo di comunicazione e. nientepo- 
podimeno che un agenda-calendario gestore di appuntamenti In al¬ 
tre parole, 'il caposlipile di lutti gli offices' 


ve!), e Filippo Baccani, di Falconara Ma¬ 
rittima. presenta un corso di dattilografia 
con un listato che, solo per copiarlo, si 
diviene già dattilografi perfetti. 

E Commodore ci 
riprova 

E a marzo, ecco un'altra macchina "al¬ 
ternativa " di CBM, il PLUS 4, ma prima 
ci preme dare notizia che Osborne, spari¬ 
to dalla circolazione, si rifà vivo con una 
nuova società nata faticosamente dalle 
ceneri di quelle vecchie. Leo Sorge pro¬ 
va, come dicevamo, il Cplus/4, che si pre¬ 
senta come una macchina apparente¬ 
mente fatta in fretta, magari con i pezzi 
avanzati sul banco di lavoro. Incompatibi¬ 
le con il software del C64 (in un momen¬ 
to in cui il software stesso sta mostrando 
come possa farla da padrone), con vel¬ 


leità professionali sempre 
esaltate e mai dimostrate, 
andrà ad ingrossare il cimi¬ 
tero degli elefanti dell'infor¬ 
matica, senza rimpianti per 
nessuno. 

Offre uno spunto curioso la 
interfaccia Midi per C64 e 
Spectrum offerta dalla Siel. 
Oggi di interfacce di tal tipo 
ce ne sono di qualità più 
che professionale ma allora 
erano piante di fragole fiori¬ 
te in gennaio (lo stesso Cor¬ 
rado ammette che l'argo¬ 
mento è forse musuale ma 
decisamente molto interes¬ 
sante). Ma il vero punto di 
forza del numero è la prova 
completa di Open Access, 
di SPI, un ambiente integra¬ 
to raffinatissimo, costoso 
(due milioncim), ma destina¬ 
to a gestioni di ufficio raffi¬ 
nate e potenti Non meravi¬ 
gli che tutto l'ambiente, 
comprendente, lo ricordia¬ 
mo di nuovo, spreadsheet, 
database, wp, grafica, pac¬ 
chetto di comunicazione, utility, sia com¬ 
preso su due dischi da 5" (senza alcuna 
compressione - allora zip era una chiusura 
lampo); chi scriveva programmi aveva il 
collo appoggiato sul ceppo della gestione 
della memoria e i trenta o quaranta di¬ 
schetti di Office di oggi, oltre tutto com¬ 
pressi, sarebbero stati pura follia. 

In mancanza di package (ne saranno 
sviluppati, anche successivamente, ben 
pochi) ecco una prova dei quattro pro¬ 
grammi in dotazione al QL; ricordiamo 
che si tratta di Quill, un discreto word 
processor che, ricordo, utilizzavo anche 
per scrivere gli articoli della rivista; Aba- 
cus. uno spreadsheet Visicalc-hke sor¬ 
prendentemente veloce; Easel, un ela¬ 
boratore di grafica commerciale che oggi 
farebbe sorridere; e Archive, forse il 
package più originale dei quattro, dotato 
di un linguaggio di programmazione sor¬ 
prendentemente avanzato. Giusto per 
cambiare argomento, ecco un sintetizza¬ 


tore vocale per Spectrum, basato sugli 
allofoni, cosa che fa superare i problemi 
legati alla pronuncia delle diverse lingue 
E ancora la prova di PaintStar per Apple 
II, un package di grafica bitmap per Ap¬ 
ple II, con tanto di progettino accluso per 
adattare un qualsiasi joystick alla porta 
dell'Apple Saltando a piè pari una venti¬ 
na di pagine passiamo a un programma 
che permette la datazione automatica 
dei file Apple (ammesso che l'utente ab¬ 
bia la pazienza, ogni volta, di battere al¬ 
l'accensione quella giusta, o che la mac¬ 
china sia dotata di schedina orologio), a 
uno che converte una stringa in una fun¬ 
zione e la calcola (pensate un po' !); e, 
ancora, per VIC 20, un pacchetto che in¬ 
segna gli accordi per la chitarra, permet¬ 
te di giocare (con tanta immaginazione) a 
bowling, e ci avvia in un altro arcade dei 
mille che affollano l'universo del bit (cin¬ 
que o seicento righe da ricopiare, tanto 
dopo c'è il ricovero in clinica psichiatrica, 
e pensare che c'era gente che lo faceva 
veramente e poi ci scriveva proponendo 
migliorie!). Per Spectrum ecco una rubri- 
chetta telefonica, l'implementazione del- 
l'ON ERROR GOTO, e della funzione IN- 
STRING, e per TI/99 un'altra scopa e una 
avventura al Casino di Montecarlo. 

Ecco, siamo alla fine, e come al solito 
qualche curiosità pescata nelle pubblicità 
e nella rubrica compra-vendita. Un signo¬ 
re di S. Daniele del Friuli vende, tra le al¬ 
tre cose una "lavagna pneumatica" 
(confesso di ignorare crassamente cosa 
sia!), un anonimo vende un traduttore si¬ 
multaneo con mille vocaboli a lire 
200.000 (oggi escono nei fustini del de¬ 
tersivo), un altro vende Totocalcio ad Al¬ 
tissima Velocità, un altro offre pacchetti 
per la risoluzione dei casi più difficili 
(sembra la pubblicità di un chiromante), 
un altro ancora svende la sua enciclope¬ 
dia di BASIC faticosamente raccolta fa¬ 
scicolo a fascicolo. Ma la più curiosa è di 
un lettore che "causa sport" vende il 
suo VIC 20; e un altro, causa espatrio 
(chissà dove sarà adesso, e se ci legge 
ancora!), vende tutte le sue macchine 
informatiche. Basta cosi; a risentirci! 

WS 


168 


MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997 

















MESSI INSIEME 
DA UNO ZOOLOGO UN PO' 
CONFUSO. 

E DAL SUO SCANNER CANON 


Canon 

Fantasia al lavoro. 


n, 

finnmurt 














§ 


Quando una grande lecnologia si unisce alla vosira (amasia, tutto 

_ diventa facile e possibile. Come con gli scanner a colori 

[A. Canon, dal design compatto c dalla straordinaria 

I 2 . I risoluzione ottica. Consentono di scansirc 
velocemente c con un unico passaggio 
qualunque tipo di immagine: foto, 
stampali e diapositive. Che si tratti di 


lavoro o divertimento, gli scanner Canon sono la soluzione piu creativa 
c conveniente. E i risultati sono sempre straordinari, specialmente 
se stampati con il "fotorealismo" di 
una stampante Canon. Perciò non 
stupitevi se vi sembrerà normalissimo ) 
che un Icone chiacchieri amabilmente ^ 
con un pinguino al Polo Sud. 



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Scanner CanoScan 
















In collaborazione con il Museo Nazionale degli Strumenti per il Calcolo di Pisa 


Archeologia 


Informatica 



a cura di Corrado Giustozzi 


LE ORIGINI DELL'INFORMATICA IN ITALIA 

La Divisione Elettronica Olivetti 


Nel primo articolo, pubblicato sul numero di giugno di MC, abbiamo tracciato le 
linee generali della nascita e della fine dell’avventura italiana nel mondo dei grandi 
calcolatori, durata in tutto circa un decennio. Il pezzo di storia che vogliamo 
raccontarvi corre sugli anni del boom economico, ed in particolare dalla seconda 
metà degli anni ‘50 ai primi anni ‘60. Questo mese ritorniamo dunque 
sull’argomento: la pausa di due numeri ci ha permesso di acquisire nuovi dettagli 
storici e tecnici, e molto fotografico inedito con la collaborazione dell’Archivio 


Storico Olivetti e del suo direttore, il dottor Eugenio Pacchioli, che ringraziamo. In 
questo articolo proveremo a farvi rivivere quegli eventi che quarant’anni fa ci 


portarono ad essere fra i primi nel mondo, e sicuramente i primi d’Europa, per 



tecnologia e design nel progetto e nella 
costruzione dei grandi calcolatori 
elettronici. In tempi in cui questi erano 
enormità ingombranti che occupavano 
anche duecento metri quadri, 
necessitavano di condizionamento forzato e 
venivano accuditi da sacerdoti in camice 


Seconda parte 


di Gaetano Di Stasio 


Nei primi anni '50 il computer era 
ancora un oggetto assolutamente sco¬ 
nosciuto, non solo per le masse. Nes¬ 
sun dipartimento universitario o ricer¬ 
catore italiano si era mai avvicinato ad 
un elaboratore elettronico: in quegli 
anni l'Italia usciva da una condizione di 
isolamento culturale molto pesante e 
quelle erano primizie mastodontiche 
solo dei centri di ricerca più avanzati 
d'oltre Oceano e d’oltre Manica (cfr. 
Archeologia Informatica MC 171 e 
172). 

Infatti il connubio fra trattamento 


Trentamila circuiti 
elementari oer un 
complesso Or tre- 
centomila compo¬ 
nenti. sono gh or¬ 
gani di Quell in¬ 
treccio di fili, di 
transistori, di dio¬ 
di. di minuscole 
luci che s accen¬ 
dono e si spengo¬ 
no continuamen¬ 
te Siamo a Mila¬ 
no nei Palazzo Oli¬ 
vetti sede della 
Direzione Genera¬ 
le Commerciale Qui nel >959 fu installato il primo prototipo del calcolatore elettronico ELEA 9003 


170 


MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997 







Archeologia Informatica 


dell'informazione ed elettronica co¬ 
minciava appena ad essere studiato in 
alcuni laboratori universitari e applica¬ 
to su scala industriale da parte di po¬ 
chissime aziende (IBM, UNIVAC, Bur- 
roughs. CRC. Ferranti) 

Gran parlare ovviamente se ne face¬ 
va già allora sui giornali, sull'onda delle 
prime missioni spaziali che preparava¬ 
no lo sbarco dell'uomo sulla Luna. In 
quegli anni l'opinione pubblica e la fan¬ 
tasia popolare si formavano al suono di 
meccanizzazione integrale, automatica, 
cibernetica e di cervelli elettronici. 

Siamo nei primi anni '50, e l'Olivetti 
è una azienda florida ed in grande 
espansione. I suoi prodotti meccanici 
per la contabilità, la scrittura e per il 
calcolo sono noti in tutto il mondo per 
la genialità della concezione e l'origi¬ 
nalità del design. 

Adriano Olivetti, dalla seconda metà 
degli anni '30 presidente dell'azienda 
d'Ivrea, è un uomo romantico, intra¬ 
prendente, dall'intelligenza brillante e 
lucido nella pianificazione delle strate¬ 
gie. Un uomo che col suo carisma, 
con la sua forte personalità e le sue 
doti manageriali suppliva ad ogni ca¬ 


renza aziendale. Guidava l'unica vera 
multinazionale italiana, non con le leve 
a disposizione di una moderna struttu¬ 
ra azionaria e manageriale, ma con gli 
strumenti propri di una "piccola azien¬ 
da ottocentesca". 

La Olivetti dell'epoca dunque era 
una azienda prettamente meccanica, 
e l'elettronica era estranea non solo 
alla pratica ma addirittura alla menta¬ 
lità dei suoi dirigenti e progettisti. Al 
sentir parlare di cambiamento ci si 
chiedeva: "le cose vanno a gonfie ve¬ 
le con la meccanica, che bisogno c'è 
dell'elettronica?". Del resto questa 
era la mentalità che andava per la 
maggiore fra gli imprenditori nostrani, 
per i quali aveva senso investire nelle 
macchine ma non certo in risorse 
umane, in know-how. Per Adriano non 
era cosi: lui vedeva nell'elettronica un 
potenziale elemento di disturbo sul 
cui terreno l'Olivetti non poteva tro¬ 
varsi impreparata E per questo ritene¬ 
va importante investire in un settore 
estremamente avanzato e quindi al¬ 
trettanto rischioso, con una risolutez¬ 
za ed una determinazione che alcuni 
definirono "follia” 



4 meta degli anni '50 un piccolo gruppo di ingegneri e Usici, selezionali fra coloro che avevano risposto ad 
un annuncio pubblicato dalla Olivelli sui maggiori Quotidiani o individuali direttamente da Mano Tchou. si 
trovo a lavorare a Pisa nel Laboratorio di Ricerche Elettroniche E’ un fatto di rilievo comunque che il perso¬ 
nale scelto fu quasi tutto italiano Una foto di gruppo ritrae i componenti del Laboratorio alla fine dell'estate 
59. poche settimane prima di lasciare Barbarrema per la nuova sede a Borgolombardo, a pochi chilometri 
da Milano . 

Da sinistra a destra e dal basso in alto. In prima fila Giancarlo Galatmi Giorgio Maddalena. Giorgio Sacerdoti 
Iaveva da poco terminato l'installazione e l'avviamento del calcolatore Ferranti al CNR di Roma). Mano Tchou 
IDirettore del laboratorio!. Et¬ 
tore Sottsass ir tArchitetto e 
designer, l'unico con una po¬ 
sa scherzosa a sottolineare 
l’indole artistical In seconda 
fila Remo Galletti icon una 
decina di anni di esperienza 
nell'elettronica per telecomu¬ 
nicazioni). Franco Filippazzi 
Icon 5 anni di esperienza nel 
progetto di strumentazione 
elettronica!. Edmund Schrei- 
ner. Paolo Grossi. Giuseppe 
Calogero In terza fila Gianni 
Bettolini, Giampiero Gianner- 
ti. Piergiorgio Perotto Idi fre¬ 
sca laurea, poi progettista alla 
fine degli anni 60 della Pro¬ 
gramma 1011. Gianfranco 
Ratto, Sergio Benvenuti In 
quarta lite Sergio Sibam Itisi¬ 
co. lavorava al progetto della 
CEPI. Martin Fnedmann lIn¬ 
gegnere canadese, assunto 
pei la sua esperienza nelle 
memorie a nuclei di ferrite!. 

Simone Fubini. Mariano 
Speggionn. Sante Caenazzo 
Nell'ultima hta. Douglass 
Webb. Ottavio Guarracmo. 

Giuseppe Tacchini, Amedeo 
Cenai, Lucio Libero Bornello, 

Albano Guzzetti 


MCmicrocomputer n. 1 77 



Domenica 8 novembre 1959 nel Palazzo Olivetti a 
Milano il Presidente della Repubblica Giovanni 
Gronchi, Adriano Olivetti e il Sindaco di Milano 
Prof Ferrari inaugurano PELEA 9003 Viene latto 
girare un programma dimostrativo dopo qualche 
istante dalla lettura dei dati da nastro di carta l’ela¬ 
boratore risponde con una scarica di dati sulla tele¬ 
scrivente Per l'industria informatica italiana e la 
consacrazione della propria capacità di produrre be¬ 
ni anche ad altissimo contenuto tecnologico 

In rotta di 
avvicinamento 

Dal '33 in azienda e dal 1938 alla presi¬ 
denza, Adriano aveva seguito tutti i det¬ 
tagli dell'accordo commerciale stipulato 
nel 1949 con la francese Compagnie des 
Machine Bull che comportava la creazio¬ 
ne di una società con partecipazione pa¬ 
ritetica, la Olivetti-Bull, incaricata della 
vendita e dell'assistenza in Italia degli 
impianti meccanografici che la ditta d'ol¬ 
tralpe costruiva. Per la Olivetti ciò signifi¬ 
cava il primo incontro col trattamento au¬ 
tomatico dei dati, che anche se ancora di 
natura prettamente meccanica rappre¬ 
sentava comunque un primo prepararsi 
alla successiva elaborazione elettronica 
delle informazioni. 

Quindi nessun passo azzardato, come 
le cronache del tempo tentavano di far 
emergere con valutazioni approssimate, 
ma un percorso graduale che con una 
rotta di avvicinamento dolce portava 
l'azienda ad interessarsi di problemati¬ 
che e di strumentazioni in realtà non del 
tutto sconosciute. Già dal 1940 Olivetti 
progettava e produceva macchine som- 
matrici e moltiplicatrici, e nello stesso 
periodo furono immesse sul mercato 
anche le prime macchine contabili, to¬ 
talmente meccaniche, derivate dalle 
macchine da scrivere in produzione. 

E' bene però collocare chiaramente il 
periodo storico. Il 1949 e stato infatti 

171 


Archeologia Informatica 


l'anno della nascita del calcolo elettroni¬ 
co a programma registrato internamente 
su linee di ritardo, invece che esterna¬ 
mente su nastro di carta perforato. Alla 
fine del '49 infatti in Inghilterra fu inaugu¬ 
rato l'EDSAC. 

L’anno dopo negli Stati Uniti l'EDVAC 
presentava le stesse caratteristiche: era 
composto da 5900 tubi elettronici e 12 
mila diodi, utilizzava aritmetica binaria 
con parole di 44 bit, era dotato di un oro¬ 
logio interno che viaggiava ad 1 MHz e 
possedeva una memoria di programma a 
linee di ritardo ultrasoniche a tubo di 
mercurio ideate da John von Neumann 

Nell'Olivetti il primo contatto con l’elet¬ 
tronica lo si ebbe nel 1952, quando 
Adriano decise di costituire negli Stati 
Uniti un Laboratorio di Ricerche Elettroni¬ 
che, a New Canaan (CT), con lo scopo di 
creare un osservatorio che prendesse 
coscienza delle nuove tecnologie là dove 
esse si stavano più rapidamente svilup¬ 
pando, L'elettronica sposata al mondo 
del calcolo automatico era una frontiera 
quanto mai avanzata, basti ricordare che 
in quell'anno al mondo si contano non 
più di una decina di calcolatori elettronici 
funzionanti 

Nello stesso anno il Rettore della 
Stanford University creò sui terreni 
dell'Università lo Stanford Industriai 
Park, che diede il via alla nascita di Sili¬ 
con Valley, mentre la International Busi¬ 
ness Machine Corporation (IBM) entrava 




Nella primavera del '55 Adriano Olivelli spiegava 
nella relazione di bilancio della Ing. C Olivelli SpA 
"La tecnica elettronica potrà avere nel futuro note¬ 
voli ripercussioni sul metodo di fabbricazione di 
prodotti attualmente realizzati in via meccanica 
esiste quindi una ragione fondamentale di sicurez¬ 
za che ci consiglia di non lasciarci cogliere impre¬ 
parati Quando la tecnica permetterà di trasformare 
alcuni nostn prodotti da meccanici a elettronici ’’ 


sul mercato mondiale col suo primo cal¬ 
colatore commerciale interamente elet¬ 
tronico. il modello 701 a valvole termoio¬ 
niche. 

Il Laboratorio 
Elettronico 

Nel 1954, con l'accordo di collaborazio¬ 
ne con l’Università di Pisa per la costru¬ 
zione in loco della Calcolatrice Elettronica 
CEP. fu costituito nella città toscana il 
Laboratorio di Ricerche Elettroniche Oli¬ 
vetti. La struttura era inizialmente costi¬ 
tuita da nove giovani laureati con espe¬ 
rienze nelle tecniche impulsive e da gio¬ 
vani tecnici specializzati, e fu affidata alla 
direzione dell'lng. Mario Tchou. 

Mario Tchou era cinese di nascita ed 
italiano di adozione, possedeva spiccate 
capacità manageriali ed umane fonda- 
mentali per guidare un manipolo di pio¬ 
nieri e soprattutto aveva un imponente 
bagaglio di conoscenze e di esperienze 


Sulla via Emilia alla Ime del 1958 
venendo da Milano si notava una 
curiosa insegna che indicava il 
Laboratorio di Ricerche Elettroni¬ 
che Olivetti a Borgolombardo 


E il 16 novembre I960 L'Ing 
Mario Tchou è ripreso con alcuni 
dirigenti della Krupp di Essen du¬ 
rante una visita alla Divisione 
Elettronica Olivetti a Borgolom¬ 
bardo. Si nota il prototipo 
dell'E LE A 6001. in Quei mesi in 
avanzato stato di progettazione 



che gli dava un grande carisma Nato in 
Italia nel 1924 da una famiglia di diplo¬ 
matici, aveva infatti conseguito giovanis¬ 
simo il PhD degree in ingegneria elettro¬ 
nica alla Columbia University dove era ri¬ 
masto per alcuni anni come ricercatore 
e docente. 

Il Laboratorio di Ricerche Elettroniche, 
voluto da Adriano Olivetti e costituito 
grazie all'apporto del figlio Roberto, si 
può a buon diritto vedere come la nasci¬ 
ta dell'industria informatica italiana 

La prima sede del Laboratorio fu l’Isti¬ 
tuto di Fisica dell'Università di Pisa, in 
piazza Torricelli, dove oggi ha sede il 
Museo Nazionale degli Strumenti per il 
Calcolo. 

L'anno successivo, nei primi mesi del 
1956, il gruppo dei ricercatori Olivetti si 
trasferì in una propria sede: in una villa 
patrizia alla periferia di Pisa, a Barbariei¬ 
na. Alcune persone, tuttavia, in base agli 
accordi presi, rimasero all'istituto di fisi¬ 
ca per collaborare allo sviluppo del pro¬ 
getto universitario di cui abbiamo ap¬ 
profonditamente scritto dal numero di 
marzo di MC. 

Al gruppo di Barbarieina venne asse¬ 
gnato il compito di progettare un elabo¬ 
ratore generai purpose di grandi dimen¬ 
sioni. Questa scelta corrispondeva ad 
una precorsa impostazione strategica. 

La fascia di produzione fu quella me¬ 
dio-alta perché così imponeva lo svilup¬ 
po delle tecnologie elettroniche in quei 
tempi: non era possibile per l'Olivetti co¬ 
struire calcolatori di dimensioni ridotte, 
quelli che più si sarebbero integrati con i 
tradizionali campi d'azione della società 

La macchina "Zero" denominata an¬ 
che "IV", perché primo prototipo a val¬ 
vole, era pronta e perfettamente funzio¬ 
nante nelle sue componenti già dai primi 
mesi del 1957. A questa fu poi dato suc¬ 
cessivamente il nome ufficiale di ELEA 
9001 

Entreremo nel merito dei dettagli tec¬ 
nici sul prossimo numero di novembre; 
per adesso riteniamo importante soffer¬ 
marci su un brano di una intervista rila¬ 
sciata sull'argomento nel 1986 da Ettore 
Sottsass jr: "L'équipe di tecnici e inge¬ 
gneri impegnata al progetto dell'ELEA, 
lavorava in un laboratorio di ricerca a Pi¬ 
sa, in una villetta dell'800, in campagna, 
per raggiungerla dalla stazione prendevo 
una carrozza perché non c'erano quasi 
taxi, questo avveniva nel 1956, e tutto 
ciò era abbastanza ridicolo.. 

In questa villetta sembravano tutti 
matti, strangolati da milioni di fili, di cavi, 
di valvole; non si poteva vedere una co¬ 
siddetta macchina, a parte che il termi¬ 
ne macchina è improprio perché non 
c'erano ingranaggi ma solo una libreria 
di valvole connesse con una grossa me¬ 
moria luna piastra piena di fili che entra¬ 
vano e uscivano), non si muoveva men¬ 
te. Non è che quest'insieme di elementi 
fosse già organizzato in un certo volume 
o in una certa situazione, ogni gruppo di 


172 


MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997 




La linea di produzione della ELEA 9003 a Borgolombardo Nella prima loro si vede l'interno dell'armadio con alcuni rack di schede elettroniche, mentre sullo ston¬ 
do si nota la catena di montaggio Nella seconda loto una panoramica della linea di produzione con in primo piano una lase della messa a punto 


ingegneri lavorava chi alla memoria, chi 
alla logica, chi alle uscite, chi alle entrate 
di informazioni. 

La cosa che si sapeva era che io dove¬ 
vo disegnare degli armadi dove gli inge¬ 
gneri potessero cacciar dentro questa ro¬ 
ba" (intervista ad Ettore Sottsass jr, En¬ 
rica Zanzi, op. cit.). 

Adriano Olivetti, come prototipo del 
moderno umanista, soleva affermare 
che "il design è l'anima di un prodotto": 
la sua attenzione ai dettagli era poi ma¬ 
niacale ed anche il buon gusto era a lui 
riconosciuto anche dalla critica, Cosi an¬ 
che per il progetto dell'ELEA aveva chie¬ 
sto ad un designer di talento, giovane 
ma già affermato, di studiare linee nuo¬ 
ve che potessero comunicare una emo¬ 
zione Questo perché, come soleva dire 
ring, Camillo Olivetti: "una macchina 
deve avere dignità ed eleganza ". 

In definitiva, l'obiettivo strategico non 
era certo di realizzare una alternativa 
elettronica alle macchine da calcolo pro¬ 
dotte dall'azienda. Cosa per altro impos¬ 
sibile con le tecnologie dell’epoca. 
L'idea di Adriano era invece di avviare 
un processo di vera e propria trasforma¬ 
zione dell'azienda nella direzione della 
elaborazione elettronica dei dati, per poi 
riuscire ad avere un vantaggio competiti¬ 
vo rispetto ai concorrenti, prevalente¬ 
mente giapponesi, quando la miniaturiz¬ 
zazione avesse offerto soluzioni anche 
per le piccole macchine da calcolo. 

Non si trattava quindi di preparare una 
nuova generazione delle macchine allora 
prodotte dalla Olivetti con tecnologia 
meccanica ed elettromeccanica, ma di 
pensare al business in termini radical¬ 
mente diversi: non più solo piccole mac¬ 
chine da ufficio isolate, ma anche "si¬ 
stemi integrati ed aperti” per l'automa¬ 
zione delle attività gestionali. 

La realizzazione di un elaboratore di 
grandi prestazioni rispondeva a questo 
disegno strategico. Purtroppo ciò signifi¬ 
cava affrontare le problematiche scienti¬ 
fiche. tecnologiche e applicative dall'al¬ 


to, al livello più avanzato per creare in 
azienda quella ragnatela di conoscenze 
ed esperienze, quel know-how. che 
avrebbe messo in moto i meccanismi di 
evoluzione culturale e organizzativa spe¬ 
rati. 

Per raggiungere tali obiettivi, il proget¬ 
to non doveva essere concepito come 
pura esercitazione, ma doveva mirare ad 
un sistema commerciale valido e com¬ 
petitivo. da fabbricare e mettere sul 
mercato. 

Fu con queste linee guida che, agli ini¬ 
zi del 1956, il gruppetto di professionisti 
radunato a Barbaricina incominciò a la¬ 
vorare alla macchina "Zero", come allo¬ 
ra era definita affettuosamente 

L'attività venne focalizzata nella fase 
iniziale sul disegno generale e sulla 
struttura dell’unità centrale. Si ritenne in¬ 
fatti di utilizzare inizialmente come unità 
periferiche delle apparecchiature reperi¬ 
bili sul mercato, alcune delle quali facen¬ 
ti parte dei sistemi meccanografici Oli- 
vetti-Bull acquistabili a prezzi competitivi 
dalla consociata, come i lettori di schede 
perforate, i lettori di nastro di carta, le ta¬ 
bulatrici e le telescriventi. 

Il progetto si sviluppò rapidamente du¬ 
rante il 1956, nella primavera del '57 esi¬ 
stevano tutti i sottosistemi fondamentali 


e si poteva passare al loro assiemaggio. 

La tecnologia costruttiva era basata 
sull'elemento allora disponibile, ossia il 
tubo elettronico. In quello stesso perio¬ 
do si affacciava però sullo scenario tec¬ 
nologico quel dispositivo rivoluzionario 
che fu il transistore. Era allora un ogget¬ 
to ancora raro, con vistose limitazioni e 
prestazioni ridotte. Il suo uso era in prati¬ 
ca limitato alle radioline, che costituiva¬ 
no a quel tempo ancora una primizia. 

Fu merito di Mario Tchou intuire che 
quella sarebbe stata nel prossimo futuro 
la tecnologia vincente. Di conseguenza, 




La fase finale di messa a punto dell'elaboratore ELEA 9003 e due aspetti del reparto produzione durante II 
cablaggio 


MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997 


173 













Archeologia Informatica 


nel 1957 egli prese la decisione di ripro¬ 
gettare il sistema ormai quasi terminato, 
sostituendo i transistori alle valvole Fu 
una decisione coraggiosa, un rischio cal¬ 
colato e alla prova dei fatti la scelta giu¬ 
sta. 

La transistorizzazione del progetto po¬ 
neva non pochi problemi Se le valvole 
erano oggetti ben noti ai progettisti, non 
altrettanto poteva dirsi dei transistori, le 
cui caratteristiche di impiego erano fon¬ 
damentalmente diverse. Si ponevano 
inoltre problemi specifici. Ad esempio, il 
pilotaggio della memoria a nuclei magne¬ 
tici richiedeva correnti impulsive di quasi 
mezzo Ampère, con fronti inferiori al mi- 
crosecondo. 

Tuttavia l’impresa riusci. Mentre la 
macchina a tubi veniva completata per 
essere usata nei test, nasceva un nuovo 
sistema inizialmente ibrido (l'ELEA 9002) 
e quindi completamente a transistori (la 
"IT", prima macchina commerciale, de¬ 
nominata all'ingresso sul mercato ELEA 
9003). Anche le difficoltà relative alle cor¬ 
renti elevate vennero superate e la me¬ 
moria a nuclei, basata su un sistema ori¬ 
ginale di selezione per anticomcidenza. 
venne anch’essa transistorizzata 

Intanto la macchina "Zero" dopo il pe¬ 
riodo di sperimentazione fu installata nel 
Centro di Calcolo di Ivrea dove entrò in 
servizio nei primi mesi del 1958 e vi re¬ 
stò fino ai primi anni '60. 

Già dal 1957 ring. Mario Tchou e Ro¬ 
berto Olivetti dibattevano sull’idea di fon¬ 
dare in Italia una industria di componenti 
elettronici per non dipendere più dagli 
umori delle attende di settore statuniten¬ 
si. A questa esigenza si contrapponeva 
l'evidenza, se la costituzione di un labo¬ 
ratorio di ricerche per apparecchiature 


elettroniche era stato un traguardo ar¬ 
duo, avviare parallelamente la produzio¬ 
ne di componenti solidi appariva quanto¬ 
meno azzardato. 

Scriveva Roberto: "Eravamo tuttavia 
consapevoli di trovarci di fronte a una 
scelta necessaria. Iniziammo in società 
con una giovane industria che condivide¬ 
va i nostri ideali”. 

Nacque cosi la Società Generale Semi¬ 
conduttori (SGS) nell'ottobre del 1957 
con lo scopo principale di fornire diodi e 
transistori di qualità professionale ai due 
azionisti, Olivetti e Telettra, che parteci¬ 
pavano in parti eguali al capitale della So¬ 
cietà. Tanto Olivetti quanto Telettra pre¬ 
vedevano infatti di utilizzare forti quantità 
di dispositivi a semiconduttore per la pro¬ 
duzione, rispettivamente, di calcolatori 
elettronici e apparecchiature per teleco¬ 
municazioni. 

Nella primavera del 1958 il prototipo di 
quello che sarebbe stato il sistema com¬ 
merciale era vicino alla conclusione. 
L'azienda decideva allora che, per la suc¬ 
cessiva fase industriale dell'operazione, 
fosse più conveniente localizzare le atti¬ 
vità nell'area milanese. 

Pertanto, nell'autunno del 1958 il grup¬ 
po di Barbaricina, che contava ormai una 
trentina di persone, si trasferiva nella 
nuova sede di Borgolombardo, a pochi 
chilometri da Milano 

Si chiudeva così la fase pionieristica 
dell'operazione. Infatti la villa era bella e 
la contrada incantevole ma la sede non 
era adatta per un laboratorio che voleva 
crescere e crescere in fretta. Cosi 
nell'estate del '58 macchine, fili, memo¬ 
ria, valvole, tecnigrafi furono imballati e 
presero la via del nord. 

E' interessante notare che da questo 


Contribuite al 

Museo Nazionale degli Strumenti per il Calcolo 


Attualmente il Museo Nazionale degli Stru¬ 
menti per il Calcolo è impegnato a ristruttu¬ 
rare la sua sede naturale (gli ex Macelli di 
Pisa) ed a organizzare la raccolta del mate¬ 
riale. Il Ministero della Ricerca Scientifica e 
Tecnologica ha infatti diramato circolari in 
tutti i Ministeri, le Università, le scuole e le 
aziende a partecipazione statale perché tut¬ 
ti gli elaboratori dismessi siano donati al 
Museo Ciò ha permesso di raccogliere 
non solo elaboratori di inestimabile valore 
storico ma anche tutta la documentazione 
ad essi allegata, di importanza altrettanto 
elevata per gli obiettivi del Centro di Studi. 
Ciò non di meno il Museo è interessato a 
tutto il materiale legato alla storia dell'infor¬ 
matica: manuali, vecchi libri, documenta¬ 
zione. programmi, oltre ovviamente ai cal¬ 
colatori obsoleti che da tutta Italia stanno 
giungendo copiosi. 

A questo interesse unanime è però impor¬ 
tante che si associno anche iniziative di 
studio e di restauro. Infatti il Museo e inte¬ 


ressato a coinvolgere in tali attività tutti co¬ 
loro che vogliono donare il proprio tempo 
ed il proprio impegno ai vecchi dinosauri 
dell'informatica, per ridare loro lo splendo¬ 
re di un tempo. Stiamo parlando dei tecni¬ 
ci. magari oggi in pensione, che hanno la¬ 
vorato su queste macchine e che oggi pos¬ 
sono dare importantissimi contributi sia in 
termini di conservazione che di compren¬ 
sione delle macchine stesse, e gli studenti 
che desiderano approfondire lo studio di 
questo periodo storico con ricerche mirate 
e tesi. 

Per ulteriori informazioni 
Museo Nazionale degli Strumenti pei il Cal¬ 
colo 

Museo degli Strumenti Scientifici 
Prof Roberto Vergara Caffarelli 
Dipartimento di Fisica dell'Università di Pisa 
Piazza Torricelli 2-56100 Pisa 
Tel 050911212-911247 
Fax 050 48277 


174 



La memoria a nuclei magnetici di lenite e una spe¬ 
cie di rete composta di sottilissimi fili di rame e mi¬ 
nuscoli anellini di lenite Ipolvere di ossidi di letto, 
zinco, nichel, pressata e sinterizzataI La ferrite ha 
Questo di particolare sottoposta a un impulso di 
corrente elettrica, assume un certo stato magneti 
co, che mantiene anche se la corrente cessa e fin¬ 
che non riceve un nuovo impulso. Per memorizza¬ 
re un bit occorrono quattro anelimi in figura una 
porzione di un pannello della memoria centrale 
dell'ELEA 9003 


momento in poi Olivetti si impegnava di¬ 
rettamente nella realizzazione di tutte le 
unità periferiche elettromeccaniche, 
coinvolgendo in questo sforzo anche 
gruppi di progetto di Ivrea Le caratteri¬ 
stiche funzionali e la tecnologia di queste 
macchine erano radicalmente diverse dai 
tradizionali prodotti per scrivere e da cal¬ 
colo in cui Olivetti si era fino allora ci¬ 
mentata con successo e costituivano di 
per sé impegni tutt'altro che trascurabili 
su un terreno sconosciuto. Questo può 
dare una idea dell'ampiezza e della 
profondità dell'impegno con cui Olivetti 
si dovette confrontare attraverso il pro¬ 
getto ELEA: si accingeva a trasformarsi 
in una azienda high-tech, che non produ¬ 
ceva più solo telescriventi ma anche 
stampanti parallele da 1000 linee o 100 
mila caratteri al minuto (oltre 1600 cps); 
non più solo lettori lenti di nastro di carta 
(fino a 100 cps) ma anche lettori ultra ve¬ 
loci (oltre 800 cps). Stesso dicasi per pe¬ 
riferiche come unità a nastro magnetico, 
fatturatrici, convertitori, selezionatrici, 
lettori di schede perforate e cosi via 

Il punto debole stava proprio nell'am¬ 
piezza eccessiva del fronte su cui veniva 
a dover manovrare. Ampiezza che sareb¬ 
be divenuta evidente dopo pochi anni at¬ 
traverso la crisi finanziaria del '64 che 
per varie ragioni frenò bruscamente lo 
sviluppo dell'Iniziativa. 

MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997 




Archeologia Informatica 




Prima dell'avvento dei calcolatori elettronici l'esigenza di trattare 
automaticamente l'inlormazione era soddisfatta da macchine 
meccanografiche Tali macchine, del tutto meccaniche, erano co¬ 
stituite da pesanti ed ingombranti ~elaboratori' elettromeccanici, 
da perforatrici, da lettori di nastri e schede perforale, da tabulato¬ 
ci e da vari altri componenti Nella prima foto una veduta di un 
centro meccanografico attrezzato con macchine Olivettr-Bull nei 
primi anni '50 Una operatrice immette i dati in una perforatrice 
Questi, sotto forma di schede, sono ordinati ed elaborati I risul¬ 
tati sono stampati da una tabulatrice riprodotta nella terza foto In 
uno dei prossimi numeri di MC descriveremo nel dettaglio anche 
questi mastodonti elettromeccanici della stona del calcolo auto¬ 
matico che per un certo periodo hanno anche convissuto con i 
primi calcolatori digitali 


La Divisione 
Elettronica 

A Borgolombardo il sistema venne 
messo a punto e alla fine del 1959 entrò 
in funzione una linea per la produzione in 
serie. Venne anche trovato un nome uffi¬ 
ciale per l'elaboratore. I pubblicitari della 
Olivetti battezzarono il nuovo prodotto 
col nome di ELEA 9003. 

ELEA stava per ELaboratore Elettroni¬ 
co Automatico, ma c'era una allusione al¬ 
la antica scuola filosofica della Magna 
Grecia. 

Una particolare cura venne data, se¬ 
condo la tradizione Olivetti, al design. Se 
ne occupò, come già chiarito, l'architetto 
Ettore Sottsass |r. I cabinet erano assai 
meno alti dei massicci armadi allora in 
uso, in modo da facilitare la percezione 
visuale dell'intero sistema, mentre i col¬ 
legamenti tra i cabinet erano realizzati 


Bibliografia 

- Vari documenti ed articoli dai fascicoli 
Notizie Olivetti, pubblicati dal 1955 al 1965 
dalla C. Olivetti & C. 

Vari documenti scientifici sulla 
descrizione delle macchine elettroniche e 
sui programmi realizzati dai tecnici della 
Divisione Elettronica. 

- Lorenzo Soria, Informatica: un'occasione 
perduta, Einaudi - Torino 1979 

- Enrica Zanzi, Il calcolatore elettronico 
ELEA 9003, Istituto Superiore per le 
industrie artistiche - Faenza 1986 

- Vari documenti dagli Atti del Convegno 
Internazionale sulla storia e preistoria del 
calcolo automatico e dell'informatica, 
Siena 1991 


mediante un originale sistema di canali 
che correvano sopra di essi La console 
era concepita in modo da permettere la 
massima flessibilità nella composizione 
dei tasti e delle segnalazioni. 

Si può affermare che ELEA 9003 era 
un sistema all'avanguardia per il suo 
tempo, sia per le soluzioni tecnologiche 
che per la concezione sistemistica. Basti 
in proposito ricordare che era in grado di 
operare in multiprogrammazione e aveva 
capacità di interrupt in un'epoca in cui il 
termine non era stato ancora coniato. 

Venne presentato ufficialmente alla 
Fiera di Milano del '59 e fu un successo 
di pubblico e di critica che valse il premio 
Compasso d'Oro per il design e le solu¬ 
zioni industriali adottate: il primo esem¬ 
plare venne installato alla Marzotto alla fi¬ 
ne di quello stesso anno. Un calcolatore 
completamente transistorizzato che met¬ 
teva l’Olivetti all'avanguardia rispetto agli 
altri produttori del mondo. 

Nel 1961 fu quindi il turno del 6001, 
una macchina con prestazioni inferiori ri¬ 
spetto a quelle del 9003 e orientata più 
alla soluzione di problemi scientifici. 

Commercializzare le macchine signifi¬ 
cava anche espandersi, allargare il nume¬ 
ro di metri quadri di uffici e stabilimenti, 
assumere nuovo personale Nel 1961 co¬ 
si su un progetto di Le Corbusier, l'Oli- 
vetti fa costruire a Pregnana un nuovo 
stabilimento, dove vengono concertate 
tutte le attività di ricerca e sviluppo; a Ca- 
luso, in Piemonte, vengono trasferiti al- 


Ringraziamo il Museo Nazionale degli 
Strumenti per il calcolo di Pisa e l'Archivio 
Storico Olivetti per la collaborazione e i 
documenti scientifici fomiti. Tutto il 
materiale fotografico è stato cortesemen¬ 
te concesso dall'Archivio Storico Olivetti 



Siamo nel 1959 Sono passati solo due anni dalla 
inaugurazione ad Ivrea della macchina "Zero ", la 
ELEA 9001 a valvole termoioniche Soli due anni; 
ma chi la vede dopo aver visto l'ELEA 9003. pre¬ 
sentata l'8 novembre '59 dall'lng Adriano Olivetti 
al Presidente della Repubblica Gronchi, rimane stu¬ 
pito La macchina non sembra più la stessa E sot¬ 
to certi aspetti la 'Zero ' può essere considerata la 
nonna della nuova ELEA quella che a Borgolom¬ 
bardo chiamano "IT" invece delle valvole ha i tran¬ 
sistori 


cum processi produttivi e il palazzo di via 
Pirelli a Milano diviene la sede principale 
degli uffici tecnici e commerciali. Nasce 
cosi la Divisione Elettronica Olivetti che, 
tra le altre unità operative, prende sotto 
di sé anche la Società Generali Semicon¬ 
duttori (SGS). 

Nel 1964, accanto al 6001 ed al 9003 
regolarmente in commercio e venduti in 
centinaia di esemplari, c'erano anche in 
fase avanzata di progettazione i calcola¬ 
tori della linea 4000 di dimensioni e pre¬ 
stazioni minori. 


Al prossimo numero 

Dopo questa analisi di carattere preva¬ 
lentemente storica, sul prossimo nume¬ 
ro di MC vi attende un resoconto altret¬ 
tanto approfondito sulle caratteristiche 
tecniche e tecnologiche dei calcolatori 
ELEA. Le prestazioni, le capacità, le no¬ 
vità stilistiche e funzionali introdotte per 
la prima volta al mondo dalla tecnologia 
"made in Italy", nonostante la nostra 
inesperienza. 

La descrizione sarà sostanzialmente 
basata sull'analisi dei due modelli 
dell'ELEA 9003 commercializzati nel 
1959 e nel '60, e sull'ELEA 6001 intro¬ 
dotto sul mercato nel 1961, ma non 
mancheranno dettagli sui prototipi IV e 
IT meglio conosciuti come 9001 e 9002. 

Al prossimo mese dunque. 


MCmicrocomputer n, 177 - ottobre 1997 


175 














r Informatica 

, e Società 



di Manlio Cammarata 


Un notebook a ogni parlamentare e le nuove leggi sul Web 

On-line le nuove leggi 
il Palazzo scopre Internet 

La pubblicazione su Internet dei testi legislativi approvati dal Parlamento è un 
grande passo avanti sulla strada del diritto di accesso alla legge per tutti i 
cittadini. Ma non basta: è urgente avviare un progetto per mettere a 
disposizione di tutti, in una forma efficace, tutte le norme deN'ordinamento. 


on è il caso di lasciarsi travolgere dall'en¬ 
tusiasmo e abbandonarsi a manifestazioni 
di giubilo, perché l'esperienza insegna che non 
sempre le rivoluzioni annunciate cambiano lo sta¬ 
tus quo (avete presente la legge 241/90?), ma co¬ 
munque quelle che giungono dal Parlamento sono 
senza dubbio novità di grande rilievo. 

Ecco la prima a ogni deputato e a ogni senato¬ 
re è stato consegnato un notebook provvisto di 
modem, con già installato tutto quanto serve per 
il collegamento a Internet e a diverse banche dati 
che possono interessare i nostri legislatori, a parti¬ 
re da quelle della Camera e del Senato. Ogni ca¬ 
mera ha attivato un help-desk per assistere gli 
onorevoli neo-cibernauti e offre tutta l'assistenza 
affinché i diversi miliardi spesi per l'operazione 
non vadano buttati al vento (comunque gli appa¬ 
recchi dovranno essere restituiti alla fine del man¬ 
dato). 

Chi ha criticato l'iniziativa e sbeffeggiato gli ono¬ 
revoli neofiti del PC non ha capito nulla della so¬ 
stanza dell'operazione, che potrebbe avere conse¬ 
guenze positive non indifferenti. La prima è che 
con la posta elettronica e la consultazione delle 
banche dati a distanza (sono stati attivati appositi 
nodi in tutta Italia) l'impegno dei parlamentari di¬ 
venta molto più efficace e produttivo. La seconda, 
di più lungo respiro, è che si diffonderà nel Palaz¬ 
zo quell'alfabetizzazione tecnologica che fino a og¬ 
gi è mancata, con le conseguenze che ben cono¬ 
sciamo in termini di leggi non fatte, o fatte male, 
in materia di tecnologie dell'informazione. 

E' chiaro che la disponibilità di un personal com¬ 
puter non trasforma in poche settimane il suo 
possessore in un informatico o in un accanito na¬ 
vigatore di Internet, e che una parte dei notebook 
finirà dimenticata in un cassetto o consegnata ai 


collaboratori o ai figli. Ma senza dubbio saranno 
molti i parlamentari che, magari dopo qualche ten¬ 
tativo dovuto a semplice curiosità, capiranno l'uti¬ 
lità dello strumento e finiranno col non poterne 
più fare a meno. Si verificherà poi il naturale effet¬ 
to di emulazione e di contagio quando anche i più 
'tecnoscettici' si accorgeranno che gli utenti della 
rete risparmiano tempo, sono più informati, pos¬ 
sono mantenere un più stretto contatto con gli 
elettori. 

A questo proposito, manca ancora un passo: la 
pubblicazione sul Web degli indirizzi e-mail dei de¬ 
putati e dei senatori (sono già stati assegnati a 
tutti) come avviene in quasi tutti i parlamenti del 
mondo. Oggi non sono disponibili nemmeno i nu¬ 
meri di telefono, e questo è grave perché suona 
tanto come un avviso 'non parlate al guidatore'... 

Come al solito, basta fare un giretto in Rete per 
vedere come sono organizzate le istituzioni parla¬ 
mentari estere, e per questo si può partire proprio 
dal sito del Senato KhnoV/www senato it/altroU 


Le leggi in Rete 

Sotto molti aspetti la seconda novità che viene 
dal Palazzo è ancora più importante: la pubblica¬ 
zione sul sito parlamentare di tutti i testi delle leg¬ 
gi appena approvate (la URL é htto://www parla¬ 
mento it/ pgrlgm/leg q i/hgmg.htrn) A P rim a vista 
non c'è niente di eclatante: i testi sono presenti 
nei sistemi informativi delle due Camere, che ci 
vuole a metterli on-line? 

Invece si tratta di un evento molto significativo, 
per diversi motivi. Il primo è che per la prima volta 
si verifica un'effettiva collaborazione tra le due 
strutture informatiche, che fanno convergere i da- 



176 


MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997 








Informatica e Società 


- 


li di cui dispongono in un data base comune. Si 
deve tener presente che ogni ramo del Parlamen¬ 
to ha un proprio sistema informativo e che. nono¬ 
stante siano due mainframe della stessa famiglia, 
l'interoperabilità è limitata: formati di testi diversi, 
procedure diverse e forse qualche rivalità... di 
campanile avevano finora impedito una collabora¬ 
zione efficace. Prima dei problemi tecnici è stato 
necessario risolvere quelli della diplomazia inter¬ 
na, e gli sforzi dei due vice-segretari generali (Car¬ 
lo Pinzam per il Senato e Fortunato Cocco per la 
Camera) hanno spianato la strada agli accordi tra i 
responsabili dei sistemi, che hanno messo a pun¬ 
to le procedure per il flusso dei documenti nel 
server collegato a Internet. 

Il secondo motivo dell'importanza dell'iniziativa 
è il superamento di una questione di principio il 
testo approvato in via definitiva dall'una o dall'altra 
camera non è il testo ufficiale della legge. Prima 
della pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale può su¬ 
bire piccole modifiche formali (per le quali sono 



Falomi: un p rog resso enorme 


Ecco alcune significative affermazioni di un senatore già esperto di Internet, Antonio Falomi, rese nell'intervista ri¬ 
lasciata a InterLex e visibile nel testo completo alla pagina I 


ii«»»/f.TZ»viniiw<»3t't*iiìT/:w-t:m*?iPiwiìTiiiiriì 


La pagina di apertura 
del data base delle leg¬ 
gi nel sito del Parla¬ 
mento oltre diverse 
possibilità di ricerca 


Quello che è accaduto nell'arco di pochissimo tem¬ 
po è effettivamente rivoluzionario, perché siamo pas¬ 
sati dalla valanga cartacea della documentazione che i 
senatori ricevono ogni giorno alla possibilità di utilizza¬ 
re il suppono elettronico come strumento normale del¬ 
la comunicazione. Devo dire che il progresso è stato 
enorme, soprattutto in questi ultimi tempi Nella pas¬ 
sata legislatura ero stato tra quei pochi senatori che 
avevano chiesto l'accesso alle banche dati della Came¬ 
ra e del Senato e con qualche rapido corso avevo im¬ 
parato a usare questi strumenti. Però i linguaggi di in¬ 
terrogazione, l'uso delle banche dati tradizionali sono 
molto complicati. È chiaro che, lavorandoci, alla fine si 
impara e si acquistano delle potenzialità enormi, per¬ 
che per il lavoro di un senatore l'accesso a tutte le 
informazioni collegate con la banca dati del Senato è 
una cosa utilissima. Il passaggio a Internet segna quel¬ 
la che si potrebbe chiamare la volgarizzazione del lin¬ 
guaggio. che vuol dire un accesso molto piu tacile È 
un passo molto importante, adesso che è completato 
anche da questa distribuzione dei PC portatili a tutti i 
senatori. Naturalmente c'è da superare un problema di 
alfabetizzazione informatica. 

.. sto osservando che l'aver ncevuto il computer ha 
accresciuto la spinta a imparare. Adesso tanti miei col¬ 
leghi mi chiedono di insegnar loro come si fa C'è un 
corso che viene fatto in questi giorni, e penso che alla 
fine la percentuale sarà abbastanza alta, perché quan¬ 
do si vedono le potenzialità del mezzo, con l'accesso 
alle agenzie di stampa e alle banche dati e con la posta 
elettronica, scatta l'interesse Quindi l'effetto della di¬ 
stribuzione del computer è un effetto di moltiplicazio¬ 
ne Non so quanti poi si arrenderanno di fronte alle dif¬ 
ficoltà, che per molti ci possono essere, ma secondo 
me l'effetto incentivante è forte. 


.. credo che rendere al massimo trasparente l'atti¬ 
vità parlamentare sia una delle condizioni della demo¬ 
crazia. Conosco tanta gente che segue attraverso In¬ 
ternet i lavori della Bicamerale. Credo che il fatto che 
tutti gli atti della Bicamerale siano stati diffusi su Inter¬ 
net. dagli emendamenti al resoconto stenografico, sia 
una cosa di enorme importanza. In passato avere que¬ 
sti documenti era una cosa complessa anche per chi 
sta a Roma, non ne parliamo per tutti gli altri cittadini 
Ripeto, è veramente una strada che va percorsa fino in 
fondo, siamo appena agli inizi... 


I siti della Camera e del 
Senato contengono 
tutte le schede perso¬ 
nali dei parlamentari, 
con doversi richiami 
ipertestuali Questa è 
la scheda del senatore 
Falomi 


8 oc* RatMd He*** Setrch Gode Ptrt Secc**y 

J *Boobnokj /[ Urlile 


s 

3 


ttici cJ&Ucz 


FALOMI Antonio: ~ah’. - Collegio 5 F .ma Ttburtmo PreneTlmv Labicariv 

Nato il 12 Agosto 1943 a Roma 
Residente a Roma 
Funnonano PDS 

Groppo Sm Pero -tHvc 

Betto il 21 Aprile 1996 
Proclamato m data 26 Aprile 1996 



Membro della 


c'mrmssione permanente 'Lavori pub-bba. coir 


Membro della T mini-' . oc tvuslanra : croma liotrlcoiir-n 

- - zi 

Ut ht!p/A«icome senato 4/tenalo htm .< _ p.J 


MCmicrocomputer n, 177 - ottobre 1997 


177 




























Informatica e Società 


Per ogni legge approva¬ 
la si possono richiama¬ 
re le versioni dei testi 
precedenti nei passag¬ 
gi tra le due Camere 


Back Fwvwid 

Beload Home Seuch Giade Pire SeciaCy 

2 

i^'Bootaiiki 

Jfl Netnte [http /Accorre lenato </peilam/te(»/eWenum Nm 

3 


J*arlam&nto 'zJiolicmo 

XIII Legislatura: indice cronologico delle leggi approvate faji- . delle leva 


Perioda di 
promulgatone: 


1996 

Apr 

Mas. 

Qui 

'L'alt 

Ago 

Sci 

Ili" 

Hov 

È!£ 

1997 

.'ùen 


Mai 

: A|>L 

M« 

Giu 

Lue 

Ago 

Sei 


1- 249 9' 


Ugge ri. 251 del 28 Luglio 1997, O.U. n. 178 del 1 
Agosto 1997. 

NulMn del piogeni di legge nelrdei pulimentare 

Smalc il?? iQmuiXÌ! 

Umazione dell* Autorità’ por lo garanzie nello 
romunirazioni o nonno sul sistema radiotelevisivo 

Legge n. 249 del 31 Luglio 1997. O.U. n. 177del 31 
Luglio 1997 (Supplemento ordinano). 

Numen dei piogettl di legge nelTltei pulunenlue 

Senno lini lAnoibe »9 .701 ■ 1130 W Carnei 1 37}}/Sellilo 
1021 B 


il 


Oocument Don» 




-S-> £ 


previste particolari procedure), che possono ren¬ 
dere il testo finale leggermente diverso da quello 
approvato. Quindi i testi disponibili separatamente 
nei due sistemi, a seconda del ramo che ha 
espresso l'approvazione definitiva, non sono di 
fatto utilizzabili per la pubblicazione formale della 
legge con strumenti telematici Infatti nella pagina 
di apertura del data base si legge che "la pubblica¬ 
zione dei testi non ha carattere di ufficialità'. Tut¬ 
tavia il fatto che sia stata presa la decisione di ren¬ 
derli comunque disponibili in rete indica un'evolu¬ 
zione non trascurabile: da un'impostazione forma¬ 
listica (il testo non è quello ufficiale e quindi non 


possiamo pubblicarlo) si è 
passati a una visione "di ser¬ 
vizio': la legge interessa la 
collettività, la sostanza e 
quella della versione ufficiale, 
quindi la pubblichiamo E non 
è tutto. 

C'è un terzo motivo di inte¬ 
resse: quello pubblicato non 
è solo il testo approvato della 
legge, ma un embrione di 
ipertesto che comprende an¬ 
che le diverse versioni prece¬ 
denti, dalla presentazione del 
progetto ai passaggi da una 
Camera all'altra. Con un po' 
di pazienza (anzi, con molta 
pazienza e, per ora, solo per 
quanto riguarda il Senato) si 
può ricostruire tutto l'iter e 
leggere anche i resoconti del¬ 
le sedute in cui la legge è 
stata discussa, in aula o in commissione. Ho scrit¬ 
to 'embrione' di ipertesto, perché per ora le possi¬ 
bilità di ricerca sono limitate: si può passare da te¬ 
sto finale ai disegni di legge e viceversa, mentre 
non è facile trovare in tempi ragionevoli i resocon¬ 
ti delle sedute in cui sono stati discussi, se non se 
ne conosce la data (invece dai resoconti si posso¬ 
no raggiungere i testi) Manca ancora un motore 
di ricerca, elemento essenziale in un sito con tan¬ 
te informazioni, e i tecnici sono al lavoro per rea¬ 
lizzarlo. Non è un compito facile, perché è neces¬ 
sario trattare contemporaneamente procedure e 
formati diversi, ma probabilmente non è lontano il 


Brugaieitaul d i ritto airinformazione 


I I diritto di accesso dei cittadini alla legge anche con stru¬ 
menti telematici ha precisi fondamenti giuridici Lo afferma anche 
Francesco Brugaletta, magistrato del TAR di Catania, in diversi 
scritti e in particolare nella relazione al Forum multimediale 'La so¬ 
cietà dell'informazione' Ecco alcuni passaggi (il testo completo è 
alla pagina |^Z^^BEES5EÉiSÌSÌBZBBiiBl£Bml un pre¬ 
cedente scritto sullo stesso tema è alla pagina http://www.inter- 


... all’affermazione del Diritto all’informazione fin questa riflessio¬ 
ne visto solo nell’accezione di ’diritto ad essere informati') non può 
non corrispondere a carico del Potere Pubblico un inevitabile dove¬ 
re d'informazione Icd 'dissemmation' o disseminazione), vale a dire 
una politica attiva da parte dei pubblici poteri per favorire la cono¬ 
scenza degli atti e documenti ed in genere dei dati in loro possesso 
da parte dei cittadini, in altre parole il dovere Icreativo) di predispor¬ 
re tutte le misure idonee perché cittadini e organizzazioni sociali 
possano essere informati e quindi possano consapevolmente eser¬ 
citare la loro volta) il diritto-dovere di partecipazione alla vita politica 
e sociale. 

È difficile oggi negare l’esistenza di un dovere pubblico di tal ge¬ 
nere in grado lanche) di consentire gratuitamente a tutti i cittadini la 
possibilità di conoscere leggi, sentenze e atti governativi attraverso i 
nuovi strumenti informatici e telematici. La telematica, infatti, può 


rendere le norme giuridiche e gli atti di interesse pubblico Isentenze, 
atti amministrativi) facilmente conoscibili e reperibili da parte di tutti i 
componenti la collettività. Può fare in modo, inoltre, che tale cono¬ 
scenza si realizzi in tempo reale rispetto al momento della adozione 
e che si verifichi un facile 'feed back' Icd. interattività) con la colletti¬ 
vità amministrata. E attraverso l'uso della rete Internet ciò può av¬ 
venire da subito e con spese irrisorie (cosi come peraltro viene rea¬ 
lizzato negli USA, non a torto paese guida per queste cose) Proprio 
in questo modo si può riempire di contenuto Ialmeno per una parte) 
il Diritto all’informazione la cui base normativa è, nei confronti degli 
atti amministrativi, certamente la legge n, 241 del 7 agosto 1990 ma 
che si ricava agevolmente lanche per gli atti legislativi, giurisdizionali 
e politici) dalla Costituzione (in particolar modo fan. 21, ma anche al¬ 
tri) e dalla democraticità dell'intero sistema. 

Val la pena di ricordare, inoltre, che il Diritto all'informazione I è 
strettamente collegato con il principio della trasparenza del potere 
(pubblico e privato); 2. è parte vitale di qualunque sistema di parteci¬ 
pazione democratica; 3. non ha valenza meramente egoistica e ser¬ 
ve a 'realizzare la circolazione delle conoscenze atte a garantire deci¬ 
sioni il più possibile razionali, libere e non manipolate' L 'assunto 
fondamentale è, in parole semplici, che un cittadino informato (oggi 
si potrebbe dire informatizzato e telematizzato) è essenziale per la 
creazione di un sano processo decisionale democratico e che più un 
cittadino sa delle autorità che lo governano e meglio sarà governato 


178 


MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997 

















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-ui una vtaualx/altona Olimaia I> ornalo ano a rnalanOiia un rvonoot c Aa aijppud* '-ama a una ntoAtlona TOAOWO coaan 




Ecco come dovrebbe 
essere ira poco tem¬ 
po la home page del 
Senato. Tutto il siste¬ 
ma è in fase di amplia¬ 
mento 


momento in cui il sito del Parlamento italiano sarà 
all’altezza di quelli di molti altri paesi e consentirà 
un reale dialogo con i cittadini. 

Il quarto e più importante motivo di soddisfazio¬ 
ne è che con questa iniziativa, anche se non anco¬ 
ra completa, è iniziata una specie di "rivoluzione 
culturale". Con la pubblicazione su Internet dei te¬ 
sti di legge approvati è stato di fatto accettato il 
principio che i cittadini hanno il diritto di conosce¬ 
re le norme, con tutti i mezzi disponibili e soprat¬ 
tutto con quelli di uso più comune, come oggi 
possiamo dire di Internet. 

Qualcuno prova ancora a obiettare che in Italia 
gli utenti della Rete sono una minoranza. Prima di 
tutto si tratta di una minoranza molto consistente, 
se è vero che il numero degli abbonati ha larga¬ 
mente superato il milione ed è in velocissima cre¬ 
scita. Poi è anche vero che per ogni abbonato ci 
sono di fatto più utenti effettivi, come per ogni co¬ 
pia di giornale ci sono più lettori. Si deve conside¬ 
rare anche che sono molte le strutture pubbliche 
e private che offrono l’accesso a Internet a utenti 
occasionali. Si può quindi valutare ormai in diversi 
milioni il numero di potenziali (anche se forse non 
tutti entusiasti...) lettori delle leggi pubblicate sulla 
Rete. Qual è la tiratura giornaliera della Gazzetta 
ufficiale? 


Aspettando l'ipertesto 

Se con la pubblicazione su Internet dei testi del¬ 
le leggi approvate si compie un notevole passo 
avanti verso quella trasparenza dell’azione legisla¬ 
tiva che è una componente essenziale della "de¬ 
mocrazia elettronica", sembra ancora lontana la 
messa a disposizione di tutti i cittadini dell'intero 
sistema normativo della Repubblica. Ne ho parlato 
molte volte in queste pagine e continuerò a insi¬ 
stere fino a quando sarà necessario. 

I termini della questione sono noti e li riassumo 
in breve: la produzione normativa è enorme: oltre 


al Parlamento e al Governo ci sono le amministra¬ 
zioni centrali e locali (e non trascuriamo l'Unione 
europea) che emanano in continuazione norme di 
ogni genere; la conoscibilità di questi testi è limi¬ 
tata dalla difficoltà non solo di ottenere una copia 
della Gazzetta ufficiale, ma soprattutto di indivi¬ 
duare in quale numero un provvedimento sia sta¬ 
to pubblicato. Non ci sono indici analitici, manca 
un repertorio generale delle leggi in vigore e nes¬ 
suno sa dire con precisione quante siano. Le valu¬ 
tazioni oscillano tra le cento e le duecentomila, 
una quantità pazzesca, mgestibile 

Ha ragione Renato Borruso, direttore del Centro 
elettronico di documentazione della Corte di Cas¬ 
sazione, quando dice che anche se si mettessero 
gli archivi a disposizione del pubblico, nessuno sa¬ 
prebbe come trovare le disposizioni che gli inte¬ 
ressano (vedi l'intervista pubblicata sul numero 
173, maggio '97, di MCmicrocomputer). Il fatto è 
che gli archivi della Cassazione, del Poligrafico e 
delle Camere sono pensati per gli specialisti, han¬ 
no sistemi di interrogazione che risalgono al perio¬ 
do giurassico dell'informatica e, soprattutto, ri¬ 
chiedono pesantissimi pedaggi di accesso. 

Per superare questa situazione e far entrare nel¬ 
la società dell'informazione anche il nostro ordina¬ 
mento giuridico è necessario lavorare su due fron¬ 
ti. Il primo è quello dell'adeguamento degli archivi 
alle nuove tecnologie, mantenendo gli elementi 
positivi esistenti (il thesaurus e la ricerca per lem¬ 
mi della Cassazione, per esempio, o il sistema di 
classificazione TESEO del Senato). Con questa 
operazione si potrebbe costituire l'ipertesto gene¬ 
rale dell’ordinamento, che consentirebbe anche di 
capire quali norme sono in vigore e quali no, e 
quindi di sfoltire non poco tutto l'insieme. Un la¬ 
voro enorme, ma non impossibile con un uso cor¬ 
retto delle tecnologie, da realizzare però affidan¬ 
dosi più all'intelligenza umana che a sue improba¬ 
bili imitazioni digitali. 

Il secondo fronte è ancora più difficile. Si tratta 
di cambiare il modo di operare del legislatore. La 
legge - e qui ha ancora ragione Borruso - deve es¬ 
sere formulata come un algoritmo. Non in senso 
tecnico, ma in senso logico ogni passaggio deve 
avere una sua ragione sia all'interno del testo, sia 
in relazione all’ordinamento nel suo insieme. Di 
fatto ogni singolo comma, ogni periodo di un te¬ 
sto normativo, ha uno o più riferimenti nell'ordina¬ 
mento: norme costituzionali, leggi di portata gene¬ 
rale, leggi precedenti sulla stessa materia, norma¬ 
tiva comunitaria e via discorrendo. Ognuno di que¬ 
sti legami dovrebbe essere indicato espressa- 
mente nei lavori preparatori. In particolare il legi¬ 
slatore dovrebbe ricercare tutte le norme prece¬ 
denti che si riferiscono allo stesso campo, e ren¬ 
dere esplicite tutte le eventuali abrogazioni. Nello 
stesso modo ogni volta che un testo viene modifi¬ 
cato da norme successive, dovrebbe essere ri¬ 
pubblicato integralmente nella nuova stesura. Si 
eviterebbero cosi labirinti normativi come questo, 
tratto dalla legge di riforma delle telecomunicazio¬ 
ni (della quale si parla nelle pagine che seguono) 
ai sensi di quanto previsto dal comma 1 dell'arti- 
colo 9 della legge 6 agosto 1990, n. 223, come 


180 


MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997 









Informatica e Società 


sostituito dall'articolo 11-bis del decreto-legge 27 
agosto 1993, n. 323, convertito, con modificazio¬ 
ni. dalla legge 27 ottobre 1993. n, 422. e. da ulti¬ 
mo. dall'articolo 1. comma IO. del decreto-legge 
23 ottobre 1996, n, 545. convertito, con modifica¬ 
zioni, dalla legge 23 dicembre 1996, n. 650. . 

In questo modo sarebbe anche facile scoprire 
ed evitare le norme 'clandestine', imbarcate sulla 
rotta di una legge qualsiasi, di solito per farle arri¬ 
vare in porto prima del tempo o senza che nessu¬ 
no se ne accorga. Un altro esempio di questo tipo 
è nella legge 249/97: l'articolo 1 istituisce l'Auto¬ 
rità per le garanzie nelle telecomunicazioni e ne 
descrive le funzioni, in ben 32 commi, 3 sotto¬ 
commi e 44 sotto-sotto-commi. Ma il comma 2 
cambia il nome del Ministero, il comma 8 detta 
norme per i bilanci delle aziende destinatarie di 
concessioni e di autorizzazioni, il 24 istituisce un 
forum per le comunicazioni presso il Ministero, 
mentre i commi dal 29 al 32 prevedono sanzioni 
per i soggetti che forniscono all'autorità dati falsi 
o non obbediscono alle sue prescrizioni. Se si fa¬ 
cesse una flow-chart del testo ci si accorgerebbe 
che si tratta di passaggi estranei al flusso delle 
informazioni contenute nell'articolo e che dovreb¬ 
bero quindi essere compresi in articoli diversi, se 
non addirittura in altre leggi. 

E cosi torniamo al punto di partenza: la "rivolu¬ 


zione informatica' delle nostre assemblee parla¬ 
mentari, con la distribuzione a tutti i componenti 
dei PC pronti per l'accesso alle banche dati, mette 
ogni deputato e ogni senatore di buona volontà in 
condizione di verificare facilmente almeno i riferi¬ 
menti normativi esistenti per ogni provvedimento 
in discussione. E magari di ripassare il testo con 
un correttore ortografico e di verificare l'uso di 
termini impropri o non comuni e sostituirli con 
espressioni corrette e comprensibili. 

A questo punto la pubblicazione della legge in 
formato ipertestuale, con i link a tutte le norme ri¬ 
chiamate (nel testo vigente), diventerebbe un'o¬ 
perazione pressoché immediata. E consentirebbe 
di verificare in un attimo come la pubblicazione 
delle leggi in formato digitale sia molto, molto più 
efficace di quella su carta... 

Un’ultima, ma non per questo meno importan¬ 
te, considerazione riguarda la trasparenza dell'a¬ 
zione legislativa che queste innovazioni rendono 
possibile: se si dà ai cittadini la possibilità di segui¬ 
re passo per passo la formazione dei provvedi¬ 
menti, diventano più difficili le azioni non sempre 
trasparenti che in molti casi portano alla produzio¬ 
ne di norme confuse e contraddittorie: un comma 
aggiunto qui per far contenta questa lobby, un al¬ 
tro aggiunto là per far contenta quest'altra, e la 
legge è fatta. Male. WS 


Borruso: le g rida sono tante... 


—• d ecco l'opinione del direttore del Centro di do¬ 
cumentazione elettronica della Corte Suprema di Cas¬ 
sazione, il magistrato Renato Borruso. Sono due rispo¬ 
ste tratte dall'intervista pubblicata sul n. 173 di MCmi- 
crocomputer. 

In Italia c'è questo vezzo, antidemocratico nella ma¬ 
niera più assoluta, e ipocrita, di ritenere di mettere in 
grado il cittadino di conoscere i suoi diritti e i suoi doveri 
solo indicandogli gli estremi della legge da applicare 
Occorre sottolineare che trovare una legge, al di fuori 
dei mezzi informatici, è veramente difficile Ho fatto un 
esperimento, al corso di informatica giuridica della 
Luiss: ho provato a chiedere loro di procurarsi una certa 
legge che era uscita da appena due mesi. E' stato diffi¬ 
cilissimo per loro procurarsela, perché in realtà è diffici¬ 
le reperire, anche in una grande città come Roma, le 
Gazzette Ufficiali del passato. Non si è ancora posto il 
problema sul piano politico della facile reperibilità delle 
leggi, lo però penso che. con l’affinamento della sensi¬ 
bilità. questo problema si porrà, e cioè si riterrà compito 
dello Stato quello di portare le leggi all'effettiva cono¬ 
scenza dei cittadini. Dire 'ignoranza legis non excusat' 
è un aforisma crudele, ipocrita, che ormai urta contro la 
sensibilità che fortunatamente noi abbiamo acquisito. 
Ne è prova la sentenza della Corte costituzionale n. 364 
del 1988. che apri una breccia al riguardo proprio nel di¬ 
ritto penale. Riconobbe l'esistenza di casi in cui non 
può non riconoscersi l'estrema difficoltà di conoscere la 
legge e di interpretarla correttamente. Il principio è inte¬ 
ressante, anche perché apre una sene di problemi sul 
rapporto tra cittadino e legislatore. Si scnvono le leggi in 


maniera sempre più oscura, sempre più orientata agli 
addetti ai lavori, e in questo modo si escludono sempre 
più dalla conoscibilità della legge larghissime masse di 
cittadini.. 

Non credo che Internet sia una parola magica grazie 
alla quale risolvere tutti i problemi. Il CEO della Corte di 
Cassazione, a giorni, sarà accessibile su Internet, però 
rimane sempre il fatto che. per entrare nelle banche da¬ 
ti del CEO, bisogna dare il codice di utenza II problema 
è delicato, perche si dovrebbe anche stabilire la gratuità 
assoluta della ricerca Ma - perché non dirlo? - la gra¬ 
tuità sarebbe un siluro contro l'editoria giuridica privata. 
E’ noto che il grosso dei guadagni dell'editoria giuridica 
privata non è dato dai libri di alto valore scientifico, ma 
dalle pubblicazioni di immediata informazione. In tutti i 
paesi del mondo e cosi, che io sappia. Ciò non vuol dire 
che io non mi auguri un attenuazione delle tariffe prati¬ 
cate dal CED e un aumento dei soggetti ammessi a 
fruire gratuitamente dei suoi servizi. Ma, anche ad am¬ 
mettere che il servizio sia gratuito, rimane il fatto che 
sia accessibile a chi ha una conoscenza approfondita 
del dintto. lo vorrei tanto essere capace di inventare un 
sistema così semplice da poter essere accessibile an¬ 
che all'uomo della strada Questo dovrebbe essere il 
traguardo, però, almeno per il momento, ne siamo mol¬ 
to lontani, per tutte le ragioni che ho detto. Il paradosso 
della nostra società è che per capire la legge bisogna 
andare all'università Non dimentichiamo il monito del 
dottor Azzeccagarbugli nei Promessi Sposi: 'Le grida 
sono tante, a saperle ben maneggiare siamo tutti inno¬ 
centi e tutti colpevoli'. 


MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997 


181 




Informatica e Società 


Varata la prima "legge Maccanico 11 

Manca l'informazione 
nella legge sull'Autorità 

Alla fine di luglio il Parlamento ha approvato la prima parte della riforma delle 
telecomunicazioni, istituendo l'Autorità per le garanzie e stabilendo le norme 
per le infrastrutture liberalizzate. Ma non ha risolto molti dubbi che riguardano 
la convergenza multimediale e l'informazione in rete. 


di Manlio Cammarata 


Si intitola "Istituzione dell'Autorità per le garan¬ 
zie nelle comunicazioni e norme sul sistema delle 
comunicazioni e radiotelevisivo" la legge n. 249 
del 31 luglio scorso, che costituisce la prima parte 
del progetto di riforma presentato dal ministro 
Maccanico un anno prima (il secondo disegno di 
legge giace al Senato con il numero 1138). 

Due provvedimenti per la stessa materia e un 
anno di discussioni solo per approvare il primo 
rendono l'idea della difficoltà di tracciare una nor¬ 
mativa organica per il settore più importante per 
la società del futuro prossimo, e anche del pre¬ 
sente, perché ormai nessuno dubita più del fatto 
che nella società dell'informazione siamo già en¬ 
trati in pieno. 

Nella situazione politica italiana sarebbe stato da 
ingenui aspettarsi un progetto di grande respiro, 
proiettato al futuro, in linea - seppure in ritardo - 
con quelli già in atto in molti paesi industrializzati. Il 
testo risente degli sforzi fatti per conciliare interes¬ 
si di parte consolidati e ben protetti con il più forte 
interesse generale di uno sviluppo coordinato ed 
efficace del sistema delle telecomunicazioni, del 
quale la televisione costituisce una parte destinata 
ad avere sempre minore rilevanza, fino alla definiti¬ 
va convergenza con gli altri media digitali. Il princi¬ 
pale difetto della nuova legge è proprio quello di 
mettere una serie di "pezze" sulla situazione attua¬ 
le (peraltro indispensabili e urgenti) e di non porre 
basi chiare per gli sviluppi futuri Ancora una volta 
siamo di fronte a un testo complesso e di non faci¬ 
le interpretazione, che rimanda a provvedimenti ul¬ 
teriori per completare la disciplina del sistema. 

Vediamolo negli aspetti che ci interessano di 
più, contenuti in particolare nell'articolo 1 (il testo 
completo è su InterLex alla pagina http://www.m- 
ISllg.xxoni/.tg. gt /| 249 . 97.htm ). 


L'Autorità tuttofare 

L'articolo 1 della legge istituisce quella che vie¬ 
ne definita “Autorità per le garanzie nelle comuni¬ 
cazioni" articolo omnibus per un organismo omni¬ 
bus, perché il testo contiene anche disposizioni 
che non riguardano l'Autorità e questa si occupa 
di molte altre cose oltre alle garanzie. Fra l'altro, il 
comma 2 cambia il nome del ministero compe¬ 
tente, che non si chiama più Ministero delle poste 
e telecomunicazioni ma "Ministero delle comuni¬ 
cazioni": forse le poste sono state cancellate per 
una forma di pudore, visto il livello vergognoso dei 
servizi che forniscono,. 

Ma parliamo della nascente Autorità, i cui otto 
membri devono essere eletti dal Parlamento, 
mentre il presidente è di scelta governativa, an¬ 
nullando sul nascere II concetto stesso di "autorità 
indipendente" che dovrebbe essere la prima qua¬ 
lità di un organismo di questa natura, Sono organi 
dell'Autorità il presidente, la commissione per le 
infrastrutture e le reti, la commissione per i servizi 
e i prodotti e il consiglio Ciascuna commissione è 
organo collegiale costituito dal presidente dell Au¬ 
torità e da quattro commissari. Il consiglio è costi¬ 
tuito dal presidente e da tutti i commissari, recita 
il terzo comma ponendo le basi per il funziona¬ 
mento dell'organismo. Ciascun organo ha una lun¬ 
ga lista di compiti da svolgere. 

La commissione per le infrastrutture e le reti 
deve occuparsi prima di tutto del piano nazionale 
di ripartizione delle frequenze e delle relative as¬ 
segnazioni, delle misure di sicurezza, degli stan¬ 
dard per i decodificatori e deve curare la tenuta 
del registro degli operatori, del quale parliamo piu 
avanti. Inoltre definisce i criteri e le tariffe per l'in¬ 
terconnessione e l'accesso alle infrastrutture e re- 


182 


MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997 





Informatica e Società 


gola le relazioni tra i gestori delle stesse e gli uti¬ 
lizzatori, dirimendo eventuali controversie e inter¬ 
venendo nei casi di interruzione dei servizi. Parti¬ 
colarmente importante è il compito di definire gli 
ambiti del "servizio universale" e i criteri di riparti¬ 
zione del suo costo (su questo argomento stanno 
per arrivare le indicazioni dell'Unione europea). In¬ 
fine promuove l'interconnessione dei nostri siste¬ 
mi con quelli di altri paesi, determina i criteri per la 
definizione dei piani di numerazione, interviene 
nelle controversie tra "l'ente gestore" dei servizi di 
telecomunicazioni (ma non ci dovrebbero essere 
piu gestori?) e vigila sul rispetto dei tetti massimi 
di onde elettromagnetiche compatibili con la salu¬ 
te umana. 

La commissione per i servizi e i prodotti si 
occupa dei contenuti E quindi in primo luogo 
emana direttive concernenti i livelli generali di 
qualità dei servizi e per l'adozione, da parte di 
ciascun gestore, di una carta del servizio recante 
l'indicazione di standard minimi per ogni compar¬ 
to di attività e inoltre vigila sulle modalità di distri¬ 
buzione dei servizi e dei prodotti, inclusa la pub¬ 
blicità in qualunque forma diffusa, fatte salve le 
competenze attribuite dalla legge a diverse auto¬ 
rità, e può emanare regolamenti, nel rispetto del¬ 



le norme dell'Unione europea, per la disciplina 
delle relazioni tra gestori di reti fisse e mobili e 
operatori che svolgono attività di rivendita di ser¬ 
vizi di telecomunicazioni. 


Il cablaggio in tibia ot¬ 
tica delle città va aven¬ 
ti sema sosta 


Errata Corrige 

Pubblica Amministrazione 

Software per la semplificazione delle comunicazioni scritte 
della pubblica amministrazione 


in 

I collaborazione 



Presidenza del Consiglio dei Ministri 
Dipartimento della Funzione Pubblica 


Mai più “evincere” ma capire ! 
Mai più “reversale” ma ricevuta ! 


Errata Carri*» 


IL» 


Errata Corrige Pubblica 
Amministrazione è una versione 
speciale di Errata Corrige 
(il famoso correttore di testi), 
progettata per l'impiego durante la 
stesura e correzione di documenti 
che devono rispettare le indicazioni 
sulla semplificazione del linguaggio 
nelle comunicazioni scritte della 
pubblica amministrazione. 
Compatibile con gli elaboratori 
di testo più diffusi 


Per una comunicazione chiara 
e comprensibile con i cittadini. 


X R 


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Informatica e Società 



Multimediali là: sono 
ormai molli i giornali e 
le riviste che olirono 
un'edizione su Inter¬ 
net, ma la legge 
249/97 separa l’edito¬ 
ria elettronica da quel¬ 
la tradizionale. 


Poi si occupa del rispetto del diritto d'autore, di 
pubblicità e di televendite, anche per quanto ri¬ 
guarda le acquisizioni di informazioni dall'utente 
(sovrapponendosi con questo al Garante per la 
tutela dei dati personali). 

Poi un punto (il sesto) da leggere con attenzio¬ 
ne: verifica il rispetto nel settore radiotelevisivo 
delle norme in materia di tutela dei minori anche 
tenendo conto dei codici di autoregolamentazio¬ 
ne relativi al rapporto tra televisione e minori e 
degli indirizzi della Commissione parlamentare 
per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi ra¬ 
diotelevisivi. 

E Internet? Qualcuno potrebbe rallegrarsi del 
fatto che il legislatore si sia dimenticato del pro¬ 
blema dei contenuti critici della Rete e delle posi¬ 
zioni europee in materia di contenuti critici ('ille¬ 
gali e nocivi", secondo la definizione comunitaria), 
ma c'è da sperare che si tratti solo di una dimen¬ 
ticanza e non della riserva di una futura e più re¬ 
strittiva disciplina. 

Dopo aver assegnato alla commissione anche 
la vigilanza sul rispetto della tutela delle minoran¬ 
ze linguistiche, la legge le attribuisce anche il 
compito di verificare il rispetto nel settore radio¬ 
televisivo delle norme in materia di diritto di retti¬ 
fica. Anche qui la precisazione 'nel settore radio- 
televisivo" esclude che la commissione per i ser¬ 
vizi e i prodotti si debba occupare dell'informazio¬ 
ne telematica e si ignora il fatto che il confine tra 
televisione e altre forme di informazione e comu¬ 
nicazione è sempre più labile: tanto per fare un 
esempio: se in un prodotto di informazione multi¬ 
mediale diffuso via Internet ci sono notizie ine¬ 
satte o errate che danneggiano qualcuno, non 
valgono le norme sul diritto di rettifica? E se val¬ 
gono. a chi compete di verificarne il rispetto? 


Dov'è la multimedialità? 

Andiamo avanti La commissione garantisce 
l'applicazione delle norme in materia di informa¬ 
zione e propaganda politica, propone al Ministero 
delle comunicazioni lo schema della convenzione 
annessa alla concessione del servizio pubblico ra¬ 
diotelevisivo e verifica l’attuazione degli obblighi 
previsti nella suddetta convenzione e in tutte le 
altre che vengono stipulate tra concessionaria del 
sen/izio pubblico e amministrazioni pubbliche (sul¬ 
la quale deve esprimere un parere obbligatorio la 
commissione parlamentare di vigilanza), inoltre, 
vigila m ordine all’attuazione delle finalità del pre¬ 
detto servizio pubblico. E cosi il rischio di conflitti 
con la commissione parlamentare è assicurato. 
L'elenco prosegue assegnando alla commissione 
anche la rilevazione degli indici di ascolto e di dif¬ 
fusione e la vigilanza sulle rilevazioni compiute da 
altri soggetti (che, se imbrogliano, sono puniti ai 
sensi dell'articolo 476, primo comma, del codice 
penale; ne parliamo nel riquadro) e verifica che la 
diffusione dei dati sia conforme al regolamento 
che essa stessa dovrà emanare. Per di più la 
commissione deve irrogare le sanzioni, prima di 
competenza del ministero e del Garante dell'edi¬ 
toria per l'inosservanza delle disposizioni della 
legge 223/90, l'immortale "Mammi". Infine, favori¬ 
sce l'integrazione delle tecnologie e dell'offerta 
dei servizi di comunicazioni: e questo è tutto o 
quasi in materia di convergenza multimediale, nel¬ 
le quasi dodicimila parole che compongono la leg¬ 
ge. 

Veniamo al consiglio che, come abbiamo visto, 
è composto dagli otto membri dell'autorità e dal 
presidente. Le sue competenze sono di ordine 
generale in materia di segnalazioni al Governo 
dell'opportunità di interventi legislativi, garantisce 
l'applicazione delle norme sull'accesso ai mezzi e 
alle infrastrutture, promuove ricerche e studi, 
adotta le disposizioni sul rilascio di concessioni, 
autorizzazione e licenze, verifica i bilanci delle im¬ 
prese concessionarie e autorizzate e via discor¬ 
rendo. Rischia di entrare in conflitto con l'Autorità 
anti-trust verificando la sussistenza di posizioni 
dominanti ed esprimendo pareri sui provvedimen¬ 
ti di quest'ultima. Infine assume le competenze 
del Garante per la radiodiffusione e l'editoria, che 
chiude i battenti. 

L'articolo 2 della legge si intitola "Divieto di po¬ 
sizioni dominanti", ma in buona parte continua 
con l'elenco dei compiti dell'Autorità. Da notare il 
comma 1, che finalmente parla di comunicazioni 
sonore e televisive, anche nelle forme evolutive, 
realizzate con qualsiasi mezzo tecnico, della multi¬ 
medialità, dell'editoria anche elettronica. E' quan¬ 
to meno curiosa la forma scelta per stabilire le 
quote di mercato che possono essere coperte da 
singoli soggetti. Invece di prescrivere direttamen¬ 
te "un singolo operatore non può raccogliere pro¬ 
venti per una quota superiore al tot per cento", la 
legge dice: "Nell'esercizio dei propri poteri l'Auto¬ 
rità adotta i seguenti criteri" e via con le prescri¬ 
zioni, il che potrebbe far sorgere qualche proble¬ 
ma nel momento in cui si dovessero verificare 


184 


MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997 



















Informatica e Società 


contrasti nell'applicazione delle norme. 

L'articolo 3, "Norme sull'emittenza radiotelevisi¬ 
va" ridefinisce l'assetto di tutto il settore. Lo trala¬ 
sciamo perché non ci riguarda direttamente e la 
stampa d'informazione ne ha parlato in abbon¬ 
danza. 

L'articolo 4, "Reti e servizi di telecomunicazioni" 
prepara il mercato liberalizzato delle infrastrutture 
e dei servizi. Di fatto, senza abrogarlo né citarlo 
espressamente, si sovrappone al famigerato de¬ 
creto legislativo 103/95, le cui prescrizioni in ma¬ 
teria di notificazioni e richieste di autorizzazioni si 
devono quindi considerare ancora in vigore La 
materia sarà di competenza della commissione 
per le infrastrutture e le reti e c’è da prevedere 
che non mancheranno le polemiche. Per il resto, 
come nel successivo articolo 5, "Interconnessio¬ 
ne, accesso e servizio universale", è fatale il riferi¬ 
mento alle norme dell'IJnione Europea 

I problemi dell'editoria 
digitale 

Nel testo si parla di televisione, si parla di reti e 
solo di sfuggita delle prospettive e dei problemi 
della digitai collision, la convergenza digitale che 
è il fondamento della cosiddetta "rivoluzione mul¬ 
timediale", i cui effetti sono già visibili. 

Ma non sembra che il legislatore se ne sia ac¬ 
corto. Già oggi è difficile distinguere l'editoria tra¬ 
dizionale da quella "elettronica", gli stessi giornali 
si pubblicano sulla carta e su Internet e su Inter¬ 
net passa ormai una quantità di informazione di 
gran lunga superiore a quella della carta stampa- 


Inqeq neria le g islativa 


G 

hi continua a criticare il modo in cui è formu¬ 
lato il testo della legge 675/96 sulla tutela dei dati per¬ 
sonali. non ha ancora letto quello del Maccanicum pri- 
mjm, come qualcuno incomincia a chiamare la 
249/97 


Solo cinque articoli per una materia di grande com¬ 
plessità (il 6 e il 7 contengono norme "di servizio"), di¬ 
visi in una ingovernabile quantità di commi, lettere e 
numeri, nei quali si prescrive di tutto, anche su situa¬ 
zioni che non sono direttamente legate all'istituzione 
dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni o alla 
riforma del sistema. Infatti nel bel mezzo dell'elenco 
dei compiti dell'Autorità si trovano prescrizioni che ri¬ 
guardano gli operatori, mentre tra le norme che ri¬ 
guardano le concessioni e quelle che regolano l'in¬ 
stallazione dei ripetitori sono stati piazzati due commi 
sull'installazione delle antenne condominiali e cosi via 
Un duro compito si prospetta per chi si proponga di 
ricostruire il quadro organico della regolamentazione 
del sistema radiotelevisivo la legge 249 non abroga 
né la riforma del '75 né la "Mammi" del '90, ma ne ri¬ 
chiama alcune norme Altre si devono ritenere abro¬ 
gate implicitamente, perché in contrasto con le nuo- 


RAI 


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TELEVISIONE 

ITALIANA 




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Documtm Don» 


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ta. In tutto questo il legislatore tace sull'applica¬ 
zione - con le necessarie modifiche - della norma- 


Un altro esempio di 
multimedialità, nelle 
pagine weo della tra¬ 
smissione televisiva 
Media_Mente Televi¬ 
sione e InterneI sono 
ancora mezzi diversi, 
ma per quanto tempo? 


ve, ma molte continuano ad aggirarsi come morti vi¬ 
venti nella disciplina generale. 

La comprensione del testo è poi subordinata alla 
consultazione di una grande quantità di altre disposi¬ 
zioni sono più di novanta i richiami ad altre leggi, de¬ 
creti e articoli dei codici civile e penale. Tra i quali si 
trova un'autentica "perla": i soggetti che. in mala fede, 
forniscono dati errati sulle rilevazioni degli ascolti, so¬ 
no puniti - dice la legge - ai sensi dell'articolo 476. pri¬ 
mo comma, del codice penale II fatto è che l'articolo 
in questione punisce la falsità materiale del pubblico 
ufficiale in atti pubblici, e applicare la stessa norma a 
un soggetto privato, come sono quelli che rilevano gli 
indici di diffusione o di ascolto, viola il pnncipio fonda- 
mentale della tassatività della norma penale. Forse il 
legislatore voleva dire che si applica la stessa pena, 
ma allora avrebbe dovuto usare una formula diversa 
o, piu semplicemente, indicare la pena stessa da uno 
a sei anni di reclusione. Ma questo avrebbe fatto gri¬ 
dare allo scandalo e parlare di "pena islamica", cosi ha 
scelto il rinvio crittografico Incorrendo in quello che 
su un campo di calcio sarebbe un fallo da cartellino 
rosso. 


MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997 


185 








Informatica e Società 


Uva sulla stampa all'informazione telematica, ma 
separa i due aspetti nella confusa formulazione 
delle disposizioni sul registro che deve essere 
tenuto dalla commissione per le infrastrutture e 
le reti (vedi anche gli articoli pubblicati su Inter- 
Lex alle pagine innpy/www mteriex com/tid 
m c1Q21.htm e nnp://www 'mene*.com/tiu 
mc 24 9 , htm), 

Istituisce infatti all'art. 1. comma 6. lettera a), 
n. 5 il registro degli operatori di comunicazione al 
quale si devono iscrivere in virtù della presente 
legge i soggetti destinatari di concessione ovve¬ 
ro di autorizzazione in base alla vigente normati¬ 
va da parte dell'Autorità o delle amministrazioni 
competenti, le imprese concessionarie di pubbli¬ 
cità da trasmettere mediante impianti radiofonici 
o televisivi o da diffondere su giornali quotidiani 


Ancora correzioni alla 675/96 


InterLex 

Il «battito tuia legga 675/96 


n secondo decreto legislativo, dopo quello emanato il giorno dopo l'entrata in vigore della legge, 
modifica la 675/96 sulla tutela dei dati personali. Il provvedimento, che porta il numero 255 del 28 luglio 
1997, contiene rilevanti semplificazioni ed esoneri per quanto riguarda l obbligo di notificare i trattamenti al 
Garante e rinvia i termini delie notificazioni stesse In pratica nessuna notificazione deve essere fatta prima 
del 1. gennaio 1998. 

I cambiamenti sono rilevanti e 
appaiono dettati dal buon senso 
Di fatto sono esonerati dalla notifi¬ 
cazione o ammessi alla notificazio¬ 
ne semplificata i trattamenti che 
rientrano nella normale attività di 
un soggetto, non riguardano dati 
sensibili, sono svolti temporanea¬ 
mente per finalità limitate e non 
prevedono la comunicazione o la 
diffusione Resta valida, natural¬ 
mente. la disciplina della notifica¬ 
zione ordinaria per i dati trattati a 
scopo commerciale 

L'unico problema è che in que¬ 
sto modo il testo della legge è di¬ 
ventato ancora piu complesso, per¬ 
ché il numero delle eccezioni supe¬ 
ra quello dei casi normali, sicché è 
necessario fare una specie di som¬ 
ma algebrica delle disposizioni per 
capire chi è obbligato alla notifica¬ 
zione 


Per saperne di più si possono consultare 
le numer ose pagine che InterLex de dica 
alla legge li/irrn /Awvvt interle\ nomi erre 
contengono anche tutte le comunicazioni 
dei Garante, i testi legislativi aggiornati e 
anche un quadro riassuntivo degli adem¬ 
pimenti e delle scadenze thttp/Mww in- 
terlex com/675/esonen html 


Notificazioni, semplificazioni ed esoneri (sintesi) 

*907 97 

Premessa 

Le legge 31 dicembre 1996. n 675 obbbge coloro che eleboreno informenom e corettore pereonele e 
dome noi decitone ol Gerente per te proteirone dei deli personal, 

Le pubòbctie ommmttreiiorw e , pmel, che srolgono te ennee indicete none pagine seguenti Qfip sono 
tenute e tele edempimenlo o possono eSetluerto e seconde dei cesi, m torme semplAcela. purché in 
entrambi t cesi si oseenmo M condmom usbeca del decreto legisletrro apprettalo e 36 07 1997 
m ogni altro ceso e necci seno utamaie e modulo predisposto deH'LSkio del Gerente, che leolita 


ledemp*nento ed » eccompiilo da istruzion* operative 


Notificazione del trattamenti 


Tran amenti iniziati primi dal 1. gennaio 1996 

Tran amenti avoli anche m pane con rauaào d> mezzi elettronici o 
comunque automatizzati 

Tran ameni, non automatizzati di dati tenuti* lari 24) 

Trattamenti non automatizzati di dati "comuni* (onero divera. da qua* 
tenuteti o non attinenti a detemwral. provvedimenti pwfrzian) 

Dai 1 gennaio 
al 31 marzo 1996 

Trattamenti edettuat. 

■ per ragioni di giustizia. presto uftcì giudiziali CSM a Minuterò di grazia 
e gwttiZ'a 

* castrano giudiziale servizio carichi pendenti 

’ per *naHa d. po*;ia e ddesa dnerte da quatte dei CED del Ch> art mento 
di P S e araccordo di Schengen 

Dall apnle 
al 30 gnigno 19» 

(automatizzati e non) 

Prima deBVw-io del 
trattamento 


Oggetto della notificazione 


i stesa iteheseszi 


• rem la miai* r 


C»r.e%e»«»erfa f*«.i 


o periodici, le imprese di produzione e distribu¬ 
zione dei programmi radiofonici e televisivi, non¬ 
ché le imprese editrici di giornali quotidiani, di 
periodici o riviste e le agenzie di stampa di carat¬ 
tere nazionale, nonché le imprese fornitrici di 
servizi telematici e di telecomunicazioni ivi com¬ 
presa l'editoria elettronica e digitale; nel registro 
sono altresi censite le infrastrutture di diffusione 
operanti nel territorio nazionale. Ora qualcuno ci 
dovrebbe spiegare perché l'editoria elettronica e 
digitale (a rigore i telegiornali e i vecchi dischi in 
vinile sarebbero editoria elettronica. .), di fatto gli 
editori di CD-ROM e di giornali telematici, debba¬ 
no essere compresi tra le imprese fornitrici di 
servizi telematici e di telecomunicazioni, cioè tra 
i fornitori di connettività Internet, trasmissione 
dati, reti private virtuali e simili, e non tra i pro¬ 
duttori e distributori 
di contenuti. 

Sarebbe bastata 
un'espressione co¬ 
me "le imprese edi¬ 
trici di quotidiani e 
periodici, diffusi 
con qualsiasi mez¬ 
zo' per fare una 
norma più sempli¬ 
ce, più chiara e più 
efficace, anche nel¬ 
la prospettiva del¬ 
l'evoluzione del 
settore 

Ma, evidente¬ 
mente. non è nelle 
intenzioni del legi¬ 
slatore tracciare le 
linee dello sviluppo 
della società del¬ 
l'informazione in 
Italia. Anche consi¬ 
derando i contenuti 
del secondo dise¬ 
gno di legge e le 
modifiche che do¬ 
vranno subire in 
conseguenza della 
prima normativa 
approvata, siamo 
ben lontani da un 
progetto organico e 
da una visione lun¬ 
gimirante del setto¬ 
re economico che, 
secondo la defini¬ 
zione europea, può 
determinare più di 
altri 'crescita, com¬ 
petitività. occupa¬ 
zione'. 


<4i ieri Iran<4*. li*' Zj 


186 


MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997 





















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Informatica e Società 


À 


Vicino airapprovazione il regolamento attuativo 

Firma digitale, sicurezza 
e requisiti del certificatore 

Il Governo ha approvato, con alcune modifiche, lo schema di regolamento 
predisposto dall'AlPA sul documento e la firma digitale. Si aspettano i pareri del 
Consiglio di Stato e delle Commissioni parlamentari, ma un passaggio fa 
discutere: la forma societaria e il capitale richiesti ai certificatori privati. 


di Manlio Cammarata 


Il 5 agosto scorso il Consiglio dei Ministri ha ap¬ 
provato il regolamento attuativo del secondo com¬ 
ma dell'articolo 15 della prima "legge Bassanini", la 
n. 59 del 15 marzo scorso, e lo ha inviato al Consi¬ 
glio di Stato e alle competenti commissioni parla¬ 
mentari per il prescritto parere. Il testo apporta al¬ 
cune modifiche non sostanziali al secondo schema 
preparato dall'Autorità per l'informatica nella pubbli¬ 
ca amministrazione, tranne una, sulla quale molti 
hanno espresso fondate perplessità. 

Per mettere bene a fuoco i termini della questio¬ 
ne è opportuno riassumere i fatti. Il primo schema 
pubblicato dall'AlPA sul suo sito 




anno fa presentava molti aspetti positivi. Infatti ac¬ 
coglieva in pieno l'impostazione dei sistemi di au¬ 
tenticazione e certificazione in uso su Internet e po¬ 
neva le basi non solo per un efficace sviluppo delle 
attività economiche in rete (in particolare il com¬ 
mercio elettronico), ma soprattutto per il funziona¬ 
mento della futura rete unitaria della pubblica am¬ 
ministrazione e quindi per un effettivo migliora¬ 
mento dell'attività degli uffici e dei rapporti con i cit¬ 
tadini. Due punti si prestavano a critiche (vedi MC- 
microcomputer nn. 168 e 169): il primo era la pos¬ 
sibilità del key escrow, cioè dell'affidamento della 
chiave pubblica di ogni cittadino a un'autorità, per 
rendere possibile, in determinati casi, la decodifica 
dei documenti; il secondo l'istituzione di un'impo¬ 
nente gerarchia di autorità certificatrici. che sovrap¬ 
poneva un'inutile burocrazia a un meccanismo di 
per sé molto semplice. 


Burocratese Da alcuni anni i vari Ministri della funzione pubblica ci 
- assicurano che sono state avviate azioni serie e defi¬ 
nitive per abolire il linguaggio "burocratese" e rendere comprensibili le comunica¬ 
zioni della pubblica amministrazione, anche con l'uso di espressioni di uso co¬ 
mune al posto di quelle, a volte anche ridicole, tanto care ai burocrati. Con risul¬ 
tati assai modesti, se si deve giudicare dai fatti. Un aggiunta governativa al testo 
dell'AlPA sul documento digitale parla di "dichiarazione asseverata", mentre la 
stessa AIPA cosi comunica il proprio ind irizzo: 'via Po. 14, palazzina tergale" 




La seconda versione del progetto ( http://www.in- 
terlex.com/testi/attielet.htm ). resa pubblica e tra¬ 
smessa al Governo all'inizio dell'estate, accoglieva 
in pieno le critiche avanzate sulla prima. Non solo 
escludeva il key escrow, con un riferimento esplici¬ 
to all'articolo 15 della Costituzione, ma faceva piaz¬ 
za pulita di tutta la burocrazia prevista all'inizio. Un 
testo chiaro, evidentemente formulato da veri 
esperti della materia, al quale mancava un solo par¬ 
ticolare: la definizione dei requisiti degli enti privati 
di certificazione Un aspetto forse non essenziale 
sul piano tecnico, ma importante per la sicurezza 
delle transazioni Perché è vero che la certificazione 
consiste nella pubblicazione della chiave pubblica 
dell'interessato, e di conseguenza qualsiasi falsifi¬ 
cazione si smaschera da sé, ma un certificatore in 
mala fede può comunque compiere "inghippi" sulle 
date o sulle sospensioni della validità della chiave, 
rendendo possibili raggiri e truffe 

Questa lacuna è stata colmata dal Governo nel 
testo inviato al Consiglio di Stato e alle Camere 

[hup //www inlerlpx.cQm/ig,sti/9U!gdQC.!llm). md 

con quello che potremmo definire un eccesso di 

zelo: l'articolo 8, comma 3, prescrive non solo che i 
soggetti preposti aH'amministrazione del soggetto 
certificatore debbano avere i requisiti di onorabilità 
richiesti ai soggetti che svolgono funzioni di ammi¬ 
nistrazione, direzione e controllo presso le banche, 
e che i responsabili tecnici abbiano la competenza 
e l'esperienza necessarie per l'attività di certifica¬ 
zione. ma che i certificatori stessi siano società per 
azioni con un capitale sociale non inferiore a quello 
necessario per l'autorizzazione dell'attività bancaria: 
12,5 miliardi di lire. 

In questo modo si toglie la possibilità di svolgere 
l'attività di certificazione a quasi tutti gli Internet 
provider italiani (i soggetti che per competenza tec¬ 
nica e strutture possono fare meglio questo lavo¬ 
ro). senza una ragione accettabile. E' noto che la ci¬ 
fra necessaria a mettere in piedi un sito Internet ef¬ 
ficiente è nell'ordine delle centinaia di milioni, non 
di miliardi, e che l'onestà e l'affidabilità degli opera¬ 
tori non sono in relazione al capitale sociale. 

E allora, a chi giova questa norma? s® 


188 


MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997 










Informatica e Società 




In novembre il secondo convegno del Forum multimediale 

L'evoluzione del diritto 
nella società deirinformazione 

Dalla discussione telematica all'incontro "multimediale", per fare il punto sul 
quadro legislativo per il settore delle tecnologie. Le norme di recente 
emanazione e quelle in discussione sono adeguate ai prevedibili sviluppi del 
mondo della comunicazione e deirinformazione? 


di Manlio Cammarata 


Sono passati più di due anni dal primo conve¬ 
gno del Forum multimediale 'La società del¬ 
l'informazione" e molte cose sono cambiate. 

Guardiamoci intorno' i tetti e le terrazze si po¬ 
polano di antenne paraboliche per ricevere i ca¬ 
nali televisivi satellitari, per le strade i percorsi 
delle trincee scavate e richiuse a tappe forzate 
segnano l'avanzata del cavo a fibra ottica verso 
le abitazioni e gli uffici. E nelle abitazioni e negli 
uffici si diffonde a gran velocità l'uso di Internet. 

Si delinea con sempre maggiore evidenza l'as¬ 
setto socio-economico e politico di quella che 
chiamiamo “la società deirinformazione*. Da tre 
anni, da quando è incominciato il Forum multi¬ 
mediale "La società dell'informazione’, cerchia¬ 
mo di capire come l'ordinamento giuridico possa 
adeguarsi alle nuove situazioni sociali, economi¬ 
che e politiche determinate dalla diffusione delle 
tecnologie. Il nostro primo incontro, il 28 giugno 
1995, si concluse con un’osservazione desolan¬ 
te: “la tecnologia avanza, il diritto arranca" 

Oggi il quadro normativo è in evoluzione La 
riforma dell'informazione radiotelevisiva ha final¬ 
mente iniziato il suo cammino, sono in arrivo le 
norme per il documento informatico, il Parlamen¬ 
to ha iniziato a diffondere su Internet i testi delle 
leggi e ampie notizie sulla sua attività, c'è la nor¬ 
mativa sulla tutela dei dati personali: quattro in¬ 
novazioni di importanza fondamentale, delle quali 
si devono valutare con molta attenzione i possi¬ 
bili sviluppi 

Già a prima vista si può intuire che gli effetti 
della riforma del sistema radiotelevisivo - che 
avrà un forte impatto anche sul resto dell'infor¬ 
mazione - dipenderanno in buona parte dalle poli¬ 
tiche della nascente Autorità di garanzia, ma il 
progetto nel suo insieme non risolve molti dei 
problemi aperti nel campo della multimedialità. 

Le norme sul documento informatico, da una 
parte completano il progetto della rete unitaria 
della pubblica amministrazione, che potrebbe 
avere un effetto addirittura "miracoloso" sulla 
funzionalità degli uffici e sui rapporti con i cittadi¬ 
ni, e dall'altra aprono interessanti prospettive in 



campo economico. 

Le informazioni sull'attività parlamentare e i te¬ 
sti delle nuove leggi diffusi su Internet costitui¬ 
scono un importante passo avanti verso la "de¬ 
mocrazia elettronica*. La distribuzione dei perso¬ 
nal computer ai deputati e ai senatori contribuirà 
a diffondere quella conoscenza reale dei proble¬ 
mi dell'informazione che fino a oggi sembra la 
grande assente nelle assemblee parlamentari. 

Infine, ma certo non ultima, la legge sulla tute¬ 
la dei dati personali. Al di là delle inevitabili diffi¬ 
coltà iniziali, potrebbe dare un contributo molto 
importante all'uso corretto delle tecnologie del¬ 
l'informazione, in particolare con i codici deonto¬ 
logici dei giornalisti e degli Internet provider e 
con la normativa sulla sicurezza dei dati. 

La domanda che ora ci poniamo è se tutto 
questo sia sufficiente per determinare un quadro 
normativo completo e coerente per il settore del¬ 
l'informazione. Una risposta, non definitiva e per 


Un momento del pri¬ 
mo convegno del Fo¬ 
rum multimediale 'La 
società dell'mlorma- 
none' 128 giugno 
19951 


MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997 


189 










Informatica e Società 


molti aspetti generica, verrà dai lavori di questo 
convegno. Ma le perplessità sono molte. 

L'insieme delle due leggi di riforma dell'infor¬ 
mazione e delle telecomunicazioni, quella già in 
vigore e quella ancora in discussione, sembra 
orientato più a sistemare l'esistente e a porre le 
basi per un sistema televisivo più avanzato, che a 
favorire uno sviluppo equilibrato delle "autostrade 
dell'informazione". 

E ci sono altri punti da discutere, come quello 
dell'ormai urgente aggiornamento del decreto le¬ 
gislativo 518/92 sulla tutela del software e della 
legge 547/93 sul crimine informatico. 

C’è, importantissimo, anche il problema del 
controllo dei contenuti critici di Internet, in bilico 
tra le esigenze di libertà e quelle di tutela dei sog¬ 
getti più sensibili. A questo si aggiunge la difficile 
questione della protezione della riservatezza nella 


InterLex 

SECONDO CONVEGNO DEL FORUM MULTIMEDIALE 
LA SOCIETÀ DELL'INFORMAZIONE 

LA LEGGE E LA RETE 

Seguendo l'esperienza della prima edizione, e anche di molte iniziative che si sono realizzate negli 
ultimi tempi, il convegno è già iniziato. Nel Forum multimediale "La società dell'informazione' alla pa¬ 
gina rlW,//.Yy.VY.VV.IP.lSfISTS.^giriirilgJU^f.Siagtf/.mi sono già pubblicate le prime relazioni Altre segui¬ 
ranno nelle prossime settimane. 

L'incontro, che si svolgerà a Roma intorno alla metà di novembre, sarà un evento multimediale con 
largo uso delle tecnologie telematiche. Non saranno svolte relazioni, ma ci sarà una discussione ser¬ 
rata, con interventi molto brevi (al massimo dieci minuti) sui testi già pubblicati 

La partecipazione alla discussione telematica è aperta a tutti: l'unica condizione e che relazioni, in¬ 
te rventi e comunicazio ni di qualsiasi genere devono essere inviati per e-mail all'indirizzo 
lÌQ.'umfeiiiigil£.vr.tìnl 

La partecipazione all'incontro - la sede sarà comunica ta al piu presto - e gra tuita su invito Chi è in¬ 
teressato a intervenire può inviare una e-mail aH'indirizzo imeloorano&mclink iti 

Le richieste saranno accolte fino all'esaurimento dei posti disponibili 


I programma aggiornato è su InterLex, seguendo il link in prima pagina IKHri //www interiex coTH 


e 



FORUM MULTIMEDIALE 

LA SOCIETÀ' DELL'INFORMAZIONE 


Rete. Le soluzioni di questi problemi avranno 
conseguenze rilevanti sullo sviluppo e sulla diffu¬ 
sione delle attività telematiche. 

Dobbiamo anche considerare che questi temi 
sono collegati a un diritto fondamentale nella "de¬ 
mocrazia elettronica", il diritto all'informazione, 
che la nostra Costituzione non definisce e che 
deve comunque essere considerato anche in re¬ 
lazione a un altro delicato problema, quello del 
servizio universale. 

Un aspetto particolare del diritto all'informazio¬ 
ne è l'accesso dei cittadini ai testi delle norme 
La pubblicazione delle nuove leggi sul sito del 
Parlamento è solo un primo passo: è necessario 
che l'intero sistema normativo sia messo a dispo¬ 
sizione della collettività, con gli strumenti di inter¬ 
rogazione facilitata offerti dalle tecnologie più re¬ 
centi. E' un'operazione di dimensioni enormi, le 
cui prevedibili difficoltà im¬ 
porranno di mettere mano 
a un riordino dell'intero si¬ 
stema di produzione e ri¬ 
cerca dei testi normativi, 
con l'uso accorto delle tec¬ 
nologie dell'informazione 
Se osserviamo da una 
certa distanza l'insieme di 
questi problemi, ci accor¬ 
giamo che essi sono stret¬ 
tamente connessi l'uno al¬ 
l'altro e che la loro soluzio¬ 
ne deve essere coordinata 
E non solo a livello naziona¬ 
le, perché la globalità delle 
reti rende troppo spesso 
aggirabili le norme dei sin¬ 
goli stati. Occorre un con¬ 
certo internazionale più va¬ 
sto possibile. 

Il risultato di questo con¬ 
certo potrebbe essere - o 
dovrebbe? - l'ordinamento 
comune di una parte delle 
attività che interessano le 
reti: quello che oggi chia¬ 
miamo "ciberspazio" e che. 
dal punto di vista giuridico, 
potrebbe essere considera¬ 
to un territorio particolare o 
un "meta-territorio". 

C’è molto, molto da di¬ 
scutere sul tema “la legge 
e la rete". «g 


I SEMINARI 



Si terrà a Roma il 13 e il 14 novembre 

prossimi la terza edizione dei seminari del _ 

Forum, che si svolgeranno con le stesse / 
modalità delle precedenti edizioni 

Una giornata sarà dedicata alla legge 
sulla tutela dei dati personali, con tesarne degli ultimi aggiorna¬ 
menti della normativa e delle comunicazioni del Garante, con le 
norme definitive in materia di notificazioni (che saranno obbligato¬ 
rie dal 1 gennaio 1998) e di sicurezza 


FORUM MULTIMEDIALE 

LA SOCIETÀ' DELL'INFORMAZIONE 


L’altra giornata sarà dedicata 
al regolamento sul documento 
informatico e la firma digitale, 
con una sene di indicazioni pra¬ 
tiche e di esercitazioni per il 
corretto uso dei programmi di 
crittografia 

I programmi dettagliati delle 
due gi ornate e le modalità di partecipazione so no su InterLex. alla 
pagina httc ww mteriex com/semmar. n;n| o possono essere 
richiesi a Melograno Congressi, tei (06/ 8080892 fax (06) 
8080999 


190 


MCmicrocomputer n, 177 - ottobre 1997 













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I grafici del TG1 RAI 

Tutti i giorni siamo abituati a vedere il telegiornale, ascoltiamo le 
notizie, guardiamo i servizi giornalistici e, senza riflettere molto, 
apprezziamo la presentazione grafica che con poche, essenziali 
forme e colori, ci fa capire meglio l’avvenimento descritto, e ci fa 
entrare nel mondo delle immagini costruito con professionalità e 



armonia. 


di Ida Gerosa 


Un mondo da scoprire 

Dietro ogni "prodotto giornalistico" c'è 
un mondo che non vediamo e non co¬ 
nosciamo. 

Il giornalista firma il testo e sostanzial¬ 
mente si assume la responsabilità di 
tutto il servizio, sia per la parte visiva 
che per la parte audio Ma il lavoro fina¬ 
le è il risultato, spesso imprevedibile, 
del contributo apportato singolarmente 
dagli specialisti dei vari settori 
Dall'operatore che ha fatto le riprese, 
al giornalista che ha scritto un testo, al 
montatore che ha messo insieme le 
cose, al consulente musicale che ha 
suggerito i temi per la parte sonora, al 
grafico che è intervenuto in vari modi e 
a vari livelli. 

Ma "nessuno - come dice Enrico Co- 
cuccioni, grafico del TG1, ma anche 
studioso di arte elettronica - si rende 
conto con precisione dei meccanismi 
linguistici che arrivano nel prodotto ri¬ 
sultante ". 

Meccanismi linguistici determinanti per 
la buona riuscita finale, in parte ideati e 
organizzati proprio dai grafici. Ogni te¬ 
stata giornalistica ha il suo gruppo, a 
RAM operano, tra gli altri, Corrado Sen- 
zasono, Enrico Cocucciom e Giuseppe 
Rogolino. 


Veri artisti, non solo grafici. 

La pratica giornaliera permette loro un 
approfondimento specifico di una 
realtà produttiva con il computer e so¬ 
prattutto una riflessione teorica costan¬ 
te che li porta a creare un contesto cul¬ 
turale intorno a quello che fanno. 

Sono artisti ed "osservatori" che lavo¬ 
rano con abilità e passione. 

Li ho incontrati nel loro spazio operati¬ 
vo e sono rimasta affascinata dalla di¬ 


versa realtà "dietro le quinte". 

Stanze piccole e grandi si affacciano su 
lunghi corridoi. Dovunque televisori, 
sofisticati computer nelle stanze dei 
grafici, che operano con sicurezza qua¬ 
si fossero dei piccoli maghi. 

Abbiamo cominciato a parlare e ci sia¬ 
mo trovati ad argomentare sui diversi 
aspetti dello specifico di quest'altro la¬ 
voro con il computer. 

La comunicazione è un servizio, ed è il 
loro quotidiano. Per questo mi incurio- 


192 


MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997 







Arte Informatica 



nea, naturale, creata poco per volta da 
persone come Senzasono, che con co¬ 
stanza e determinazione proporranno 
espressioni "nuove" per alcuni, ma 
che già ben rappresentano i tempi. 

Sul tramonto del nuovo millennio sem¬ 
bra che emergano i componenti di una 
nuova casta, quella che - e lo dico con 
una punta di provocazione - riesce ad 
usufruire di mezzi eccellenti per la co¬ 
municazione. 

Quella che riesce ad avvantaggiarsi con 
le enormi possibilità di diffusione offer¬ 
te dall'utilizzo della telematica. Una tec¬ 
nologia non alla portata di tutti, non fa¬ 
cilmente accessibile perché costosa, e 
soprattutto all'apparenza difficile da 
usare. 

Sembra perciò, che solo un pìccolo 
gruppo sia in grado di gestire tutto que¬ 
sto. Quindi che abbia un potere in ma¬ 
no. 

In realtà, di frequente, sono persone 
che credono nella comunicazione e nel¬ 
le sue possibilità future. Sono persone 
che. quasi con fervore mistico, speri¬ 
mentano individualmente, con fatica, 
circondati da difficoltà. Forse convinti 
di poter consegnare a tutti, i risultati 
della propria ricerca e della propria 
esperienza. 

Penso che ogni "grafico" della RAI cre¬ 
da nella nuova comunicazione e abbia 
desiderio di contribuire con la sua per¬ 
sonale creatività. E forse per questo, 


IDA GEROSA 

Artista di computer art, è anche fondato¬ 
re e direttore di "Artnet-Tentra", pagine 
per l’arte in Internet. 

Indirizzo 

ritto ://www.mclinK-iVmclinK/antl 


Una nuova 
casta 

Si. sono d'accordo con lui. 
E' probabile che la meta¬ 
morfosi avverrà gradata- 
mente, in maniera sponta- 


CORRADO SENZASONO IStudio scenografia elettronica per studio TG 11 


ENRICO 

COCUCCIONI 

ITGII 


ti delle ricerche compiute dagli artisti. 
La grafica oltre ad essere beninteso 
una tecnica, è l'espressione ultima 
dell'arte, ultima in guanto viene dopo. 

Il mondo della comunicazione e spe¬ 
cialmente delle telecomunicazioni si è 
molto modificato in questi anni. Lo 
dobbiamo piu alle "macchine " che alle 
idee. Noi "grafici" dobbia¬ 
mo ancora sedimentare 
mezzo secolo di videoar- 
te, che fino a poco tempo 
fa era totalmente ignorata 
anche dagli addetti ai la¬ 
vori. Sono convinto che 
sarà la conoscenza e la di¬ 
vulgazione delle ricerche 
fatte da oscuri tecnici, vi¬ 
deoartisti, ingegneri che 
creerà un nuovo linguag¬ 
gio grafico della comuni¬ 
cazione. 


sisce molto il 
punto di vista 
di questi es¬ 
perti. 

Personalmen¬ 
te credo che 
la maniera di 
comunicare 
sia cambiata, 
soprattutto 
quando è ri¬ 
volta ai giova¬ 
ni. e che sia 
cambiata 
specialmente 
"l'estetica" 
dell'informa¬ 
zione. 

Gli articoli 
lunghi sono 
stati sostituiti da pensieri flash, da ra¬ 
gionamenti sintetici e impressivi, men¬ 
tre le immagini sui giornali sono ingran¬ 
dite fino a diventare preponderanti sul 
testo Lo vedo in particolare nei servizi 
giornalistici in televisione. E' logico, è 
la sede della "visione". Quindi penso 
che per la buona riuscita del prodotto 
finale l'operatore, il montatore, il grafi¬ 
co abbiano un'importanza primaria. 
Anche se vedo la grafica televisiva an¬ 
cora vincolata a canoni antichi, pur 
nell'evoluzione in atto. 


Corrado Senzasono ribatte che 
"L'evoluzione dei sistemi che usiamo 
per comunicare modificheranno certa¬ 
mente anche i parametri dell’estetica 
nella comunicazione. La grafica non ha 
vincoli - può averne fino ad un certo 
punto nella ricerca artistica, ma solo co¬ 
me conseguenza - e si serve dei risulta¬ 


MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997 


193 








Arte Informatica 


tutu insieme hanno costituito un'asso¬ 
ciazione, la VEA, per diffondere i loro 
pensieri e il loro lavoro 
Chiedo ancora a Corrado Senzasono : 
"Con i mezzi che la RAI ti mette a di¬ 
sposizione ti senti un privilegiato o un 
infaticabile ricercatore, qualche volta 
anche incompreso ?" 

Mi risponde Sono ottimista di natura 
Non sono d'accordo quando affermi 
che la nuova casta è composta solo da 
chi, come noi, ha avuto mezzi cosi raf¬ 
finati a disposizione. 

Credo invece che sono pochi i fortunati 
che oggi affrontano con facilità l'effet¬ 
to incalzante delle nuove tecnologie. 
Fra di essi ci sono quelli che allora ave¬ 
vano intuito come queste macchine 
potevano dire qualcosa di nuovo. Per¬ 
tanto hanno rivolto fin dall'inizio la loro 
attenzione nel campo specifico 
dell'evoluzione tecnologica della comu¬ 
nicazione Avevano capito che ci pote¬ 
va essere una crescita anche nel cam¬ 
po economico-sociale Di conseguenza 
un nuovo lavoro che dallo sfruttamento 
di essa poteva nascere. 

Questa intuizione l‘abbiamo avuta an¬ 
che noi Ifondatori della VEA) alla fine 
degli anni 80 Fino allora si pensava 
ancora di appartenere a una fortunata 
casta, come tu dici, di privilegiati. 

Però passati t primi anni di "euforia 
tecnologica " ci siamo posti un proble¬ 
ma, cioè se la conoscenza dell'uso del¬ 
le "macchine" fosse l'unico elemento 
necessario per crescere professional¬ 
mente La risposta ce la siamo data nei 
primi anni '90 quando abbiamo speri¬ 
mentato con il nostro primo corso VEA 
che non era sufficiente C'era la ne¬ 



CORRADO SENZASONO iStudio scenografia elettronica per studio TC V 




Iklnlm L* 


GIUSEPPE ROGOUNOITGI mattinai 


cessità di approfondire alcune materie 
di estrazione umanistica 
Il nostro primo obiettivo fu quello di da¬ 
re un contributo alla RAI Pensammo e 
proponemmo una nuova figura profes¬ 
sionale piu adatta ai tempi, che conte¬ 
nesse m sé le caratteristiche professio¬ 
nali più adeguate alle tecnologie che 
piano piano si andavano imponendo 
nelle aziende che facevano comunica¬ 
zione 

E' anche vero che questa spinta deri¬ 
vava dalla nostra esigenza di trovare 
una nuova identità in relazione alle po¬ 
tenzialità che i nuovi sistemi di produ¬ 
zione esprimevano. 

Confrontandoci con l'esterno, infor¬ 
mandoci all'estero, partecipando a se¬ 
minari, convegni, avevamo 
capito che qualcosa stava 
cambiando, e radicalmen¬ 
te, nel nostro modo di lavo¬ 
rare. 

Lo stesso fenomeno avve¬ 
niva nelle post produzioni 
esterne alla RAI E' stato il 
contatto con quelle realta, 
andare a "cercare " umil¬ 
mente, aprirsi all'esterno, 
che ci permise di mettere a 
fuoco cosa stavamo diven¬ 
tando Eravamo maturi per 
poterci chiamare professio¬ 
nalmente “Videodesigner" 


In conclusione 

Oggi i mondi virtuali sono 
ancora conosciuti da pochi 
ricercatori, di frequente ar¬ 


tisti. e la comunicazione, anche quella 
m rete, è ancora un'estensione del 
pensiero scritto 

Ci sono, però, molti segni che dicono 
che la maniera di informare, come pure 

10 scrivere in Internet, stiano cambian¬ 
do per diventare un linguaggio nuovo 
specifico. Ma soprattutto si percepisce 
che l'influenza dell'irreale sul reale è 
sempre più sensibile. 

Appare evidente, quindi, che anche 
l'esistente subirò una radicale ristruttu¬ 
razione per l'effetto, sempre più perce¬ 
pibile, dell'azione dei mondi virtuali sul¬ 
la nostra psiche e sulla condizione ma¬ 
teriale della nostra esistenza 
E, come scrive Enrico Cocucciom sulla 
rivista della VEA del luglio 1995, "l'inte¬ 
ro corso di eventi della stona planetaria 
sembra li a testimoniare con persuasi¬ 
va evidenza alle attonite moltitudini del 
nostro tempo che la tecnica può facil¬ 
mente manipolare in profondità anche 
ciò che la coscienza morale o le norme 
etiche considerano intoccabile". 

Questi artisti che lavorano in un servi¬ 
zio pubblico a larga diffusione si collo¬ 
cano, a diritto, in questo periodo di tra¬ 
sformazione. appartengono alla grande 
onda di rinnovamento che contribuisce 
ai cambiamenti spirituali, materiali e 
soprattutto visivi 

Tanti sono ancora gli argomenti toccati 
insieme ai nostri professionisti della 
comunicazione visiva 

11 prossimo mese continueremo ad en¬ 

trare nel loro mondo lavorativo per ap¬ 
profondire la conoscenza del loro am¬ 
biente. dei loro pensieri, delle loro 
aspettative, dei loro sogni ia S 


194 


MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997 








Tieni anche tu le matite nel cassetto in alto? 

Allora sei pronto per conoscere MIDITOP LEONARDO. 

Potrai accenderlo.inserire floppy e CD senza nemmeno guardare, 
perché MIDITOP LEONARDO è l'unico PC con i comandi in alto, 
là dove ti aspetti di trovarli. Come le matite. 



Comex ha rivoluzionato il personal computer 


SOTTO LA 

Finora il solito desktop 
b ha ingombrato il tavolo. 
Ora puoi mettere il PC 
sotto 

Con MidiTop Leonardo 
è facile, perchè è alto 
appena 46 cm trova 
posto sotto qualsiasi 
scrivania 


GUADAGNI SPAZIO 
SOPRA 

La scrivania diventa cosi 
più spaziosa e intelligence 
Lavorare alla tastiera è 
più comodo II monitor 
è più in basso, ad 
un'altezza ottimale per 
gli occhi Ecco il suo 
valore ergonomico. 


A PORTATA DI MANO 

MidiTop Leonardo ha 
floppy drive, lettore 
Coflom e accensione 
ad altezza di ginocchio 
Il movimento che devi 
compiere per 
raggiungere i comandi 
è quanto di più semplice 
e naturale 


NEL FUTURO 

Nei prossimi anni i 
prodotti etl-opei daranno 
essere conf ormi allo 
direttiva CEE (Legge 626) 
pei- la sicurezza e la salute 
di chi lavora 
al videoterminale 
MidiTop Leonardo è già 
perfetto 


5 ANNI DI GARANZIA 

MidiTop Leonardo ha 
un bel design, tanta 
potenza, espandibile 
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ogni tua esigenza 
La perfezione tecnica 
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5 anni da Cornei 


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E BREVETTO 

MidiTop Leonardo è stato 
brevettato da Comex 
(Brevetto 

n RA95A000015) perchè 
le rivoluzioni vanno sempre 
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inventato per te 


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r Informatica 

L e Architettura 



a cura di Paolo Martegani 
e Riccardo Montenegro 


La parola ai lettori 


Informazione, divulgazione e mutamen¬ 
ti nel campo della progettazione 

Ho avuto occasione di conoscere la sezione 
"Informatica e architettura" che curate per 
"MCmicrocomputer”, in quanto diretta¬ 
mente coinvolto nel programma di coopera¬ 
zione universitaria di cui avete parlato nelle 
vostre pagine Per questo, il mio giudizio 
sull'iniziativa vostra (e della direzione della 
rivista, che si conferma attenta e lungimi¬ 
rante) potrebbe essere un po' partigiano; 
cercherò per quanto possibile di evitarlo 
Ho potuto anche apprezzare l'attività più 
chiaramente specialistica che svolgete con 
la pubblicazione di "Archimedia"; e mi so¬ 
no chiari i problemi, le implicazioni e le dif¬ 
ficoltà di uno spazio più divulgativo, rivolto 
ad un pubblico generalmente interessato 
all'informatica, e per questo anche ad 
aspetti specifici della sua evoluzione. 

Per questo, se da un punto di vista discipli¬ 
nare posso essere in maggiore o minor 
sintonia con i progetti presentati (e la cosa 
é ovviamente diversa per gli articoli, in cui 
l'interesse prevale in ogni caso sui diversi 
punti di vista, o nelle recensioni di CD-Rom 
e libri ), ritengo in ogni caso assolutamente 
meritoiia l'attività di divulgazione che state 
svolgendo. 

Nel cambiamento generale di coscienza 
del mondo che viene determinando l'infor¬ 
matica, compaiono particolari mutamenti di 
atteggiamenti, di relazione con le immagini 


e con il lavoro sulla forma, che vanno mol¬ 
to al di là del fatto "tecnico"(è quanto ap¬ 
punto indaga, ad esempio. Martegani nel 
suo interessante articolo sulla costruzione 
del modello di Ronchamp) e che riguarda¬ 
no l'architettura come le arti visuali più in 
generale 

Al livello del progetto di architettura, mi 
piace sottolineare due aspetti del lavoro 
con gli strumenti dell'informatica che stan¬ 
no influenzando direttamente la didattica, 
la messa in crisi del concetto di specificità 
della scala, e la infinita possibilità di corre¬ 
zione. la scomparsa insieme della sacralità 
dell'originale e delle tracce del percorso 
In questo senso, riterrei molto interessante 
che avviaste un lavoro di "raccolta dei pro¬ 
blemi e dei mutamenti" determinati dai 
nuovi strumenti in diversi settori, attraver¬ 
so il concorso di diversi operatori, per sta¬ 
bilire analogie, per individuare punti di vi¬ 
sta, confrontare esperienze: proprio una ri¬ 
vista generale "di settore" credo sia il luo¬ 
go migliore per questi confronti. 

Credo che a questo punto siano chiare le 
richieste che credo di potervi fare, pur co¬ 
noscendone la difficoltà e la fatica: vorrei 
che il vostro spazio sulla rivista diventasse 
un luogo di confronto e di incontro per i 
problemi del progetto; una vostra attività di 
promozione e redazione, di ricerca e orga¬ 
nizzazione dei contributi, di incontro, nello 
spazio fisico o informatico della redazione. 


con i responsabili di altri settori, muoversi 
tra le informazioni e i cambiamenti, e colle¬ 
gati. Nel frattempo, vi ringrazio. 

Arch. Gianni Accasto [ 


WMaMBSfflmmiBim 


A Torino un corso su Internet e la Realtà 
virtuale 

Sono tra gli organizzatori del corso dal tito¬ 
lo 'Realtà virtuale e Internet: applicazioni 
per la progettazione, produzione, distribu¬ 
zione e intrattenimento', che si svolgerà a 
Torino il 20-22 Novembre, del quale sarem¬ 
mo lieti deste notizia nella Vostra rubrica 
"Informatica e Architettura”. 

Il corso fornisce un quadro aggiornato degli 
strumenti per creare oggetti e mondi vir¬ 
tuali in Internet. Sono analizzate le applica¬ 
zioni nspettivamente per la progettazione, 
produzione, distribuzione ed intrattenimen¬ 
to. Sono presentati i linguaggi HTML e Vir¬ 
tual Reality Modelling Language (VRML). 
Del VRML sono affrontati in dettaglio la 
sintassi, la generazione di geometrie e sor¬ 
genti luminose, le proprietà dei materiali, i 
collegamenti a documenti HTML e l’anima¬ 
zione di oggetti. 

Altre informazioni relative al corso e la 
scheda di partecipazione sono reperibili nel 
sito: 

www.comune.torino.it/-spina2/corso 

Grazie per l'ospitalità e buon lavoro. 

Arch. Luca Caneparo (media@centauro.po- 
lito.it) 


Inviate le vostre lettere per posta alla redazione indicando il titolo della rubrica “ Informatica e Architettura 
o direttamente ai curatori via e-mail: \martegan(g>uniroma3.it ric_mont(g>mix.i\ 


Cosa succede 


Una nuova collana di saggi che indagano sull'uso dell'Infor¬ 
matica in architettura 

Nella "Universale di Architettura" diretta da Bruno Zevi si è 
aperta una nuova sezione diretta da Antonino Saggio dal titolo "La 
rivoluzione Informatica’. Si tratta di una serie di volumi (sempre 
editi dalla Testo&lmmagme di Torino e in vendita dal 1998 in edi¬ 
cola e libreria a 12.000 lire), che ha lo scopo di analizzare e diffon¬ 
dere le novità dell'informatica nel campo della ricerca architettoni¬ 
ca e della cultura del progetto. Prima nel suo genere, questa arti¬ 
colazione di volumi tratta l'argomento sotto angolature diverse 
come lavora uno studio d'architettura d'avanguardia, l'impatto del¬ 
l'elettronica nella concezione spaziale e fisica degli edifici, le possi¬ 
bilità tecniche di una simulazione critica dell'architettura, le modifi¬ 
che nella comunicazione, alcune esperienze di ricerca formale e 
costruttive condotte sino alla creazione dell'opera, eccetera Co¬ 
me nelle altre articolazioni della "Universale" dedicate a Gli Archi¬ 


tetti. Gli Scritti. Le Guide Urbanistiche, le immagini a corredo sa¬ 
ranno prevalentemente a colori e i testi rivolti a un vasto pubblico. 

Si inaugura a Bilbao il nuovo Guggenheim Museum proget¬ 
tato da Frank Gehry 

Con una mostra che presenta le opere in dotazione al Gug¬ 
genheim Museum di Bilbao, in gran parte di artisti spagnoli e ba¬ 
schi in particolare, si inaugura in questo mese di ottobre il nuovo 
edificio progettato dall'architetto americano Frank Gehry. Colloca¬ 
to in un lotto triangolare che si affaccia sul fiume Nervion, il mu¬ 
seo si trova lungo l'asse di uno degli accessi principali alla città 
Non diversamente da altre opere dell'architetto americano le varie 
parti dell'edificio, ricoperto di pietra calcarea e titanio, si incastrano 
dinamicamente luna nell'altra circondando l'atrio principale 

Gehry è risultato vincitore di un concorso internazionale a inviti 
al quale avevano partecipato Arata Isozaki e Coop Himmelblau 


196 


MCmicrocomputer n, 177 - ottobre 1997 










Informatica e Architettura 


Alle origini della "domotica" 

La cucina è un ambiente che è stato sempre all’avanguardia nelle trasformazioni del- 
l’habitat domestico. Il progressivo sviluppo delle attrezzature, gli studi sull'ergonomia 
e il diffondersi degli elettrodomestici hanno trovato qui, e in altre zone della casa, oc¬ 
casioni di applicazioni sperimentali, attivando un processo evolutivo tuttora in corso e 
dando luogo a una nuova disciplina: la domotica. 

di Maria Grazia Rossetti 


Nel 1913 con felice intuizione l'ameri¬ 
cana Cristine Frederick introduce nell'ir¬ 
razionale habitat domestico, ed in parti¬ 
colare nell’ambiente cucina, la tecnica 
del lavoro aziendale proposta da W. Tay¬ 
lor (vedi pag, 197), Tali teorie saranno 
successivamente (Olanda 1928) pubbli¬ 
cate nella: "La Casalinga Riflessiva", un 
libro teso a promuovere l'uso delle mac¬ 
chine nel lavoro domestico come ausilio 
per la donna Lo studio tratta anche della 
disposizione migliore dei mobili nell'am¬ 
biente cucina, vengono stabiliti i tempi e 
la successione delle fasi del lavoro fem¬ 
minile in casa, ma anche i tracciati più 
convenienti dei percorsi e la giusta ubi¬ 
cazione delle attrezzature. 

Per la prima volta viene riconosciuto il 
valore e l'importanza del lavoro femmini¬ 
le nella casa e si riconosce, per merito di 
una donna, il valore economico di questo 
lavoro. Le teorie della Frederick hanno il 
risultato di varare la scienza dell'econo¬ 
mia domestica, modellata sulla realtà 
della società americana e sulle sue pos¬ 
sibilità produttive ed economiche, che 
concentra l'attenzione sulla macchina. In 
Europa le stesse teorie produrranno mo¬ 
delli abitativi innovativi e rivoluzionari 



La cucina 
di Francoforte 

Progettata nel 1926 dall'architetto te¬ 
desco Grette Shutte Linhotzy per l'edili¬ 
zia sociale, rappresenta uno dei maggio¬ 
ri contributi al miglioramento del lavoro 
domestico femminile; ma fornisce an¬ 
che soluzioni alla produzione in serie di 
arredi componibili per la casa. 

La Shutte progetta complessivamente 
10.000 cucine con caratteristiche inno¬ 
vative e razionali: dalla porta scorrevole 
nella cucina verso la stanza bambini per 
la sorveglianza, al ripostiglio per scope e 



Modello digitale della 'Cucina di Fran¬ 
coforte ~ vista di un angolo e assono¬ 
metria zenitale 

Elaborazione dì Francesco Lore. Fran¬ 
cesco Micozzi, Alessandro Mundo e 
Francesco Perì 


immondizie comunicante con l'ingresso; 
dai rubinetti orientabili, al lavello in legno 
con due vasche rivestite in zinco; dal pia¬ 
no di lavoro con vaschetta mobile smal¬ 
tata per gli scarti della pulizia delle ver¬ 
dure, alla lampada scorrevole su una gui¬ 
da orizzontale per l'illuminazione; dai 
pensili della dimensione dei piatti con 
cassettini di zinco porta alimenti, alla ta¬ 
vola per stirare ribaltabile sullo sportello 


MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997 


197 





Informatica e Architettura 


1 



"Arredo Totale "realizzato da Joe Colombo 
nei primi anni 70 L'unità è composta da 
quattro blocchi attrezzati, da sinistra verso 
destra: blocco bagno, blocco notte-studio, 
blocco contenitori armadi, blocco cucina 
Modello digitale Morgana Biaggi, Anna 
Boccacciari. Cinzia Capitani e Flavia De 
Stefanis 


del mobile e all'armadio delle provviste 
dotato di presa d'aria con l’esterno. Tutti 
i mobili sono laccati in azzurro, colore che 
si ritiene allontani le mosche, e vengono 
forniti direttamente con l'alloggio. Com¬ 
pletano l'arredo uno sgabello rotabile co¬ 
me seduta e un fornello misto gas e elet¬ 
tricità, a richiesta dell'utente. 


L’ergonomia 

Un'altra donna architetto 
fornisce un ulteriore con¬ 
tributo alla definizione ed 
alla realizzazione dell'ha- 
bitat moderno: Erna 
Meyer (Germania). Teori¬ 
co e tecnico del controllo 
organizzativo del lavoro, 
studia le altezze giuste 
dei piani di lavoro, secon¬ 
do i tipi di attività lavorati¬ 
va e le posizioni ottimali 
per svolgere ogni opera¬ 
zione Determina la pro¬ 
fondità dei mobili in base 
alle dimensioni degli og¬ 
getti d'uso. Propone mi¬ 
sure unificate, standard, 
per i contenitori e per lo 
spazio-lavoro. Fornisce tra l'altro consu¬ 
lenza a Pieter Oud per le sue cucine. È il 
tempo dell'impegno e della cultura so¬ 
ciale per le masse che dalle campagne si 
trasferiscono in città per lavorare nelle 
industrie, il problema di trovare alloggi 
adeguati si coniuga con quello della loro 
ottimizzazione organizzativa ed economi¬ 
ca. 

Dopo la guerra 

Negli anni '50 nasce in America la cuci¬ 
na armadio o cucina in nicchia che in poco 
più di un metro lineare organizza tutti gli 
apparecchi e i contenitori necessari. Il 



Le posizioni di lavoro, le distanze e gli ingombri de¬ 
gli arredi in una tavola del manuale "Spazi a Misura 
d'Uomo" di Julius Panerò e Martin Zelnik IBe Ma 
Editorel 


principio della massima attrezzatura nel 
minor spazio è stabilito Sono gli anni del 
boom del design, delle apparecchiature 
tecniche e della macchina. Nascono nuo¬ 
vi sistemi di comunicazione e di trasporto 
che permettono alle industrie produttrici 
di effettuare consegne ovunque. Si tra¬ 
sforma il vivere e il pensare dell'uomo e 
soprattutto della donna 
Negli anni '60 predomina il laminato 
plastico e sempre dall'America arriva la 
"dream kitchen”. definita dalla rivista 
House Beautiful la Rolls Royce delle cu¬ 
cine. A questa segue la "cucina atomi¬ 
ca" di Disneyland, in California, prodotta 
dalla Monsanto Chemical Company e 
dotata di macchinari sofisticati dal costo 
proibitivo. I materiali dominanti sono la 
"fòrmica" e il metallo stampato II colore 
preferito è il bianco, ma anche il famoso 
rosso della cucina Fly, la più diffusa delle 
cucine americane. 








































In libreria 


"Complotto alla Corte del Re Sole". 
Réunion des Musées Nationaux - CRYO 
- Canal + Multimedia, 1996. 2 CD-Rom in 
italiano per PC e Mac. Distribuito da 
C.T.O., tei. 10511 6167711 

"Un CD-Rom è un mezzo incredibilmente 
efficace per ricostruire una Versailles che 
non esiste più. CI permette di esplorare il 
castello esattamente come lo si sarebbe 
fatto nel 1685, ma anche di infondere nuo¬ 
va vita alle nostre ponderose documenta¬ 
zioni e di riportare, quindi, nel castello vibra¬ 
zioni e pulsazioni vitali”. Sono parole di Bea- 
trix Saule, curatrice capo del castello di Ver¬ 
sailles, che nell'introduzione a questa sin¬ 
golare opera, in piacevole equilibrio tra gio¬ 
co e documentazione storica, esprime tutta 
la sua ammirazione per le nuove tecnologie 
multimediali perché ”... è stata la ricostru¬ 
zione di cose ormai completamente scom¬ 
parse. come il labirinto o la Scalinata degli 
Ambasciatori, a dimostrarsi una autentica ri¬ 
velazione. Per la prima volta possiamo ve¬ 
ramente capire come Versailles funzionas¬ 
se realmente, e guardarla come non la ab¬ 
biamo mai vista, poiché essa trascende 
qualsiasi immaginazione. Dopo venti anni di 
lavoro a Versailles, ciò che vedo sul video 
sorpassa tutto ciò che avevo immaginato. E 
addirittura piu bello" 

Guardando questi due CD-Rom non si può 
che concordare con la signora Saule anche 
perché alla esatta ricostruzione degli am¬ 



bienti, della vita di Corte e dei personaggi 
che si aggirano lungo le scalinate, le galle¬ 
rie e le lussuose stanze si intreccia una tra¬ 
ma gialla, un complotto che mira alla distru¬ 
zione del castello di Versailles nel quale Lui¬ 
gi XIV con tutta la sua Corte si era trasferito 
solo tre anni pi ima, al termine della costru¬ 
zione della straordinaria Reggia progettata 
da uno stuolo di architetti, pittori e artigiani 
capitanati dal pittore Le Brun, dagli architet¬ 
ti Le Vau e Hardouin-Mansart e dal proget¬ 
tista di giardini Le Nótre a cui si deve il gran¬ 
de parco. 

Il complotto ai danni del Re viene scoperto 
la mattina del 21 giugno 1685: il primo val¬ 
letto di stanza di Luigi XIV, Monsieur Bon- 
temps, entra in possesso di un libello che 
annuncia la distruzione di Versailles. Bon- 
temps, che è anche il responsabile della si¬ 
curezza. affida a Lalande, un valletto suo 
sottoposto, il difficile compito di fermare 
l'attentatore sconosciuto., e non rimane 
che un giorno I 

Chi gioca assumerà la parte di Lalande en¬ 
trando nel gran mondo della Corte del Re e 
vivendo una giornata tra ambienti e perso¬ 
naggi autentici alla ricerca dell'ignoto libelli¬ 
sta... si salverà Versailles? 

La giornata del Re Sole è suddivisa, come 
in una rappresentazione teatrale, in sette at¬ 
ti: Il risveglio del Re, Dalla vestizione al Con¬ 
siglio, Dal Consiglio alla messa, Pranzo, Il 
Re al lavoro. La passeggiata. Dalla cena al 
riposo. Durante queste attività Lalande ve¬ 



de persone, ascolta dialoghi, osserva com- 

G irtamenti raccogliendo sospetti e indizi. 

na serie di funzioni e una gradevole inter¬ 
faccia permettono al giocatore/Lalande di 
interagire con gli ambienti, modellati in 3D, 
avvicinarsi agli oggetti e prenderne alcuni, 
accedere al profilo biografico dei protagoni¬ 
sti, ascoltare musiche e conversazioni pri¬ 
vate, dialogare con i personaggi Gli oggetti 
prelevati e gli indizi accumulati sono imma¬ 
gazzinati in una barra d'inventario, mentre 
in una zona di documentazione è possibile 
accedere a materiali d'archivio e informa¬ 
zioni per ulteriori approfondimenti. 

Alla fine del gioco chi non avrà scoperto l'at¬ 
tentatore potrà comunque consolarsi per¬ 
ché avrà vissuto con Luigi XIV e la sua Cor¬ 
te a Versailles una intera giornata: il 21 giu¬ 
gno 1685. RTM. 


Nella pagina precedente e a lato, versione chiusa, 
aperta e dettaglio della “Cucina su ruote ", mono¬ 
blocco mobile e a geometria variabile, progettato 
da Masanon Umeda e vincitore del Premio Braun 
nel 1968 

Il modello digitale e stato elaborato da Monica 
Bianchini, Marco Furiosi. Alessandra Incarnati e 
Federica Nobili 


Il contributo italiano 

Negli anni '50 e '60 nasce e si sviluppa 
l'industria della cucina italiana. Architetti 
e designer vedono nello studio della cuci¬ 
na l'occasione per applicare e verificare le 
teorie sulla componibilìtà fino ai suoi limi¬ 
ti: la cucina nella parete attrezzata Per 
mezzo della normalizzazione e degli stan¬ 
dard è possibile coordinare gli elementi 
del "mobile" cucina, con le attrezzature 
acqua e fuoco, caldo e freddo: gli "elet¬ 
trodomestici", provenienti da industrie di 
altri comparti; si ottengono degli insiemi 
complessi, diversi e interessanti. Prende 
consistenza la cucina ad elementi autono¬ 
mi componibili. Le basi sono sollevate da 
terra, poggiate su piedini regolabili o so¬ 
spese a strutture metalliche portanti, per 


facilitare la pulizia del pavimento Negli 
anni 70 viene sperimentato il monobloc¬ 
co in vetroresina autoportante Joe Co¬ 
lombo propone con le sue "Visiona", spa¬ 
zi futuribili con all'interno arredi innovativi 
costituiti da elementi autonomi di forma 
chiusa e arrotondata: "oggetti-funzione" 
da disporre liberamente nello spazio do¬ 
mestico. Questi nell'uso vengono aperti e 
cambiano geometria, con la conseguente 
modifica funzionale dello spazio circo¬ 
stante. 

Prototipi di questo genere compaiono 
in anteprima a Milano nella mostra "Visio¬ 
na 69" Poi ottengono l'attenzione inter¬ 
nazionale nel 72, al Museum Of Modem 
Art di New York, in occasione della mo¬ 
stra "Italy: The New Domestic Landsca- 
pe". L'oggetto emergente in questo pe¬ 
riodo è il monoblocco in ABS (una specia¬ 
le vetroresina a stampo meccanico). In 
queste sperimentazioni alla cucina è riser¬ 
vato sempre un ruolo protagonista. 

Wmstow Taylor (1856-19001 6 il fondatore della 
scienza aziendale moderna frantumazione del lavo¬ 
ro in parti autonome da eseguirsi con movimenti 
lenti e sempre uguali. 


MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997 


199 















Informatica e Architettura 


a 



Tra gii infiniti argomenti presenti in Internet 
l’architettura e il design si offrono in 
una molteplicità di proposte, anche 
come periodici di informazione. 

Vediamo come si presentano e, so¬ 
prattutto, in cosa si differenziano dalle 
pubblicazioni su carta. 


di Riccardo Montenegro 


Arch on line: i periodici 
e design in Rete 


di architettura 


Che in Italia si legga pochissimo è un 
dato che non ha bisogno di verifiche, ma 
di chi è la colpa 7 Ad altri problemi ende¬ 
mici si è aggiunta la spasmodica ricerca 
di spettacolarizzare e banalizzare ogni 
cosa che ha fatto precipitare, a volte fino 
alla chiusura, parecchie testate dal glo¬ 
rioso passato spiazzando e disamorando 
anche i lettori più affezionati. 

Come entrare in Rete 

Con l'avvento di Internet e il suo tra¬ 
volgente successo si è determinato un 
progressivo affollamento di presenze 
editoriali: quotidiani, periodici d'informa¬ 
zione e riviste specializzate attirati dalla 
novità del mezzo e nel tentativo di cattu¬ 
rare nuovi lettori non hanno esitato a en¬ 
trare nella comunicazione virtuale. Ma 
non tutti si mostrano convinti perché 
nelle pagine di molte testate i temi ri¬ 
guardanti i mezzi informatici e la Rete 
occupano spazi spesso modesti 
Va comunque riconosciuto che alcuni 
quotidiani hanno fatto un ottimo lavoro 



nel concepire un giornale che avesse le 
caratteristiche giuste per le potenzialità 
offerte dalla Rete Basta visitare i siti del¬ 
la Repubblica <http://www.repubbli- 
ca.it), del Corriere dell a Sera Ihttp:// 
www.rcs.it/corriere/il de l Manifesto 
I http://www.mir. it/mani/t o de II Sole 
24 Ore (http://www.ilsole24ore.it), so¬ 
lo per fare gli esempi più noti, per ren¬ 
dersene conto. 

I problemi che si devono affrontare 
quando si decide di entrare in Rete sono 
numerosi e complessi. Primo fra tutti co¬ 
me trasformare la carta stampata per 
renderla fruibile in Internet: un metodo è 
quello di utilizzare il formato pdf che per¬ 
mette la conservazione della linea grafi¬ 
ca originale e la stampa del materiale 
con Acrobat Reader; un altro sistema, 
assai utilizzato, è quello ipertestuale che. 
utilizzando appieno le risorse àeW'Html 
con la creazione di link, necessita di una 
totale reimpostazione del materiale, che 
apparirà svincolato dall'originale sia dal 
punto di vista grafico che fruitivo 

Le riviste specializzate 

E le riviste che si occupano di archi¬ 
tettura e di design? Quante di loro hanno 
aperto delle pagine web? 

La risposta non è molto consolante, vi¬ 
sto che sono abbastanza poche rispetto 
alle testate presenti in edicola e in libre¬ 
ria e per almeno due ragioni. La prima è 
che probabilmente non è ancora ben 
chiara agli editori la funzione di un perio¬ 
dico che si presenti oltre che nella tradi¬ 
zionale veste cartacea anche in Rete. La 


seconda e che 
esiste una dif¬ 
fidenza di fon¬ 
do, oltreché 
una diffusa di¬ 
sinformazio¬ 
ne, nei con¬ 
fronti di Inter¬ 
net che. mal¬ 
grado il gran 
parlare che se ne fa, appare ancora, per il 
suo vertiginoso evolversi, qualcosa i cui 
contorni risultano sempre sfuggenti. 

Così tra le grandi testate italiane che si 
occupano di architettura e di design si 
contano sulla punta delle dita quelle che 
hanno accettato la sfida aprendo un sito 
web, con un risultato però che sembra 
essere spesso solo qualcosa di più delle 
locandine che si trovano nelle edicole, 
dove oltre ai sommari è possibile trova¬ 
re. nel migliore dei casi, qualche articolo, 
delle immagini o degli abstracta dei testi 
In genere, non si va oltre il materiale 
contenuto nell'ultimo numero della rivi¬ 
sta. e ovviamente in quelli precedenti 
Inoltre è praticamente ignorato l'uso dei 
motori di ricerca interni che potrebbero 
svolgere un utilissimo servizio ai letto- 
ri/naviganti e che, non dimentichiamolo, 
è una delle grandi potenzialità della Rete. 

Una delle prime pubblicazioni a entra¬ 
re in Internet è stata "Abitare", infatti è 
pre sente fin dal 1995 con "A bitare on li¬ 
ne" [TRttfinZw^wTaEìtarijti] il sito pre¬ 
senta numerose sezioni con articoli iper¬ 
testuali ed è ricco di informazioni e noti¬ 
zie. 

"L'Arca”, offre i contenuti delle tre ri¬ 


to allo, videata della dome 
page di “Area, rivista inter¬ 
nazionale di architettura e 
arti del progetto" 

In basso, una pagina del sito 
web dedicato ad 'Archime 
dia", la rivista che per pu¬ 
ma si è occupata di informa¬ 
tica e architettura 


200 


MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997 

























Informatica e Architettura 


Le pubblicazioni 
virtuali 

Diversa è invece la situazione dei pe¬ 
riodici che sono stati concepiti specifica¬ 
tamente per il web. Essendo più liberi (e 
spesso più poveri) appaiono meno con¬ 
dizionati dalla carta stampata riuscendo a 
volte a offrire informazioni specìfiche e 
mirate. 

Come il periodico "Grafill" (htttp:// 
iwww.gratili.iti che, con una grafica 
spartana, si occupa di normative, formu¬ 
lari, appalti, prezzi e gazzette, ecc., relati¬ 
ve alla Regione Sicilia. 

Ad argomenti analoghi fa riferimento il 
nuovo sito "Zephiro" (http://www. 
zephiro.rgn.it) che dispone anche di 
una possibilità di ricerca a pagamento su 
argomenti specifici non disponibili in Re¬ 
te che saranno recapitati presso la casel¬ 
la postale privata del richiedente. 

Di altro tenore è il sito "La D olcevita" 
h http://www.dolcevita.com1 che tra gli 
altri argomenti ha una sezione dedicata 
al design con servizi e informazioni e un 
museo con tutti gli oggetti premiati con il 
"Compasso d'oro". 

Per chiudere vale la pena di segnalare 
una nuova rivista virtuale di architettura 
"Casa'emmerda" (http://www.yi. 
com/home/BottaEnrico/), che non è 
fatta a Napoli, come suggerirebbe il tito¬ 
lo, ma a Venezia (senatore Bossi, non se 
la prenda., cosi è la vita). «e 


viste internazio¬ 
nali di architettu¬ 
ra, design e co¬ 
municazione vi¬ 
siva che pubblica 
in edizione carta¬ 
cea nel sito web 
(http:// www. 
tin.it/arca/) sud¬ 
diviso in vane se¬ 
zioni e con i 
sommari e arti¬ 
coli tratti dalla 
carta stampata. 
Anche "Area" 
(http://www. 
area, progetto- 
ed.it) è presente 
in Internet, la sua pagina web tratta di 
architettura, arredamento e design dan¬ 
do i sommari dei numeri pubblicati e al¬ 
cuni articoli il cui testo è ^caricabile 
"Archimedìa" ) http://www.mix.itl 
Archinet/I è la prima rivista italiana che 
si è occupata di coniugare l'informatica 
con la progettazione. La sua pubblicazio¬ 
ne è stata sospesa ma in Rete è possibi¬ 
le vedere l'ultimo numero pubblicato. 

Ancora più semplice è il meccanismo 
del sito realizzato dalla storica "Domus" 

|(http://www.edidomus.it/domus/)| 

nel quale, con una interfaccia molto rat- 

finata, vengono presentate alcune im¬ 
magini e gli articoli del fascicolo in edi¬ 
cola 

Molto scarni sono anche i siti di "Uf¬ 
ficiostile" e "L'ambiente cucina" 

(http://www.newmedia.it/ arre¬ 
damento/) 

Per dovere di cronaca va citato an¬ 
che il sito drCasaviva" (http:// 
l www.casaviva.com , ) | nel quale, 
tuttavia, non è stato possibile 
entrare per mancata connessione. 


Dall 'alto in basso, una 
pagina di ’Domus" con 
la presentazione di una 
intervista a Sottsass 
Alcune copertine de 
■ L'Arca ” in una pagina 
dell'elegante sito della 
pubblicazione 
Presentazione di un nu¬ 
mero di ~Abitare ~ in una 
pagina dalla grafica deci¬ 
samente "pesante“ 
La sezione riservata al 
design del periodico vir¬ 
tuale "La Dolcevita “ 

In basso, un articolo de¬ 
dicato a Michael Craves 
nella rivista virtuale 
americana "Architronic~ 


Assai ampia e articolata è la presenza di siti dedicati al¬ 
l'informazione progettuale negli altri paesi e in particolare 
quelli anglosassoni. Ecco alcuni indirizzi interessanti: 

VITRUVIUS ON LINE llhttp://www. inloramp.net/ vitruv/l 

Si occupa di architettura, industriai design e tecnologia con periodi¬ 
cità mensile. _ 

ARCHITRONIC |(http://www.saed. kent.edu/Architronic) 

Periodico quadrimestrale, realizzato estivamente per Internet, 
dalla Facoltà di Architettura dell 1 Università del Kent (Ohiol. 

PLAN NET l(http://www.plannet.coml 

Dedicato ai professionisti Ricco di informazioni sull'architettura, il 
design e il mondo CAD. 

METROPOLIS MAGAZINE |(http://www.metropotismaq.com| 

Prestigiosa rivista di architettura e design americana realizzata in 
edizione cartacea e in Rete. 

TOTEM l(http://www.totemweb.com1 

Periodico inglese di architettura e design realizzato solo per Inter¬ 
net ___ 

CADENCE MAGAZINE |(http://www.cadence-maq.coml 

Pubblicazione specialistica dedicata all'uso del CAD. 

TRADITIONAL BUILDING (http://www.traditional- 
building.com) 

Sito americano dedicato a edifici storici e al loro restauro 


ARCHITECTURE- 
TODAY 

(http://www.archi- 
tecture-today.com) 

Sito giapponese dedi¬ 
cato ai profes sionisti _ 

NAI ARCHIS |(http://www, nai.nl. /archis/1 

Mensile olandese sull'architettura, urbanistica e arti visive. 

DESIGN COST & DATA [lfittp:7'/wwwHca:c5ml 
Sito w eb dedicato all'ana isi economica del progetto. 

ZQBG )http://mirror.syr.edu/zqbglabs/| 

Periodico realizzato presso la Syracuse School of Architecture con 

un indinzzo prevalentemente teorico-critico 

E.SCAPE MAGAZINE Hhttp://www.desiqnwave. comi 

Sito particolarmente interessato al design 

ASCE I unto://ce. ecn.purdue.edu/ns.htmlf 

Pubblicazione dedicata ai sistemi strutturali. 

SPRAWL khttp:// www.pd.org/topos/theory/sprawl-trame.html) 
Si occupa di urbanistica, architettura, design e tecnologia della 

”new city"_ _ 

ELLIPSIS )http://www.qold net/ellipsis/| 

Interessante sito che si occupa di informare e recensire su editoria 
e periodici specializzati. 



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di Francesco Carla 




Alla fine di agosto tutta 
la Rete si è riempita, con 
il solito effetto in tempo 
reale che me la fa tanto 
cara, di dispacci a propo¬ 
sito di una notizia strana 
e insieme incredibile: 
Lord British, protagonista 
indiscusso della mega¬ 
saga di Ultima, era stato 
appena assassinato (seb¬ 
bene fosse ritenuto 
immortale) da uno dei più 
di 100.000 betatester di 
Ultima Online, la versio¬ 
ne online di Ultima che 
da molti è considerata il 
vero potenziale mezzo di 
decollo dei sistemi di 
gioco via Internet che 
stanno languendo un po' 
nella difficile fase del 


pionierismo. 
L'avvenimento è stato 
immortalato da un captu- 
re screen di passaggio e 
qui ve ne offro un'imma¬ 
gine. 

A parte la brutale 
aggressione al povero 
Lord British, la faccenda 
mi fa venire una serie di 
riflessioni sul futuro del 
gioco interattivo che vor¬ 
rei dividere con voi. 

Che giocare in Rete sia 
la nuova vera frontiera 
del software interattivo è 
convinzione assai diffusa. 
Gli investimenti ci sono e 
i luoghi dove si gioca già 
così, moltissimi: Engagé, 
TEN, Mpath e tantissimi 
altri. Ma ci sono anche 


una bella 
serie di 
problemi e 
il killerag- 
10 di Lord 
ritish ne 
ha eviden¬ 
ziato uno 
molto sot¬ 
tovalutato: 
se il gioco 
è davvero 
interattivo 
e coinvolge 
cosi tante 
persone 
contempo¬ 
raneamen¬ 
te come nel caso di 
Ultima Online www.ulti- 
m apnline.com (anche 
5000 nello stesso 


momento...), come si fa 
ad evitare che succedano 
cose per nulla previste 
da chi ha progettato il 


Internet People Di Giulia Mei (http://www.mciinK.it/personai/MC39Zbj 


Questo mese, dopo molti personaggi stranieri e soprattutto americani, volevo assolutamente trovare qualcuno che abitasse 
nello Stivale e che fosse di sesso femminile. Per sfatare in un colpo solo due miti: che Internet sia roba da americani, e comun¬ 
que non da italiani, e che, in ogni caso, non sia roba da donne. Giulia Mei è italiana, donna e pure simpatica. Buona lettura. 


"La mia scoperta di Internet è avvenuta in modo decisamente 
casuale, anche se è stata la inevitabile conseguenza dell'ambiente 
in cui sono “cresciuta" a livello dì conoscenze tecnico-informatiche. 

Il computer è stato per me un nemico inawicinabile fino a circa 
tre anni fa. allorquando mi trovavo in netta difficoltà soltanto all'idea 
di avviarlo. 

Soprattutto per necessità, essendo inserita nel campo dell'inge¬ 
gneria elettronica e delle telecomunicazioni, ho dovuto avvicinarmi 
a questo strano apparecchio, cercando di impadronirmi giorno dopo 
giorno dei suoi segreti e delle sue possibilità lottando con tutte le 
mie forze contro un cervello non "umano" e quindi spesso prevedi¬ 
bile ma estremamente freddo. 

Ad essere sincera non saprei ancora dire chi l'ha avuta vinta, mi 
capita ancora spesso di soccombere di fronte a crash imprevisti del 
disco rigido o di dovermi arrendere ai momenti di ribellione dì 
Windows’95, circostanze favorite anche dalla mia estrema curiosità 
verso le "interiora" di questa macchina. 

Credo sia ormai chiaro che il computer è diventato oggi parte 
integrante della mia vita, l'odio si è trasformato in amore e con l'av¬ 
vento di Internet la mia esistenza è quasi cambiata. 

Il mio approccio con la rete è avvenuto in maniera del tutto 
casuale, mi è capitato di leggere delle riviste specializzate, dei testi 
sull'argomento e infine di sperimentare direttamente il collegamen¬ 
to alla B8S a cui ora sono abbonata, e l'esplorazione del Web. 

Il mio primo contatto con Internet è avvenuto a marzo di due 
anni fa, e la mia reazione è stata inizialmente di stupore e smarri¬ 
mento per la vastità delle fonti accessibili e soprattutto la sempli¬ 
cità di interazione tra i navigatori. 

Non ho mai creduto che i Netsurfer costituissero una grande 


famiglia, e che potesse esistere un livello di collaborazione e aper¬ 
tura cosi elevato. 

Dopo quell'esperienza ho deciso che. assieme al computer, avrei 
acquistato un modem e che mi sarei immediatamente abbonata ad 
un provider, ma questo non mi bastava, di solito io non accetto 
quasi mai il prodotto "a scatola chiusa", mi piace capire come fun¬ 
zionano le cose, che cosa si nasconde dietro a quello che vediamo 
sul monitor o ricerchiamo in rete con un browser 

Ho quindi cominciato ad interessarmi al Web oltre che dal punto 
di vista tecnico, quindi della teoria dei protocolli di trasmissione e 
della struttura della rete, anche dal punto di vista grafico-realizzati- 
vo, imparando il linguaggio HTML per la realizzazione delle pagine 
Web e potendo così vedere in rete le mie creazioni, soprattutto il 
mio tributo al ricordo del grande Ayrton Senna. 

Della realizzazione di pagine Web ne ho fatto ora parte della mia 
attività lavorativa. 

I siti che visito con più frequenza sono quello della NASA 
llhttpy/www.nasa.qovl e dell'ESA thttp://www.esrin.esajT7l mentre 
quello che giudico uno dei più belli come grafica è il sito della 
Ferrari |lhttp://www.terrari.iTTl 

L'aspetto che però vorrei sottolineare con maggiore enfasi resta 
quello "umano" legato alla mia esperienza in Internet, e soprattutto 
la "vita di BBS”, 

Mi parve molto strano la prima volta che entrai In un "chat”, il 
modo di fare così amichevole di persone che in fondo non si sono 
mai incontrate e che sembrano invece sviluppare una confidenza 
ed una sincerità proprie di solito di un'amicizia decennale. 

Non ci credevo, mi pareva un gioco, ed invece ho trovato molti 
amici, persone con gli stessi interessi e con molta voglia di comuni- 


204 


MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997 



















gioco? Quando dico cose, 
voglio dire cose che 
fanno finire il gioco stes¬ 
so, tipo l'omicidio del 
signore di Ultima. 

Affascinante vero? 
Credo di si. Anzi sono 
quasi certo di una cosa: 
questo sarà il vero scopo 
dei prossimi game online 
della nuova generazione: 
dare ai giocatori un 
mondo (simulato) e 
lasciare che se lo governi¬ 
no da soli. Più o meno 
come accade in quello 
nostro di tutti i giorni. 

Saranno sempre sul 
punto di distruggerlo, 
forse, ma troveranno 
anche il modo per conser¬ 
varlo. Spero. 


» ✓ 



Titolo: Daikatana 
Autore: John Romero IION 
Storm Usa) 

Editore: Eidos Uk 
Format: Pc Cdrom 
Giud: ++++ 1/2 

E' assolutamente normale 
che quando un "genio" 


come Rome¬ 
ro, co-autore 
con Carnack di 
3 dei massimi 
successi degli 
ultimi 3 anni e 
cioè Wolfen- 
stem, Doom e 
Quake, decide 
di andarsene 
per la sua stra¬ 
da, è nella 
natura delle 
cose che il 
suo progetto 
successivo 
attiri l’attenzio¬ 
ne di tutti gli 
appassionati 
più di qualun¬ 
que altro titolo 
in uscita E’ 
questo il caso 
di Daikatana. 

Romero e 
soci alla Id 
Software non 
inventarono 
soltanto un 
nuovo motore 
e un nuovo 
stile di video¬ 
game per il Pc 
(anzi è assai 
discutibile che 
abbiano fatto questo visto 
che System Shock e 
Underworld di Lookmg Glass 
sono assai precedenti a 
Wolfenstem...); i ragazzi 
texani ebbero soprattutto il 
coraggio di sfruttare la 
nascente Rete e il naturale 
network degli appassionati 
per lanciare in grande stile il 
concetto e la distribuzione 
shareware che proprio con 
Wolfenstein si dimostrò 
assai redditizia soprattutto in 
una cosa: la pubblicità, la 
comunicazione. Cosi non 
può sorprendere che 
Romero stia usando in modo 
intensivo la Rete per svilup¬ 
pare incandescenti voci 
attorno alla sua prima creatu¬ 
ra lontano dalla Id e cioè 
Daikatana. Lo sta facendo in 


•{•(disastro). ++ (non simulare). 
-H- (interagire con cautela), 
-H--H- ida simulare) 4-H-++ 
(interagisci o muonl 


tutti i modi possibili apren¬ 
do un sito ad hoc 
I .v’.y.Y ii.Hir a lana itomi che 
segue passo passo lo svilup¬ 
po del titolo (più o meno); 
facendo volontariamente 
trapelare voci e commenti 
non autorizzati dalla ION 
Storm (il nome della sua 
nuova casa di produzione); e 
soprattutto in un modo ine¬ 
dito e intelligente: negando 
demo e addirittura immagini 
(i pochi screen disponibili li 
vedete in queste pagine), 
Insomma tutto pur di rende¬ 
re l'attesa di Daikatana palpi¬ 
tante e ansiosa come furono 
quelle di Doom e soprattut¬ 
to di Quake. 

A proposito di Quake, la 
prima cosa che devo ricor¬ 
darmi di dire è che 
Daikatana usa il motore 3d 
proprio di Quake. Per que¬ 
sto difficilmente vedremo 
novità rivoluzionarie almeno 
dal punto di vista stretta- 
mente tecnico-visivo Ma le 
novità ci sono e dipendono 


care, anche se. come in tutto, non mancano i casi limite e cioè indi¬ 
vidui con grossi problemi di socializzazione che, facendosi scudo 
del monitor, costruiscono un personaggio inesistente e vivono delle 
situazioni ai confini della realtà 

Con i miei "amici telematici" ci incontriamo spesso e consideria¬ 
mo il chat come un punto di incontro “comune" che sostituisce la 
telefonata a due. una pausa per scambiare due chiacchiere nell'in¬ 
tervallo del pranzo o dopo cena. 

Su questa base sono nate molte iniziative che hanno sfruttato il 
mezzo telematico con la funzione, insostituibile, di poter riunire 
nello stesso luogo "virtuale" persone che si trovano a distanza fisi¬ 
ca notevole 

10 personalmente ho partec ipato alle Commedie Chat 
Khnp;//www.mclink-it/mclinkAeatro)| realizzate su MC-lmk. durante 
le quali ciascun "attore" non aveva un copione stabilito, ma improv¬ 
visava sulla base del "canovaccio" fornito dalla regista regolandosi 
sulle battute degli altri attori. 

11 risultato è stato decisamente interessante, sono nate delle 
vere e proprie storie dall'idea di una decina di persone che digitava¬ 
no quello che gli veniva in mente sul momento, senza porsi limiti di 
timidezza o di pronuncia. 

Un'altra esperienza divertente è stata la Caccia al Tesoro 
Telematica, sempre ospitata da MC-link (http://www.mclink it/n/cac- 
cia), che metteva in competizione squadre composte da concorren¬ 
ti abbonati di qualsiasi città chiamati a risolvere i quesiti proposti 
nelle varie tappe per trovare il tesoro. 

Le edizioni sono state finora 4, ed io ho partecipato come con¬ 
corrente caposquadra a tre di queste, vincendo la terza, ho poi deci¬ 
so di passare dalla parte dell'organizzazione per soddisfare la mia 
sete di curiosità e rendermi conto di come funzionavano le cose 

La quarta edizione, della quale ho realizzato la parte di gara sul 
Web )http.//www.mclmk.it/n/caccia/cdo4/tappe/tapU1/start ntml| e 
stata completamente innovativa ed ha assunto le dimensioni di un 
vero e proprio gioco di avventura. 

Molto ancora potrei raccontare su quanto Internet abbia accre¬ 
sciuto le mie conoscenze e la mia bolletta telefonica! ”, 


MCmicrocomputer n, 177 - ottobre 1997 


205 

















lune dalla creatività di 
Ramerò e dei suoi collabora¬ 
tori alla ION e questo nel 
tentativo di seguire il nuovo 
trend del videogame: ne 
uccide più la creatività che la 
tecnica. Assioma inaugurato 
da Myst che e stato in grado 
di svettare (è tuttora II) nelle 
classifiche di vendita per 4 
anni, cosa inaudita nella sto¬ 
ria del velocissimo mercato 
dei game. 

Insomma il tentativo di 
Romero con Daikatana è 
quello di mettere avanti a 
tutto la narrazione e l'intrigo. 
Vediamo insieme come. 

Daikatana (il nome è cen¬ 
trato di sicuro e di una sola 
parola come nella tradizione 
di Doom e Quake...) è un 
ibrido di azione e rpg (rpg 
significa role playing game, 
ma dovreste saperlo. ) ed è 
centrato su 4 periodi storici 
e temporali diversi: l'antica 
Grecia, il Medioevo, San 
Francisco post-apocalisse 
nucleare (2030 circa) e un 
mondo futuristico e compu¬ 
terizzato (2455). Ogni perio¬ 
do ha le sue caratteristiche 
definite: armi, nemici, arte, 
musica, effetti sonori, con 
una sene diversa di espe¬ 
rienza di gioco e di scoperte 
avventurose durante il 
game. L'altra innovazione 
importante, eclettica rispet¬ 
to alla tradizione dei game 
d'azione in prima persona, è 
che Daikatana è un game 
basato sulla cooperazione 
fra 3 diversi elementi di un 
team Schierati ai nostri lati, 
i fratelli digitali aggiungeran¬ 
no molti elementi di strate¬ 
gia e gestione alla nostra 
avventura nel tempo 

I personaggi di Daikatana 
svilupperanno, come in ogni 
rpg che si rispetti, una serie 
di skill e di abilità speciali, 
durante l'avventura e pro¬ 
prio grazie agli eventi della 
medesima I 5 skill chiave 
sono velocità, ricarica delle 
armi, hit point, salto e arse¬ 
nale a disposizione. Sono 
tutti numerati in una scala 
da uno a dieci e man mano 
che la scala sale i personag¬ 
gi cambiano anche aspetto 
fisico Ma a parte tutto que¬ 
sto Daikatana è un game in 
prima persona alla Quake, 
con un bellissimo nome che 
allude alla spada dei samurai 


che veniva usata, in varie 
versioni, nelle arti marziali 
giapponesi e che qui è il 
deus ex machina e focus 
numero uno del game. Un 
bellissimo game con straor¬ 
dinarie texture e innovativi 
giochi di luce e splendidi 
ambienti che usano sistemi 
di sviluppo grafici interni 
della ION Storm di Romero 
e che quindi non potrete 
vedere in nessun altro 
gioco. 

Ma la cosa più interessan¬ 
te di questo titolo, molte 
volte annunciata e mai effet¬ 
tivamente realizzata in un 
videogame o almeno non In 
queste proporzioni, è che 
I ambiente è modificabile 
dall’azione del giocatore Per 
esempio: in un livello ho 
sparato ad un'insegna al 
neon e quando, in conse¬ 
guenza del mio tiro, l'inse¬ 
gna è caduta al suolo e ha 
preso a bruciare, ha creato 
un'apertura nel terreno. In 
cui è possibile entrare e 
continuare il gioco per quella 
via. Intuizione gemale 


i / 



Titolo: Riverì 
Autore: Cyan Usa 
Editore Red Orb Usa 
Format Pc & Mac 
Giud: -i-i-r-i- 1/2 

Myst ha molti meriti nella 
stona dei videogame. Il più 
grande di tutti è quello di 
aver rivelato al mondo che 
non è sempre necessario 
avere il motore 3d più 
potente del mondo per pro¬ 
durre un capolavoro. Anzi E 
adesso con Riven, il seguito 
di Myst, provano a riaffer¬ 
marlo 



Riven e un'antica parola 
inglese che significa divide¬ 
re, anzi, ancora meglio, è la 
traduzione inglese di una 
parola che gli indigeni D'ni 
usano per dare un nome al 
proprio paese. Insomma 
trattasi di un arcipelago da 
qualche parte in un mare 
lontano e desiderabile 
Fonte di tutti gli esoterismi 
e gli esotismi e che in qual¬ 
che modo, come Myst, mi 
ricordano tutte le volte 
Corto Maltese e le sue 
Ballate del mare salato Un 
viaggio per il quale non si 
vede l'ora di partire. 

I fratelli Miller sono sem¬ 
pre gli autori di questo 
nuovo viaggio, due america¬ 
ni che, strano a dirsi, hanno 
a cuore piu lo spirito che la 
materia lo direi che Myst 
può essere visto anche 
cosi: il primo viaggio interat¬ 
tivo spirituale che abbiamo 
mai fatto. E devono essere 
anche lettori di Umberto 
Eco se gli viene in mente di 
dichiarare, come fa Rand: 
"Siamo solo traduttori di 
vecchie carte D'ni, un popo¬ 
lo vivo e reale che esiste 
davvero da qualche parte 
sulla sua isola Myst" 

Riven, infatti, è giusto una 
continuazione di Myst "Dal 
nostro punto di vista - dice 
Rand - la fine di Myst era 
un buon punto per smette¬ 
re, ma a dire la verità erava¬ 
mo si e no a metà della sto¬ 
na che avevamo in mente di 



racconta¬ 
re". 

Insomma 
Riven è la 
seconda 
parte della 
storia 
l'avventu¬ 
ra comin¬ 
cia nella 
stanza 
finale di 
Myst, 
completa 
con la gra¬ 
fica originale di Myst (fanta¬ 
stico che sia rimasta di cosi 
straordinario valore quell'im¬ 
magine anche se meno det¬ 
tagliata di quella possibile 
oggi). Del resto non è asso¬ 
lutamente necessario esse¬ 
re stati nel mondo di Myst 
per imbeversi di quello di 
Riven Un manuale di 
marketing, ma anche di nar¬ 
razione, non potrebbe sug¬ 
gerire di meglio. I Miller 
sono diventati assai famosi 
anche fuori della cerchia 
degli appassionati di game 
(e questo succede molto di 
rado) E questo anche gra¬ 
zie ad una serie di libri che 
sono stati pubblicati e che 
sono basati su Myst e sul 
suo universo fantastico. 

Ma qual è la stona dietro 
a Riven e a Myst? Un'antica 
civiltà conosciuta come 
D'ni, vive in un universo 
parallelo alla Terra Un D'ni 
può viaggiare di realm 
(reame o qualcosa di simile) 
in realm semplicemente 
scrivendo un libro che 
descrive il nuovo universo e 
teletrasportando lì il lettore. 
Non creano universi, li 
descrivono. 

Sfortunatamente Gehn, 
un narratore D’ni un po' 
distratto, si sente un dio 
dell'universo che ha descrit¬ 
to e combina un mucchio di 
guai. Guai in cui viene coin¬ 
volto anche Atrus, perso¬ 
naggio principale di Myst e 
la sua progenie. Atrus è in 



206 


MCmicrocomputer n, 177 - ottobre 1997 







realtà figlio di Gehn. 
Insomma un guazzabuglio 
E soprattutto, la chiave vin¬ 
cente di Myst e probabil¬ 
mente di Riven che l'ha ere¬ 
ditata. la sensazione di tro¬ 
varsi al centro di un piccolo 
cosmo rinchiuso in un 
immenso universo Di esse¬ 
re, in piccolo, in piccolissi¬ 
mo, attori di un grande 
piano. Insomma, un po' 
come vivere. 

Ed ecco Riven Alla fine di 
Myst abbiamo (quelli di voi 
che ci sono arrivati) incon¬ 
trato Atrus che ci ha recluta¬ 
ti. Nella nuova storia Atrus 
(che sta andando soggetto, 
come nella tragedia greca 
che insegna che le colpe 
dei padri ricadono sui figli, a 
turbe divinatorie divine...) ci 
parla di Riven, una terra 
dove suo padre Gehn è 
stato abbandonato senza via 
di fuga alcuna e per la bel¬ 
lezza (si fa per dire) di 33 
anni. Anche Catherine, 
moglie di Atrus, potrebbe 
essere intrappolata da qual¬ 
che parte. E Atrus ci incari¬ 
ca di rintracciarla fornendoci 
una guida per andare a 
Riven e uno strano oggetto 
che ci garantisce essere di 
grande importanza se trovia¬ 
mo Gehn cui è sempre con¬ 
sigliabile non dare fiducia 
Lui stesso, Atrus, ci rag¬ 
giungerà appena localizzia¬ 
mo Catherine. 

A questo punto comincia 
la nostra esplorazione di 
Riven che, al contrario di 
Myst, è popolata di strane 
creature, abitanti e oggetti 
(anche se quel senso di 
silenzio e desolazione di 
Myst era grande parte del 
suo fascino). Riven, scopri¬ 
remo, è situata su 5 isolotti 
che sono piu o meno tutti 
esplorabili. E moltissime 
semi-storie si nascondono 
nei frequentissimi incontri e 
nelle investigazioni che pos¬ 
siamo fare a Riven. "Quello 
che m'interessa davvero - 
dice ancora Randy Miller - è 
raccontare una storia con 
questo mezzo E comincio 
solo adesso a capire come 
posso farlo. Nel mondo di 
oggi è difficile trovare un 
luogo dove andarsene in 
giro, esplorare, capire e 
vivere sentendosi felici. 
Riven è quel luogo". 


dalla nostra 
stessa stra¬ 
tegia e dal 
modo in cui 
ci aggirere¬ 
mo per que¬ 
sto universo 
il risultato nel 
combattere 
le altre due 
specie. 

Le specie 
sono i 
Terrans, una 
razza uma¬ 
noide che 
usa tecnolo¬ 
gie tradizio¬ 
nali; i Protos, 
che usano 
una tecnolo¬ 
gia più mec¬ 
canica (l’os¬ 
sessione per 
le tecnologie 
si vede in 
qualunque 
cosa gli ame¬ 
ricani svilup¬ 
pino in questi 
anni, inclusi i 
game...); infi¬ 




i / 



Titolo: Starcrafl 
Autore . Blizzarci Usa 
Editore: Blizzard/CUC Usa 
Format: Pc 
Giud: ++++ 

La Blizzard e i suoi autori 
è stata protagonista, in 
pochissimi anni, di una irre¬ 
sistibile ascesa nel mondo 
dei videogame rpg. E sicco¬ 
me nel frattempo gli rpg 
sono diventati uno dei gene¬ 
ri di maggior successo, la 
casa americana, con 
Warcraft, Warcraft II e 
Diablo, si è trovata al centro 
di uno dei più grandi boom 
degli ultimi anni, realizzando 
il sogno di molti autori; infila¬ 
re 3 successi uno via l'altro. 

Qualcuno potrebbe obiet¬ 
tare che l'ha fatto standose¬ 
ne sempre al riparo del 
primo Warcraft e sul suo 
mondo riuscito e pieno di 
orchi e gnomi. Insomma del 
fantasy che ha reso tanto 
felice un novero gigantesco 
di appassionati. E cosi ecco 
che arriva Starcraft, balzo 
nell'iperspazio delle astrona¬ 
vi, regno di Masters of 
Orion. 

Ovviamente alla Blizzard 
non si sono bevuti il cervelli¬ 
no digitale e così non hanno 
mollato il confortevole 
ambiente di Warcraft e il 
miracoloso equilibrio dell'in¬ 
terfaccia che avevano sapu¬ 
to mettere assieme. Ma non 
si può nemmeno dire che 
Starcraft, a dispetto del 
nome che ha un sano senso 
di marketing vista la pletora 
di game del genere che 
stanno prorompendo sugli 
scaffali dei computershop, 
sia un Warcraft nello spazio. 
In Starcraft il focus da tene¬ 
re d'occhio è la distinzione 
tra le specie aliene e la loro 
diversa esistenza. 

Dipenderà dalla specie che 
sceglieremo per giocare, 


ne gli Zurg, dotati di tecnolo¬ 
gie interamente biologiche e 
naturali. Come nell'antico 
gioco della Morra, le tre tec¬ 
nologie e quindi le tre spe¬ 
cie sono avvantaggiate in un 
caso e svantaggiate in un 
altro nella lotta contro le 
altre specie. In un bilancia¬ 
mento efficiente e intelli¬ 
gente che è molta parte del 
fascino di Starcraft. 

Il resto è assolutamente 
mutuato da Warcraft con i 
prevedibili aggiustamenti 


delle migliorate tecnologie 
digitali: stessa interfaccia 
con il mouse; stesso motore 
grafico con qualche migliora¬ 
mento visivo e più enfasi sul 
rendering; e il Battle.net ser¬ 
ver che ha avuto così tanta 
importanza nel successo di 
Diablo e degli altri game 
multiplayer di Blizzard. 

Per me poi, che notoria¬ 
mente non vado pazzo per il 
fantasy, le stelle e i loro oriz¬ 
zonti infiniti suonano musica 
che è arduo non ascoltare. 


MCmicrocomputer n, 177 - ottobre 1997 


207 











I GIOCHI PIU' ATTESI del 1997/98 

(prima parte) 


Ottobre mi pare il mese 
ideale per fare un po' d'ordi¬ 
ne nell'incredibile numero di 
nuove uscite, molte interes¬ 
santi sul serio, previste nei 
prossimi mesi da qui a gen¬ 
naio. Ho pensato che avre¬ 
ste gradito un riepilogo per 
evitare di perdervi qualcosa 
di importante, anche se 
sapete meglio di me che 
non sempre le date di usci¬ 
ta previste e garantite ven¬ 
gono poi rispettate davvero. 

Qui di seguito troverete i 
titoli più importanti, di vari 
generi, con uscita prevista 
in ottobre e novembre. Nel 
prossimo numero dì 
Playworld quelli relativi a 
dicembre e gennaio. 

Potete chiedermi, come 
già moltissimi di voi fanno 
regolarmente, che fine 
hanno fatto titoli di cui non 
si sa piu nulla oppure qua¬ 
lunque altra info rmazione a 
|f.carla(a)simul.itl Corro. 


Rebellion 



Publisher: LucasArts 
Developer Coolhand 
Interactive 

L'attesissimo rpg ambienta¬ 


to nel mondo di Guerre 
Stellari. Il primo game che 
George Lucas abbia accet¬ 
tato di non realizzare In casa 
(opera dì Coolhand). 


Jedi Knight 



Publisher: LucasArts 
Developer: LucasArts 
Il seguito di Dark Forces, 
celebrato Doom-clone della 
fabbrica di Guerre Stellari. 

War Ine. 

Publisher Interactive Magic 
Developer: Optic 
Guerra autoprodotta e 
customizzata in questo tito¬ 
lo realizzato dalla nuova 
casa del fondatore della 
Microprose. 


Warlords III 



Publisher: Broderbund 
Developer: Strategie 
Studies Group 
Gli australiani della SSG che 
molti appassionati conside¬ 


rano i migliori in questo 
genere di game strategici, 
ritornano con la terza parte 
di una lunga serie. 


Black Dahlia 



Publisher: Take 2 Interactive 
Developer: Take 2 
Interactive 

La Take 2 ha messo a 
segno una serie di buoni 
titoli nel passato, ma mai un 
vero successo. Ci riprova 
con questa avventura 
ambientata negli anni '40 e 
vicina alle atmosfere di 
Hammet e Chandler. 

CyberStorm 2: Corp Wars 

Publisher: Sierra On-Line 
Developer: Dynamix 
Uno dei titoli da tenere 
d'occhio per gli appassionati 
dei Robottoni alla Me- 
chwarriors. 

Dark Colony 

Publisher SSI 
Developer: Gametek 
Questo della SSI, una delle 
più antiche case di produ¬ 
zione americane con decine 
di titoli al suo attivo, è uno- 
dei candidati più seri al tito¬ 
lo di miglior rpg in tempo 
reale del 1997/8. 


Dark Reign 



Publisher: Activision 
Developer: Activision 
L'Activisìon fa grande affida¬ 
mento su Dark Reign per 
raggiungere le vette della 
classifica di vendite. La sto¬ 
rica casa americana, secon¬ 
da casa di produzione di 


videogiochi in senso crono¬ 
logico dopo l'Atari, non ha 
ancora avuto un buon titolo 
in questo genere di game. 

Flight Unlimited 2 

Publisher: Looking Glass 
Technologies 
Developer Looking Glass 
Technologies 

Dopo il grande successo di 
Flight Unlimited, la Looking 
Glass ha lavorato durissimo 
per rendere questo sequel 
in grado di competere con 
Flight Simulator della 
Microsoft. Ci sono riusciti 
proprio bene. 

Flight Simulator 98 

Publisher: Microsoft 
Developer: Microsoft 
Forse il titolo più atteso in 
assoluto La prima versione 
di FS che usa il force feed¬ 
back (cioè i joystick che ti 
fanno sentire sotto la mano 
l'effetto delle tue manovre), 
e le Direct 3d Un successo 
annunciato. 

Pro Pilot 

Publisher: Sierra On-Line 
Developer: Dynamix 
Per imparare a volare e 
simulare di farlo. Il terzo 
concorrente al trono di 
simulatore di volo dell'anno 
almeno nel genere "civile" 

Hexen II 

Publisher: Activision 
Developer: Raven Software 
Dopo essersi beccati una 
trentina di miliardi per ven¬ 
dere la Raven alla Ac- 
tivision, questi fortunati 
autori americani escono con 
il seguito del loro action¬ 
magico più famoso. 


Outpost 2 



Publisher: Sierra On-Line 
Developer: Dynamix 
Il seguito (quanti seguiti ci 
sono in giro, ma è normale 
nel mondo del software...) di 
Outpost, uno dei re della stra¬ 
tegia e conquista spaziale. 

Red Baron II 

Publisher: Sierra On-Line 


208 


MCmicrocomputer n, 177 - ottobre 1997 














Developer: Dynamix 
Dopo mollissimi anni ritor¬ 
nano le avventure di volo 
del Barone Rosso della 
Dynamix. Una delle non 
moltissime avventure stori¬ 
che della simulazione di 
volo su Pc. 


Sid Meiers Gettysburg 



Publisher EA 
Developer: Firaxis 
Dall'autore di Civilization, 
Meier è da 15 anni e più 
nella top 10 dei grandi auto¬ 
ri del videogame, il suo 
punto di vista sulla più 


famosa e sanguinosa delle 
battaglie della Guerra Civile 
Americana. 

Starcraft 

Publisher: Blizzard 
Developer: Blizzard 
Le idee della Blizzard sulla 
conquista dello spazio e din¬ 
torni, 


Unreal 



Publisher: GT Interactive 
Developer: Epic 
Megagames 

Uno dei concorrenti di 
Quake II al titolo di miglior 
game action dell'anno. 


Broken Sword: 

The Smoking Mirror 

Publisher Virgin Interactive 
Developer: Revolution 
La serie di Broken Sword ha 
detto alcune delle pochissi¬ 
me cose nuove nel genere 
delle adventure interattivea 
cartoni. Qui ritornano con le 
peripezie di George e Nico 
e lo specchio fumante. 

F-22 Air Dominance 
Fighter 

Developer Digital Image 
Design 

Il seguito di EF2000, l'unico 
simulatore di volo europeo 
in grado di competere con 
la concorrenza americana. 

Lands of Lore: Guardians 
of Destiny 

Publisher- Virgin Interactive 
Entertainment 
Developer: Westwood Studios 
C'hanno messo un numero 
imprecisato di anni e cosi 


l'attesa si è fatta spasmodi¬ 
ca sul serio. Insomma trat¬ 
tasi del seguito di Lands of 
Lore, il dungeons etc. della 
Westwood di Las Vegas 

Populous: The Third 
Corning 

Publisher: Electronic Arts 
Developer: Bullfrog 
La terza puntata di Popu¬ 
lous, un vero must per tutti 
gli autentici appassionati 

Riven: The Sequel to Myst 

Publisher. Broderbund 
Developer: Cyan 
Dopo Myst c'è Riven. 

SimCity 3000 

Publisher: Maxis 
Developer: Maxis 
Tutti i sindaci del mondo 
sono in pericolo un’altra 
volta, visto che sta arrivan¬ 
do la nuova versione del 
simulatore amministrativo 
più famoso del mondo. 


Eccovi la Top 20 USA (vere vendite non stime né sondaggi e con il prezzo di vendita americano), la Top 10 estratta dalla 
Top 100 di Internet e relativo mio commento. Infine la Top 10 most downloads con i 10 game più scaricati dalla Rete. 

Buona lettura 

TOP 20 PC GAMES: i più venduti nei negozi USA 

i 

1 

Myst (CD Win) 

Broderbund 

$20 

2 

2 

Diablo (CD Win95) 

Blizzard 

$45 

3 

19 

Dungeon Keeper (CD Win) 

Electronic Arts 

$45 

4 

* 

Links LS 1998 (CD Win95) 

Access 

$39 

5 

6 

Microsoft Flight Simulator (CD DOS,CEWin95) 

Microsoft 

$45 

6 

* 

X-Com: Apocalypse (CD Win 95) 

MicroProse 

$50 

7 

5 

Monopoly Game CD-ROM (CD Win) 

Hasbro Interactive 

$31 

8 

4 

Command & Conquer Red Alert(CD DOS/Win95) 

Virgin 

$48 

9 

3 

X-Wing vs Tie Fighter (CD Win95) 

LucasArts 

$47 

10 

* 

Warcraft Battle Chest (CD MS-DOS) 

Davidson 

$50 

11 

9 

Need For Speed II (CD Win95) 

Electronic Arts 

$45 

12 

18 

Barbie Fashion Designer (CD Win) 

Mattel 

$38 

13 

15 

Tomb Raider (CD Win) 

Eidos 

$37 

14 

8 

Command & Conquer Counterstrike (CEWin95) 

Virgin 

$21 

15 

11 

Microsoft Return of Arcade (Win 95) 

Microsoft 

$29 

16 

7 

NASCAR II (CD Win95) 

Sierra On-Line 

$46 

17 

13 

Redneck Rampage (CD MS-DOS) 

Interplay 

$43 

18 

12 

Quake (CD MS-DOS) 

GT Interactive 

$49 

19 

★ 

Escape From DeVil Manor (CD Win95/Win) 

Disney 

$34 

20 

16 

Lords of thè Realm 2 (CD Win95/Win) 

Sierra On-Line 

$47 


MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997 


209 






Commento alla Top 100 di Francesco Carlà 


(la top 100 completa la trovate su litto://www.worl 




3 


1 

2" 

33 Diablo (W) 

Blizzard RP 

1 

[2154] 

2 

1 

8 Dungeon Keeper 

Bullfrog/Electronic Arts RP 

1 

[2322] 

3 

3 

40 Heroes of Might & Magic 2/add-on 

New World/3DO ST 

2 

[2091] 

4 

4 

39 Command & Conquer .'Counterstrike (Red Alerti 

Westwood WS 

1 

[2101] 

5 

5 

77 Civilization 2 (W) 

MicroProse ST 

1 

[1879] 

6 

7 A 

4 X-Com 3 (Apocalypse)(!) 

Mythos/MicroProse ST 

6 

[2351] 

7 

6 

56 Quake/add-o 

Id/GT SH ‘ 

1 

[1999] 

8 

8 

90 Warcraft 2/add-on (Tides of Darkness) 

Blizzard WG 

2 

[1817] 

9 

9 

39 Master of Orion 2 (Battle at Antares) 

MicroProse ST 

3 

[2095] 

10 

10 

9 Carmageddon (M) 

Stainless/SCI/Interplay RA 

10 

[2310] 


Praticamente nulla o quasi da segnalare questo mese, visto che la classifica riflette ancora il periodo estivo un po' sta¬ 
gnante come tradizione. Credo che l'unica cosa che mi viene in mente di farvi notare possa essere il perdurante succes¬ 
so di Carmageddon, cnticatissimo (e in Italia perfino denunciato) videogioco inglese in cui dovete spiattellare più passan¬ 
ti che potete, lo lo trovo più che criticabile idiota. E purtroppo molto venduto visto che si è sistemato al decimo posto. Il 
vero rischio qui è che nasca un trend e che molte altre case si mettano ad immaginarsi scemenze simili credendo di 
poter riscuotere un successo analogo. 

Per il resto c’è X-com Apocalypse. la terza puntata della saga degli alieni e delle spie, che è già al sesto posto dopo 
appena 4 settimane dall'entrata in classifica, sintomo che X-com può contare ormai su un nucleo sostanzioso di aficiona- 
dos e che quindi può essere ormai considerata una serie consolidata come Warcraft o Command & Conquer. 

Credo che le vere novità e i veri rivolgimenti in classifica si cominceranno a vedere già il prossimo mese con l'uscita di 
tante delle attese novità autunnali. Intanto Dungeon Keeper. l’ultima creatura di Molineux alla Bullfrog (se ne 6 andato 
dopo più di dieci anni e con un sacco di dollari in tasca per fondare la sua casa di produzione, Lyonhead Studiosi, lascia 
di nuovo il numero uno a Diablo di Blizzard, vero trionfatore di questo scorcio di 1997. 

Ci vediamo a novembre 


Top 10 Most Downloads 

(i 10 demos e sharegames più scaricati dalla Rete) 


1 

1 

60 

Ancient Domains of Mystery 

Thomas Biskup RP 

1 

[1976] 

2 

2 

62 

SubSpace (W) 

Virgin AC 

1 

[1955] 

3 

3 

78 

Quake 

Id SH 

1 

[1876] 

4 

4 

34 

Furcadia 

Dragon's Eye RP 

3 

[2141] 

5 

7* 

113 

VGA Planets/WinPlan 

Tim Wisseman ST 

2 

[16511 

6 

5 

22 

Carmageddon (M) 

Stainless/SCI/Interplay RA 

4 

[2217] 

7 

6 

15 

X-Com 3 (Apocalypse) 

Mythos/MicroProse ST 

6 

[2266] 

8 

11 A 

82 

Duke Nukem 3D 

3D Realms/GT SH 

1 

[1863] 

9 

12 A 

16 

Exile 3 (Ruined World) 

Spiderweb RP 

8 

[2251] 

10 

10 

14 

Shadow Warrior (M) 

3D Realms/GT SH 

5 

[2272] 


210 


MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997 













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Intelligiochi 


L 



ai v.orraao oiustozzi 


Internet batte il DES 

Internet è il vero Multivac di Asimov: un supercomputer ultraparallelo esteso a 
tutto il globo, attivo tutto il giorno e tutti i giorni, costituito da decine di migliaia 
(potenzialmente milioni) di nodi indipendenti ma cooperanti. Quando anche una 
minima frazione dei computer connessi alla Rete donano ad una causa comune 
i propri cicli inutilizzati di CPU il risultato è lo sviluppo di una potenza di calcolo 
mai vista sulla Terra. Questa potenza, impiegata in un grande sforzo congiunto 
analogo a quello della GIMPS, ha infine avuto la meglio del venerabile DES, il 
cifrario federale americano lar¬ 
gamente utilizzato in tutto il 
mondo da vent anni. E a propo¬ 
sito di GIMPS è notizia freschis¬ 
sima la scoperta di un ulteriore 
gigantesco primo di Mersenne. 

La potenza del Multivac è ora¬ 
mai inarrestabile... 


«.c, We cracked thè code! 


La notizia già ve l'ho anticipata lo scorso 
mese, nel primo numero raggiungibile a 
causa della pausa estiva: il DES, l’algoritmo 
di cifratura standard americano, è stato for¬ 
zato mediante un "banale" attacco a forza 
bruta operato da alcune migliaia di computer 
coordinati via Internet nel cosiddetto proget¬ 
to DESCHALL Si tratta di un risultato stori¬ 
co, di fondamentale importanza nell'attuale 
dibattito sulle moderne tecniche crittografi- 
che Certo la sua valenza, chiariamolo subito, 
6 essenzialmente teorica: nella pratica non 
significa che il DES vada istantaneamente 
abbandonato o che tutto ciò che nel mondo 
è attualmente cifrato col DES sia irrimediabil¬ 
mente compromesso- Anzi, in qualche 
modo il DES esce rafforzato da questa 
prova, nel senso che l'idea e la tecnica che 
lo hanno ispirato si sono rivelate ancora vali¬ 
dissime dopo esattamente vent’anm di ono¬ 
rato servizio, tant'è che l'unico attacco tutto¬ 
ra possibile rimane ancora quello a forza 
bruta Ma proprio qui sta il punto: la lunghez¬ 
za della chiave di cifratura del DES, conside¬ 
rata più che sicura nel 1977, è oramai troppo 
insufficiente per resistere ad un motivato 
attacco a forza bruta Lo si sospettava da 
tempo, ma solo ora l'iniziativa DESCHALL lo 
ha dimostrato in maniera certa ed evidente. 
La conclusione dunque non è che il DES in 
sé sia fatto male, tutt'altro; è certo invece 
che per avere una reale sicurezza dei sistemi 


crittografici non bastano più chiavi "corte”, 
considerate sufficienti solo pochi anni fa, ma 
occorrono chiavi lunghe almeno il doppio se 
non ci si vuole crogiolare in un falso senso di 
sicurezza. 

Questo mese vedremo dunque nel detta¬ 
glio come sono andate le cose. Naturalmente 
prima di poter fare la cronaca della "sfida" 
lanciata dalla RSA, cui ha risposto con suc¬ 
cesso l'iniziativa DESCHALL, sarà opportuno 
riprendere brevemente il discorso sin dall'ini¬ 
zio a beneficio di quanti non si trovino a loro 
agio con la materia. Faremo dunque per 
prima cosa un breve passo indietro per rinfre¬ 
scarci la memoria sul DES e la sua struttura 
Maggiori informazioni su di esso, compresa 
la sua storia, si trovano su Intelligiochi del 
gennaio 1994 (MC136) e qui non posso 
ovviamente ripeterle tutte, oggi tuttavia sono 
in grado di aggiungere notizie sul DES che si 
sono rese disponibili alla comunità crittologi- 
ca internazionale solo in tempi assai recenti e 
non sono ancora state diffuse ampiamente 
presso il grosso pubblico. 

Naturalmente nel discorso sarò anche 
costretto ad usare un minimo di terminologia 
tipica della crittografia e qualche concetto 
fondamentale di questa disciplina: chi fosse 
proprio digiuno della materia può utilmente 
andarsi a rileggere le varie serie di articoli 
che in passato ho dedicato all'argomento, 
anche al di fuori di Intelligiochi. 


Il DES, una pietra miliare 

Siamo dunque nel 1977 quando l'ammini¬ 
strazione federale degli Stati Uniti compie un 
atto assolutamente nuovo e fuori dagli sche¬ 
mi precedenti: l'NBS (National Bureau of 
Standards) pubblica come standard tecnico 
un algoritmo di crittografia, raccomandandone 
l'uso neH'Amministrazione per tutti i dati riser¬ 
vati ma non classificati, ed anche per applica¬ 
zioni commerciali. Le motivazioni dietro que¬ 
sta mossa risalgono ad alcuni anni prima, e 
vanno ovviamente viste nell'ottica di poter 
armonizzare ed omogeneizzare in un'unica 
struttura standard tutte le necessità di prote¬ 
zione dei dati che emergevano sia in vari set¬ 
tori della società (banche, aziende ,) che nel¬ 
l'ambito stesso dell'Amministrazione dello 
Stato. Il vasto diffondersi dei computer e delle 
comunicazioni elettroniche, infatti, aveva por¬ 
tato ad una crescente richiesta di sistemi atti 
a mantenere la riservatezza delle informazioni 
memorizzate e trasmesse in forma digitale, 
ma le soluzioni proposte dall'industria non 
godevano tutte delle necessarie garanzie di 
sicurezza ed affidabilità richieste dalla delica¬ 
tezza della materia, oltre ad essere assoluta- 
mente disomogenee come implementazione 
e quindi incompatibili tra loro Uno standard 
federale era dunque quanto di più utile ed 
auspicabile per favorire la crescita del settore 
dell’EDI (Electronic Data Interchange) e delle 


212 


MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997 








Intelligiochi 


transazioni computerizzate. 

Questo standard, maturato in circa tre anni 
di studio a partire da un prodotto originaria¬ 
mente sviluppato dall'IBM e chiamato LUCI- 
FER, si concretizza infine nel gennaio del 1977 
quando viene pubblicato sul FIPS PUB 46 col 
nome di Data Encryption Standard, o piu sem¬ 
plicemente DES. Nato esplicitamente per 
essere implementato efficientemente in 
hardware, ma suscettibile anche di implemen¬ 
tazione in software, il DES si basa su una 
struttura iterativa a blocchi nella quale diverse 
tipologie di trasformazione e permutazione 
operate a livello di bit si alternano e si concate¬ 
nano in modi piuttosto complicati. Ed ecco il 
primo giallo: lo standard descrive m dettaglio 
tutte queste trasformazioni, attuando cosi in 
pieno i dettami del cosiddetto "Principio di 
Kerchoffs" sulla trasparenza dei metodi critto¬ 
grafici. ma non spiega i motivi teorici che 
hanno portato a scegliere ed utilizzare proprio 
quelle particolari trasformazioni e non altre 

Ricordo che il principio enunciato da 
Kerchoffs sul finire del secolo scorso, e che 
da lui prende il nome, afferma che la sicurezza 
di un sistema crittografico deve risiedere per 
intero nelle chiavi di cifratura e non nella 
segretezza del procedimento, il quale deve 
anzi ritenersi di pubblica conoscenza 
Oggigiorno nessun crittologo serio si fidereb¬ 
be a scatola chiusa di un sistema dal funziona¬ 
mento sconosciuto: solo profondi studi teorici 
possono giustificare la bontà o meno di un 
algoritmo di cifratura Ciononostante, le moti¬ 
vazioni di fondo sulle scelte implementative 
del DES rimarranno classificate per molti anni 
dando origine ad una vasta sene di congetture 
relative ad ingerenze più meno profonde della 
NSA (National Security Agency) nella definizio¬ 
ne della struttura del sistema. Si disse tra l'al¬ 
tro che l'NSA, che vi ricordo essere l'ente 
federale americano responsabile della critto¬ 
grafia e della sicurezza nelle comunicazioni, 
aveva inserito a bella posta nell'algoritmo 
delle debolezze ben nascoste che consentiva¬ 
no ai suoi agenti di decrittare con facilità mes¬ 
saggi cifrati col DES. 

Solo assai di recente la verità ha cominciato 
a venire a galla, e credo di essere tra i primi a 
raccontarla su un mezzo di comunicazione 
rivolto al grosso pubblico e non agli addetti ai 
lavori In effetti la stranezza delle trasformazio¬ 
ni impiegate nel DES aveva un senso preciso 
era mirata a rendere l'algoritmo resistente ad 
un tipo di attacco molto potente, del tutto 
nuovo e ancora sconosciuto in quell'epoca 
alla comunità crittologica mondiale. Si tratta di 
quella che oggi viene chiamata crittanalisi dif¬ 
ferenziale, una disciplina riscoperta indipen¬ 
dentemente da Eli Biham e Adi Shamir (que¬ 
st'ultimo è la "S" nella sigla del ben noto 
algoritmo a chiave pubblica RSAI e descritta 
solo agli inizi degli anni '90 Bene, i crittologi 
della IBM assieme a quelli della NSA avevano 
scoperto e studiato questa nuova fenile tecni¬ 
ca crittanalitica durante gli studi sul DES, ma 
le autorità avevano deciso di mantenerla 
segreta perché la sua diffusione avrebbe 
potuto minare la supremazia cnttologica degli 
Stati Uniti e costituire un grave rischio per la 
sicurezza nazionale. Il DES fu cosi reso immu¬ 
ne alla crittanalisi differenziale scegliendo con 
estrema cura le trasformazioni interne, uno 



DATA 

ENCRYPTION 

STANDARD 


CAIEGORr AOP OPERATIONS 
SUBCATEGOR» COMPUTER SECURIt» 


La copertina dei famoso fascicolo FIPS PUB 46 in 
cui, nel gennaio 1977, fu pubblicato il DES 

dei suoi autori ha recentemente confessato 
che per mettere a punto la struttura delle 
cosiddette S-box (per la cui descrizione vi 
rimando al citato MCI36) furono impiegati 
speciali programmi di simulazione che giraro¬ 
no ininterrottamente per mesi e mesi sui piu 
potenti elaboratori di cui all’epoca i laboratori 
IBM disponevano! La descrizione di tali tra¬ 
sformazioni fu ovviamente resa pubblica 
assieme allo standard perché in caso contra¬ 
rio nessuno avrebbe potuto implementare 
davvero l'algoritmo, ma le motivazioni teori¬ 
che sottostanti alla scelta delle 
trasformazioni stesse furono 
mantenute rigorosamente 
segrete perché dalla loro cono¬ 
scenza si sarebbe potuto risali¬ 
re alla teoria della crittanalisi dif¬ 
ferenziale 

Il risultato fu comunque un 
sistema crittografico assai 
robusto e praticamente impe¬ 
netrabile, che ha resistito 
imperturbabile ad un ventennio 
di attacchi di tutti i tipi Altri 
sistemi successivi al DES ed 
apparentemente altrettanto 
robusti sono recentemente 
caduti sotto i micidiali colpi della crittanalisi dif¬ 
ferenziale; nel caso del DES. invece, si è 
dimostrato che questo attacco ha un'efficien¬ 
za praticamente pari a quella della ricerca della 
chiave a forza bruta, il che lo rende in pratica 
del tutto inattuabile. In altre parole ciò signifi¬ 
ca che la crittanalisi differenziale non rappre¬ 
senta affatto una ''scorciatoia" per forzare il 
DES. e che fra tutti i sistemi di attacco il piu 
efficiente rimane ancora quello di mettersi 
semplicemente li a provare tutte le chiavi pos¬ 
sibili. una ad una. fino ad azzeccare quella giu¬ 
sta! 

Il problema della chiave 

E qui, appunto, casca l'asino. Anche in un 
sistema crittografico praticamente perfetto, 
tale cioè da non offrire il fianco ad alcun tipo 
di forzatura basata su tecniche crittanalitiche. 
è sempre possibile tentare di. indovinare la 
chiave di decifratura. Infatti, a parte il caso del 
cifrario teoricamente perfetto basato sul 


cosiddetto one-time pad, nel quale la chiave 
è lunga quanto il messaggio cifrato e non 
viene riutilizzata mai più, in ogni altro cifrario 
reale la chiave è costituita da un insieme limi¬ 
tato di bit, quindi l'esplorazione di tutte le 
possibili combinazioni avviene senz'altro in 
un tempo finito E' dunque sempre disponibi¬ 
le al decrittatore l'ultima risorsa della ricerca 
"a forza bruta", consistente nel provare in 
successione tutte le possibili chiavi di decifra- 
tura fino a trovare quella giusta. Chiaramente 
si tratta di un lavoro improbo ma a volte, 
come nel caso del DES, sembrano non 
esserci strade migliori e dunque si fa buon 
viso a cattivo gioco. 

Il problema dunque di chi costruisce siste¬ 
mi crittografici è anche quello, banalmente, di 
rendere particolarmente scomoda (ossia 
lunga e dunque costosa) la ricerca della chia¬ 
ve per forza bruta. Come si fa? 

Semplicemente rendendo estremamente 
ampio il cosiddetto "spazio delle chiavi", 
ossia il numero di chiavi da sondare, di modo 
che all'attaccante necessiti un tempo impro¬ 
ponibilmente lungo per affrontare una ricerca 
fruttuosa. Ciò è tanto più importante quando 
l'avversario è un computer, che può stolida¬ 
mente provare migliaia di chiavi al secondo 
per giorni interi senza stancarsi. 

Una misura rozza della difficoltà di questo 
genere di attacco è data dunque dalla dimen¬ 
sione dello spazio delle chiavi. Il PIN del 
vostro Bancomat, costituito di sole cinque 
cifre, è praticamente impossibile da indovina¬ 


re per caso al pnmo colpo (c'è una probabilità 
su 100000) e resiste abbastanza tranquilla¬ 
mente anche ad una ricerca sequenziale, 
infatti volendo impostare a mano sul termina¬ 
le tutti i possibili numeri di cinque cifre, anche 
supponendo di riuscire a provarne ininterrot¬ 
tamente uno al secondo, ci vorrebbero quasi 
28 ore per terminare il compito! Pur conside¬ 
rando che in media basterà sondare solo la 
metà circa delle chiavi possibili per incappare 
in quella giusta la meno di non essere sfortu¬ 
nati come Paperino né fortunati come 
Gastone . I si vede che anche le "sole" 14 
ore medie di tentativi sono del tutto inattuabi¬ 
li sul piano pratico. Ne consegue che le chiavi 
del Bancomat sono adeguatamente dimen¬ 
sionate in rapporto all’uso per il quale il siste¬ 
ma è progettato, e dunque l'attacco a forza 
bruta non e la scelta migliore. (E comunque, 
tanto per non indurre nessuno in tentazione, 
il terminale Bancomat provvede a trattenere 
la tessera dopo l'inserimento di tre sole chia¬ 
vi errate...). 


des Help crack thè code! 

Chalengc * 


Il logo dell'iniziativa DESCHALL durante il lavoro diceva "aiutateci a 
forzare il codice " In apertura il logo adottato dopo il successo 


MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997 


213 















Intelligiochi 


Com'e invece la situazione nel caso del 
DES? Come dicevo prima, il DES attua una 
cifratura a blocchi sui byte di ingresso, a 
gruppi di otto alla volta. La chiave è anch'es- 
sa di otto byte, ma il bit alto di ciascuno di 
essi viene utilizzato come controllo di parità 
(come si usava una volta) e non partecipa alla 
struttura della chiave In pratica dunque la 
chiave del DES è composta da 56 bit, Sono 
tanti o pochi? Facciamo un rapido conto lo 
spazio delle chiavi è formato da 2*® elementi, 
che in notazione decimale equivale a circa 
7,2x10'® ossia oltre settantadue milioni di 
miliardi di combinazioni distinte Un ipotetico 
computer con clock a 500 MHz che potesse 
sondare una chiave ad ogni ciclo di clock ci 
metterebbe centoquarantaquattro milioni di 
secondi ad esaminarle tutte; anche conside¬ 
rando probabilisticamente sufficiente l'esa¬ 
me della sola metà delle chiavi, il tempo 
mediamente necessario per trovare quella 
giusta sarebbe comunque di ben 834 giorni, 
pan a due anni e tre mesi di lavoro continua¬ 
tivo! Se questo ragionamento appare convin¬ 
cente oggi, quando una macchina come 
quella ipotizzata è quasi alla portata della tec¬ 
nica, figurarsi vent'anni fa quando le potenze 
di calcolo disponibili erano enormemente 
inferiori. Eppure,.. 

Eppure sin da pochissimi anni dopo la 
prima introduzione del DES la comunità crit- 
tologica mondiale cominciò a lanciare l'allar¬ 
me. Ben consci del rapidissimo progresso 
della tecnologia elettronica, alcuni ricercatori 
valutarono come possibile in un prossimo 
futuro la costruzione di un supercomputer 
specializzato, basato su chip progettati appo¬ 
sitamente, che potesse tentare con succes¬ 
so l'approccio a forza bruta in tempi ragione¬ 
voli e con costi alla portata del governo di 
una superpotenza come gli USA o l'allora 
URSS. Diffie ed Hellman (li abbiamo incon¬ 
trati il mese scorso, ricordate?) in un docu¬ 
mento del 1977 valutarono che entro qual¬ 
che anno sarebbe stato tecnologicamente 
possibile costruire un chip LSI in grado di 
sondare una chiave ogni microsecondo, 
ossia 8,6x10'° chiavi al giorno; benché un 
singolo chip del genere avrebbe impiegato 


circa un milione di giorni per sondare l'intero 
spazio delle chiavi, ad una macchina super¬ 
parallela costituita da un milione di chip 
come questo sarebbe bastato un solo giorno 
per farlo. Il costo stimato all'epoca per un 
oggetto del genere era di 20 milioni di dollari, 
che ammortizzato in cinque anni corrisponde 
a diecimila dollari al giorno; considerando che 
in media solo la metà dello spazio delle chia¬ 
vi viene sondato in ciascuna ricerca, ciò porta 
il costo specifico a soli cinquemila dollari pei 
ciascuna soluzione trovata Numeri, come si 
vede, enormi ma sicuramente alla portata di 
una grande potenza commerciale mossa da 
una forte motivazione 

Un ulteriore studio del 1993 portò a ritene¬ 
re fattibile la costruzione di una macchina 
forza-DES dal costo di un solo milione di dol¬ 
lari ed in grado di trovare una chiave in tre 
ore e mezza di media. Secondo Winn 
Schwartau. la NSA costruì effettivamente 
una macchina del genere sin dalla metà degli 
anni '80; sembra inoltre assodato che anche 
la Harris Corp. ne avesse una, la quale utiliz¬ 
zava un Cray Y-MP come front-end. 

La sfida della RSA 

Sin da allora le discussioni sulla possibile 
debolezza del DES dovuta alla dimensione 
troppo ridotta della chiave sono continuate 
praticamente senza sosta nella comunità crit- 
tologica, ma senza approdare realmente a 
nulla di concreto Da una pane cerano l'NSA 
e il governo che. per il tramite del NBS, insi¬ 
stevano che 56 bit andavano più che bene 
per ogni tipo di sicurezza non militare; dall'al¬ 
tro c'erano gli scienziati che ritenevano tale 
lunghezza ormai insufficiente alla luce del 
prodigioso progresso dei sistemi di calcolo. 
In effetti il DES ha passato già ben tre ''revi¬ 
sioni" periodiche, una ogni cinque anni, che 
ne hanno riconfermato la validità come stan¬ 
dard federale La quarta avverrà entro la fine 
di quest'anno, ma come vedremo il suo risul¬ 
tato è ora assai incerto. 

Da notare comunque che tutte le discus¬ 
sioni sulla chiave del DES non sono solo teo¬ 


riche ma hanno anche una valenza assai pra¬ 
tica il governo degli Stati Uniti mediante 
CITAR (International Traffic in Arms 
Regulations! ha infatti sempre proibito l'e¬ 
sportazione di tecnologie crittografiche con 
chiave di lunghezza superiore a 56 bit, consi¬ 
derate di interesse strategico a fini militari, di 
fatto bloccando per un lungo periodo ogni 
progresso dell'industria civile in tale campo 
Qualcuno dice che in ciò si vede lo zampino 
della NSA, la quale era senz'altro in grado di 
forzare sistemi fino a 56 bit ma non oltre 
Fatto sta che le aziende statunitensi impe¬ 
gnate nel mercato della crittografia vedevano 
sempre più di cattivo occhio questa limitazio¬ 
ne, che faceva perdere loro di competitivita 
nei confronti di concorrenti europei o asiatici 
non sottoposti alle regolamentazioni ITAR II 
nascere poi di sistemi di crittografia a chiave 
pubblica, nei quali la chiave deve struttural¬ 
mente essere piu lunga rispetto a quella 
usata nei sistemi tradizionali, ha contribuito 
ad aumentare la tensione e le discussioni 
anche in sede governativa 

Giungiamo cosi agli inizi di quest'anno 
quando la RSA, ditta americana che detiene i 
diritti dell'omonimo sistema crittografico a 
chiave pubblica (inventato da Rivest, Shamir 
e Adleman e considerato unanimemente il 
migliore di tutti) decide di verificare sul 
campo se davvero i 56 bit del vecchio DES 
sono ancora un valido baluardo contro l'attac¬ 
co a forza bruta. Il 28 gennaio scorso, duran¬ 
te la tradizionale conferenza sulla sicurezza 
dei dati che organizza annualmente, la RSA 
lancia pertanto una pubblica sfida estesa via 
Internet a chiunque ed avente come oggetto 
la decrittazione di alcuni brevi testi cifrati col 
DES e con l'RC5 secondo chiavi di varie lun¬ 
ghezze. Per la cronaca il cifrario RC5 è un'in¬ 
venzione di Ron Rivest (la "R" della RSA); si 
tratta in effetti di un'intera famiglia di cifrari 
che differiscono tra loro per la dimensione di 
alcuni parametri fra cui la lunghezza della 
chiave, ed è il sistema di cifratura usato tra 
l'altro da Netscape e Internet Explorer per 
gestire transazioni sicure su Internet tramite 
SSL (Secure Socket Layer). 

I messaggi da decrittare consistono in una 
prima parte nota, in modo che al decrittatore 
sia possibile accorgersi di aver trovato la giu¬ 
sta chiave di decifrazione, ed in una seconda 
parte segreta che costituisce la prova dell’av- 
venuta decrittazione I testi vengono pubblica¬ 
ti alle nove di mattina del 28 gennaio sul Web 
della RSA, e subito parte la caccia In palio, 
oltre la fama, premi in denaro neanche tanto 
simbolici: mille dollari per la forzatura del cifra¬ 
no RC5 con chiave di 40 bit, cinquemila per la 
forzatura dell'RC5 a 48 bit, diecimila per la for¬ 
zatura dell’RC5 con lunghezze di chiave supe¬ 
riore la passi di otto bit fino a 128 bit) e per 
quella del DES (chiave fissa di 56 bit). 

A mezzogiorno e mezza dello stesso 28 
gennaio, solo tre ore e mezza dopo l'apertura 
della sfida, cade ingloriosamente l'RC5 a 40 
bit, forzato da uno studente armato di work¬ 
station Che 40 bit fossero davvero troppo 
pochi lo sospettavano tutti, ma che ci volesse 
davvero cosi poco a forzarli lo immaginavano 
forse in pochi. Il passo successivo, la forzatu¬ 
ra dell'RC5 a 48 bit, arriva poco dopo: per la 
precisione il 10 febbraio alle 10 di mattina, a 
sole 313 ore di distanza dalla pubblicazione 

MCmicrocomputer n, 177 - ottobre 1997 


La GIMPS col p isce ancora! 

Ebbene, l'iniziativa GIMPS (Great Internet Mersenne Prime Search) ha colpito ancora! 

Vi ricordate della GIMPS, vero? Ne abbiamo parlato su MC171 lo scorso marzo si tratta 
di quel gruppo di persone, coordinate da George Woltman, che utilizza i propri compu¬ 
ter collegati via Internet per cercare i numeri primi di Mersenne Lo scorso novembre la 
GIMPS trovò quello che quasi certamente è il 35mo primo di Mersenne, ora ha ripetuto 
il successo con il 36mo numero trovato il 24 agosto In simboli il nuovo primo di 
Mersenne si scrive 2 297622 '-1 ma si può indicare più brevemente come MI2976221); 
esso è in assoluto il più grande numero primo conosciuto, essendo composto di 
895.932 cifre. La primalità di questo numero è stata confermata da David Slowinsky, il 
più grande cacciatore di grandi numeri primi della stona, che con il suo fido Cray si è 
assunto il compito di verificare i risultati ottenuti dalla GIMPS II nuovo numero primo di 
Mersenne da ovviamente origine ad un nuovo numero perfetto, il 36mo noto, che si 
scrive 2 2976220 (2 297622, -1) ed ha la bellezza di 1.791 864 cifre! 

Nel corso della sua ricerca la GIMPS ha anche confermato di recente che MI859433I 
ed M(1257787) sono rispettivamente il 33mo ed il 34mo primo di Mersenne, che 
M11398269) ed M(2976221) siano realmente il 35mo ed il 36mo non è ancora del tutto 
certo, dato che i relativi intervalli non sono stati ancora esaustivamente sondati, ma la 
cosa sembra molto probabile e comunque verrà verificata tra breve. 

Per maggiori informazioni fate un salto su intov/www mersenne ora da cui potete 
anche saltare alla pagina italiana della GIMPS curata da Luigi "ET" Morelli 


214 








DESCHflLL fkxr* 9 * host speed <estiutrd> 


558 



150 


Intelligiochi 


KSCMRLL Host* p«r d*y 


MarlS IUr29 Apri 2 Apr26 rt»yie tl«y24 Jun07 Jun21 
D»v <tO n.i*i.ght, Junl4> 


DESCHflLL K«V« p*r <J*y 




D*y <to (liOiight. Junl7> 


Tre grafici che danno la 
misura dell'attività 
svolta dal progetto 
DESCHALL In alto a 
sinistra la potenza 
complessiva sviluppata 
dagli host partecipanti 
sopra il numero di host 
coinvolti nella ricerca, 
qui a fianco il numero 
di chiavi sondate per 
giorno 


dei messaggi cifrati da parte della RSA. Un 
intero campus universitario si è mobilitato per 
questa prova. La comunità antologica gongo¬ 
la. il governo americano comincia a provare 
un certo imbarazzo, le aziende come 
Netscape. IBM e Microsoft alzano la voce 
affinché sia loro concesso di utilizzare chiavi 
piu lunghe per i loro sistemi destinati all'e¬ 
sportazione 

Tocca ora ai cifrari a 56 bit. Fra DES e RC5 
c'è tuttavia una profonda differenza psicologi¬ 
ca: tutto il mondo attende di vedere quanto 
ci metterà a cadere il vecchio DES Certo 56 
bit cominciano ad essere tanti, non basta un 
supercomputer e nemmeno i calcolatori di 
un'intera università a spazzolarli tutti. Cosi il 
13 marzo Rocke Verser, un programmatore 
di Loveland nel Colorado, fa partire una 
gigantesca iniziativa, chiamata DESCHALL. 
con la quale mira a demolire il DES utilizzan¬ 
do la potenza di calcolo altrimenti inutilizzata 
di migliaia di computer sparsi per il mondo. Il 
progetto prevede la partecipazione cooperati¬ 
va, volontaria e disinteressata, di migliaia di 
partecipanti, singoli utenti od organizzazioni, 
costoro, coordinando i propri sforzi via 
Internet, si suddividono lo spazio delle chiavi 
scandagliandone ciascuno un pezzetto a 
seconda delle proprie disponibilità di hardwa¬ 
re e di tempo macchina. Verser scrive un 
apposito Client di ricerca che viene distribuito 
gratuitamente a tutti i partecipanti 

La fama via via guadagnata dall'iniziativa fa 
aumentare di giorno in giorno il numero dei 
volontari che si dedicano all'impresa: la chia¬ 
ve giusta viene trovata infine la sera del 17 
giugno da un programmatore di un'azienda 
dello Utah utilizzando un ''misero" Pentium 
90 Sono passati 140 giorni dall'apertura della 
sfida ma solo 96 giorni dall'inizio del proget¬ 
to E' bastato cercare appena il 24,6% dello 


spazio delle chiavi, un notevole colpo di for¬ 
tuna rispetto alla durata attesa La ricerca ha 
coinvolto complessivamente circa 70.000 
computer ed ha proceduto ad un ritmo 
costantemente crescente: la velocità media 
negli ultimi giorni era di circa sette miliardi di 
chiavi esaminate al secondo, ossia circa lo 
0.7% dell'intero spazio delle chiavi al giorno: 
se si fosse mantenuto questo ritmo sin dall'i¬ 
nizio l'intera ricerca sarebbe durata solo 32 
giorni. Da notare comunque che i piu impor¬ 
tanti "ricercatori" in ordine di chiavi esamina¬ 
te sono state università e grandi organizza¬ 
zioni. che hanno partecipato al progetto in 
pieno spinto scientifico: ai primi quattro posti 
si sono cosi piazzate rispettivamente le 
Università dell'lllinois. la Penn State, la 
Carnegie Mellon ed il Georgia Tech, al quinto 
la Sun Corporation, al sesto il MIT 
Per la cronaca il messaggio segreto era: 
"Strong cryptography makes thè worid a 
safer place", ossia "una crittografia robusta 
rende il mondo più sicuro ", I diecimila dollari 
del premio sono stati suddivisi, come da 
accordi iniziali, in due quote il 60% a Rocke 
Verser che ha ideato e coordinato il progetto 
DESCHALL ed il 40% a Michael Sanders che 
ha effettivamente trovato la chiave giusta 


Ed ora? 


Chiaramente il risultato dell'iniziativa 
DESCHALL ha gettato un peso non indiffe¬ 
rente sulla attualità e validità del DES. A que¬ 
sto punto non è del tutto scontato che esso 
passerà indenne alla quarta revisione periodi¬ 
ca da parte del NIST (National Institute of 
Standards and Technologies, l'organismo che 
ha sostituito il National Bureau of Standards) 
programmata per quest'anno. Sarà poi una 


n»y <to Midnlght, Junl7> 


coincidenza, ma proprio pochi giorni dopo 
l'annuncio della forzatura del DES il governo 
americano ha rilasciato dapprima a Netscape 
poi anche ad altri la possibilità di esportare 
prodotti di crittografia, in particolare incorpo¬ 
rati nei browser Internet, con chiave a 128 
bit. Per ora si tratta di una speciale deroga al 
regolamento dell'ITAR, ma sembra un buon 
precedente e lascia presagire un sostanziale 
ammorbidimento alle rigide regole imposte 
dagli USA contro l'esportazione di tecnologie 
aittografiche II mercato chiede a gran voce 
di poter usare e vendere sistemi con chiavi a 
128 bit. le uniche che rimarranno sicuramen¬ 
te inviolabili alla forza bruta per parecchio 
tempo: la pratica ha dimostrato che 56 bit 
sono troppo pochi, e 64 potrebbero esserlo 
altrettanto, tanto vale passare decisamente 
ad una lunghezza del tutto fuori della portata 
di qualsiasi supercomputer attuale o futuro. 

Per quanto riguarda il DES, comunque, la 
sua sorte non e necessariamente segnata 
Già da anni, infatti, diversi crittologi avevano 
proposto ingegnosi sistemi atti ad aumentare 
di fatto la lunghezza della sua chiave senza 
stravolgerne l'ottima struttura essenzialmen¬ 
te si basano sull'applicazione ripetuta del DES 
con chiavi diverse in successione, ed utilizza¬ 
no algoritmi più o meno efficienti per combi¬ 
nare tra loro le iterazioni e le chiavi parziali 
Alcuni di questi sistemi raddoppiano effettiva¬ 
mente la lunghezza della chiave del DES e ne 
aumentano inoltre la robustezza anche nei 
confronti di nuovi tipi di attacchi crittanalitici 
recentemente scoperti Uno dei migliori sem¬ 
bra essere il "triplo DES" proposto da 
Tuchman, che in realtà usa due sole chiavi 
combinate in un'alternanza di cifrature e deci¬ 
fratore che irrobustiscono parecchio il sistema 
(questa variante è già stata adottata negli 
standard internazionali X9 17 e ISO 8732) 
Probabilmente il NIST si limiterà a raccoman¬ 
dare uno di essi come nuovo standard federa¬ 
le, lasciando magari il DES "normale" alle 
sole applicazioni meno sensibili Certo non è 
possibile abbandonare il DES da un giorno 
all'altro: la soluzione migliore sembra dunque 
essere quella di utilizzarlo in forma compatibi¬ 
le ma irrobustita, in attesa magari che la situa¬ 
zione internazionale si chiarisca e venga pro¬ 
mulgato qualche nuovo standard basato su 
algoritmi magari migliori e comunque con 
chiavi di maggiore lunghezza. 

Noi ci rivediamo il prossimo mese MS 


MCmicrocomputer n, 177 - ottobre 1997 


215 











L Avvisi ai Naviganti 



a cura di Corrado Giustozzi 


Il Tour delle Piramidi 


Vi interessa un Tour delle Piramidi? Sapere quando, come, perché 


e da chi sono state costruite? In poche parole: vi interessa 
confrontarvi con le affermazioni scientifiche che si combattono, 






Se i misteri dell'Antico Egitto sono nella 
sfera dei vostri interessi, sia culturali che 
turistici, la prima cosa da fare è lanciare 
•'URL: rmp://wwwApps Qrq/w,fl50/P.a 
oes/nova/pyramid poi... aspettare che si 
carichi la bellissima home page della No¬ 
va Research e quindi godersi lo spetta¬ 
colo. Spettacolo che è veramente note¬ 
vole, sia per le immagini che si comin¬ 
ciano subito a vedere che per i contenu¬ 
ti che vengono elencati. 

L'immagine stilizzata si offre a mappa 
per i collegamenti verso le Piramidi di 
Cheope, Chefren e Micerino, nonché la 
Sfinge A seguire, in lista, ci sono poi 
tutti i collegamenti verso i riferimenti 
storici al riguardo dell'Antico Egitto, la 
storia della piana di Giza e la prima serie 
di domande sul tema "le Piramidi": chi 
le ha costruite? Come sono state co¬ 
struite? Quanto sono antiche? 






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Who Built thè Pyramids? 


The qucction 
of who buih 
ihc pyramidi, 
and how, ho» 
long been 
debated I 


In primo piano ve¬ 
diamo l'invitante 
trame con il linking 
verso il tour virtuale 
(in QuickTime VR) 
che ci porterà a vi¬ 
sitare l'interno della 
Piramide di Cheo¬ 
pe. Andando avanti 
per gradi (sembra 
quasi che, in virtua¬ 
le, si senta il gran 
caldo che pesa sul¬ 
la piana!) m'intro¬ 
duco nella pagina "Esplora le Piramidi", 
corrispondente all'URL: http://www2 
PbS.org /wg bh/pa.ge s /n QVa /PVra mid /ex 

olore . Qui, oltre alle solite descrizioni 

storico-introduttive, c'è anche l'interes¬ 
sante studio, step by step, con il quale 
vengono esemplificate, con grafici e cal¬ 
coli matematici, le 
ardite teorie geo¬ 
metriche che sem¬ 
brano essere poste 
alla base della rea¬ 
lizzazione delle 
strutture piramidali 
messe a punto da¬ 
gli antichi egizi. Le 
rivelazioni matema¬ 
tiche sono tante e 
cosi profonde che 
ritorna il dilemma: è 
possibile che una 
civiltà di cinquemila 


L'Home page su cui puntare la bussola per Iniziare II nostro "Tour delle Piramidi" 


anni fa potesse prima pensare e poi in- 
gegnerizzare cosi tanto? 

Pun tando la bussola del v ostro browser 

su: LimXwww^.I?!2&-QIl 


Chi costruì le Piramidi? 
In questa page "tutti i 
particolari in cronaca’ 
tuna cronaca ancora da 
scrivere completamen¬ 
te...). 


nova/Dvramid/aeometrv/ ... a voi il piace¬ 
re di studiare trigonometria egizia e so¬ 
luzioni d arditissima ingegneria precri¬ 
stiana! Come ulteriore riferimento vi 
serve anche la seguente URL 

IL'im 77 w w ,vv 2 _ PUS- Jig/vv g b' ■/!> ■> g &s7Ik| 

va/Dv r amid/aeometr v/anale, hi ini cTie 

puntualizza andando in profondità nella ri¬ 
cerca trigonometrica. Come puro spunto 
si pensi che ciascun lato di ogni piramide 
segue un angolo di degradazione verso 
la sommità precisissimamente tagliato a 
51.1° e che ciascuno dei lati è allineato 
esattamente con il nord, il sud, l’est e 
l'ovest, Le Piramidi come bussole? 

Nel frattempo che vi incuriosite a que- 
st'altro enigma, da questa passo ad 
un'altra, incredibile page che personal¬ 
mente ho ribattezzato del ' Piramidi? Fai- 
da-te!". La pagina che richiamo è la se¬ 
guente: | niip.iZwww 24 Jb 3 . ■ £ 4 )/w g 


aes/nova/Dvramid/aeometrv/model urrii 

dove, con mia massima sorpresa, sco¬ 
pro la presenza di vere e proprie "istru¬ 
zioni on-line" su come è possibile co- 


ciascuna la propria fetta di verità, su uno 
dei più affascinanti misteri della civiltà? 


di Bruno Rosati 


216 


MCmicrocomputer n, 177 - ottobre 1997 









































Avvisi ai Naviganti 


struirsi la propria, piccola piramide. Ci 
sto poco, mi domando: "vuoi vedere 
che qualcuno ci proverà davvero a co¬ 
struirsi la propria piccola piramide?", e 
poi cedo alla domanda che mi frulla in 
testa fin dall'home page del sito della 
Nova, chi ha costruito le piramidi? 

Eccoci alla domanda piu affascinante 
che, linkandosi all'URL: htto://www2. 
Dbs.orq/wabh/Daaes/nova/ovramid/ex 

olore/builders.html è possibile soddisfa¬ 

re La questione è stata (è, e lo sarà an¬ 
cora chissà per quanto!) dibattuta da 
egittologi e storici di ogni latitudine e 
corrente filosofica. Nella pagina che ve¬ 
do caricarsi, sempre con bella grafica, il 
punto d'incaglio è subito evidenziato 
com'è stato mai possibile costruire ogni 
singolo monumento nel corso della vita 
naturale di ogni faraone che le ha impo¬ 
sto il proprio nome? 

Da Erodoto fino agli storici e ricercatori 
odierni il dibattito s'incentra sul numero 
di "manovali" preposti alla realizzazione 
della Piramide di Cheope. Saranno stati 
centomila o solo ventimila? E poi, con 
quali mezzi? Possibile che usarono solo 
scalpelli e primitivi argani di sollevamen¬ 
to’ Ovvero, i soli strumenti che fino ad 
oggi è stato possibile rinvenire? 
L'egittologo Mark Lehner e il direttore 
del Museo di Giza Zahi Hawass stanno 
lavorando su questa ipotesi intrufolando¬ 
si negli scavi degli antichissimi cimiteri 
che, almeno sembra, custodiscono i re¬ 
sti degli operai che lavorarono alla co¬ 
struzione del grande faraone. Presumi¬ 
bilmente si tratta degli scheletri delle 
masse di manovalanza che si affaccen¬ 
darono intorno alla costruzione della Pi¬ 
ramide! Voi, se volete, potete seguire le 
loro "rilevazioni", oppure puntare verso le 
"rivelazioni" di altri ricercatori che riten¬ 
gono impossibile trovare i resti di venti¬ 
mila operai, semplicemente perché 
non ce ne furono mai cosi tanti. Motiva¬ 
zione? Semplicemente quella che le Pi¬ 
ramidi, ben più antiche di quanto la ricer¬ 
ca ufficiale riesca a comprovare, furono 
costruite con altri strumenti (quelli che 
non si trovano, perché scalpelli ed arga¬ 
ni di legno non sarebbero bastati!) in al¬ 
tre epoche (assai più antiche, addirittura 
prima della grande mondazione: forse il 
'diluvio universale"?) e da altri esseri 
(Atlantide oppure extraterrestri?). 

La domanda, che squarcia i troppi veli di 
ipocrisia e punta sui troppi interrogativi 
mai risolti, è semplice, quanto allarman¬ 
te: quanto sono antiche le Piramidi? La 
risposta, o meglio i tentativi di risposta 
possono essere letti ed aggiornati (per¬ 
ché le testimonianze dell'osservatorio 
realizzato dalla Nova Research cambiano 
continuamente ad ogni nuova scoperta!) 
all'indirizzo: rntp://vywwz pos orqt 
wab.h/p.ageg/nQvg/pyramicl/ex.plQreyhQvv 


Quanto sono antiche le 
Piramidi? Secondo voi 
chi ha ragione, tra la 
•scienza ufficiale‘ che 
dice tremila anni e la 
‘new wave’ che affer¬ 
ma che il datario va 
spostato ad oltre dieci¬ 
mila anni AC.? 






H 


How Old Are Thè’Pyramids? 


73 


j;Cyr<in in I l «IMOVAO^I. 3 


Qlfl html . L'introdu¬ 
zione testuale a 
quest'aura pagina 
di (fanta)scienza è 
tutto un program¬ 
ma. 

L'età precisa delle 
piramidi di Giza. 
lungamente dibat¬ 
tuta, neanche la 
scienza ufficiale rie¬ 
sce a fissarla con 

precisione. Ci sono studiosi che puntano 
il datario della storia intorno al 3200 a.C.; 
altri che invece affermano che. pur non 
avendo ancora dati particolarmente pre¬ 
cisi, tale data va anticipata almeno del 
triplo! Ma anticiparla cosi tanto, ovvero 
portarla intorno al diecimila Avanti Cristo 
(!) significherebbe buttar via centinaia di 
anni di studi e tonnellate di libri che at¬ 
tualmente parlano del contrario! 

Il dibattito qui è davvero infuocato. C'è 
di nuovo il direttore del Museo di Giza, 
Zahi Hawass, che mena fendenti, ma ci 
sono anche i (fanta?)ricercatori che af¬ 
fermano le teorie-bomba: le Piramidi so¬ 
no state costruite diecimila anni fa e con 
i punti di riferimento di tre precise stelle 
della costellazione di Orione. Perché? 

E non solo questo: se l'orientamento 
delle tre Piramidi è confermato (studian¬ 
do e traslando la posizione tridimensio¬ 
nale della volta celeste, le tre stelle di 
Orione coincidono perfettamente con la 
posizione delle tre Piramidi proprio a do¬ 
dicimila anni fa!), la Sfinge che è vicina a 
queste, dove puntava il suo sguardo? 


The precìse *|C of thè 
pyramidi of Oi» h»i 
ioni becn debutti 
becausc, unni now, therc 
hss been little evidente 
lo prove when thè 
pyramids wcrc buflt The 
hiftory hook» gcncndly 
poini lo 3200 B.C. ai die 
approntiate date «ben 
die pyramid of Kinifu 
wai under eonitmction. 
n.« —-ri,. 4„ 






BT 

I EP**tlieoPio I 4 **• I 


13 



Un grafico (ce ne sono centinaia e centinaia!) che 
illustra l'inclinazione precisa al millimetro data ad 
ogni parete di ogni Piramide: 51.5 gradi! 


Esattamente verso il sole! Un po’ come 
se l'insieme delle costruzioni ci dicesse: 
noi, che veniamo da quelle tre stelle las¬ 
sù, diecimila anni fa, abbiamo costruito 
questi meravigliosi simboli e con essi 
realizzato un vero e proprio orologio stel¬ 
lare. Vengono i brividi e credo che per 
nessuno sia possibile resistere al fasci¬ 
no di tale teoria: sul nostro pianeta, die¬ 
cimila anni fa scese (o già vi abitava?) 
una colonia di extraterrestri che insegnò 
agli uomini la civiltà! 

Le cose che sto leggendo ed assimilan¬ 
do come interrogativi sono troppe e si 
accalcano nella mente. Ho bisogno di un 
qualcosa che mi distolga un po'. Cosa 
c'è di meglio, visto che è tutto pronto, di 
fare un tour all'interno della Piramide di 
Cheope? Un tour virtuale (sul tipo, per 
chi l'ha visto, di quello delle Stanze di 
Nefertari) da effettuarsi per mezzo di un 
modulo QuickTime Virtual Reality. L'indi¬ 
rizzo pe r entrare nella Piramide è il se- 
guente: lutto //wwwZ pbs orci/wcibn/qj 
ge 5 /n Qva7pyrami . d/e x pi . ó r eykhJtu . ent e^ 
mj. Muniti del proprio plug-in QTVR sarà 
possibile muoversi, mouse alla mano e 
volgendo lo sguardo digitale su 360 per 
360 gradi su angoli, anfratti nascosti e 
bui come su stanze e pareti luminose e 
da "bocca aperta". Il consiglio è di carica¬ 
re il percorso ad Alta Risoluzione (l'High- 
Resolution da circa 400K) e quindi il per¬ 
corso fotografico (da 360°) composto da 
immagini ad altissima risoluzione. Per 
tutto il resto, la visita alle Piramidi di 
Cheope, Chefren e Micerino, non voglio 
certo togliervi il gusto. 

Avevo preventivato, per il prossimo an¬ 
no, di farci una puntatine nella piana di 
Giza. Ora che so cosa mi aspetterebbe, 
sono ancora più deciso. Facciamo grup¬ 
po? 

MS 


MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997 


217 
























a cura di Corrado Giustozzi 


Cyrix 6x86 MX PR166 e PR 200 

Indubbiamente è la sfida del momento: AMD affronta con decisione Intel che 
risponde proponendo la versione a 233 MHz del suo Pentium MMX, 
ribassando i prezzi e accelerando l’introduzione sul mercato dei nuovi 
Pentium II e dei loro successori. In pratica la situazione è più fluida che mai, 
ma a trarne vantaggio è l’utente finale che ha la possibilità di scegliere ed 
acquistare processori potenti a costi sempre più bassi. In questo rapido 
susseguirsi di annunci di nuovi prodotti e ribassi di prezzo abbiamo deciso di 
provare le “ammiraglie” ovvero quanto di più potente offrano AMD e Intel per 
il “vecchio” Socket 7. 


di Luca Angelelli 


Sul numero 175 di MCmicrocomputer 
abbiamo riportato l'annuncio del nuovo 
processore Cyrix dotato di estensioni 
MMX: il 6x86 MX. Le versioni commer¬ 
cializzate sono per ora tre, distinte dal di¬ 
verso Pentium Rate: PR166, PR200 e 
PR233 rispettivamente con clock interno 
di 150, 166, 188 MHz. Già comunque so¬ 
no annunciate versioni con frequenza di 
lavoro interno fino a 233 MHz e quindi 
con PR molto più alto. 

Rispetto al 6x86 già in produzione i mi¬ 
glioramenti introdotti sono notevoli: oltre 
aH'aumento della dimensione della cache 
di primo livello, 64 KB unificata per dati e 
istruzioni, tutta la struttura interna è stata 
rivista e affinata. 

Lottando contro il tempo siamo riusciti 
ad avere le due unità piu piccole, il 6x86 
PR166 e il 6x86 PR200, e a sottoporle ad 
alcuni test per verificarne le prestazioni. 
Purtroppo non siamo riusciti ad ottenere 
il modello PR233 ed a confrontarlo con i 
diretti concorrenti della Intel e della AMD. 

Nella tabella riportiamo come oramai 
di consueto le caratteristiche significative 
dei processori in esame. E' interessante 
notare come la frequenza di funziona¬ 
mento raccomandata sia ottenuta varian¬ 
do il clock della scheda madre mentre il 
fattore di moltiplicazione rimane lo stes- 



Figura I - Con il codice a 
16 on della nostra Suite 
le CPU Cyrix 6x86 MX 
PR166 e PR200 otten¬ 
gono punteggi inferiori 
al riferimento Pentium 
200 soprattutto a causa 
della FPU dalle presta¬ 
zioni interiori a Quelle 
della unita di Intel 


Figura 2 - I 6x86 MX 
non hanno certo un 
buon rapporto con i ben- 
ch di Intel ottenendo dei 
risultali assai deludenti 


so Le frequenze ef¬ 
fettive di funziona¬ 
mento sono 150 
MHz per il PR166, 

166 MHz per il 
PR200 e 187 5 
MHz per .1 PR233. 

Nei test effettuati 
abbiamo rispettato 

le indicazioni della casa ma ci permettia¬ 
mo di consigliare, qualora fosse possibile, 
di utilizzare il PR166 impostando la fre¬ 
quenza della scheda madre a 75 MHz ed 
utilizzando il moltiplicatore 2x. In questo 



modo la frequenza nominale di funziona¬ 
mento del processore è rispettata ma le 
prestazioni generali del sistema sono 
molto più alte (a questo proposito potete 
leggere l'articolo "schede madri e Pro- 


218 


MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997 






































Figura 3 - Macromedia Art Director 5 In questo caso sono i Cyrix a rendere la 
pariglia a Intel riuscendo a generare un numero superiore di fotogrammi al se¬ 
condo. 


Figura 4 - L'indice di prestazioni delle Norton Utilities e sostanzialmente lo 
stesso per le tre CPU. risultato inatteso per quanto riguarda il 6x86 PRI66 che 
in questo caso eguaglia il Pentium 



Ctack (Miti) 

SWlt*hc»»n 

li»— . 

■«ir. noi 
(Vi 


Caci» LI. 

litt’klnuUil 

(KB) 

Citarsi».* 

f.UMB 

Firmar ni* MB * 

■Mllff licalair 

MMX 

No» 


..eira (A) 

Cni. 










5*SOMX PRIWS 

130 

2x25. UJJi 

2M1 

«5 

64uuftt«U 

Sorta» 7 


SI 

Consiglialo d 
PR.W 

6«S*MX PRXC 

IM 

il25.Js.3Ji 

21/3 4 

«J* 

MiuAcala 

Sorta» 7 

46(33 

SI 


mmmxprjm 

wv 

2s23.Js.JJi 

JMS 

VJ 

MunfitU 

Sorta» 7 

7Ss23 

SI 

MB con bu. * 
75 MH: 


Tabella riepilogativa sintetica delle caratteristiche dei processori Cyrix 6x86 MX 


cessori "su questo stesso numero). 

I test effettuati sono gli stessi che ab¬ 
biamo utilizzato nell'articolo pubblicato 
sul numero 176 pag. 186 ("K6 contro 
P233 MMX") ovvero, nell'ordine, la Suite 
di MC, gli Intel Media Benchmark, Ma¬ 
cromedia Art Director 5 e Norton Utilities 
II, In tutti i casi abbiamo considerato co¬ 
me processore di riferimento il Pentium 
200 MMX ed i valori ricavati sono stati 
normalizzati rispetto a questa CPU 

I risultati ottenuti con la nostra Suite 
sono riportati in figura 1 In generale il 
Cyrix 6x86 MX, come pure il 6x86 nor¬ 
male, ha una FPU meno prestante di 
quella del Pentium e questo riduce le 
prestazioni nei test di Render e nel pun- 

Facal Proxima 

C‘ e questa prova è stata possibile gran 
parte del merito si deve alla Facal di 
Roma che ci ha messo a disposizione sia le 
CPU sia la macchina per il test in tempi che 
definire ristrettissimi sarebbe poco. 

II sistema è composto da una scheda madre 
Asus P55T2P4, 512 KB di cache LI. 32 M di 
EDO RAM. scheda video Matrox 
Millennium con 2 M di WRAM, CD ROM 
12x, HD Western Digital 3.2 G. Il cabinet 
Big Tower con apertura rapida laterale è 
stato molto apprezzato per la sua praticità 
nel corso delle prove 

LA. 


Facal Products s.r.l. 

Via Sihcella 84 
00169 Roma 

Tel. 06/2389887, fax 06/2389899 
Internet iwww tacàHl 


teggio complessivo Alle prese con le 
operazioni su interi (Amazzoni e Regine) 
l'unità dimostra una efficienza superiore 
al riferimento. 

Alle prese con il test di Intel (figura 2) 
le prestazioni risultano assai inferiori a 



quelle del Pentium 200 MMX in tutte le 
sezioni di prova 

La situazione si ribalta con Macrome¬ 
dia Art Director 5 (figura 3). che utilizza 
anch'esso le estensioni MMX, con i 6x86 
MX che prevalgono sul Pentium 200 
MMX. Indicazione molto interessante 
che ribadisce ancora come le moderne 
CPU siano molto sensibili al tipo di codice 
utilizzato e in un certo qual modo al tipo 
di applicativo che si va ad utilizzare. 

In figura 4 riportiamo l'indice Norton di 
prestazioni del sistema che considera 
l’efficienza della CPU e l'interazione con 
la RAM e con la scheda madre. In questo 
caso a sorprendere e il risultato del 6x86 
MX che praticamente eguaglia quello del 
Pentium pur con una differenza nella fre¬ 
quenza di funzionamento interna di ben 
50 MHz, in pratica un 25% in più. 

I prezzi nei negozi al momento della 
redazione di queste note non si sono an¬ 
cora assestati ma risultano inferiori sep¬ 
pur di poco ai concorrenti di pari Pentium 
Rate. 

In pratica siamo di fronte ad ottime 
CPU in grado di rivaleggiare ad armi pan 
con la concorrenza, il cui unico punto de¬ 
bole. almeno in base ai test effettuati fi¬ 
nora, risiede probabilmente nella FPU in¬ 
feriore a quella, ottima, del Pentium 
MMX. 

«e 


MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997 


219 






























































a cura di Corrado Giustozzi 


Facal Proxima Multiprocessor 

Quando si parla di un computer 
multiprocessore spesso ci vengono in 
mente o i sistemi appositamente sviluppati 
per calcoli scientifici, costituiti da decine e 
decine (quando non centinaia) di CPU che 
lavorano in parallelo, oppure i mini utilizzati 
come server nelle aziende, basati su due o 
quattro processori RISC. Da qualche tempo 
tuttavia anche nel mondo dei personal 
computer si sta facendo strada la 
possibilità di creare un sistema che utilizzi 
più processori, adatto ad usi particolari, 
dove la potenza di calcolo è un requisito 
prioritario. 

di Luca Angelelli 



Per accrescere la velocità delle CPU 
l'industria ha sempre puntato verso 
l'aumento della frequenza di clock del 
processore, arrivando oramai al 300 
MHz (Pentium II) con la promessa di 
nuovi limiti da raggiungere nei prossi¬ 
mi due anni Questa ovviamente non è 
l'unica strada percorribile alla ricerca di 
prestazioni sempre più elevate Vi sarà 
certo capitato almeno una volta nella 
vita di dover traslocare o spostare una 
certa quantità di materiale: in questo 
caso avrete sicuramente avuto modo 
di apprezzare l'aiuto di più amici, ma 
solo se questi si sono adattati di buon 
grado a seguire le vostre direttive. Nel 
caso contrario sicuramente avrete rim¬ 
pianto la richiesta di aiuto, disperati di 
fronte al caos creato da un consesso di 
uomini di buona volontà lasciati a se 
stessi Allo stesso modo facendo coo¬ 
perare più processori allo stesso pro¬ 
blema è possibile ridurre enormemen¬ 
te i tempi di elaborazione, sempre che 
il sistema operativo sia in grado di or¬ 
ganizzare il lavoro dei processori divi¬ 
dendo le sequenze di operazioni sulle 
varie CPU Ovviamente è necessario 
che il problema in questione, ovvero il 
codice, sia organizzato in modo da es¬ 


sere divisibile. 

Ebbene fino a qualche tempo fa 
l'hardware e il software necessari per 
realizzare sistemi multiprocessore era¬ 
no appannaggio di poche ditte specializ¬ 
zate e i costi ovviamente erano elevati. 
Ora con l'avvento del Pentium di Intel e 
di Windows NT le cose sono cambiate 
drasticamente: da una parte la prima ha 
realizzato la sua CPU prevedendo la 
possibilità di utilizzare più processori in 
parallelo con la logica necessaria ridotta 
e inglobata nei chipset, dall'altro Micro¬ 
soft ha previsto per il suo sistema ope¬ 
rativo "professionale" la possibilità di ri¬ 
conoscere la presenza di più processori 
e la possibilità di gestirli. Così quasi 
senza che ce ne accorgessimo le mac¬ 
chine multiprocessore sono diventate 
una realtà anche nel mondo dei perso¬ 
nal computer, ma soprattutto una realtà 
che ognuno può acquistare nel negozio 
sotto casa e gestire con la massima 
semplicità. 

Un chiaro esempio è rappresentato 
dalla macchina in esame, Facal Proxima 
Multiprocessor della quale vi invitiamo 
fin d'ora a guardare il prezzo di acquisto 
per avere immediatamente l'idea 
dell'ordine di grandezza dei costi. 


Costruzione 

Il Facal Proxima Multiprocessor si ba¬ 
sa su di una scheda madre Asus P/E- 
P55T2P4D in grado di ospitare due pro¬ 
cessori Pentium. Il chipset è l'Intel Tri- 
ton 430HX con 512 KB di cache di se¬ 
condo livello La scheda è in formato 
baby AT decisamente dedicata ad im¬ 
pieghi "prò" con i suoi 4 slot EISA, 3 
slot PCI, un Asus MediaBus (in pratica 
uno slot PCI con un ulteriore pettine in 
grado di ospitare schede audio-video 
Asus) ed un solo slot ISA Questa sche¬ 
da madre può montare fino a 512 M di 
RAM (SIMM EDO) sui 4 banchi disponi¬ 
bili (per un totale di otto pettini). Il con¬ 
troller per le unità EIDE e per le porte 
seriali e parallela è integrato sulla sche¬ 
da madre. 

Il riduttore di tensione per la alimenta¬ 
zione delle CPU è di tipo switching ed è 
posto vicino agli zoccoli dei processori 
di tipo Socket 7 

La macchina monta 64 MB di RAM 
EDO, quantità adeguata per un uso 
"professionale" con applicativi pesanti 
e con Windows NT4. La scheda video è 
la Matrox Mystique con 4 M di SGRAM 
mentre il disco rigido è un Quantum Fi- 


220 


MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997 









Facal 

Proxima Multiprocessor 



Produttore e distributore: 

Facal Producis s r i 
Via Silicella 84, 00169 Roma 
Tel 06 2389887 
Fa* 06 2389899 
Internet ESEZZZa 

Prezzi (IVA compresal 

Facal Proxima Dual Pentium 166 MMX, 64 MB 
Ram, HD 3.2 GB, SVGA Matrox Mystique 4 M, CD 
ROM 16x Mitsumi 

Monitor Philips Brilliance 105 £.4 790 000 


reball da 3,2 GB, Il CD ROM è un' unita 
16x della Mitsumi. Completano la dota¬ 
zione hardware una buona tastiera W95 
ready, il vivace mouse seriale della TDK 
e l'indispensabile unità floppy da 1.44 
MB 

Il Facal Proxima ci è arrivato con due 
Pentium MMX 166, che noi abbiamo al¬ 
ternato con un Pentium 233 MMX per 
effettuare le varie prove. 

Il cabinet è un bel tower in grado di 
ospitare senza problemi tutte le even¬ 
tuali espansioni che l'utente riterrà ne¬ 
cessarie per il proprio lavoro. 

La dotazione di manualistica è com¬ 
pleta come ottimo costume di questo 
OEM romano, mentre la dotazione 
software si limita al solo sistema opera¬ 
tivo, il già citato più volte Windows 
NT4 Questa scelta minimalista è moti- 


Chipset. Intel e sistemi multi p rocessore 



La scheda madre e una Asus P55T2P4D m grado di accogliere due CPU Pentium oppure un solo processo¬ 
re per Socket 7 dei concorrenti di Intel Questo perché solamente il Pentium è stalo pensalo e realizzato 
per l'uso in parallelo con unità dello stesso tipo 


a Intel è l'unica produttrice di processori e chipset che ha 
—. creduto nei sistemi multiprocessore Già dalla sua 
presentazione il Pentium era stato pensato e realizzato per il 
funzionamento in parallelo di piu unità con la minima dotazione di 
elettronica accessoria. La logica di gestione multiprocessore è stata 
inserita nel chipset Triton HX tanto che è possibile realizzare schede 
madri con due CPU in pratica con una minima aggiunta di 
componentistica. Questa possibilità è stata ovviamente sfruttata 
dalla Intel stessa e da molti produttori in tutto il mondo. In realtà lo 
standard promulgato da Intel prevede la possibilità di far funzionare 
il sistema con CPU funzionanti a diverse velocità di clock, possibilità 
che. a quanto ci risulta, non è stata implementata da nessun 
produttore per ragioni di costi e semplicità costruttiva. 

La possibilità di costruire sistemi con due processori utilizzando la 
componentistica comunemente impiegata per i sistemi 
"consumer" ha portato ad una riduzione dei costi e aU'ampliamento 
delle aziende in grado di produrre sistemi di questo tipo. 

Questo fatto, accompagnato dall'avvento di Windows NT, il primo 
sistema operativo di grande successo e diffusione in grado di 
sfruttare effettivamente la presenza di piu processori, ha 
definitivamente portato questa tecnologia nel negozio sotto casa 
con i conseguenti ed immaginabili benefici in termini di semplicità 
operativa e costi. 

Intel non è stata seguita su questa strada dai concorrenti che 
evidentemente pensano a questa tipologia di personal come ad una 
nicchia del mercato. Purtroppo però il nuovo chipset di Intel per 


processori su Socket 7 rappresenta una involuzione in quanto il 430 
TX non implementa la logica di controllo necessaria alla gestione di 
più processori. Di fatto con il prossimo pensionamento dell'HX 
l'Intel mette la parola fine al multiprocessing per i Pentium e 
Pentium MMX. invero prematuramente visto l'incredibile rapporto 
prezzo/capacità di calcolo raggiunto. 

Il presente e il futuro dei sistemi che utilizzino più CPU è basato sul 
Pentium Pro. sul Pentium II e sui suoi successori Sono in 
commercio già da qualche tempo schede madri in grado di ospitare 
2 o 4 Pentium Pro utilizzando il chipset Intel 440FX Da poco è 
disponibile sul mercato il nuovo chipset Intel 440LX in grado di 
gestire un massimo di 2 Pentium II Le capacità di calcolo di questi 
sistemi sono ovviamente molto elevate come pure il loro costo: 
basti pensare alla cifra necessaria all'acquisto di una coppia di 
Pentium II 

Dal punto di vista della realizzazione di sistemi multiprocessore il 
Pentium Pro é avvantaggiato rispetto al Pentium II mentre con il 
primo possono essere realizzati sistemi che utilizzano fino a 4 CPU 
in parallelo (con chipset Intel), con il secondo è previsto un 
massimo di due unità. Questa limitazione sarà superata con il 
successore del Pentium II, atteso per il prossimo anno. 

Nelle pagine seguenti troverete, a cura di Corrado Giustozzi, alcune 
note ''teoriche” sulla tecnica della elaborazione parallela. Come 
avete avuto modo di apprezzare in questa prova la tecnica è molto 
interessante come pure gli sviluppi futuri. Ne parleremo ancora 

Luca Argelelli 


MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997 


221 



















Abbiamo utilizzato la nostra Suite per evidenziare i vantaggi del vero multita¬ 
sking su di un sistema multiprocessore a confronto ' risultati ottenuti lancian¬ 
do contemporaneamente due sessioni con quelli ottenuti da una singola ses¬ 
sione In questo caso uno o due processi attivi non fanno assolutamente diffe¬ 
renza Come riferimento unitario abbiamo preso un Pentium 200 MMX su 
scheda madre con chipset Intel TX e Windows 95 


MoM IMMMp *» 

1 » ■ , - — ■■ 



Abbiamo fissato una certa sequenza di operazioni su di una immagine con 
Adobe Photoshop 4 eia abbiamo eseguita utilizzando una o due CPU Succes¬ 
sivamente abbiamo montato un Pentium 233 MMX, una delle CPU più pre¬ 
stanti al momento su Socket 7 I risultati riportati in figura mostrano indubita¬ 
bilmente che la soluzione con 2 Pentium 166 MMX porta ai risultati migliori 
Egualmente evidente e come non tutti i procedimenti sfruttino la presenza dei 
due processori ad esempio la maschera di contras lo. che sfrutta le esrens/oni 
MMX, risulta piu veloce con il P233 É evidente che con applicativi non multi- 
thread i vantaggi di una simile configurazione sarebbero nulli Con il giusto 
software le prestazioni del sistema sono molto elevate senza raggiungere ov¬ 
viamente il raddoppio delle prestazioni visto che comunque gran parte delle ri¬ 
sorse della macchina sono ovviamente unificate IRAM, L2 cache, HD I. 



vata dall'uso presunto che si farà della 
macchina: chi decide di acquistare una 
macchina con più processori certo non 
è un neofita ma probabilmente un pro¬ 


fessionista capace di sfruttare tutta la 
potenza disponibile con applicativi che 
effettivamente traggono vantaggio dal¬ 
la presenza di più processori, program- 


Simmetria e sincronizzazione 


O ggigiorno, come dimostrato dall'arti¬ 
colo. si può avere una macchina a due 
processori ad un costo praticamente irriso¬ 
rio rispetto alla potenza sviluppata. In passa¬ 
to invece i sistemi a due o più processori 
erano riservati ai soli mainframe di fascia al¬ 
tissima. L'architettura multiprocessore è in¬ 
fatti assai più critica, e dunque costosa, ri¬ 
spetto a quella monoprocessore per via dei 
molti problemi implementativi che pone sia 
a livello di hardware che di sistema operati¬ 
vo: si pensi alle problematiche connesse al¬ 
la divisione dei compiti fra le vane CPU ed 
alla sincronizzazione tra di esse, del tutto 
inesistenti in un sistema tradizionale Una 
soluzione efficiente a questi problemi è sta¬ 
ta trovata solo in anni recenti: poi, con l'affi¬ 
namento della tecnica realizzala, è arrivata 
la standardizzazione ed infine l'abbassamen¬ 
to dei costi implementativi 

Multiprocessing simmetrico 

Un primo passo è stato la messa a punto del 
multiprocessing cosiddetto "simmetrico" 
All'inizio tutti gli studi si concentrarono sui 
piu semplici sistemi "asimmetrici" o "ma¬ 
ster-slave". in cui un processore "comanda" 
sugli altri. In essi una sola CPU fa girare il 
kernel del sistema operativo ed ovviamente 
lo scheduler, mentre le altre fanno girare so¬ 
lo pezzi di software applicativo Sistemi del 


di Corrado Giustozzi 

genere sono abbastanza facili da realizzare 
perché poco critici: la loro struttura infatti 
evita a monte tutti i problemi causati dalla 
presenza di codice non rientrante nel siste¬ 
ma operativo, e soprattutto quelli dovuti a 
"deadlock" o aggiornamenti concorrenti del¬ 
le strutture chiave del sistema operativo 
stesso da parte di piu CPU. Tuttavia non so¬ 
no affatto efficienti quanto a throughput: una 
CPU (quella master) è quasi sempre sovrac¬ 
carica mentre le altre, pur essendo magari li¬ 
bere. non possono alleviarla in quanto non 
possono far girare codice privilegiato 
La soluzione del multiprocessor "simmetri¬ 
co" (SMP. Symmetric Multi Processing), do¬ 
ve tutte le CPU sono paritetiche e fanno gi¬ 
rare anche parti del sistema operativo, è na¬ 
ta in seguito. Essa è molto più efficiente ma 
assai più critica da realizzare: il sistema ope¬ 
rativo deve infatti essere "a prova di bom¬ 
ba" ed appositi meccanismi devono evitare l 
citati problemi di deadlock causati dal fatto 
che più CPU assieme possono accedere e 
modificare le sue strutture chiave 

Sincronizzazione della memoria 

Un nuovo problema creato dall'uso delle 
moderne CPU nei sistemi multiprocessore 
è dovuto alla presenza delle cache locali. Il 
contenuto di tutte le cache va infatti sin¬ 
cronizzato per evitare che una stessa loca¬ 


mi certamente specializzati e costosi. 
Non avrebbe dunque senso gravare 
l'utente del costo di uno di quei pac¬ 
chetti di applicativi a metà strada fra lu¬ 
dico e serio che non sarebbero comun¬ 
que sfruttati dall'utente tipo che abbia¬ 
mo immaginato. 



Se piU CPU accedono alla memoria direttamente 
non si creano problemi di sincronizzazione 


zione di memoria centrale, qualora copiata 
nelle cache di due CPU differenti, possa 
subire in queste ultime modifiche indipen¬ 
denti; in caso contrario si creerebbe una 
grave incoerenza, dato che almeno una 
CPU agirebbe su un dato sbagliato. E’ ov¬ 
vio che il problema non si porrebbe se tut¬ 
te le CPU avessero accesso diretto alla 
RAM è la presenza della cache a crearlo 
Per risolverlo, i più recenti processori Intel 
(Pentium Pro e Pentium II) contengono al 
proprio interno sia la cache di secondo li¬ 
vello sia la logica di sincronizzazione verso 
altre CPU, essi consentono dunque di im¬ 
plementare sistemi a più processori utiliz¬ 
zando motherboard semplificate, e dunque 
in modo facile ed economico, I normali 
Pentium invece, benché predisposti per il 
funzionamento multiprocessore, non pos¬ 
siedono tale logica che deve dunque esse¬ 
re implementata nella motherboard 

Le specifiche standard 

Dunque per fare un sistema SMP servono 








































































Ecco i due Pentium MMX 
montati fianco a fianco La 
dotazione originale è costi¬ 
tuita da due processori In¬ 
tel da 166 MHz ai puah ab¬ 
biamo affiancato una CPU 
Pentium 233 MMX per 
eseguire le prove a diversi 
clock 


Prestazioni 

Questo è un capitolo particolare e un 
poco delicato. Per prima cosa dobbiamo 
dire che la macchina ha funzionato per¬ 
fettamente in tutte le configurazioni nel¬ 
la quale la abbiamo utilizzata: alla par¬ 
tenza il BIOS prima e il sistema operati¬ 
vo poi riconoscono la presenza di uno o 
due processori in modo del tutto traspa¬ 
rente all'utente. 



La presenza delle cache locali, contenenti copie 
indipendenti dei dati della memoria, crea invece 
problemi di sincronizzazione fra le varie CPU 


almeno due cose "speciali", il BIOS ed il 
sistema operativo stesso, che devono an¬ 
che interfacciarsi in modo opportuno se si 
vuole che il tutto funzioni. Fortunatamente 
l'industria, per impulso di Intel ma con la 
collaborazione dei principali OEM e co¬ 
struttori di BIOS e motherboard, si è re¬ 
centemente allineata su una piattaforma 
multiprocessore standardizzata descritta 
da rigide specifiche Windows NT le rispet¬ 
ta, e dunque può girare sulle motherboard 
con esso compatibili e mettersi a funziona¬ 
re in modo SMP del tutto automaticamen¬ 
te e senza interventi dell'utente. 

E' l'introduzione di queste specifiche, giun¬ 
te attualmente alla versione 1.4, che con¬ 
sente oggi di realizzare sistemi SMP aperti 
ed economici, basati su componenti stan¬ 
dardizzati e dunque intercambiabili. 


Windows NT permette l'utilizzo di 
quasi tutti gli applicativi DOS, W31, 
W95. In questo caso non esistono van¬ 
taggi rispetto ad un sistema monopro¬ 
cessore soprattutto nel caso che si la¬ 
vori con una sola applicazione alla volta. 
Ovviamente le cose cambiano se si uti¬ 
lizzano più programmi contemporanea¬ 
mente: in questo caso i vantaggi del ve¬ 
ro multitasking sono evidenti. In figura 
1 abbiamo riportato i risultati ottenuti 
con la nostra Suite nel caso della esecu¬ 
zione di due sessioni contemporanee a 
confronto con una eseguita singolar¬ 
mente. Certo è un caso assai particola¬ 
re perché è un assurdo tecnologico uti¬ 
lizzare codice di questo tipo su questo 
tipo di sistema. In pratica i risultati otte¬ 
nuti sono gli stessi, ovvero i due pro¬ 
cessi sono distribuiti sui due processori 
ed eseguiti contemporaneamente. Le 
piccole variazioni rispetto al caso di un 
solo applicativo in esecuzione sono do¬ 
vute al fatto che comunque esistono ri¬ 
sorse condivise come ad esempio la ca¬ 
che di secondo livello. 

L'altra prova che abbiamo eseguito è 
una sene di manipolazioni di una imma¬ 
gine con Adobe Photoshop 4. un appli¬ 
cativo in grado di sfruttare al meglio la 
presenza di due processori. Fissata la 
sequenza di operazioni il test è stato ri¬ 
petuto con una sola CPU 166 e in se¬ 
guito con un Pentium 233 MMX I risul¬ 
tati sono visibili in figura 2 

Per prima cosa i tempi relativi al cari¬ 
camento del file JPEG sono sostanzial¬ 
mente simili in tutti i casi perché co¬ 
munque la scheda madre lavora ad un 
clock di 66 MHz e conseguentemente 
le prestazioni inerenti il trasferimento 
dei dati non sono influenzate della pre¬ 
senza di uno o due processori. È molto 
interessante osservare come traggano 
vantaggio dalla presenza di due proces¬ 
sori solo alcune operazioni mentre altre 
risultano addirittura più lente. È ad 
esempio il caso della maschera di con¬ 
trasto il cui codice sfrutta le estensioni 
MMX ed evidentemente non può esse¬ 


re eseguito parallelamente dalle due 
CPU. Al contrario operazioni come la 
conversione dal modo RGB-CMYK sono 
un tipico esempio dei vantaggi della 
esecuzione parallela con un aumento 
della velocità di esecuzione esattamen¬ 
te pari al 100%. Negli altri casi il vantag¬ 
gio non è cosi marcato ma è comunque 
evidente. In pratica, quando il codice lo 
permette. 2 Pentium 166 vanno meglio 
di un Pentium 233. Purtroppo non ab¬ 
biamo al momento la possibilità di con¬ 
frontare questo sistema con uno basato 
su di un Pentium II o su di un Pentium 
Pro. Chissà che due processori sul vec¬ 
chio Socket 7 non possano prendersi 
qualche tardiva soddisfazione sul novel¬ 
lo processore per Slot 1 ? 

I vantaggi sostanziali di un sistema 
multiprocessore sono evidenti con pro¬ 
grammi multithread mentre in pratica 
non si ottengono miglioramenti con ap¬ 
plicativi scritti e compilati si da essere 
visti dal sistema come un unico thread. 
Ahinoi, questa evenienza è ancora piut¬ 
tosto comune ma non va ascritta alla 
sola cattiva volontà dei programmatori 
ma anche a quella dei produttori di si¬ 
stemi operativi e compilatori che spes¬ 
so forniscono prodotti che. pur promet¬ 
tendo mirabilia, alla prova dei fatti si ri¬ 
velano appena (o per nulla) superiori ai 
precedenti. Perché una software house 
dovrebbe spendere tempo e denaro per 
riscrivere del codice già ottimizzato per 
ottenere vantaggi mimmi o nulli? 


Considerazioni finali 

Il rapporto prezzo-potenza di questo 
personal è ottimo ma va puntualizzato 
ancora che la grande capacità di calcolo 
è sfruttabile solamente con applicativi 
adatti I campi di applicazione che possia¬ 
mo identificare sono quelli grafici, tecni¬ 
co-scientifici e gestionali. In questo caso 
un sistema multiprocessore è sicura¬ 
mente avvantaggiato rispetto a personal 
basati su di una sola CPU funzionante ad 
un clock molto elevato, anche e soprat¬ 
tutto da un punto di vista economico In¬ 
fatti l'insieme scheda madre e 2 CPU 
Pentium MMX ad oggi costa meno di un 
sistema basato su di un Pentium II. 

Purtroppo per ragioni di politica com¬ 
merciale Intel ha deciso in pratica di ab¬ 
bandonare i sistemi multiprocessore ba¬ 
sati su CPU per Socket 7 visto che il 
chipset 430HX è prossimo al pensiona¬ 
mento e il successore 430TX non è in 
grado di gestire più di una CPU. Questo 
non toglie che il vero multiprocessing 
accessibile ad un amplissimo pubblico è 
una realtà come testimonia questa otti¬ 
ma macchina della Pacai. Una realtà che 
va promossa e fatta conoscere viste le 
grandi possibilità offerte. 

«e 


223 
































di Andrea de Prisco 




Psion Series 


E' molto probabile 
che all'interno di quest'articolo, entusia¬ 
smi. congratulazioni e superlativi a dir 
poco si sprechino. Fatto sta che voi sta¬ 
te iniziando a leggere ed io sto iniziando 
a scrivere... la prova su strada le nel ve¬ 
ro senso della parola!) di una nuova 
"stella del firmamento informaticolo 
Psion Series 5. che d ora in avanti chia¬ 
merò per brevità Sua Maestà Suprema 
Illustrissima Psione Quinto d'Inghilterra. 
Principe di Palmtop. 

Scherzi a parte, in questo preciso 
istante mi trovo sul Pendolino Ila ' stra¬ 
da ‘ di cui sopra è ferrata), di ritorno da 
un consueto viaggio milanese e reduce 
da due delle infinite conferenze stampa 
settembrine preSMAU 



Indovinate un po' che cosa sto utiliz¬ 
zando per scrivere quest'introduzione 
mentepopodimeno che Irullo di tambu¬ 
ro...) lo Psion 5! Medesimo di persona, 
come direbbe il Grande Totò. 

Grazie alla sua tastiera a dir poco ec¬ 
cezionale (nonostante le ridotte dimen¬ 
sioni) e al suo display a cristalli liquidi 
estremamente ampio (continua a valere 
il commento racchiuso nelle precedenti 
parentesi) offre una digitazione veloce e 
una completa gestione anche di testi 
medio-lunghi. Questo, in barba a quanti 
ingenuamente pensano che un moder¬ 
no 'palmtop' sia da considerare solo ed 
esclusivamente come una più o meno 
evoluta agendina elettronica tuttofare. 

Mi perdonerete, en passant, qualche 


ingenuo errore di battitura: lo Psion 5 in 
prova m queste pagine, come visibile 
nelle illustrazioni, è un esemplare anco¬ 
ra m lingua inglese, ma quando leggere¬ 
te queste righe sarà disponibile in ver¬ 
sione localizzata per il nostro paese 
Correttore ortografico compreso! 

Già, il programma di trattamento testi 
(continuo con alcune anticipazioni asso¬ 
lutamente fuori scaletta: è il bello della 
diretta!), pur non essendo la sezione 
software più interessante di Sua Mae¬ 
stà ha ben poco da invidiare perfino ai 
mostri sacri di ’Wmdowsiana' memoria 
E mi riferisco ai prodotti per PC. non a 
quel banale editor di noticme accluso a 
Windows CE e fregiato dell'immeritato 
titolo di Microsoft Pocket Word (tanto 


224 


MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997 














Psion Series 5 


Psion Series 5 


Produttore: 

Psion PLC 
London - UK 
Distributore: 

Video Computer SpA 
Via Antonelli, 36 

Collegno (TOI - Tel 01 1/4034828 
Prezzi al pubblico (IVA esclusa): 

Psion Series5 -4 MB RAM Ut. 1 198.000 

Psion Series 5-8 MB RAM Ut 1.398 000 

NB: i prezzi includono il cavetto seriale e il softwa¬ 
re di comunicazione PsiWin 2 0 per Windows 


di cappello, di contro, per la versione da 
cui derivai. 

Dopo le mai sedate diatribe Coppi-Bar- 
talì, Alfisti-Lancisti, Nordisti-Sudisti. Ro¬ 
manisti-Laziali <o Juve-Toro/Milan- 
Inter/Genoa-Samp se preferiteI è la volta 
di Psion 5 contro l'intero universo di Win¬ 
dows CE, adottato a furor di Microsoft 
da "decinaia" di costruttori di elettronica 
palmare in tutto il mondo Se vogliamo, il 
prode Davide contro il gigante Golia, cor¬ 
si e ricorsi storici di sempre sui quali è 
facile scommettere, ma come sempre 
l'evoluzione effettiva degli eventi può ri¬ 
servare più d'una sorpresa. Pagine di 
storia ancora da scrivere, delle quali si sa 
solo che la discussione in atto, appena 
iniziata, andrà avanti per le lunghe. 




Il dispositivo di apertu¬ 
ra dello Psion 5 e tan¬ 
to raffinato quanto ge¬ 
male La tastiera si ab¬ 
bassa e si melma ver¬ 
so l'utente Comodo il 
Supporto per lo scher¬ 
mo. non fa ribaltare il 
palmtop utilizzando la 
penna di puntamento 

Psion, nei con¬ 
fronti degli attuali 
prodotti Windows 
CE. come avrete 
modo di rendervi conto leggendo que¬ 
ste pagine, ha una schiacciante superio¬ 
rità tecnologica sia nel software che 
nell'hardware. Microsoft, dal canto suo, 
è notoriamente padrona assoluta dell'u¬ 


niverso informatico ed è ben in grado di 
decidere perfino il buono e cattivo tem¬ 
po nel passato, presente e futuro del 
mercato consumer. 

Una lotta, se vogliamo, ad armi impari 



Provate a digitare qualcosa Non sentirete il feeling dei tasti, ma l'abbiamo riprodotta per voi a grandezza naturale Come vedete è piu grande di quel che sembra 

MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997 225 








Psion Series 5 



ora in un verso ora in un altro a seconda 
dei punti di vista. Sempre a favore di 
Psion, pour parler, troviamo milioni di 
utenti pienamente soddisfatti dei prece¬ 
denti modelli (il sottoscritto, ad esem- 


ln alto il comparto per 
le pile stilo, a lato il 
planisfero sul quale 
Indicare la nostra po¬ 
sinone sul gioito 



pio, è allo stato attuale un felice pos¬ 
sessore del Series 3a) ben lieti di passa¬ 
re alla nuova generazione lungamente 
attesa. E poi (altra anticipazione), dicia¬ 
molo francamente: lo Psion 5 sarà an¬ 
che il più acerrimo nemico di Windows 
CE, ma al contempo è forse il miglior 
partner di Windows 95, col quale si in¬ 
tegra amalgamandosi fino all'inverosi¬ 
mile. Grazie al software PsiWin 2.0 e al 
cavetto seriale accluso al sistema, il li¬ 
bero e immediato interscambio dati tra i 
due mondi (con tanto di sincronizzazio¬ 
ne file e traduzione automatica dei for¬ 
mati utilizzatiI diventa proprio un gioco 
da ragazzi. Immediatamente dopo l’in- 


giornati nei due sistemi. Automatica¬ 
mente, volendo senza far altro che col¬ 
legare il cavetto seriale tra Psion e PC, 
entrambi accesi e ben consci di quel 
che sta per succedere. 

Dopo il mouse, lo Psion 5 ha proprio 
tutte le carte in regola per diventare 
l'appendice elettronica più importante 
del vostro computer da tavolo. 

Checché ne dicano i più quotati anali¬ 
sti di mercato di tutto il mondo... 


Un gioiello 


ra stile notebook e un display a cristalli 
liquidi grande quasi come l’intero co¬ 
perchio superiore, il paragone appare 
ancora più calzante, Se poi meditiamo 
sul fatto che il suo sistema operativo, 
Epoc, è a 32 bit; di analoga "portata' è il 
microprocessore RISC utilizzato (un 
ARM 710 cioccato a 18.432 MHz, equi¬ 
valente - dicono - a un 486 SX a 33 
MHz); la RAM interna può essere di 4 o 
8 megabyte e utilizza dischi a stato soli¬ 
do da 4 o 10 MB (in attesa che tagli an¬ 
cora più grandi si rendano disponibili) 
sarà anche un cucciolo, ma promette 
proprio benel 


stallazione software, Windows 95 mo¬ 
strerà sulla sua scrivania un 'icona in più 
denominata "My Psion". Con questa ac¬ 
cederemo senza problemi al nostro or- 
ganizer collegato (è sempre troppo ri¬ 
duttivo indicarlo come tale), come fosse 
un " banale " disco di rete cui si ha acces¬ 
so. Così i nostri file di Office (Word, Ex¬ 
cel, Schedu!e+. Access) e non solo di 
Office, diventeranno file di Psion e vice¬ 
versa. Per avere sempre a portata di 
mano (e senza tante storie) tutti i nostri 
file più importanti, vicendevolmente ag- 


Ammettiamolo apertamente: lo Psion 
5 è senza tema di smentita (nonostante 
la soggettività dell’affermazione) uno 
degli oggetti più belli mai partoriti dal¬ 
l'industria dell'elettronica di consumo 
Non c'è stata una sola persona, alla 
quale ho mostrato l'oggetto, che non 
sia rimasta letteralmente affascinata 
dal design "mozzafiato" proposto dal 
nuovo modello, Già del precedente 3a 
scrissi a suo tempo che sembrava pro¬ 
prio un "cucciolo di computer". Ora che 
il nuovo nato sfoggia una geniale tastie¬ 


Fiato alle trombe 

In posizione aperta, la tastiera scivola 
magicamente in avanti, inclinandosi 
verso l'utente e posizionandosi ad una 
"quota" dal piano d'appoggio qualche 
millimetro più bassa offrendo conte¬ 
stualmente una migliore ergonomia 
d'utilizzo. Il display, durante la sua rota¬ 
zione, si sposta anch’esso in avanti ap¬ 
poggiandosi al corpo posteriore che 



A sinistra i pulsanti pei l'attivazione "esterna" del registratore digitale. Al centro l'alloggiamento per le CompactFlash Card, a destra la batteria di backup 


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MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997 









Il display dello Psion Series 5. come quello di molli altri concorrenti moderni, è debolmente retroillummato 
Si tratta, In realtà, di un'arma a doppio taglio in quanto in condizioni di illuminazione normale la pannello 
spentoI lo sfondo non riflette a sufficienza la luce ambiente disponibile 


contiene l'elettronica e il comparto per 
le due pile stilo di alimentazione. Gra¬ 
zie a questo raffinato meccanismo di 
apertura e soprattutto grazie al fatto 
che il display una volta aperto poggia 
Su un solido supporto, utilizzando l'ac¬ 
clusa penna sul touch screen per sele¬ 
zionare oggetti o per disegnare si evita 
che il palmtop, non trattenuto manual¬ 
mente. ruoti all'indietro facendo leva 
sul piano d'appoggio. In tutta sincerità 
non mi ero accorto di questo prezioso 
benefit fino a quando non ho visto ca¬ 
tapultarsi sotto i miei occhi un altro or- 
ganizer (non faccio il nome per ovvi 
motivi... tanto sono tutti affetti dallo 
stesso problema) che doveva essere 
trattenuto con la mano sinistra mentre 
la destra era impegnata ad utilizzare 
con la pennina il touch screen. 
Torniamo alla tastiera. Completa sot¬ 
to ogni aspetto, offre una disposizione 
tasti assolutamente standard in scala 


ridotta. Righello alla mano, tra la Q e la 
P (comprese) del nuovo Psion ci corro¬ 
no 14.5 cm contro i 19 cm di una ta¬ 
stiera da tavolo (sempre prendendo co¬ 
me riferimento le due lettere di cui so¬ 
pra). Per gli utenti dalla calcolatrice fa¬ 
cile, equivale ad uno scarto percentua¬ 
le del 23.7 per cento. Inoltre, dividen¬ 
do 14.5 cm per 10 (il numero dei tasti 
tra la Q e la P) otteniamo uno spazio 
tra le lettere di ben 14.5 mm, sufficien¬ 
ti anche a chi ha le estremità cicciottel- 
le (considerate che si digita con la pun¬ 
ta dei polpastrelli, quindi se vi state mi¬ 
surando le dita - certi vizi non si perdo¬ 
no mai! - cercate di non barare!). 

La barra spaziatrice è, sempre in rap¬ 
porto alle grandezze in gioco, di gene¬ 
rose dimensioni (come si addice ad 
una tastiera vera), la corsa dei tasti è 
più che sufficiente e offre una precisio¬ 
ne di funzionamento più che accettabi¬ 
le. L'unico tasto un po' sacrificato è il 



TAB, mentre apprezziamo la presenza 
dello SHIFT di destra e i comandi di 
controllo cursore giustamente disposti 
a *1* rovesciata e posizionati in basso a 
destra dove è naturale incontrarli. Il 
BackSpace preceduto da SHIFT ha fun¬ 
zioni di Delete (cancella i caratteri da¬ 
vanti al cursore), mentre la consueta 
quartina PageUp, PageDn, Home ed 
End è disponibile in seconda battuta 
utilizzando il tasto Fn. Con questo si 
accede a tutte le funzioni serigrafate in 
basso, da alcuni segni di interpunzione 
secondari agli operatori matematici. 
Sempre tramite tasto Fn accediamo al- 
l'Help in linea, alla composizione auto¬ 
matica dei numeri telefonici (basta av¬ 
vicinare la cornetta telefonica alla ta¬ 
stiera per effettuare la chiamata), pos¬ 
siamo regolare elettronicamente il con¬ 
trasto del display o attivare la sua re- 
troillummazione. 

La superficie sensibile del touch 
screen è maggiore dell'area visualizza¬ 
bile (695x280 pixel contro 640x240) e 
questo ha permesso ai progettisti dello 
Psion 5 di includere alcuni comandi at¬ 
torno al display. Sono attivabili anche 
con le dita, stando attenti solo a non 
lasciare impronte sullo schermo (di¬ 
pende anche da quanto siamo emozio¬ 
nati...). Partendo dall'alto troviamo il 
comando per la visualizzazione dei me¬ 
nu (richiamabili, come per i precedenti 
modelli, anche da un omonimo tasto 
situato accanto alla barra spaziatrice), 
una scorciatoia per le operazioni di Ta¬ 
glia & Incolla, la regolazione dello 


Peter Pan e l'isola che non CE 

Se vogliamo, è tutta colpa della WindowsCE-mania, che ha ispira¬ 
to (ma non contagiato) la Psion Computer PLC di Londra. E' stato un 
bene. 6 stato un male, solo ai posteri (molto prossimi, quando si par¬ 
la di informatica) Thardua" sentenza 

Volendo essere molto critici, lo Psion 5, della filosofia di Windows 
CE, ha adottato solo... la parte peggiore: il touch screen, la pennina 
prét-à-porter e l'amata/odiata reiroillummazione del display Ringra¬ 
ziando Iddio la nuova interfaccia utente non rinnega piu di tanto la ra¬ 
pidità e l'immediatezza di quella precedente (dei modelli 3a. 3c. Sie¬ 
na) tant'è che fino a quando non 
dobbiamo disegnare qualcosa sul¬ 
lo schermo possiamo benissimo 
fare a meno di utilizzare lo scomo¬ 
do strumento di puntamento. Tutti 
i menu e le funzioni principali sono 
richiamabili anche tramite scorcia¬ 
toie da tastiera, a tutto vantaggio 
della rapidità d'uso una volta presa 
la mano (è sufficiente al massimo 
un breve apprendistato di qualche 
decina di minuti..,). 

La pennina la possiamo anche 
dimenticare per sempre (o quasi) 
nel suo alloggiamento laterale, ma 
siamo costretti a subire comunque 


di Andrea de Prisco 

la presenza del touch screen davanti al display che ruba non poca vi¬ 
sibilità per la sua eccessiva riflettenza. 

A peggiorare ulteriormente la visibilità, per quanto strano possa 
sembrare, concorre non poco il pannello di retroillummazione. Quan¬ 
do è spento (nella maggior parte dei casi se non siamo sonnambuli) 
riflette molta meno luce ambiente di uno schermo assolutamente 
passivo, qual era quello presente nella precedente 3a. Risultato: nella 
stragrande maggioranza dei casi, tutti questi nuovi palmtop con aspi¬ 
razioni "Wmdowsiane' (la lamentela vale sia per il nuovo Psion che 

per tutti i modelli Windows CE pre¬ 
sto sul mercato) offrono una visibi¬ 
lità dello schermo . soggettiva 
Fossi Psion proporrei anche per il 5 
(come avviene per il 3c nel Regno 
Unito) una versione non retroillumi¬ 
nata. Al touch screen è davvero dif¬ 
ficile rinunciare, speriamo solo che 
riescano presto a realizzare sovra- 
schermi assolutamente trasparenti. 
Oppure optare per un altro sistema 
di rivelazione di posizione, ad esem¬ 
pio una rete di sensori lungo il peri¬ 
metro del display, come avveniva 
tanti, tanti anni fa sull'HP 150. 
Quello, però, era un desktop... 





A confronto il display del Series 5 con quello del precedente 3a La visibi¬ 
lità è peggiorata, tutta colpa del touch screen e del pannello backlite. 


MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997 


227 








Psion Series 5 


zoom di schermo (per caratteri e icone 
di maggiore o minore dimensione, non 
ha effetto sulla stampa dei documenti) 
La fila in basso dà accesso alle applica¬ 
zioni di sistema e ad altri programmi 
eventualmente presenti 
Da sinistra troviamo System, per la 
gestione file e tutte le impostazioni di 
sistema; Word, potente programma di 
elaborazione testi; Sheet, foglio elet¬ 
tronico Excel/Lotus compatibile; Data, 
programma di archiviazione per qual¬ 
siasi tipo di utilizzo; Agenda, basta la 
parolai, Time, per impostare data, ora. 
sveglie e fuso orano internazionale. 
Cale, calcolatrice aritmetica o scientifi¬ 


ca; Sketch, per disegnare direttamente 
sullo schermo dello Psion 5 L'icona 
Extras fa emergere ulteriori programmi 
a corredo e tutti quelli inseriti successi¬ 
vamente: Record è il registratore digi¬ 
tale utilizzabile anche esternamente 
tramite i tasti disponibili sul lato ante¬ 
riore della macchina; Speli è il corretto¬ 
re lessicale richiamabile anche dall'ela¬ 
boratore testi (in italiano nelle macchi¬ 
ne m vendita nel nostro paese); 
Comms è un emulatore di terminale; 
Bombs è lo stesso gioco presente in 
Windows e li denominato ‘Campo mi¬ 
nato’. OPL dà accesso al linguaggio di 
programmazione residente (per chi 


non si accontenta) 

Manca all'appello, come avrete cer¬ 
tamente notato, un valido gestore di 
posta elettronica, un software di navi¬ 
gazione Internet tipo Netscape (Explo¬ 
rer di Microsoft sarà difficile vederlo da 
queste parti... anche se non è detto 
Bill Gates dopo l'affare Apple potrebbe 
comprarsi anche delle quote della 
Psion PLC) e uno di ncezione/invio fax 
Niente paura: tutt'e tre le applicazioni 
saranno presto disponibili gratuitamen¬ 
te per tutti gli utenti direttamente sul 
sito della casa madre o su quello della 
Video Computer, distributore esclusivo 
per l'Italia dei prodotti Psion. 


Ti vo g lio bene... , , , 

di Andrea de Prisco 


... dobbiamo stare vicini-vicini Paperissima Sprint (tutte le sere 
: d'estate, su Canale 5, dopo il TG) potrebbe aver contagiato finan¬ 
che la Psion nella realizzazione di queiraltro diadema di PsiWm 2.0 

Software, tra l'altro, fornito a corredo del Series 5 assieme al ca¬ 
vetto di collegamento seriale di tipo ’light" (senza interfaccia in 
mezzo come avveniva per i precedenti modelli 3 e 3a). che se fos¬ 
se venduto separatamente a due o trecentomila lire le varrebbe si¬ 
curamente tutte, fino all'ultima 

Terminata sulla macchina Windows la rapida installazione da CD¬ 
ROM. è sufficiente collegare (anche ‘a caldo') lo Psion 5 alla porta 
seriale. Nessun settaggio particolare da compiere, nessuna compli¬ 
cazione a sorpresa, come sarebbe logico attendersi quando due 
mondi diversi si incontrano. Perfino l'identificazione iniziale dell'u¬ 
tente avviene automaticamente, prelevando l'informazione dallo 
stesso Psion collegato. 

Sul desktop di Windows 95 compare una nuova icona, 'My 
Psion' che ci permette di accedere alla memoria del Series 5 e alle 
utility di backup dati e sincronizzazione file con una semplicità ope¬ 
rativa senza precedenti Inoltre, ogni volta che trasferiamo un qual¬ 
siasi file dal 5 al PC (o viceversa) PsiWm 2.0 automaticamente ne 
analizza il contenuto per proporre la conversione di formato Ad 
esempio (preparatevi a leggere interminabili liste) per un documen¬ 
to di tipo testuale, 
creato con il pro¬ 
gramma di word 
processing dello 
Psion 5. ci verrà 
proposto di conver¬ 
tirlo nei formati 
AmiPro 3.0/3 1. 

Works for Windows 
3 0 WP, Works for 
Windows 4.0 WP. 

WordPerfect 
5.1/5.2, WordPer¬ 
fect 6 0, WordPer¬ 
fect 7.0, Word for 
Windows 2.0, Word 
for Windows 
6 0/95, RTF, TXT 
(MS-DOS), TXT 
(Windows ANSI). 

Un foglio elettronico 
potrà essere con¬ 
vertito in formato 



Lotus 1-2-3 WK1. Lotus 1-2-3 WK3/WK4. Excel 4 0, Excel 5 0/95. 
QuattroPro 5.0, QuattroPro 6 0, QuattroPro 7.0, Works for Win¬ 
dows 3.0 SS. Works for Windows 4 0 SS Vi risparmio la lista di 
conversione dettagliata dei file archivio, convertibile sia in formato 
Access che in varie versioni di dBase e FoxPro (oltre, naturalmen¬ 
te. all'universale CSV) Stesso discorso per i dati memorizzati nel¬ 
l'agenda, sincronizzabili con il nostro Lotus Orgamzer 2.1. 97 e 
Schedule+ 7 0/7. Oa, per avere sempre appuntamenti e impegni vi¬ 
cendevolmente aggiornati sia sul palmtop che sul PC da tavolo. 

Il 'banale' backup dei file Psion può avvenire su richiesta dell'u¬ 
tente o automaticamente una volta la settimana, una volta al mese, 
ogni volta che colleghiamo le due macchine. Da segnalare, per fini¬ 
re. due particolarità: possono essere conservate sino a sei prece¬ 
denti sessioni di backup (in modo da poter ripescare anche vecchie 
versioni di file) e durante l'operazione automatica sia lo Psion che il 
PC possono continuare ad operare singolarmente e comunicare tra 
loro. In altre parole, se abbiamo impostato il backup automatico ad 
ogni connessione, appena colleglliamo i due apparecchi partirà la 
copia di sicurezza dei file (dura al massimo un paio di minuti) ma 
non per questo non possiamo, parallelamente, copiare e convertire 
documenti per conto nostro tra Psion 5 e PC. 

E il bello è che funziona' FUNZIOOONAAAA! I! 



Installato PsiWm 2.0 abbiamo a disposizione la nuova icona "My Psion che 
dà accesso al palmtop e permette il backup e la sincronizzazione dei dati 

































Psion Series 5 


Connettività 

L'interfacciamento dello Psion 5 col 
mondo esterno è assicurato da un'in¬ 
terfaccia seriale (a 115.000 bps!). da 
una porta a raggi infrarossi compatibile 
IrDA (inspiegabilmente inutilizzabile per 
lo scambio file con i fratelli minori 3c e 
Siena. . ci penserà qualche accanito 
programmatore PD a colmare la lacuna) 
e dalla presenza di un alloggiamento 
per schede di memoria in standard 
CompactFlash Card, utilizzabili come 
hard disk rimovibili a stato solito. La 
stampa dei file può avvenire tramite 
porta seriale, porta a raggi infrarossi o 
tramite computer da tavolo (cui è ovvia¬ 
mente connessa una stampante) colle¬ 
gato via cavetto e software PsiWin 2.0, 
forniti a corredo, al Series 5. 

Quella che può apparentemente 
sembrare una grave mancanza, l'as¬ 
senza di un alloggiamento interno per 
schede (in particolare modem) in for¬ 


mato PCMCIA, presente invece nelle 
macchine Windows CE, è in realtà una 
precisa scelta progettuale della casa 
madre londinese. Le cosiddette PC- 
card, infatti, essendo progettate per i 
notebook (sui quali pure 'pesano' signi¬ 
ficativamente) hanno un consumo 
energetico troppo elevato per la fonte 
di alimentazione di un palmtop, noto¬ 
riamente basata su una coppia di pile 
stilo o analoga capacità ricaricabile. In¬ 
serire un dispositivo PCMCIA in un 
palmtop a pile vorrebbe dire ridurre 
drasticamente l'autonomia elettrica, ri- 
ducendola da molte ore a poche deci¬ 
ne di minuti, sicuramente insufficienti 
per un utilizzo accettabile dell'oggetto. 
Psion ha in catalogo un adattatore 
esterno per PCcard. non a caso ali¬ 
mentato da ben quattro pile stilo, col 
quale è possibile utilizzare qualsiasi ti¬ 
po di fax/modem disponibile in questo 
formato, senza gravare minimamente 
sulle pile presenti nella macchina. 


Tutta questa premessa, però, per ar¬ 
rivare a ben altra conclusione (e taglia¬ 
mo la testa al topo!). E' assai probabile 
che chi utilizza un oggetto tascabile co¬ 
me uno Psion 5 non abbia più di tanto 
la necessità di collegarlo alle linee te¬ 
lefoniche domestiche, ma sia interes¬ 
sato (ben più appetibilmente) ad utiliz¬ 
zare il proprio telefono cellulare GSM 
per mandare fax o consultare rapida¬ 
mente la posta elettronica. I cellulari 
GSM più recenti, come il Nokia 8110 (il 
telefono-schiaffo) o l'Ericsson GF788 
(il telefono-accendino), permettono 
l'interfacciamento diretto via software 
e porta seriale senza bisogno di 
hardware in mezzo (era ora!). Quanto 
scommettiamo che Psion (o i corri¬ 
spondenti costruttori telefonici più lun¬ 
gimiranti) nasceranno al più presto 
software e cavetti di collegamento di¬ 
retto se non addirittura proposte di 
vendita in bundle dei due apparecchi? 
Chi vivrà vedrà... 


Information for experienced Psion Users 

( lasciamo p arlare il manuale) 


Il 'Series 5' è il primo di una nuova serie di handheld computer 
Psion. Alcuni dei suoi programmi condividono gli stessi principi di 
base di quelli inclusi nei computer della precedente 'Series 3'. ma 
ci sono nuovi programmi e nuove caratteristiche da tener presente. 

• Lo Psion 5 è piu potente, più veloce e dispone di una maggiore 
quantità di memoria. Lo schermo è sensibile alla pressione, molte 
azioni e comandi si effettuano più facilmente toccando con la pen¬ 
na sull'empia area di schermo (ad esempio per evidenziare e sele¬ 
zionare). 

• La schermata iniziale (System) mostra sullo schermo cartelle e 
file invece di una lista di file sotto ogni icona-programma. E' possi¬ 
bile aprire un'applicazione cliccando su un suo file o sulla sua icona 
alla base dello schermo. 

• Per ottenere un aiuto su ogni possibile aspetto dello Psion 5 è 
sufficiente premere Fn+Help e digitare l'argomento al quale siamo 
interessati. L'Help System dello Psion 5 è un database di schede ri¬ 
chiamabili in ogni momento e non è limitato al programma attual¬ 
mente m uso. 

• Diversamente dal 3/3a/3c/Siena i file del modello 5 non hanno 
estensioni e non vengono obbligatoriamente memorizzati nelle di¬ 
rectory specifiche dei programmi. 

• Per chiudere da System un programma o un file si richiama la 
funzione 'List Open Files' (sempre presente in alto a destra) sele¬ 
zionando da questa i documenti o le applicazioni da chiudere Del. 
nella schermata System, si utilizza per cancellare i file (è richiesta 
conferma) 

• I nomi dei file non sono limitati ad otto caratteri e possono con¬ 
tenere spazi. Dato che i documenti non sono differenziati da esten¬ 
sioni, non e possibile avere all'interno della stessa cartella due file 
con lo stesso nome, creati da differenti programmi. 

• Le 'scorciatoie' sono state aggiornate per essere compatibili 
con quelle generalmente utilizzate in molte applicazioni PC. Ad 
esempio Control+X non chiude il programma, ma effettua l'opera¬ 
zione di 'Taglia'. 

• I file di archivio e dell'agenda sono ora compressi automatica¬ 
mente quando necessario e quindi non c'è piu lo specifico coman¬ 
do in queste applicazioni. 


• E' possibile utilizzare wild card ('*' e '?') per effettuare ricerche 
nei file di agenda e di archivio. 

• Non è più necessario installare i nuovi programmi è sufficiente 
inserire il disco a stato solido sul quale è fornita l'applicazione per 
vedere comparire automaticamente la sua icona nella barra 'Extras'. 

• Il modello 5 ha un suo proprio adattatore di rete e non è possi¬ 
bile utilizzare quello degli altri modelli. Lo stesso accade per i pre¬ 
cedenti Solid State Disk e, in generale, per qualsiasi prodotto 
software. Solo il cavetto di collegamento del Series 3c può essere 
utilizzato con lo Psion 5. 

• E' possibile utilizzare PsiWin 2.0 per trasferire file dal 3c o dal 
Siena, con traduzione automatica nel nuovo formato. Questo pro¬ 
cesso di conversione può avvenire solo in questo verso. 

• La comunicazione a raggi infrarossi tra il Series 5 e il 3c o il Sie¬ 
na non è supportata. 

• Alcune periferiche come la porta parallela, il Travel Modem e il 
PCcard Modem Adapter sono compatibili con la nuova macchina e 
verrò indicato sulle rispettive scatole. 


Nota di ADP, autore della traduzione/nassunto; PsiWin 2.0 con¬ 
verte anche i file del Series 3a (del resto questi ultimi sono compa¬ 
tibili con quelli del 3c). Non può essere utilizzato il cavetto accluso 
con lo Psion 5 ma è comunque possibile la conversione Addirittu¬ 
ra, nel mio caso, i file sono stati prima trasferiti su Mac (dal mo¬ 
mento che disponevo solo di un cavetto di questo tipo per il 3a) e 
poi trasportati su dischetto sulla macchina Windows collegata allo 
Psion 5. Li sono stati automaticamente riconosciuti come file del 
3a (nonostante provenissero da dischetto) e correttamente conver¬ 
titi nel nuovo formato 5 da PsiWin 2.0. 

Infine, per la gioia di tutti gli utenti dei precedenti modelli, prima 
di chiudere c'è un'altra importantissima novità da segnalare. Quan¬ 
do si ritarda un allarme in azione (agendo sulla barra spaziatrice o 
esternamente sui tasti di registrazione audio) non blocchiamo con¬ 
testualmente per un pan lasso di tempo l'uso della macchina come 
avveniva in precedenza Lo Psion 5 resta completamente operati¬ 
vo, e gli allarmi ritardati si faranno sentire nuovamente solo quando 
sarà il momento. 


MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997 


229 







Psion Series 5 





Quattro "schermate ' relative al nuovo sistema operativo dello Psion 5 lEpoc 32) e due riferibili al potente word processor in¬ 
corporato Quest'ultimo prevede /‘utilizzo di "ospiti * nei suoi documenti Itabelle. grafici, disegni, suoni e perfino alto testi!). 


Le Applicazioni 

Ciò premesso, diamo uno sguardo 
più approfondito alle principali applica¬ 
zioni residenti nelle ROM - ben 6 me¬ 
gabyte! - dello Psion 5 Altri programmi 
(tantissimi) sono in arrivo: prodotti sha¬ 
reware, prodotti commerciali, utility, 
estensioni di sistema. Tra le applicazioni 
esterne più corpose già disponibili se¬ 
gnaliamo 'En Route’, un utile atlante eu¬ 
ropeo con completa ed esauriente car¬ 
tografia in linea, una potente calcolatri¬ 
ce finanziaria, un gestore delle spese 
sostenute (‘Expense Manager - ) e. per 
i religiosi una versione elettronica della 
Sacra Bibbia per comporre facilmente 
omelie o, più semplicemente, per mo¬ 
menti di meditazione e di preghiera 
(non sto scherzando!). 

Torniamo ai programmi inclusi, di se¬ 
rie, nello Psion 5. 

•Word - Tra le caratteristiche princi¬ 
pali del programma di elaborazione testi 


presente all'interno dello Psion 5, oltre 
al già citato correttore ortografico italia¬ 
no, è da segnalare la possibilità di inse¬ 
rire nei documenti oggetti (vivi, vegeti 
ed editabili) di diversa natura, come fo¬ 
gli di calcolo, grafici, disegni, annotazio¬ 
ni sonore e finanche altri documenti te¬ 
stuali. Inoltre offre un funzionamento di 
tipo WYSIWYG (what you see is what 
you get), ovvero la visualizzazione a vi¬ 
deo corrisponde all'effettiva stampa su 
carta del documento editato. Formatta¬ 
zioni, font, dimensioni caratteri compre¬ 
si. Non manca, inoltre, la possibilità di 
utilizzare i fogli di stile, proprio come nei 
prodotti di calibro desktop. 

• Sheet Anche nel programma di fo¬ 
glio elettronico, rispetto a quello (già 
completo) presente nei modelli prece¬ 
denti, è stato compiuto un altro signifi¬ 
cativo balzo in avanti Com'era da atten¬ 
dersi, anche lo spreadsheet è di tipo 
WYSIWYG, abbiamo la possibilità di uti¬ 
lizzare font e caratteri differenti nello 
stesso foglio, colorare con diversi livelli 


di grigio le celle, disporre 
di oltre cento funzioni tra 
matematiche, finanziane, 
statistiche, alfanumeri¬ 
che. logiche, temporali, 
per ogni possibile esi¬ 
genza. I grafici possono 
essere tracciati sia in 2D 
che m 3D e grazie alla 
maggiore potenza di cal¬ 
colo offerta dallo Psion 5 
il ricalcolo dei fogli avvie¬ 
ne in una frazione del 
tempo impiegato dai 
precedenti modelli Stra¬ 
namente manca la possi¬ 
bilità di effettuare il sort 
per righe o per colonne 
(il primo era possibile fi¬ 
nanche con il Series 3a). 

• Data - Compieta- 
mente aggiornato (per 
non dire riveduto e cor¬ 
retto) anche il program¬ 
ma di archiviazione che 
mostra i dati memorizza¬ 
ti sia in forma tabellare 
che come singole sche¬ 
de memorizzate. Nelle ri¬ 
cerche è ora possibile 
utilizzare a volontà carat¬ 
teri jolly (*** e "?") posi¬ 
zionati anche all'interno 
delle parole. Le ricerche 
precedenti vengono 
"messe da parte" in un 
apposito menu pop-up, 
dove possono essere ra¬ 
pidamente chiamate al- 
l'occorrenza. Non man¬ 
ca, anche nel programma di archiviazio¬ 
ne, la possibilità di inserire oggetti 
esterni come annotazioni sonore e im¬ 
magini Che ve ne pare di un indirizzario 
con foto e saluto vocale di ogni archivia¬ 
to? 

• Agenda - Rispetto alla release pre¬ 
cedente, l'agenda è stata compieta- 
mente rivista graficamente ma offre 
un'interfaccia utente altrettanto rapida 
ed immediata. Possiamo inserire imma¬ 
gini, testi, icone e commenti sonori in 
ogni annotazione, sincronizzare i nostri 
dati con quelli di analoghi programmi 
per PC, creare una o più "To-do list" per 
segnare tutte le cose da fare, con o 
senza scadenza temporale. 

• Time - E' il programma gestore de¬ 
gli eventi temporali e tiene conto della 
nostra posizione geografica sul globo 
(specificata manualmente o "puntata", 
via penna, sul planisfero visualizzato) 
onde evitare di svegliarci a Los Angeles 
alle tre di notte per ricordarci dell'ap¬ 
puntamento di mezzogiorno inserito 


230 


MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997 
















Psion Series 5 





quando stavamo in Italia. 
Contestualmente la vi¬ 
sualizzazione dei numeri 
telefonici memorizzati 
nell'archivio viene com¬ 
pletata di prefisso inter¬ 
nazionale in modo da 
avere la stringa numeri¬ 
ca aggiornata, pronta per 
la composizione sonora. 

Buona anche la gestione 
delle sveglie, che preve¬ 
de la ripetizione giorna¬ 
liera, settimanale o limi¬ 
tata ai soli giorni lavorati¬ 
vi (manca solo la selezio¬ 
ne tipo "ogni terzo lunedi 
del mese - , "solo quando 
la luna è piena - , "non 
suonare quando mi gira 
male - , ecc,). 

• Sketch - Permette di 
disegnare a video utiliz¬ 
zando la penna dello 
Psion 5 Gli strumenti a 
disposizione consentono 
di tracciare rettangoli ed 
ellissi (vuoti o pieni), li¬ 
nee spezzate, di utilizza¬ 
re un semplice aero¬ 
grafo, la matita, la gom¬ 
ma per cancellare, inseri¬ 
re testi e icone precon¬ 
fezionate (ce ne sono 72 
disponibili, di ogni tipo). 

L'undo, la possibilità di 
tornare indietro sui pro¬ 
pri passi, è a cinque livel¬ 
li: sono consentiti, in al¬ 
tre parole, cinque ripen¬ 
samenti sul lavoro svolto. Non male! 

• Record Per la registrazione digita¬ 
le di eventi sonori attraverso il microfo¬ 
no incorporato nello Psion 5 Ovvia¬ 
mente "consuma" molta memoria RAM 
(256 o 512 kilobyte per minuto, a se¬ 
conda della compressione impostata) e 
quindi non è il caso di abusarne Le re¬ 
gistrazioni audio possono poi essere 
utilizzate come sveglie ("Alzati, pelan¬ 
drone di un pigrone! ! !") o inserite, co¬ 
me detto, nei documenti del word pro¬ 
cessor, in quelli dell’archivio o nelle an¬ 
notazioni dell'agenda ("ricordati che de¬ 
vi morire... - ). 

• Comms - Sebbene, dallo scoppio di 
Internet, siano passati un po' di moda, 
gli emulatori di terminale sono tuttora 
indispensabili per il collegamento "in 
modalità carattere" alle BBS (come av¬ 
viene ad esempio per MC-link Classic 
Edition). Il programma presente nello 
Psion 5 offre sia l'emulazione VT100 
che TTY, la possibilità di creare script 
per automatizzare le procedure con il 


Dall'alto verso il basso II programma di archiviamone (non un semplice indirmiariol. la calcolatrice software Iaritmetica o scien¬ 
tifica!, il programma di disegno, il gioco Bombs (identico a "Campo Minato"I e un bel grafico di Excel Iopsl di Psion Sheetll. 


computer host, di trasmettere e riceve¬ 
re file secondo i protocolli XMODEM e 
YMODEM. 


Conclusione... 
con sorpresa! 

Non sono un masochista (ci manche¬ 
rebbe altro). Fatto sta. però, che non vi 
ho aggiornato su un trascurabile detta¬ 
glio. Due sere fa, nel Pendolino, ho 
scritto l'intera introduzione di quest'ar¬ 
ticolo (circa 5.000 battute). Non è stata 
affatto una sofferenza, tant'è che all'In¬ 
domani. nonostante fossi rientrato in 
redazione, ho voluto ‘continuare la 
scommessa - . Cosi ho proseguito con lo 
Psion 5 la scrittura dell'intero articolo 
(riquadri compresi, oltre 30.000 battu¬ 
te) proprio per vedere come sarebbe 
andata a finire. Bene, ha vinto Lui, il 
‘Principe di Palmtop - . e non poteva es¬ 
sere diversamente. Al sabato (sotto 


SMAU non c'è festività o semifestività 
che tenga) ho continuato a lavorare a 
casa, a finestre spalancate (visto il cal¬ 
do di questi giorni) godendomi il silen¬ 
zio della tranquilla zona in cui abito. Era 
dai tempi del Commodore 64 - una 
quindicina d'anni fa a momenti - che 
non digitavo qualcosa di corposo nel 
più assoluto silenzio. Senza ventole e 
hard disk rompiscatole di sottofondo, in 
grado di trapanarti il cervello (per non 
dire qualcos'altro) con la stessa delica¬ 
tezza di uno strumento odontoiatrico. 

Con questo non voglio certo afferma¬ 
re che lo Psion 5 è la macchina ideale 
per scrivere articoli, ma per favore non 
chiamatelo 'organizer" (potrebbe arrab¬ 
biarsi!). 

Lo slogan Psion di lancio della nuova 
macchina in Inghilterra recita più o me¬ 
no cosi: - E' arrivato il momento di pren¬ 
dere in mano il tuo computer". Qualco¬ 
sa mi dice che hanno proprio ragione: 
carpe diem! 


MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997 


231 























di Corrado Giustozzi 




tempo passa, le 
mode cambiano, la tecnologia avanza. In 
questo irrequieto mondo dell'Informatica 
i processori si susseguono ormai in un 
Vòrtice sempre piu accelerato, non dan¬ 
doci neppure il tempo di prendere fiato e 
fermarci a ragionare. Ci sono voluti anni 
per passare dall'80286 all'80386. parlia¬ 
mo di cose accadute ormai diverse ere 
geologiche fa; ed oggigiorno saltiamo dal 
Pentium al Pentium II (ovvero, dal 586 al 
686 se vogliamo continuare la numerazio¬ 
ne abbandonata da Intel) in una manciata 
di mesi, senza quasi farci neppure caso. 
Fortuna che ogni tanto ci sono dei punti 
fermi, stelle fisse cui riferirsi quando ser¬ 
ve di fare il punto, Nomi che non svani¬ 
scono, ma che al momento opportuno 


sono presenti per dare un senso del tem¬ 
po ad un'evoluzione altrimenti disordinata 
e caotica. E sarà pure una coincidenza 
ma. almeno nel nostro caso, questo batti¬ 
to cardiaco marcatempo ci viene dato an¬ 
cora una volta da un blasonato costrutto¬ 
re americano, quello che della competi¬ 
zione ad altissimo livello ha fatto la pro¬ 
pria missione aziendale. Compaq 

Coincidenza o predestinazione, sta di 
fatto che al momento della svolta epoca¬ 
le fra 286 e 386 (e che svolta: sedici bit 
contro trentadue, modo reale contro mo¬ 
do protetto..,), avvenuta giusto una deci¬ 
na d'anni fa, il primo desktop provato su 
queste pagine basato sul nuovo piccolo 
mostro di casa Intel era proprio un Com¬ 
paq, per giunta Deskpro. Eravamo sul nu¬ 


mero 62 di MC. ad aprile 1987, e la mac¬ 
china in prova era un Deskpro 386: pen¬ 
sate, ben 16 MHz di clock e 1 MByte di 
RAM. hard disk da 40 MByte . e quasi 
quattordici milioni (di allora!) in configura¬ 
zione base con schermo a colon, IVA 
esclusa. Esageriamo? Dai. esageriamo 
Solo tre anni dopo arrivava il 486, libidine 
delle libidini, oggetto inawicinabile dai co¬ 
muni mortali. Il primo 486 provato su MC 
(maggio 1990, MC96) era ancora una volta 
Compaq, il Deskpro 486/25 Si, clock a 25 
MHz, 4 MByte di RAM, 120 MByte di 
hard disk... e venticinque milioni abbon¬ 
danti con monitor a colori, sempre senza 
IVA, che diventavano trentacinque volen¬ 
do il disco da 650 MByte. Ed oggi eccoci 
qui, a distanza di pochi anni e molti MHz, a 


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MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997 












Compaq Deskpro 6000 


Compaq Deskpro 6000 


Produttore e distributore: 

Compaq Computer S p A 
Milano Fiori 
Strada 7. Palazzina RI 
20089 Rozzano |MII 
Tel (02) 5759.01 

Prezzo indicativo UVA esclusal 

Deskpro 6000 6266X/4200/CD L. 7 325 000 

Monitor V50 L 700.000 



A sinistra, i numerosi connettori per le mtedacce incorporate, da notare la porta IrDA per sensore infraros¬ 
so e la doppia connessione IBNC/BJI per la LAN lOBase-T A destra, i controlli elettronici del monitor V50 


parlarvi dell'ultima (per ora!) incarnazione 
della longeva famiglia Deskpro. quella ba¬ 
sata sul micidiale Pentium II. Oramai i 
MHz si misurano a centinaia e i MByte a 
decine (o migliaia, se su disco), mentre i 
milioni di lire scendono abbondantemente 
sotto la decina. Il modello in prova, top del¬ 
la gamma, ha un Pentium II a 266 MHz. 
32 MByte di EDO RAM espandibili a 256 
MByte. un hard disk UltraSCSI da 4,2 
GByte, una Matrox Millennium ed alcune 
cosette graziose quali la porta per un'inter¬ 
faccia infrarossa IrDA ed una scheda 
Ethernet incorporata a 10 Mbit/s (o 100 
Mbit/s con un’apposita espansione). 

Ma non indulgeremo troppo nell'incen- 
sare i progressi della tecnologia del sili¬ 
cio: troppi anni e troppi chip hanno ormai 
reso miope la nostra percezione e distac¬ 
cato il nostro giudizio. Non è piu tempo di 
acclamare le strepitose potenze di calco¬ 
lo di un nuovo chip, quando due mesi do¬ 
po ne uscirà uno di potenza doppia e co¬ 
sto dimezzato. E' invece il caso di ragio¬ 
nare sul reale valore aggiunto che un co¬ 
struttore può dare ai propri prodotti, al di 
là di adottare semplicemente i processori 


pòi veloci o i dischi più capaci del mo¬ 
mento Quando è un'azienda a comprare 
un PC (o magari alcune decine di PC) la 
potenza non è tutto, anzi forse è il meno, 
perché sono ben altre le cose che servo¬ 
no. affidabilità, sicurezza, gestibilità, ver¬ 
satilità... Il tanto sbandierato TCO (Total 
Cost of Ownership) dipende solo da que¬ 
ste cose, ed in ultima analisi è il parame¬ 
tro che più preoccupa chi gestisce i centri 
di costo aziendali. Al di là della spesa di 
acquisto, infatti, un PC in azienda costa 
giorno dopo giorno, che lavori o che resti 
fermo: e questo costo sommerso, imper¬ 
cettibile, può essere di gran lunga mag¬ 
giore rispetto al costo d’acquisto Se non 
si minimizzano i costi fissi di gestione il 
PC diventa dunque una spesa mutile, un 
aggravio che non si ricompensa con ciò 
che produce. E un'azienda non può per¬ 
metterselo. 

I Deskpro indirizzano proprio questo 
genere di problematiche, presentando 
tutta una sene di caratteristiche tese a 


minimizzare il TCO ed a semplificare la vi¬ 
ta agli amministratori del parco personal 
aziendale. E questo è, al di là della tecni¬ 
ca, il punto di forza della famiglia Desk¬ 
pro. fatta di macchine professionali pen¬ 
sate per l'inserimento in un'azienda mo¬ 
derna. 


Descrizione esterna 

Solo poche parole per descrivere 
l'estetica di questo Deskpro, estrema- 
mente rigorosa come quella di tutti i suoi 
predecessori da dieci anni a questa par¬ 
te. Il frontale è tuttavia ingentilito da un 
andamento sinuoso nella parte inferiore. 
Al centro una fessura nel pannello corri¬ 
sponde al drive per floppy incorporato, 
mentre sulla destra sono posti due allog¬ 
giamenti standard per memorie removi- 
bili da 5,25" di cui quello superiore occu¬ 
pato di serie dal drive per CD-ROM. A 
seguire l'interruttore di accensione e due 


□ otti m~n otti rrr 


COMPAQ. 


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Il TI li 






















La singolare tastiera con barra spaziatrice sdoppiata Appositi avvisi minacciano l'utente che è necessario leggere il manuale prima di usarla 
MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997 


233 

















































Compaq Deskpro 6000 


led spia, relativi allo stato dell'alimenta¬ 
zione (compreso il modo stand-byl ed 
all'attività del disco fisso, 

Posteriormente il pannello è diviso in 
due sezioni: a sinistra l'alimentatore con 
relativa ventola e cambiatensione ma 
non la presa asservita, proibita dalle nor¬ 
me di sicurezza europee; a destra, in un 
comodo incavo salvacavi, i connettori 
delle interfacce presenti di serie e le feri¬ 
toie relative agli slot di espansione. Que¬ 
sti ultimi sono disposti orizzontalmente, 
affiancati a due a due, nella parte alta; i 
connettori incorporati sono invece situati 
in basso, e la loro funzione è riepilogata 
da un adesivo posto al di sotto, Da sini¬ 
stra a destra troviamo: il connettore per 
un'unità di comunicazione infrarossa Ir- 
DA, quelli per mouse e tastiera (tipo 
PS/2), due porte seriali ed una parallela, 
la connessione per rete locale Ethernet. 
Le connessioni audio e video sono inve¬ 
ce su scheda di espansione. 

Sui fianchi, in due rientri, si trovano al¬ 
trettanti pomelli scorrevoli che consento¬ 
no di sbloccare il coperchio rapidamente 
e a mano; basta solo svitare una vite go¬ 
dronata posta sul pannello posteriore e 
l'interno della macchina è immediata¬ 
mente accessibile. 

La tastiera che equipaggia questo De¬ 
skpro è... abbastanza particolare. Tanto 
per cominciare riporta, serigrafata, una 
scritta minacciosa che invita a leggerne 
attentamente il manuale di uso per farla 
funzionare al meglio! Sinceramente cre¬ 
diamo che per una tastiera il manuale 
non dovrebbe essere necessario... In se¬ 
condo luogo essa è equipaggiata di una 
speciale barra spaziatrice sdoppiata, pra¬ 
ticamente due tasti affiancati: ciascuno 



II “mostro" Pentium II II robusto dissipatore 6 to¬ 
talmente passivo, ossia senza ventolina Si nota an¬ 
che il cavetto del sensore di allarme termico. 



di essi può funzionare da spazio o da 
backspace, a seconda di come li si confi¬ 
gura, e di ciò viene data ampia notizia 
mediante un vistoso autoadesivo aran¬ 
cione. Ora, non capiamo l'utilità di una 
tale perversione: o stravolgiamo davvero 
le tastiere in cerca di qualcosa di migliore 
ma radicalmente diverso, come ha fatto 
Microsoft con la "Naturai", oppure è 
probabilmente meglio lasciare le tastiere 
come sono da anni senza applicare ad 
esse sottili variazioni sulla base di gusti 
personali. A dire il vero dubitiamo che il 
backspace sotto il pollice sia di utilità co¬ 
si fondamentale... 

Il monitor che abbiamo ricevuto è 
un'unità da 15" a controllo elettronico, 
compatibile VESA DDC e Plug&Play, in 
grado di arrivare alla risoluzione di 
1024x768 punti. 


L’interno 

L'interno del Deskpro 6000 è decisa¬ 
mente denso. La costruzione è ordinatis¬ 
sima. ma lo spazio di manovra piuttosto 
risicato. La motherboard è praticamente 
confinata alla sola metà sinistra dello 
chassis, e l'ingombro verticale viene con¬ 
tenuto con la soluzione tecnica di dispor¬ 
re le schede di espansione orizzontal¬ 
mente una sull'altra mediante una "raiser 
card" verticale che replica il bus. Poste¬ 
riormente a destra si trova l'alimentatore 
(da 160W). mentre a ridosso del frontale i 
cestelli per le memorie di massa fisse e 
removibili. 

Sulla motherboard campeggia il gros¬ 
so cartridge del Pentium II, dotato di un 


vistoso dissipatore passivo di colore blu 
elettrico dal quale si diparte il cavetto del 
sensore di temperatura. Piu in là si nota¬ 
no i regolatori, mentre la RAM di sistema 
è piuttosto nascosta sotto alle memorie 
di massa Inutile cercare i chip della ca¬ 
che. dato che quest'ultima è contenuta 
all'interno del cartridge assieme alla CPU 
Notiamo che molti slot di espansione 
sono già impegnati con le varie schede 
fornite di serie: è il caso dell'adattatore 
grafico (viene usata una Matrox Millen¬ 
nium), del controller SCSI (di produzione 
Adaptec) e dell'adattatore audio. 


Utilizzazione 

Inutile dire che tutto questo ben di 
Dio è un po' mortificato sotto Windows 
95, ed infatti il sistema operativo conse¬ 
gnato di serie col Deskpro 6000 è Win¬ 
dows NT 4 0 versione workstation. 
Un'apposita procedura preinstallata di 
startup si occupa, alla prima partenza del 
computer, di installare e configurare la 
corretta versione nazionale di NT in mo¬ 
do quasi del tutto automatico. Peccato 
solo che l’hard disk venga ripartito in tre 
partizioni FAT e non, come sarebbe assai 
più logico ed efficiente, in un'unica parti¬ 
zione NTFS. 

Ma passiamo alle note di utilizzo occu¬ 
pandoci soprattutto delle questioni cui 
accennavamo nell'introduzione, ovvero 
le soluzioni che questo sistema offre ai 
problemi di gestione dei costi e delle ri¬ 
sorse tipici di un ambiente aziendale. La 
chiave di tutto è la cosiddetta Intelligent 
Manageability, un'iniziativa Compaq che 


234 


MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997 





















Compaq Deskpro 6000 


comprende strumenti e caratteristiche fi¬ 
nalizzati a rendere il PC piu semplice da 
gestire e piu economico da possedere. 
Quattro sono le aree di intervento 
dell’iniziativa: gestione deH'inventario 
(parco macchine aziendale), gestione dei 
guasti, gestione della sicurezza e gestio¬ 
ne del software di supporto. Vediamone 
brevemente i punti più importanti. 

La gestione del parco macchine viene 
facilitata perché i dati identificativi di cia¬ 
scun Deskpro 6000 e dei suoi principali 
componenti possono essere letti da 
software anche remotamente via rete: è 
quindi facile costruire un database dei 
cespiti ammortizzabili (per la gestione fi¬ 
nanziaria) ed anche conoscere in ogni 
istante posizione e stato di ciascun PC in 
azienda (per la gestione tecnica) I dati 
identificativi accessibili includono: nume¬ 
ro di serie del PC; sigla del costruttore e 
numero del modello; livello di revisione 
della motherboard; livello di revisione del 
BIOS; costruttore, modello e numero di 
serie dell'hard disk, costruttore, modello 
e numero di serie del monitor. E' anche 
possibile assegnare a ciascun PC una 
stringa identificativa supplementare scel¬ 
ta dall'utente (codice di inventario), che 
può essere modificata solo da chi cono¬ 
sce la password di supervisore e può es¬ 


sere anch’essa letta via software. Oltre a 
questi dati amministrativi, è possibile co¬ 
noscere lo stato "tecnico" di ciascun PC 
anche remotamente; le informazioni re¬ 
peribili includono cose tipo: caratteristi¬ 
che della motherboard. tipo di processo¬ 
re, quantità di RAM e di cache, numero 
e tipo di schede di espansione presenti, 
utilizzo degli IRQ e dei DMA, caratteristi¬ 
che dell'hard disk, caratteristiche e stati¬ 
stiche di funzionamento della scheda di 
rete, e perfino temperatura all'interno 
dello chassis. 

Per quanto riguarda la prevenzione dei 
guasti, basti dire che l’hard disk utilizza la 
tecnologia IntelliSafe (SMART), che gli 
consente di monitorare con continuità le 
proprie prestazioni rilevando ogni ten¬ 
denza al degrado delle stesse ed antici¬ 
pando una presumibile rottura. I proble¬ 
mi vengono dunque previsti e annuncia¬ 
ti, prima del loro verificarsi, all'operatore 
locale o. via rete, all'amministratore. Un 
sensore interno di temperatura protegge 
invece l'unità contro possibili surriscalda¬ 
menti, mentre l'alimentatore incorpora 
una protezione contro transitori e picchi 
di sovratensioni. La sicurezza viene man¬ 
tenuta mediante imposizione delle pas¬ 
sword a livello di BIOS ma anche con al¬ 
tri strumenti quali il blocco del funziona¬ 





Una vista generale dell'interno della macchina Notare la costruzione molto compatta ed ordinala 




Altro dettaglio dell'interno. Si nota, in alto a destra 
sul longherone metallico, il microswitch che si ac¬ 
corge dell'apertura del coperchio 


mento del floppy per evitare ingressi di 
virus o fuga di dati riservati, oppure il 
blocco delle porte seriali e/o parallele per 
evitare collegamenti via modem non au¬ 
torizzati. E' stato previsto persino un ap¬ 
posito sensore di apertura del coperchio 
che registra in un'apposita locazione del¬ 
la CMOS, consultabile da software, la 
data dell'ultima apertura di computer; a 
seconda della configurazione di questa 
caratteristica, il PC può addirittura "chia¬ 
mare aiuto" via rete segnalando all'am¬ 
ministratore ogni tentativo di smontag¬ 
gio presumibilmente non autorizzato! 


Conclusioni 

In definitiva questo Deskpro 6000, no¬ 
nostante le idee di Intel che sta cercan¬ 
do di spacciare il Pentium II per un pro¬ 
dotto consumer, è nato quasi esclusiva¬ 
mente per un impiego aziendale. Non 
che non ve lo possiate portare a casa, in¬ 
tendiamoci; ma certamente tutte le sue 
caratteristiche piu peculiari hanno senso 
soprattutto se sfruttate adeguatamente 
per migliorare la gestione di un parco 
macchine aziendale e contenere il costo 
di manutenzione delle stesse. 

Vediamo dunque quant'è almeno il 
costo fisso relativo all'acquisto In man¬ 
canza di un listino prezzo ufficiale vi dia¬ 
mo il prezzo medio indicativo fornitoci da 
Compaq, che si aggira sui sette milioni e 
mezzo (IVA e monitor esclusi) Non po¬ 
chissimo in assoluto ma davvero nean¬ 
che tanto se si pensa che parliamo pur 
sempre di un Pentium II e si portano in 
conto la mitica affidabilità e robustezza 
Compaq. ras 


MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997 


235 

























di Valter Di Dio 




Notebook Hyundai HN-5 


Pentium 166 MMX 



po le prestazioni dei notebook stanno cre¬ 
scendo quasi al passo con quelle delle 
unità da tavolo. Display a milioni di colori 
sempre più grandi e sempre più luminosi, 
hard disk da due Giga ed oltre. RAM a vo¬ 
lontà, CD-ROM incorporati, modem inter¬ 
ni, schede audio stereo surround, schede 
video accelerate e, non ultimi, processori 
Pentium che nulla hanno da invidiare a 
quelli installati nella maggior parte delle 
macchine "fisse" Con caratteristiche si¬ 
mili, la battaglia tra "fisso " e "portatile " 
sta per risolversi nettamente a favore di 
quest'ultimo. Al momento c'è ancora in 
ballo la questione economica, ma è rima¬ 
sta davvero solo quellaI Se si pensa al 
vantaggio di poter avere sempre a portata 
di mano tutta la potenza del nostro com¬ 
puter da tavolo, il fattore economico pas¬ 
sa in secondo luogo; soprattutto nei casi 
in cui sarebbero necessari due computer 


Iad esempio uno a casa e uno in ufficio). 

Probabilmente un Pentium 166 MMX 
può sembrare un 'esagerazione in una 
macchina da portare in giro, ma non lo è 
più se si pensa al portatile in un'ottica più 
vicina all'agenda elettronica che non al 
computer per scrivere una relazione in tre¬ 
no o fare due conti con Excel in albergo. 

Questa generazione di computer va vi¬ 
sta come Personal Computer nel vero 
senso della parola: tutti i nostri dati lanche 
quelli grafici, / filmati, le presentazioni ani¬ 
mate e i suoni) sempre a disposizione, a 
casa come in ufficio, in albergo come nel¬ 
la casa al mare. Tutta la potenza di un 
Pentium 166 MMX sempre pronta al toc¬ 
co di un dito. Tutto il mondo a portata di 
mano grazie alla possibilità di collegarsi 
via modem da qualsiasi posto in cui sia di¬ 
sponìbile un telefono le magari nemmeno 
quello se sì sceglie un'interfaccia GSM) 

Resta, in verità, un problema per un si¬ 


mile uso dei portatili: la scarsa possibilità 
di trasferire file con i computer fissi II 
floppy da 1.44 è ormai insufficiente lei 
vorrebbe lo ZIP Drive di serie) e l'interfac¬ 
cia infrarossa non è ancora diffusa nem¬ 
meno tra i computer fissi di nuova gene¬ 
razione. L'ideale sarebbe di poter utilizza¬ 
re l'infrarosso per un collegamento di rete 
Windows anche con i computer fìssi. 
Quel giorno nascerà finalmente un nuovo 
modo di usare il computer, un computer 
davvero portatile e con cui andare in giro 
scambiando i dati senza nemmeno con¬ 
nettere un filo. 


Descrizione esterna 

La forma dei portatili dell'ultima gene¬ 
razione è dettata da caratteristiche fun¬ 
zionali ormai praticamente standardizza¬ 
te e quindi alla fin fine si assomigliano un 


236 


MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997 









Notebook Hyundai HN-5000 Pentium 166 MMX 



po' tutti. Nero il colore, formato A4 l’in¬ 
gombro. abbastanza alti da poter conte¬ 
nere Floppy e CD contemporaneamente. 
Quello che alla fine li distingue è la quan¬ 
tità e la posizione di sportelli, cassetti e 
feritoie. Questo Hyundai, in particolare, 
sembra un secrétaire dell’800, in cui 
ogni lato e ogni superficie nasconde al¬ 
meno uno sportello segreto. 

Cominciamo dalle cose evidenti. 
Quando è chiuso si nota il piccolo display 
a cristalli liquidi, spostato sulla sinistra, 
che un'apposita scanalatura nel corpo 
del computer permette di vedere anche 
a computer chiuso. Sulla destra, sempre 
dal lato delle cerniere, due LED indicano 
rispettivamente lo stato della batteria e 
l'accensione del computer 

Un bottone a slitta, uno solo, frontale, 
permette di aprire il display che può es¬ 
sere ribaltato quasi completamente. Per 
quanto ormai abituale sulle macchine di 
questa classe, la dimensione del display 
fa ancora una certa impressione, soprat¬ 
tutto quando è acceso Dodici pollici 
(12,1 per la precisione) TFT e milioni di 
colori ben reggono il confronto con qual¬ 
siasi monitor CRT da 15", soprattutto se 
si considera l'assoluta linearità, la man¬ 
canza di sfarfallio e il fatto che, al contra¬ 
rio dei tubi catodici, viene utilizzata tutta 
l'area disponibile. I soliti bollini ai bordi 
del display ci informano che è da 12,1 
pollici, che abbiamo un Pentium MMX e 
Windows 95. 

Sotto a questa vera e propria "fine¬ 
stra" sono posti gli altoparlanti (stereo), il 
microfono e il tasto d'accensione 

Standard la tastiera, con il classico ta- 
stiermo numerico e alcuni comandi au- 
dio/video in seconda funzione II simbolo 
della mezzaluna, in seconda funzione sul 
tasto ESC, permette la messa in stand- 
by della macchina che può essere risve¬ 
gliata dalla pressione di un tasto qualsia¬ 
si Buono e preciso il tocco, anche se lo 
scatto meccanico del tasto è molto mor¬ 
bido. al punto da far notare che la tastie¬ 
ra è del tipo in gomma. 

Sotto la tastiera l'amato/odiato touch- 
pad. Personalmente mi ci trovo molto 
bene, ma chi non lo usa spesso, all'inizio 
si trova davvero male. Oltretutto questa 
nuova generazione di touchpad non è 


Notebook Hyundai HN-5000 
Pentium 1 66 MMX_ 

Costruttore: 

Hyundai Electrics 

Distributore: 

Data Pool 

L.go del Caireto 28 - 00040 Roma 
Tel/Fax 06/72989255 

Indirizzo Internet mito ;>www ctncomouteimarnet i| 
Prezzo IVA esclusa! 



A macchina 
chiusa si noia il di¬ 
splay dello stato del 
computer e t due LED di 
alimentazione 


sensibile alla pressione ma esclusiva- 
mente al "contatto" col dito umano: 
se avete le mani sudate sono 
guai. I due tasti posti sotto al 
touchpad sono molto am¬ 
pi (cosa giusta) ed 
hanno un profilo a 
rilievo che do¬ 
vrebbe faci¬ 
litarne la 
pressione 
con la falange 
del dito "puntato¬ 
re" ma rischia inve¬ 
ce di farli premere an¬ 
che col palmo della ma¬ 
no mentre si scrive 

E passiamo agli sportelli¬ 
ni. Sulla sinistra s'inizia, dal re¬ 
tro, con lo sportello della batteria 
(da 12 V 3,5 Ah Nl-Mh) tenuta fer¬ 
ma da una clip che forse era preferi¬ 
bile incassare o nascondere meglio. 
Sopra la batteria, uno sportellino a ribalta 
protegge uno slot PCMCIA singolo. A 
fianco della batteria, ben a portata di ma¬ 
no. trova posto il lettore dei floppy. Una 
clip, posta sul fondo della macchina, per¬ 
mette di estrarlo e di sostituirlo con un 
adattatore (a corredo) per la seconda bat¬ 
teria. 

Sopra al floppy/batteria si trova l'Hard 
Disk da 2.1 Giga, della Hitachi, facilmen¬ 
te estraibile (a computer spento ovvia¬ 
mente). Impressionanti le sue dimensio¬ 
ni: 75 x 113 x 12 mm. 

Sulla destra del computer, sempre dal 


retro, troviamo invece i tre mi¬ 
ni-jack audio (ingresso microfonico, 
ingresso linea e uscita cuffia) con, sot¬ 
to, le ampie feritoie per la ventilazione 
del Pentium. Proseguendo verso il da¬ 
vanti troviamo, in basso, il lettore TEACH 
CD-211E da ben 11 x. 

Sopra al CD ci sono la finestra semitra¬ 
sparente dei LED infrarossi e lo sportello 
del doppio slot PCMCIA, per un totale, 
quindi, di tre schede PCMCIA installabili 
contemporaneamente. 

Sul retro, l'unica cosa in vista è la pre¬ 
sa dell'alimentazione dotata di un con¬ 
nettore fuori standard a quattro poli. 
Aprendo invece lo sportellino che occu- 



La tastiera, gli altoparlanti stereo e il microfono 


MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997 


237 













Notebook Hyundai HN-5000 Pentium 166 MMX 


pa tutto il posteriore del computer, si ac¬ 
cede ai classici connettori presenti su 
tutti i PC. Da sinistra: la seriale COM-1 a 
nove pin, la connessione al BUS di siste¬ 
ma (accessibile anche da un'antina scor¬ 
revole senza che sia necessario aprire lo 
sportellone), l'uscita video TV, l'uscita 
per un monitor SVGA esterno, l'attacco 
Joystick/MIDI, l'uscita parallela e il con¬ 
nettore mini-din PS/2 per un mouse o 
una tastiera esterna. Sempre posterior¬ 
mente ma lateralmente e incassati si tro¬ 
vano i due piedini che servono per solle¬ 
vare leggermente il computer dal tavolo 
e consentire un adeguato flusso d'aria al 
ventilatore di raffreddamento di questa 
macchina che, non dimentichiamolo, 
cammina a 166 MHz. 

Finito? Naturalmente no. c’è ancora il 
fondo! Sotto al computer non ci sono 
per fortuna altri sportellini, ma una gros¬ 


si destra del computer c'è il lettore per i CD. l'inter¬ 
faccia ottica IR e le prese audio 


Sulla sinistra l'alloggia¬ 
mento della batteria, 
uno slot PCMCIA, l'HD 
da 2,1 GB e il floppy 
sostituibile con la se¬ 
conda batteria 


sa sezione del fondo può essere rimossa 
togliendo quattro viti. 


L’interno 

Sotto a questo coperchio (riconoscibi¬ 
le dalla feritoia della ventola) si trova il 
microprocessore. O meglio, lo si trove¬ 
rebbe se non fosse nascosto dal pode¬ 
roso sistema di ventilazione. Smontare 
la sezione di raffreddamento non è diffi¬ 
cile. Due viti bloccano una coppia di la¬ 
mierini che servono da convogliatori 
d'aria. Sotto ai lamierini un insolito ven¬ 
tilatore, che funziona parzialmente da 
assiale e parzialmente da tangenziale, 
estrae l'aria attraverso una piastra di al¬ 
luminio "chiodata" che è avvitata diret¬ 
tamente sullo zoccolo del Pentium 
MMX. Il sistema si rivela particolarmen¬ 
te efficiente, tanto che dopo alcune ore 
di funzionamento, e nonostante i 166 
MHz di clock, lo Hyundai si riscalda po¬ 
chissimo, al contrario di altri suoi consi¬ 
mili di prestazioni anche inferiori. Ri¬ 
mosse le quattro viti che tengono fer¬ 
mo il blocco d'alluminio, dopo aver stac¬ 
cato il filo di alimentazione del ventilato¬ 
re, si accede, finalmente, al micropro¬ 
cessore. L'impatto, anche solo visivo, è 


notevole; 50 x 45 mm di intelligenza 
compressa in un mattoncino di un seris¬ 
simo colore antracite chiaro! Lo zoccolo 
ZIF (Zero Insertion Force) permette 
l'eventuale sostituzione rapida del Pen¬ 
tium P55C MMX con un altro Pentium 
(la piastra madre accetta microproces¬ 
sori fino a 200 MHz) o con una CPU Cy¬ 
rix. 

Vicino al microprocessore si trovano 
le ROM del BIOS e il convertitore per 
l'alimentazione del microprocessore (da 
2,2 a 3,2 volt). Completano il contorno, 
uno zoccolo per una daughter board e 
un banco di switch che farà sicuramen¬ 
te la gioia degli smanettoni 

L'altro accesso alla macchina è da 
sotto la tastiera. Si rimuove uno sportel¬ 
lino piazzato proprio sotto al display di 
status e poi, liberando due piccoli ma vi¬ 
sibilissimi fermi, si solleva la tastiera. 

Li sotto trovano, infatti, posto i due 
connettori per le RAM. uno già occupa¬ 
to dai 32 Mbyte EDO pre-mstallati, e la 
circuiteria audio e video. A proposito di 
quest'ultima sono vistosamente indicati 
i quattro dip switch che permettono di 
selezionare il tipo di uscita TV, a scelta 
tra PAL ed NTSC (di default la macchina 
è già impostata su PAL), 


L’alimentazione 

Un capitolo a parte merita l'alimenta¬ 
zione di questa macchina per una sua 
originale soluzione. L'alimentatore è il 
classico scatolotto nero da 150 x 70 x 40 
mm, con l’ingresso rete tipo VDE e 125 
cm di cavo verso il notebook (con tanto 
di filtro antidisturbo finale). Già ad una 
prima occhiata si notano però alcune par¬ 
ticolarità: ci sono due LED sull’alimenta¬ 
tore e la spina non è il solito connettore 
coassiale 
I due LED 
portano la dici¬ 
tura Power e 
Charge e sono 
verde il primo e 
arancione il se¬ 
condo. Sul note¬ 
book il LED 
dell'alimentazio- 
ne ha tre colori: 
rosso indica la 
connessione 
con l'alimentato¬ 
re e la ricarica 


Il retro della macchina è interamente occupato dai connettori per le periferiche 
esterne tra cui si nota il pin jack del segnale Video PAL 


238 


MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997 






Notebook Hyundai HN-5000 Pentium 166 MMX 



Rimossa la piastra di copertura e il dissipatore con 
l'originale sistema di ventilatone forzata si accede 
all’alloggiamento del Pentium MMX a 166 MHz 


della batteria a computer spento, aran¬ 
cione indica la carica della batteria a 
computer acceso e verde indica lo stato 
di computer acceso e batteria carica. Un 
secondo apposito LED verde indica la 
completa ricarica della batteria. Sull'ali¬ 
mentatore, la ricarica completa della bat¬ 
teria è indicata dallo spegnimento del 
LED arancione. 

Questa gestione differenziata della ri¬ 
carica della batteria (o delle batterie) è 
possibile perché l’alimentatore dispone 
di due uscite separate. Una a 19 V e 2,6 
A serve per l’alimentazione da rete del 
notebook, l’altra, variabile tra i 12 e i 19 
volt e 1,4 A, serve esclusivamente per ri¬ 
caricare le batterie 

Questo significa che mentre si utilizza 
il notebook collegati alla rete, tutta l’ali¬ 
mentazione viene ricavata dalla 220 
mentre la batteria è attaccata esclusiva- 
mente al circuito di ricarica. In due paro¬ 
le: ricarica più veloce e con tensione co¬ 
stante perché non influenzata dall’assor¬ 
bimento, variabile, del computer. Nessu¬ 
na paura però, in caso di caduta di ten¬ 
sione il passaggio su batteria e istanta¬ 
neo ed è a cura della sezione di alimen¬ 
tazione del notebook stesso. 


Caratteristiche 

Trattandosi di un portatile MMX da 
166 MHz è evidente che si sia prestata 
una particolare attenzione affinché tut¬ 
ta la macchina risultasse equilibrata. 
Audio, Video, Memoria e accessi alle 
periferiche devono essere tutti adegua¬ 
ti alle prestazioni che ci si aspetta da 
una macchina prettamente multimedia¬ 
le. Ecco quindi più che giustificati i 32 
MB di RAM, il lettore CD da 11x e l’HD 
da 2.1 GB. La sezione video è suppor¬ 
tata da un’ottima scheda PCI Trident 
Cyber 9385 Linear Accelerated con 
ben 2 MB di video RAM che consente 
800 x 600 pixel a 24 bit (16 milioni di 
colori). Il display TFT da 12,1" ha una 
risoluzione e una qualità di tinta che 
permettono di sfruttare adeguatamen¬ 
te le prestazioni della scheda Trident. 
L'uscita per un monitor esterno, che 
può anche essere pilotato contempora¬ 


neamente all'LCD, permette 
di collegare il notebook ad 
uno schermo da 17" mante¬ 
nendo in ogni caso migliaia 
di colori. Ancora più interes¬ 
sante l'uscita PAL che, sem¬ 
pre m contemporanea con 
l’LCD, permette di collegarsi 
ai sistemi di videoproiezione 
delle sale conferenza. 

L’audio è gestito da una 
scheda ESS ESI 788 
Plug&Play che oltre a gestire 
anche l'interfaccia Joystick e 
MIDI esterno permette di 
eseguire file MIDI in sintesi 
ES-FM 

Tutta la gestione dei suoni 
può essere governata da un 
classico "audio-rack" conte¬ 
nente anche il mixer, il MIDI 
player, il CD player e la se¬ 
zione surround a tre livelli. 

Manca, di serie, il modem 
che su macchine di questo 
genere è quasi d’obbligo 




Per accedere agli slot delle RAM si deve sollevare la tastiera 
Sotto, oltre alle RAM si trova anche il dip switch che permette di 
scegliere tra Video PAL e Video NTSC 


Conclusioni 


Il software 

Con lo Hyundai HN-5000 viene fornito 
il CD di Windows 95, che comunque è 
già precaricato, i driver delle periferiche 
specifiche di questa macchina e un CD 
demo che fa anche da manuale interat¬ 
tivo del notebook. E’ comunque proba¬ 
bile che il distributore italiano voglia ag¬ 
giungere qualche pacchetto software in 
versione lite o Shareware, almeno per 
dare un'idea all’acquirente delle poten¬ 
zialità di questa macchina. Sarà poi 
l'utente stesso a scegliere il software 
più adatto in funzione dell’uso che vorrà 
fare di questa macchina. Sicuramente, 
qualsiasi sia il prodotto utilizzato e qual¬ 
siasi possa essere l'uso predominante, 
è ben difficile che l’utente riesca a met¬ 
tere in difficoltà un Pentium MMX da 
166 MHz 



L'alimentatore dello Hyundai HN-5000 presenta la 
particolarità della doppia uscita 19 V per il compu¬ 
ter e 12/19 V per ncancare le batterie 


Con un notebook di questa portata non 
si può più parlare di un oggetto accesso¬ 
rio, da usare solo quando si è fuori casa o 
lontano dall’ufficio. Queste macchine non 
solo sono abbastanza potenti da potersi 
sostituire completamente al computer 
principale, ma sono anche più pratiche da 
gestire e più sicure da usare. Tutto quello 
che serve è già dentro, e se non c'è ba¬ 
sta inserire una card PCMCIA per aggiun¬ 
gerlo. Nessuna radiazione nociva dal vi¬ 
deo e niente sfarfalli! delle immagini, si la¬ 
vora per ore senza alcun affaticamento vi¬ 
sivo. Nessun pericolo di perdita del lavoro 
per mancanza di alimentazione o perché 
qualcuno è inciampato sul cavo Massi¬ 
ma sicurezza dei propri dati perché il 
computer sarà sempre vicino a voi. 

Ci sono naturalmente anche alcune 
controindicazioni per questi notebook ad 
alte prestazioni. La prima è sicuramente il 
peso che ci si deve portar dietro; legata al 
peso c'è anche il problema dell'autono¬ 
mia che, comunque, arriva quasi a due 
ore con una sola batteria. Non ultimo il 
costo dei portatili che non è ancora pro¬ 
priamente da discount. Sono tuttavia pro¬ 
blemi non gravi, ben ripagati dai vantaggi 
d'uso. Sicuramente saranno superati in 
pochi anni grazie ad una sempre maggior 
diffusione dei notebook ed ai prevedibili 
miglioramenti della tecnologia. 

Resta il fatto indiscutibile che avere un 
computer, anzi un "vero" computer, 
con un Pentium 166 MMX, 32 MB di 
RAM, un display da 12" e un disco da 
oltre due GB sempre a portata di mano 
è un piacere che è difficile raccontare: 
bisogna viverlo. Se poi si tratta di una 
macchina ben calibrata ed amalgamata 
come questo Hyundai HN-5000 MMX 
allora, il piacere, è anche doppio. «e 


MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997 


239 









di Andrea de Prisco 



TVC Italia Winqs 



puter da tavolo, tranne rare eccezioni, 
sono più o meno tutti uguali Idifferisco¬ 
no >, nella maggior parte dei casi, solo 
per il tipo di processore utilizzato e/o 
per la quantità di RAM/harddisk installa¬ 
ta) lo stesso non può dirsi per i note¬ 
book. Rappresentano, intatti, un merca¬ 
to sempre a parte, in continua evoluzio¬ 
ne. Offrono praticamente la stessa po¬ 
tenza elaborativa (multimedialità com¬ 
presa!) di una macchina da tavolo, di 
solito non costano più ‘uno sproposito ' 
come una volta e, soprattutto, non sono 
più da considerare come macchine di 
second'ordine, semplicemente da af¬ 
fiancare al grosso desktop che si utilizza 
in ufficio o a casa. 


Grazie alla possibilità di collegare 
qualsiasi tipo di monitor e tastiera ester¬ 
na, schede di rete in standard PCMCIA 
di ogni tipo, docking station o semplici 
duplicatori di porta per semplificare al 
massimo l'utilizzo su tavolo, le macchi¬ 
ne portatili di oggi possono comoda¬ 
mente (nel vero senso della parola) so¬ 
stituire anche il più potente ed accesso¬ 
riato computer fisso. Con in più l'ovvio 
vantaggio di poter staccare ‘il nocciolo" 
in qualsiasi momento, e disporre di tutti 
i nostri dati e tutte le nostre applicazioni 
in esterno, senza noiose operazioni di 
backup pre-post allontanamento, ac¬ 
compagnato sempre dal dubbio "avrò 
copiato tutto?". 

TVC Italia, fondata nel 1994 a Visinale 


di Pasiano (PN), come essa stessa si 
definisce è "un'azienda giovane e dina¬ 
mica che importa e commercializza una 
linea versatile e modulare di computer 
portatili in grado di soddisfare tutte le 
esigenze". E per dimostrarlo, ci ha invia¬ 
to in prova il loro notebook più "perfor- 
mante', il neonato Wings dallo schermo 
gigante (13.3 pollici di diagonale, quasi 
34 cm di colore a matrice attiva!) e po¬ 
tenza di calcolo, espandibilità, modula¬ 
rità tale da intimorire più d'un computer 
da tavolo di fascia alta. 

Il tutto in un cabinet (ammesso che 
sia lecito continuarlo a chiamare tale) 
estremamente compatto, 31x26x4.5 
cm, particolarmente leggero, 3.1 kg, do¬ 
tato di ogni bendiddio per non rimpian- 


240 


MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997 












TVC Italia Wings 


gere il desktop in alcuna occasione. 

Aggiungiamo subito, tanto per comin¬ 
ciare alla grande, che il TVC Wings è il 
primo portatile da noi provato a disporre 
"on board" di una porta standard USB 
IUniversaI Serial Bus) e questo già la di¬ 
ce lunga circa l'attualità dell'oggetto. 
Tra non molto, infatti, saremo letteral¬ 
mente sommersi da periferiche di ogni 
genere che adottano un interfacciamen¬ 
to di questo tipo. Logitech, tanto per 
"non fare nomi", ha già presentato un 
scanner formato A4, tanto compatto e 
portatile da non richiedere nemmeno 
l'alimentazione esterna: sarà la stessa 
porta USB a fornire la giusta cor- 
rente/tensione per la digitalizzazione ve¬ 
loce dei fogli 



Sul lato Oestro troviamo ingressi e uscite audio Come di¬ 
spositivo di puntamento e utilizzata una classica traci pad. 
posizionata al centro della zona antistante la tastiera 



TVC Wings 

Ma torniamo al prodotto in prova e al¬ 
le sue caratteristiche tecniche. Ovvia¬ 
mente il processore utilizzato è MMX 
(Pentium P55CLM a 2.6 V) nelle sue 
versioni "mobile” - basso consumo - da 
133/150/166 MHz. Alternativamente 
(leggi: "allo stato attuale", non è affatto 
escluso che questo non sarà possibile 
anche con la futura versione multime¬ 
diale "mobile" del chip Intel) e possibile 
spingersi a quota 200 MHz con il 
P54LM/SLM (a 2.9-3.1 V) ovvero il "vec¬ 
chio" Pentium a basso consumo senza 
estensione MMX. La memoria può es¬ 
sere di 32/48/64/128 megabyte EDO- 
RAM grazie a due alloggiamenti DIMM 
a 144 pin Tra memoria centrale e mi¬ 
croprocessore (oltre, ovviamente, a 
quella di primo livello interna a quest'ul¬ 
timo) troviamo 256 K di cache sincrona 
Il BIOS offre il supporto per il Plug and 
Play e, come di consueto, è contenuto 
all'interno di una flash RAM da 256 K, 
aggiornabile da floppy disk 

Il già citato display a colori LCD a ma- 


TVC Italia Wings 


Produttore e distributore: 

TVC Italia Srl 
Strada del Mobile 16/C 
330B0 Visitiate di Pasiano (PNl 
Tel 0434/612711 ra 
Inno /fwv.'iv n. ’ cori! 

Prezzo al pubblico i IVA esclusa) 

Wings 166 MMX, display TFT 13.3'. 32 MB RAM. 
HD 2 1 GB, CD-ROM 20X, unità floppy disk, batte¬ 
rla Ll-lon, Windows 95 premstallato L 7 950 000 


trice attiva da ben 13.3 pollici fa capo ad 
una scheda video XVGA a 64 bit colle¬ 
gata via locai bus PCI: utilizza 2 me¬ 
gabyte di videoram, consente la visua¬ 
lizzazione simultanea sia su LCD che su 
monitor esterno II display integrato of¬ 
fre come risoluzione massima il forma¬ 
to 1.024x768x64k colori, su monitor 
esterno ci si può spingere fino a 
1.280x1.024x256 colori. Non male! 

E passiamo alle memorie di massa. 
L'hard disk è rimovibile, è da 2 5 pollici, 
è disponibile in "tagli" da 1.1 a 3.1 gi¬ 
gabyte Anche per questo l'interfaccia¬ 
mento è PCI, con controller di tipo IDE 
Il lettore di CD-ROM a corredo (può es¬ 
sere installato al posto dell'unità floppy 
disk, a sua volta collegabile esterna¬ 
mente tramite cavetto) è un ottimo 
TEAC ATAPI "1 lx" accreditato di una 
velocità di trasferimento di 1.65 me¬ 
gabyte/s Non manca, inoltre, la con¬ 


sueta predisposizione per schede ac¬ 
cessorie PCMCIA (di tipo I, Il e III) an¬ 
che di tipo Zoomed Video per la massi¬ 
ma velocità di trasferimento dati col mi¬ 
croprocessore 

Infine la batteria ricaricabile, disponi¬ 
bile sia in tecnologia Ni-MH che agli ioni 
di litio, consente un'autonomia di utiliz¬ 
zo di oltre due ore e mezza: un risultato 
più che accettabile considerate le "po¬ 
tenze" in gioco. 

Uno sguardo esterno 

Tra le caratteristiche ergonomiche di 
maggior rilievo del TVC Wings, segna¬ 
liamo soprattutto il design compatto ca¬ 
ratterizzato da una linea estetica molto 
pulita e squadrata II colore utilizzato è il 
consueto grigio-notebook, né troppo 
chiaro, né troppo scuro. 


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La tastiera e simile a quella di molti suoi concorrenti Criticabile il posizionamento di alcuni tasti Ivedi testo/ 


MCmicrocomputer n, 177 - ottobre 1997 


241 
















L'alloggiamento per l'unità floppy disk 
o il lettore di CD-ROM è situato sul lato 
destro del portatile Sul manuale della 
macchina leggiamo che nella medesima 
sede sarà possibile installare, non appe¬ 
na disponibili, anche periferiche diffe¬ 
renti, come un ormai indispensabile dri¬ 
ver per dischi ZIP (100 megabyte di 'dif¬ 
fusa trasportabilità"). Accanto a questa 
troviamo ingressi e uscite audio (digital¬ 
mente parlando,., a 16 bit compatibili 
Sound Blaster Pro e Windows Sound 
System); un potenziometro per regolare 
al volo, e senza cercare il controllo 
software chissà dove, il volume sonoro; 
la sede per la grossa batteria ncaricabi- 
le. Sul lato opposto della macchina tro¬ 
viamo il già citato alloggiamento per le 
schede d'espansione PCMCIA I. Il, III 
più un’uscita videocomposita TV OUT. 

L'espansione di memoria è accessibi¬ 
le sul fondo della macchina (è sufficien¬ 
te svitare due sole viti) dove troviamo 
anche un'ampia griglia di aerazione che, 
coadiuvata dalla piccola ventola termo- 
automatica presente posteriormente, 
provvede al raffreddamento del proces¬ 
sore e di tutta l'elettronica interna. 

Sul retro, le uniche connessioni non 
coperte da sportellini di sicurezza sono 
la porta per mouse/tastiera esterna 
(PS/2), l’interfaccia USB e l'ingresso per 


A sinistra l'uscita videocomposita disponibile late¬ 
ralmente In alto si noti il profilo "nbassato" tagile 
e scattante') del notebook TVC 

l'alimentatore esterno che provvede an¬ 
che alla ricarica della batteria. Sopra a 
questo è ben visibile la porta seriale a 
raggi infrarossi compatibile IrDA. E' un 
vero peccato che i computer fissi non 
siano equipaggiati di analoga interfaccia: 
sarebbe infinitamente più comodo, via 
raggi infrarossi, effettuare semplici tra¬ 
sferimenti di file, completi backup o sin¬ 
cronizzazione dati tra le due macchine. 

Protetti da due sportelli di plastica, 
troviamo i rimanenti connettori per il 
mondo esterno. Da sinistra: la grossa 
porta a 120 pin per il collegamento del 
replicatore di porte opzionale, la presa 
per l'unità floppy disk quando non è uti¬ 
lizzata nella sua sede interna, una porta 
parallela bidirezionale compatibile 
EPP/ECP, una porta seriale veloce 
UART 16C550, l'uscita video XVGA per 
monitor esterno. 


Tastiera e display 

Sollevando il coperchio-display acce¬ 
diamo alla tastiera, al dispositivo di pun¬ 
tamento integrato (una trackpad), alla 
coppia di altoparlanti stereo e al piccolo 
display LCD di servizio che visualizza lo 
stato di funzionamento del portatile ac¬ 
censione, carica delle batterie, stato di 


standby, attività 
delle memorie di 
massa e delle card 
PCMCIA, Num- 
Lock, CapsLock, 
ScrollLock. 

La trackpad, po¬ 
sizionata come di 
consueto al centro 
della zona antistan¬ 
te la tastiera (Apple 
docetl), ha una 
precisione di fun¬ 
zionamento più 
che soddisfacente ed è sensibile sia al 
singolo che al doppio click (i tasti de¬ 
stro-sinistra del mouse sono natural¬ 
mente presenti anche in 'carne ed os¬ 
sa' poco più in basso). La zona periferi¬ 
ca della trackpad implementa lo scroll 
automatico degli oggetti o del testo se¬ 
lezionato. 'Agganciando' ad esempio 
un'icona e portandoci con il dito all'e¬ 
stremità della tavolettma, il movimento 
continua fino a quando non lasciamo 
l'oggetto selezionato o ci allontaniamo 
di qualche millimetro dal bordo attivo. 

Il display a colon ha una visibilità a dir 
poco ottima Inoltre, grazie alle sue ge¬ 
nerose dimensioni (13 3 pollici) e alla ri¬ 
soluzione di ben 1.024x768 pixel a 
65mila colori non fa mai rimpiangere i 
monitor CRT da tavolo. Se a questo ag¬ 
giungiamo che su un display LCD l'im¬ 
magine visualizzata è priva di qualsiasi 
forma di sfarfallio, sempre perfettamen¬ 
te a fuoco, rigidamente piana e senza la 
minima distorsione è facile rendersi 
conto che in realtà l'uscita XVGA per 
monitor esterno verrà utilizzata solo in 
rarissime occasioni. In pratica solo per 
sfruttare risoluzioni ancora maggiori o 
per collegarci a un videoproiettore per 
conferenze 

La tastiera, dal canto suo, è sufficien¬ 
temente completa, ha una precisione di 
funzionamento e un feeling dei tasti più 
che soddisfacente, mentre è criticabile 
(anche questo, purtroppo, capita in mol¬ 
ti portatili provati) la disposizione dei ta- 



Tra le connessioni "per il mondo esterno~ disponibili sul retro, la più interessante 6 la porta USB permette il collegamento di ben 127 nuovi dispositivi esterni 


242 


MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997 










TVC Italia Wings 


MMX a 200 MHz in versione "desktop" 
(a consumo non ridotto). 

Morale: come è facilmente prevedibi¬ 
le, fidatevi poco dei MHz sbandierati in 
quanto la velocità complessiva di un 
computer (non si misura certo "solo" 
con l'Intel Media Benchmark, lo sappia¬ 
mo benissimo!) è influenzata da un’infi¬ 
nità di parametri non sempre ben indivi¬ 
duabili e controllabili. 

Nel complesso (anche tralasciando 
l'ottimo risultato dei nostri test) il TVC 
Wings ci ha soddisfatto pienamente 
Non ha mai fallito un colpo, nonostante 
l'avessimo "plunmassacrato" pesante¬ 
mente durante la prova, installando e di- 
smstallando numerose applicazioni 
grosse ed eterogenee 

Per finire, come è nostra consuetudi¬ 
ne. diamo uno sguardo al listino prezzi. 
Il TVC Wings, con processore Intel Pen¬ 
tium MMX a 166 MHz, 32 megabyte di 
RAM, hard disk da 2 gigabyte, Win¬ 
dows 95 preinstallato, batteria ricarica- 
bile agli ioni di litio, floppy disk e lettore 
di CD-ROM 20X costa poco meno di ot¬ 
to milioni (oltre l'IVA) Considerata la do¬ 
tazione di partenza (soprattutto riguardo 
la memoria, notoriamente molto più ca¬ 
ra nei portatili che nelle macchine desk¬ 
top), e senza sottovalutare il fatto che il 
display LCD a matrice attiva da 13.3 
pollici è tra i piu grandi disponibili sui 
notebook, non possiamo che valutare 
quantomeno invitante il prezzo di vendi¬ 
ta all'utente finale di questo prodotto. 
E' evidente che la guerra al ribasso tra i 
produttori hardware, anche quando si 
tratta di notebook di alte prestazioni, è 
tutt'altro che terminata Come dire: "ne 
vedremo delle belle...". 


Intel Media Benchmark 


sti di controllo PageUp, PageDn, Home, 
End che relegano in seconda fila tasti 
ben più importanti come il BackSpace e 
l'Enter Non mancano, infine, i tasti spe¬ 
cifici di Windows 95, l'ormai tipico tasto 
Fn, serigrafato in blu, per il controllo di 
alcune funzioni hardware della macchi¬ 
na, come la visualizzazione a video dello 
stato di carica delle batterie, la commu¬ 
tazione tra display integrato o monitor 


I risultati dell'Intel Me¬ 
dia Benchmark riportati 
dal TVC Wings IPen¬ 
tium MMX a 166 MHz) 
rispetto alla nostra 
macchina desktop di ri¬ 
ferimento, con analogo 
processore cioccato, 
però, a 200 MHz 
La differenza riscontra¬ 
ta è assolutamente giu¬ 
stificabile vista la mino¬ 
re velocità di sistema 


Molto potente, il TVC 
Italia Wings, ma anche 
estremamente modula¬ 
re In alto la batteria U- 
lon, a sinistra il lettore 
di CD-ROM intercam¬ 
biabile con l'unità 
floppy disk, a destra 
l'alloggiamento per le 
espansioni <Ji memoria 


esterno (o la visualizzazione simulta¬ 
nea), l'utilizzo del programma di Setup 
per quel che riguarda il power manage¬ 
ment della macchina (per attivare il Se¬ 
tup completo è necessario riavviare il si¬ 
stema e premere F8 prima del boot- 
strap di Windows 95). 


Prezzo/prestazioni 

Molto interessanti, se non addirittura 
entusiasmanti, i risultati dell'Intel Media 
Benchmark sulla macchina in prova. Ha 
eguagliato, sostanzialmente, i risultati 
raggiunti dal Toshiba Tecra 740 CDT, 
sempre Pentium MMX a 166 MHz. pro¬ 
vato sullo scorso numero di MC. Di 
questo avevamo evidenziato l'esube¬ 
rante "velocità multimediale" del tutto 
paragonabile a quella di altri portatili 
precedentemente provati di fattura ben 
più economica e dotati di Pentium 


Video 


ImageProc 


Audio 


OveraB 


MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997 


243 




















di Enrico M. Ferrari 




L'andamento del mer¬ 
cato dei PC destinati all'utente finale è 
oramai consolidato da tempo verso un 
solo obiettivo: costruire la macchina più 
veloce non appena Intel e i suoi concor¬ 
renti commercializzano un nuovo chip 
Il fanatico che vuole la macchina più 
potente esiste in tutti i campi da chi 
trucca il motorino in maniera esasperata 
per avere il mezzo più veloce della città 
a chi segue le ultime evoluzioni esoteri¬ 
che del mercato Hi-Fi, tralasciando chi 
mira al telefonino piu leggero e all'auto¬ 
mobile con più cavalli. 

Nel campo dell'informatica avere una 


macchina sempre più veloce non è solo 
un capriccio dell'utente "fissato", pur¬ 
troppo l'evoluzione dei sistemi operativi 
e dei programmi è tale che gli applicati¬ 
vi sono sempre più pesanti ed esosi di 
prestazioni; far funzionare ad esempio 
l'ultima versione di Office su un 486 
vecchio di pochi anni sarebbe pratica¬ 
mente impossibile, a meno di non fer¬ 
marsi a mangiare una pizza tra una 
schermata e l'altra. 

Sono le case produttrici di CPU che 
sfornano processori più veloci per asse¬ 
condare i nuovi applicativi o sono le 
software house che si permettono il 


lusso di programmare dei "mostri" sa¬ 
pendo che uscirà una CPU sufficiente- 
mente veloce da supportarli? 

La questione è vecchia e probabil¬ 
mente la spiegazione è a metà strada, 
unita al fatto che l'utenza moderna vuo¬ 
le giustamente macchine semplici da 
usare, che per essere tali devono quindi 
riempire lo schermo di avvisi, icone e 
grafica m movimento L'informatica non 
sarebbe diventata popolare se fosse ri¬ 
masta ancorata all'ostica interfaccia a 
carattere del DOS. economica si in ter¬ 
mini di risorse, ma lontanissima dall'uso 
intuitivo introdotto dai sistemi ad icone 


=£«= 


244 


MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997 


















PC Win AMD K6 233 MMX 


Basta un processore a 
400 MHz? 

No, la velocità della CPU non è tutto 
e non è l'unico parametro da conside¬ 
rare quando si valutano le prestazioni 
della macchina; se abbiamo una CPU 
velocissima ma una scheda video lenta 
come una lumaca le prestazioni saran¬ 
no comunque ridotte, cosi come se la 
CPU non è supportata da una valida 
scheda madre che eviti il più possibile i 
colli di bottiglia il processore non verrà 
sfruttato al meglio. 

Così più che valutare quanto è velo¬ 
ce il processore adottato da una mac¬ 
china preferiamo vedere come si com¬ 
porta tutto l’insieme, se cioè i singoli 
elementi sono combinati al meglio fra 
di loro per esaltare al massimo una 
CPU veloce. La modularità degli attuali 
PC è tale da consentire upgrade rapidi 
del sistema anche in varie fasi, si cam¬ 
bia una volta la CPU, poi il CD-ROM, si 
aumenta la memoria e cosi via. 

Sono vincenti in questo caso le filo¬ 
sofie degli assemblatori che, anziché 
distribuire prodotti rigidi, costruiscono 
il PC su misura dell'utente, privilegian¬ 
do magari l'aspetto economico o quel¬ 
lo delle prestazioni, lasciando la scelta 
all'utente stesso che in futuro potrà 
decidere di cambiare tutti i pezzi che 
vuole. 


PC “Win” 

PC "Win" è il classico esempio del 
computer "fatto su misura", come di¬ 
cono alla Umware Sistemi, una casa ro¬ 
mana specializzata nell'assemblaggio 
ad hoc di hardware che distribuisce il 
prodotto che presentiamo oggi. 

La macchina in visione è basata su 
CPU AMDK6 MMX da 233 MHz; la 
AMD sta dando filo da torcere alla Intel 
con i suoi processori sopra i 200 MHz 
di classe MMX, processori che al mo¬ 
mento sembrano avere una compatibi¬ 
lità pressoché completa con tutto ciò 
che gira anche sull’Intel, naturalmente 
non è possibile garantire una compati¬ 
bilità al 100%, del resto nel campo dei 
processori, come il bug dei primi Pen¬ 
tium insegna, può sempre saltare fuori 
qualche cosa che non va 

Una breve descrizione della configu¬ 
razione di questo PC "Win" ci fa capire 
che non è un entry level, ma un'ottima 
macchina dalle grandi capacità multi¬ 
mediali 32 MB RAM, hard disk da 3.2 


PC WIN AMD K6 233 MMX 


Produttore 

UNIWARE SISTEMI s.f I - Via Malera, 3 Roma • 
Tel 10617024544 

Distributori: 

UNIWARE SISTEMI s.r.l - P za Casalmaggiore, 12 

Roma - Tel (0617024544 

AGE ITALIA s r i - Via Val Maggia, 52/54 Roma - 

Tel (06188642775 

Prezzo VA esclusa! 

PC WIN AMD K6 233 MMX Ut 2 995 000 

Monitor 15” SONY 100SFT Ut 840 000 


Giga Ultra ATA, CD-ROM Mitsumi 16X, 
Scheda Video Matrox Millenium II con 
4 MB, SoundBlaster AWE 64, monitor 
e casse staccabili Sony. 

L’esterno 

PC "Win" è contenuto in un cabinet 
midi-tower di solidissimo aspetto: il 
midi-tower è un ottimo compromesso 
tra i grossi tower e i troppo piccoli mi- 
ni-tower. si può lasciare anche sulla 
scrivania perché non è troppo alto, e si 
può posizionare a terra senza dover 


piegarsi troppo per usare floppy e CD. 

Dicevamo della apparente solidità, 
che viene confermata non appena si 
apre la macchina; due pesanti paratie 
laterali mascherano un'ossatura solida, 
volendo ci si po’ tranquillamente sede¬ 
re sul cabinet, noi lo abbiamo fatto, ma 
non é certo la maniera ortodossa per 
utilizzare un computer Le due paratie 
laterali sono agganciate al case con 



Particolare di uno dei due diffusori sonori Sony: so¬ 
no staccabili e dotati di appoggio da tavolo 



Il monitor Sony con le particolari orecchie ' staccabili. 


MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997 


245 

















PC Win AMD K6 233 MMX 



II mldtower . poco ingombrante ma con molto spa¬ 
no disponibile 


Particolare del retro notare i numerosi lori di Bora¬ 
none. 


due viti ognuna, accedere all'interno è 
un'operazione di pochi minuti. 

Il frontale del cabinet è abbastanza 
anonimo, in alto ci sono tre scomparti 
per periferiche da 5" (CD, masterizza- 
tori, ecc.l, subito sotto c’è lo spazio 
per due unità da 3,5”. A destra l'inter¬ 
ruttore di accensione è in serie con 
quello presente sul retro del pannello, 
dove si trova l’alimentatore; sotto c'è 
una striscia di plastica scura che na¬ 
sconde i led di funzionamento, poco vi¬ 
sibili in realtà, ed il pulsante di reset a 
forma di bottoncino, difficile da preme¬ 
re per sbaglio ma anche difficile da tro¬ 
vare volontariamente, se il computer è 
tenuto per terra. 

Il retro è caratterizzato nella parte al¬ 
ta dalla sezione dell'alimentatore, con 
l'uscita del ventilatore e la presa per il 
cavo elettrico, mentre la parte centrale 
ospita le uscite standard, seriali, paral¬ 
lela e tastiera, con la possibilità di apri¬ 
re altre finestrelle sul cabinet nel caso 
ce ne fosse bisogno. 

Sotto si trovano le uscite corrispon¬ 


denti alle schede inserite negli slot del¬ 
la scheda madre, sono previste fino a 
sette uscite, numerosi buchi sul retro 
contribuiscono all'aerazione interna. 

Molto particolari gli altoparlanti Sony, 
costruiti per poter essere posizionati in 
varie maniere: con uno speciale attac¬ 
co Velcro possono essere poggiati ai 
lati di un monitor, come delle orecchie, 
oppure con un supportino di ferro pos¬ 
sono essere messi sul piano di lavoro. 

L’interno 

Eccoci finalmente al clou della mac¬ 
china, sia per quanto riguarda l'ottimiz¬ 
zazione dello spazio che per le schede 
installate. All'interno l'impressione è che 
ci sia un sacco di spazio a disposizione 
per lavorare in comodità, inserire e to¬ 
gliere le schede senza dover graffiarsi le 
mani o con manovre da equilibrista. 

Anche l'inserimento delle periferiche 
da 5" è molto facilitato; basta inserire 
il CD, ad esempio, dall'esterno facen¬ 


dolo scivolare sul suo binario e fissare 
le viti ai lati. Dietro il CD, solitamente 
una delle periferiche interne più lun¬ 
ghe. c'è parecchio spazio per collegare 
con tranquillità i cavi e l'alimentazione, 
i bmarietti consentono di sovrapporre 
più unità senza che queste fisicamente 
si tocchino 

Il cestello per le unità da 3.5" ha un 
accesso ugualmente facile, vi trovano 
posto senza problemi due floppy e due 
hard disk uno sopra l'altro. 

Da notare che su un lato del case, in 
corrispondenza degli slot ISA della 
scheda madre, ci sono delle guide per 
alloggiare eventuali schede ISA molto 
lunghe, non si sa mai. 


L’hardware 

Passiamo ad esaminare innanzitutto 
la scheda madre, la Asustek TX-97 E 
con 512 Kb di cache. E' completa di 
ventola intelligente per il controllo della 
temperatura della CPU ed è una sche¬ 
da madre sufficientemente potente da 
supportare le performance della CPU, 
la già citata AMD K6 a 233 MHz 

3 bus ISA e 4 PCI garantiscono sette 
possibilità di inserire schede all'Interno 
del computer, uno degli slot PCI è in 
tecnologia MediaBus per il collegamen¬ 
to di schede proprietarie Asustek. Sono 
presenti gli alloggiamenti per le RAM 
EDO o SDRAM fino ad un massimo di 
256 MB installabili, mentre il controller 
per hard disk è un ULTRA ATA tipo UL¬ 
TRA DMA utilizzato per pilotare l'hard 
disk da 3.2 Giga ULTRA ATA da 33 
Mbit/sec. 

Sulla grandezza dell'hard disk inutile 
pronunciarsi, sappiamo bene tutti ora¬ 
mai che più spazio c'è meglio è, e che 
non basta mai; nessuno ha oramai il co¬ 
raggio di dire frasi tipo "a cosa servi¬ 
ranno 2 GB" perché a saturarli non ci si 
impiega poi molto, grazie anche agli ap¬ 
plicativi dell'ultima generazione, che se 
non occupano almeno 30 MB neanche 
vengono realizzati. 

Il lettore CD-ROM è un Mitsumi El- 
DE da 16X: oramai anche i lettori CD 
aumentano le loro performance a vista 
d’occhio, se pochi mesi fa un 8X era un 
CD molto veloce oggi, oramai, un 18X 
non desta meraviglia 

I lettori CD cosi veloci hanno un tem¬ 
po di reazione leggermente superiore a 
quelli della precedente generazione, 
non tanto per il tempo d'accesso, quan¬ 
to proprio per la messa in moto e rota¬ 
zione, fanno un preoccupante rumore di 
turbina, dovuto al meccanismo di so¬ 
spensione necessario per gestire un'al¬ 
ta velocità di rotazione, rumore genera- 


246 


MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997 




























PC Win AMD K6 233 MMX 


lo pochi secondi dopo l'inserimento del 
CD e la sua messa in rotazione. 

La scheda video fornita è la Matrox 
Millenium II con 4 MB WRAM RAM- 
DAC 220 MHz, naturalmente con bus 
PCI, la scheda audio è la collaudata 
SoundBlaster AWE 64 standard che for¬ 
se meriterebbe qualche cosa di più de¬ 
gli altoparlanti Sony, pratici da usare ma 
con una resa insufficiente, naturalmen¬ 
te sono disponibili altre configurazioni. 

Il monitor a colori è il Sony 15" SV¬ 
GA, modello CPD-15SFII, un monitor 
digitale dalla risoluzione 1280x1024 pit¬ 
ch 0.25, davvero nitido e luminoso. 

La tastiera fornita è una Mitsumi edi¬ 
zione italiana estesa compatibile Win¬ 
dows '95, dal tocco forse troppo morbi¬ 
do e "plasticoso". non troppo adatta a 
chi scrive molto ed in fretta. 


Impressioni d’uso 

Il software installato in dotazione 
comprende Windows 95, Netscape 
3.01. MICROGRAFX Picture Publisher 
7. MICROGRAFX Simply 3D 2. Kodak 
Colorfic e CompCore SoftPEG MPEG 
player 2.2. 

La versione installata di Windows 95 
è la "b", quindi quella con FAT32. for¬ 
se anche per questo l'enorme hard di¬ 
sk è stato configurato con una sola 
unica partizione, senza spreco di spa¬ 
zio come avveniva con la precedente 
FAT, che costringeva a partizionare 
notevolmente per ridurre gli spazi vuo¬ 
ti inutilizzabili generati dalla particolare 
allocazione dei file. 

Usare un disco cosi grande con una 
sola partizione è una comodità unica. 



L'interno, non molto spazioso, consente un facile accesso alia scheda madre e a tutte le periferiche 


perché non si rischia di disperdere le 
applicazioni per sei-sette partizioni e di 
conseguenza diventare matti quando 
si deve trovare un file. 

Viceversa il pericolo maggiore dato 
dalla partizione unica è che se “C:" 
per qualche motivo si danneggia non 
si recupera nulla, naturalmente anche 
tutti i programmi di scansione e de- 
frammentazione del disco risentono 
del fatto che operano su una sola gi¬ 
gantesca partizione e impiegano quin¬ 
di parecchio tempo per terminare le 
operazioni. 

Lo stesso dicasi per la ricerca di file: 
immaginiamo cosa voglia dire cercare 
un file, od una stringa, all'interno di 
decine di migliaia di file presenti su un 
disco cosi grande pieno per tre quarti. 

C'è da dire che con una macchina 
veloce come questa anche tali proble¬ 
mi in realtà sono poca cosa, ricerche e 
movimenti di file sono velocissimi: ab¬ 
biamo eseguito una scansione ap¬ 
profondita con ScanDisk dell'intero 
hard disk, un mostro con centinaia di 
migliaia di cluster, impiegando circa 40 
minuti, decisamente poco se si consi¬ 
dera le dimensioni analizzate. 


Impressioni finali 

Come detto sin dall'inizio la valuta¬ 
zione da fare è sulla globalità della 
macchina, "carrozzata" davvero con 
periferiche di alto livello; in questo 
senso va giudicato anche il prezzo to¬ 
tale, comprensivo di tutto. Abbiamo 
già chiarito che non è sicuramente 
una macchina di fascia bassa, ma 
piuttosto un PC configurato per usi 
professionali. 

Incide molto sul prezzo totale il mo¬ 
nitor, ma non ci sentiamo di consiglia¬ 
re un risparmio in questo senso; è la 
parte che più influenza il nostro stato 
di salute, dovendoci passare molte 
ore davanti, sono quindi soldi ben 
spesi. 

Il prezzo di un simile PC è sicura¬ 
mente nella media; si risparmia di più, 
senza dubbio, comprando i pezzi ed 
assemblandoli da sé, ma naturalmen¬ 
te configurazione, installazione di 
software ed assistenza hanno un co¬ 
sto che va ad incidere sul prezzo fina¬ 
le. C'è da dire che al momento in cui 
scriviamo il dollaro è alle stelle e per 
la data in cui questo MC sarà in edico¬ 
la nessuno può dire quale sarà l'anda¬ 
mento dei prezzi, che tendenzialmen¬ 
te scendono col tempo, ma su questo 
proprio non possiamo dare nessuna 
garanzia. 

MS 


MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 19997 


247 

















di Bruno Rosati 




Mario Meqa P233 MMX 


ì Unità centrale, monitor 
e tastiera. Da una configurazione essen¬ 
ziale (sulla quale ogni singolo utente era 
ormai allenato a fare i suoi bravi calcoli 
prima di acquistare un PCI il mercato, 
per via del multimedia prima e di Inter¬ 
net poi, ci ha imposto d ampliare l'oriz¬ 
zonte e spostare attenzione ed interes¬ 
se verso il sistema completo. 

Un sistema che. sull'essenziale inne¬ 
sta espansioni e periferiche ormai im¬ 
prescindibili per poter considerare vera¬ 
mente tale un Personal Computer 

E' cosi che, dapprima il CD-ROM e la 
scheda audio, poi il modem, hanno ride- 
fimto il PC Ovviamente è venuta fuori 
una nuova configurazione che, a sua 
volta, è diventata a neh essa 'essenzia¬ 
le' Offrire di meno oggi non esiste. Sa¬ 
rebbe come vendere una macchina in¬ 


completa. 

Tutto questo perché, ormai, il multi¬ 
media ed Internet sono parti integranti 
di ogni Sistema Operativo e non se ne 
può fare a meno 

Ma se oggi è quindi normale aspettar¬ 
si un sistema completo, il cosiddetto 
'chiavi m mano', dov è che ogni singolo 
produttore prova a differenziare la pro¬ 
pria offerta da quella della concorrenza? 

In principal modo andando a delmeare 
nella maniera più precisa possibile il tar¬ 
get d'utenza e, di conseguenza a ciò, 
arricchendo il sistema dell'hardware e 
del software più adatti 

Cosi facendo, chi produce per l'ufficio 
proporrà la propria offerta potenziando il 
sistema con un hard disk di capacità 
maggiore ed eventualmente innestando 
un drive ZIP Quindi completerà il corre¬ 


do software andando ad integrarvi un 
elaboratore di testi ed un foglio elettro¬ 
nico particolarmente evoluti. Chi, al con¬ 
trario, produce per il settore home pun¬ 
terà all'inserimento dì una scheda grafi¬ 
ca particolarmente adatta al 3D ed ai vi¬ 
deogame m genere, ed opterà per una 
scheda audio di maggiore qualità sono¬ 
ra. Dal punto di vista del corredo 
software infine ci sarà da sbizzarrirsi, tra 
enciclopedie elettroniche e videogame 
a profusione II mercato odierno è cosi 
che funziona, ma per avere l'offerta vin¬ 
cente. in entrambi i casi, ogni singolo 
produttore deve e dovrà sempre dare 
un 'qualcosa' in più. 

Cosa, però? 

Nel caso dell'Athena (che con la for¬ 
tunata sene PC Mario per la casa ha 
preparato dei sistemi 'chiavi in mano' 


248 


MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997 









Athena PC Mano Mega P233 MMX 


particolarmente completi e dal prezzo 
decisamente concorrenziale) questo 
"qualcosa"per la verità corrisponde a va¬ 
ri "plus" che si rilevano essere una sorta 
di rilancio continuo (per superare la con¬ 
correnza) in direzione di ogni ambito ho- 
me che si vuole raggiungere 

A partire dal processore, un Pentium 
MMX, scelto nella sua versione piu po¬ 
tente da 233 MHz, passando per la 
RAM, 32 Mbyte di serie, i plus sono su¬ 
bito riscontrabili nella presenza e nelle 
prestazioni della scheda grafica luna 
Matrox Mistique, dotata dell'estensione 
Rainbow Runner Studio con la quale è 
possibile acquisire da VCR, leggere Zi- 
deoCD e rivedere dal televisore), in 
quelle della scheda audio (una Sound¬ 
Blaster 32 AWE, dotata quindi delle sin¬ 
tesi da "wavetable" e capace di rendere 
un MIDI di qualità) e in un modem da 
33 6 in grado di garantire il full-duplex 
data-voice e che può sbrigarsela anche 
da segreteria telefonica o portarci subi¬ 
to sulla rete. 

Nella somma delle tre componenti vi 
è la conferma che con l'Athena Mario 
Mega è possibile farci davvero di tutto. 
Dal Desktop Video alla videoconferenza 
su Internet, ascoltare Compact Disc o 
vedere dei VideoCD direttamente dal te¬ 
levisore. Ovviamente, vistane la dotazio¬ 
ne, è anche possibile gustarsi degli otti¬ 
mi videoglochi nei momenti di relax e, 
laddove l'informazione manca, sfogliare 
un'ottima enciclopedia elettronica 1 

Descrizione 

dell'insieme 

Il sistema, che è possibile osservare 
nella completezza dell'offerta, è il più 
ricco insieme produttivo (ed ovviamen¬ 
te fruitivol che ultimamente mi sia capi¬ 
tato di estrarre dagli imballi. Allo stesso 
tempo, una volta posizionatolo dove ci 
è più comodo, con il fatto che tutto è 
già preinstallato, risulta ovviamente an¬ 
che d'utilizzo immediato 

L'offerta, se continuiamo ad osserva¬ 
re la foto d'apertura, è davvero a 360 
gradi. 

Sul bel cabinet desktop, con le linee 
di colore a rompere il solito design mo¬ 
nocromatico e la tastiera, tanto originale 
nel contrasto cromatico imposto ai ta¬ 
sti, quanto ottima alla digitazione, tro¬ 
neggia un notevolissimo monitor da 17 
pollici. 

In questo modello (opzionale ed alter¬ 
nativo a schermi da 14 e 15") al pari dei 
più moderni TV-color, la serie dei con- 


Athena PC MARIO MEGA 
P233 MMX 


Produttore e distributore: 

Athena Informatica S.r.l 

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Prezzo UVA esclusaI I 730 000 



trolli sui parametri cromatici e di posi¬ 
zione dell'immagine è attivabile on- 
screen. Ciò è reso possibile, oltre che 
facile, da una mascherina elettronica 
che appare in sovrimpressione al qua¬ 
dro VGA. Su questa, agendo per mezzo 
dei bottoni posizionati vicino al led del¬ 
l’alimentazione. è possibile controllare 
l’intensità, il contrasto e la saturazione 
della palette VGA come il valore di cia¬ 
scuna singola componente RGB 

Sempre continuando nella descrizio¬ 
ne dell'insieme, particolarmente appari¬ 
scente è la coppia di diffusori amplificati 
che Athena fornisce con il sistema. Nel¬ 
lo specifico si tratta di un sistema 
speaker della Hi-tex capace di erogare 
36 watt, con una banda passante com¬ 
presa tra i 30 ed i 16 kHz e con equaliz¬ 
zatore a tre bande (alte, medie e basse) 
incorporato nella base di una delle due 
casse insieme al contatto mini-jack per 
l'ascolto alternativo in cuffia A corredo 
anche l'alimentatore dedicato. 

Un altro componente esterno è l'ov¬ 
vio joystick In dotazione al PC Mario 
Mega abbiamo trovato il Fighter 2000. 
Un buon modello (a sentir dire) capace 



Primo piano sul monitor da IT AtbenaViSion ì 771 
CE a bassissima radiazione 


di offrire tre bottoni di fuoco, il trigger e 
due trimmer di posizionamento piazzati 
sulla base. 

Continuando nell'elenco è poi la volta 
della comoda cuffia con microfono in¬ 
corporato che. provatolo sia in sede di 
audioconferenza sia in fase di registra¬ 
zione vocale, ha dimostrato una resa 
qualitativa più che discreta 

Quella che poi vediamo apparecchiata 
è l'interminabile serie di applicativi che 
compongono il corredo software al si¬ 
stema. In ordine sparso troviamo a 
riempire la nostra scrivania 

- Microsoft Windows 95 Internet Ex¬ 
plorer 

- Norton AntiVirus (versione trial, regi¬ 
strabile ed aggiornabile via Web) 

- Microsoft Works (elaboratore di te¬ 
sti. spreadsheet, agenda e database 



La tastiera del PC Mano Mega Tanto originale nella resa bicromatica dei tasti Quanto ottima alla digitazione 


MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997 


249 






































Primo piano sul frontale dei desktop. Si noti il controllo mfraved posto subito dopo il logo 'Mano' 



Sul retro della macchina sono visibili, da sinistra verso destra, le connessioni della porta parallela, mouse, 
remote ad infrarossi, porte seriali, Input/Output del blocco VGA/Vìdeo, mini-jack audio e porta-joystick della 
SoundBlaster ed infine le connessioni deI modem 



personale di prima utilità) 

- L'enciclopedia '97 della Rizzoli New 
Media 

- Destruction Derby 2, MechWarrior 
2, Scorched Planet (tre videogame par¬ 
ticolarmente dedicati alla Matrox Misti- 
que) 

- Il videocorso interattivo all'uso di 
Windows 95 (prodotto dalla stessa 
Athena) 

- Internet Phone (per le teleconferen¬ 
ze sul Web). 

A seguire i CD-ROM di "sistema", 
quali quello della Mistique, del modulo 
Rambow Runner Studio, il Blaster CD 
della Creative ed infine l'Asus-kit per 
l'upgrade del BIOS. 

Dal contenitore in cartone che contie¬ 
ne tale insieme, estraiamo infine tutti i 
cavi di collegamento che fanno parte 
del corredo Dalla cavetteria per raccor¬ 
dare la scheda audio ai diffusori, a quel¬ 
la video per l'Input/Output del modulo 
Rambow Runner con videoregistratori, 
camcorder e TV-color, nonché, buon ul¬ 
timo, il cavo per la connessione alla li¬ 
nea telefonica del modem, 

Tornando al cabinet, prima di aprirlo e 
vederne le componenti interne, va se¬ 
gnalato che questo, oltre che in versio¬ 
ne desktop, è disponibile anche in ver¬ 
sione Midi-tower e che, al pari di tastie¬ 
ra e mouse, è ordinabile anche in altre 
due colorazioni alternative (rosso-aran¬ 
cio e verde). A vostro piacere la scelta 
per il miglior accostamento nell'ambien¬ 
te domestico. Nell'insieme, PC, moni¬ 
tor, tastiera e mouse, sono di un origi¬ 
nale, ma accattivante aspetto esteriore 

Descrizione 

dell'interno 

Aperta la macchina, le solite 3 viti, ciò 
che si rivela subito alla vista è la densità 
delle componenti assemblate. In parti¬ 
colare sono le quattro schede che carat¬ 
terizzano la propensione "tele-multime¬ 
diale" del PC Mario Mega a spiccare ed 
attrarre la nostra attenzione. Tra queste 
spiccano ovviamente la Matrox Misti¬ 
que e la sua daughterboard Rainbow 
Runner, delle quali parleremo più nel 
dettaglio nella sezione dedicata di que¬ 
sta prova. Nel frattempo estraiamo ad 
una ad una tutte le schede dalle slot 
che le ospitano e portiamo finalmente 
alla luce le componenti di base. A vista 
appare subito la sagoma del blocco ven¬ 
tola-dissipatore sotto al quale batte il 
Pentium MMX 233, quindi, disposte la¬ 
teralmente, 2 SIMM da 16 Mbyte cia¬ 
scuna. Il tutto, periferiche, connessioni, 
CPU e SIMM, poggiano peso e preroga¬ 


tive sulla nobile scheda madre Asus TX- 
97E 

Il Pentium 233 MMX, che chi compra 
il PC Mario Mega si inebrierà di guidare, 
è probabilmente l'ultimo della serie 
MMX per Socket-7 che la Intel ha fin 
qui sfornato Va comunque detto che il 
PC in questione, oltre che con il P-233 
MMX, è disponibile anche con il P-200 
MMX leggermente meno dotato (me¬ 
diamente il 16% in meno, come risulta 
nelle prove effettuate sul numero scor¬ 
so di MC nella rubrica della Tecnica), 
ma ovviamente più conveniente dal 
punto di vista economico. 

Passando alla RAM, come già segna¬ 
lato, questa è disponibile nella quantità 
di 32 Mbyte Più delle usuali configura¬ 
zioni che si trovano in offerta. Il fatto ci 
conforta. Senza farsi vincere dalla spet¬ 
tacolarità di un prezzo ridotto all'osso 
ed a tutti i costi, all'Athena hanno pro¬ 
babilmente valutato che un sistema 
completo (produttivo e fruitivo) come 
quello in questione vuole essere, non 
può prescindere dai 32 Mbyte. Fornirlo 
con metà capacità (tanto per tenere il 
prezzo un po' più basso) avrebbe anche 


potuto allettare più utenti, ma poi, gli 
stessi, dovendo pur farci qualche cosa 
con cotanto PC, avrebbero dovuto subi¬ 
to provvedere all'acquisto di altri 16 
Mbyte, 

Sotto a CPU. SIMM, cestello-dischi e 
cavetteria di connessione, finalmente 
sorgono le fattezze dell’inconfondibile 
Asus TX-97E. Tale scheda madre, dota¬ 
ta del chip-set Ì430TX di Intel, dispone 
di 3 slot ISA (di cui due attualmente oc¬ 
cupate dalla SoundBlaster e dal mo¬ 
dem-fax) e di 4 PCI (una occupata dalla 
Matrox, le altre tre libere, ma con una 
slot pronta per la condivisane con l'A- 
sus Media Bus) e di due differenti grup¬ 
pi di socket-RAM II classico banco da 4 
per i 72 pin dei moduli SIMM (con pos¬ 
sibilità di supportare tagli compresi tra 8 
e 64 Mbyte, per un totale di massimo di 
256 Mbyte) ed un secondo banco di 2 
soli Socket per l'eventuale uso alternati¬ 
vo di moduli DIMM (Dual Inline Me¬ 
mory Module) anch'essi in grado di sup¬ 
portare fino a 256 Mbyte di RAM. 

La duttilità dell'Asus TX-97E, oltre 
che dalla possibilità di usare moduli 
SIMM oppure DIMM, viene confermata 


250 


MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997 





























Athena PC Mario Mega P233 MMX 


dal range di frequenze supportabili che 
vanno dai 75 ai 233 MHz e, di conse¬ 
guenza a ciò, dal numero elevatissimo 
di CPU innestabili. A partire dai vetusti 
P75, passando per gli AMD K5 e K6 ed i 
Cyrix 133/166/233+, l'Asus copre anche 
l’intero range dei Pentium, MMX e non 
In definitiva ogni CPU compatibile alla 
piedinatura del Socket-7 può essere in¬ 
nestata su questa ottima scheda. Una 
scheda che, come ulteriore qualità, pos¬ 
siede un sistema di monitoraggio in gra¬ 
do di controllare ciclicamente la stabilità 
dell'alimentazione e, con particolare no¬ 
ta di merito, la temperatura di esercizio 
della CPU Rilevando un eccesso au¬ 
mento di calore interno al sistema (il ti¬ 
pico surriscaldamento delle CPU) il con¬ 
trollo presente sull'Asus TX-97E è in 
grado di abbassare il clock della CPU 
ospitata per poi riaumentarlo gradual¬ 
mente al diminuire della temperatura in¬ 
terna. I parametri di alimentazione e 
della temperatura limite di surriscalda¬ 
mento sono settabili da BIOS. Un BIOS 
superprotetto tra l’altro dall'attacco dei 
virus, mediante la disabilitazione della 
scrittura della Flash-ROM che avviene 
in automatico subito dopo il boot. 

Facendo un ultimo "volo panoramico" 
saldamente ancorata all’Asus notiamo 
la presenza della schedula d’estensione 
USB (Universal Serial Bus) della stessa 
Asus. Alla USB, oltre al mouse attual¬ 
mente connesso ed alle periferiche ve¬ 
loci di prossima produzione, è possibile 
anche connettere un remote control se¬ 
condario per periferiche "infra-red" di 
puntamento. 

Dall'USB ci spostiamo sul controller 
dei dischi (tipico ormai nella sua versione 
a due canali ciascuno con master e sla¬ 
ve) e da questo risaliamo infine alle peri¬ 
feriche di massa. Il floppy disk drive, che 
incontriamo per primo, è un 3,5" della 
Mitsubishi onesto ed affidabile (ed anco¬ 
ra più che accettabile nelle attività casa¬ 
linghe). L'hard disk, sistemato subito sot¬ 
to al piano del floppy disk, è invece un 
Quantum ULTRA-DMAda 3,1 Gbyte. 

Durante le nostre prove pratiche ab¬ 
biamo insistito molto sulle performance 
del Quantum. Un sistema come il PC 
Mario Mega, proprio perché dotato di 
periferiche di acquisizione/riproduzione 
video come la Rambow Runner. non 
può prescindere da periferiche veloci e 
stabili. E questo, il produttore, evidente¬ 
mente l'ha tenuto in piena considerazio¬ 
ne. I risultati si vedono e si sentono. Il 
Quantum, girando come Ultra-EIDE e 
prendendo una spanna anche ai più ve¬ 
loci tra gli SCSI, è in grado di tenere bel¬ 
lamente il passo d'acquisizione di una 
scheda MJPEG senza perdere un frame 
e garantire (nella delicata fase di riversa¬ 




nella confezione del PC), la Mistique, 
ed ovviamente il Mano Mega, si adatta¬ 
no perfettamente alle esigenze dell'in¬ 
tera famiglia. 

Non bastando l'aver soddisfatto sia 
l'area "office" che quella puramente lu¬ 
dica, l'Athena ha pensato bene di inne¬ 
stare sulla Mistique le caratteristiche 
aggiuntive del modulo Matrox Rainbow 
Runner Studio. Con la magica daughter- 
board ben infilzata negli appositi pettini 
presenti sulla Mistique, il PC Mario Me- 


Per quanto riguarda l’adatta¬ 
zione grafica, ciò che attual¬ 
mente offre la Matrox Mistique 
è difficile trovarlo, per somma 
di qualità e per costo d'acqui¬ 
sto, nelle altre schede concor¬ 
renti E a dirlo, più di chi scrive, 
sono indubbiamente i numeri. 
La scheda presente nel PC in 
prova è quella che implementa 
il rinnovato processore MGA- 
1164SG, con 4 Mbyte di me¬ 
moria grafica SGRAM a doppia 
pagina (espandibile fino ad 8 
Mbyte), RAMDAC da 220 MHz, 


L interno macchina con te schede 'tele-multimediali' nmosse 


mento su videotape) una riproduzione 
in piena fluidità e con nessuna perdita 
di frame (effetto drop nullo). 

Per quanto poi concerne la lettura ot¬ 
tica. mentre nel PC Mario Mega in pro¬ 
va il CD-ROM è un modello 16X della 
TechMedia High Technology, dalla casa 
madre ci hanno tempestivamente avvi¬ 
sato che, nelle configurazioni già poste 
in vendita dello stesso PC, è al contrario 
presente un ancora più versatile 20X. 

Un'ultima occhiata al blocco di alimen¬ 
tazione (un supply da 200 watt, 
con una ventola leggermente ru¬ 
morosa) ed è tempo di annesta¬ 
re le schede multimediali, chiu¬ 
dere il cabinet e cominciare a 
vedere come il PC Mario Mega 
può servirci, sia dal punto di vi¬ 
sta creativo che fruitivo. 


La sezione 
multimediale 


risoluzione massima di 1620x1200 a 24 
bitplane e controllo onboard sulla resa 
del 3D (supportati in hardware il Gou- 
raud Shading e il texture mapping pro¬ 
spettico). Al banco, come certifica la 
stessa Matrox, tale versione ha fatto re¬ 
gistrare circa 100 milioni di winmark alla 
risoluzione di 1024x768 (8 bit) su di un 
Pentium 233 I numeri, a quanto sem¬ 
bra, ci sono tutti. Numeri che, senza an¬ 
darli effettivamente a contare con le so¬ 
lite prove di laboratorio, si manifestano 
nettamente durante l'utilizzo pratico 
della macchina ospite. A partire dal più 
"banale" refresh video e dall'evidente 
stabilità delle immagini e del colore, per 
arrivare infine al vero banco di prova 
rappresentato dai tre videogame custo- 
mizzati. 

Mouse alla mano nell'uso con gli ap¬ 
plicativi più diffusi, e joystick in resta 
per sfidarsi al Destruction Derby 2. op¬ 
pure con il MechWarrior 2 o nel Scor- 
ched Planet (i tre videogame customiz- 
zati per la Matrox Mistique e compresi 


ga allarga definitivamente l'orizzonte ap¬ 
plicativo di chi lo acquista ed indubbia¬ 
mente fa la differenza. In effetti è pro¬ 
prio il modulo Rainbow quel "qualcosa 
in più" che distingue il PC Mario Mega e 
per mezzo del quale quest'ultimo non 
può che aumentare la sua visibilità sul 
mercato. 

In un colpo solo con il modulo Rain¬ 
bow Runner Studio è difatti possibile 
garantirsi: 

- una base di acquisizione video (con 
compressione in M-JPEG) 

- un sistema di editing digitale (l'U- 
lead MediaStudio non presente però 
nel PC in prova) 

- un codificatore di segnale (da VGA a 
PAL, videocomposito e supervideo) 

- un decodificatore MPEG (per vedere 
i film in VideoCD). 

Per quanto riguarda la fase di acquisi¬ 
zione, il modulo è in grado di salire fino 
ai 704x576 pixel in standard PAL con 
flussi non superiori ai 3 MB/sec e rap¬ 
porti di compressione M-JPEG compre- 


MCmicrocomputern. 177 -ottobre 1997 


251 


Athena PC Mario Mega P233 MMX 




si tra il 5:1 (232 MB minimi d'occupazio¬ 
ne su disco) e il 20:1 (1,8 MB mimmi di 
occupazione). 

Per ciò che concerne, al contrario, l'u¬ 
scita verso il video analogico, il Rain- 
bow è in grado di codificare il Desktop 
di Windows 95, oltre che alla stessa ri¬ 
soluzione del segnale acquisito (fino a 
704x576, ma solo su Mistique 4 Mb, 
ovvero la scheda grafica di cui è dotato 
il PC in prova) anche nei più classici 
640x480 dello schermo VGA. 

I programmi DirectX (in particolare i 
videogame) possono essere riversati su 
VCR o rivisti su TV-color solo nelle riso¬ 
luzioni di 640x400 e 640x480 

Supportata è anche la modalità DOS 
a partire dai 320x200 fino alle modalità 
grafiche della classica 640x480 

Dal punto di vista della qualità visiva 
(veramente ottima) l'intero sistema di 
codifica viene controllato da un filtering 
d'uscita capace di garantire stabilità di 
scansione e resa cromatica di grafica e 
testi ed è gestibile via software dal Ma¬ 
trox PowerRemote. Tale controllo è tra 
l'altro in grado di gestire anche schermi 
multipli (suddivisi ovviamente in fine¬ 
stre sul desktop di Windows) particolar¬ 
mente dedicati alle videoconferenze. 


Anche l'MPEG è ben trattato dal 
Rainbow Runner ed oltre alla decodifica 
in hardware del formato MPEG-1, il mo¬ 
dulo è già predisposto per l'upgrade al 
formato MPEG-2. Già in modo MPEG-1 
comunque il ridimensionamento degli 
assi X-Y e il controllo sull'overlay offerti 
garantiscono un'ottima resa sia sul mo¬ 
nitor del PC che su TV-color. 


Conclusioni 

Non è assolutamente difficile trarre le 
conclusioni. Chiudendo l'articolo e stac¬ 
cando l'alimentazione al PC Mario Me¬ 
ga P233 MMX, chi scrive non può che 
ritenersi soddisfatto. La configurazione 
provata offre un ottimo equilibro di 
componenti, certamente frutto di un'at¬ 
tenta valutazione sia teorica che pratica. 

Dal Pentium 233 MMX all'hard disk 
ULTRA-DMA, dalla scheda audio wave- 
table a quella grafica (potenziata dal mo¬ 
dulo video di acquisizìone/riproduzione) 
fino al modem-fax-votce ed ai 32 Mbyte 
di RAM che fanno buona scorta, non si 
è riscontrato nessun limite applicativo 
in nessun ambito affrontato. Dalla con¬ 
nessione sul Web ai nostri piccoli espe¬ 


rimenti di teleconferenza, è garantito il 
surfing su Internet a tutti i livelli. Per 
mezzo della scheda audio oltre che 
ascoltare al massimo (grazie alla coppia 
di ottimi diffusori in dotazione) ci è stato 
possibile fare dell'HD-Recording e del 
sequencmg musicale ai massimi livelli 
ed infine, grazie al modulo Rainbow, 
non ci è mancato assolutamente nulla 
per fare il Desktop Video e, soprattutto, 
farlo bene (ottima, veramente ottima 
l'uscita a video e TV-color), 

E veniamo finalmente al fatidico in¬ 
crocio tra le prestazioni ed il prezzo 
d'acquisto. 

Il PC Mario Mega P233 MMX, nella 
configurazione da noi provata (con il let¬ 
tore per CD-ROM in versione 20X) co¬ 
sta 4.740.000 lire monitor 17" compre¬ 
so. Il prezzo, visto le singole componen¬ 
ti il sistema e la loro resa applicativa, 
non è certo elevato. A parità di configu¬ 
razione è facile riscontrare offerte mag¬ 
giori di almeno un 10-15%. 

Eppure, su tale PC che alle prove pra¬ 
tiche da noi svolte non ha denunciato li¬ 
mite alcuno, se un limite è comunque 
riscontrabile questo è proprio nel costo. 
Si badi bene, la cifra non è assoluta- 
mente alta per quello che il sistema 
possiede e ci rende, malgrado ciò taglia 
inevitabilmente fuori una buona fetta di 
utenza sicuramente affascinata da simi¬ 
le PC e praticamente pronta all'acqui¬ 
sto Ma questi non sono i limiti del Ma¬ 
rio Mega P233, bensì quelli della lenta 
discesa verso il mercato piu orizzontale, 
quello veramente di massa che ancora 
non si può certo dire che sia stato rag¬ 
giunto come target. E forse sono anche 
i limiti della nostra, ancora non comple¬ 
tamente informatizzata mentalità. Una 
mentalità che ci porta a dire che trenta- 
milioni per una berlina (benché priva di 
airbag e climatizzatore) non sono certo 
tanti, mentre meno di cinque per un PC 
risultano eccessivi. Si dice che l’auto¬ 
mobile è indispensabile e questo è ve¬ 
ro, ma poi si comprano telefonim all’ulti¬ 
mo grido (che sono solo utili e neanche 
sempre!) pagando le cifre che la moda 
impone e si afferma che un PC, appena 
supera il costo di un videoregistratore, 
costa troppo. 

Con Mario Mega però il PC si veste 
da elettrodomestico e comincia la di¬ 
scesa nel mercato orizzontale. E' un 
PC, ci si può lavorare, giocare, vedere e 
fare film, sentire e fare musica, chiama¬ 
re e rispondere via Web. E' un PC. ma 
anche una macchina da scrivere, una 
console per videogame, un videoregi¬ 
stratore, una sala di montaggio, un TV- 
color, un telefono ed altro ancora. 

MS 


252 


MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997 






















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di Massimo Novelli 




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fyìcdiiiStuch 




Fast Multimedia AG D^Jaster 
il formato DV su PC 


Torniamo a parlare di 
video digitale, e lo facciamo con l'ultima 
produzione Fast Multimedia sul mercato, 
quella che alcuni addetti ai lavori hanno de¬ 
finito 'ultimate solution for digitai video pro- 
sumer...". Cattura, compressione, elabora¬ 
zione "all digitai video" dello standard DV, 
tutto in tempo reale e ad una qualità estre¬ 
ma, in sintesi l’esatto "riversamento" di dati 
video su PC, senza degrado o conversioni. 
Merito, senza dubbio, delle nuove caratteri¬ 
stiche IrVOut FireWire a cui la DV Master si 
appoggia, nonché della sua compressione 
hardware DV 

Le nuove frontiere del video, sia consu¬ 
mer che professionale, stanno prepotente- 
mente avviandosi verso concetti "all digitai", 
dalla ripresa all'editing al playback. Quando 
una delle prime videocamere consumer in 
standard DV, come la Sony VX!000 DVC, è 
stata presentata al pubblico ha suscitato 
delle indubbie invidie tra i molti professioni¬ 
sti del settore, ancora in qualche modo an¬ 
corati a strumenti "vecchi' tecnologicamen¬ 


te ma standard per ogni uso consentito 
(parto di caratteristiche broadcast, quindi, 
da non confondere con altre soluzioni, ma¬ 
gari piu avanzate, ma non standard!. Essa, 
infatti, e le altre venute in seguito non sol¬ 
tanto offrono una eccezionale qualità di im¬ 
magine ad un prezzo abbordabile, ma il for¬ 
mato DV. con il suo ulteriore pregio di es¬ 
sere molto compatto Isia nelle dimensioni 
del nastro che dell'unità), ha dalla sua an¬ 
che una notevole capacità di essere vera¬ 
mente portatile, offrendo all'utenza interes¬ 
sata un potente strumento di acquisizione 
che ben rivaleggia con unità più costose e 
pesanti, nonché spesso difficili da mano¬ 
vrare. E mentre la comunità professionale 
omaggiava la qualità di immagine era an¬ 
che profondamente delusa dalla totale 
mancanza di strumenti di editing video che 
ne salvaguardassero l'integrità originale 
Infatti, chi era in grado di trasferire le im¬ 
magini DV in formati come S-VHS notava 
immediatamente la degradazione delle 
stesse, oppure gli utenti che volevano evi¬ 


tare perdite di "informazioni" erano obbligati 
ad usare sistemi broadcast molto costosi 
In ultima, tutti quelli che invece già usavano 
suite di editing non-lmeare di livello notava¬ 
no con rammarico che gli indubbi vantaggi 
del DV diminuivano fortemente quando, 
per ovvi motivi, erano forzati a convertire il 
segnale digitale in analogico, con conse¬ 
guente ri-compressione per differenti co- 
dec (MJPEG. MPEG-2 ecc.) introducendo 
inevitabilmente nuovi "artifacts", ai pur mini¬ 
mi dell'originale, ben più evidenti 

A valle di tutto ciò, e sentendo la neces¬ 
sità di poter utilizzare al meglio il nuovo for¬ 
mato video, la Fast Electronics, una indi¬ 
scussa veterana nel desktop video su PC, 
ha messo a punto una sua precisa strategia 
in questo ambito produrre un device che, 
con l'adatta interfaccia In/Out in standard 
DV (e la sua conseguente elaborazione nel¬ 
lo stesso formato), possa catturare, com¬ 
primere. immagazzinare ed uscire in perfet¬ 
to formato DV. senza conversioni o tran- 
scodifiche. In sintesi la prima scheda di cat- 


254 


MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997 















La splendida fattura della DV Master, seppure da pochissimo in produzione, mostra un grado di accuratez¬ 
za encomiabile in primo piano a mo' di piggy-bacl. e sotto una nobile copertura trasparente, il codec DV 
proprietario Sony DVBK-1 


tura con compressione hardware DV E‘ in¬ 
fatti la DV Master 


La confezione 

Data la natura dell'oggetto, non poteva 
non essere che monumentale; all'interno 
della voluminosa scatola troviamo la sche¬ 
da (full size PCI con la presenza, in piggy- 
back, del codec Sony DVBK-1), un versati¬ 
le, nonché necessario, box di In/Out audio 
e video (per il suo collegamento con il mon¬ 
do analogico), cavetteria varia (tra cui l'indi¬ 
spensabile in standard FireWire), adattatori 
pin jack, floppy di installazione, driver di cat¬ 
tura, un essenziale ma esauriente manuale 
e software in bundled di alto livello (nelle 
prime confezioni veniva fornito il Media 
Studio 2,5 della U-Lead, con upgrade gra¬ 
tuito alla nuovissima 5.0, molto piu poten¬ 
te, mentre da questo mese è presente di¬ 
rettamente quest'ultima) 

La sua installazione hardware non ha 
problemi di sorta, essendo rigorosamente 
PnP, e le risorse di sistema necessarie ad 
un suo 'corretto' uso sono ormai comuni a 
molte configurazioni sul mercato, ho parla¬ 
to a ragione di uso corretto, poiché la sua 
potenza, per esserne goduta fino in fondo, 
ha bisogno di sistemi ospiti molto capaci e 
veloci In fin dei conti stiamo parlando di 


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Distributore: 

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Tel 059/415611 
Hotlme 059/415632 
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Prezzo (IVA esclusa) Lire 5 850 000 


cattura di 'dati audio/videodigitali', con flus¬ 
si che potete immaginare e che richiedono 
CPU all'altezza, memoria almeno 32/64 
MB, HD specifici per usi audio/video (se 
non proprio AV, almeno SCSI). In ultimo, 
ovviamente, Windows95 o NT (quando 
sarà pronta la release per quest'ultimo) 

La nuova versione del software di ge¬ 
stione (la 1.1), tra le altre cose, sarà in gra¬ 
do di fare preview di materiale, loggmg, 
cattura e playback all'interno di una sola ap¬ 
plicazione, con m più integrato il famoso 
MediaCache, software di gestione cache fi¬ 
le video intelligente Sarà altresì totalmente 
supportato il lime code (come pure sofisti¬ 
cati Mark-in e Mark-out di sequenza) insie¬ 
me al completo controllo dei device colle¬ 
gati (in RS422 o FireWire) siano essi came¬ 
re o VTFt, ed ancora, sofisticate possibilità 
in ambito 'Play List' con playback di diverse 
sequenze come se fosse una unica, in mo¬ 
do trasparente, consentendo il playback di 
materiale di lunga durata composto da sin¬ 
goli brani, evitando le limitazioni in 'file size' 
di Video for Windows e di ActiveMovie. 

Un chiarimento sul 
formato FireWire (e DV) 

Per avere tutti i vantaggi del formato 
DV. almeno due cose saranno necessarie: 
per prima una connessione FireWire e per 
seconda un codec DV (molte volte infatti si 
genera una deteriore confusione tra i due 
termini). 

La connessione FireWire, anche cono¬ 
sciuta come standard IEEE 1394, è un 
avanzato standard di trasmissione designa¬ 
to come una 'rete' ad altissima velocità per 
trasferire dati tra device aderenti allo stes¬ 
so. Non ha nulla a che fare con il formato 
DV, è invece un modo molto efficiente di 
mandare avanti e indietro informazioni codi¬ 
ficate DV, in tempo reale. Il comune cavo 
FireWire usa sei conduttori ed un piccolissi¬ 
mo connettore, che non gli impedisce di 
poter anche alimentare elettricamente i de- 
vice collegati (nello standard fino a 60 watt 
di potenza totali) ed inoltre, a differenza di 
altre architetture network, non vi sarà nes¬ 
sun problema a connettere o disconnettere 
device mentre siamo al lavoro (quindi con 
alimentazione elettrica presente) cosi come 



l'assenza della necessità di terminazioni 
(come lo SCSI) ci consentirà di aggiungere 
o togliere device senza interferire minima¬ 
mente nell'operatività del resto della rete. 

Ancora, usando connessioni FireWire 
non vi sarà necessità di convertire video di¬ 
gitale in analogico per cattura o editing, e le 
sue velocità di trasmissione vanno dai 100 
MBit/sec ad 1 GBit/sec (tra l'altro, il codec 
presente nella DV Master, nell'interfaccia 
DV Sony, ha capacità fino a 100 MBit/sec). 

Il Digital Video - DV -, invece, è solo un 
formato di videoregistrazione Quando la 
camera a CCD converte la luce nelle infor¬ 
mazioni dei tre colon primari si avrà un data 
rate di almeno 248 MBit/sec, che significa¬ 
no sempre troppe informazioni da trattare 
senza una costosa processione. Quindi, le 
immagini saranno preventivamente trattate 
(con poche, semplici fasi di compressione) 
prima di essere pronte alla registrazione. La 
prima fase converte i dati RGB in VUV 



Oltre alla DV Master nella confezione 6 presente 
anche Questo desktop box. adatto a colloquiare con 
il mondo yideoanalogico; sono cosi presenti ingres¬ 
si e usate composito, component. audio e cosi via 


campionando le informazioni di luminanza 
quattro volte ed i valori colore due volte (ot¬ 
tenendo così un sampling a 4:2:2, tra l'altro 
è la stessa cosa che accade nei formati 
analogici 'component" classici, come il Be- 
taCam SP o Panasonic Mll), e questa 'color 
space reduction", basata oggettivamente 
nel modo in cui i nostri occhi operano, non 
produce nessuna visibile degradazione 
mentre riduce il data rate a circa 165 
MBit/sec Ma non basta. Per ridurre ancora 
questo pieno data rate necessiteremo di 
una ulteriore conversione YUV da 4:2:2 a 
4:1 1 (arrivando a circa 124 MBit/sec). di¬ 
mezzando quindi le informazioni colore ma 
lasciando inalterata la piena luminanza. Ora 
che i dati originali sono stati ridotti di circa 
la metà, entra in azione il chip compressore 
DV, abbattendo ancora il data rate ad un va¬ 
lore costante di 25 MBit/sec (tra l'altro le 
prime operazioni sui dati sono anche di 
flusso non costante, ma variabile sulla 
complessità della scena). 


MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997 


255 















Al contrailo, il (inveì 
compatibile VIW o olire 
tutta una sene di infor¬ 
mazioni, anche usate 
come test board, in cui 

Ancora, nell'installazione dovremo scegliere tra / due standard TV di default, vengono evidenziale le 

orincpali voci di moraliz¬ 
zazione della scheda 


sia PAL che NTSC 


Infine, le informazioni video, combinale 
con il time-code e l'audio, risulteranno in un 
flusso finale registrabile di circa 41 
MBit/sec. Il formato DV in sintesi è un flus¬ 
so di dati ad almeno 40 MBit/sec. 

A questo punto avverrà la registrazione 
vera e propria, su nastro; da notare comun¬ 
que che poiché il "video data rate" è stato 
fissato a 25 MBit/sec. la ovvia variabile nel¬ 
l'equazione "più compressioni concorrenti" 
sarà la qualità video. In sintesi, nel girare 
immagini con poche informazioni, le stesse 
saranno meno compresse che altre con più 
informazioni, da cui potrebbero risultare fa¬ 
stidiosi "digitai artifacts", variabili in quantità 
e dimensioni al variare della complessità 
delle sequenze. Tutto è stato fatto per evi¬ 
tare il più possibile una simile sciagura (è in 
verità ci sembra ci si sia riusciti), ma van¬ 
taggio non comune al fixing del data rate, 
d'altro canto, sarà che l'utenza avrà sempre 
una esatta correlazione tra quantità di dati 
occupati e durate delle sequenze (per fare 
un esempio, potremmo dire che 60 minuti 
di video occuperanno 11 GB di spazio HD. 
sempre e comunque) 

DV Master: le 
impressioni 

Come detto prima, la Fast DV Master è 
il primo device che ottiene tutti i vantaggi 
del formato DV; mentre altre case hanno 

g ià annunciato produzioni DV compatibili, la 
V Master attualmente è la sola ad avere a 
bordo il sofisticato codec Sony DVBK-1 (tra 
l'altro abbastanza costoso) e ciò significa 
che la stessa è l’unica scheda capace di 
compressione/decompressione reai time in 
DV Altre produzioni che reclamano una 
certa compatibilità DV, ma che non hanno 
l'hardware necessario, debbono appoggiar¬ 
si a versioni codec software, con tutte le 
conseguenze del caso (dalla ridotta velocità 
di intervento alla mancanza quindi del reai 
time, e cosi via) Ed i benefici dell'hardware 


si fanno sentire, se abbiamo operato, in si¬ 
tuazioni reali di editing (come taglio di se¬ 
quenze e montaggi semplici), in assoluto 
reai time, mentre nelle transizioni, al di là 
della processione hardware, in tempo rea¬ 
le, sarà il software a fare la differenza (nel 
caso in questione dovrà farne un rendering, 
più o meno lungo in durata) In ogni caso, e 
tra l'altro, possiamo dire che la compressio¬ 
ne DV genera sulla DV Master flussi di cir¬ 
ca 3.6-3.8 MByte/sec e che la stessa e fis¬ 
sata al rapporto di 5:1. 

La DV Master, al di là del suo specifico 
corredo software (driver e VidCap) viene 
con un bundled di tutto rispetto, quella sui¬ 
te di applicativi diversi (dalla grafica all'au¬ 
dio, al morphing all’editing video ed altro) 
che va sotto il nome di Media Studio della 
U-Lead (nella versione 5 0) già in qualche 
modo conosciuto ed apprezzato; nella fatti¬ 
specie, e proprio nell'ambito video, alla 
stregua dell'altrettanto famoso Adobe Pre¬ 
miere, le sue caratteristiche ne fanno un 
prodotto di punta solido e ben organizzato, 
potendo contare su chiare timelme delle 
tracce audio/video, transizioni, effetti, print 
to tape, preview e quant'altro 

Il tutto è stato testato su una unita mol¬ 
to aggiornata (Pentium MMX 166, 32 MB 
di RAM, HD SCSI da 2 GB via controller 


3 

—’-3! 

M 0 iJ W tl 

PAI 3*M. On loc 

r Wl MM Sto© 


Una delle ampie possibilità offerte dallo standard 
FireWire e anche Quella di governare m modo re¬ 
moto i devi ce presenti, ecco il remote control DV 
Master all'opera Semplice e sicuro nel funziona¬ 
mento 


DV Maatei D 


Fast Multimedia DV Master 


Adaptec) ed è stata una vera esperienza 
Pronti per la cattura, dopo aver connesso il 
FireWire ad una camera DV gentilmente of¬ 
fertaci per l'occasione, abbiamo avuto l'o¬ 
verlay delle immagini, in tempo reale, sen¬ 
za dropped trame, a piena risoluzione (quin¬ 
di a 720x576), cosi come la cattura (ed il re¬ 
lativo playback), che si è svolta senza incer¬ 
tezze o difficoltà e che. con i nostri seppur 
minimi strumenti a disposizione, non ha 
evidenziato differenza alcuna tra l'originale 
ripreso dalla camera e l'elaborato dalla DV 
Master. 

Ma un altro vantaggio dato dall'avere a 
bordo circuitazione DV. e che è anche un 
diretto risultato della compressione/decom- 
pressione in tempo reale, sarà che la stes¬ 
sa potrà agire come un vero transcoder di 
segnali video, convertendone la sua natura 
digitale simultaneamente in composito 
analogico, V/C e YUV component (Beta- 
Cam SPoMII) 

E questa è davvero una buona notizia, 
significa che saremo in grado di convertire 
direttamente sequenze in analogico S-VHS, 
VHS, Hi-8 o 8mm al DV, senza la necessità 
di trasferirle su PC. Potremo quindi crearci 
un archivio digitale di tutto il nostro girato, 
m formati diversi, verso il DV. oppure la ca¬ 
pacità di miscelare, nella stessa sessione di 
editing non-lineare, sequenze girate in for¬ 
mati diversi dal DV, oppure ancora di tra¬ 
sferire direttamente le sequenze montate 
in ogni formato voluto, magari proprio 
broadcast come BetaCam SP o Mll 

E per ottenere tutto ciò, nella versatilità 
di fondo della DV Master, la Fast ha aggiun¬ 
to alla confezione proprio un "desktop box" 
adatto allo scopo, dotato di connessioni 
Y/C In/Out, audio In/Out e component YUV 
Out. nonché una uscita cuffia per monitora¬ 
re l'audio, il che equivale all'avere a portata 
di mano, facilmente, tutte le tipologie di 
connessione per lavorazioni complesse, da 
fonti diverse. Il box, poi, sarà connesso alla 
DV Master mediante un semplice cavo 
multipolare 

La Fast, inoltre, ha dedicato particolare 
cura anche ad altri dettagli, come la musua- 
le sagomatura fisica della scheda (che non 
dovrebbe presentare alcun problema di in¬ 
serimento sulla motherboard, senza dover 
fare i conti con ventole di CPU troneggiami 
sulla traiettoria degli slot PCI, rendendoli 
spesso inutilizzabili), cosi come nelle con¬ 
nessioni FireWire, ben tre (due esterne ed 


256 


MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997 
































Fasi Multimedia DV Master 


Stiamo net VidCap e ci accingiamo a catturare una sequenza in questo caso ab¬ 
biamo la scelta sul tarmato audio la 12 bit e 32 KHz di samplingI cosi come le 
modalità stereo dei quattro canali consentiti dallo standard DV 


La selezione dell'ln/Out della DV Master, con scelte tra il digitale li due ingres¬ 
si esterni o l'internoI e l'analogico, tra composito o V/C. 


Ancora nel VidCap, ec¬ 
co in evidenza l'ampia 
selezione delle moda¬ 
lità display, tra cui 
l’uso del bus maste- 
rmg per la massima 
velocita di retresh 


meno. Sarebbe invece un prodotto con tar¬ 
get per consumatori molto evoluti, profes¬ 
sionisti del settore della comunicazione, 
ma non necessariamente broadcast, creati¬ 
vi di ogni genere, che vogliano abbandona¬ 
re un certo Y/C di media qualità per appro¬ 
dare ai fasti del vero 'digitai video" 


Conclusioni 

Sgombrando il campo da facili entusia¬ 
smi. seppure tutti perfettamente ortodossi, 
potremmo dire solo che è il miglior hardwa¬ 
re di cattura/compressione video mai pro¬ 
vato su queste pagine. 

Merito di tutta una serie di soluzioni: dal¬ 
l'adozione del formato DV come standard 
d'ingresso/uscita alla scelta di integrarne a 
bordo lo stesso codec di produzione Sony 
per i suoi modelli di video DV, dal desktop 
box gemale (e molto professionale) per il 
dialogo con l'analogico alle connessioni Fi¬ 
reWire (uno standard ancora poco diffuso 
ma che sarà la prossima "svolta" multime¬ 
diale e non), dalla solidità e concretezza di 
intervento nella cattura/compressione/scrit- 
tura dei dati DV alla sua flessibilità senza 
pari. 

E se non basta per farvi venire voglia di 
acquistarlo, provatene almeno l'ebbrezza in 
uno dei centri Fast Silver Dealer autorizzati 
(diversi in Italia), oppure negli altrettanto ef¬ 
ficienti Fast Training Center, vere sedi di 
training sulla AV Master e DV Master 

Nessun difetto, quindi? Invece si, ed è 
quello più dolente, alla voce "prezzo" Inutile 
parlarne, comunque, se non per puntualiz¬ 
zarne la componente Sony (notoriamente 
costosa e preziosa) cosi come un bundled 
di alto livello come Media Studio 5.0. In ulti¬ 
mo. l'ebbrezza del video digitale in tutto e 
per tutto, con dietro la tradizione Fast nel 
desktop video. 

£3S 


una interna alla scheda), le prime due nor¬ 
malmente utilizzate dai device video DV In 
e Out e l'altra quasi dedicata, che consente 
le stesse prerogative degli esterni, ma con 
il vantaggio di essere inserita all'Interno di 
un PC, offrendo cosi una felice soluzione 
"chiavi in mano" per iniziare subito sessioni 
di editing DV 

Un'altra delle caratteristiche base del 
formato FireWire ci sarà di indubbia como¬ 
dità, ed è quella di poter governare in modo 
remoto il trasporto dell'unità DV, avvenen¬ 
do tutto ciò sullo stesso cavo, insieme al 
flusso di dati L'applicativo FAST ne è un 
esempio, ma sono allo studio anche altre 
possibilità, 


Ma i risultati? 

E veniamo al clou del test a cui abbiamo 
sottoposto la DV Master, ossia alla sua ca¬ 
pacità di "digerire senza appesantirsi" il diffi¬ 
cile formato DV Armati di strumenti adatti 
allo scopo (monitor TV broadcast con tasto 
- analisi rumore video - waveform monitor - 
oscilloscopio dedicato al segnale video - ed 
un paio di occhi "professionali") abbiamo ri¬ 
preso diverse scene con la camera DV e 


trasferito il video e 
l’audio avanti ed in¬ 
dietro su PC diverse 
volte. Abbastanza 
stupiti, ci siamo fer¬ 
mati alla ottava ge¬ 
nerazione. ossia alla ottava copia dell'origi¬ 
nale, e continuavamo a non notare alcuna 
degradazione del segnale video originale. I 
minimi "artifacts" presenti, e che erano 
parte dell'originale, oltre a non esserne in¬ 
crementati in quantità non ne avevano in¬ 
trodotto alcun rumore video di sorta, sia 
random che di fondo (se non altro possibili 
nello scorrere dati in cosi tale quantità 
avanti ed indietro) Anche i colori erano 
esattamente conformi agli originali, renden¬ 
doci partecipi dal fatto che avevamo in ma¬ 
no un perfetto clone delle sequenze origi¬ 
nali Stupefacente Ma sinceramente non 
ci aspettavamo niente di meno, forse per¬ 
ché fuorviati dalle specifiche e dalla natura 
dell'oggetto in questione, rimanendone 
molto impressionati, La DV Master sarà ve¬ 
ramente "thè ultimate solution,..’? Credia¬ 
mo fermamente che ci si possa avvicinare. 

Siamo stati anche molto favorevolmente 
impressionati dal fatto che, giustamente, la 
Fast, a differenza di altre produzioni magari 
ben piu ottimistiche, non commercializzi la 
DV Master come un completo rimpiazzo di 
post-produzioni, seppure ancora analogi¬ 
che, ma di alto livello, cioè non entri con 
questo prodotto in merito alla natura del¬ 
l'ambito editing video broadcast o poco 


MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997 


257 



































di Francesco Petroni 




Microsoft Visual Basic 5.0 
Enterprise EditionEssentials 97 


Microsoft Visual Ba¬ 
sic 5.0 è la nuova versione del piu popola¬ 
re tool di sviluppo disponibile per l'am¬ 
biente Windows. Presenta, rispetto alla 
precedente versione 4.0. numerose no¬ 
vità, che provvederemo a descrivere, no¬ 
vità sia di tipo interno, quelle che interes¬ 
sano chi realizza applicazioni chiuse, tutte 
VB, che di tipo esterno, quelle che inte¬ 
ressano chi realizza applicazioni che spa¬ 
ziano in tutto l'ambiente Windows, attra¬ 
verso OLE Automation oppure applica¬ 
zioni per Internet, e che per far questo 
voglia sfruttare la tecnologia ActiveX 
Questo articolo è la prova del prodotto, 
di cui peraltro abbiamo già avuto occasio¬ 
ne di parlare in varie occasioni. Inoltre in 
questo stesso numero parliamo della co¬ 
struzione di Controlli ActiveX con VB 5.0 
Ivedere la rubrica Windows) e di come si 


possa utilizzare il Visual Basic for Applica¬ 
tion, versione 5.0, con un altro importan¬ 
te prodotto, non Microsoft, che sfrutta la 
tecnologia OLE Automation. Parliamo di 
AutoCAD 14, per Windows 95 e VBA 
compatibile, con il quale abbiamo realiz¬ 
zato una serie di 'procedutine' scritte in 
Visual Basic, che vi presentiamo nella ru¬ 
brica Grafica. 


Microsoft Visual Basic 
5.0 - Un po’ di storia e 
di versioni 

In pochi anni (e quattro versioni) di vita 
il Visual Basic della Microsoft è diventato 
lo strumento per la programmazione vi¬ 


suale più noto e piu utilizzato (tre milioni 
di sviluppatori) per la realizzazione di ap¬ 
plicazioni in ambiente Windows. 

La prima versione, la 1.0 (prova su MC 
novembre 1991). ha avuto il merito inau¬ 
gurare una nuova categoria di prodotti, 
categoria che potremo chiamare Tools di 
Sviluppo Object Based, la cui caratteristi¬ 
ca principale è quella di proporre un am¬ 
biente operativo "visuale", in cui non si 
scrive solo codice ma si disegna, e di in¬ 
trodurre e rendere facilmente praticabile 
l'utilizzo di Componenti. 

La seconda versione (2.0 anno 1992) è 
stata una versione interlocutoria e poco 
significativa, in attesa della versione 3.0, 
ancora per Windows 3.x (prova su MC 
novembre 1993), la prima che dispones¬ 
se di strumenti per eseguire l'accesso ai 
dati, necessità fondamentale in qualsiasi 


258 


MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997 






Microsoft Visual Basic 5.0 


applicazione di tipo gestionale. 

La nascita di Windows 95 ha portato 
con sé Visual Basic 4.0 (prova su MC 
marzo 1996) che si divide in due prodotti, 
uno a 16 bit, per chi sviluppa applicazioni 
per Windows 3.x, e uno a 32 bit. per chi 
sviluppa applicazioni SOLO per Windows 
95. In pratica di tutte le librerie e di tutti i 
controlli esistono le due versioni, 16 e 32. 

Importanti novità presenti in Visual Ba¬ 
sic 4 0 sono state l'adozione del nuovo 
standard OCX per i componenti a 32 bit, 
in sostituzione dei vecchi VBX. la disponi¬ 
bilità di tool per lo sviluppo di applicazioni 
Client/Server, la possibilità di costruire dei 
Componenti, sotto forma di OLE Server, 
sia in formato di libreria DLL che di file 
eseguibile EXE (vedi articolo su MC mag¬ 
gio 1997). 

Ed arriviamo quindi a Visual Basic 5.0, 
ormai solo a 32 bit e disponibile in tre 
versioni, la Standard, Professional ed En¬ 
terprise. La Standard ha finalità didatti¬ 
che, la Professional dispone delle funzio¬ 
nalità per la creazione dei componenti e 
delle funzionalità di accesso ai dati. Noi 
utilizzeremo per la prova la versione En¬ 
terprise, la più completa, che dispone di 
tutti i tool necessari per lo sviluppo di ap¬ 
plicazioni Client/Server 

Le novità della 
versione 5.0 

Le principali novità presenti in Visual 
Basic 5.0 sono una ventina, la più impor¬ 
tante delle quali consiste nella possibilità 
di costruire dei componenti ActiveX, in 
pratica dei file OCX utilizzabili come com¬ 
ponenti in altre applicazioni VB o compati¬ 
bili VB, attività non possibile con la prece¬ 
dente versione 4.0 e riservata, fino ad 
ora, ai soli sviluppatori in linguaggio C. 

In sostanza mentre prima con VB si po¬ 
tevano prevalentemente usare compo¬ 
nenti, con VB5 è possibile costruire com¬ 
ponenti di tutti i tipi, come risulta eviden¬ 
te anche dalla significativa Box che appa¬ 
re al comando New Proiect (figura 2). 

Come detto dedicheremo al Visual Ba¬ 
sic 5.0, in questo stesso numero, due ar¬ 
ticoli, la qui presente prova, nella quale 
descriveremo le principali caratteristiche 
della nuova versione dello strumento più 
diffuso per la programmazione in ambien¬ 
te Windows, ed un secondo articolo, che 
vi proponiamo nella rubrica Windows (ba¬ 
sta andare avanti di qualche pagina), in 
cui proporremo una serie di esercizi "ini¬ 
ziali' dedicati alla costruzione di controlli 
OCX ed al loro utilizzo, anche al di fuori di 
Visual Basic. 

Come al solito, quando si parla di una 
nuova versione di un prodotto molto dif¬ 
fuso si comincia a parlare delle novità, ar¬ 
gomento che interessa i molti che utiliz- 


Microsoft Visual Basic 5.0 
Enterprise EditionEssen tial 97 1 


Produttore e distributore: 

Microsoft - Centro Direzionale S Felice 
Palazzina A • Via Rivoltana 13 
20090 Segrate - Milano 
Tel 02/703921 - a* 02/70392020 

Prezzo indicativo (IVA esclusa) L 1 000 000 


zavano la versione precedente. Non ci 
sottrarremo a questa regola descrivendo¬ 
vi le novità più significative 
L'Ambiente di Lavoro È stato arric¬ 
chito e riorganizzato (figura 3) Innanzitut¬ 
to la finestra principale ha ora uno sfondo 
neutro, che non fa vedere le applicazioni 


retrostanti o il desktop, per cui tutto l'am¬ 
biente diventa più pulito. Le numerose fi¬ 
nestre operative possono ora essere po¬ 
sizionate in maniera precisa (docking) nel¬ 
la videata, in pratica vengono agganciate 
l'una alle altre. C'è una nuova finestra 
che si chiama Form Layout Window e 
che serve per definire la posizione nello 
schermo delle Form che costituiscono 
l'applicazione. La tradizionale finestra 
Project ha ora un'organizzazione gerarchi¬ 
ca. tipo Explorer, che facilita la classifica¬ 
zione e l'individuazione dei vari elementi 
presenti nell'applicazione. 

L'Editor del codice è assistito, nel senso 
che vengono via via proposti gli elementi 
di codice sotto forma di ComboBox dina¬ 
miche. Vengono proposte le proprietà, i 
metodi degli oggetti, oppure viene propo¬ 
sta la sintassi delle istruzioni VB o delle 
funzioni. Se viene proposto proprio l'ele¬ 
mento che serve basta premere la barra 
spaziatnce per completare l’istruzione. 

Ai programmatori, abituati ad un lavoro 


Figura I - Windows 9x - Verso 
TAcwe Desktop 
La parola d'ordine introdotta, 
non solo con il Visual Basic 5 0. 
ma con tutti i prodotti tecnici 
della Microsoft dell'ultima ge¬ 
nerazione. e Active Tutto de¬ 
ve diventare Active. i docu¬ 
menti. le pagine Internet, i 
componenti di una applicazio¬ 
ne Tutto ciò che è attivo può 
essere visualizzato ed utilizzato 
dall'interno di un applicazione 
Host. per ora solo Internet Ex¬ 
plorer 3.0 e MS Binder. suc¬ 
cessivamente direttamente dal¬ 
l'interno del Desktop Con la 
prossima versione di Windows 
95 Inome in codice Memphis) 
sarà infatti host attivo io stesso 
Desktop ai punto che diventerà 
esso stesso un vero e proprio 
Explorer, dal quale cercare e 
nel quale vedere documenti 



* 

Jl 5 


tmcoémaon 

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9 

& '3 

“Ote Mom 



Pannello di 

controllo 


& 

mmt W« 

S*rw 





Figura 2 - MS Visual Ba¬ 
sic 5 0 - Scelta del tipo 
di progetto. 

In questo collage vedia¬ 
mo due cose le nove ti¬ 
pologie di progetto, pro¬ 
poste quando si inizia un 
nuovo lavoro, ed il ramo 
di menu che mostra i va¬ 
ri Add-ln che. una volta 
decisa la tipologia del 
progetto, aiutano nella 
realizzazione di questo o 
di quel componente Per 
sfruttare completamen¬ 
te tutte queste possibi¬ 
lità e tutti questi tool oc¬ 
corre avere ben chiare le 
possibilità offerte dal 
VB5 e le finalità richieste 
alla propria applicazione. 


MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997 


259 






























Microsoft Visual Basic 5.0 


visualizzazione (Icone. Grandi e Piccole, 
Elenco e Dettagli). 

Si chiama Explorer perché è identica a 
quella del Gestore delle Risorse di Win¬ 
dows 95, è facilissimo da usare e si pre¬ 
sta a tantissimi tipi di utilizzo. 

Altro tipo di Wizard riguarda quelli che 
servono per realizzare delle nuove Form. 
Ce ne è uno molto potente che serve per 
le Maschere di Acquisizione e che produ¬ 
ce anche Form di tipo Master Detail (si 
chiama Data Form Wizard e lo vediamo 
in figura 6). Poi c'è un Wizard che costrui¬ 
sce un Browser per Internet, completo di 
tutte le funzionalità necessarie per una 
efficace navigazione (figura 7). 

Altri Wizard sono quelli che servono 
per operazioni specifiche (ad esempio 
quello che crea la pagina delle proprietà 
quando si costruisce un Controllo aggiun¬ 
tivo) o per conversioni (ad esempio quel¬ 
lo che converte un normale progetto in 
un Documento Attivo). 

Da citare, per completare il discorso, il 
Setup Wizard, che serve per confeziona¬ 
re i file, ed eventualmente i dischetti, per 
l'installazione dell'applicazione. Novità di 
questa procedura è la possibilità di com¬ 
pilare progetti Downloadabili in Internet 

Componenti I possibili ambiti di utilizzo 
della nuova versione del Visual Basic sono 
tantissimi. Si possono costruire applicazio¬ 
ni a sé stanti e si possono costruire com¬ 
ponenti di vario tipo (librerie DLL, librerie 
EXE, OLE Server, componenti ActiveX, 
oggetti OCX, ecc.). L'ambiente operativo 
ora permette di gestire progetti multipli 
(se si crea un nuovo progetto non si deve 
necessariamente chiudere il precedente) 
e questo facilita proprio lo sviluppo dei 
componenti, in quanto si possono attivare 
sia il progetto del componente sia quello 
dell'applicazione che usa il componente e 
quindi ne testa il funzionamento. Con VB 
4.0, che non permetteva progetti multipli, 
occorreva lanciare due istanze del prodot¬ 
to quando, ad esempio, si realizzava un 
componente OLE Server 

Altra novità importantissima, di tutt'altro 
genere, è costituita dal fatto che ora VB 
compila in Codice Nativo e non più in P- 
Code (figura 8). Questa novità ha come 
conseguenza principale un aumento gene- 


Figura 4 - MS Visual Basic - Que¬ 
sto non è VB 5 0. ma è VBA 5 0 
utilizzato per programmare Excel 
97 

Il fatto che I ambiente operativo, 
che le istruzioni, che i componenti 
utilizzabili, siano praticamente gli 
stessi Sia che si sta lavorando con 
il Visual Basic 5 0 che con il Visual 
Basic for Application di Office 97 o 
Icome vediamo in Questo stesso 
numeroI con il VBA di AutoCAD 
14. e rivoluzionano Non esiste più 
il programmatore Excel, il pro¬ 
grammatore AutoCAD, il program¬ 
matore VB. non esiste questo tipo 
di specializzazione La differenza 
tra le varie situazioni di lavoro 
Ichiamiamole cosll consiste nel 
fatto che se si lavora con Excel si 
potranno usare anche Oggetti pro¬ 
pri di Excel, come Fogli, Intervalli. 
Celle, se si lavora con Word si po¬ 
tranno usare Documenti. Paragra¬ 
fi, Parole, e cosi via 


Figura 5 - MS Visual Ba¬ 
sic 5 0 ■ Esempio di ap¬ 
plicazione realizzata in 
Autocomposizione 
Compito della procedura 
di Autocomposizione 
I Wizard! è quello di pre¬ 
parare lo scheletro di 
un applicazione, comple¬ 
to di tutti gli elementi ne¬ 
cessari Compito dell'uti- 
hzzatore è quello di sosti¬ 
tuire ai ‘ segnaposto ' la¬ 
sciati dallautocomposi- 
zione le proprie routine 
In questo esempio ab¬ 
biamo preso un applica¬ 
zione di tipo Explorer, 
che ha una TreeView 
sulla sinistra e una Ust- 
View sulla destra, e I ab¬ 
biamo implementata in¬ 
serendovi una routine 
per popolare la TreeView 
e una seconda ruotine 


per popolare la ListView 

con un elenco di nominativi, presi da una grossa tabella, e relativi a quella provincia e quella qualifica Tree¬ 
View e ListVtew sono un 'must' quando si sviluppano applicazioni in stile Windows 95 


rude e pesante, questa facilitazione ope¬ 
rativa può sembrare più un gadget diver¬ 
tente che una funzionalità vantaggiosa. 
Ma è indubbio che, una volta messo a 
fuoco il semplice meccanismo con la ta¬ 
stiera, si raggiunge una certa velocità (si 
deve digitare di meno) e si può godere 
del piccolo help che, passo passo, propo¬ 
ne la giusta sintassi dei vari comandi. 

Va ancora una volta detto che questo 
ambiente IDE è del tutto identico a quello 
disponibile per i prodotti Office, che sono 
anch'essi programmabili con il VBA. An¬ 
che il linguaggio è lo stesso ed è in prati¬ 
ca lo stesso anche l'Editore delle Form 
(lo vediamo in figura 4) 

Wizard a volontà Esistono Wizard at¬ 
tivabili quando si crea un nuovo progetto 
(Application Wizard), e che costruiscono 
l'ossatura dell'applicazione secondo il 
modello scelto tra SDÌ (per chi non lo sa¬ 
pesse è il progetto a finestre slegate). 
MDI (le finestre multiple che vivono all'in- 


Figura 3 - MS Visual Ba¬ 
sic 5 0- L Ambiente IDE 
L ambiente di lavoro, nel 
quale si disegnano gli 
elementi dell'apphcazio- 
ne e si scrive il codice, è 
alquanto articolato Ci 
sono una decina di fine¬ 
stre operative che vanno 
attivate a seconda dell'o¬ 
perazione che si sta 
compiendo e che spesso 
'ingombrano' la videata 
lasciando poco spazio al¬ 
la Form che. ovviamen¬ 
te. costituisce l'aspetto 
esteriore dell applicazio- 
ne stessa 


terno di una finestra madre), ed Explorer, 
in pratica una finestra (ne vediamo un 
esempio in figura 5) che presenta a sini¬ 
stra una TreeView e sulla destra una List- 
View, quella tipica di Windows 95 e che 
permette le classiche quattro modalità di 


260 


MCmicrocomputer n, 177 - ottobre 1997 


































































i vtam ìaa ~ 


Figura 6 - MS Visual Basic 
5 0 - Applicazione MDI 
Questa applicazione è 
stata realizzata in meno di 
cinque minuti sfruttando 
iApplication Wizard 
per realizzare la struttura 
MDI Icon una finestra 
esterna ed una sene di fi¬ 
nestre internet, e il Data 

Form Wizard per le va 

rie maschere di accesso 
ai Dati La procedura pro¬ 
duce due maschere per 
ogni Tabella, una con una 
vista in colonna ed una 
con una vista tabellare 
Su ognuna delle due ma¬ 
schere sono già attivi pul¬ 
santi per la ricerca, per 
l'ordinamento e per la ge¬ 
stione dei dati (inserimen¬ 
to. modifica, cancellazio¬ 
ne). Il menu presente nel¬ 
la finestra padre già con¬ 
tiene le voci che servono 
ad agganciare le Form figlie sottostanti 


ralizzato delle prestazioni delle varie routi¬ 
ne di calcolo, aumento che dipende, ovvia¬ 
mente, dal tipo di calcolo eseguito, e che, 
in certi casi, può essere sensibile Atten¬ 
zione questo non significa che l'applicazio¬ 
ne finale, il file EXE. non necessiti più delle 
librerie di VB, la principale delle quali è la 
MSVBVM50.DLL che occupa 1 303 kbyte. 

Manuali, 

documentazione in 
linea, esempi di 
applicazioni e Wizard 

Il pacchetto Microsoft Visual Basic 5.0 
contiene tantissimo materiale in forma 
cartacea (i manuali) ed in forma digitale, 
distribuito tra i quattro CD inseriti nella 
confezione. 

Il primo CD è quello del VB che parte in 
AutoRun. Una delle opzioni principali in 
fase di installazione riguarda al solito cosa 
installare (figura 9). Il componente più vo¬ 
luminoso è proprio costituito dalla docu¬ 
mentazione On-Line, che è disponibile 
nel comodo formato interattivo proprio 
del materiale Technet della Microsoft (fi¬ 
gura 10). Conviene installare tutto meno 
la documentazione On-Line che può es¬ 
sere consultata direttamente sul CD 

Anticipiamo la considerazione che tutto 
questo materiale rappresenta un patrimo¬ 
nio che si rivela utilissimo e, in molti casi, 
risolutivo sia per gli esperti che debbono 
sviluppare applicazioni importanti, sia per 
i neofiti che debbono innanzitutto "impa¬ 
rare a programmare in maniera visuale". 

MS Visual Basic Programmer's Gui¬ 
de (800 pagine). È il manuale principale 
che descrive le funzionalità di base del 
prodotto. È organizzato in 20 capitoli de¬ 
dicati ciascuno ad uno specifico argo¬ 
mento. La trattazione risulta essere pro¬ 
gressiva, si parte dalla programmazione, 
viene descritto l'ambiente operativo, vie¬ 
ne introdotta l’oggettistica standard, ecc. 
Si parla anche degli argomenti "di secon¬ 


do livello", come le applicazioni Multiform 
(SDÌ e MDI) e la generazione dei menu 
dell'applicazione. 

Per quanto ricco non arriva a trattare gli 
argomenti più evoluti ai quali sono dedi¬ 
cati specifici manuali. 

MS Visual Basic Component Tools 



Guide (800 pagine). È il manuale che 
parla dei numerosi controlli aggiuntivi 
OCX disponibili (occupano le prime 200 
pagine). Quelli più interessanti (ma an¬ 
che più complessi) sono quelli che deri¬ 
vano da Windows 95 (es. TreeView, List- 
View, Finestre Tabbed, ecc.). I singoli og¬ 
getti sono trattati a fondo, con frequenti 
esempi di listati, per cui il loro utilizzo, in 
una propria applicazione, non presenta 
difficoltà. 

Poi si parla della costruzione dei com¬ 
ponenti DLL, dei componenti EXE, dei 
componenti OCX, poi della costruzione 
di Active Documents. 

È chiaro che la realizzazione di un com¬ 
ponente attivo, di qualsiasi tipo esso sia, 
non è un'operazione banale. Il manuale 
tratta l'argomento con la necessaria chia¬ 
rezza ed il necessario approfondimento e 
diventa uno strumento indispensabile 
soprattutto quando si fanno i primi espe¬ 
rimenti. 

MS Visual Basic Guide to Data Ac- 


Figura 7 - MS Visual Ba¬ 
sic 5 0 - Un Browser 
ideale per le Intranet 
Anche questa applicazio¬ 
ne è stata realizzata con 
una procedura di Auto- 
composizione Si tratta di 
un Browser Internet, che 
sfrutta il controllo aggiun¬ 
tivo WebBrowser già 
completo di tutte le fun¬ 
zionalità più classiche ed 
immediatamente operati¬ 
vo, se sul sistema su cui 
si usa e attivo un collega¬ 
mento Internet o Intra¬ 
net. Può essere proposto 
come Browser in una si¬ 
tuazione Intranet in cui i 
Siti visitabili siano prede 
finti Può essere usato in 
applicazioni in cui l'acces¬ 
so ad Internet sia una 
delle tante funzionalità e 
non la sola 


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ETHHE=a 


Projects compiied to Native Code stili 
require MSVBVM50.DLL (ReadMe) 


All projacti creatad mth Vnual Bitte un Ih* larncai of tha 
«un timo DLL (MSVBVM50 DLL) Among Ih# lame ai prondad 
by IN* DLL it» «tariup and «butdown coda to* yogi appheabon. 
fvncttonaWy to* torm# and mtnniic control» and run-tima 
tane tinnì Irka Format and CLng 

Comptltng a projact *«th ih# Nativo Coda oplioo maan» thal tha 
coda yoo wtt ta wtB ba lully compdod to tha natwa mitructtom o* 
tha proceiio» chip, mitaad of b*mg compitati lo pcoda Tto 
wrfl gnatly tpaad up loop* and mathamatical cakulation*. and 
may lomavrfiat «paad up calli lo tha tanncti ptowiad by 
MSV8VM50 DLL Howavar. ri doai noi ahmmata tha naad lo* 


non necessiti più delle librerie di VB, la principale delle quali è la MSVBVM50. 


Figura 8 - MS Visual Ba¬ 
sic 5 0 ■ Opzioni di com¬ 
pilazione. 

Una novità importantissi¬ 
ma e costituita dal tatto 
che ora VB compila in 
Codice Nativo e non più 
solamente in P-Code 
Sono inoltre possibili una 
serie di varianti, ad 
esempio l'ottimizzazione 
del codice per il proces¬ 
sore Pentium. Questa 
novità ha come conse¬ 
guenza principale un au¬ 
mento generalizzato del¬ 
le prestazioni delle varie 
routine di calcolo, au¬ 
mento che dipende, ov¬ 
viamente. dal tipo di cal¬ 
colo eseguito e che, in 
certi casi, può essere 
sensibile. Attenzione 
queste varianti non signi¬ 
ficano mai che l'applica¬ 
zione finale, il file EXE. 
DLL che occupa I 303 kbyte 


MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997 


261 






























































«*? MtctotoH ViumI Biuc S 0 (rrfeipmr I «khan Srtup 


Figura 9 - MS Visual Ba¬ 
sic 5 0 ■ La scelta dei 
componenti da installare. 

L installazione completa 

di tutti i componenti ne¬ 
cessita di uno spazio di 
oltre 200 MB Si può evi¬ 
tare di installare la docu¬ 
mentazione On-Lme, co- 
munque consultabile di¬ 
rettamente dal CD. e si 
risparmiano circa 100 
MB Per quanto opziona¬ 
li. tutte le categorie di 
componenti, ad esempio 
gli ActiveX Custom Con¬ 
trols. gli strumenti per il 
Data Access, quelli per 
creare i dischetti per il 
Setup dell'applicazione 
realizzata, sono indispensabili per chi lacca un 
professionale e produttivo del Visual Basic 5 0 




Microsoft Visual Basic 5.0 



cess e Crystal Report for Visual Basic 
(320+150 pagine) 

Le tecnologie che riguardano, in varie 
maniere, l'accesso ai dati con Visual Ba¬ 
sic sono tantissime Le sigle coinvolte 
sono DAO, RDO. ODBC, e poi API e VB- 
SQL. Questo manuale, approfondito e 
ricco di esempi, come gli altri due appe¬ 
na citati, ci aiuta sia nel primo accosta¬ 
mento alle tecniche DAO, sia nei neces¬ 
sari e successivi approfondimenti 

Visual Basic in molte situazioni, anche 
di tipo Mission Criticai, può essere propo¬ 
sto come strumento di sviluppo di appli¬ 
cazioni gestionali, che manipolano e ge¬ 
stiscono anche grossi quantitativi di dati, 
sia su singoli PC, sia su piccole LAN, sia 
su complesse architetture Aziendali. In 
questo caso è di aiuto il quarto manuale, 
che si intitola MS Visual Basic Guide to 
Building Client/Server. La parte iniziale 
del manuale (che raggiunge le 400 pagi¬ 
ne) introduce aspetti teorici legati alla tec¬ 
nologia Client/Server, quella tecnologia 
che prevede la collaborazione tra compo¬ 
nenti che risiedono sul Server e compo¬ 


nenti che risiedono sui Client. Viene spie¬ 
gato il modello ’three-tiered’ in cui vengo¬ 
no identificati tre livelli di servizi: gli Users 
Services (in pratica i servizi necessari per 
l'interfaccia utente e residenti sulle varie 
Workstation), i Business Services, che 


sono gli intermediari tra gli utenti e i dati, 
in pratica la raccolta delle varie attività ri¬ 
chieste degli Utenti sui Dati e svolti da 
componenti installati sul Server. L'ultimo 
livello è costituito dai Data Services, si 
tratta delle attività necessarie per la ge¬ 
stione dei dati memorizzati nei complessi 
database. 

Per Client/Server, nel caso del Visual 
Basic, si intendono due tecnologie, quel¬ 
la. detta Distribuited COM, che consiste 
nell'installare sul Server i componenti 
dell'applicazione distribuita, e quella che 
comporta l'accesso remoto ai dati che. 
anche in questo caso, risiedono sul Ser¬ 
ver. La tecnologia sottostante si chiama 
RDO, Remote Data Object. 

Microsoft Visual Source Code. L'ul¬ 
timo manuale è di uso generale, parla 
del Visual Source Code, prodotto acces¬ 
sorio che serve per la gestione dei pro¬ 
getti complessi ai quali lavorano più per¬ 
sone e per i quali sono previste varie e 
successive versioni. 

Non esiste più il Reference Manual 
quello, per intenderci, che elenca in ordi¬ 
ne alfabetico tutte le istruzioni. È ben 
sostituito dai vari Help in Linea, il più ric¬ 
co dei quali è quello che si chiama Book 
On-Line Lo abbiamo visto e descritto in 
figura 10. Anche dal menu di VB5, come 
da quelli dei vari prodotti di classe Offi¬ 
ce. è previsto un aggancio diretto al sito 
Microsoft dedicato al Visual Basic. Il co¬ 
mando di menu è Help Microsoft on thè 
Web e contiene vari sottomdirizzi diffe¬ 
renziati per specializzazione. Fateci un 
giretto comunque. 

Avevamo detto di quattro CD Sono: 

MS Visual Basic - Enterprise Edition 

MS SQL Server - Developer Edition 

MS Transaction Server - Developer 
Edition 

MS Developer Network - Library Vi¬ 
sual Studio 97 

Del secondo e terzo CD parliamo tra 
un po', quando parleremo dell'accesso 
ai Dati. 

Il quarto CD contiene documentazione 
tecnica di alto livello relativamente all'in¬ 
tera famiglia Visual Studio, che com¬ 
prende tutti gli strumenti di sviluppo del¬ 
la Microsoft, VB compreso. 


Figura 10 - MS Visual Basic 5 0 - 
Documentazione On-Lme 
La manualistica, gli esempi di ap¬ 
plicazioni scaricati m fase di in¬ 
stallazione. la documentazione 
On-Lme. sono eccellenti e sono 
in grado di soddisfare le neces¬ 
sita di un utente evoluto, che 
debba, ad esempio approfondire 
un particolare argomento Qui 
vediamo la documentazione On- 
Lme che usa il motore organizza- 
rivo del Technet Ha Bibbia della 
documentazione tecnica della 
MicrosoftI che prevede la ricerca 
attraverso I indice ad albero, la ri¬ 
cerca per parola chiave e la ricer¬ 
ca di un testo libero II risultato 
della ricerca può essere un arti¬ 
colo tecnico, con illustrazioni ed 
esempi di codice, oppure anche 
esempi di programmi scancabili 


Figura 11 - MS Visual Ba¬ 
sic 50- Data Form Wizard 
Esistono Wizard che im¬ 
postano applicazioni 
complete e Wizard che 
servono per realizzare gli 
elementi a sé stanti da 
inserire in una applicazio¬ 
ne. Ad esempio se, co¬ 
me é probabile, nell 'ap¬ 
plicazione che si sta svi¬ 
luppando servono Form 
per interfacciare Tabelle 
o Ouery di un Database, 
si può sfruttare il Data 
Form Wizard, che propo¬ 
ne Form di tipo sempli¬ 
ce, di tipo tabellare e di 
tipo Master/Detail Si 
possono agganciare Da¬ 
tabase di tutti i tipi e la 
procedura utilizza i vari 
controlli di Visual Basic 
legabili, in varie maniere, 
ai dati di un Database. 




262 


MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997 


























































Microsoft Visual Basic 5.0 


L'accesso ai dati 

La prima versione di VB che disponeva 
di strumenti per l'accesso ai Dati è stata 
la 3.0, che ha anche introdotto la tecnolo¬ 
gia DAO. Con le successive versioni la 
strumentazione per l'accesso ai dati si è 
ulteriormente arricchita fino a diventare 
un vero punto di forza del Visual Basic, 
ed a tale argomento sono dedicati ma¬ 
nuali specifici ed esempi specifici nel ma¬ 
teriale. 

E' possibile lavorare con tutte le tipolo¬ 
gie di Database 'esistenti in natura' e 
possono essere sfruttati almeno una doz¬ 
zina di controlli adatti a dialogare con i da¬ 
ti del Database. Aiutano il lavoro dei pro¬ 
grammatori una serie di Wizard, che pro¬ 
ducono "gratis", Form o Applicazioni che 
già interagiscono con i database, che 
possono costituire la prima bozza, già 
funzionante, dell'applicazione finale. Ne 
vediamo esempi nelle figure 11 e 12. e in 
alcune viste prima. 

Molto interessante è anche la 'tradizio¬ 
nale" applicazione VisData. fornita tra il 
materiale di esempio, che contiene la 
’summa" delle tecniche di accesso ai dati. 

Abbiamo detto che VB può lavorare 
con tutte le tipologie di Database E que¬ 
sto è importante nel caso in cui la struttu¬ 
ra dati sia già esistente. 

Nel caso in cui si stia progettando una 
nuova applicazione e si debba decidere 
quale Database utilizzare e si voglia rima¬ 
nere nel mondo Microsoft, esistono due 
possibilità. 

La prima e quella di utilizzare una strut¬ 
tura dati Access (un file MDBI, che è 
quella standard di VB ed è adatta per ap¬ 
plicazioni stand alone e per applicazioni in 
rete che gestiscano volumi di dati non ec¬ 
cessivi. La seconda strada, suggerita dal¬ 
la Microsoft per applicazioni Aziendali cri¬ 
tiche, con numerosi Client collegati, con 
grossi volumi di dati e grossi volumi di 
transazioni, è quella che passa per SQL 
Server. Tale soluzione richiede una rete 
impostata su BackOffice con un Server 
NT 4.0 e con SQL Server 6.5. 

Per favorire questa soluzione, all'inter¬ 
no del pacchetto VB 5.0 è stato inserito il 
TSQL, uno strumento per il Debug delle 


Figura 12 - MS Visual Ba¬ 
sic 5 0 - Form di Accesso 
ai Dan coslruita quasi au¬ 
tomaticamente 
Nell esempio che vi mo¬ 
striamo vediamo una 
Form di tipo Master/De- 
tail che mostra dati pro¬ 
venienti da un Database 
Access composto da 
quattro tabelle relaziona- 
te tra di loro Nella parte 
Master della form Iquella 
in altol vediamo i dati de¬ 
gli Ordini e del Cliente 
che ha eseguito l'Ordine 
In basso Iparte Detaill ve¬ 
diamo le Righe che costi¬ 
tuiscono l ordine con le 
specifiche di ciascun Arti¬ 
colo venduto II grosso del lavoro è fatto dal Wi¬ 
zard. l'utente deve solo eseguire piccole rifiniture 


applicazioni SQL Client/Server E per con¬ 
vincere anche i più indecisi della bontà 
della soluzione, nel materiale è stata inse- 


Figura 13 - MS Visual Basic 5 0 - 
L applicazione VisData 
L applicazione VisData la parte 
tradizionalmente del matenale di 
esempio del VB E' un applica¬ 
zione imporrante per il fatto che 
sfrutta a fondo tutte le possibi¬ 
lità. in termini di accesso ad Dati, 
del Visual Baste Ci sono anche 
due file MDB 'ormato Accessi 
di esempio molto ricchi di tabelle 
e di dati Imigliaia di recordI, ma 
È anche possibile attivare colle¬ 
gamenti verso DB disponibili in 
altri formati raggiungibili anche 
attraverso i dover ODBC La Mi¬ 
crosoft ha messo a punto una 
precisa strategia sulle vane pro¬ 
blematiche di accesso ai dati e. 
come diciamo meglio nel testo, 
Visual Basic 5 0 con la sua stru¬ 
mentazione e con la sua vocazio¬ 
ne verso il Client/Server fa parte 
di questo disegno 


nta anche una versione Demo delI'SQL 
Server che a sua volta contiene materiale 
di esempio. 

Nel caso di utilizzo di Database SQL, o 
comunque raggiunti tramite driver 
ODBC, è possibile utilizzare controlli "re¬ 
moti". che fanno lavorare il Server, e la 
tecnologia RDO, che in pratica è la tecno¬ 
logia DAO in ambiente Client/Server. 

Lavorare per 
componenti 

Il concetto di componente sta alla base 
non solo del Visual Basic ma anche di tut¬ 
ta la programmazione Object Based. 

In una applicazione Visual Basic si pos¬ 
sono usare due tipi di elementi ‘esterni". Si 
possono inserire controlli ActiveX (il co¬ 
mando è Project Components) e ci si può 
collegare a librerie esterne (il comando è 


Figura 14 - Crystal Report 
versione 4 6 10 - Un 
partner fedele negli anni. 
Del Crystal Report dalla 
versione 3 0 allealo fede¬ 
le del VB. vogliamo co¬ 
gliere due aspetti II pri¬ 
mo è la facilità con cui. in 
maniera guidata, si realiz¬ 
zano passo passo report 
di bassa e media com¬ 
plessità partendo dai dati 
di un Database La se¬ 
conda sono le possibilità 
in termini di 'complicazio¬ 
ni'. ad esempio nel caso 
occorrano eseguire degli 
ordinamenti, delle sele¬ 
zioni, dei raggruppamenti 
con calcoli, oppure nel 
caso occorra creare dei 
campi calcolati A tutte 

_ _ _ _ _ queste corrispondono 

1 -. - -" ■■■ -* i i il t i\mri - funzionali ta supportate 

direttamente 
Report e quindi il pro¬ 
grammatore non deve non solo programmare la routine di stampa ma neanche preparare i dati II Report. 
salvato come struttura, può essere richiamato direttamente dall'interno dell'applicazione VB 5 0. 


MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997 


263 





















































































Proiect References). disponibili e registra¬ 
le sul sistema nel formato EXE o DLL. 

In figura 15 vediamo, in un collage, le 
due rispettive finestre. In secondo piano 
notiamo anche come sia possibile orga¬ 
nizzare la Toolbox, che mostra gli OCX di¬ 
sponibili in più pagine, utili quando i con¬ 
trolli siano molti. 

I controlli ActiveX si concretizzano in fi¬ 
le OCX, che, attenzione, non sono del 
tutto compatibili con quelli della versione 
precedente del Visual Basic. C'è anche 
da dire che in VB 5.0 sono scomparsi, o 
sono stati sostituiti, alcuni dei controlli 
OCX presenti in VB 4.0. Per garantire il 
funzionamento delle vecchie applicazioni, 



Figura 15 - MS Visual Ba¬ 
sic 5 0 - Aggiunta di com¬ 
ponenti e di librerie 
In una applicatone realiz¬ 
zata con Visual Basic 5.0 
o con Visual Basic lor Ap¬ 
plication 5 0 si possono 
usare due tipi di elementi 
'esterni'. Si possono inse¬ 
rire controlli ActiveX (Il co¬ 
mando è Proiect Compo¬ 
nente) e ci si può collega¬ 
re a librerie esterne hi co¬ 
mando é Project Referen¬ 
ces). disponibili e registra¬ 
te sul sistema nel formato 
EXE o DLL Vediamo, in 
un collage, le due rispetti¬ 
ve finestre In secondo 
piano notiamo anche co¬ 
me sia possibile organiz¬ 
zare la Toolbox. che mo¬ 
stra gli OCX disponibili, in 
più pagine, utili quando i 
controlli siano molti 


a <a 

o Pi»- C#k* Piata* 

nota» 

|Ma Un \vtAAdocM03 vM 

Divina Commedia - Lettura Integrale 




di no*tra vita 
mi ritrovai par una «erte mcura 
itW la dritta via ara «marrtta. 

Art quanto a rtr qual ara * rota diva 
wta w*va irtvaoai* r *S»a 0 tori» 
eh# nel pemler nuova la paivai 
lant'è amara eh* poco è più morte; 
ma per trattar dei ben chY vi trovai, 
•Arò de raltre cote ctiT v'ho Morte, 
lo non 10 ben nd» com’l* v'mtrai, 
tant'era pian di tonno a quei punto 
et» la verace via abbandonai 
Ma poi chT fui al piè «rivi code giunto, 
U dove terminava que«a vede 
«he m'avea di paura è cor compunto, 
guardai m alto, t vKI le tue tpade 
vettite gli de' raggi del pianeta 
che mena dritto altrui per ogne cale. 
Ador fu la paura ivi poco queta 


3 




Figura 16 - MS Visual Basic 5.0-11 
concetto di Active Document L'Ho- 
st è Internet Explorer 
Come detto con Visual Basic si pos¬ 
sono creare Active Documents 
ovvero applicazioni che possono es¬ 
sere viste all'interno di un program¬ 
ma che fa da Shell, come il Bmder di 
Office o lo stesso Internet Explorer 
Qui vediamo proprio dentro il Micro¬ 
soft Explorer 3.02 un'applicazione di 
chiara origine VB che mostra tre og¬ 
getti. una Freme con tre Pulsanti di 
Opzione, una ListBox che propone 
una sene di Item e una seconda Li- 
stBox che viene riempita con dati 
letti da un file testuale scelto in fun¬ 
zione del Pulsante di Opzione e del- 
l'Item selezionato Ragionando in 
ottica Internet invece di costruire 
100 pagine, ciascuna con un Canto 
della Divina Commedia, si costrui¬ 
sce un'unica pagina attiva che legge 
100 file testuali 


nel CD di VB 5,0, sono disponibili le nuo¬ 
ve versioni dei vecchi OCX, che vanno in¬ 
stallate e registrate nel sistema in cui si 
installa VB 5.0 Ad esempio il problema si 
pone per il MS Grid Control che in VB 5.0 
è stato sostituito dal MS FlexGrid Control 
5.0. che è più versatile soprattutto per 
quanto riguarda il caricamento dei dati da 
un database, ma che non permette di vi¬ 
sualizzare immagini. 

La possibilità di caricare controlli e utiliz¬ 
zare librerie esterne è comune a tutti i pro¬ 
dotti VB e VBA compatibili che ovviamen¬ 
te mettono a disposizione degli altri pro¬ 
dotti le proprie librerie. In figura 15 vedia¬ 
mo proprio le librerie dei vari prodotti della 
suite Office, che vanno caricati quando si 
realizzano applicazioni interprodotto. 

Tutto quanto detto riguarda il caso in cui 
si sfruttino nella applicazione VB controlli 
esterni e librerie esterne già disponibili. 

La novità, come detto più volte, è che 
ora si può usare VB anche per costruire 
controlli ActiveX e librerie esterne. La co¬ 
struzione di componenti era già praticabi¬ 
le con la precedente versione di VB 4.0. 
Era una funzionalità un po' nascosta ed 
era limitata alla costruzione di Server OLE 
e di Librerie DLL, riutilizzabili, nel rispetto 
della tecnologia OLE, sia da applicazioni 
VB che da applicazioni costruite in altri lin¬ 


guaggi. La nuova versione allarga il pro¬ 
prio campo di azione anche alla realizza¬ 
zione di Controlli ActiveX e alla realizza¬ 
zione di Documenti ActiveX. 

Altra novità è che lo sviluppo componen¬ 
ti è proposto direttamente dalla finestra Fi¬ 
le New Project, che propone ben nove va¬ 
rianti. Alcuni di questi richiedevano, prece¬ 
dentemente, l'uso del linguaggio C. 

Al di là dei fatti operativi, ad esempio di 
come si costruisca un ActiveX, quanto e in 
cosa un progetto di ActiveX differisca da 
un progetto normale, come si possa testa¬ 
re, come si possa rendere disponibile per 
altre applicazioni, anche in rete e attraver¬ 
so Internet, è importante entrare nella filo¬ 
sofia dell'Object Based, per cui sia quando 
si costruisce che quando si usa un compo¬ 
nente, se ne comprendano le sue caratte¬ 
ristiche, i suoi vincoli, e soprattutto i suoi 
rapporti con l'applicazione che lo ospita. 

Da un punto di vista operativo la costru¬ 
zione di un componente (vedi l’articolo 
specifico nella rubrica Windows) è un po' 
più difficile della costruzione di un'applica¬ 
zione normale, soprattutto perché entra¬ 
no in gioco altri elementi, ad esempio, nel 
caso di un OCX, occorre progettare e pro¬ 
grammare le sue Proprietà, i suoi Metodi 
ed i suoi Eventi. I manuali, e soprattutto i 
numeri Wizard, danno una mano. 


Considerazioni finali 

Quando, nel 1991, usci la prima versio¬ 
ne del Visual Basic, i tecnici della program¬ 
mazione lo snobbarono, ritenendolo piu 
un prodotto per hobbisti intraprendenti 
che non un prodotto per sviluppare appli¬ 
cazioni importanti, lo stesso, nel mio pic¬ 
colo, lo definivo "il piccolo chimico di Win¬ 
dows', soprattutto per il fatto che era ef¬ 
fettivamente facile fare piccoli esperimen¬ 
ti di Grafica, di DDE, di Drag and Drop, di 
accesso alle DLL di Windows, ecc. I critici 
non avevano, all'epoca, torto, soprattutto 
per il fatto che VB 1.0 non disponeva di 
funzionalità di accesso ai dati, anzi ripropo¬ 
neva quelle dei primi Basic di 15 anni pri¬ 
ma (le istruzioni Open, Write, Read, ecc.). 

I critici più attenti colsero invece i due 
aspetti innovativi presenti nel prodotto: la 
concretizzazione e la volgarizzazione della 
tecnologia Object Based. che diventava 
immediatamente utilizzabile, e la creazio¬ 
ne di un vero ambiente Visuale, in cui, più 
che programmare, occorre disegnare gli 
elementi dell'applicazione 

Con il passare delle versioni MS VB 
non si è mai del tutto scrollato di dosso 
la fama di prodotto di serie B, snobbato 
dai puristi della programmazione, e rite¬ 
nuto pericoloso per lo sviluppo di applica¬ 
zioni aziendali "mission criticai". 

Se analizziamo il Visual Basic 5.0 pro¬ 
prio in questa particolare ottica ci rendia¬ 
mo invece conto di come sia stato pe¬ 
santemente migliorato (parliamo delle 
funzionalità di accesso ai dati, ed in parti¬ 
colare della sua familiarità con SQL Ser¬ 
ver, parliamo della possibilità di creare 
delle applicazioni Client/Server, parliamo 
delle problematiche Component e Re¬ 
mote Component, che rendono praticabi¬ 
le l'architettura "three-tiered', a tre livelli, 
che oggi rappresenta il top in termini di 
sicurezza e di manutenzionabilità delle 
applicazioni aziendali. 

Altre due caratteristiche vincenti del 
VB 5.0 sono l'allineamento, più volte sot¬ 
tolineato, ai prodotti Office 97 e ad Inter¬ 
net. verso i quali le applicazioni VB pos¬ 
sono diventare degli efficaci collaboratori. 

MS 


264 


MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997 











































Trust 

OMPUTER PRODUCTS 


Trust: nuova tecnologia 
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BaMa una telefonata e la comunicazione mobile diventa 
realti Con Communlcalor 33K6 PC Card è possibile 
rimanere in contatto con il proprio ufficio sempre e 
dovunque Esplorare Internet, collegarsi ad un servizio 
Online o inviare via fan un documento importante, tramite 
questa scheda fax/modem PCMCIA 33K6, tutto ciò 
diviene facile Questa scheda si connette ad uno slot 
PCMCIA Type 2 ed è estremamente semplice da installare 
grazie alla funzione Plug t* Play Commumcator 33K6 PC- 
Card può essere inserito e rimosso in qualsiasi momento, 
senza problemi Sono compresi software, driver per 
Windows 95, cavo e spina telefonica 



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queliti professionale L'alta nsoluzione di 9600 DPI e la 
profonditi dei colon a 36 bit gli consentono di essere lo 
scanner ideale per i lavori che richiedono un'elevata 
queliti e professionalità lo scanner funziona tramite la 
scheda SCSI fornita m dotazione, il che gli garantisce 
anche un alta velociti di digitalizzazione Oltre alla scheda 
di interfaccia vengono fomiti in dotazione software per 
feiaborazione delle immagini, software per il 
riconoscimento ottico dei caratten (OCR) ed i driver per 
Windows 3 1 ■. 95 e NT a 0 Viene inoltre fornito un driver 
PowerMac per • computer Machintos di Apple E' 
disponibile separatamente un modulo per la 
digitalizzazione di originali trasparenti 


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Questo velocissimo modem/fax esterno consente di 
trasfenre i dati da Internet ad una velocità di 56 kbps 
Grazie a questo modem è inoltre possibile utilizzare il 
computer come segreteria telefonica, inviare fa« e 
telefonare utilizzando la funzione viva voce. a tale scopo 
viene fornita m omaggio una cuffia con microfono 
incorporato II modem supporta lo standard V 80 ed é 
quindi estremamente adatto per le video conferenze Tutti 
i cavi ed i software necessari vengono fomiti in dotazione 
L installazione multa estremamente semplificata grazie alla 
funzione Plug & Play. 






Atuchan <9 continenti C3? gMICASOFT*» MFOTVCA sr^aqA 



POWER YOU CAN COITMT nivi 

























phcomedia | 



Incomedia della INCO Now 


per Windows 


Vi presentiamo una breve 
prova del prodotto Incomedia della INCO 
Now di Torino. Purtroppo la copia che ci 
è stata inviata è solo una versione dimo¬ 
strativa, limitata nei moduli e nei volumi 
di materiale trattabile; conseguentemente 
la prova risulta, in un certo senso, parzia¬ 
le 

Fatte questa premessa cominciamo a 
vedere il prodotto dicendo subito che si 
tratta di un software per la creazione di 
presentazioni multimediali. L'obiettivo è 
di quello di rendere lo sviluppo della pre¬ 
sentazione quanto più veloce possibile, 
con uno strumento facile da usare, orien¬ 
tato agli oggetti, e senza necessità di ri¬ 
correre ad un linguaggio di programma¬ 
zione. 


La multimedialità oggi 

La multimedialità è stata introdotta, a li¬ 
vello di sistema operativo, con Windows 
3.1 ed ha comportato, nel corso di questi 
anni, l'affermazione di una serie di stan¬ 
dard tra gli elementi multimediali manipo¬ 
labili con i vari strumenti ed inseribili in 
una applicazione multimediale. 

A livello di prodotti per lo sviluppo delle 
applicazioni, o dei cosiddetti 'Titoli Multi¬ 
mediali', non si è consolidato uno stan¬ 
dard, anche per il fatto che le possibili fi¬ 


nalità di un tale tipo di applicazione sono 
tante: si può andare, ad esempio, dalla 
semplice presentazione di tipo sequenzia¬ 
le, all'applicazione fortemente interattiva 
I prodotti variano da quelli tipici della De¬ 
sktop Presentation, che oggi dispongono 
tutti di funzionalità interattive, a quelli di 
Authoring evoluto, che sono anche sup¬ 
portati da sofisticati linguaggi di program¬ 
mazione. Limitandoci ai più diffusi citia¬ 
mo, tra i primi, MS PowerPoint e Lotus 
Freelance Graphics e, tra i secondi, 
Asymmetrix ToolBook, che sfrutta la me¬ 
tafora del Libro, e Macromedia 
AuthorWare, che con i suoi vari moduli 
avvicina la produzione di un titolo MM a 
quella di un film, in cui è importante la 
coordinata tempo 

Tutte le grandi case editrici tradizionali 
hanno ormai una propria sezione MM e 
realizzano opere che appartengono alle 
varie materie dello scibile, l'arte, la storia, 
la geografia, la letteratura, la musica, ecc 
Opere i cui prezzi stanno via via dimi¬ 
nuendo e che vengono diffuse ormai an¬ 
che nelle edicole a costi sufficientemente 
ridotti in considerazione del voluminoso 
contenuto. 

Obiettivo di Incomedia, in un panorama 
cosi vasto ed articolato, è quello di pro¬ 
porre un prodotto utilizzabile direttamente 
dall'autore del contenuto dell'applicazio¬ 
ne, autore che in genere non è anche un 


Produttore e distributore: 

inco Now Corso Peschiera, 233 - 10141 Torino 
I- 011/3853369 Indiri zzo Interne! 
|' i /l'.vww inconow.com/lnconovl 

Prezzo (IVA esclusa) L 860 000 

Per le scuole L 640 000 

Versione bght L 380 000 

Versione Light scuole L 280.000 


tecnico informatico, e che abbia come fi¬ 
nalità soprattutto la comunicazione azien¬ 
dale Le occasioni in cui una azienda può 
comunicare in modo multimediale, sono 
tante: mostre e conferenze in cui si illu¬ 
stra la produzione, riunioni interne in cui 
si decidono strategie, informazioni ai 
clienti, alla stampa, ecc 

Alcune caratteristiche 
di Incomedia 

Tornando al nostro Incomedia possiamo 
dire che e, in buona sostanza, un assem¬ 
blatore di materiale multimediale disponibi¬ 
le in qualsiasi formato standard. Si compo¬ 
ne di due moduli principali: Incomedia 
Show, che serve per preparare la singola 
slide, e Incomedia Integrator, che invece 
serve per raccogliere slide create con 
Show e per creare (‘interattività, e di alcuni 
moduli accessori, come Incomedia Text, 
specializzato nella preparazione delle parti 
testuali e il Setup Creator, daH’owio signi¬ 
ficato 

Il CD presente nel pacchetto contiene, 
oltre all'applicazione, che sembrerebbe rea¬ 
lizzata con II Visual Basic o con un prodotto 
similare, abbondante materiale, in termini 
di ClipArt, sfondi, e soprattutto in termini di 
demo di applicazioni sviluppate con Inco- 
media. 

Un'applicazione Incomedia si concretizza 
in un file separato dai vari componenti MM, 
che vengono caricati solo all'occorrenza. 
Questa organizzazione permette una buona 
velocità nell'esecuzione della presentazio¬ 
ne, soprattutto in quei casi, parliamo della 
diffusione su CD, in cui il supporto scelto 
non è il più veloce 

E' stata inserita una utile funzionalità che 
permette di sviluppare la presentazione 
contemporaneamente in più lingue, che poi 
possono essere selezionate, molto sempli¬ 
cemente, all'inizio della presentazione. 

Ci sono funzionalità interne di collega¬ 
mento ai database. E' quindi possibile vi¬ 
sualizzare nelle slide campi di archivi. Ci so¬ 
no funzionalità che permettono, dall'interno 
di Incomedia, di eseguire applicazioni ester¬ 
ne, e che permettono anche il contrario, da 
altre applicazioni permettono di lanciare 
una presentazione Incomedia. 


266 


MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997 
















IICAWn IlA/Wm ICA DMI 



& 


* A 

à m 


Colici H» 0(0 e pietre 
preziose risalenti ol tetX 
da chiese Bizantine 


tour urniAio 


Incomedia Inco Now per Windows . 


OverView 


Figura 1 - Incomedia - Esempio di enciclopedia 

Incomedia, della INCO Now di Torino, è un prodotto per lo sviluppo di applicazioni 
multimediali presentazioni aziendali, presentazioni di prodotti, training interattivo, en¬ 
ciclopedie. ecc E stato realizzato non da una software house, ma da una società che 
opera nel campào della comunicazione aziendale, che ha Quindi messo a punto uno 
strumento basato sulle proprie necessità più che su necessità generiche Per Questo 
motivo Incomedia non può essere considerato un prodotto software tradizionale 



I componenti principali 
di Incomedia 

Abbiamo detto che i moduli principali so¬ 
no due: Incomedia Show 2.0 e Incomedia 
Integrator 4 0 Compito di Incomedia 
Show è quello di preparare la singola Slide, 
che si concretizza in file con desinenza PLY 
e che può contenere, al suo interno, piu ele¬ 
menti MM, dotati di proprie caratteristiche 
di animazione, propri effetti speciali, ecc 
Più file PLY possono essere assemblati 
in un semplice slide show sequenziale 
L'ambiente operativo di Show (lo vedia¬ 
mo in figura 1 ) dispone soprattutto di stru¬ 
menti per inserire elementi (immagini, te¬ 
sti, testi in movimento, testi ruotati, figure 
geometriche, sfondi, suoni, ecc.). Ad ogni 
elemento viene associato un nome, che lo 
contraddistingue, ed una serie di proprietà, 
ad esempio l'effetto, scelto tra gli oltre 
100, che deve avere quando appare nella 
diapositiva, oppure i vari effetti grafici, co¬ 
me bordo, riempimento, ombra, ecc 
E' possibile gestire, all’interno della sin¬ 
gola slide, l'ordine di apparizione dei vari 
elementi presenti. 

Un maggior grado di interattività, e quin¬ 
di di complessità, nella applicazione che si 
sta sviluppando, può essere raggiunto se 
si utilizza Integrator. 

Incomedia Integrator può, non è obbli¬ 
gatorio, assemblare materiale sviluppato 
con Incomedia Show 2.0. Può vivere di vi¬ 
ta autonoma se si assemblano gli elementi 


Figura 2 - Incomedia Show 
2.0-11 menu con il campio¬ 
nario dei pulsanti 
Cosi si presenta l ambiente 
operativo del modulo 
Show, il primo dei due in 
cui si scompone Income- 
dia In alto il menu e la bar¬ 
ra degli strumenti, in basso 
la riga di stato che indica 
Quale elemento, tra Quelli 
inseriti nella slide, sia stato 
selezionato Singolare I as¬ 
senza delle barre di scorri¬ 
mento, sostituite da un 
pulsammo su e giù che 
sposta la slide per far appa¬ 
rite le sue vane parti Ve¬ 
diamo anche il menu grafico che mostra il catalo¬ 
go degli elementi da inserire, m Questo caso mo¬ 
stra il campionario dei pulsanti 


Alami lavori 

Le sturile CIUM, he rretixale U celemu temere relative 
elle esposizioni: 



morizzare percorsi tra i nodi, si possono in¬ 
serire pulsanti per gestire in maniera dina¬ 
mica la navigazione all’interno della pre¬ 
sentazione, ed altro ancora. 


Figura 3 - Incomedia Show 
2 0 - Effetti. 

Lo Show permette di realiz¬ 
zare slide composte da ele¬ 
menti multimediali di base, 
ad ognuno dei Quali può es¬ 
sere associato un particolare 
effetto grafico in fase di 'ap¬ 
parizione 

L'Integrator. il secondo mo¬ 
dulo di Incomedia, permette 
sia di assemblare slide realiz¬ 
zate con il modulo Show (file 
con desinenza PLY) sia di as¬ 
semblare direttamente ma¬ 
teriale di base su file. Inte- 
grator si basa sul concetto di 
nodo che può essere eguipa- 
rato alla singola unità di infor¬ 
mazione multimediale 


direttamente nel formato originano, e quin¬ 
di file grafici, testi, ecc. In questo caso si 
può utilizzare la pulsantiera che permette 
di accedere ai vari tipi di elemento, ed an¬ 
che a contenitori OLE ed a contenitori di 
dati letti da database (il formato riconosciu¬ 
to è Access 2.0). 

Si lavora con la metafora dell'albero, co¬ 
stituito da nodi e da collegamenti tra nodi 
Un nodo rappresenta un gruppo di infor¬ 
mazioni, ha un padre e può avere dei figli. 

Lo strumento principale, che differenzia 
tra le altre cose Integrator dallo Show, è il 
collegamento che serve per mettere in re¬ 
lazione i vari elementi della presentazione. 
Si possono collegare slide, testi, applica¬ 
zioni, suoni, ecc Si possono creare e me¬ 


[*MzJ 


Conclusioni 



MC prava Incomadia 



li n 


Penso che molti programmatori in am¬ 
biente Windows abbiano avuto, qualche 
volta, la tentazione di realizzare un prodotto 
di Authoring con il quale assemblare mate¬ 
riale multimediale. 

La Inco Now, ha sviluppato il suo prodot¬ 
to Incomedia, lo ha usato per realizzare, co¬ 
me azienda di consulenza più che come 
azienda software, una serie di presentazio¬ 
ni per i propri clienti, alcune delle quali sono 
presenti, a livello demo, nel CD con il pro¬ 
dotto Ora ne ha realizzato una versione 
commerciale che propone a chi voglia svi¬ 
luppare applicazioni MM in proprio 

Certo la versione commerciale risente 
del 'peccato originario' (esser nato come 
prodotto per uso privato), ad esempio mol¬ 
te delle funzionalità sono eccessivamente 
spartane, mentre altre, alle quali i vari pro¬ 
dotti standard ci hanno abituati, sono del 
tutto assenti (una tra tutte: la Undo). 

Altra limitazione è data dalla bassa com¬ 
plessità ed interattività raggiungibile, per 
cui Incomedia risulta più adatto allo svilup¬ 
po di applicazioni sequenziali o poco movi¬ 
mentate . 

Per contro ci sembrano ben assemblagli 
i van elementi MM presenti nelle slide e 
nella presentazione, che risulta essere, tut¬ 
to sommato, ben fruibile in fase di esecu¬ 
zione finale 

Gli esempi presenti nel CD sono, da que¬ 
sto punto di vista, molto significativi. MS 

267 




























































Preview - Corel WordPerfect 
Suite 8 e Suite 8 Professional 


Nel numero di luglio di 
MC abbiamo presentato la versione 7 
in Italiano della Corel WordPerfect Sui¬ 
te, ed ecco che, a fine agosto, prece¬ 
duta dalla versione Standard, è uscita 
anche la nuova WordPerfect Suite 8 
Professional, in inglese, 

Per quanto riguarda le versioni italia¬ 
ne, seguono sempre di qualche setti¬ 
mana quelle americane, per cui diamo 
questa anteprima per valida anche per 
le versioni in italiano. 

Va subito detto che la Suite 8 convi¬ 
ve comunque con la Suite 7, di cui esi¬ 
stono versioni per Windows NT e ver¬ 
sioni per Windows 3.11. E' chiaro però 
che la Suite 8, che è disponibile, per 
ora, esclusivamente per Windows 95, 
è il prodotto più evoluto e più interes¬ 
sante. 

Nel sito t ww w.corel.CQiri è mostrata 
una 'matrice' prodotti/versioni che 


esplicita in maniera chiara ed inequivo¬ 
cabile la situazione versioni dei prodot¬ 
ti, piattaforme supportate. 

Vediamo quindi i componenti della 
Suite, sottolineando le novità rispetto 
alle precedenti e le differenze tra la 
versione Standard e quella Professio¬ 
nale. 

Novità e prime 
impressioni 

In sede di conclusioni, nel citato ar¬ 
ticolo dedicato alla versione 7, aveva¬ 
mo lamentato ancora un certo disalli¬ 
neamento tra i componenti della Sui¬ 
te, che risentono della differente ori¬ 
gine e provenienza. Ebbene, una pri¬ 
ma favorevole impressione sta nel mi¬ 
glioramento della situazione, ad 



Produttore: 

Corel Corporation -1600 Carlmg Avenue - Ottawa 
Ontano K1Z8R7. Tel. 16131728-8200 


Distributori: 

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J Soft • Tel. 039/6899802 
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Delta - Tel.: 0332/8031 

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esempio in termini di finestre operati¬ 
ve in comune. 

La seconda impressione, che non è 
un'impressione ma un fatto oggettivo, 
è il totale adeguamento della WP Suite 
ad Internet. Innanzitutto sono presenti 
tutti i componenti Netscape (Netscape 
versione 4, Navigator, Communicator, 
Messenger Mailbox, Collabra Discus- 
sion Group, Page Composer, Confe- 
rence), poi sono disponibili una serie di 
strumenti sia per chi crea pagine 
HTML, ogni componente della Suite 
può salvare in HTML, sia per chi gesti¬ 
sce Siti WEB. Il software è l'ottimo 
WEB.SiteBuilder. 

In termini di componenti ce ne sono 
di nuovi. Il più utilizzato sarà il Corel- 
CENTRAL, un PIM dalle buone caratte¬ 
ristiche ben integrato con gli altri mo¬ 
duli e con quelli della famiglia Netsca¬ 
pe. 

Poi, solo nella versione Professional, 
troviamo una novità frutto di una re¬ 
cente acquisizione: il Time Line, che è 
un prodotto di classe Project Manage¬ 
ment dalle buone caratteristiche. 

Se si confrontano i componenti della 
Suite della Corel con quelli della Micro¬ 
soft, nella prima troviamo in più il 
WEB.SiteBuilder (che corrisponde, in 
casa MS, al FrontPage) ed il TimeLine 
(che corrisponde all'MS Project). 

Stimolanti sono le novità nel Paradox 
8. Una su tutte: la possibilità di interro¬ 
gare i Database Paradox via Internet. 
Del Paradox 8 sono previste, a breve, 
una versione Enterprise e, udite udite, 
una versione Client totalmente scritta 
in Java. 


268 


MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997 



























Preview-Corel WordPerfect Suite 8 e Suite 8 Professional 


OverView 



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851? MB 

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60.51 MB -i 

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17 45 MB • 


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438 15 MB 


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B* 


Figura t - Corel WP Suite 8 Pro - Le matrice tra le 
versioni e le piattaforme software 
Una delle caratteristiche tradizionali del classico 
WordPerfect, parliamo dei tempi del DOS. era quella 
di essere un prodotto per tutte le piattaforme La Co¬ 
rel sta conservando quella tradizione proponendo va¬ 
rie versioni della Suite WP. e dei suoi componenti, 
per tutti i Windows 195, NT, 3 x1 e per DOS. Mac e 
Unix Come al solito il modo migliore per documen¬ 
tarsi e consultare le pagine Internet, dedicate dalla 
Corel alle varie Suite Nell'articolo parleremo solo 
della Suite 8 per Windows 95 


Figura 3 ■ Corel WP Suite 8 Pro - DAD e Core 
Export 

In questa figura vediamo due cose II DAD. De¬ 
sktop Application Director, che e il gestore del¬ 
la Barra delle Applicazioni di Windows 95, tra¬ 
mite il quale si possono inserire iconcine, sulla 
parte destra della barra Ile vediamo in una del¬ 
le altre figure), per lanciare direttamente le va¬ 
rie applicazioni, anche quelle non Corel. Vedia¬ 
mo anche il Corel Export, l'applicazione, comu¬ 
ne ai vari componenti, che serve quando si ini¬ 
zia un nuovo lavoro, decidendo il tipo di lavoro 
piuttosto che il prodotto con il quale eseguirlo 


Elenco sintetico dei 
componenti della 
Suite Professionale 

Rimandando comunque alle figure 
ed alla prova, meno succinta dell'ante¬ 
prima, che seguirà l'uscita delle versio¬ 
ni italiane, elenchiamo i componenti e 
qualcuna delle novità, scelte qua e là, 

CorelCENTRAL 8 PIM con funzio¬ 
nalità al gran completo: Calendario, 
Agenda degli impegni, Rubrica, Sche- 
duling delle attività, personali e di grup¬ 
po, ecc. Integrato con Netscape Com- 
municator per lo scambio dei messag¬ 
gi ed integrato, in caso di esportazione 
di materiale per il WEB, ad esempio 
calendari, anche con Corel Barista. 

Corel WordPerfect 8 WP è presen- 


Figura 2 - Corel WP Suite 8 Pro - L'installazione per¬ 
sonalizzata 

I due concorrenti della Corel WP Suite 8 sono, come 
noto a tutti. Office 97 della Microsolt e SmartSuite 
97 della Lotus. Rispetto ai due ' nemici ' la Corel pro¬ 
pone alcuni componenti in più. Ad esempio c'6 il 
WEB SiteBuilder e il Time Line I corrispondenti pro¬ 
dotti della Microsoft, il FrontPage e il Proiect. non 
fanno parte della Suite Office La Lotus invece non 
dispone di prodotti di categoria Proiect Management, 
mentre per la costruzione di Siti Internet piopone al¬ 
tre tecnologie, ad esempio Lotus Notes e Domino 



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Figura 4 - Corel WP Suite 8 Pro - CorelCENTRAL e 
Netscape Commumcator 

In questa figura, un po' affollata, vediamo due cose 
e mezzo Sullo sfondo vediamo il nuovo PIM della 
casa, che si chiama CorelCENTRAL. mentre in primo 
piano vediamo il modulo di posta elettronica che la 
parte della Suite Netscape e che si chiama Commu- 
mcator Quando si inserisce, in una delle viste di Co¬ 
relCENTRAL un'attività che coinvolge un altra perso¬ 
na. e possibile attivare direttamente la rubrica della 
Suite Corel, dalla quale prelevare gli indirizzi dei desti¬ 
natari del messaggio e poi il Commumcator 


Et. [* Y— Iodi a» 


Calendar 


m. 


i: «atol ■ “•«»«> I 



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FodPwct. 


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Caro Rjdo. 

ti invio Farticolo, completo deBc figure tn Se formalo GIF _ 

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P>HWim.Fl 


4 ~ 


MCmicrocomputer n, 177 - ottobre 1997 


269 























































































































OverView 


Preview-Corel WordPerfect Suite 8 e Suite 8 Professional 



lnlirt»<co ***■*1 lAft 

SaenaieotycOag 


FSInfMiyroM. 


Figura 6 - CoreI WP Suite 8 Pro - Presentations 8 
Stranamente la Corel WP Suite Professional non 
contiene nessun prodotto Corel, in senso stret¬ 
to. nessun prodotto che era della Corel prima 
dell'acquisizione della WP Le attività grafiche 
sono tutte delegate al Presentations Iche nasce 
in WPI. Si tratta di un prodotto di categoria Pre¬ 
sentanone che perù dispone di strumenti di 
composizione evoluti, come questo, che vedia¬ 
mo in figura, per la creazione di Organigrammi 
La versione Standard, invece, contiene Corel 
Pnnt House. 


Figura 8 - Corel WP Suite 8 Pro - Il Data Model di 
Paradox 8 

Anche il Paradox è nato in casa Borland, ed an¬ 
che il Paradox ha un glorioso passato da difende¬ 
re. Si tratta di un DBMS basato sulla teoria rela¬ 
zionale In figura vediamo la finestra Fteference 
Data Model, che mostra i rapporti relazionali tra 
te vane tabelle. In secondo piano vediamo la vi¬ 
sta del progetto, con a sinistra le categorie di 
componenti ed a destra l'elenco degli stessi 
Con la versione 8, Paradox si apre a Internet ed 
alla programmazione 'attiva' E' possibile intatti 
interrogare le tabelle Paradox da Internet e, in fa¬ 
se di costruzione delle Form, utilizzare compo¬ 
nenti ActiveX 


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Socetely. 


Figura 5 - Corel WP Suite 8 Pro ■ WordPerfect 8 
Il nome della Suite deriva dal suo prodotto di 
punta; il classico WordPerfect Qui lo vediamo al¬ 
l'opera, mentre stiamo componendo una sempli¬ 
ce lettera commerciale, aiutati dal Perfect Ex¬ 
port. una finestrella che ci affianca nelle varie fasi 
del lavoro, per la definizione della pagina, per la 
scelta degli aspetti estetici del documento, fino 
alla scrittura del testo, proponendo una serie di 
frasi tipiche, specifiche per il tipo di documento 
che si sta creando. 


te in un ideale Guinness dei Word Pro¬ 
cessor per alcuni primati: 
primi link ipertestuali (giugno 1993) 
primo testo verticale (novembre 
1994) 


Figura 7 - Corel WP Suite 8 Pro - QuattroPro 8 
Anche al Quattro Pro Eight dedichiamo una sola 
figura Le maggiori novità consistono nella sua 
integrazione con i moduli condivisi della Suite e 
con gli altri componenti della Suite stessa. Si 
tratta di uno spreadsheet, nato m casa Borland, 
dalle solide tradizioni, adatto anche allo sviluppo 
di complesse applicazioni basate sul foglio elet¬ 
tronico 


primo testo attorno alla grafica irre¬ 
golare (settembre 1993) 
prima ricerca e sostituzione degli at¬ 
tributi morfologici (novembre 1994) 
primo editing HTML (maggio 1996) 
primi strumenti avanzati per il dise¬ 
gno (settembre 1993). 

Presenta ulteriori novità come il Cur¬ 
sore Ombra, che permette di comin¬ 
ciare a scrivere od a tracciare disegni 
in un punto qualsiasi della pagina, la 
possibilità di impostare i margini diret¬ 
tamente a video, i nuovi Hyperlink ver¬ 
so Internet, la possibilità di tenere trac¬ 
cia delle versioni, ecc. ecc. 

Corel QuattroPro 8 C'è la nuova 
Page View, che mostra la pagina di 
stampa in modo WYSIWYG, ci sono 
nuove funzionalità per il check delle 
formule e dei riferimenti. E' stato intro¬ 
dotto lo strumento che permette di as¬ 
segnare i livelli agli elementi delle cel¬ 
le, ecc. ecc. 

Corel Presentations 8. Interessante 



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1KB Pereto» Dele Motor 
1KB Pereto» Due Motoi 
1KB Pereto. One Motor 


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08A38/97 8 00 00 
06/08/97 8 00 00 
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270 


MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997 















































































































Preview-Corel WordPerfect Suite 8 e Suite 8 Professional 


OverView 




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Personal Website 


Figura IO - Corel WP Sulle 8 Pro - WEB SueBuil- 
der 

La Suite della Corel, rispetto a quelle proposte 
dalla concorrenza, e senza dubbio la piu ricca di 
componenti Ad esempio contiene lin più rispet¬ 
to alla concorrenzaI il WEB.SiteBuilder che e, a 
sua volta, composto da un sofisticato HTML Edi¬ 
tor e da una serie di strumenti , ad esempio ve¬ 
diamo nella finestra 'a galla' Il SiteManager, che 
servono a costruire ed a gestire Siti WEB, anche 
complessi WEB.SiteBuilder dispone di funziona¬ 
lità sofisticate per la generazione di Script CGI, 
per dare interattività all'applicazione Internet 


Permette di vedere, in varie forme, il 
contenuto del Sito, permette di inseri¬ 
re nella pagina Applet Java, permette 
un immediato controllo a video del ri¬ 
sultato, ecc. ecc. 

Altro Nel CD della versione Stan¬ 
dard c'è anche il ben noto Corel Print 
House, mentre ambedue le versioni, la 
Standard e la Professional, mettono a 
disposizione dell'utilizzatore una buona 
selezione del famoso materiale ClipArt 
della Corel, facilmente raggiungibile da 
qualsiasi componente. 


Conclusioni 

Si tratta del prodotto più voluminoso 
che ci sia mai capitato di installare, sia 
in termini di numero di componenti, 
che di volume fisico di MByte richiesti. 
Anche una semplice elencazione delle 
novità di ciascun componente richiede¬ 
rebbe molto più spazio di quanto ne 
abbiamo normalmente a disposizione. 
Ci riserviamo di approfondire alcuni ar¬ 
gomenti che ci sono parsi stimolanti, 
primo tra tutti l'analisi dei componenti 
della Suite WP della Corel che hanno a 
che fare con Internet. 

MS 


Figura 11 - Corel WP 
Suite 8 Pro - Utilizzo del 
materiale ChpArt 
Il secondo dei due CD 
che costituiscono il 
pacchetto Corel WP 
Suite 8 Professional 
contiene, tra le altre co¬ 
se, una versione Demo 
di Ventura Publisher ed 
il classico materiale di- 
pArt della Corel Si trat¬ 
ta di IO 000 immagini, 
suddivise in varie cate¬ 
gorie. immediatamente 
richiamabili da qualsiasi 
componente della Suite 
con il comando Inseri¬ 
sci ClipArt, che propo¬ 
ne una comoda fine¬ 
strella grafica dalla qua¬ 
le si può prelevare il di¬ 
segno scelto e trasci¬ 
narlo a destinazione 


Figura 9 - Corel WP Suite 8 Pro - Corel Time Line 
per il Pro/ect Management 
Vediamo, per la prima volta nella Suite della Co¬ 
rel. il Time Line Si tratta di un prodotto per il 
Pro/ect Management, acquisito dalla Time Line 
Solutions Corporation, dalle buone caratteristiche 
e già integrato con gli altri componenti della Sui¬ 
te Qui ne vediamo una significativa videata ope¬ 
rativa In una vista mista, tabellare a sinistra e 
Ganti a destra, stiamo definendo i dettagli di una 
Attività Si tratta, evidentemente, di un prodotto 
verticale, destinato cioè ad un pubblico specializ¬ 
zato. 


novità è il supporto al processore 
MMX. Nuovi tipi di disegni, nuovi stru¬ 
menti per la navigazione, possibilità di 
personalizzazione, anche 'al volo" du¬ 
rante la proiezione, degli sfondi e del 
layout della slide, nuove funzionalità 
per la pubblicazione su Internet, per la 
distribuzione della presentazione su di¬ 
schetti, ecc. ecc. 

La Suite Netscape 4.0 è fornita al 
completo, con tutti i componenti: Navi¬ 


gator. per il surfing, il Commumcator, 
per la posta, il Collabra, per i gruppi e 
le discussioni, ecc. ecc. 

Corel Paradox 8 Può pubblicare 
maschere e report statistici su Inter¬ 
net, anche in modo dinamico. Interagi¬ 
sce più efficacemente con gli altri 
componenti della Suite. Nuovi stru¬ 
menti di aiuto per la creazione di appli¬ 
cazioni chiuse pronte per l'uso, ecc. 
ecc. 

Corel Time Line 8 Strumenti per il 
Project Management con tutte le tradi¬ 
zionali viste grafiche (Pert e Gantt), 
con il controllo di attività, risorse, costi, 
ecc. Possibilità di comunicare diretta- 
mente, via E-mail, con le altre risorse 
coinvolte nel progetto, ecc. ecc. 

Corel WEB.SiteBuilder 8 Si tratta 
di un Editor HTML molto evoluto e 
completo Dispone di una ricca galleria 
di componenti dalla quale pescare i 
propri modelli di pagine precostruite. 


MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997 


271 



























































































PROVE & PRODOTTI 


di Andrea de Prisco 


Fujix DS-300 





Erari trecento (mila), eran giovani e 
forti (si fa per dire...) e sono morti (tiè). 
Di ritorno da un lungo viaggio pan-euro¬ 
peo, non è la mia insolita vena patriotti¬ 
ca a farmi esprimere in tal modo, ma la 
contentezza di avere tra le mani (non 
per la prima volta, ma le emozioni sono 
sempre emozioni) una fotocamera digi¬ 
tale dotata di un sensore CCD in grado 
di fornire una qualità immagine, sebbe¬ 
ne ancora non propriamente "fotografi¬ 
ca', quantomeno entusiasmante nell'at¬ 
tuale panorama di mercato. Risultati lon¬ 
tani anni luce, si badi bene, da quelli ot¬ 
tenibili con la stragrande maggioranza 
degli apparecchi digitali di fascia bassa - 
dal costo al pubblico spesso tutt'altro 
che consumer - notoriamente basati su 
dispositivi CCD di chiara derivazione vi¬ 
deoamatoriale e accreditati di un nume¬ 
ro di pixel compreso tra duecento e cin- 
quecentomila (di solito trecentomila) 
Valori con i quali è possibile sì e no otte¬ 
nere immagini formato 320x240, suffi¬ 
cienti a mala pena per la pubblicazione 
in Internet, magicamente gonfiati a suon 
di interpolazioni software più o meno 


sofisticate fino a quota 640x480 se non 
addirittura 800x600. Come se la fotogra¬ 
fia digitale non fosse anch essa figlia 
delle basilari leggi della fisica antica e 
moderna in cui, notoriamente, nulla si 
crea e nulla si distrugge Nella fattispe¬ 
cie, a distruggere (eliminare pixel) siamo 
tutti bravi passando da una risoluzione 
più alta ad una più bassa, ma come è 
possibile creare ulteriori dettagli immagi¬ 
ne quando un sensore CCD offre solo 
poche centinaia di migliaia di elementi!’ 

Il tutto SENZA MAI DIMENTICARE 
(scusate, se volete saltate a piè pari 
questo "comma", ma lo continuerò a ri¬ 
petere - gridandolo se possibile a gran 
voceI - in ogni mio articolo riguardante 
apparecchi di questo tipo, almeno fin¬ 
tantoché non mi arrestino per... vilipen¬ 
dio dell'elettronica digitale), dicevo sen¬ 
za mai dimenticare che il numero di 
pixel di un'unità CCD - trecentomila, ot- 
tocentomila, seimiliom, sedicimilioni - si 
riferisce SEMPRE agli elementi mono¬ 
cromatici. Fino a quando non realizze¬ 
ranno dispositivi di lettura in cui ogni sin¬ 
golo pixel è in grado di riconoscere an¬ 


che le caratteristiche cromatiche (e non 
solo la luminosità), per ottenere una co¬ 
difica a colori è necessario sovrapporre 
al sensore una rete di microfiltri RGB 
(rosso, verde, blu) che in un certo senso 
"sprecano" ben tre pixel adiacenti diver¬ 
samente colorati secondo la sintesi ad- 
ditiva per conoscere le caratteristiche 
cromatiche di ogni singolo punto della 
nostra immagine digitale. E' vero che 
grazie ad alcuni artifici software si riesce 
ad ottimizzare al massimo la composi¬ 
zione dell'immagine finale a colon a par¬ 
tire dalla sovrapposizione di tre immagi¬ 
ni RGB ottenute dalla microfiltratura 
(perdipiù leggermente sfasate tra loro 
proprio per la distribuzione dei microfil¬ 
tri), ma non al punto tale da riuscire ad 
eguagliare la reale risoluzione monocro¬ 
matica del sensore CCD alla risoluzione 
dell'immagine digitale a colori effettiva¬ 
mente ripresa E quando dico "risoluzio¬ 
ne", intendo dire proprio capacità di di¬ 
stinguere, risolvere, punti o linee del co¬ 
lore originario sull'immagine digitale. In¬ 
tendo dire, in altre parole, che se una 
determinata fotocamera dichiara una ri- 


272 


MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997 



■Sgelili] 


rar 


Produttore: 

Fuji Photo Film Co 
Tokyo IJapanl 

Distributore: 

ONCEAS SpA 
Via De Sanctis, 41 
20141 Milano 
Tel 02/89582241 
Fax 02/8464121 

Prezzo al pubblico (IVA esclusa): 

Fujix DS-300 L. 5 200.000 

Fujix DS-300 + RAM 15 MB ♦ kil seriale 
+ alimentatore L 6.970.000 

Extension Unii SCSI - 3 scatti in sequenza 

L 1 760.000 

Extension Umt SCSI -12 scatti in sequenza 

L. 2 400.000 


soluzione di 640x480 pixel DEVE essere 
possibile fotografare un tabellone forma¬ 
to da 640x480 punti di colore diverso 
per ritrovarli tali e quali Icome avverreb¬ 
be utilizzando uno scanner) sull'immagi¬ 
ne digitale ripresa. Allo stato attuale, in¬ 
vece. quel che otteniamo è una disgu¬ 
stosa marmellata di pixel (tendente al 
marrone... tanto per restare in tema!) 
avendo letteralmente messo in crisi il 
sensore CCD e con esso le vergognose 
falsità di chi vi ha promesso, buggeran¬ 
dovi, la luna digitale. Fidarsi è bene, veri¬ 
ficare è meglio. 

Parola di MC! 


Fujix DS-300 

La fotocamera digitale in prova que¬ 
sto mese è prodotta dal colosso giappo¬ 
nese Fuji, è dedicata prevalentemente 
all'utenza professionale pur essendo of¬ 
ferta ad un prezzo di vendita alto, si, ma 
non stratosferico. A seconda della con¬ 
figurazione (accessori, memoria, inter¬ 
facciamento col computer) ha un prezzo 
di vendita compreso tra i cinque e i set¬ 
te milioni più IVA. Ben al di sopra, dun¬ 
que, di molti altri prodotti oggi in com¬ 
mercio. proprio come le sue caratteristi¬ 
che tecniche e t risultati fotografici og¬ 
gettivamente ottenibili 

Il sensore CCD utilizzato è da due ter¬ 
zi di pollice e conta un milione e trecen- 
tomila pixel: probabilmente è lo stesso 
utilizzato nella versione reflex ad ottica 
intercambiabile prodotta in joint venture 
con Nikon (tanto di cappello). Circa un 
anno fa abbiamo recensito, sempre nel¬ 
le pagine della rubrica Digital Imaging. il 
modello E2s (per gentile concessione 
della Nital di Torino, importatore ufficia¬ 
le di tutti i prodotti fotografici e fotodigi¬ 
tali Nikon) analogo all'apparecchio pro¬ 
dotto dalla Fuji, distribuito dalla ON¬ 
CEAS di Milano e marchiato DS-515. 

La DS-300, ad un costo che è circa un 
terzo della versione reflex, dal punto di 
vista digitale promette e mantiene risul¬ 
tati eccellenti e del tutto paragonabili a 
quelli ottenibili con quest'ultima. In più 
ha dimensioni molto compatte (se para¬ 
gonate a quelle della DS-515/E2s), è an¬ 



I comandi della Fu/ix DS-300 sono mollo simili a 
quelli di una fotocamera tradizionale Qui vediamo 
il pulsante di scatto e la ghiera dei modi operativi 


cor più facile da utilizzare, integra un 
piccolo flash elettronico automatico, di¬ 
spone di un obiettivo zoom la cui escur¬ 
sione focale ha effetto anche nel mirino 
ottico a prisma di Porro. 

Certo, l'ottica non intercambiabile li¬ 
mita un po' le applicazioni professionali 
più spinte: niente tubi di prolunga o sof¬ 
fietti per riprese in macrofotografia, né 
è offerta la possibilità di utilizzare poten¬ 
ti teleobiettivi o ottiche supergrandan¬ 
golari. Insomma la DS-300 è una bella 
’compattona", automatica o compieta- 
mente manuale alla bisogna (esposizio¬ 
ne, messa a fuoco, bilanciamento cro- 




Ouando accendiamo la fotocamera Un una delle modalità di ripresa! l'obiettivo 
zoom 'esce allo scoperto ", pronto ad otfnre tutte la sua escursione focale, da 
9 a 27 mm, comspondente a 35-105 mm nel formato fotografico 135 


273 












L‘Extension Unii mene a disposizione una porta SCSI e consente riprese in rapida sequenza, a 4,5 fotogrammi al secondo Ivedi testoI 


matico del bianco), con la quale - ringra¬ 
ziando Iddio! - è lasciato al fotografo, a 
sua discrezione, il completo controllo 
delle numerose funzionalità dell'appa¬ 
recchio. E da questo punto di vista, la 
DS-300 si becca un meritatissimo dieci 
e lode senza tante storie. 

Il sensore CCD ha una sensibilità 
equivalente di 100 ISO (come una pelli¬ 
cola 'normale") ma, in condizioni di illu¬ 
minazione ridotta, può essere aumenta¬ 
ta a 400 ISO attivando un circuito analo¬ 


gico di amplificazione. Naturalmente 
non fa miracoli e a maggior sensibilità 
corrisponde anche un maggior disturbo 
(rumore) nelle zone d'ombra: da utilizza¬ 
re solo quando è proprio strettamente 
necessario. 

L’ottica zoom conta nove lenti in no¬ 
ve gruppi, ha un'escursione focale 3x 
variabile tra 9 e 27 mm, corrispondente, 
nel tipico formato fotografico tradiziona¬ 
le (135), a un obiettivo 35-105 mm. La 
luminosità massima varia da f/3.5 in po¬ 


sizione grandangolare, a f/5.6 in quella 
tele. Il diaframma mimmo utilizzabile è 
rispettivamente f/11 e f/19 (in funzione 
sempre della focale), mentre il range 
dei tempi di esposizione varia da 1/4 a 
1/1000 di secondo (su tutti i valori è 
possibile la sincronizzazione flash). La 
misura dell'esposizione è TTL (avviene 
attraverso l'ottica, tenendo così effetti¬ 
vamente conto della focale utilizzata), 
multizona (su nove aree, con commuta¬ 
zione automatica tra lettura media e 


As pettando il futuro 



di Andrea de Prisco 


J olendo, anche utilizzando sensori CCD da cinquecento- 
mila pixel potrebbe essere possibile ottenere immagini digitali di 
qualità 'quasi' accettabile. Bisognerebbe però utilizzarne tre in 
ogni apparecchio, ognuno filtrato secondo la sintesi cromatica ad- 
ditiva RGB: un apposito prisma ottico - come già accade in molte 
telecamere professionali e in alcune amatoriali di fascia altissima - 
grazie alle sue superfici semiriflettenti triplicherebbe l'immagine 
inquadrata spedendone una al sensore CCD del rosso, una a quel¬ 
lo sensibile al verde, una verso l'elemento recettore del blu. Ot¬ 
terremmo, cosi, cinquecentomila pixel veri a colori, con i quali è 
possibile ottenere un'ottima 
immagine SVGA 800x600, ec¬ 
cellentemente stampabile in 
formato 10x15 cm a 130-140 
punti per pollice, risoluzione 
reale ben gestita da qualsiasi 
stampante a getto d'inchiostro 
di recente produzione. Per otte¬ 
nere un dignitoso A4 (21x29.7 
cm) ognuno dei tre sensori 
CCD dovrebbe avere quasi due 
milioni di pixel, generando in tal 
modo file immagine da quasi 
sei megabyte (di verità, non di 
bugie!), sempre nell'ipotesi di 
riservare 'solo' 24 bit per ogni 
pixel. 

A dirla tutta, con la moderna 
tecnologia dei cristalli liquidi è 
già possibile utilizzare un solo 


sensore CCD e ottenere ugualmente, in uscita, un numero di 
pixel a colori esattamente pari al numero di elementi monocroma¬ 
tici di cui è formato il dispositivo senza effettuare alcuna alchimia 
di Interpolazione matematica. Non si tratta di fantascienza, la Di- 
comed l'ha già adottato per il suo eccezionale dorso digitale Big- 
Shot da sedici milioni di pixel: è un filtro in grado di commutare 
immediatamente il suo colore tra il rosso, il verde e il blu, lascian¬ 
do passare a seconda dello stimolo elettrico ricevuto, ora l'una, 
ora l’altra, ora l'altra ancora componente cromatica. La fotocame¬ 
ra, in questo caso, riprenderebbe in rapida sequenza tre esposizio¬ 
ni successive (il tutto in pochi mil¬ 
lesimi di secondo) commutando 
per ognuna di esse il colore del 
filtro LCD posto davanti al senso¬ 
re CCD o davanti all’obiettivo. 

Ora, provate ad immaginare un 
filtro di questo tipo all'interno di 
una fotocamera in tutto e per tut¬ 
to simile alla Fujix DS-300, utiliz¬ 
zando il medesimo sensore CCD 
da 1.3 milioni di pixel in versione 
assolutamente monocromatica 
(privo, cioè, della microfiltratura 
RGB). Vinceremmo, in un sol col¬ 
po, una risoluzione tre volte mag¬ 
giore. con la quale generare im¬ 
magini a colori tre volte più nitide 
o, se preferite, tra volte più grandi 
a parità di qualità. 

Futuro, fai presto! 



274 


MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997 














L'usata videocomposita Iper l'anteprima su monitor 
a colori) e la porta serate per il computer 


spot), mentre potrebbe sembrare un 
po' limitata la sensibilità dell'esposime- 
tro, in grado di funzionare solo tra EV 
5.5 ed EV 17. In realtà tale range è co¬ 
munque sufficiente per operare corret¬ 
tamente tra 1/4 di secondo a f/3.5 (mas¬ 
simo tempo d'esposizione e massimo 
diaframma) e 1/1000 di secondo a f/11, 
minimi valori utilizzabili, quindi semmai 
la critica va mossa all'otturatore che. di¬ 
rei inspiegabilmente, non è in grado di 
rimanere aperto più a lungo (né è previ¬ 


sta la posa B). La lettura esposimetrica 
può essere compensata manualmente 
dall'utente tra -0.9 e +1.8 EV. operazio¬ 
ne necessaria per la corretta ripresa di 
soggetti in controluce o su fondo scuro. 

Il flash incorporato, anch’esso zoom 
(la sua copertura varia in funzione della 
focale utilizzata), ha un numero guida 
massimo variabile tra 11.5 e 14.8 suffi¬ 
ciente per illuminare in automatico sog¬ 
getti compresi tra 40 cm e 3.3 metri. 
Per distanze maggiori, o per esigenze 
più specifiche, è possibile utilizzare un 
normalissimo flash elettronico automa¬ 
tico installato sulla slitta standard ester¬ 
na: peccato non sia possibile la misura¬ 
zione TTL anche della luce lampo, né 
sia presente un contatto sincro per ca¬ 
vetto (per un collegamento di questo ti¬ 
po, ad esempio per utilizzare un flash a 
torcia, è necessario ricorrere ad un co¬ 
mune adattatore da installare sulla slitta 
porta-accessori). Ovviamente il piccolo 
flash integrato può essere sia attivato 
sia disattivato manualmente, indipen¬ 
dentemente dalle condizioni di illumina¬ 
zione rilevate dal sofisticato controllo 
esposimetrico della DS-300. 

La messa a fuoco automatica, da 40 
cm all'infinito, come si conviene alle più 
sofisticate telecamere a telemetro elet¬ 
tronico, è di tipo ibrido attivo/passivo. In 
condizioni di illuminazione favorevole la 
massima nitidezza è riconosciuta attra¬ 
verso la ricerca del massimo microcon¬ 
trasto (in tal caso la misurazione è im¬ 
propriamente detta passiva), quando la 
luce a disposizione risulta insufficiente 
si attiva automaticamente un invisibile 
servo-illuminatore a raggi infrarossi che 





Accanto al mirino il pulsante per regolare i parame¬ 
tri di setup e per impostare i tempi d'esposizione. 


schiarisce le idee al dispositivo di misu¬ 
razione della distanza. Il blocco della 
messa a fuoco, contestualmente alla 
memorizzazione della lettura esposime- 
trica corrente, avviene premendo a 
metà corsa il pulsante di scatto: più che 
sufficiente la sensibilità del sistema au¬ 
tofocus, in grado di funzionare da LV 
(Light Value) 0 a LV 17. In tutte le condi¬ 
zioni maggiormente critiche, la messa a 
fuoco può essere operata anche ma¬ 
nualmente e, commutando la funziona¬ 



ta batteria ricaricabile è agli ioni di litio, del tutto simile a quelle utilizzate nelle moderne videocamere A destra la scheda di memoria PCMCIA da 15 megabyte 


MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997 


275 







parecchio. Al mantenimento dì data e 
ora dell'orologio interno, memorizzate 
assieme agli altri dati di ripresa assieme 
ad ogni immagine, provvede una piccola 
batteria al litio CR2025 (anche questa 
piuttosto diffusa) da sostituire una volta 
l'anno. 

La 'pellicola' è rappresentata da una 
scheda di memoria estraibile in stan¬ 
dard PCMCIA (ATA o SmartMedia), di¬ 
sponibile in tagli da 2, 5, 10, 15 e 40 
megabyte. A seconda del fattore di 
compressione impostato (Hi, Fine. Nor- 
mal, Basic) e del formato immagine uti¬ 
lizzato (la DS-300 offre sia il 1280x1000 
che un più moderato 640x480) in dieci 
megabyte di RAM è possibile immagaz¬ 
zinare da un mimmo di 4 ad un massi¬ 
mo di 227 immagini. Utilizzando il for¬ 
mato di compressione Fine, il più indica¬ 
to per non impegnare troppa memoria 
e, al contempo, non massacrare l'imma¬ 
gine ripresa, ogni scatto occupa appros¬ 
simativamente 640 KB alla massima ri¬ 
soluzione e 167 KB a 640x480. In tal ca¬ 
so in una memory card da 10 megabyte 
si riescono a memorizzare rispettiva¬ 
mente 16 o 64 immagini (o una quantità 
intermedia utilizzando ora l'uno ora l’al¬ 
tro formato). Utilizzando la modalità Hi, i 
file sono salvati in formato UFF non 


lità di ripresa macro (da 20 a 40 cm), è 
possibile verificarla in diretta su monitor 
esterno, utilizzando l'apposita uscita vi¬ 
deocomposita disponibile lateralmente. 
L'apparecchio in prova in queste pagine 
è un prototipo della versione giappone¬ 
se. in grado di fornire esclusivamente 
un'uscita video NTSC (visualizzazione in 
bianco e nero sui TV color nostrani, co¬ 
munque utilizzabile per il controllo della 
messa a fuoco) ma le macchine in ven¬ 
dita nel nostro paese saranno ovvia¬ 
mente dotate anche dì uscita video¬ 
composita in standard PAL, utilizzabile 
per visualizzare a colori le immagini ri¬ 
prese prima ancora di trasferirle, in digi¬ 
tale, sul computer. 

L'alimentazione è fornita da una bat¬ 
teria ricaricabile agli ioni di litio, in un 
formato già visto per alcune telecamere 
di recente produzione (semplificando 
notevolmente la reperibilità di tali ele¬ 
menti), la tensione è di 7.2 V, capacità 
dichiarata di 1.250 mA/h con la quale è 
possibile riprendere da 200 a 800 im¬ 
magini a seconda dell'impiego del flash 
elettronico integrato. E' ovviamente 
possibile anche l'alimentazione esterna, 
utilizzando come alimentatore lo stesso 
caricabatterie fornito a corredo con l'ap- 

Grazie alla slitta universale porta accessori possia¬ 
mo utilizzare un flash aggiuntivo standard 




Quattro "schermale" tratte dal piccolo display LCD della Fu/ix DS-300 per la regolazione di alcuni parametri 
di setup Normalmente il display mostra i valori di esposizione e l'autonomia residua di npresa 


276 








Il driver TWAIN per¬ 
mette di avere un pre- 
view di tutte le imma¬ 
gini riprese e di acce¬ 
dere alle informazioni 
relative ad ogni singolo 
scatto. Data e ora di ri¬ 
presa, tempo d'esposi¬ 
zione, diaframma, riso¬ 
luzione più un even¬ 
tuale commento de¬ 
scrittivo Icon tanto di 
copyrightI 


Imago Slze 

1280H 1000 

Camera Model 

FUJIHLM OS- 500 

Date 0 Time 

09:08:199? 10:36:48 

Shutter ipeed 

1/90 

Aperture 

3.5 



Oetcrlptlon 

000000 

Copyright-1 


Copyright-2 



I 0* 1 


compresso, per Fine, Normal e Basic è 
utilizzato il consueto JPEG a fattori di 
compressione/decadimento qualità via 
via crescenti. 


Funzioni e comandi 

Per quel che riguarda l'estetica, come 
già anticipato e come è ben visibile nel¬ 
le immagini che accompagnano que¬ 
st'articolo. la Fujix DS-300 ha proprio le 
sembianze di una fotocamera tradizio¬ 
nale compatta... ma non troppo. Più che 
una 35mm ricorda una "medio formato" 
d’altri tempi naturalmente il display 
LCD sul lato superiore, il flash integrato 
e la presenza di comandi logici in luogo 
di pulsanti e ghiere meccaniche dichia¬ 
rano marcatamente la sua natura tecno¬ 
logicamente avanzata, già prima di la¬ 
sciar intendere (a chi la osserva solo di 
sfuggita) che si tratta di un apparecchio 
assolutamente digitale, che mai ha co¬ 
nosciuto né mai incontrerà sulla sua 
strada alcun tipo di pellicola fotografica. 

Il fatto di avere un look assolutamen¬ 
te tradizionale (per alcuni anche troppo) 
è comunque un fatto apprezzabilissimo 
Si usa come una macchina fotografica 
tradizionale, con le sue ghiere, il suo 
pulsante di scatto, tutti i comandi situati 
al posto giusto, dove chi fotografa da 


tempo già sa di trovare. Insomma. si 
vede che la DS-300 è costruita da chi di 
fotocamere (tradizionali) se ne intende, 
ed è già abituato ad assecondare ogni 
esigenza ergonomica dei fotografi. 

Tra gli accessori opzionali troviamo 
addirittura "un motore" da installare sul 
fondello Ovviamente di meccanico ha 
ben poco, ma proprio come i winder od 
i motor driver delle fotocamere tradizio¬ 
nali permette di riprendere immagini in 
rapida sequenza: fino a 12 scatti alla 
ragguardevole velocità di 4.5 fotogram¬ 
mi al secondo. Probabilmente contiene 
una cospicua quantità di memoria tam¬ 
pone nella quale le immagini vengono 
rapidamente memorizzate senza opera¬ 
re alcuna compressione sulle stesse, 
operazione che viene compiuta solo al 
termine della "raffica" impegnando per 
alcuni secondi l'intero apparecchio (non 
utilizzabile in questa fase). Sul medesi¬ 
mo accessorio, non a caso denominato 
Extension Umt, troviamo anche una 
porta SCSI che consente il collegamen¬ 
to ad alta velocità col computer per il 
trasferimento delle immagini Alternati¬ 
vamente è possibile utilizzare la porta 
seriale presente sull'apparecchio, oppu¬ 
re leggere direttamente le schede di 
memoria PCMCIA attraverso un apposi¬ 
to lettore di card, come quelli ormai di¬ 
sponibili su tutti i computer portatili 



(perfino sui palmtop Windows CE). 

Una critica possiamo muoverla solo 
riguardo il mirino, attraverso il quale 
l'immagine appare di dimensioni piutto¬ 
sto ridotte. Inoltre, se non centriamo 
bene l'oculare (possiamo utilizzare indif¬ 
ferentemente sia l'occhio destro che il 
sinistro) l'immagine si scurisce lateral¬ 
mente fino a scomparire completamen¬ 
te dalla vista. 

In compenso troviamo, all'interno del 
mirino, numerosi segnali in sovraim- 
pressione (tecnologia LCD) che appaio¬ 
no solo quando necessario. Si va dalla 
ricarica del flash agli stati di sovra o sot¬ 
toesposizione, dalla corretta o impossi¬ 
bile messa a fuoco alla distanza di ripre¬ 
sa (schematizzata da una fila più o me¬ 
no lunga di trattini), dalla cornice del du¬ 
plicatore di focale (viene ripresa, a più 
bassa risoluzione, solo la parte centrale 
dell'Immagine inquadrata) alle cornici 
supplementari per le riprese a distanza 
ravvicinata (sono due: a seconda della 
vicinanza del soggetto compare solo 
quella necessaria alla corretta inquadra¬ 
tura) per compensare il ben noto errore 
di parallasse dovuto alla distanza tra gli 
assi ottici del mirino e dell'obiettivo di 
ripresa. Esternamente, ma sempre visi¬ 
bile durante le inquadrature, troviamo 
due LED colorati: quello verde segnala 
l'avvenuta messa a fuoco e lo stato di 
pronto a scattare, quello rosso un'even¬ 
tuale condizione di errore. 

Il lato superiore della DS-300, come 
in ogni fotocamera di impostazione tra¬ 
dizionale, è quello più ricco di particolari 
interessanti Ovviamente troviamo il 
pulsante di scatto: premuto per metà 
attiva, come di consueto, la messa a 
fuoco e la lettura esposimetrica. Accan¬ 
to a questo una prima ghiera si utilizza 
per selezionare le diverse funzioni. Pos¬ 
siamo scegliere l'esposizione manuale, 
automatica a priorità dei tempi, a prio¬ 
rità dei diaframmi, programmata (la fo¬ 
tocamera seleziona automaticamente 
entrambi i parametri di ripresa), attivare 
il setup della macchina, il collegamento 
al PC. la riproduzione a video delle im¬ 
magini in memoria, spegnere l'apparec¬ 
chio. La posizione di OFF è l'unica pro¬ 
tetta da azionamenti involontari tramite 
un piccolo pulsante di sblocco situato lì 
vicino. Una seconda ghiera, di dimen¬ 
sioni leggermente più ridotte e priva di 
qualsiasi indicazione, si utilizza per ef¬ 
fettuare la quasi totalità delle regolazio¬ 
ni della macchina e la sua funzione è di¬ 
versa a seconda della posizione della 
ghiera principale Ad esempio in ripro¬ 
duzione seleziona l'immagine da visua¬ 
lizzare, nell'automatismo a priorità dei 
diaframmi regola quest'ultimo parame- 


MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997 


277 





































tro, seleziona la voce del setup e, azio¬ 
nata insieme al pulsante SET posto ac¬ 
canto all'oculare, regola ulteriori parame¬ 
tri Altri pulsantini li troviamo a fianco al 
display: con questi possiamo effettuare 
le riprese a distanza ravvicinata, attivare 
o disattivare il flash integrato, cancellare 
l'ultima immagine ripresa o procedere 
all’inizializzazione (cancellazione) com¬ 
pleta di una scheda di memoria. Infine, 
accanto alla ghiera di regolazione, trovia¬ 
mo il comando per lo zoom elettrico, 
sempre a portata di dito pollice. 


Roma, Fontana di Tre¬ 
vi La qualità immagine 
6 davvero entusia¬ 
smante. Notare l'otti¬ 
ma resa sia dei partico¬ 
lari in ombre che al so¬ 
le. Quale pellicola foto¬ 
grafica 6 m grado di of¬ 
frire altrettanto? 

Nella foto qui a destra, 
il flash è entrato auto¬ 
maticamente in funzio¬ 
ne per schiarire il sog¬ 
getto in primo piano 
Una "pennellata" di lu¬ 
ce, al momento giusto 




Setup dell'apparecchio 

Le funzioni svolte dalla fotocamera, 
nonostante il ridotto numero di pulsanti, 
sono davvero tantissime ma di facile ed 
immediato utilizzo Posizionando la 
ghiera principale sulla voce SETUP ab¬ 
biamo la possibilità di regolare o sele¬ 
zionare numerosi parametri di funziona¬ 
mento. 

Possiamo, ad esempio, impostare 
una compensazione manuale dell'espo¬ 
sizione, passare da messa a fuoco auto¬ 
matica a manuale (o viceversa), effet¬ 
tuare il bilanciamento manuale del bian¬ 
co. Quest’ultima operazione è necessa¬ 


ria in condizioni di illuminazione partico¬ 
lare, ad esempio utilizzando normali 
lampade ad incandescenza (la luce fla¬ 
sh, come noto, offre la medesima tem¬ 
peratura colore di quella solare e dun¬ 
que non necessita di alcuna taratura 
specifica). Come per le telecamere a 
colori, il bilanciamento manuale del 
bianco si effettua inquadrando un foglio 
di carta illuminato dalla luce disponibile 
nell'ambiente di ripresa e agendo su un 
apposito comando. Da non dimenticare 
attivato quando si passa alle condizioni 
di ripresa standard. 

Sempre con la ghiera principale sulla 
posizione SETUP possiamo scegliere la 


sensibilità equivalente del CCD, impo¬ 
stare la compressione delle immagini (e, 
conseguentemente, la loro qualità fina¬ 
le), la risoluzione utilizzata. Possiamo, 
ancora, impostare la ripresa monocro¬ 
matica, inserire il moltiplicatore di focale 
digitale, utilizzare la ripresa con preview 
che ci permette di visualizzare a monitor 
l'immagine "scattata" prima di procedere 
alla sua compressione e registrazione in 
memoria. La modalità di ripresa in bian¬ 
co e nero si utilizza per riprendere og¬ 
getti monocromatici (ad esempio testi) 
sfruttando la massima risoluzione offer¬ 
ta dal CCD e senza disturbi cromatici in¬ 
desiderabili (pseudocolori). 


278 


MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997 




A spasso 
con la DS-300 

Un altro del vantaggi di disporre di 
una fotocamera digitale di dimensioni e 
forma più o meno tradizionali, consiste 
nel fatto di riuscire a effettuare riprese 
fotografiche finanche in mezzo alla gen¬ 
te e senza attirare troppa attenzione 
(con la versione reflex, precedentemen¬ 
te provata, era un 'tantino' più difficile). 
Cosi, fotocamera a tracolla, pantaloncini 
corti, zoccoli olandesi, camicia hawaia¬ 
na e collana di fiori, mi sono mimetizza¬ 
to tra folla dei turisti di Fontana di Trevi, 
passando al massimo per profugo alba¬ 
nese in cerca di guai 

Fatto sta che la Fujix DS-300 funziona 
proprio bene, il suo sistema esposime- 
trico non fallisce mai un colpo, grazie 
anche all'eccezionale latitudine di posa 
(la tolleranza entro la quale si riescono a 
compensare eventuali variazioni di 
esposizione) del sensore CCD che per¬ 
mette di riprendere correttamente, nel¬ 
la stessa immagine, sia soggetti in om¬ 
bra che ben illuminati dal sole. Con una 
pellicola fotografica tradizionale, nelle 
medesime condizioni, non dico che sia 
impossibile riuscire a fotografare, ma 
quantomeno i risultati sono discutibili. 

Buona la risoluzione: con un 
1.300.000 pixel si comincia davvero a 
ragionare. Certo, se fossero ancora di 
più non ci dispiacerebbe affatto, ma co¬ 
me potete osservare dalle immagini 
pubblicate in queste pagine non ci pos¬ 
siamo proprio lamentare (una volta tan¬ 
to!). Ovviamente non è possibile spin¬ 
gersi a dimensioni maggiori, diciamo ol¬ 


per memorizzare le immagini. In questo 
stato può essere acquistata solo da chi 
dispone di altre fotocamere digitali della 
stessa marca, con le quali condividere 
gli accessori fondamentali. Il prezzo di 
listino da prendere in considerazione è 
quello del kit completo (poco meno di 
sette milioni, oltre l'IVA), nel quale tro¬ 
viamo la fotocamera, una scheda di me¬ 
moria da 15 megabyte, software e ca¬ 
vetti per l'interfacciamento attraverso la 
porta seriale. A parte, poi, è possibile 
acquistare l'extension unit da 3 o 12 
scatti in sequenza rispettivamente con 
un sovrapprezzo di 1.760.000 o 
2.400.000 lire. 

Certo, come già anticipato in introdu¬ 
zione, non si tratta di prezzi "popolari": la 
Fujix DS-300 non si propone affatto co¬ 
me fotocamera per utilizzo consumer, 
ma è rivolta a chi ha esigenze professio¬ 
nali non troppo spinte. A chi può como¬ 
damente fare a meno dell'ottica inter¬ 
cambiabile e del mirino reflex ed è inte¬ 
ressato principalmente ad una fotoca¬ 
mera di dimensioni compatte in grado 
di fornire risultati di tutto rispetto. 

Altrimenti, una bella DS-515 o una 
Nikon E2s non gliela nega proprio nes¬ 
suno... 

Kg 


Ancora due scatti digita¬ 
li con l'ottima Fu/m DS- 
300 In alto sempre la 
Bellissima Fontana di 
Trevi, ripresa in pieno 
sole tetano da poco 
passare le 141 A destra 
un'immagine m interni, 
ripresa durante la conte- 
rema stampa Logitech 


tre i 10-12 cm di base, se non vogliamo 
accontentarci di una risoluzione finale 
modesta Questo per quanto riguarda la 
stampa tipografica, notoriamente 'sinto¬ 
nizzata' sui 300 punti per pollice. Se 
stampiamo a getto di inchiostro, com¬ 
plice la minore risoluzione reale (non 
quella dichiarata, s'mtende!) della mag¬ 
gior parte delle periferiche di questo ti¬ 
po, possiamo ottenere 'uscite' ancora 
decenti spingendoci fino al formato A5 
(15x21 cm circa). 

Ottima, infine, la resa del piccolo fla¬ 
sh integrato, in grado di schiarire corret¬ 
tamente le ombre in luce esterna e di il¬ 
luminare perfettamente soggetti posti a 
breve distanza o comunque ripresi in 
ambienti di ridotte dimensioni. In tutti 
gli altri casi ci viene in aiuto la slitta por¬ 
ta-accessori sulla quale montare un fla¬ 
sh separato di qualsivoglia potenza. Bra¬ 
va Fujifilm! 


In conclusione 

Terminiamo quest'articolo sulla Fujix 
DS-300 con il consueto sguardo al listi¬ 
no prezzi. La macchina 'nuda e cruda' 
costa poco più di cinque milioni, ma 
non dispone né del caricabatterie né 
dell'indispensabile scheda di memoria 


MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997 


279 







a cura di Corrado Giustozzi 


Il Server di Accesso Remoto 

Sul numero di settembre abbiamo iniziato a parlare del Server di 
Accesso Remoto: il dispositivo che, installato in Windows 95, 
permette di configurare il computer su cui è residente come server, 
consentendo l’accesso di utenti esterni a periferiche e file.La scorsa 
volta ci siamo limitati ad esaminare quale sia la parte del sistema 
operativo interessata, quale dispositivo installare e come 
configurarlo. In questa seconda ed ultima parte, invece, ci 
occuperemo dell’utilizzo vero e proprio del dispositivo, verificando 
cosa accade quando due computer si “contattano” telefonicamente. 

Seconda parte 

di Rino Nicotra 


Per effettuare una connessione te¬ 
lefonica tra due computer è necessario 
che uno di essi (quello che riceverà la 
chiamata) sia configurato come server: 
in pratica in grado di rispondere al com¬ 
puter chiamante (definito "Client") of¬ 
frendo accesso ad una parte dei propri 
file. 

Come configurare il server di Acces¬ 
so Remoto lo abbiamo visto la volta 
scorsa, cosi come abbiamo visto la pro¬ 
cedura per condividere le periferiche al¬ 
le quali vogliamo consentire l'accesso. 

Configurato il tutto ed attivato il di¬ 
spositivo "Server" (stato di "Monitorag¬ 
gio", vedi MC 176 pag 245), possiamo 
tentare un primo collegamento, 

Naturalmente è indispensabile che 
anche il Client utilizzi come sistema 
operativo Windows 95 e che vi sia stato 
installato Accesso Remoto. Non è, inve¬ 
ce, necessario che sia installato anche il 
dispositivo "Server di Accesso Remo¬ 
to": esso è fondamentale solo sul com¬ 
puter che deve assumere l'incarico di 
server. 


Creare una nuova 
connessione 

Per contattare un server e utilizzarne 
le risorse condivise dobbiamo creare 
una procedura di connessione con Ac¬ 
cesso Remoto. Per creare una nuova 
connessione procediamo come segue: 
apriamo la cartella di Accesso Remoto 
e clicchiamo sull'icona "Crea nuova 
connessione", visualizzeremo la fine¬ 
stra in figura 1; in questa finestra dob¬ 
biamo assegnare il nome alla connes¬ 
sione (ad esempio "Ufficio"), verificare 
che il modem sia correttamente ricono¬ 
sciuto e poi cliccare su "Avanti". Nella 
finestra successiva (fig. 2) dobbiamo in¬ 
dicare il prefisso telefonico, la località 
ed il numero da chiamare. Cliccato an¬ 
cora su "Avanti” arriviamo alla finestra 
conclusiva (fig 3), dove, per conferma, 
si visualizza nuovamente il nome della 
connessione e dove, per concludere la 
procedura, dobbiamo cliccare su "Fi¬ 
ne". A questo punto, nella cartella di 


Accesso Remoto apparirà l'icona della 
nuova connessione 

Configurazione della 
nuova connessione 

Naturalmente non è sufficiente creare 
la connessione ed indicare il numero te¬ 
lefonico da chiamare, al sistema dobbia¬ 
mo anche dare le informazioni relative al 
tipo di server e ai protocolli da utilizzare, 
per fare ciò dobbiamo entrare nelle pro¬ 
prietà della nuova connessione cliccan- 
do con il tasto destro del mouse sulla 
nuova icona (fig. 4). 

In parte la configurazione è identica a 
quella impiegata per accedere a Internet 
(server PPP Windows 95, Windows NT 
3.5, Internet) mentre il protocollo da uti¬ 
lizzare non è il classico TCP/IP, come 
nella grande rete, ma il NetBEUI (fig. 5). 
Quindi niente indirizzi IP, DNS, Ga¬ 
teway, eccetera, perché in questo tipo 
di connessione non ne esistono. 


280 


MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997 


Figuia I - Per collegarsi ad un com¬ 
puter configurato come "Server ", la 
prima operazione da eseguire e quel¬ 
la di creare una connessione di Ac¬ 
cesso Remoto per effettuare il colle¬ 
gamento telefonico Nella prima 
schermata di preparazione della nuo¬ 
va connessione, oltre a definire il no¬ 
me della stessa, è bene controllare 
che il modem sia correttamente rico¬ 
nosciuto 


Ciea nuova connessione 


i 


Culaie in nome pei i computei a cu connetterli 




> 


Selezionale ui modem 

|XUNK V336E VoeeVaw.Voee.Speakeipho^J 

Coni*.* I 


Il collegamento 

La procedura di collega¬ 
mento è quella tipica di Ac¬ 
cesso Remoto doppio clic 

sull'icona della connessione, _ 

inserimento del nome uten¬ 
te, della password e clic su 
"Connetti", 

Avviata la connessione. Accesso 
Remoto mizializzerà il modem ed ef¬ 
fettuerà la chiamata al server Ottenu¬ 
ta la risposta inizierò la procedura di 
negoziazione del nome utente e della 
password. Se questi non fossero stati 
inseriti precedentemente nei campi 
previsti, apparirà una finestra (fig 6) 
dove è possibile effettuarne l'inseri¬ 
mento in fase di negoziazione 

Il nome utente non è importante, 
può essere una parola qualsiasi, per¬ 
ché nel sistema non viene predefmito 
da nessuna parte. La password, inve¬ 
ce. rappresenta la vera chiave di ac¬ 
cesso ed è assegnata dal gestore del 
server. Nella stessa finestra è presen¬ 




6v«nH> | Amila | 


te un campo definito "Dominio": non 
tenetene conto, nella connessione 
che stiamo effettuando non è rilevan¬ 
te 

Una volta attivato il collegamento 
dobbiamo visualizzare le periferiche 
condivise per poter accedere ai file 
che ci interessano, per farlo dobbiamo 
"registrare" il server a cui siamo colle¬ 
gati utilizzando il comando "Esegui" 
del menu "Avvio" (fig. 7), Procediamo 
scrivendo nell'apposito campo la riga 


Figure 2 e 3 - Nella schermata successiva si de¬ 
vono indicare il prefisso, il numero telefonico e 
la località da contattare Nell'ultima finestra si 
deve cliccare su 'Fine ~ per concludere la proce¬ 
dura 


NNnome—dal_computer 

(nell'esempio il nome del 
computer è "Prova") e clic- 
chiamo su OK, il sistema 
cercherò il server con il no¬ 
me "Prova" e, una volta indi¬ 
viduato, aprirò una finestra 
con l'elenco di tutte le peri¬ 
feriche condivise come 
nell'esempio in figura 8. In 
figura 9, invece, si intravede 
la cartella che rappresenta 
l'unica periferica condivisa 
in questo caso il disco C del 
computer contattato Una 
volta individuata la periferica 
condivisa dobbiamo poterla 
utilizzare come un normale 
hard disk, per farlo clicchia- 
mo con il tasto destro del 
mouse sull'icona interessata 
e selezioniamo la riga "Connetti unità 
di rete”, questo perché tutte le perife¬ 
riche non appartenenti al nostro com¬ 
puter vengono "viste" dal sistema 
operativo come unità di rete. 

Il sistema operativo assegnerà auto¬ 
maticamente una lettera alla nuova 
unità (è possibile intervenire manual¬ 
mente sulla scelta della lettera) e ag¬ 
giungerà nella cartella "Risorse del 
computer" un'icona relativa alla nuova 
periferica (fig 10). Durante questa fa¬ 
se il sistema richiederà anche la pas¬ 
sword di accesso alla periferica defi¬ 
nendo il livello di ammissione (sola let¬ 
tura o lettura/scrittura, vedi ABC scor¬ 
so). 

A questo punto la connessione è 



Ciea nuova connetirone 


r 


Creazione dola cornei 
nuova cerne*none » 


* compiei ala II nome dela 


| i; :•*?? 


Pei letale i nome dela connatnone naie caltela 

Accano remolo, scesele Fra 

Pei comeOero. icegkere I nome dela come m one 

Faie eie ula comeetione pei modfrcaile, qund 
tcegbaie Propneli dal menu Pie 



< Intano | Fne ~| Amia 


MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997 


281 









































Accesso lemoto 


Eie Modifica Visualizza 
2 

Connessioni 


/ s 


Dea nuova 
connessione 


Visualzza le proprietà degl oggettr 


!• 

Connetti 



Dea cfllegamento 


£lmna 



R nomina 


oggetti 

Pioppeti 


Figura 4 • Creala la nuova connessio¬ 
ne è necessario configurarla Per pro¬ 
cedere con la sua configurazione dob¬ 
biamo cliccare con il tasto destro del 
mouse sulla nuova icona che, nel frat¬ 
tempo. 6 comparsa all'interno della 
cartella di Accesso Remoto e succes¬ 
sivamente selezionare la riga prò- 
pnetà 



limonare la paitvrad per effettuale la comeiwme 
Home utente [Pppc~ 


Anrtia 


Genetale To d server | Esecuzione procedute | 

Tipi di jeiver pei la connessione: 

|PPP Windows 95. Windows NT 35. Internet 

[-Opzioni avanzate 
r Recedala rete 
P Attica cotroesnone software 
r Btchtedi crtratura passvrotd 


~3 


■ Protoco# ó roto consentiti 
P NetBEUI 

r jpinipattafe IPX/SB<| 
T ICP/IP 


Imposta zvr TCP/iP 


OK 


Amia 


Figura 5 - Il tipo di server da selezionare tra quelli 
possibili nella configurazione è il classico "PPP 
Windows 95. Windows NT. Internet", come per la 
grande rete II protocollo da utilizzare, invece, e il 
NetBEUI Quindi mente TCP/IP e relative imposta¬ 
zioni Iindirizzi IP. DNS, GatewayI 


Eanvrord 

Corano d accerto f 


- 


Figura 6 - Per effettuare il collega¬ 
mento 6 necessario inserire nella fi¬ 
nestra di dialogo della connessione il 
nome utente e la password di acces¬ 
so Se questi non fossero stati inse¬ 
riti, durante lo scambio di informazio¬ 
ni tra i due computer in collegamen¬ 
to. appare una finestra dove è possi¬ 
bile inserire le informazioni mancan¬ 
ti Il nome utente non è importante, 
può essere una parola qualsiasi lan¬ 
che nulla), perche nel sistema non 
viene predetinuo da nessuna parte. 
La password, invece, rappresenta la 
vera chiave di accesso ed è asse¬ 
gnata dai gestore dei server Nella 
stessa finestra è presente un campo 
definito "Dominio", non tenetene 
conto, nella connessione che stiamo 
effettuando non è rilevante 


completata, abbiamo accesso 
ai file della periferica condivi¬ 
sa del server a cui ci siamo 
connessi, potendo diretta- 
mente dal nostro computer consultare 
l'hard disk remoto, come se l'avessi¬ 


Figure 7 e 8 - Una volta stabilito il collegamento è 
necessario "registrare" il computer remoto tra le 
periferiche alla quale abbiamo accesso Per farlo 
dobbiamo utilizzare la funzione "Esegui " del menu 
di avvio di Windows 95 II comando da eseguire e 
“Wnome del computer " Successivamente si aprirà 
una finestra con l'elenco delle periferiche condivise 
a cui abbiamo accesso 


£ 


Diglate i nome del piotammo, dela cattala o del 
documento che si desidero apnre 


àpn l'AProvri 




OK 


Amia 


Sfoglia 


mo sulla nostra stessa macchina Na¬ 
turalmente i tempi di accesso sono le¬ 
gati alla velocità dei modem ed alla 
qualità della linea telefonica. 

In funzione del tipo di accesso a cui 
siamo abilitati possiamo eseguire ope¬ 
razioni diverse: se siamo abilitati in let¬ 
tura/scrittura abbiamo il pieno control¬ 
lo della periferica e 
possiamo, quindi, 
aprire qualsiasi tipo 
di file, copiarlo, 
modificarlo a no¬ 
stro piacimento ed 
eseguire trasferi¬ 
menti dal nostro 
computer a quello 
remoto. 

Se, invece, sia¬ 
mo abilitati in sola lettura non possia¬ 
mo modificare in alcun modo i file re¬ 
moti. Possiamo aprirli, prendere visio¬ 
ne del loro contenuto ma non modifi¬ 
carli. E' consentito eseguirne una co¬ 
pia sul nostro computer ma, anche in 
questo caso, se volessimo eseguire 
delle modifiche dovremmo salvare il 
file con altro nome e solo sul nostro 
computer. Non è possibile trasferire 
file dal nostro computer a quello re¬ 
moto, questo proprio perché il limite 
di sola lettura non ci consente di scri¬ 
vere sul disco remoto. 

Ciò consente al gestore del server 
di poter mettere a disposizione del 
Client il contenuto della periferica 
condivisa senza correre il rischio che 
esso venga danneggiato da usi impro¬ 
pri. 


Stampare in remoto 

Come abbiamo 
già visto la volta 
scorsa, è possibile 
anche condividere 
una eventuale 
stampante collega¬ 
ta al computer re¬ 
moto. Questa pos¬ 
sibilità viene spes¬ 
so utilizzata negli 
uffici dove i com¬ 
puter sono collega¬ 
ti in rete ma non è 
presente una 
stampante di rete 
La condivisione 
della stampante 
consente a più 
utenti (quelli abili¬ 
tati) l'uso della sola 
stampante presen- 


282 







































































E Piova 


Eie Modifica tfajafcza 2 



gestione lisoise 
Addio gip 


Connetti unità di rete 


Dea copegamenlo 
Eiopridà 


Assegna una lettela di unità ad una risata di tele. 

Figura 9 - Per accedere dehnitivamerte alla peri¬ 
ferica condivisa dobbiamo acquisirla come disco 
di rete chccando sulla sua icona con il tasto de¬ 
stro del mouse e selezionando il comando " Con¬ 
netti unita di rete" 

Questo perche tutte le periferiche non residenti 
sul nostro computer vengono "viste " dal sistema 
operativo come unita di rete. 


te attraverso il com¬ 
puter alla quale è 
collegata, a patto 
che questo sia ac¬ 
ceso, 

Grazie al Server di 
Accesso Remoto 
ciò è possibile an¬ 
che via modem. A 
questo punto, come 
diceva un presenta¬ 
tore televisivo, la 
domanda sorge 
spontanea: a cosa 
serve stampare a di¬ 
stanza? 

In effetti stampa¬ 
re in remoto per poi 
dover, comunque, 
raggiungere la 
stampante in un se¬ 
condo momento per 
recuperare le stampe, non sembra 
avere molto senso: tanto vale portarsi 
il file su un floppy e stampare diretta¬ 
mente dal computer a cui è collegata 
la stampante. 

Può avere senso, invece, se il file da 
stampare è abbastanza grande da non 
poter essere contenuto su un floppy, 
o se il programma da utilizzare è pre¬ 
sente sul nostro computer e non su 
quello a cui è collegata la stampante. 


Figura II - Il trasfe¬ 
rimento di file tra 
periferiche locali e 
remote si esegue 
normalmente, co¬ 
me se il disco a cui 
siamo collegati gra¬ 
zie alla linea telefo¬ 
nica sia fisicamen¬ 
te sul nostro com¬ 
puter Anche dalla 
finestra di dialogo 
di Windows 95. re¬ 
lativa al trasferi¬ 
mento in corso, 
non appare nessu¬ 
na differenza ri¬ 
spetto ad un tra¬ 
sferimento tutto in 
locale. Naturalmen¬ 
te il tempo di copia 
è legato alla velo¬ 
cità dei modem ed 
alla qualità della li¬ 
nea telefonica. 


USE 




_I Oppure, un'altra ipotesi potrebbe 
essere quella di dover stampare 
per l'ufficio documenti che devono es¬ 
sere utilizzati da altri a cui non voglia¬ 
mo consentire accesso al file di origi¬ 
ne. Quindi, meglio stampare diretta- 
mente anziché trasferire il file. 


Conclusione 


dem fosse una 
operazione da 
esperti e che di 
tale opportunità 
non avremmo 
mai sentito la 
necessità, ecco 
che Windows 95 
ci offre l'occa¬ 
sione di tentare, 
anche solo per 
divertimento, a 
scambiare file 
con un amico senza bisogno di incon¬ 
trarsi con floppy a corredo. 

L'operazione d'installazione e confi¬ 
gurazione dei vari dispositivi necessari 
è alla portata di molti. Inoltre, un tra¬ 
sferimento di file a livello di telefonata 
urbana non costa molto (a patto che si 
tratti di pochi Mbyte). Non dimenti¬ 
chiamo, poi, la grande comodità di po¬ 
ter trasferire documenti da e per l'uffi¬ 
cio da casa o dal portatile (se si è in 
viaggio), sostituendo definitivamente il 
fax e, in alcuni casi, anche il servizio 
postale. 

Non che tutto questo prima non fos¬ 
se possibile, ma dobbiamo dare a 
Windows 95 il merito di avere reso 
estremamente semplice l'utilizzo di un 
tale servizio, soprattutto perché il 
software necessario è in parte resi¬ 
dente nello stesso sistema operativo 
e in parte reperibile gratuitamente su 
Internet. 

Buon divertimento. 


Figura 10 - Effettuata 
l'acquisizione della peri¬ 
ferica condivisa, all'in¬ 
terno della cartella "Ri¬ 
sorse del computer ", 
apparirà l'icona relativa 
al nuovo hard disk A 
questo punto potremo 
utilizzare il suo contenu¬ 
to /limitatamente al tipo 
di accesso al quale sia¬ 
mo abilitatil come se 
tosse sulla nostra mac¬ 
china 


Se fino ad oggi abbiamo pensato 
che collegare due computer via mo¬ 


tte 


MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997 


283 














































LulLlLLìlu-^(1LllLT) 


La lingua batte. 


•• 


MEDICINA 
E BIOLOGIA 

Medicine & Biology 
in CD-ROM 


...dove il dente duole, dice l'adagio. In questo caso per 
lingua intendo il settore linguistico, che nel mondo 
multimediale sembra davvero ben battuto, come 
testimoniano i numerosi corsi d'inglese, francese, 
spagnolo e tedesco, ma anche gli altrettanto numerosi 
dizionari "parlanti", dedicati sia agli adulti sia ai bambini. 
Esistono tuttavia anche opere che non sono classificabili 
né come corsi di lingua né come 
dizionari, ma che hanno in ogni 
modo delle chiare finalità 
d'insegnamento linguistico. Oggi 
esploriamo qualche aspetto di 
questo settore. Poi, per rilassarci, 
ci occuperemo anche di 
argomenti meno impegnativi. 


Mkal Eaglishl 



ALPHABETICAL INDEM 


ATLA: 



CO' 

BODYTALKINM 
EXERC4S, 




T* 


KARAOK 


di Dino Joris 


‘ 0K j 


Quando decidiamo di studiare una lin¬ 
gua straniera sappiamo tutti di dover af¬ 
frontare diversi livelli d'apprendimento: 
base, intermedi ed avanzati. Quello che 
probabilmente non sappiamo è che la 
nostra conoscenza effettiva della lingua 
rimarrà, normalmente, piuttosto mode¬ 
sta anche dopo avere raggiunto la piena 
padronanza del livello avanzato (indipen¬ 
dentemente dalla qualità del corso se¬ 
guito, multimediale o tradizionale che 
sia). 

Questo non ci sorprende se consideria¬ 
mo che la conoscenza della nostra stes¬ 


sa lingua rimane assai imperfetta anche 
dopo avere raggiunto livelli d'istruzione 
superiore. È provato da recenti ricerche 
che.il processo d'arricchimento lingui¬ 
stico continua sino a tarda età 
Consideriamo anche il fatto che esisto¬ 
no, annidati nelle lingue principali, nu¬ 
merosi altri linguaggi, classificabili come 
'popolare', 'comune", 'dotto', 'scientifi¬ 
co*, 'letterario' e cosi via, e diventa faci¬ 
le capire quanto complesso possa di¬ 
ventare il processo d'apprendimento di 
una lingua. 

Nella maggioranza dei casi scopriamo 


però che, dopo avere superato il livello 
avanzato di un corso di lingue, siamo 
quanto meno in grado di esprimerci con 
qualche disinvoltura per farci capire ed 
ottenere quello che vogliamo. Insom- 
ma, siamo in grado di comunicare con 
gli altri su argomenti che sono patrimo¬ 
nio comune di tutti: cibi, divertimenti, 
viaggi, case, alberghi, denaro, cinema, 
eccetera Ma non appena entriamo in 
specifiche aree di linguaggio, allora pos¬ 
siamo trovarci in difficoltà 
Pazienza se, al ristorante in Inghilterra, 
scambiamo il fegato (liver) per il 


284 


MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997 









Lc^li.1 UxX^ LLì-Lu-(-AlÌ<aìlO 


rene/rognone (kidney): al massimo 
mangeremo un piatto che non ci piace 
o lo manderemo indietro. Tutt'altro im¬ 
patto avrebbe lo stesso errore linguisti¬ 
co se la nostra veste tosse quella di chi¬ 
rurghi in visita in un ospedale inglese... 
Per aiutare i nostri medici, ecco "Medi¬ 
cai English", un corso sulla terminologia 
medica e scientifica. L'opera è total¬ 
mente in lingua inglese ed è quindi de¬ 
dicata a chi ha già raggiunto un livello 
avanzato di conoscenza di questa lingua 
e voglia disporre di uno strumento d'ap¬ 
prendimento specifico. 

Non ho una sufficiente conoscenza del 
settore medico (neanche come pazien¬ 
te, per mia buona fortunali, per poter 
esprimere un giudizio compiuto sull'o¬ 
pera, ma la mia prima reazione è stata: 
"Ammettiamolo, in campo medico gli in¬ 
glesi ci sanno proprio fare" Potete im¬ 
maginare la mia sorpresa quando ho 
scoperto che si tratta di un'opera confe¬ 
zionata dalla Facoltà di Medicina 
"G D'Annunzio" di Chieti? 


IMkal EmIÌsIi 

Co.™ ». «Udlr.l ni S.I-lUlTEr-l.olof, 

ALPHABETICAL INDEr^H 

CD-* 1 * 



Medicai English 

Medicai English è composto da due 
CD-ROM: il primo è dedicato ad anato¬ 
mia e fisiologia, il secondo agli ospedali 
(struttura, organizzazione, colloqui tra 
medici e pazienti, eccetera). 

Il menu d'apertura offre la scelta tra gli 
indici alfabetico (Alphabetical Index) e 
sistematico (Systematic Index) e offre 
anche l'accesso all'atlante del corpo 
umano (Atlas). 

L'attivazione dell'indice alfabetico porta 
a schermo un elenco di argomenti che. 
al click, attivano delle vere e proprie 
presentazioni scientifiche lo speaker il¬ 
lustra l'argomento con l'aiuto d'anima¬ 
zioni. Non è improbabile che almeno al¬ 
cune parole dello speaker non siano 
comprese al primo ascolto. Vi sono 


Medicai English 


Produttore: 

Consorzio Multimedia - Chieti 

Distributore: 

Ariete Telemedia 
Vla della Spiga. 9 
20121 Milano 
Teletono 02/76003516 
Telefax 02/76003678 

Prezzo lire 199 000 


da sene di lettere disposte a caso, nel 
risolvere cruciverba. 

Quanto detto sopra vale anche per l'ap¬ 
proccio agli argomenti effettuato attra¬ 
verso l’indice sistematico: si arriva, an¬ 
che se con modalità diverse, alle stesse 
schede di conoscenza ed esercitazione. 
L'approccio diventa diverso con l'atlan¬ 
te (Atlas) del corpo umano, che mette 
m condizione di individuare rapidamente 
le terminologie specifiche nelle varie 
aree: scheletro, muscolatura, sistema 
nervoso, sistema arterioso. Per ogni 



SISTEMATICA!. 


Bone Irwue 
C adii «9» Barar 
Centi «il nervo in system 
Londurlion rn. 
Contiortion. irUxEotr» 
indocilite System 
tiyihiocyies 
luphegu* 

»emale i»|» exteinjl oiqeiis 

I «mele top: mirtini oiqam 

G» firhinqi 

Hermodynemin 

lUemoqlobin 

HypoUUrmn 

Hydnjjn 

I 41 qe intestine 
l eukoiylrs 

livoi. pincien end bile 


BLOOO 

CARDIOVASCUIAR SYSTEM 
DIGESTIVE SYSTEM 
ENDOCRINE SYSTEM 
MUSCLES 
NERVOUS SYSTEM 
REPRODUCTIVE SYSTEM 
RESPIRATORY SYSTEM 
SKELETAL SYSTEM 
URINARY SYSTEM 


l'encipe» 

P. ti.ttliyli.nl i|Und 
PunUqliimlin* 


noscenze ricorren¬ 
do alla funzione "ka¬ 
raoke": le parole 
dello speaker sono 
evidenziate in giallo 
quando pronunzia¬ 
te. cosi che lo stu¬ 
dente possa fare 
esercizi di com¬ 
prensione del parla¬ 
to con l'ausilio della 
scrittura. 

La serie delle eser¬ 
citazioni è comple¬ 
tata da prove inte¬ 
rattive che consi¬ 
stono nell'accop¬ 
piamento di parole oppo¬ 
ste, nell'inserimento delle 
parole corrette negli spazi 
lasciati in bianco, nell'indi- 
viduare le parole fuori con¬ 
testo. nell'mdicare l'esat¬ 
tezza o inesattezza di certe 
affermazioni, nell'individua- 
re l'identità di pronuncia in 
parole diverse da un punto 
di vista ortografico, nell'in- 
dividuare le parole giuste 


Ambiente Windows 
Requisiti multimediali standard 


però a disposizione degli 
strumenti di studio che 
possono aiutare Lo stru¬ 
mento "Tutorial" attiva una 
schermata di testo con 
collegamenti ipertestuali al 
vocabolario ed al glossano: 
diviene cosi possibile leg¬ 
gere ampiamente sull'ar¬ 
gomento, chiarire i dubbi 
sul significato delle parole 
con i collegamenti al voca¬ 
bolario ed ascoltare la pro¬ 
nuncia delle singole 
parole d'interesse 
ricorrendo al glos¬ 
sario. Successiva¬ 
mente sarà possibi¬ 
le rafforzare le co- 


YSTEMATIC INDE 


r /■ 


•W- TZm 




MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997 






























Stale which of thè lollowmg are trae and urtileh are talse. 


EXERCIS: 


PrcL^'aL LJi.L,LLÌ.Lu-o(lLcalO 




dici alfabetico e sistematico, un glossa¬ 
rio generale (General Glossary) e una 
sezione delle patologie (Pathologies). 

Le sezioni disponibili nell'indice siste¬ 
matico danno un'idea di quanto si può 
trovare: l'ospedale (The Hospital), il rico¬ 
vero (Admissions), il pronto soccorso 
(Emergency Uniti, il dipartimento di me¬ 
dicina interna (Internai Medicine Dept.), 
la camera operatoria (Operating Room), 
eccetera. 

In questo disco 2 troviamo lunghe de¬ 
scrizione verbali dei sistemi di funzio¬ 
namento dei vari reparti, delle attrezza- 


SYSTE 


IVI 


area appare una schematizzazione ap¬ 
propriata del corpo umano che al click 
sulla regione d'interesse, fa apparire un 
elenco di voci di cui è possibile ascolta¬ 
re la corretta pronuncia. 

La prima parte dell'opera, dedicata a 
medicina e fisiologia finisce qui. con il 
disco 1. Non sono assolutamente in 
grado di dire se manchi qualcosa del 
punto di vista medico o se vi sia qual¬ 
cosa d'errato, ma sarei pronto a scom¬ 
mettere che even¬ 
tuali mancanze od 
errori possano es¬ 
sere solo margina¬ 
li, visto l'ottimo li¬ 
vello generale di 
professionalità 
dell'opera 
Per quanto riguar¬ 
da l'impianto ge¬ 
nerale debbo dire 
che la navigazione 
potrebbe essere 
migliorata renden¬ 
do accessibili il vo¬ 
cabolario ed il 
glossario da ogni 
sezione e consen- 


L Ih* >n<r*m*4f««r loh* 9» Ni* fi«M » «•** « 

kMMM 

]. Ih» pn«M.My flM.4 Im Kh»« Mm tfi* MftMiui «N 


«. A puma •■ampi* el n 


CV STE 


tendo il ritorno alla schermata 
principale da ogni livello di con¬ 
sultazione. 

Mi sembra inoltre che certi 
esercizi possano rivelarsi d'uti¬ 
lità marginale rispetto allo sfor¬ 
zo richiesto (vedi i cruciverba, 
ad esempio) Visto però che lo 
studente/medico non è per nul¬ 
la obbligato a risolvere i quiz-.. 
La seconda parte dell'opera, 
quella dedicata alla pratica in 
ospedale, propone, oltre agli in- 


SYSTE 


f'M'l ! 

«VI 


firn* 

UttMI 


286 


MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997 











































C Pfu.du.i.1 LU!hh^dS^tt) 


ture presenti, del personale addetto e 
anche alcuni colloqui tra dottore e pa¬ 
ziente. Il tutto è accompagnato da am¬ 
pia documentazione fotografica, che 
aiuta nel superamento della barriera lin¬ 
guistica. 

I giornali ci informano che i medici in 
Italia sono oggi in sovrannumero e per¬ 
tanto stentano a trovare sistemazioni 
adeguate. E se la risposta ai loro pro¬ 
blemi di occupazione si potesse trova¬ 
re con lo studio delle lingue e un lavoro 
all'estero, magari cominciando con l’or¬ 
ganizzazione Medécins Sans Frontiè- 
res? Certo occorrerà conoscere bene 
anche il francese, se non altro-per evi¬ 
tare di parlare di medicina (medécine) 
anziché di medici (medécins) senza 
frontiere, come ha fatto di recente un 
noto politico italiano in TV. Ma per fare 
politica non occorre conoscere le lin¬ 
gue. A volte neanche l'italiano... 


MEDICINA 
E BIOLOGIA 

Medicine & Biology 
in CD-ROM 



Dizionario 
Enciclopedico di 
Scienze Mediche 
e Biologiche e di 
Biotecnologie 

A rigore, non dovrei parlare di quest'o¬ 
pera, visto che non v'è in essa nulla di 
multimediale, come dichiarato in co¬ 
pertina: "Il presente CD-ROM non 



riassumibile in fat¬ 
to d'abbreviazioni 
relative a riviste 
scientifiche, sigle 
d'organizzazione 
internazionali del 
campo medico, 
elenco dei premi 
Nobel per la chi¬ 
mica e la medici¬ 
na, principali inno¬ 
vazioni anno per 
anno, composizio¬ 
ne degli alimenti, 
e così via 



contiene né fonogram¬ 
mi, né videogrammi, né 
sequenze d'immagini in 
movimento. Non è per¬ 
tanto soggetto all'obbli- 
go di vidimazione della 
SIAET 

Mi è parso tuttavia op¬ 
portuno segnalare l'esi¬ 
stenza di questo dizio¬ 
nario anche per¬ 
ché potrebbe es¬ 
sere un utile 
complemento a 
Medicai English 
(anche come 
strumento di ve¬ 
rifica). in virtù 
delle sue 41.000 
voci e delle 
45.000 accezioni. 
Questo dizionario 
non 'parla', ma 
consente ricer¬ 
che anche allar¬ 
gate ed è accom¬ 
pagnato da un 
volume cartaceo 
che riassume il 


nediastlno 

1 medi asti num 

StBo mr.lurr> o partitane riaperti tu 4* catrporwrii 4 ima cariti o di in ergano 

2 mediastino™, mediastinti septum . mediastinal space; Interpleural space; 
inter puimonary septum; septum mediasti naie 

In murra* mura Stinte* !'(firmilo tra i faceta plurali Sturo « imi Uro. eh* n etfandr dal limite 
fupmcr* dell* cariti Ieratici al diabrnn*. t dallo stono dorsalmente ano le rertetrr toraciche 
Sutdmso m frttre> compirti i sigariere, mediai*, rienorr • post «ocre ). corifene il cuore, il pencvdio, 
noi di calibro maggiore r atto rucen toracici 



o»"»l 


Dizionario Enciclopedico 
di Scienze Mediche e 
Biologiche e di 
Biotecnologie 


Produttore e distributore: 

Zanichelli Editore 
Via Irneno. 34 
40126 Bologna 
Telefono: 051/293265 
Telefax 051/243437 

Prezzo lire 98.000 

Ambiente Windows 


Insomma, anche questa è un'opera 
che può essere più che utile per quei 
medici che hanno una visione globale 
ed internazionale della loro professio¬ 
ne. 

Il sistema di ricerca consente l'uso dei 
vari operatori AND, OR, NON, eccete¬ 
ra e porta risultati immediati. In caso 
di dubbi sulla correttezza del lemma (il 
programma di ricerca non accetta jol¬ 
ly) è possibile ricorrere all'indice, indi¬ 
viduando cosi la parola desiderata per 
‘incollarla’ nel riquadro ed avviare la ri¬ 
cerca. 


MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997 


287 































































I'*«''*l * 




Presentazioni. 

In 9v»i»o prima unita vagiamo • aggrega-a i *ag*mti ob latti*'. 


INTRO (ONSEJOS 


Pepato 


Por el Mundo Hispànito 4 


I •> 


Unidad vi 


Cjertitios [ntonativos 


Mecanismos Gromotitalos 


Die,ado 


Tento de Lettura 


Test de Autoevoluotión 


Hemos aorendido a: 
Unidad Vi I 


-*■> ih l O; 


Unidad 


Lettión 

Lettión 


Lettión 

lettión %> 


& Unidad 1 


^ Unidad 2 


( Pl-v^ìIo-li.L LhUlLli^udLalBj 


viso su due CD¬ 
ROM, ognuno con 
quattro unità di 
quattro lezioni cia¬ 
scuna. 

L'inizio d'ogm le¬ 
zione prevede la vi¬ 
sione di un filmato 
introduttivo, segui¬ 
to da altri filmati 
"situazionali" (si co¬ 
mincia dalle pre¬ 
sentazioni di per¬ 
sone nella lezione 


^ » •nidad i 

Unidad U 

^ & Unidad 4 

15 1,- - — 


Questo evento mi 
ha indotto a studia¬ 
re rapidamente la 
prima unità. Ho im¬ 
parato subito che 
lo spagnolo sem¬ 
bra facile e uguale 
all'italiano, ma 
quando qualcuno 
parla di "corner" in¬ 
vece di mangiare... 
si corre il rischio di 
morire di fame. Si¬ 
curamente il linguaggio 
dei gesti potrà evitarcelo, 
ma esprimersi a parole mi 
sembra quanto meno più 
elegante. Ora, bando alle 
ciance, torno ad usare 
mio "ordenador" (in Italia 
lo chiamiamo all'inglese, 
computer) per indicarvi a 
sommi capi com'è impo¬ 
stato questo corso, suddi- 


Produttore: 

AURA Interattiva. Madrid e DPI Multimedia 

Distributore: 

DIDA-EL 
Via Lamarmora, 3 
20122 Milano 
Telefono. 02/ 5418091 
Telefax 02 55'81751 
E-mail (nt/Qtfffligaelj] 

Internai: http //www didael it/ 

Ambiente Windows e Macintosh 

Prezzi Lit 149 000 ogni CD, ma Lit 249 000 se 
acquistati contemporaneamente. 


P-AIOGO / 


Contacto 1 e 2 

Rimaniamo in ambito linguistico, occu¬ 
pandoci ora del corso di spagnolo pro¬ 
posto da DIDA’EL, una società di Mila¬ 
no impegnata nel settore delle "tecnolo¬ 
gie multimediali per la comunicazione 
della conoscenza". 

Una peculiarità del corso l’aiuto allo 
studio è dato, a scelta dell'utente all'av¬ 
vio, sia in lingua italiana sia in inglese Si 
tratta certamente di una buona scelta 
commerciale per vendere in molte na¬ 
zioni senza bisogno di predisporre più 
versioni. In ogni caso è uno strumento 
linguistico in più per chi vuole imparare 
lo spagnolo basandosi sul supporto in¬ 
glese, traendone quindi un doppio be¬ 
neficio. 

Nell'esammare il corso ho subito ricevu¬ 
to una lezione efficace (sono uscito, 
senza volerlo, dal programma appena 
lanciato.,.): "salir" non significa salire, 
ma uscire 


Contacto 1 e 2 


288 


MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997 









































SALIR AYUDA ( VOLVIR 


L Diporto 


— I 


) «.• 


a- 


segnare lo spagnolo agli 
studenti stranieri nell'uni¬ 
versità di Valladolid; la 
produzione è madrilena. 

Azzardo una nota più per¬ 
sonale: nella sezione vo¬ 
cabolario avrei preferito la 
possibilità di consultare 
non solo la versione 'spa- 
gnolo/italiano" ma anche 
quella ’italiano/spagnolo'. 

Inoltre, mi sembra che 
l'inclusione delle sole pa¬ 
role contenute nelle lezio¬ 
ni sia limitativa. 

Sono riuscito a ‘scorrere’ tutte le lezio¬ 
ni. Da questa scorribanda ho ricavato 
la sensazione che l'apprendimento 


una visita in un paese spagnolo e collo¬ 
quiare nella lingua locale con moderato 
accento italiano (e non in ‘italiano spa¬ 
gnolizzato". alla Totò o alla Fantozzi, co¬ 
me facciamo di so¬ 


SAPETt DIRLO IN SPAGNOLO 7 


S**I mfUM 1.1. 
hOMUMUdlMMn 


4. DRi<MiM«r4UM«u 
m U Uwr—« mA»4 


5- Di» tfw «t* «rgH*no 


1. unità 1 e si finisce con... comprare 
casa nella lezione 4 dell'unità 8). 

Dopo avere "vissuto’ le situazioni attra¬ 
verso i (brevi) filmati, si passa agli eser¬ 
cizi che prevedono la possibilità di veri¬ 
fica immediata. 

La sezione vocabolario e grammatica 
prevede delle rivisitazioni ai filmati per 
analizzare, con l'aiuto di sottotitoli, i 
contenuti grammaticali della sezione. 
Una volta esaurite le lezioni si può ac¬ 
cedere alla sezione del "repaso\ che 
prevede numerose attività di ripasso: il 
dettato, il test d'autovalutazione (che 
analizza i risultati e indica il punteggio 
conseguito), gli esercizi di pronuncia, 
l'esame dei meccanismi grammaticali, 
una lettura. 

Dove è opportuno, appaiono dei pul¬ 
santi che consentono di ascoltare la 
pronuncia delle frasi da parte dello 
speaker ed anche i controlli che con¬ 
sentono di incidere e riascoltare la pro¬ 
pria voce, per gli esercizi di confronto 
tra la pronuncia corretta e... la propria. 
C'è anche un'utile sezione chiamata 
"Hemos aprendido a:' (già ho voglia di 
sfoggiare il mio spagnolo!) in cui si ri¬ 
passa tutto quanto visto, con l'aiuto di 
filmati sottotitolati. 

La struttura del corso ed il software 
che la governa sono progettati per con¬ 
sentirne una gestione facile ed intuiti¬ 
va. Infatti, non ci vuole molto per impa¬ 
dronirsi dei meccanismi di navigazione 
di questo prodotto. 

La suddivisione in unità e lezioni è 'ca¬ 
nonica' e fa asso¬ 
migliare questo a 
tutti gli altri corsi di 
lingue, almeno da 
questo punto di vi¬ 
sta. Le distinzioni 
potranno essere 
quindi fatte sui 
contenuti. Bene, 
visto che non mi 
qualifico per analiz¬ 
zarli (solo oggi ho 
'aprendido a corner 
y salir"), dovrete 
accontentarvi di 
queste indicazioni: 
questo corso è sta¬ 
to adottato per in- 


289 


( frfc^tl^Lì.1 /.JuiLLLiu^LalLiair) 


lito). 

Generalmente i cor¬ 
si di lingue presen¬ 
tano almeno tre li¬ 
velli: base, interme¬ 
dio e avanzato. In 
questo caso i livelli 
sono due: Contac- 
tol è dedicato ai 
principianti mentre 
Contacto2 è inteso 
come corso di ap¬ 
profondimento. 

Il livello di apprendi¬ 
mento raggiungibi¬ 
le, come accade 
con tutti i corsi di 
lingue, non consen¬ 
tirà di padroneggia¬ 
re completamente 
la lingua, ma potrà 
mettere lo studente nella migliore con¬ 
dizione per approfondire le sue cono¬ 
scenze successivamente, con altri stru¬ 
menti (i migliori sono quelli naturali: 
parlare con la gente del posto!). Visto 
che la Spagna è ‘dietro l'angolo', la 
prossima estate. . 


dello spagnolo possa es¬ 
sere un impegno non 
troppo gravoso, una me¬ 
ta raggiungibile abba¬ 
stanza rapidamente sen¬ 
za spargimento di 'lacri¬ 
me e sangue’. In un solo 
inverno (gli autori sugge¬ 
riscono mezz'ora al gior¬ 
no, ma tutti i giorni), pos¬ 
siamo prepararci ad af¬ 
frontare serenamente 

















































































AvseqOG dal 


/.^LLÙLi^e-dL(J.iT) 


A quanto offerto 
dai videoclip tradi¬ 
zionali, Video Juke 
Box aggiunge l’in- 
terattività, che con¬ 
sente non solo di 
scegliere quale vi¬ 
deoclip vedere, ma 
anche di visualizza- 


Intrattenimento 


re dei sottotitoli 
informativi sui can¬ 
tanti. sui testi delle 
canzoni, sugli stessi 
video. Inoltre ogni 
videoclip offre un 
gioco a quiz che in¬ 
terroga sino a quat¬ 
tro giocatori sui vari 
gruppi musicali. 

Sui due CD forniti 
nella confezione si 
trovano una ventina 
di brani, tra cui 
■Heart of Glass' di 
Blondie, 'Love Will 
Tear Us Apart' di 
Joy Division; 
"Sweet Dreams (are 
made of this) degli 
Eurythmics, "Man- 
dmka' di Sinead O'- 
Connor, "I Wanna 
Do It To Ya' di Barry 
White, per citare 
quelli a me piu noti. 
Se avete dubbi sulla 
qualità dell'ascolto, 
voglio solo ricordar¬ 
vi che questa è limi¬ 
tata non certo dal 
prodotto, ma dal si¬ 
stema, nato nella 
maggioranza dei ca¬ 
si per soddisfare le 
esigenze del fruito¬ 
re dei prodotti multi¬ 
mediali e non del- 
l'audiofilo. 

Non è difficile tutta¬ 
via immaginare che, 
con la diffusione dei 
prodotti di questo ti¬ 
po. cresceranno le 
esigenze di qualità 
d'ascolto e inevita¬ 
bilmente divente¬ 
ranno più facilmen¬ 
te disponibili dei si¬ 
stemi atti a soddi¬ 
sfare anche chi non 
si accontenta facil¬ 
mente. 


Molti si troveranno d'accordo con me 
nel definire la musica come uno dei più 
diffusi mezzi d'intrattenimento e di pia¬ 
cere. Naturalmente vi sono gusti e gu¬ 
sti: 'Cos'è quest'orrendo chiasso-’!' - di¬ 
ce il genitore al figlio impegnato ad 
ascoltare il suo pezzo preferito. Il figlio, 
a buon diritto, potrà replicare alla prima 
occasione utile: 'Ma che è sto strazio?' 
- quando sorprende il genitore impe¬ 
gnato nell'ascolto di musica da camera. 
Chi ha ragione? Tutti e due, natural¬ 
mente: a ciascuno il suo. Con i video¬ 
clip che vi presento oggi non è impro¬ 
babile però che si possano contempo¬ 
raneamente soddisfare sia i giovani sia i 
non più giovani. 


Video Juke Box 


Video Juke Box è una collezione di vi¬ 
deoclip di canzoni di successo degli ulti¬ 
mi anni, che offre una qualità video tele¬ 
visiva e qualità audio da compact disc. 

Video Juke Box 


Produttore: 

OmmMedta - U K 
Distributore: 

SACISSpA 
Via Teulada. 66 
00196 Roma 
Telefono: 06/374981 
Telefax 06/ 37353527 
E-mail int'imf-aKanc il 

Prezzo: lire 119.000 

Ambiente Windows 


290 


MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997 
















fregile, li_l_ /.v.'i.LLLLt-i—^,J-L( jìKS^} 



Diario Multimediale 


Occupiamoci ora anche dei più piccoli, 
come è oramai diventata nostra buona 
abitudine. 

Diario Multimediale viene suggerito per 
bambini dagli otto anni, ma non sono 
fornite indicazioni sui limiti superiori 
d'età. Mi pare però opportuno indicare 
come limite superiore i dodici anni, rite¬ 
nendo che un teen-ager debba essere 
incoraggiato ad usare programmi piu 
complessi, anche se per gli stessi fini 
(gli strumenti messi a disposizione da 
Office della Microsoft, ad esempio). 
Sino all'età indicata, Diario Multimedia¬ 
le si qualifica molto bene come gioco 
interattivo stimolante e costruttivo, per¬ 
ché consente al bambino di creare con 
facilità il suo libro multimediale, in cui 
può raccontare quello che meglio crede 
attraverso testi, immagini ed anche 
suoni, disponibili in una gamma suffi¬ 
cientemente vasta. 

Quando i disegni disponibili non sono 
sufficienti per soddisfare le 'esigenze 


Diario Multimediale 


Produttore: 

IONA Software 

Distributore: 

Gensoft s.r.l. 

Via deM'Appeso. 7 
44038 Pontelagoscuro (FE) 

Telefono: 0532/ 786911 
Telefa x 0532/ 786 999 
E-mail |aensoit@cjens_j 
InterneT lwww gens il 

Prezzo lire 99.900 

Ambiente Windows 



alveare 3ll 


C'è anche la possibilità di stam¬ 
pare una pagina su quattro fogli 
formato A4 (da attaccare poi as¬ 
sieme. per creare grandi forma¬ 
ti come poster o murali. 

Non è improbabile che i bambi¬ 
ni più piccoli e quelli che hanno 
poca familiarità con il PC possa¬ 
no richiedere, almeno inizial¬ 
mente, l'aiuto dell'adulto. Mi 


del copione', il bambino può ri¬ 
correre agli strumenti di dise¬ 
gno libero, che consentono non 
solo la creazione di immagini 
del tutto originali, ma anche la 
loro combinazione con quelle 
esistenti. 

Pur presentando un menu sem¬ 
plice quanto si addice ad un 


mr- rdIGf«31 

*□□□ ULIUUbJUULJ 






! .M. CV 


sembra che questo possa esse¬ 
re un aspetto positivo di Diario 
Multimediale, che offre ai geni¬ 
tori un'occasione in più per sta¬ 
re con i figli in una situazione di 
comunicazione e di scambio, da 
cui possono trarre beneficio gli 
uni e gli altri. 

Ultima e conclusiva nota: il pro¬ 
gramma consente anche l'ac¬ 
cesso automatico ad Internet 


software dedicato ai piccoli, le 
funzionalità mettono in condizio¬ 
ne di effettuare tutte quelle ope¬ 
razioni di base che la scrittura 
dei testi richiede: selezione del 
testo, totale o parziale, taglia e 
incolla, scelta dello stile e del 
carattere, dimensionamento e 
giustificazione testi, eccetera. 

Inoltre sono presenti le funzioni 
di correttore ortografico e di ri¬ 
cerca sinonimi ('Thesaurus' sa¬ 
rebbe poi cosi sbagliato chia¬ 
marlo 'sinonimario'?). 

Una volta creato il libro è possibile 
stamparlo utilizzando delle tecniche di 
stampa facilitate che ne consentono la 
corretta impaginazione con la stampa 
fronte-retro. Le finestre di dialogo sug¬ 
geriscono quale pagina stampare e l'u¬ 
tente si deve solo preoccupare di girare 
il foglio nel modo corretto. 


(naturalmente dovete avere la vostra 
possibilità d'accesso, che il software 
non include), per accedere ad un sito 
dedicato in cui potrete pubblicare i vo¬ 
stri libri il primo passo verso il succes¬ 
so come scrittori? Chi sa, intanto diver¬ 
tiamoci a creare delle belle storie, poi... 

«e 


MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997 


291 



























Una favola per la rete 

Digerito l'HTML ed acquisita un po' di confidenza con JavaScript, ci siamo 
avventurati nella realizzazione di un prodotto ipermediale per la rete. 

Nello specifico, come dice il titolo, si tratta di una favola (Biancaneve e 
l'Aritmetica!) ristrutturata in maniera che le scene principali si colleghino in 
qualche maniera con alcuni momenti didattici. 

Piu' in generale, piaccia o meno il soggetto, è comunque il raggiungimento 
dello scopo prefissoci -realizzare un prodotto ipermediale per il Web!- che 
ci pare giusto evidenziare. Invitandovi pertanto a fare "un giro" su C&Vweb 
n. 10 (dove troverete già in linea la versione demo della favola) in questo 
articolo cercheremo di analizzare la serie di risvolti tecnici che hanno 
caratterizzato la fase realizzativa del prodotto. 

di Bruno Rosati 


Biancaneve e l'Aritmetica: è questo il ti¬ 
tolo imposto alla fatica estiva che il sot¬ 
toscritto. grazie pure al contributo del 
Webmaster Marco Tau che ringrazio 
pubblicamente per la preziosa supervi¬ 
sione, è riuscito a compiere. 

Nel prodotto, pensato per la rete, ma 
ovviamente giocabile anche in locale, ci 
sono molte cose interessanti da eviden¬ 
ziare. A partire dall'uso massiccio di vari 
costrutti JavaScript (counter, procedure 
di caricamento casuale, controlli su 
"click-event", ecc I per arrivare alle "tro¬ 
vate - poste alla base di ogni pagina di 
gioco. Lo scopo di tutto ciò è quello di 
arrivare a dimostrare quanto è possibile 
realizzare d’ipermediale per il Web. 
Vediamo insieme su queste pagine (e 
su quelle telematiche di C&Vweb n. 10) 
cosa siamo stati capaci di realizzare. 

La struttura principale 

L'idea di base era quella di prendere la 
favola, dividerla per scene (scritte, reci¬ 
tate vocalmente come estratte, previo 
liberatoria, da qualche 
filmi ed inserire, tra una scena e l'altra, 


dei moduli di gioco. 

I moduli di gioco a loro volta, potevano 
essere strettamente attinenti ai conte¬ 
nuti della scena (com’è nei moduli "A 
domanda ... rispondiI", l'Anagramma e il 
Paroliere.., con i quali, saltando su 
C&Vweb n. 10, potrete interagire) oppu¬ 
re esulare completamente. In quest'ulti¬ 
mo caso, idea nell'idea, si è 
pensato di realizzare un gioco aritmeti¬ 
co. Una sorta di espediente didattico 
con il quale "interrogare" il concorrente 
per verificare le sue capacità di 
calcolo (le quattro operazioni servite in 
tutte le salse!) ed il livello di deduzione 
logica applicata alla risoluzione di alcuni 
semplici problemi (tipo: 

Al mercato la mamma ha comprato,,.). 
Letta, vista o sentita ogni singola scena 
(nel demo ne abbiamo inserite cinque) 
parte la pagina di gioco. Per ciascun gio¬ 
co (ne abbiamo messi a punto ben sei) 
si è cercato di realizzare almeno tre va¬ 
rianti, in modo che la giocabilità della fa¬ 
vola interattiva risultasse più varia e pro¬ 
lungata nel tempo. In ogni gioco biso¬ 
gna dare risposte (digitandole diretta- 
mente oppure cliccando su di una serie 
di bottoni). Le risposte giuste devono 


dare dei punti, quelle sbagliate delle pe¬ 
nalità (tentativi), 

Da questa rapida elencazione dei criteri 
stabiliti, deriva immediatamente l'intera 
lista delle cose che si è dovuto fare, sia 
a livello di codice che a livello di creati¬ 
vità multimediale 

Dal punto di vista del codice ciò che an¬ 
dava realizzato, era una serie di controlli 
in grado di gestire: 

- un totalizzatore di punti (risposte giu¬ 
ste) e di tentativi (risposte sbagliate); 

- il caricamento casuale delle varianti 
previste (tre) per ciascun modulo di gio¬ 
co ideato; 

- la verifica delle risposte date (via mou¬ 
se o digitate in campi prefissati). 
Questo, ovviamente, in generale. Nel 
particolare sono state realizzate almeno 
una dozzina tra funzioni, variabili ed ar- 
ray per le specificità portate dall'ideazio¬ 
ne di ogni singolo gioco. 

A sua volta, dal punto di vista multime¬ 
diale, lo sviluppo della favola ha richie¬ 
sto la creazione di: 

-una serie di GIF animate (alcune pura¬ 
mente estetiche, altre in funzione del 
gioco e quindi con controlli più particola¬ 
reggiati sulle temporizzazioni delle sin- 


292 


MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997 


tHrar-rto* F- 


gole immagini che le compongono); 

- dei brani MIDI (tagliati nella giusta du¬ 
rata richiesta oppure mandati in loop. In 
quest'ultimo caso facendo attenzione 
ad istruire la page ai rispettivi TAG usati 
da Explorer e Navigator; 

-delle acquisizioni audio (in WAV-True- 
Speech) ed altre video (dei single-frame 
da convertire poi in GIF); 

-una serie di titoli, logo ed altri clip di 
varia natura. 

Cosa si è utilizzato per realizzare tutto 
ciò? 

Per quanto riguara il codice è parso su¬ 
bito naturale fare ricorso al JavaScript, 
con il quale (tra variabili, funzioni, gesto¬ 
ri di eventi mouse/tastiera, ecc.) si è in¬ 
tegrata la scarsa dinamicità dell'HTML. 
Per quel che concerne il supporto mul¬ 
timediale. oltre al- 
l'irnnunciabile Paint 
Shop Pro, si è ricor¬ 
si ai servigi del Mi¬ 
crosoft GIF Amma- 
tor per quanto ri¬ 
guarda il montaggio 
delle GIF animate; 
al Microsoft Music 
Producer per elabo¬ 
rare i brani MIDI ed 
al semplice, ma 
prezioso Sound Re¬ 
corder di Win95 
(l'unico, che io sap¬ 
pia, che consente 
di acquisire ed edi¬ 
tare il Wav-True- 
Speech). 

Codice JavaScript 
da un lato ed appli- 


Figura 1 ■ L Pome page 
di 'Biancaneve e l'Arit¬ 
metica' presente all'indi¬ 
rizzo telematico di 
C&Vwebn IO 



□ (2 <a B> & 42 £&> 

W—• 'W. C»M UH IMM CMM-> rw 







Biancaneve- v. VAatiiu.-Uca 



U tank M«tfW. 


*ooo tmVfea nuova p*t 1 Wafcl 

Uii'rU». che "tor a verticale 

U v*no M tr*x*, tu**, 
latita a Con»* omvv 

■ }*.•*.*/tu 

Ortmntr» 

« Onta» ri» Ofl-bMl 






Bwwvxmeve .• ivti-inturnca. 


Figura 2 - La struttu¬ 
ra a cornici della pagi¬ 
na di gioco Nel tra¬ 
me superiore i dati 
variabili lnome. punti, 
tentativi!, in anello in¬ 
feriore le vane situa¬ 
zioni di gioco 


F~ 


UVUMM.» 


sii oro 


ha-ruzzo 


I NCR IP PC 


l'Anagramma! 

mu »«m qutl* rat 


tUtt « N • putti 

GUSTO o MAGUfcTO’l 



Figura 3 - Il modulo di 
gioco dell'Anagramma. 


cativi multimediali dall'altro, vediamo al¬ 
lora un po' più nei particolari cosa e co¬ 
me si è dovuto realizzare. Lo spazio, co¬ 
me al solito tiranno, non ci consente 
che rapidi excursus. 


L'organizzazione 
delle pagine 

L'impostazione data ai criteri interattivi 
della favola ha subito richiesto d'orga¬ 
nizzare le pagine su due distinti frame. 
In tal modo ci siamo ritrovati a poter di¬ 
sporre di una prima cornice costante- 
mente dedicata alla zona dei dati (i 
campi di testo relativi all’eventuale in¬ 
serimento del nome, il contatempo e 
l'aggiornamento di punti e tentativi) ed 
una seconda cornice, piu ampia della 
prima, a disposizione delle scene o dei 
giochi. Tale impostazione è schematiz¬ 
zata in figura 2. 

Nel particolare, la struttura cosi derivata 
viene gestita attraversola page principa¬ 
le (identificata come frammg.htm) nella 
quale sono settati tutti i parametri che 
governeranno le pagine. Per avere un'i¬ 
dea sul tipo di controlli applicati alla 
struttura delle pagine è sufficiente os¬ 
servare la tabella 1 In questa è possibi¬ 
le rilevare la presenza di tutti i TAG indi¬ 
spensabili per stabilire il settaggio del 
numero di righe/colonne e per l'asse¬ 
gnazione delle cornici. 

Nello specifico la cornice superiore, 
quella pari al 24% e denominata "main- 
game", è stata assegnata al caricamen¬ 
to stabile della pagina principale, la 


MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997 


293 
























































Struttura della tabella di gioco 


- , l'Anagramma! 


sn oro 


UÀ-RUZZO 


iNCR i r ri 




!■ —I IWèMtofÉgKOWCaMMl 

liNtHir TYPt-"tnUlon" NAMI -"imunclo" VALUt-TtmunctoT; 
onCfcck-'lofi. domando Joc «Ootu opUct<lop.|M oc 7))“’» 


Figura 4 - La struttura 
schematizzata posta 
'dietro' la tabella del 
gioco de L Anagram¬ 
ma Per avere un im¬ 
mediato riscontro delle 
funzionalità di ogni 
controllo è bene osser¬ 
vare contemporanea¬ 
mente anche la tabella 
n 2 


-WPU1 IYPI-tnjroo' NAMf --1 itpodn" VUlK-ltoVMoTtonCIKk'-Vagd.Anoglor' 


Figura 5 - Terza variabile 
della parte 'didattica' 
della tavola interattiva e 
questo momento arit¬ 
metico incentrato sulla 
risoluzione di alcuni 
'problemmi' Come ap¬ 
pare evidente, oltre ai 
dati ed ai campi dove di¬ 
gitare le proprie rispo¬ 
ste, c'è una serie di bot¬ 
toni di controllo. Ciccar¬ 
ci sopra costa sempre 
un tentativo, ma non ab¬ 
bandona mai il 'piccolo 
giocatore'! 


l-lalxl 



m«, «1 mutrto, ha <om|iM«lo 2 K| di w«nr« • i K* di mila. «pandtndo in tulio fi 300 tot 
Sa unKf di «•»*• corta2000 tu», quanto tono rollati3 K$ di 


Corto 

|OT0 

r 

r 

. par 

CON» ERMA 1 

-«• 

IMUcoU | 

fe* agnoli 

OmKg?| 

J 


Corto 

■Mia 

F™ - 

Sm nuli | 

r 

|«000 

Corto (Ma etneo 

• |ooo 

| 



'mamgame.htm', appunto dedicata alla 
visualizzazione della serie dei campi di 
controllo. 


Quella inferiore, d'ampiezza pari al 
76%, è stata a sua volta assegnata alla 
visualizzazione di tutte le altre pagine (di 


scena e di gioco) che compongono la 
favola. 

Per assegnare tali posizioni s'è fatto ri¬ 
corso all'usuale TAG: 

<FRAME SRC="nome_del_file'' na- 
me="nome_della_cornice"> 
comprensivo dei controlli su margini, 
possibilità di scrolling e presenza o me¬ 
no delle barre del menu e di stato. 
Sempre comprese tra i TAG '<SCRIPT> 
... </SCRIPT>", nell'head dello stesso fi¬ 
le principale "framing.htm", sono pre¬ 
senti le istruzioni JavaScript relative alla 
definizione delle variabili globali (che 
controlleranno il numero dei punti e dei 
tentativi), la funzione per il caricamento 
random delle pagine dei giochi e la fun¬ 
zione che individua il tipo di browser uti¬ 
lizzato dall’utente. 

Nel caso specifico di quest'ultima (vedi 
sempre la tabella n. 1) appare evidente 
che la nostra funzione si limita alla sola 
distinzione tra il Netscape Communica- 
tor 4.x e il Microsoft Internet Explorer 
4,0x per Windows 95. Va comunque 
evidenziato subito il fatto che 'Bianca¬ 
neve e l'Aritmetica" funziona perfetta¬ 
mente con tutte le versioni di Navigator 
(a partire dalla 3.xx) e di Explorer (a par¬ 
tire dalla versione 3.01) 

Fatta questa doverosa introduzione, 
scendiamo un po' più in profondità an¬ 
dando finalmente a vedere il funziona¬ 
mento generale delle funzioni di con¬ 
trollo del gioco. 

La prima domanda che ci poniamo è su 
come funziona il controllo per l'asse¬ 
gnazione dei punti. Ovvero com'è ope¬ 
rata la distinzione tra risposte giuste e 
risposte sbagliate? 

Osserviamo di nuovo la tabella n. 1 (re¬ 
lativa al file principale frammg.htm). 
Proprio come prima serie di istruzioni 
JavaScript abbiamo definito delle sem¬ 
plici variabili. 

Tra queste evidenzia¬ 
mo ovviamente quelle 
che in tale parte di arti¬ 
colo ci interessano, 
var punti=0,tentati¬ 
vi^; 

A tali variabili, a secon¬ 
da di come è struttura¬ 
to ogni singolo gioco, 
vi fanno continuo rife¬ 
rimento le funzioni (es: 
■function Nome_Fun- 
zioneOC ), le condizioni 
(if...) ed i gestori di 
eventi (OnClick, On- 
MouseOver, ecc.) che 
lo JavaScript pone co¬ 
me struttura di con¬ 
trollo ad ogni specifica 
situazione di ogni spe- 


TaMT.TA 1 

(Script estratti dal file principale) 

//definizione variabili globali 
var punti=0,tentativi=0; 

//funzione che cambia le "domande" 
function procedi(livello)( 
var tempo 1 = 0 ; 

var temp02=""; 

//livello 0 (dal bottone VAI!):doman01-03 
if (livello==0)( 

tempOl=Math. f loor (Math. random ( ) *3) -*-1 ; 
temp02= "domano "-ftempOl*" .htm" ; 
return temp02; ) 

<frameset rows="24%, 76%" cols="l** border="4" onLoad="tipo_browser()"> 

<frame src="maingame.htm" name="maingame" scroiling="no" toolbar=0 menubar=0 border="0" 
frameborder="no“> 

<frame src="doman038.htm" name="domande" scrolling="auto" border="0" frameborder="no"> 
[La versione completa del fraine principale FRAMING.htm è scaricabile da C&Vweb n.10) 


294 


MCmicrocomputer n, 177 - ottobre 1997 









































Figura 6 - Un modello 
Ida valutare ancora se 
preferire a quello at¬ 
tualeI relativo al mo¬ 
dulo di gioco 'A do¬ 
manda rispondi '■ In questo caso la domanda comporterebbe il ’checkmg‘ di piu risposte Forse verri 
preferito al precedente 


cifico gioco. 

Esemplifichiamo andando ad osservare 
sia la forma estetica (Figura - 3) che gli 
‘estratti’ dal codice operativo (tabella n. 
2) del gioco L'Anagramma. 

Com’è possibile dedurre sia osservando 
la schermata che il codice stesso, tale 
gioco basa essenzialmente sulla solu¬ 
zione di tre distinti anagrammi Tali so¬ 
luzioni vanno digitate nei relativi campi 
di testo posti subito alla destra degli 
anagrammi (stilizzati come GIF da Pamt- 
Shop Pro). Accanto a ciascun campo è 
poi posizionato il relativo bottone di 
controllo 'Giusto o... Sbagliato?'. Nella 
dinamica del gioco, una volta che si è 
digitata la soluzione di un anagramma, 
si può cliccare sul relativo bottone di 
controllo per vedere se la risposta è giu¬ 
sta oppure errata. 

Premendo ad esempio il bottone di con¬ 


trollo relativo al primo anagramma (nella 
tabella n. 2 corrisponde all'istruzione 
’d') l'evento, cioè il click, lancerà (on- 
Click='Rispostal()') il controllo di quan¬ 
to scritto nel campo. Il controllo è asse¬ 
gnato alla funzione denominata 'Rispo- 
stalO* (che, sempre nella tabella n. 2. 
corrisponde all'insieme delle istruzioni 
'a') 

Tale funzione verifica se. nel campo di 
testo costituito dall'istruzione ’c", il valo¬ 
re digitato (cioè il 'value') corrisponde 
alla parola esatta. 

A tale compito, in questo caso, vi assol¬ 
ve una semplice condizione IF. che 
istruita dov'è posizionato il value da 
controllare (la posizione viene specifica¬ 
ta segnalando i parametri document, 
nome del FORM e nome dell'INPUT 
TYPE) va a vedere se la parola è uguale 
(==) a quella corretta ('pisolo'). 



Se queste effettivamente corrispondo¬ 
no verrà incrementato (top.tentativi++;) 
ed assegnato 

(top.maingame.document.score.tentati- 


TABELLA 2 

(Script estratti dalle funzioni di controllo dell’ANAGRAMMA) 

a) funzione che verifica se la Prima Risposta (pisolo) è giusta o sbagliata 

function Rispostai () ( 

if(document.Terzogioco.anagOl.value»»'pisolo")( 
window.alert('OK. risposta esatta!'); 
top.tentativi»♦; 

top.maingame.document.score.tentativi.value=top.tentativi; ) 

else ( 

window.alert('No. la risposta è sbagliata!"); 
top.tentativi*2; 

top.maingame.document.score.tentativi.value=top.tentativi; ) ) 

b) funzione di controllo sull'esattezza dei tre anagrammi (pisolo, azzurro, principe) 

function Valid_Anagl() ( 
if(document.Terzogioco.anagOl.value»»"pisolo")( 
if(document.Terzogloco.anag02.value= = "azzurro■)( 
if(document.Terzogioco.anag03.value»»"principe")( 

window.alert("OK. risposta esatta; prendi 3 punti!"); 
top.punti»top.punti*3; 

top.maingame.document.score.punti.value»top. punti; 

top.domande.location.replaceltop.procedi(7)); ) 

else ( 

window.alert("Oh no! Risposta sbagliata: hai sprecato 3 tentativi!"); 
top.tentativi=top.tentativi«3; 

top.maingame.document.score.tentativi.value=top.tentativi; )))) 

c) Primo Campo di scrittura delle parole (relativo a "pisolo") 

<INPUT TYPE="text" NAME="anag01" VALUE»■• SIZE="10" > 

d) Bottone di controllo sul singolo campo ("GIUSTO o..-SBAGLIATO?") 

«INPUT TYPE»"button" NAME="giusto_sbagliatol" VALUE»"GIUSTO o... SBAGLIATO?"; onClick»"Rispostal()■> 

e) Bottone di controllo su tutti i campi ("Ho Vinto?") 

«INPUT TYPE»"button" NAME="risposta" VALUE="Ho Vinto?"; onClick="Valid_Anagl();•» 

f) Bottone di "salvataggio" per uscire dal gioco 

«INPUT TYPE="button" NAME=*uscita" VALUE»"Rinuncio!"; onClick»"top.domande.location.replace(top.proce¬ 
di!?))"» 

(La versione completa del frame principale FRAMING.htm è scaricabile da C&Vweb n.10) 


MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997 


295 








































Ql^fH-pl/i/iyl^Wwl^l'Al-oiAl lai 


f;'V .Sct’na 


Figura 8 - sul quale 
sono già posizionali il 
numero della scena ed il 
lipo di azione a cui si ri¬ 
ferisceI 


Figura 9 - Un momento 
d estro di Music Produ¬ 
cer Riposizionando gli 
strumenti, diminuendo 
oppure aumentando il 
tempo e provando vari 
stili, stiamo per realizza¬ 
re un brano da dedicare 
alla presentazione delle 
singole scene che ca¬ 
ratterizzano la favola in 
questione I 


Buon. H«k> 




—3 

Curai 


Pkjc*ed Stingi 

d 

Strthtwffi 


iti 

1BI1IS 

9 



leroo 210 
Kv C 


r Ér 


Ov 


Forila*.».., Fi 


vi value=top.tenta¬ 
tivi;) il numero dei 
tentativi aggiornati. 

Ciò avverrà nel tra¬ 
me superiore 
(dov'è posizionato, 
nel file "mamga- 
me.htm, il value del campo denominato 
tentativi e relativo al form score). 

Oltre a ciò verrà anche visualizzato (wm- 
dow.alerti un messaggio di conferma. 
Se al contrario (else) la condizione IF 
non sussiste, invece di incrementare di 
un valore il numero dei tentativi, proprio 
per dare una distinzione tra giusto/sba¬ 
gliato, aumenterà di due (top.tentati- 
vi+2;). Oltre a ciò verrà visualizzato un 
messaggio negativo. 

Sempre nello specifico del gioco dell'A¬ 
nagramma, al bottone "Ho Vinto" è as¬ 
sociato a sua volta un controllo "onClick" 
che lancia la più complessa funzione 
(function Valid_Anag1() {) 
per mezzo della quale vengono control¬ 
lati, sempre via IF, tutti e tre i campi di 
scrittura. 

Se tali campi risultano corretti (==) vie¬ 
ne visualizzato un messaggio di confer¬ 
ma ed assegnati 3 punti ( top.punti = 


7*7tt: 


L«lt | 1“^ 55 T| 



DO 08 E 

11 ■ || il | ri» 


top.punti+3: ) invocando la giusta posi¬ 
zione del campo "punti" allo stesso mo¬ 
do di come, più sopra, il controllo aveva 
intercettato il campo dei tentativi. 

Se il controllo dà esito negativo al con¬ 
trario (else) verrà visualizzato un mes¬ 
saggio negativo e quindi assegnati tre 
tentativi sbagliati. 

Solo nel caso che l'IF viene soddisfatta, 
con un'ultima istruzione (inserita prima 
della graffa che separa dall'ELSE) viene 
infine chiamata la funzione per il carica¬ 
mento di una delle tre pagine che costi¬ 
tuiscono il gioco successivo. La funzio¬ 
ne invocata si chiama "Procedi" ed è 
strutturata (vedi di nuovo la tabella n. 1 ) 
da due variabili temporali (tempOI, ini- 
zializzata a zero, e temp02) e gestite da 
una serie di IF che verificano il valore 
assegnato al parametro (livello) della 
funzione "procedi" e che, di conseguen¬ 
za a questo valore, vanno a conteggiare 


le due variabili. 

Ad esempio, se (IF) il livello invocato è 
pari a zero, verrà istruita un’istruzione 
che valorizza la variabile tempOI come 
segue: 

tempOI = Math.floor(Math.ran- 
dom()*3)+1; 

Se, al contrario, il livello invocato è pari 
a 1, l'istruzione valorizzerà la variabile 
sommandovi un valore tre volte (cioè 3 
numeri di pagine) superiore; 
tempOI = Math.floor(Math,ran- 
dom()*3)+4; 

In ciascuna di queste due circostanze 
esemplificative verranno ricostruite le 
URL delle pagine assegnate alla variabi¬ 
le temp02. 

Nel primo caso (livello zero) l'operazio¬ 
ne generale 

(temp02="doman0"+temp01 +".htm"; ) 
darà come risultato doman001.htm (op¬ 
pure doman002/doman003). 

Nel secondo caso (livello 1) darà invece 
come risultato: doman004.htm (oppure 
doman005/doman006), 

Andando a denominare con tale succes¬ 
sione cronologica tutte le pagine che si 
realizzano ed assegnando un valore cre¬ 
scente per ogni livello della funzione 
"procedi", si riesce a realizzare una strut¬ 
tura a ricerca casuale ogni tre, specifi¬ 
che pagine. 

Ovviamente, aumentando il numero 
delle pagine alternative (per dare cioè 
più "vivibilità" al gioco in questione) biso¬ 
gnerà aumentare anche il fattore "X" da 
inserire nell'operazione. 
Math.floor(Math.random()*X). 

Benché ancora in fase di "limaggio", tali 
istruzioni costituiscono una base inte¬ 
rattiva già sufficientemente collaudata 
che, per la sua flessibilità è riadattabile 
alle situazioni più varie. 

Va comunque precisato il fatto che tali 
strutture logiche, nel corso delle ultime 
revisioni del codice della favola, poteb- 
bero subire alcune modifiche. In realtà 
quanto stiamo scrivendo avviene intor¬ 
no alla seconda metà del mese di ago¬ 
sto (i tempi di compilazione degli artico¬ 
li!) e non coincide ancora con il prodotto 
finito. Malgrado ciò, le variazioni di codi¬ 
ce non saranno più strutturali, ma solo 
marginali. 

Passiamo ora a vedere il lato multime¬ 
diale della faccenda (anche qui trovere¬ 
te ad attendervi delle applicazioni Java¬ 
Script sicuramente interessanti. 

Le GIF animate 

Quelle che andavano realizzate erano 
sia GIF di pura estetica dogo, titoli stiliz¬ 
zati, clip d'abbellimento, ecc.) che piu 


296 


MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997 


















































complesse animazioni, d'armonizzare 
poi al contesto di una scena o di un gio¬ 
co. Banali le prime, preferiamo sfruttare 
l'intero spazio di questo capitolo per de¬ 
scrivere più dettagliatamente le secon¬ 
de. 

Diversamente da quanto teorizzato in 
sede di progetto (e da quanto prospet¬ 
tato nell'articolo "propedeutico" apparso 
sul numero di settembre) le GIF anima¬ 
te non le abbiamo più utilizzate per cer¬ 
care di fondere la parte grafica con i ri¬ 
ferimenti testuali delle singole scene 
Tale tecnica, al momento pratico, s'è di¬ 
mostrata talmente complessa e lunga 
nella sua fase di applicazione da richie¬ 
dere uno slittamento della pubblicazio¬ 
ne. Ci abbiamo rinunciato e preferito 
imboccare un'altra strada, 

In realtà, la soluzione adottata per la 
presentazione di ogni singola scena 
(com'è possibile verificare su C&Vweb 
n. 10) è organizzata in maniera più razio¬ 
nale e per certi versi più interessante 
Di certo è più completa. 

Osservando difatti la figura 10 possia¬ 
mo vedere una struttura tabellare all'in¬ 
terno della quale, sono presenti: 

- una GIF animata (composta da un 
identificativo statico relativo al numero 
della scena attuale, l'effettivo quadro 
animato, e di nuovo un identificativo 
statico per il titolo della scena stessa); 

- una semplice GIF, usata per l'ancorag¬ 
gio alla tabella del gioco collegato alla 
scena specifica; 

- il testo in HTML della specifica scena 
(e quindi via via "copiabile" fino a rico¬ 
struire l'intera favola); 

- il player multimediale per poter ascol¬ 
tare la ripresa audio (estratta da un film 
concessoci, con un colpo di fortuna, in 
licenza!). Tale riproduzione avviene in 
automatico grazie all'utilizzo di una nor¬ 
male istruzione "embedded" del tipo: 
<EMBED SRC="audio/audscn01 wav" 
NAME="snd" WIDTH="143" HEI- 
GHT="33" MASTERSOUND> 

Credo che appaia subito evidente (so¬ 
prattutto a chi ci naviga dentro!) quanto 
sia più completo tale assetto che non 
quello preventivato. Invece di animare 
in un'unica GIF i frame del film e il testo 
della favola, la soluzione adottata per¬ 
mette al giocatore di disporre di tutto il 
tempo che gli necessita per leggere la 
favola, di godersi il loop dei frame e. se 
vuole, d'ascoltare la colonna sonora del 
film grazie al player incorporato nella ta¬ 
bella. 

Dal punto di vista del codice, la realizza¬ 
zione del modello base prima e di tutte 
le specifiche scene poi, è quanto di più 
semplice possa esistere nell'ambito 
dell'HTML. 


Figura 10-11 gioco nella 
fase di presentazione di 
una scena Da notare, 
oltre al blocco delle GIF 
ed al player 'embedded' 
nella cella dedicata, la 
presenza della GIF 'Ini¬ 
zio del gioco' Quest ul¬ 
tima è ancorata alla pri¬ 
me parole FA doman¬ 
da' I del titolo assegna¬ 
to alla tabella del gioco 
che segue Un semplice 
click sulla GIF in que¬ 
stione 



V Aritmetica 



Figura 11 - ed ecco 
posizionarsi in schermo 
la tabella del gioco. 


Dimensionata la tabella (da 500 pixel e 
composta di quattro celle disposte su 
due righe) e sistemati testo e GIF, le 
uniche parti di codice più "complesse" 
risultano essere quelle per il link in "em- 
bedding' con il file audio da riprodurre e 
quella per l'ancoraggio dalla tabella in 
questione alla tabella del gioco annesso 
alla scena. 

Una complessità comunque relativa se 
si è un poco infarinati sui TAG e se so¬ 
prattutto si dispone di un editor HTML 
di tipo WYSIWYG Personalmente ho 
usato il Composer di Netscape Commu- 
mcator 4.01 e. per quanto riguarda il 
settaggio dell'Anchor (Figura - 12) tut¬ 
to è avvenuto in pieno automatismo ri¬ 
chiamando dei semplici menu. 

Per chi non lo sapesse, gli Anchor 
sono dei comandi che vengono uti¬ 
lizzati per andare da un punto ad un 
altro specifico punto detto "target", 
presente sia più avanti nella pagina 


che su altre pagi¬ 
ne. 

Nel caso della sce¬ 
na in questione la 
GIF statica denomi¬ 
nata "Inizio del gio¬ 
co" è stata ancorata, 
sulla stessa pagina 
della scena, alla pa¬ 
rola "domanda" pre¬ 
sente nel titolo assegnato al gioco "A 
domanda... rispondi!". Tale titolo è po¬ 
sto in testa alla tabella contenente lo 
schema del gioco. 

L'Anchor che n'è derivato, a soddisfa¬ 
zione dei puristi, è il seguente; 
<AHREF = '#domanda"xlMG 
SRC="botgame.GIF" BORDER=0 HEI- 
GHT=23 WIDTH=160x/A> 
ed ha come riferimento il TAG: 

<A NAME="domanda'x/A> 
collegato a sua volta alla riga d'intesta¬ 
zione della tabella del gioco che è la se¬ 
guente: 

<FONT SIZE=+3>A domanda ...<l>ri- 
spondi ! </lx/FONT > 

Con tali istruzioni il codice HTML, una 
volta cliccato sulla GIF "Inizio del gioco" 
(Figura - 10) ci ha permesso di spostare 
la visione della pagina (cosi come mo¬ 
strato in Figura - 11) direttamente sulla 
tabella del gioco. 

Un altro, interessante uso delle GIF ani- 


MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997 


297 







































COMPONENTE TESTUALE 

tai 



■ or stane* 


aoAOCM «nm-ta vnom-iM w*> 


Figura 12 - La struttura 
della tabella di presenta¬ 
zione alle scene qui 
schematizzata con tutti i 
riferimenti ai controlli in¬ 
seriti sia in HTML che in 
JavaScript 


monetar «jomt *-ir tuannouno* 


Figura 13 - Netscape 
Composer a! lavoro sul 
pannello delle pro¬ 
prietà di un'immagine 
per fissare un 'anchor' 


r*. e* y— ►—* > 9 — l«* c— 

Tastai ài & 

Ita. Ita* SM Itata -- ■ r~ 

■ |n^—3 1 -caìcas* 

I- ta- U* llta 


a /a ^ » 

t-— r—• i -• 


E3 - 3 

- U I — ' — 



Ita» 

Ita».* 


r e». 

r= stata*. 


ElUHII*. 


*. ta W V, 


mate, è quello che abbiamo organizzato 
per l’ultimo gioco della favola (Figura - 
14). 

Tale gioco, denominato 'Il Trovarispo- 
ste", si basa sulla cosiddetta tecnica del 
bottone rotante. Un bottone cioè, sul 
quale appaiono sequenzialmente le va¬ 
rie risposte tra cui scegliere (in realtà si 
tratta di link che. se cliccati, possono 
portare ciascuno verso una specifica pa¬ 
gina o URL), Tra queste risposte, che si 
visualizzano una dopo l'altra ogni V se¬ 
condi, solo una è ovviamente quella che 
soddisfa la domanda e che fa procedere 
nel gioco. Le altre, un po' com'è nel 
"gioco dell'oca", portano indietro verso 
le pagine delle scene e dei giochi prece¬ 
denti. 

Da quello che abbiamo potuto verifica- 
re, in un quadro dinamico cosi articolato 
(dove anche la domanda a cui risponde¬ 
re è esposta in modo abbastanza sub¬ 
dolo), oltre che per abbellire la scena, la 


GIF animata di ‘turno" poteva benissimo 
rappresentare un momento di aiuto 
Quello che abbiamo allora pensato di 
realizzare è una specie di lavagna scola¬ 
stica dove un gessetto invisibile dise¬ 
gna ciclicamente numeri, segni aritmeti¬ 
ci e spunti di vario genere, in modo da 
costituire un continuo suggerimento ed, 
al tempo stesso, un'altra fonte di ap¬ 
prendimento. Lo storyboard di tale svi¬ 
luppo animato (Figura - 15) è in grado 
di rendere più evidente tale soluzione. 

Audio: dal VCR è 
meglio!... filmati che 
diventano GIF animate 
e creazioni MIDI! 

Lo strano titolo di questo capitolo (Au¬ 


dio: dal VCR è meglio!) fissa in una fra¬ 
se quanto ho potuto verificare in sede 
di acquisizione ed editing delle parti del¬ 
la colonna sonora che abbiamo avuto la 
fortuna di utilizzare. Partito con l'acqui¬ 
sire in Wave-PCM per poi convertire o 
in Wave-TrueSpeech oppure in MPEG- 
mp2 (quest'ultimo ora leggibile per 
mezzo dell'ActiveMovie anche dal Net¬ 
scape Communicator 4.x) mi sono pre¬ 
sto trovato nella situazione di dover 
operare una scelta: 

-scegliere la conversione in Wav-True- 
Speech, codec rapidissimo al carica¬ 
mento (un vero streamer. ovvero già in 
riproduzione via via che il file viene sca¬ 
ricato), ma anche di qualità notevolmen¬ 
te inferiore al formato mp2? 

-oppure scegliere il formato mp2, di 
maggiore qualità, ma anche di maggiori 
tempi di attesa per il caricamento? 
Dovendo scegliere... non ho scelto! Fat¬ 
to un'altra serie di prove, riacquisendo 
dall'output audio del VCR direttamente 
in TrueSpeech, ho potuto constatare 
che tale formato (grazie ai tagli imposti 
dal filtro posto all'output del VCR) quan¬ 
do acquisce direttamente sforna una 
qualità di sintesi decisamente superiore 
ad un file equivalente derivato da una 
conversione. 

La scoperta dell’acqua calda! Comun¬ 
que sia i file in Wav-TrueSpeech che 
parlano dalle page della favola sono 
miei testimoni. Navigando su C&Vweb 
n.10 lo potrete constatare per vostro 
conto. 

Per quanto poi concerne le sequenze vi¬ 
deo, sempre prese dagli spezzoni del 
film concessoci di utilizzare, queste, do¬ 
po averle acquisite in Avi-full frame, le 
abbiamo desequenziate in GIF, 
estrapolando quindi i fotogrammi più si¬ 
gnificativi (un primo piano, uno stacco 
di scena, un movimento diverso, un'e¬ 
spressione che cambia, ecc.) per inca¬ 
stonarli via via in un quadro preesisten¬ 
te. nel quale sono già inseriti i riferimen¬ 
ti statici relativi al numero della scena e 
del titolo relativo all'azione che. per la 
specifica animazione, si svolgerà in es¬ 
so. 

Tale lavoro s’è svolto utilizzando, in fase 
di acquisizione la mia fedele, VideoBla- 
ster RT-300 

in congiunzione con il VidCap32 e l'inos¬ 
sidabile VidEdit. 

In ambiente di cattura ho provveduto ad 
acquisire con un iniziale quadro video 
pari a 240x180, con un frame rate pari a 
15 frame al secondo e con metodo di 
compressione escluso (full-frame). 

In sede di editing, il quadro video, ripuli¬ 
to dalle linee periferiche eventualmente 
disturbate (effetto shifting), è stato ri- 


298 


MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997 












































Figura 14 - Modulo di 
gioco 'Il irovarlsposte' 
La domanda è un 'pic¬ 
colo enigma'... la ri¬ 
sposta giusta si alter¬ 
na ogni due secondi 
Isu di un bottone ro¬ 
tanteI ad una sene di 
risposte sbagliate Se 
si sbaglia risposta si 
viene portati indietro 
nel gioco Come se ne 
esce fuori? 


» 

-> 


v» 

o 


□ 


fi 

p «r* 


Q 



8i ancanrw e LAiUmetico. 


n t rn t ytrispnstc! 



pigiano]. 


jaaa. ibi. 


»- H* 

[|:|i;[.:| | Jl»|BI|0|, 


HaJlllT 


ìeiaa 




ia-r- 3 ®- 



Figura 15 - magari 
con l'aiuto di una GIF 
animata che, in loop, 
prova a dare consigli e 
suggerimenti! 




dotto a soli 160x120 dot per poi proce¬ 
dere all'estrazione da questo dei foto¬ 
grammi più significativi. Quest'ultimi, 
una volta salvati come dib, l'ho infine 
caricati in ambiente PamtShop Pro 4.12 
per convertirli definitivamente in GIF 
(256 colori "ditherati"). A questo punto è 
cominciata l'opera finale, ovvero l'inseri¬ 
mento di ogni GIF-frame all'interno del 
quadro preesistente. Ogni file cosi otte¬ 
nuto (composto dalla denominazione 
della scena, dal singolo frame significa¬ 
tivo e dal commento all'azione) l'ho 
quindi salvato con una denominazione 
cronologica. 

A completamento dell'opera le GIF pre¬ 
parate dal Paintshop Pro sono state ca¬ 
ricate nel GIF Animator di Microsoft e 
settate ciascuna per durata in schermo, 
fino a costituire il file animato finale. 
Dall’audio e dal video un salto, infine, 
nel mondo dell'elaborazione musicale 
per la realizzazione della colonna sonora 
originale. Al riguardo ci siamo saggia¬ 
mente avvalsi dell'apporto (determinan¬ 
te!) del Microsoft Music Producer. 
Avremmo potuto utilizzare dei brani MI¬ 
DI già belli e confezionati e probabil¬ 
mente più d'atmosfera. Ma avremmo 
sfruttato il lavoro di altri (tali Chopin, 
Schumann, Haydn, ecc.!). 

Standoci l'opportunità abbiamo preferi¬ 
to utilizzare il Music Producer e ricavare 
dei tessuti musicali in tutto e per tutto 
originali e tutt'altro che scontati! 

Tutti i file musicali che accompagnano il 
caricamento delle pagine (per le scene 
uno specifico genere musicale, per i 
giochi un altro genere ancora) sono stati 
realizzati dal Music Producer. Ridisposi- 
zione stereofonica degli strumenti, scel¬ 
ta del tempo, della chiave, dello stile e 
della personalità del brano, nonché gli 
eventuali tagli ad hoc della durata. Il ri¬ 
sultato finale è in circa 30 brani MIDI di¬ 
versi per un totale di appena 150-200 
Kbyte di musiche originali. Se volete, vi 
passo i file-progetto... 


Conclusioni 

OK, lo confesso: realizzare ‘una favola 
per la rete" mi ha entusiasmato. 

In realtà s'è trattato di una vera e pro¬ 
pria sfida che ho lanciato a me stesso, 
al Web ed all'HTML! Quelle che ritengo 
di aver ottenuto sono tutte risposte po¬ 
sitive. Il Web può essere conquistato 
anche dall'ipermedialità, purché questo 
sia il frutto di ideazioni che sappiano 
conciliarsi con i limiti del solito "doppino 
telefonico" che condiziona la vita di ogni 
navigatore. 

Va subito detto che con il solo HTML 


saremmo riusciti a tirar fuori cose mo¬ 
deste. Corroboratolo invece col suppor¬ 
to del JavaScript, anche il semplice lin¬ 
guaggio della rete, s'è come rivitalizza¬ 
to. E' stato possibile discernere tra le ri¬ 
sposte, assegnare punti, far apparire 
messaggi, aiuti e dare consigli. Insom- 
ma. introdurre una buona dose d'inte- 
rattività. 

Facendo tutto ciò non abbiamo certo 
segnato una tappa fondamentale nella 
storia del Web ma, forse un po’ immo¬ 
destamente, già applicato ciò che fra 
non molto con l’avvento dell'Explorer 
4.0 (quale estensione verso Windows 
98 dell'attuale Windows 95!) sarà pos¬ 
sibile. anzi quasi obbligatorio fare. Ov¬ 
vero, scrivere il codice dei prodotti iper- 
mediali di ogni produzione di Desktop 
Presentation, in HTML. Meglio ancora, 
in Dynamic-HTML. 

Tra non molto difatti tutto ciò che è pre¬ 
sentazione ipermediale verrà realizzato 


abbandonando i famigerati runtime o gli 
(in)eseguibili da 100 Mbyte. Diventerà 
tutto Dynamic-HTML e potrà indifferen¬ 
temente girare su Internet oppure in lo¬ 
cale, sul PC oppure sul Mac o altri Si¬ 
stemi Operativi. 

Vi sembra poco? 

Noi, la nostra brava esercitazione l'ab¬ 
biamo fatta e su C&Vweb n. 10 ne ri¬ 
schiamo giudizi e lazzi. Al riguardo una 
precisazione: se siete ancora imbarcati 
su vecchie versioni di Navigator (la 
2.00) e di Explorer (la 3.00) è ora di di¬ 
smetterle. Non solo perché non rispon¬ 
dono pienamente ai controlli JavaScript 
da noi utilizzati, ma anche perché è ora 
che facciate l'upgrade! 

In definitiva... navigate sulla favola gen¬ 
te, e se eventualmente v'interessa pro¬ 
varla off-line, mandate un messaggio al 
mio solito recapito su MC-link e vedre¬ 
mo cosa si può fare¬ 
ste 


MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997 


299 







































coordinamento di Andrea de Prisco 



La prima Oasi WWF del cyberspazio 

Un mondo virtuale in VRML accessibile via 
Internet anche ai non vedenti 

Questo mese scriveremo di 
ambientalismo, biodiversità, specie in 
estinzione, valorizzazione di ambienti 
naturali da mantenere incontaminati. 

Cosa centrano questi temi con la 
realtà virtuale e la computer grafica 
interattiva? 

Gli attori di questa puntata? 

World Wildlife Fund Italia ovviamente, 

Telecomunicazioni per il Sociale di 
TELECOM Italia e la divisione Web & 

Networks di Infobyte Spa. Che cosa li unisce e cosa permette loro di meritarsi 
spazio su pagine tanto specialistiche come quelle di Realtà Virtuale? 

La risposta giusta è: il primo mondo virtuale tridimensionale italiano nel 
cyberspazio di Internet accessibile anche ai non vedenti, dedicato all’Oasi 
naturalistica WWF del Lago di Burano, realizzato con l’ultima versione del 
Virtual Reality Modeling Language di Silicon Graphics. 

di Gaetano Di Stasio 



L’Oasi del WWF del Lago di Burano e 
un luogo storico per l'ambientalismo italia¬ 
no. La sua apertura nel 1967 fu uno dei 
primi ani concreti realizzati dal WWF Italia 
all’indomani della fondazione avvenuta nel 
1966. 

A trent’anm dalla sua nascita il Lago di 
Burano non poteva mancare di rinnovare 
la difficile sfida per la salvaguardia e la di¬ 
vulgazione del nostro patrimonio ambien¬ 
tale dotandosi di strumenti di comunica¬ 
zione adeguati ai tempi. 

Capofila per diritto di nascita delle oasi 


gestite dal WWF in Italia (se ne contano 
oggi ben 78. distribuite su tutto il territorio 
nazionale), è toccato dunque alla riserva 
naturale toscana a due passi da Capalbio, 
in Maremma, il privilegio di sbarcare per 
prima nel cyberspazio. E non solo con un 
normale sito Web, per quanto assai ricco 
d’informazioni, immagini e contributi mul¬ 
timediali sulla complessa vita dell’Oasi. La 
progettazione e lo sviluppo del sito si è in¬ 
fatti basata sull’uso degli strumenti più 
avanzati per proporre non solo un attratto¬ 
re tecnologico dell'interesse, ma risultare 


più concretamente una palestra per la 
sperimentazione avanzata nel settore so- 
cio-educativo.Nel Centro Visite. all'Interno 
dell'Oasi di Burano, viene da sempre dif¬ 
fuso materiale informativo sull’area ed or¬ 
ganizzato l'attività dedicata alle scuole in 
visita: uno degli scopi principali del WWF 
è l’educazione nel rispetto della natura 
delle nuove generazioni ed in tal senso 
vengono organizzate gite e corsi a scopo 
didattico, curate e coordinate da persona¬ 
le specializzato o dallo staff dell'area pro¬ 
tetta. Ciò è realizzato anche attraverso il 


300 


MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997 


Foto di Fabio Carichi oer WWF Italia 




Centro di Educazione Ambientale dove, 
oltre alla visita e allo studio sul campo, si 
svolgono incontri informativi e lezioni teo- 
riche.Questa forte connotazione divulgati¬ 
va e formativa ha spinto a realizzare da un 
lato un sito Web tridimensionale ipertec- 
nologico in cui riprodurre l'ambiente, la 
flora, la fauna per permettere di organiz¬ 
zarvi visite guidate anche in multiutenza 
ed in modalità remota tramite rete Inter¬ 
net, e dall'altro di sfruttare le potenzialità 
dell'innovazione per permettere ai porta¬ 
tori di handicap, ed in particolare ai non 
vedenti, di accedere al materiale informa¬ 
tivo ivi immagazzinato. 

Ciò è stato realizzato nell'ambito di una 
collaborazione tra WWF, TELECOM Italia 
e Infobyte. L'obiettivo era portare l'Oasi a 
chi - per ragioni geografiche o per proprie 
limitazioni fisiche - non avrebbe mai potu¬ 
to andarci di persona. Il primo passo è 
stato da un lato la creazione di un "filo di¬ 
retto" videotelefonico con l'installazione 
di una telecamera brandeggiabile in remo¬ 
to puntata sul Lago di Burano e collegata 
ad una linea ISDN, dall'altro l'allestimento 
in loco di un sentiero facilitato per i disabili 
entrambi realizzati a cura di Insieme - Te¬ 
lecomunicazioni per il Sociale, il settore 
delle Pubbliche Relazioni TELECOM im¬ 
pegnato appunto nelle iniziative d'interes¬ 
se sociale. 

Sulla base di queste esigenze Infobyte 
è stata chiamata a realizzare un sito Web 
che offrisse contenuti accessibili a chiun¬ 
que - e comunque mirati in special modo 
su un'utenza giovanile in età scolare - pre¬ 
sentandoli in modo attraente e dinamico, 
e che fosse anche un momento forte¬ 
mente interattivo e tecnologicamente up- 
to-date, volto al tempo stesso a recupera¬ 
re all’utilizzo di Internet chi normalmente 
ne è escluso per problemi di handicap. 


Per informazioni e contatti: 

Rifugio faunistico WWF "Lago di Burano" 
Capalbio - Tel. (0564) 898829 Rifugio 
faunistico WWF "Laguna di Orbetello" - 
Tel. (0564) 862439. WWF Italia - Tel. (06) 
844971 

URL. http.//burano.intobyte~i1 
Ed inoltre alcuni indirizzi utili: Centro visite 
di Alberese, località Pianacce, 58010 
Alberese (GRI - Tel. (0564) 407098 
Azienda di promozione turistica (ATP), Via 
Monterosa, 206 - 58100 Grosseto - Tel. 
(0564) 454510 - 454527 Per escursioni in 
canoa sull'Ombrone rivolgersi alla 
Cooperativa Albatro -Tel (0564) 410121 



Estremamente sug¬ 
gestivo e peculiare 
per torma e posinone 
geografica, adagiato 
lungo la costa a poca 
distanza dal mare da 
cui lo separa solo un 
sottile tombolo Imon- 
ticello di renai, il Lago 
di Burano è una delle 
zone umide piu inte¬ 
ressanti della Provin¬ 
cia di Grosseto 
L'area di oltre 400 et¬ 
tari e la prima Oasi 
istituita dal WWF in 
Italia, che risale al 
1967 Molto piu este¬ 
so originariamente si 
6 ridetto di circa un 

terzo per le opere di bonifica del secolo scorso Nel 1977 viene riconosciuta come zona umida di impor¬ 
tanza intemazionale m base alla Convenzione di Ramsar. e nel 1980 diviene Riserva Naturale dello Stato, 
gestita dal WWF Italia con personale stabile che si occupa della sorveglianza e delle visite guidate 


500 m 


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Panoramica 
sull’Oasi di Burano 

Il World Wildlife Fund (Fondo Mondiale 
per la Natura), con sede in Svizzera a 
Morges dal 1961, anno della fondazione, 
è la più grande associazione ambientalista 
del mondo con oltre 6 milioni di sostenito¬ 
ri. 

Gli obiettivi del WWF. che si definisce 
"internazionale indipendente", sono la 
conservazione della natura e dei processi 
ecologici attraverso: la conservazione del¬ 
la diversità biologica a livello di geni, spe¬ 
cie ed ecosistemi; la promozione di un 
uso sostenibile del¬ 
le risorse naturali 
per il beneficio di 
tutta la vita sulla ter¬ 
ra; la lotta all'inqui¬ 
namento. allo spre¬ 
co. all'uso irraziona¬ 
le delle risorse natu¬ 
rali e dell'energia. 

Per il consegui¬ 
mento di questi 
obiettivi il WWF fi¬ 


nanzia, ogni anno, circa 1000 progetti di 
conservazione in 1 00 paesi per oltre 200 
miliardi di lire. 

In Italia il WWF è nato nel 1966 con 
758 soci ed una quota di iscrizione di 
1000 lire. Oggi con oltre 300 mila soci è la 
più grande associazione ambientalista del 
nostro Paese e attraverso 300 sedi perife¬ 
riche fornisce strumenti a tutti i cittadini 
che vogliono adoperarsi per la salvaguar¬ 
dia dell'ambiente, stimolando il volontaria¬ 
to e la partecipazione alla vita dell'associa¬ 
zione. 

Il WWF in Italia gestisce 78 oasi e ri¬ 
serve naturali. Organizza campagne per la 
salvezza delle specie in pericolo. Diffonde 


La home page del sito 
dell'Oasi di Burano Si 
notano i tre pulsanti 
per la visita alle pagine 
semplificate per non 
vedenti, per la visita 
virtuale e per il salto ah 
la pagina "Occhio 
sull'Oasi " per la visio¬ 
ne in diretta delle im¬ 
magini provenienti dal¬ 
la telecamera posta in 
prossimità del lago. 


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MCmicrocomputer n, 177 - ottobre 1997 


301 































Guida rapida al parco del Lago di Burano 


Posizione geografica: Toscana, lungo la costa tirrenica nel 
Comune di Capalbio (GR) 

Estensione: 410 ettari. 

Vincoli di protezione: Zona umida di importanza internazionale 
(Convenzione di Ramsar); Oasi di protezione su delibera 
dell’associazione intercomunale che gestisce l'area faunistica 
Orbetello-Capalbio; Riserva naturale dello Stato dal 1980. 

Gestione: a cura del WWF Italia sulla base di una concessione 
della proprietà (Burano Agricola Srl). 

Attrezzature: Percorsi-natura, percorso per dìsabili motori, orto 
botanico dunale, foresteria, capanni e torre di osservazione, 
giardino delle farfalle, area faunistica, acquano. 

Vi sono due ingressi, uno ad Alberese e l’altro a Talamone. Da 
Alberese è possibile percorrere sette itinerari Per alcune visite è 
previsto il pagamento di un biglietto di ingresso e l'utilizzo di mezzi 
di trasporto del Parco. Due itinerari partono invece da Talamone. 

Per le auto private e i pullman esistono dei posteggi a Marina di 
Alberese, ad Alberese e poco prima di Talamone. 

Ambiente: Il lago, profondo al massimo 2,1 metri ed in media 1 
metro, è in realtà uno stagno costiero separato dal mare da uno 
stretto tombolo. La salinità del lago varia dal 15 al 32%. Dune 
sabbiose ricoperte da una fitta vegetazione; campi 
temporaneamente allagati e campi coltivati, macchia mediterranea, 
chiari e stagni fra il lago e il mare. 

Flora e fauna: Ricca è la flora dunale costituita dal giglio di mare, la 
santolina, l'eringio marittimo, l'ammofila arenaria, ecc. La sommità 
delle dune e la zona retrodunale sono fittamente colonizzate dal 
ginepro coccolone e dal ginerpo fenicio, associati a lentisco, mirto, 


alaterno, filliree, leccio e sughera, roverella e farnetto. Vari capanni 
e una torretta permettono di osservare la ricca avifauna: mestoloni, 
marzaiole, alzavole, moriglioni, morette e morette tabaccate, 
folaghe, aironi di più specie, fenicotteri, cormorani, oche selvatiche, 
garzette, pantane, pettegole, porciglioni, falchi di palude, cavalieri 
d'Italia, ecc. Il lago ospita una ricca fauna ittica, che comprende 
cefali, spigole, orate e anguille. Nella macchia vivono testuggini 
terrestri, volpi, tassi, istrici, donnole, ricci, upupe, tortore dal collare 
orientali, cuculi dal ciuffo, picchi verdi. Tra gli insetti tre rarità: i 
Coleotteri Ceratophius rossii e Erynebria complanata, e la falena 
delle zone umide Lelia coenosa. 

Visite: Il parco può essere visitato durante tutto l'anno tranne che 
nel periodo estivo (1 maggio - 31 agosto), allo scopo di evitare il 
disturbo alla fauna in riproduzione e di permettere la manutenzione 
delle strutture di visita. I visitatori sono ammessi individualmente o 
in comitiva La percorrenza di alcuni itinerari è però consentita solo 
in alcuni giorni della settimana e per un numero limitato di visitatori 
(contattare il Centro Visite di Alberese). Tutti gli itinerari sono 
percorribili dalle nove del mattino fino ad un'ora prima del 
tramonto. Itinerari e strutture per disabili 
Cosa portare: Manuali sulla fauna e la flora locale, calzature tipo 
trekking, borraccia, cappelletto per proteggersi dal sole Essenziale 
il binocolo e una carta del luogo Nella bella stagione portare 
repellenti per gli insetti. 

Come arrivarci: In auto percorrendo la Via Aurelia fino al bivio per 
Alberese al km 167 È possibile anche utilizzare gli autobus che 
partono da Grosseto (Soc. Rama, Tel 0564/454169) o la stazione 
ferroviaria di Capalbio Scalo, linea Roma-Genova. 


attraverso 5 mila Panda Club programmi 
di educazione per la scuola. Realizza inizia¬ 
tive per la difesa del territorio attraverso 
una costante azione legale di denuncia 
degli abusi. Esercita continue pressioni 
sulle istituzioni perché si ottengano leggi 
efficaci, come quelle sui parchi nazionali e 
per l'applicazione della Convenzione di 
Washington sul commercio delle specie 
protette. Contrasta i provvedimenti che 
ledono la natura e l'ambiente 

Delle 78 oasi e riserve naturali quella 
del Lago di Burano ha una collocazione 
speciale essendo stata la prima inaugura¬ 
ta nell'ormai lontano 1967. La decisione di 
fondare II la prima oasi naturalistica italia¬ 
na fu estremamente coraggiosa in quanto 
inaugurava una via del tutto nuova per il 
nostro Paese, ma che già vantava diversi 
esempi in particolare in Gran Bretagna. 

Inizia cosi la storia del WWF Italia e Bu¬ 
rano è oggi fra le più importanti aree del 
Sistema delle Oasi italiane che, un po' co¬ 
me avviene nel deserto, sono state pen¬ 
sate come luoghi dove gli stormi di uccelli 
migratori potessero riposare e ritemprarsi 
senza divenire facile bersaglio per caccia¬ 
tori, e dove potessero trovare ambienti 
ancora incontaminati adatti alle proprie 
esigenze. 

Da allora ad oggi molte nuove aree si 
sono aggiunte, dapprima lentamente, poi 
in modo sempre più veloce, fino a forma¬ 
re un vero e proprio Sistema di Oasi, 
composto attualmente da 78 piccole e 
grandi aree protette diffuse su tutto il 
Paese e rappresentanti quasi tutti gli eco¬ 
sistemi italiani in cui si svolgono inoltre 


importanti attività educative e scientifiche. 

Il lago costiero di Burano, uno degli ulti¬ 
mi della costa tirrenica, è tra gli ambienti 
centrali dell'oasi omonima e, assieme alle 
incantevoli e lussureggianti dune litora¬ 
nee, ospita un'alta diversità faunistica 
(250 sono le specie di uccelli). 

L'accordo fu realizzato con la proprietà 
dei terreni, la Burano Agricola Srl, alla qua¬ 
le il WWF paga da trent'anni un affitto' il 
rapporto fra i due Enti, seppure modifica¬ 
to nel tempo, rimane tuttora valido, ed è 
rinnovato periodicamente. Nel 1977 un 
Decreto Ministeriale classificò Burano co¬ 
me "Zona umida d'importanza internazio¬ 
nale", in base alla Convenzione di Ramsar 
sottoscritta da molti Paesi, compreso il 
nostro, sancito per la protezione delle 
aree umide fondamentali per gli uccelli 
migratori. Mentre dal 1980 è divenuta Ri¬ 
serva Naturale dello Stato, affidata al 
WWF per la gestione naturalistica e didat¬ 
tica. Dal 1981 poi il WWF cura anche l'at¬ 
tività di pesca nel lago, effettuata da un 
numero limitato di pescatori le metodolo¬ 
gie utilizzate sono sottoposte a controllo, 
in modo da evitare un eccessivo e distrut¬ 
tivo prelievo e favorire, al contrario, un 
uso non intensivo ed equilibrato delle ri¬ 
sorse ittiche. 

Seppure la concessione demaniale per 
il tratto di mare fronteggiante l'Oasi, da 
destinare ad Oasi blu, non è ancora una 
realtà, il WWF è stato però incaricato di 
curare l'accesso controllato dei bagnanti 
al litorale durante l'estate e di effettuare la 
sorveglianza della spiaggia. La sorveglian¬ 
za è affidata a guardie che curano anche 


le visite guidate e si occupano inoltre di ri¬ 
cerca sull'avifauna, in collaborazione con 
Enti e associazioni preposte, e della ge¬ 
stione delle strutture. 

L’Oasi si estende per circa 410 ettari, 
di cui 140 occupati dal lago. Il resto è co¬ 
stituito dalle zone dunali e da campi colti¬ 
vati. Oltre l'Oasi vera e propria, il WWF 
protegge anche una fascia esterna, dedi¬ 
cata all'agricoltura con sistemi agricoli 
compatibili con la conservazione delle vici¬ 
ne aree allo stato naturale, estesa per cir¬ 
ca 600 ettari. Infatti non tutta l'area agrico¬ 
la viene contemporaneamente coltivata, 
ma, al contrario, gran parte di essa viene 
tenuta a riposo, divenendo cosi anche di 
grande utilità per molte specie animali 
(soprattutto insetti) che non troverebbero 
condizioni idonee nella zona dunale, ma 
anche per uccelli e mammiferi con dieta 
varia, che qui trovano insetti, lombrichi e 
semi: è molto facile osservare infatti (ad 
esempio mentre si percorre il viale di ac¬ 
cesso) aironi cenerini, aironi bianchi mag¬ 
giori e garzette che sollevano le zolle di 
terra col becco alla ricerca di qualche boc¬ 
concino, oppure che riposano; gabbiani 
reali e comuni, cornacchie, gazze, volpi 
Su questi terreni, alcuni casali abbandona¬ 
ti divengono rifugio di barbagianni, di ge¬ 
chi e di pipistrelli. 

L'area è posta, nel comune di Capal¬ 
bio, tra il fiume Chiarone (a sud) e Anse- 
donia (a nord). Il lago, un tempo più am¬ 
pio, è da considerare oggi piuttosto uno 
stagno retrodunale salmastro lungo quasi 
4 km e profondo mediamente un metro. 
È collegato al mare da un canale munito 


302 


MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997 







di chiusa, che viene aperta a secondo del¬ 
le esigenze di gestione ittica. Le acque 
del lago sono alimentate da acque dolci e 
salate provenienti dai canali di bonifica re¬ 
trostanti, dalle acque di falda e da occasio¬ 
nali mareggiate. 

Nonostante le dimensioni non grandis¬ 
sime, l'Oasi di Burano ospita una fauna 
estremamente ricca, grazie a diversi e 
complessi fattori che possono essere, in 
poche parole, riassunti con: un'ampia di¬ 
versità ambientale; la sua posizione geo¬ 
grafica lungo la costa tirrenica; l'isolamen¬ 
to fra campi coltivati e litorali meno inte¬ 
gri; la protezione operata dal WWF Le 
rotte migratorie di moltissimi uccelli toc¬ 
cano questo tratto di costa, dove trovano 
più di un'area per la sosta o per la nidifica¬ 
zione: oltre a Burano, infatti, la grande la¬ 
guna di Orbetello (dove è presente un'al¬ 
tra oasi del WWF) offre spazi e risorse per 
molte specie acquatiche o comunque le¬ 
gate alle zone umide. Naturalmente, co¬ 
me in quasi tutto il pianeta, anche a Bura¬ 
no sono gli insetti il gruppo di animali pre¬ 
sente con il maggior numero di specie, 
adattate a quasi tutti gli ambienti e alle 
condizioni più estreme. I mammiferi con¬ 
tano una ventina di specie, la maggior par¬ 
te delle quali di abitudini notturne; mentre 
un'altra ventina sono in totale le specie di 
anfibi e di rettili. Circa 17 le specie di pe¬ 
sci, fra le quali alcune di interesse econo¬ 
mico. che vivono nel lago. Molti altri grup¬ 
pi di animali sono presenti, soprattutto nel 


fango del fondale la¬ 
custre (in particolare 
Molluschi. Anellidi, 

Crostacei). 

Si può senz'altro 
affermare che quel¬ 
la di Burano è ormai 
l'ultimo esempio di 
macchia mediterra¬ 
nea dunale integra 
delle coste italiane. 

Questa caratteristica, assieme alla ric¬ 
chezza della flora e della fauna, la rende 
dunque particolarmente importante sia 
dal punto di vista della conservazione de¬ 
gli ambienti, sia da quello della ricerca 
scientifica 


Mondi virtuali 3D e 


Muggine doralo 


Handicap 


Ambiente e tecnologia è in questo ca¬ 
so sinonimo di WWF. TELECOM Italia ed 
Infobyte Spa insieme per un progetto che 
mira alla realizzazione di un laboratorio 
sperimentale per la salvaguardia, lo svilup¬ 
po e la valorizzazione del territorio che po¬ 
ne particolare attenzione alla fruizione e 
all'accessibilità dei beni ambientali anche 
per le categorie socialmente più deboli 
(portatori di handicap, anziani, ecc ). L'ab¬ 
battimento delle barriere nella comunica¬ 
zione, riveste un aspetto estremamente 


importante ed il progetto che stiamo de¬ 
scrivendo mette in risalto un'area di inte¬ 
resse del tutto nuova. 

L'Oasi del Lago di Burano è il territorio 
individuato per questa sperimentazione: 
per le sue caratteristiche geografiche, la 
valenza naturalistica ed il primato che gli 
spetta di prima oasi italiana, a trent'anm 
dalla nascita. 

Il passo iniziale è stato realizzato con 
un percorso didattico di studio e osserva¬ 
zione floro-faunistica percorribile anche da 
anziani e persone con disabilità motoria, 
in particolare su carrozzella. Questa azio¬ 
ne in loco è stata portata avanti parallela- 
mente alla creazione di un mondo virtuale 
dell'Oasi di Burano accessibile via Inter¬ 
net e su cui possono essere tratte infor¬ 
mazioni sulla flora e la fauna che popolano 
l'area protetta, realizzate osservazioni e 
sviluppate percorsi con una guida virtuale 
eventualmente insieme ad altri amici con¬ 
temporaneamente in linea. 

Target prioritario di questo progetto è 


Nonostante la presema di numerose specie appartenenti a vari gruppi sistemati¬ 
ci, commisurata alla ricchezza dell'ambiente naturale, la componente faunistica 
più evidente e numericamente importante del lago di Burano è sicuramente co¬ 
stituita dagli uccelli La maggiore concentrazione di specie si ha soprattutto 
dall'autunno alla primavera, essendo rappresentata principalmente da migratori 
Le acque più profonde, al centro del lago, ospitano le anatre tuffatoci e gli svas¬ 
si. mentre le anatre di superficie si trovano più frequentemente in prossimità 
delle rive o dei canneti, là dove l'acqua è più bassa Tra gli uccelli più rari e pos¬ 
sibile osservare l'airone bianco maggiore, la gru ed i fenicotteri Nei campi e nei 
prati adiacenti al lago, durante l'inverno, coppie di oche si nutrono a terra poma 
di affrontare, verso la fine di febbraio, il viaggio che le porterà verso nord Vol¬ 
teggiante sulle aree aperte dell'Oasi in atteggiamento di caccia, il falco di palude 
è qui il rapace più diffuso, facilmente riconoscibile per le ah tenute tipicamente a 
"V durante il volo e per la presenza, nella femmina, di un "cappuccio " di penne 
più chiaro del colore di tondo del piumaggio 






IMI ENTI 


Pesci 


'^MBIENTE 


HO* PACI 




L’ambiente dell’Oasi di Burano 


MCmicrocomputer n, 177 - ottobre 1997 


303 



















































la scuola con la possibilità data dalla tec¬ 
nologia di far entrare in contatto i ragazzi 
con le tematiche ambientali pur rimanen¬ 
do nell'ambito educativo scolastico. Ciò 
attraverso uno strumento interattivo ed 
accattivante che possa rendere l'oasi ac¬ 
cessibile al mondo intero ed anche e so¬ 
prattutto a coloro che hanno gravi diffi¬ 
coltò motorie o visive. E' stato infatti rea¬ 
lizzato un ambiente di navigazione anche 
per non vedenti adottando le raccoman¬ 
dazioni del progetto TRACE. 

La soluzione del problema dell'integra¬ 
zione della versione bidimensionale (Web), 
della versione tridimensionale e di quella 
per non vedenti è stata sintetizzata con al¬ 
cune opzioni, corrispondenti a pulsanti 
speciali che si affiancano al menu stan¬ 
dard nella home page del sito dell’Oasi. 

La prima in alto, rivolta in modo specifi¬ 


co proprio ai non vedenti, è una particolare 
versione del sito, parzialmente text only, 
realizzata secondo le raccomandazioni del 
Progetto TRACE della Wisconsin Univer¬ 
sity (trace.wisc.edu), che si occupa appun¬ 
to di promuovere l'accessibilità del Web 
per i disabili. Si tratta di una versione "de¬ 
purata" di tutte quelle funzioni e quei tag 
HTML (tabelle e frame soprattutto) che im¬ 
pedirebbero ad una tastiera braille o a un 
software di sintesi vocale (screen reader) 
di "leggere" e interpretare il testo di una 
pagina Web in modo sequenziale, spezzan¬ 
done sintassi e senso tanto da renderlo in¬ 
comprensibile, È per questa ragione che i 
non vedenti si trovano sovente in difficoltà 
con i browser grafici, preferendo servirsi di 
Client dotati di interfaccia a caratteri come 
Lynx, che agisce in ambiente DOS. 

Per fortuna, i produttori di software si 


stanno man mano sensibilizzando rispetto 
alle necessità delle persone fisicamente 
svantaggiate, e se la Microsoft già da 
tempo ha implementato funzioni facilitate 
a livello di sistema operativo (Windows 95 
ne è un esempio), anche i Client Web co¬ 
minciano a comprendere opzioni per la 
navigazione alternativa: il primo è stato In¬ 
ternet Explorer 2.0, poi imitato da Netsca¬ 
pe Navigator 4.0, offrendo la possibilità, 
tra le altre cose, di spostarsi tra i link per 
mezzo di scorciatoie di tastiera. Altri 
browser, di concezione più recente come 
WebSpeak Iwww.prodworks.conni pro¬ 
gettato proprio per non vedenti e ipove¬ 
denti, o il norvegese Opera (promo.net/ 
opera/index.html), integrano addirittura 
funzioni di sintesi vocale e/o di text 
enhancement 

Il fatto che la versione rivolta agli utenti 


VRML: Internet nel prossimo futuro 

Un’incessante corsa fra mondi virtuali e visioni gibsoniane 


di Gaetano Di Stasio 


Il progresso tecnologico (nel nostro caso: modem ISDN e 
l'impennata delle performance dei nuovi processori Intel e non) è 
sempre stato il motore dell’innovazione Per l'utente Internet 
questo si traduce nella possibilità di dotarsi di plugm per la 
navigazione tridimensionale della rete in una maniera e secondo 
paradigmi che ricordano molto la Matrice descritta da William 
Gibson nei suoi libri. Tutto ciò lo si deve a due italoamencani che 
per primi hanno studiato ed implementato sulla metà di questo 
decennio un linguaggio di descrizione di pagine Internet visitabili 
in 3D come mondi virtuali 
interattivi in linea. 

Soli quindici anni sono passati 
dalla pubblicazione negli Stati 
Uniti di Neuromante, e ciò che 
si preannunciava come un 
futuribile ipertecnologico, che 
ha dato vita ad un fecondo filone letterario e fumettistico 
fantascientifico (il Cyberpunk ed alcuni New Wave Comics) oggi 
pressoché esaurito, è diventato in buona parte realtà palpabile e 
sperimentabile. 

Una nuova era nelle comunicazioni via rete e dunque alle porte Lo 
preannunciavamo su MC già alla fine del 1995, ed ecco che i fiumi 
di inchiostro versati sulle potenzialità espressive e comunicative 
regalate all'uomo dagli ipermedia su rete sono di nuovo da 
rimettere in discussione sotto la spinta della terza dimensione 
Nel futuro vedremo non "solo" ipermedia via telematica, ma 
anche mondi interattivi in cui viaggiare all'Interno di ambientazioni 
grafiche che rispondono alla nostra azione, con animazioni in real- 
time e non solo pre-registrate, ed un'interazione multiutente. Ciò 
sarà possibile con la versione 2 del VRML. 

VRML (Virtual Reality Modeling Language) è il linguaggio che 
descrive questi mondi virtuali fruiti via telematica, cosi come 
l'HTML è il linguaggio alla base delle pagine grafiche di un 
“comune" Web. Con esso possono essere descritti i contenuti 
del mondo virtuale, gli oggetti, le texture. l'illuminazione, la 
posizione dell'utente, il movimento e le azioni associate agli 
oggetti ed i collegamenti con gli altri nodi. 

La storia di Internet è passata attraverso tre fasi distinte: in primo 
luogo, lo sviluppo dell'infrastruttura TCP/IP. Il passo successivo è 
stata l'introduzione da parte di Tim Berners-Lee del CERN del 
sistema ipermediale via rete conosciuto sotto il nome di World 


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Wide Web. Ciò ha aggiunto un nuovo strato di astrazione alle 
strutture già esistenti, ovvero uno schema di indirizzamento, un 
identificatore unico, che ci suggerisce in ogni momento “dove 
siamo, dove andare e come andarci” per ogni possibile dato 
presente nel Web. A questi due livelli oggi si è aggiunto VRML un 
tentativo di porre l'uomo al centro di Internet, ordinando il suo 
universo cyberspaziale e proponendolo nel modo più a lui 
congeniale, ovvero attraverso l'esperienza percettivo-motoria. 
VRML è dunque un linguaggio di descrizione che standardizza il 

modo in cui sono rappresentati 
ambienti tridimensionali su un 
sito Web e HTML ne è un sub¬ 
set, la differenza sostanziale è 
che invece di lavorare in 2D, 
lavora in 3D I file VRML sono 
trasmessi in modalità testuale, 
analizzati dal ricevente, elaborati e mostrati Questi file sono 
dunque in formato text ed in essi sono descritte le componenti 
geometriche presenti nella porzione di mondo visualizzato. Il 
sistema ricevente elabora le descrizioni e presenta le 
ambientazioni curando la rappresentazione degli oggetti, le 
texture, l’illuminazione, l'aggiornamento della scena e la modalità 
di navigazione. 

Quando ci si è scaricato il proprio browser VRML e lo si è 
configurato a dovere ci si può collegare alla rete, scaricarsi file 
VRML e navigarci, cosi come si fa comunemente con i file HTML. 
Se il mondo virtuale remoto è ben strutturato, il browser lo 
caricherà e lo visualizzerà a pezzi mentre ciò avviene si potrà 
iniziare l'esplorazione mentre il mondo intorno a noi prende forma 
e si anima. 

Mentre si naviga nella scena si notano alcuni oggetti collegati alla 
rete. Giocando su di essi si viene catapultati in un altro Web, su 
un'altra pagina VRML o HTML. 

Quando visitiamo un sito VRML possiamo liberamente scegliere 
la prospettiva da cui vogliamo guardare il mondo e gli oggetti in 
esso contenuti; in più si può navigare in un ambiente 
tridimensionale in qualsiasi direzione si voglia e non solo avanti e 
indietro fra pagine che qualcuno ha impaginato per noi Inoltre gli 
oggetti si presentano a un livello di dettaglio sempre più 
approfondito man mano che ci avviciniamo a loro, permettendo 
cosi di rappresentare anche corpi particolarmente complessi 









tK-lifi, Wfcrtr,.-fa, 



All'apparire della pre-ho- 
me page, e passati 45 
secondi sema interazio¬ 
ne. Il sistema ipotizza di 
trovarsi di fronte ad un 
non vedente passando 
direttamente alle pagine 
semplificate In esse il 
contenuto rimane inalte¬ 
rato, ma rimpaginazione 
ó realizzata in modo da 
poter essere letta se¬ 
quenzialmente da una 
tastiera braille o da uno 
screen reader 



Pesci 


ciechi non sia total¬ 
mente testuale si 
spiega con una delle 
raccomandazioni 
TRACE, la quale au¬ 
torizza l'utilizzo di 
grafica e immagini purché siano essenziali 
e soprattutto affiancate da un link conven¬ 
zionale - una D (description) all'interno di 
parentesi quadre, |D| - che dia accesso ad 
un testo analiticamente descrittivo 
dell'eventuale foto o illustrazione, Impossi¬ 
bilitato a visualizzare una fotografia, il non 
vedente può in questo modo supplire con 
una descrizione evocativa che gli consenta 
almeno di rappresentarsela nell'immagina¬ 
zione, recuperando un'informazione che 
altrimenti gli sarebbe preclusa. Il problema 
era dunque progettare una doppia versio¬ 
ne del Web, full graphics e TRACE, evitan¬ 
do di creare fisicamente due siti paralleli e 
distinti, oltretutto aggiornabili solo separa¬ 
tamente e quindi con un maggior rischio di 
disallineamento dei contenuti. 

Tramite una procedura scritta in Perl 
(autoweb), e collegata ad un database an- 
ch'esso residente sul server, si è perciò 
provveduto a definire delle associazioni 
tra semplici file di testo (identici per en¬ 
trambi i casi) e template differenti a se¬ 
conda della versione richiesta dal brow- 
ser. Entrando nel sito, un'apposita pre-ho- 
me page temporizzata da un meta-tag ha 
il compito di comunicare al server quale 
delle due versioni sia quella desiderata 
dall'utente. Se trascorrono alcuni secondi 


Muggine dorato 


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senza che questi agisca col mouse sul 
link verso la home page standard (quella 
di default), il server assume che si tratti di 
un non vedente e lo dirige automatica¬ 
mente sulla versione apposita, assem¬ 
blando on thè fly il testo ai relativi templa¬ 
te. provvisti in questo caso dei tag HTML 
più opportuni e dei richiami alla grafica 
TRACE-compliant. 

La praticità di una simile soluzione è 
evidente. A parte la dinamicità con cui la 
pagina HTML viene presentata alle diver¬ 
se tipologie di utente (e in modo del tutto 
trasparente), ogni modifica del sito è sin¬ 
cronica: basta aggiungere (o modificare) 
un unico file di testo e aggiornare di con¬ 
seguenza il database nel quale questo vie¬ 
ne associato ai due tipi di modelli predi¬ 
sposti. li riscontro dei test effettuati con 
l'Istituto Cavazza di Bologna, per quanto 
riguarda la fruibilità del sito da parte dei 
non vedenti, e con il personale TELECOM 
addetto alla manutenzione del Web per 
quanto concerne gli aggiornamenti perio¬ 
dici, è stato immediatamente positivo sot¬ 
to ogni aspetto. 

La seconda opzione speciale, Occhio 
sull'Oasi, è nata invece come espansione 
Online del sistema di teleosservazione tra¬ 


mite chiamata videotelefonica ISDN già 
funzionante da alcuni mesi nel territorio 
dell'Oasi. Il know-how Infobyte si è 
espresso in questo caso con l'implemen- 
tazione di una versione aggiornata e mi¬ 
gliorata dello streaming video a suo tem¬ 
po messo a punto per il sito Web del Vir¬ 
tual Studio, realizzato in occasione della 
Mostra del Cinema di Venezia del 1996 
(efr MC 175). Si tratta di una routine scrit¬ 
ta in linguaggio C che ha il compito di pro¬ 
cessare il segnale analogico proveniente 
da una telecamera posta sulla riva del La¬ 
go di Burano, trasformandolo - con una 
macchina Silicon Graphics Indy nel ruolo 
di server - in un flusso di frame video vi¬ 
sualizzabili in tempo reale, al ritmo di 1-1,5 
al secondo, su una pagina Web. Le modi¬ 
fiche rispetto alla prima release di questo 
servizio hanno interessato in primo luogo 
la velocità e l'ottimizzazione del processo 
di generazione delle immagini, che ora av¬ 
viene completamente in RAM; in secon¬ 
do luogo è stato necessario adattare il si¬ 
stema - originariamente progettato per 
una connessione permanente punto-pun¬ 
to - in modo che le informazioni video ac¬ 
quisite dalla telecamera venissero trasferi¬ 
te al server attraverso la preesistente li¬ 
nea ISDN. In tal caso, l'attivazione del ge¬ 
neratore di frame video avviene - com'è 
tipico delle connessioni di questo tipo - on 
demand, ma in una modalità che di fatto 
emula un collegamento permanente. 

La disponibilità del servizio, per il mo¬ 
mento compatibile solo con Netscape Na¬ 
vigator. è ovviamente subordinata alle 
condizioni di visibilità dell'Oasi. Gli utenti 
che dovessero collegarsi alla pagina di 
Occhio sull'Oasi nelle ore notturne, o che 
comunque fossero provvisti di browser 
diversi da quello citato, si troverebbero 
automaticamente dirottati su una pagina 
alternativa da cui poter scaricare una sele- 


MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997 


305 









































idilli- xmm ila 



hH 



Cg 


zione di filmati QuickTime sui vari aspetti 
dell'ambiente naturale di Burano. Natural¬ 
mente si tratta di una versione di strea¬ 
ming ulteriormente migliorabile: con uno 
sforzo aggiuntivo è possibile estenderne 
la compatibilità ad altri browser. aggiunge¬ 
re l'audio e perfino gestire il brandeggio 
della telecamera (attualmente possibile 
solo operando sulla tastiera di un videote- 
lefono) con un sistema di assegnazione 
automatica di priorità da parte del server 
basato su prenotazione e-mail. 

Ultima ma non meno importante è la 
terza opzione tecnologica che ha sicura¬ 
mente richiesto l'impegno maggiore: il 
mondo virtuale tridimensionale dell'oasi 
visitabile via Internet. L'Oasi Virtuale non 
risponde infatti solo all'esigenza di simula¬ 
re in modo accattivante e interattivo una 


Benvenuti nel mondo virtuale 
dell'Oasi di Burano Durante la na¬ 
vigazione è possibile interrogare il 
database testuale delle specie {lo¬ 
ro-faunistica, il database audio dei 
canti degli uccelli, il database dei 
filmati video accessibili dai punti di 
osservazione f possibile anche 
una visita di gruppo tramite la fun¬ 
zione chat. 


vera escursione nell'area pro¬ 
tetta (magari inoltrandosi an¬ 
che in quelle sue parti dove 
l'accesso è vietato), rivelan¬ 
done il patrimonio naturalisti- 
co anche a utenti che vivono 
in tutt'altra parte del mondo, o semplice- 
mente allo studente delle medie impe¬ 
gnato in una ricerca di Scienze. La finalità 
piu ambiziosa del modello VRML di Bura¬ 
no era semmai soprattutto quella di farne 
un ambiente virtuale in cui fosse possibile 
interagire con altri "turisti" e con il perso¬ 
nale addetto al parco: proprio come in una 
vera e propria gita ecologica di gruppo. La 
realizzazione del modello 3D, schematiz¬ 
zato sulla base delle carte del WWF e del¬ 
la reale morfologia del luogo, è stato solo 
il passo d'avvio, culminato in un primo li¬ 
vello di utilizzo dell'ambiente virtuale riser¬ 
vato a chi ha installato sul browser il plu- 
gin Live3D, ormai in dotazione con le re- 
lease più recenti di Netscape Navigator. 

Impiegando Alias WaveFront per la 
modellazione e WebSpace Author per la 


conversione in for¬ 
mato VRML 1.0, i 
410 ettari dell’Oasi, 
situati ad appena 8 
metri sul livello del 
vicino mare senza 
praticamente alcun 
rilievo apprezzabile 
a parte la caratteri¬ 
stica Torre di Bura- 
naccio (il che ha li¬ 
mitato la comples¬ 
sità del modello, fa¬ 
vorendone la "ma¬ 
novrabilità"), sono 
stati ridotti a circa 300 poligoni e una man¬ 
ciata di texture. Una serie di viewpoint, 
corrispondenti ai punti topici dell'Oasi 
(centro visite, lago, sentiero, capanni d'os¬ 
servazione, altana, etc.), permettono una 
navigazione semi-automatica dell'Oasi, al¬ 
ternativa a quella "manuale" per mezzo 
del mouse, mentre un certo numero di 
hyperlink, segnalati da quadrati rossi e dis¬ 
seminati in corrispondenza di punti di par¬ 
ticolare interesse, indicano la possibilità di 
accedere ai relativi approfondimenti te¬ 
stuali e/o multimediali (pagine Web, filma¬ 
ti, file wav di versi di animali, etc.) 

La seconda fase, che è stata anche 
quella più complessa, ha visto la trasfor¬ 
mazione del modello 3D in un vero e pro¬ 
prio mondo virtuale condiviso. Ciò è avve¬ 
nuto con l'installazione sulla Indy impe¬ 
gnata nella generazioni delle immagini live 
dell'Oasi, del Community Server prodotto 
da Blacksun Interactive, una delle società 
più avanzate nello sviluppo di ambienti 
VRML multiutente 

(www3.blacksun.com) Nella versione at¬ 
tualmente in funzione, il server Blacksun 
gestisce fino ad un totale di dieci connes¬ 
sioni simultanee (upgradabili fino a 800) 
da parte di visitatori dotati di un plugm ap¬ 
posito, Passport 2.0, che consente la con- 
divisione dell'ambiente 3D in chat multiu¬ 
tente. Ciascun visitatore può dunque sce¬ 
gliersi un avatar tra quelli realizzati per 
l'oasi (finora i tre "istituzionali": il Panda 
del WWF, un simpatico telefono TELE- 


306 


MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997 































































ape (The BbrxJ NH Hom P*qc| 


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-Bai » ■••! 


COM e il "ranger"- 
guida) oppure farsi 
impersonare da un 
avatar prelevato dal¬ 
la gallery di Black- 
sun o da qualsiasi al¬ 
tro mondo virtuale, 
e conversare piace¬ 
volmente con altri 
utenti, magari con¬ 
venuti dai luoghi più 
disparati, o perfino 
partecipare attiva¬ 
mente ad una lezio¬ 
ne - tenuta dal re¬ 
sponsabile dell'Oasi - sugli ecosistemi di 
Burano, sulla fauna e la flora caratteristici 
della zona o sulle attrattive turistiche dei 
dintorni. Per poter funzionare con un mini¬ 
mo di fluidità, tutto questo esige natural¬ 
mente un certo equipaggiamento. 

I requisiti attualmente indispensabili 
per la visita condivisa prevedono Win¬ 
dows 95, Netscape Navigator 3.1 o supe¬ 
riore e un Pentium ben cioccato con 32 
MB di RAM. Sulle possibilità di evoluzio¬ 
ne futura dell'Oasi virtuale del Lago di 
Burano c'è di che lavorare d'immagina- 
zione. Oltre alla possibilità di aumentare il 
numero di visitatori virtuali ammessi in 
condivisione, si può ipotizzare la creazio¬ 
ne di altri modelli 3D paralleli, accessibili 
l'uno dagli altri, che simulino a scopo di¬ 
dattico o scientifico le varie fasi dell'evo¬ 
luzione geo-morfologica dell'Oasi, oppure 
le conseguenze realistiche di ipotetici di¬ 
sastri ambientali. Una volta che il VRML 
2.0 avrà raggiunto una diffusione più va¬ 
sta, inoltre. Burano in 3D potrà perfino 
popolarsi di avatar animati e magari an¬ 
che parlanti, dei veri e propri robot mano¬ 
vrati dal server. E ad un visitatore partico¬ 
larmente irrispettoso potrà a quel punto 
capitare di sentirsi rimproverare con una 
certa veemenza da un sussiegoso airone 
cinerino o da una petulante garzetta. Na¬ 
turalmente, con uno spiccato accento to¬ 
scano. 


Welcome to thè 
Blind Net Home Page 


Conclusioni 


Su Internet abbonda¬ 
no i siti dedicali ai non 
vedenti Nel sito di 
Blacksun é possibile 
scaricare Passport. il 
software per le visite 
guidate in gruppo nei 
mondi virtuali su Inter¬ 
net 


t* f* 

A 


m fio fttémàm Qpk» Omoo* tt«k> 

/MHat>witaMB2tM 


I yrtt 



black sun interactive.becomes.blaxxun interactive! 


Win a 
Tantagochi! 


VI.H AH» In VRM1. I.a nd l 



Oltre a questi aspetti più strettamente 
legati alle caratteristiche e alle potenzialità 
tecnologiche di Internet, il sito rappresen¬ 
ta un'iniziativa culturale importante. I suoi 
contenuti infatti sono stati elaborati e cu¬ 
rati da esperti di divulgazione scientifica 
del WWF. Per questo il sito si rivela 
un'utilissima fonte di informazione, oltre 
che di intrattenimento. Infatti se da un la¬ 
to la visita virtuale condivisa permette di 
"giocare" con altri utenti a esplorare l'oasi 
virtuale, il settore informativo multimedia¬ 
le permette di apprendere come raggiun¬ 


gere l'oasi, quali sono gli elementi di inte¬ 
resse storico-culturale dei dintorni e so¬ 
prattutto di scoprirne l'ambiente, la fauna 
e la vegetazione. 

La struttura generale del sito, in cui gli 
argomenti sono raggruppati secondo una 
precisa logica di facile comprensione, per¬ 
mette di raggiungere agevolmente l’argo¬ 
mento a cui si è interessati I testi sono 
accurati e corretti da un punto di vista 
scientifico, pur essendo facilmente com¬ 
prensibili anche da un profano. Ciascun 
argomento è affrontato a vari livelli di det¬ 
taglio: a partire da un testo introduttivo 
che presenta ad esempio le caratteristi¬ 
che generali della fauna dell'oasi, si passa 
a un livello di maggior approfondimento (i 
singoli gruppi zoologici) fino ad arrivare al¬ 
le schede sulle singole specie In alcuni 
casi (uccelli) le schede sono state ulterior¬ 
mente arricchite con il file audio del richia¬ 
mo, tanto da trasformare questa parte del 
sito in uno strumento ancora più utile e 
più completo di una normale guida da 
campo per il riconoscimento degli uccelli 
I testi sono accompagnati da immagini 

Ringraziamenti 

Per la scrittura di questo articolo è stata 
preziosa la collaborazione di Stefano 
Martina e Luca Limongelli di Infobyte Spa e 
di Giancarlo Ballerini. Telecomunicazioni 
per il sociale di TELECOM Italia. 

Si ringrazia inoltre il WWF Italia. 


che possono esse¬ 
re ingrandite per 
una migliore visua¬ 
lizzazione e conten¬ 
gono link iperte¬ 
stuali ad altre sezio¬ 
ni del sito, a foto o 
ad altri siti. 

Anche i settori 
cosiddetti tecnolo¬ 
gici, forniscono 
informazioni prezio¬ 
se per chi fosse in¬ 
teressato a visitare 
l’oasi o, semplice¬ 
mente, ad ammirar¬ 
ne le bellezze natu¬ 
rali. "L'Occhio 
sull'Oasi" permette 
di vedere ciò che 
sta succedendo 
nell'oasi, di scoprire 
se è appena arriva¬ 
to uno stormo di 
anatidi in migrazio¬ 
ne, oppure se è in 
corso un tempora¬ 
le. Inoltre in questa 
pagina è presente 
un link che porta a 
un sito di previsioni meteorologiche regio¬ 
nali, che può essere di aiuto a chi fosse 
intenzionato a programmare una scampa¬ 
gnata nella zona. In questa sezione è di¬ 
sponibile anche una videoteca con i filma¬ 
ti di alcune specie di animali presenti 
nell'oasi, alcuni di questi molto difficili da 
osservare. 

Anche il settore della visita virtuale 
dell'oasi può essere di utilità culturale al 
navigatore della rete: nel caso della visita 
condivisa con altri utenti (ciascuno è vi¬ 
sualizzato dagli altri con un simpatico ava¬ 
tar) gli sarà possibile incontrare un "ran¬ 
ger" virtuale che lo guiderà nei punti piu 
interessanti e darà informazioni naturalisti- 
che e risposte alle domande dei più esi¬ 
genti. Inoltre all'interno dell'oasi virtuale il 
navigatore Internet potrò osservare gli am¬ 
mali "appostandosi" dentro i capanni. In¬ 
fatti i "viewpoints" del modello VRML so¬ 
no linkati in alcuni casi a filmati in loop che 
simulano l'osservazione in una visita reale 
attraverso le feritone 

Il Web dell'Oasi del Lago di Burano 
rappresenta dunque un'operazione riusci¬ 
ta di connubio educazione-tecnologia, a 
dimostrare che è possibile realizzare una 
corretta divulgazione scientifica equilibran¬ 
do contenuti e strumenti comunicativi in 
un binomio che li renda accessibili e. so¬ 
prattutto, utili a un pubblico sempre più 
ampio di adulti e ragazzi di ogni età e con¬ 
dizione, anche portatori di handicap. 

655 


MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997 


307 




















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Non spingete, c'è posto per tutti 

Questa frase, spesso sentita all’ingresso del cinema, dello stadio, 
d’ogni luogo affollato non si presta più ad Internet. La tecnologia 
“push”, ovvero “spinta”, sta diventando la tecnologia killer della 
Rete. Sia Communicator 4.02 che Internet Explorer 4.0 “spingono” 
con vigore. Sarà la direzione verso la quale ogni sviluppatore sulla 
Rete dovrà muoversi per il successo... o no? 


di Sergio Pillon 



Come prima cosa cerchiamo di chiari¬ 
re di cosa stiamo parlando si tratta di 
aver unificato una serie di gadget tecno¬ 
logici, tutti diversi ma con un denomina¬ 
tore comune, per ottenere via Internet 
le informazioni che si vogliono, e solo 
quelle, in modo automatico e "traspa¬ 
rente". Le informazioni, i testi, le imma¬ 
gini arrivano tutte assieme su "abbona¬ 
mento" oppure su richiesta: ma la ri¬ 
chiesta è una sola per tutta una serie di 
pagine e di animazioni. Insomma. una 
sorta di rivista che arriva per abbona¬ 
mento a casa piuttosto che una serie di 
quotidiani da comprare in edicola tutti i 
giorni. 

Dal punto di vista tecnico non si tratta 
di nulla di nuovo; la prima rivoluzione la 
fece Internet Explorer quando scoprim¬ 
mo che per installare un programma ag¬ 
giuntivo (cosa necessaria dall'invenzio¬ 
ne del Web, persino con Mosaic 1.0) 
non c'era bisogno di fare nessuna azio¬ 
ne particolare: il programma viene infat¬ 
ti inviato direttamente (appare la scritta 
"installazione componenti .") e viene 
chiesto il permesso di completare auto¬ 
maticamente l'installazione 

Questo è stato uno dei primi esempi 
di un sistema automatico, via rete, di in¬ 
stallazione di un software sul PC, senza 


che dovessimo sapere nulla degli aspet¬ 
ti tecnici. Si tratta dei plug-in che tutti 
conosciamo. In effetti "push techno- 
logy" potrebbe essere proprio quella 
del Web: selezionando un indirizzo si ri¬ 
cevono già ora immagini, animazioni, fil¬ 
mati, ma. è questa è la differenza vera, 
solo pagina per pagina, in un flusso di¬ 
sorganizzato che non possiamo gestire 
in modo semplice. La differenza è pro¬ 
prio nel modo di gestire queste infor¬ 
mazioni, per riceverle assieme in un 
flusso personalizzabile. 

La tecnologia "push" permette al vo- 


Figura 1 - Nella beta, release 2, di Netcaster 
l'avviso appariva minaccioso. Nella 3 non l'ho 
piu visto... chissà se il rischio è diminuito, ho 
cambiato qualcosa nella configurazione od an¬ 
che la sicurezza si scontra con il marketing? 


stro browser di essere "sintonizzato" 
su uno fra i tanti "canali" virtuali dispo¬ 
nibili, da dove scaricherà, in modo auto¬ 
matico e in background, le informazioni 
che gli vengono inviate dal "broadca- 
ster". Abbiamo inventato la televisione 
su Internet? Quasi, ma non proprio. Co¬ 
munque le applicazioni, anche andando 


310 


MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997 




















CNET TODAY 




Kid» & Family 


Technology 


La prima differenza importante Com- 
municator ha in realtà affidato la gestio¬ 
ne dei canali ad un prodotto separato, 
Netcaster, attualmente rilasciato nella 
sua versione beta 2, mentre IE aggiun¬ 
ge alla barra degli strumenti una vera e 
propria antenna parabolica per la sele¬ 
zione dei canali. Anche come strategia 
di comunicazione Commumcator punta 
in modo più "soft" sui canali mentre IE 
ne fa il centro della campagna. Vecchi 
ricordi del Microsoft Network? Netca¬ 
ster consente di selezionare il canale at¬ 
traverso un telecomando che appare 
sullo schermo, in realtà si tratta di una 
applet Java. Il primo problema è legato 
proprio a questo: per lanciare Netcaster 
sul mio 486 DX2/66 di prova ci vogliono 
4-5 minuti solo per caricare la Java Vir¬ 
tual Machine, poi l'applet. 

Immediatamente la prima informazio¬ 
ne: i canali sono potenzialmente un pe¬ 
ricolo per la sicurezza dei propri dati: in¬ 
fatti si tratta di ricevere sul proprio PC, 
secondo un protocollo definito, dei file 


a naso, possono essere infinite: dalla 
medicina alla formazione professionale, 
al divertimento, alla fornitura di catalo¬ 
ghi, aH’aggiornamento del software. 

Vedremo dunque in questa puntata 
alcuni esempi di come oggi, all'alba di 
questo sviluppo, Microsoft e Netscape 
esplorino un campo nuovo. 

Communicator ed 
Internet Explorer 


che possono anche contenere codice 
"malizioso" o semplicemente mal scrit¬ 
to, il quale può fare perdere dati od altro 
(fig. 1). Con questa premessa chi fa un 
uso professionale o semiprofessionale 
del PC non dovrebbe certo abbonarsi a 
nessun canale, ma la scommessa è che 
tutti amino il rischio e quindi più che al¬ 
tro si tratta di poter dire "te l'avevo det¬ 
to io...". Chissà perché questo approc¬ 
cio mi ricorda mia madre! 

Attraverso il "telecomando" (figg. 2- 
3-4) ci si abbona ad un canale, ad esem¬ 
pio CNN o CNET, che invieranno pagine 
Web ma anche animazioni e suoni, ag¬ 
giornandosi ad intervalli prestabiliti. Il 
contenuto quindi arriverà nel nostro PC 
mentre stiamo facendo qualche altra 
cosa, a patto di essere collegati, e poi 


potremo vedere con calma, e soprattut¬ 
to senza tempi morti, il canale preferito. 
I contenuti dei canali possono essere vi¬ 
sti sia con il browser, come se navigas¬ 
simo, sia sul desktop, (si chiama "Web- 
top", ci mancava solo quest'altro acro¬ 
nimo alla collezione, sembra si parli del¬ 
la ragnatela di Topolino...) in modo che 
le informazioni siano viste "in tempo 
reale" 

Mi ricordo che attorno ai 14 anni mi 
fece molta impressione lo schermo gi¬ 
gante. piu che gigante direi enorme, che 
"trasmetteva" pubblicità ed informazio¬ 
ni al centro di Times Square: coi canali 
lo schermo del PC diventa terreno di 
caccia e conquista per le informazioni, 
l'entertainment e... la pubblicità. Quan¬ 
do lo diventerà lo specchio del bagno? 


sportszone ~rJ=r_ 


cmfrt 


Figure 2-3-4 - Ecco un 
esempio della selezione 
latta con Netcaster, Il si¬ 
mulatore del Rover. 
Posso vedere II canale 
in anteprima ed iscriver¬ 
mi. a CNET In questo 
esempio. Sempre di 
Web si tratta ed i tempi 
sono i soliti... La stessa 
cosa si la con Internet 
Explorer. Per ora la gra¬ 
lle a è piu semplice e 
l'interfaccia meno evo¬ 
luta. Si vede insomma 
che siamo in una corsa 
dove conta armare, an¬ 
che se non si arriva pn- 
mi Non si può dire mol¬ 
to per adesso ad IE4.0. 
vedremo nella versione 
finale, certo è che crea¬ 
re un canale per IE4.0 è 
davvero semplice... 


MCmicrocomputer n, 177 - ottobre 1997 


311 



























N 


m cleome 



Figura 5 - Il benvenuto 
di Netscape usa in mo¬ 
do esteso le nuove ca¬ 
ratteristiche dei layer di 
Communlcator 4.0. 
Merita una visita, non 
voglio dirvi nulla per non 
rovinarvi la sorpresa . 


Allo stesso modo agisce Internet Ex¬ 
plorer, con la differenza che l'interfaccia 
Web del desktop è proprio prevista 
nell'installazione di default e quindi i ca¬ 
nali appaiono immediatamente. La tec¬ 
nologia si basa sul CDF, Channel Defini- 
tion Format, semplice da implementare 
realizzando dei file di testo che "dichia¬ 
rano" quali pagine Web costituiscono il 
canale. Insomma lo sviluppatore crea 
uno script che definisce il canale, si ri¬ 
ceve il file ed ecco che da quel momen¬ 
to si parte... 

Attualmente abbiamo la promessa 
che il formato CDF e Netcaster (che 
usa JavaScript 1.2) saranno compatibili, 


D 


ma il problema è 
sempre il solito: per 
visualizzare anima¬ 
zioni ed oggetti vari 
bisogna dare fondo 
alle caratteristiche 
"multimediali" del 
browser e la com¬ 
patibilità in questo 
senso è sempre 

molto teorica. 

Siamo rimasti tutti stupiti dalla prima 
presentazione di Internet Explorer in 
Europa, fatta a Londra: animazioni di po¬ 
chi KB e grandi effetti, sfondi, suoni, 
movimenti, insomma una vera presen¬ 
tazione PowerPoint o simili; ed invece 
in realtà era fatta completamente con le 
nuove caratteristiche di Internet Explo¬ 
rer 4.0. Ma alla domanda "quanti di 
questi effetti saranno disponibili per 
Mac, Unix, Windows 3.1?", la risposta 
ha ridotto molto l'effetto della presenta¬ 
zione “...si tratta di controlli ActiveX in¬ 
clusi nel browser, alcuni ci saranno an- 


Figura 6-7 Marimba e Castanet, due diverse 
soluzioni tecnologiche 
per l'uso dei canali. 


che su Mac altri no. Non sappiamo 
esattamente quali sarà possibile imple¬ 
mentare, ma faremo il massimo dello 
sforzo ... ", 

Insomma siamo per adesso ben lon¬ 
tani dallo standard. Per ora dunque l'uti¬ 
lizzo più portabile è solo quello della di¬ 
stribuzione di pagine Web standard in 
abbonamento; in effetti tutti i tecnici 
con cui ho parlato dei canali mi hanno 
fatto lo stesso commento: si tratta per 
ora in sostanza di un modo di costruire 
un pacchetto di pagine Web da distri¬ 
buire automaticamente, ma in futuro... 

Ma torniamo all'uso dei browser. Net¬ 
caster è più lento di IE, basandosi su 
Java, ma più avanzato nello sviluppo, al¬ 
meno per le versioni beta attualmente 
in circolazione. Detto cosi sembra sem¬ 
plice, ma una delle maggiori opposizioni 
fatte dagli sviluppatori è molto più inte¬ 
ressante: oggi il traffico sulla rete è re¬ 
golato dal tempo (e dalla voglia) che si 
ha di navigare. Se tutti si iscrivono ai ca¬ 
nali e. magari alle stesse ore, decidono 
di collegarsi al nostro sito, che succe¬ 
de? Un traffico immenso, concentrato 
nelle stesse ore, traffico che non è solo 
delle informazioni "buone", quelle che 
interessano, ma di tutto il contenuto del 
canale, sicuramente maggiore. Si ri¬ 
schiano picchi che il server o la banda 
passante potrebbero non sopportare. 
Come fare? 

Certamente la tecnologia push au¬ 
menta il traffico perché in moltissimi 
centri universitari, uffici, ecc., connessi 
ad Internet diventa molto facile iscriver¬ 
si magari ad una diecina di canali; natu- 


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Eventi» 


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Torma Jafan. 4 

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Lom tw ér. Kntackv. 

Marrou frat . 

HctwotVi lotau? W. Qct 7 



BackWeb Acquires 
Lanacom 


Headlmer 



Serious Push 




312 


MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997 














































■.«l.w.k 


Talmente finirà che se ne vedranno due 
o tre, ma nel frattempo saranno comun¬ 
que stati ricevuti vari megabyte di im¬ 
magini ed animazioni che non saranno 
mai visti. Inoltre come si fa a capire co¬ 
sa è stato interessante o preferito? Nel 
Web gli strumenti di analisi sono raffi¬ 
natissimi ma con i canali... 

Per ora è presto per parlare di conte¬ 
nuti, siamo ancora in un periodo dimo¬ 
strativo, ma certamente fino a quando 
mi connetterò ad Internet con la linea 
telefonica commutata farò un uso 
mooolto parco dei canali di IE e Com- 
municator. 


E gli altri? 

Gli altri... usano UDP! In effetti oltre 
alla tecnologia "standard" del Web esi¬ 
ste un altro approccio, dove si usa un 
protocollo proprietario "appoggiato" sul 
TCP ed l'UOP (User Datagram Protocol, 
quello usato da Quake e molti altri per 
giocare in rete su Internet, da ICQ per il 
Chat...). Si possono definire prodotti 
"server push" a differenza dei "Client 
push" che invece non richiedono che il 
server invii alcunché, ma deve essere 
l'utente a dire quando vuole ricevere le 
informazioni indicando orario di collega¬ 
mento, ecc. Insomma più che un push 
di tratta di un pulì, il browser si "tira" 
dal server quello che gli serve, ad orari 
e secondo i modi stabiliti. 

Backweb 2.0 della BackWeb Techno¬ 
logies e Ca- 

stanet di Marimba http://www.manm- 
ba.com (figg, 6-7) usano questa tecno¬ 
logia. La differenza è importante, tanto 
che Backweb si presenta come "The 
serious push technology”, la tecnologia 
push seria! 

In realtà è probabilmente vero, sia per 
Netscape che per IE4.0 si tratta di utiliz¬ 
zare un processo automatico di naviga¬ 
zione, che metta nella cache le pagine 
Web, le applet, eccetera. Vi ricordate gli 
agenti intelligenti quali Net Attaché di 
cui avevamo parlato alcuni mesi fa, od i 
vari programmi di "cattura" dei siti? 
Questo è in sostanza quello che si fa, 
con una interfaccia molto sofisticata ed 
elegante, e finalizzata in particolare a 
settori che vengono definiti da chi rea¬ 
lizza il Web. Con Castanet o Marimba il 
discorso è più complesso e, forse, più 
sofisticato. Comunque anche una tec¬ 
nologia push "vera” è prevista sia per 
IE che per Communicator. Nelle illustra¬ 
zioni il funzionamento di Backweb (figg. 
8 - 11 ). 

Backweb usa degli infopack per tra- 


Fìgura 8 - All'installazio¬ 
ne. dopo aver ricevuto 
circa 2 MB di program¬ 
ma, appare una finestra 
con alcuni canali prein¬ 
stallati. Semplicissimo 
selezionare l'elenco dei 
canali, si apre la finestra 
del browser. 



All InloPaks 




Figura 9 - Ecco l'elen¬ 
co, come vedete si 
tratta di un elenco 
molto nutrito, torse più 
di quelli dei concor¬ 
renti famosi Basta se¬ 
lezionare un canale ed 
avviene la sottoscrizio¬ 
ne. 




sferire le informazioni dei cana¬ 
li, monitorizzando l'uso che vie¬ 
ne fatto della rete e trasferen¬ 
do le informazioni quando que¬ 
sta è meno utilizzata. Natural¬ 
mente, e questo è logico, non 
ha bisogno necessariamente di 
un browser per funzionare. Ca¬ 
stanet è probabilmente la solu¬ 
zione ideale per canali Java, 
fornendo una serie di tool per 
sviluppare e "spingere" pre¬ 
sentazioni realizzate in Java. 
Se si trattasse solo di applet e 
di pagine Web, IE o Communi¬ 
cator sarebbero sufficienti: ma 
se volete realizzare, distribuire, 
assistere ed aggiornare appli¬ 
cazioni Java, allora Castanet è 
lo stato dell'arte. 

La “spinta” 
di DELL 

La Dell Computer sta per 
spingere la vendita diretta dei 
propri sistemi ed altro nel vo¬ 
stro PC: in questi giorni ha an¬ 
nunciato che ogni computer 
venduto verrà configurato per 
l'accesso al canale DELL, per 
portare direttamente a casa vo¬ 
stra gli upgrade del software 
(driver, nuove utility, ecc.) ma 
anche prodotti ad hoc. In parti¬ 
colare gli aggiornamenti dei pro¬ 
dotti DELL ma, forse, anche al¬ 
tro. "Noi conosciamo i nostri 
clienti, sappiamo cosa vogliono. 
Ora abbiamo un sistema velo¬ 
ce, economico per raggiunger¬ 
li", ha dichiarato Bill Morris, 


MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997 


313 

















































Figure 10-11 - Ma arri¬ 
vano sullo schermo an¬ 
che gli annunci: ecco 
che ricevo l'inlormazio- 
ne del nuovo canale di 
Informazioni di IE4.0 
Selezionato, ed ecco 
che arriva la sottoscri¬ 
zione ed I ringrazia¬ 
menti. ,. 




n w ’ w ~' “Jimcii 




web site 

THANK YOU 

for subscnbing to thè 

Microsoft Internet Explorer 4.0 Presirw Chaiuiel 

IlOW lo uso 

Now that you have subscnbed to thè channel, thè software and/or 
Information that you have requested will be automalically ddivered 
to you transparently while you are online When thè software 
and/or information amves, you will be notified by a "Flash" sirrular 
to this one 

$ 

Enjoy this Service and your new browser! 


senior online marketing manager di 




gna tener presente che la vendita on-li- 
ne di Dell lanciata nel giugno 1996 ha 
raggiunto I 730 milioni di dollari, e nei 
prossimi 6 anni prevedono di vendere 
on-line la metà del loro fatturato che og¬ 
gi è di 7.8 miliardi di dollari, Non hanno 
ancora rivelato i contenuti del canale, 
ma servizio e supporto prodotti saranno 
il centro, anche se ci sarà una attenzio¬ 
ne particolare per evitare che questo 
venga vissuto come "intrusivo". "Si 
tratta di dirigere l’attenzione del consu¬ 
matore sui prodotti ed i servizi correlati 
al prodotto che ha. in modo da massi¬ 
mizzare il ritorno da parte di ogni singo¬ 
lo consumatore. Potremo aver la possi¬ 
bilità non solo di vendere gli upgrade 
del software ma anche di avere un nuo¬ 
vo canale per ogni software, servizio o 
periferica che il cliente vorrà", (Tim 
Sloane. direttore dell'infrastruttura In¬ 
ternet del gruppo Aberdeen) 
inno //www aoercieen cglin Steve 
Brehaut, senior product manager della 
Toshiba Fritto //www.toshiba comi ha 
detto che inizieranno un canale al rila¬ 
scio di IE 4.0 e che questi sistemi arri¬ 


veranno dalla primavera '98, mentre 
Dell che costruisce i computer all'ordi¬ 
ne prevede di iniziare dal 30 settembre. 

PointCast Network lnc.( http://www. 
nointcast.com) è stato uno dei primi ad 
"inventare" un client dedicato alla tec¬ 
nologia push, ed è uno dei partner di 
Microsoft nello sviluppo del formato 
CDF (Channel Definition Format). Apple 
Computer, Compaq, Gateway 2000 ed 
IBM prevedono di fornire i propri siste¬ 
mi con un Client PointCast, probabil¬ 
mente personalizzato ad hoc. 

Secondo Dell sarà possibile in questo 
modo offrire un servizio di assistenza al 
singolo cliente dello stesso livello di quel¬ 
lo offerto alla grossa azienda, mettendo 
ad esempio a disposizione il loro databa¬ 
se dell'help desk di 35.000 pagine. 

In Germania è stato annunciato dalla 
Burda Medien GmbPI un servizio di me¬ 
dicina on-line via push. Si tratta di 
espandere un servizio che ha attual¬ 
mente fatturato solo in pubblicità oltre 2 
milioni di dollari nel 1997, rivolto ai me¬ 
dici, che offre notizie, database, forum, 
gratuitamente, in cambio della pubbli¬ 
cità. IhttDV/www.hos.del Per vedere co¬ 
sa fa qualcuno di meno famoso potete 


fare una visita a downtown http.// 
Iwww inrommon noni 


Fuori dal coro 

Ma davvero tutti pensano che i canali 
siano buoni, utili, anzi indispensabili? 
Raphael Needleman, editor di CNET, 
una delle più famose riviste on-line, fa 
alcune osservazioni molto interessanti. 
Prendiamo il bilancio PC-banda di rete 
un utente casalingo od una piccola 
azienda può avere un Pentium II a 233 
MHz con 32 MB di RAM ma probabil¬ 
mente si collegherà ad Internet a 28,8 
KB al secondo, se è fortunato usa una 
128 KB unendo due canali ISDN I com¬ 
puter nelle aziende usano almeno una 
banda di 10 Mbps, che significa 350 
volte il flusso di dati di un modem a 
28.8 Kbps. 

Attualmente chi disegna canali push 
tende a pensare che il download in 
background equivalga a banda infinita; 
in effetti è un dato di fatto che quando 
si passa da siti anche "economici" a ca¬ 
nali dello stesso sito il contenuto sem¬ 
bra aver perso l'economicità, proprio in 
virtù del ragionamento "tanto è in back¬ 
ground Anche se teoricamente 
sembrerebbe avere senso il processo in 
background stesso consuma una certa 
quantità di risorse, spesso molte. Pro¬ 
vate ad iscrivervi ad un certo numero di 
canali Netcaster ed a lasciarlo aperto: 
capirete immediatamente cosa signifi¬ 
ca. Inoltre altri problemi sono legati al 
contenuto del canale; ABCnews ad 
esempio contiene moltissimo Java¬ 
Script, molta grafica, applet Una volta 
avviato, un Pentium 200 sembra un 
vecchio 486 DX2. Sembra assurdo ma 
navigare nei canali di Netcaster dopo 
averli ricevuti è molto più lento che ve¬ 
dere in linea gli stessi siti! Sembra che 
oggi più i canali sono orientati al singolo 
e più c'è da ricevere, con una tendenza 
generale a renderli simili alla TV Ma a 
28.8 non sembra funzionare.. 

Certamente il contenuto del canale 
deve essere adeguato al pubblico ma il 
mezzo detta i modi in cui il contenuto 
deve essere presentato. I disegnatori di 
Web ovviamente hanno un occhio sui 
nuovi modem, Internet via satellite, ma 
sembra stiano ignorando la tecnologia 
di oggi. i"® 


314 


MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997 







































Caldera 

OpenLinux 


http://tvtvw.cofcix.it 
Roma: 00/58201302 


Ma sono 
gli esperti di 

ISDN ! 


SEDLBAUER 


DOax 


128 






a cura di Corrado Giustozzi 


La storia dell'HTML 


La storia dell’informatica è una materia affascinante e divertente, di sicuro 
impatto, ma con una curiosa caratteristica: è molto breve. Solo pochi anni fa mi 
“divertivo” a programmare con il mio Spectrum espanso addirittura a 48K (ancora 
maledico il giorno in cui l’ho venduto...) eppure mi sembra che sia passato un 
secolo. Ciò è ancor più vero per Internet e l’HTML. La prima idea di World Wide 
Web è solo del 1990 e la prima versione dell’HTML del 1991. Da allora se n’è fatta 
di strada! Quello che era nato come un sistema di comunicazione tra università o 
scienziati si è evoluto sino a divenire praticamente indispensabile alla vita di tutti i 
giorni. Su Internet decidiamo che film andare a vedere al cinema, che auto 
acquistare o quale tesi sviluppare per la nostra laurea. Ma il tragitto non è stato 
facile: bozze, standard, raccomandazioni e fallimenti. Ecco l’affascinate storia di 
un linguaggio che ha, almeno in parte, cambiato il modo di vivere e di pensare del 
nostro mondo. 


di Giuliano Boschi 


Questa rubrica è giunta ormai all'inizio 
del suo terzo anno di vita. Per festeg¬ 
giare degnamente questo anniversario 
non c'è nulla di meglio che un "ritorno 
alle origini" dell’HTML (Hypertext 
Markup Languagel per raccontarne la 
breve ma feconda storia, dai primi ten¬ 
tativi sino alla più recente versione 4.0. 


I primi passi 

I primi utilizzatori di Internet (o se pre¬ 
ferite Arpanet) furono i militari e le co¬ 
munità scientifiche. Nata in ambiente 
Unix e ad esso indissolubilmente lega¬ 
ta, la "rete delle reti" non poteva spe¬ 
rare in un vasto sviluppo principalmen¬ 
te per due motivi. Per prima cosa i 
computer di ambiente Unix, per il loro 
costo e per la loro struttura, erano di 
quasi totale appannaggio di università o 
grosse aziende e pensare che un priva¬ 
to potesse averne uno dentro casa ra¬ 
sentava quasi l'impossibile. Altro limite 
era dato dalle difficoltà di connessione. 

II software che permetteva il collega¬ 


mento era decisamente complesso. 
Essendo di solito utilizzato da persone 
che si occupavano professionalmente 
di informatica, gli sviluppatori non si po¬ 
nevano il problema di facilitarne l'utiliz¬ 
zo. In pratica, per collegarsi ad Internet 
serviva una laurea in ingegneria infor¬ 
matica o poco meno. 

Ma come sempre succede qualcuno di¬ 
mostrò di avere una vista più acuta di 
altri ed incominciò a pensare, per prima 
cosa, ad un sistema di comunicazione 
che permettesse ad un computer di 
colloquiare con un altro di struttura to¬ 
talmente diversa. Adesso la cosa ci 
sembra normale, ma allora solo pensa¬ 
re che uno Unix potesse trasferire dei 
dati verso un Mac era un'idea fanta¬ 
scientifica. 

Nel 1986 fu cosi rilasciato un nuovo 
standard ISO, USO 8879, con l'obietti¬ 
vo di essere utilizzabile con tutte le 
piattaforme esistenti. Questo linguag¬ 
gio chiamato SGML (Standard Genera- 
lized Markup Languagel fu il primo pas¬ 
so verso l’HTML e quindi la comunica¬ 
zione globale. 


Il World Wide Web 

Probabilmente il nome di Tim Berners- 
Lee non vi dice nulla, non è un discen¬ 
dente del generale Lee e neanche un 
produttore di jeans. Eppure noi tutti inter¬ 
nauti gli dobbiamo davvero tanto: è l'in¬ 
ventore dell’HTML Nel 1989 Tim Ber- 
ners-Lee presentò la proposta per la rea¬ 
lizzazione di documenti ipertestuali da 
usarsi all'interno della comunità del 
CERN II problema principale del CERN, 
la cui sede si trova nei pressi di Ginevra, 
era quello di comprendere una nutrita co¬ 
munità di studiosi e soprattutto di essere 
soggetto ad un rilevante turnover. Da qui 
la necessità di comunicare con migliaia di 
persone sparse su tutta la superficie del 
globo. Lo scambio di informazioni scienti¬ 
fiche è infatti alla base dell’accelerazione 
dei progressi raggiunti negli ultimi decen¬ 
ni. Per poter mantenere questi contatti 
era, ed è indispensabile, che le notizie e 
le informazioni viaggiassero con la stessa 
velocità delle idee, cioè quasi in tempo 
reale. Lo scienziato che lavorava per un 
anno al CERN indubbiamente contribuiva 


316 


MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997 



— 




u/zr WORU Wide Web 

Leading thè Evolution of lite Web... 
\v>y p»i>u.h» EaMc Jftjin or UDII, - i » 

•mMtlfa i .»» ». UrrmmrrjUr uic 

. n* melma 




Figura I - Il W3C 
IWorld Wide Web 
Consortiuml è l'organo 
deputato a tutte le co- 
ditiche riguardanti il 
WWW. compreso 
l'HTML. Si occupano 
di problemi tecnici e 
non sono certo dei 
grafici . Lo scarno sito 
ne 6 la dimostrazione ' 


alla crescita del 
sapere scientifico, 
ma se questo 
avesse avuto la 
possibilità di tra¬ 
scorrervi un tem¬ 
po maggiore la 
sua ricerca avreb¬ 
be dato risultati 
ancora più positi¬ 
vi, Questo non era materialmente possi¬ 
bile (il turnover è comunque indispensa¬ 
bile per far fare esperienza al maggior nu¬ 
mero possibile di persone), era invece 
possibile lo scambio continuo delle infor¬ 
mazioni in modo che, chi avesse lavorato 
ad un progetto nel CERN, poteva conti¬ 
nuare a sviluppare le sue idee presso i 
vari laboratori sparsi per il mondo. Per 
realizzare ciò serviva uno strumento che 
permettesse lo scambio di dati anche tra 
chi disponeva di computer diversi tra di 
loro. Questo strumento in parte già c'era 
(Internet) in parte si deve alla lungimiran¬ 
za di Tim Berners-Lee. Le linee guida di 
questo sistema, che lo stesso Berners- 
Lee chiamò piu tardi World Wide Web 
(WWW), furono codificate nell'ottobre 
1990 ed in sintesi erano: indipendenza 
dalla piattaforma del computer: possibi¬ 
lità di avere e dare informazioni, "traspor¬ 
to" meccanico delle notizie attraverso 
cavi di connessione (in seguito evoluto 
nell’HTTP); identificazione di uno schema 
che permettesse l'utilizzo di indirizzi e la 
possibilità di indicizzare documenti: un 
linguaggio che consentisse l'utilizzo di 
documenti ipertestuali. Quest'ultima indi¬ 
cazione, anche se inizialmente non era 
inserita nelle codifiche, si è rivelata esse¬ 
re la naturale evoluzione dei punti prece¬ 
denti. 


Lo sviluppo dell’HTML 

Barners-Lee sviluppò e definì il linguag¬ 
gio HTML, progettato con l'utilizzo 
delI'SGML, dall'ottobre al novembre 
1990, con il parallelo sviluppo del primo 


Thi» le en CI»r*XM»TAl. vacale*» •» HTMI tcode r.M»«d Coufii) Wiat 
nu*il inw Ì.X U ald «Mppoft (or •»!« by IM *m«l e*». includi*»* 
atyla a**••«-•, ernpting. ti»a eb]»cc u«, incarnati anali taclen and 
• a «canalone Ce Iona, riva liana taf a nll piokably b a addad 
enea a* bava ta aytaad definìClan (ec tAan. 

bratti Vedileaday IS-JuXy** 

Autieri bava Kayfatt «4*rM.at|» 

Ttue ta IWJ1C7 ro C1UBU. pandi n* linai approvai by eanbat 
a 19 am la (lana af tha Varld Vida Vab Cenaertiiea. 


1 17*40712//»* 


Typtcal oaaya: 


Web browser. Que¬ 
sto browser, inizial¬ 
mente, operava so¬ 
lo su stazioni NeXT 
e elaborava solo file 
di testo. Era comun¬ 
que l'inizio del__ 

World Wide Web. 

Le specifiche del 

WWW, compreso l’HTML furono codifi¬ 
cate nell'estate del 1991. La fase succes¬ 
siva fu quella di proporre, introdurre e far 
accettare alla comunità di Internet questo 
nuovo e rivoluzionario sistema di comuni¬ 
cazione. Ciò non fu facile. Internet a quel 
tempo era in effetti utilizzato da poche 
persone che godevano, rispetto agli altri, 
di un privilegio dato dalla possibilità di 
condividere e scambiarsi informazioni. In 
un certo senso si sentivano (e forse lo 
erano) degli eletti. Qualsiasi fatto atto a 
cambiare questo privilegio indubbiamen¬ 
te non faceva loro piacere e la sola idea 
che milioni di persone affollassero la rete 
era in effetti, per gli utilizzatori di allora, 
un incubo. Pensate di essere a mollo in 
un'enorme piscina sotto il cocente solo di 
agosto, di galleggiare su di un materassi- 
no con in mano un bicchiere di birra gela¬ 
ta e di trovarvi improvvisamente in un po¬ 
sto cosi affollato da non potere avere 


•tic »wm i.p.ii 




Figura 2 - Ecco come 
veniva presentata la 
prima bozza dell'HTML 
32 lo "Cougar" se pre¬ 
ferite! Da notare la fra¬ 
se che indica tale bozza 
come provvisoria e 
soggetta a modifiche e 
variazioni 


neanche la possi¬ 
bilità di muovervi. 

Non sareste un 
tantinello sospet¬ 
tosi anche voi? 

Comunque fu re¬ 
sa disponibile, per 
i programmatori, 
una libreria di codici da utilizzare nel pro¬ 
getto di nuovi software specifici per il 
WWW che ne facilitassero l'accesso e. di 
conseguenza, la diffusione. Subito una 
grande varietà di browser furono svilup¬ 
pati e resi disponibili praticamente per 
ogni piattaforma (PC, Unix, Mac, ecc..,). 
Ma. già mentre nascevano i primi brow¬ 
ser, l'HTML si stava dimostrando si utile 
ed importante, ma anche insufficiente a 
gestire le esigenze e le necessità di uten¬ 
ti sempre più esigenti. Inoltre i produttori 
di browser avevano preso la cattiva abitu¬ 
dine (purtroppo ancora oggi palla al piede 


livelli” dell’HTML 


Nel 1994 venne codificata questa tabella che assegnava ad ogni browser un valore in livel¬ 
li. corrispondente alle estensioni HTML che supportava. In seguito questa tabella è andata 
in disuso ed ora. molto empiricamente, si definisce un browser a seconda della versione 
HTML che riconosce. 

Livello 0 

Livello minimo che ogni browser deve implementare. Sono incluse tutti i principali coman¬ 
di come gli heading. le liste, i collegamenti ipertestuali, ecc... 

Livello 1 

Include tutto quanto presente nel livello 0 a cui si aggiungono le funzioni riguardanti l'inse¬ 
rimento di immagini nel documento, le "enfatizzazioni" dei testi (bold, italico, ecc.). 

Livello 2 

A quanto già detto si aggiungono i form. Nel 1994 questa funzione non era ancora stata 
codificata e in effetti nessun browser raggiungeva il livello 2. 

Livello 3 

Includeva comandi a quel tempo esistenti solo nella mente dei progettisti come ad esem¬ 
pio le table 


MCmicrocomputer n, 177 - ottobre 1997 


317 





































■;r^ryu:jìi 

! t t u —<h* 


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ZÌE 


W3C0 


l’roji'i-l: Cougar 

Wfi nnl »rrtìon af IfTML 

Coluto co* im f* WJCworit '.o to uro »m»« << HTML Tìu u bar* <VwV>pe4 hy to WJC HTML W<*k«, 
Gfouf'. »feh ncbdei AMf. Hrwlrfl f'«t« J IBM. U«k^ CnnwMi Non* SoBQuad. 

■xl Sud Maiomtrmi 

WWi w* uà t onju' 

Cercar bulla uf-» |<n >ii w rt oo W1C* 1 K*c omnw&l**® (•« HTML ? 2 Ar»« to ram» « uatntfy urnVr 
kiuirt «r* nrkImu «ad «"*#" <fc«i«nn»i 0* «»*kv I» !**-• la t» (hatgtd IrcjrT» «u *>r»«n 6«nri «4 
lubntory ■* Oawi. ttftortd tenti M HTML lf«Mri lo» |»,i* «A .k»J4o»i ntow-ki cfcjecu 


W3C a drrrkf«g • »«» loftot*«r 4 ,y<.«h Ux n 


n u cmcatff franar «n* Ih» LIHF. mrl 


META fintai Tira nrw wihnmi u Wr.Vl lo «di* 0* H to* i*U JaU ti frifUui objKfe lo aarkadr 

wlm ubon deserto, 0 * !« * «*»> «xl irUfr«uhfu «■< ttot tra*,, md «a irfeUy «torta *r rana dMt uh <^ui 
ifton TH. Mirra u too.to**4 betwe*» to'.: W Wcri*, C*«* ««to’ ! ' Col» carni ' W«>m 

Group 

Pukli.brd Draftt kriug « en wafer ed (or t.«fw 


4 * 


Figura 3- Se iioi qual¬ 
cuno avesse dei dub¬ 
bi su cosa sia "Cou¬ 
gar" ecco una pagina 
di spiegazione Inte¬ 
ressante è l'indicazio¬ 
ne del gruppo di lavo¬ 
ro su questa nuova 
versione dell'HTML 
che comprende an¬ 
che Microsoft e Net¬ 
scape. 


-i 'fa*—*, - 


HJ3 


a late!* 


W5C 


HTML40-970708 


HTML 4.0 Specilìcation 

WC Utokrag l*r»§ §-Jml^l99' 

Abstract 

Tira if-erto «x« deferì to HypnTrB M«k\? Lwgiug* iHTML*. mi>« 4 0. to pulito, Un^u*- * to Wortd Wide 
W tb In «ddta* lo to ira. rnutamrto. «vi hyperMc frenati ci to («rwioui vrrrrant ef HTML. HTML 4 0 Nppuftj mutr 
màtor-kt <p«<xu. urxbr, languenti. r»vW torti. hrO« (amane Ut Alari «vi dorumrtto fluì me rtytr Min olir lo tu ni 
•Uh toaltors HTML 4 0 dio Ukn girai rtndri t-.warli to rtrmaHooaÉttabo« ci dooanerli. wtìh to r>d of roto, to 
Web trolv World Wrk 

Status of Ibis documriil 

Timi a a W1C W.rtiy Vnè fve inr» !f W3C mentori «vi tot «errate 4 partei boa Adi documea and may b* 
■folate d. arpia, td or oUolrtrd by tot bevaci* « a*y ime It u auppropnair lo un WJC Work*, LfaAi m rrinm.» 
et lo ttr totn ai tot dui. *w**k n Timi « «rock « pogrrn and tori mai raply mdainund by. «* to 

ni ntoi W3C or untori otto ITTML wiaka, 


Figura 4 - Cd ecco l'ultimo documento ulficiale del W3C. la bozza di proposta 
della versione 4.0 dell'HTML Anche qui viene latto notare lo stato di "work 
in progress" del documento. Tra quanto illustralo nelle prime frasi Timple¬ 
mentazione,, di indubbio valore sociale, di comandi che facilitano l'utilizzo del 
WWW ai disabili. 


di tutti i progettisti 
di pagine WWW) 
di sviluppare nuovi 
comandi HTML 
non standardizzati 
e codificati da Bar- 
ners-Lee. In prati¬ 
ca l'HTML, cosi 
come era cono¬ 
sciuto allora, non 
era utilizzabile. Era giunto il momento di 
pensare alla versione 2.0. 


HTML 2.0 


Prima di definire la versione 2.0, furono 
fatti vari tentativi per codificare definitiva¬ 
mente il linguaggio. Ciò avvenne, nean¬ 
che a dirlo, attraverso le mailing list e 
newsgroup di allora permettendo ad 
utenti di tutto il mondo di partecipare fat¬ 
tivamente all'implementazione della nuo¬ 
va versione. L'idea di HTML si era molto 
evoluta dalla prima bozza presentata da 


Berners-Lee e, per la codifica della ver¬ 
sione 2.0, oltre a Tim si aggiunsero Dan 
Connolly e Karen Muldrow Dan Connolly 
pubblicò una bozza della versione 2.0 
nell'aprile del 1994, ampliando ed elabo¬ 
rando il lavoro compiuto da Tim Berners- 
Lee. Questa bozza iniziale fu ulteriormen¬ 
te riscritta e sviluppata da Karen Muldrow 
nel luglio 1994 e successivamente pre¬ 
sentata come proposta ufficiale per 
l'HTML 2.0. Un gruppo apposito di lavoro 
fu creato per verificare e ratificare i pro¬ 
cessi contenuti nel documento. La propo¬ 
sta fu ridefinita in un "Internet Draft". Un 
Internet Draft è rilasciato dalla Internet 
Engineering Task Force (IETF). Un do¬ 
cumento di questo tipo esiste solo come 
fonte di discussione, non è e non vuole 
essere un documento ufficiale. Resta va¬ 
lido per sei mesi e può essere aggiorna¬ 
to, sostituito o cancellato in toto o in alcu¬ 
ne delle sue parti. In pratica non può es¬ 
sere utilizzato come base per progettare 
un browser II gruppo di lavoro, sempre 
nel 1994, decise anche che i comandi 


La Timeline dell’HTML 


ottobre/dicembre 1990 - Tim Berners-Lee crea un linguaggio che da il via al programma 
WWW (World Wide Web) 

estate 1991 - Su Internet vengono rilasciate le prime specifiche per l'HTML. 
giugno 1993 - Viene rilasciata una bozza per l'HTML 1 0. 

aprile 1994 - Dan Connolly pubblica un documento di partenza intitolato "HTML 2.0", 

luglio 1994 - Viene rilasciata da Karen Muldrow una bozza dell'HTML 2.0. 

febbraio 1995 - Si pubblica un documento contenente gli standard HTML 2.0 

22 settembre 1995- L'HTML 2.0 (RFC 1866) viene approvato e proposto come standard. 

novembre 1993 - E’ reso pubblico un documento sull'HTML+. 

marzo 1995 - Viene pubblicata la bozza di proposta dell’HTML 3.0. 

settembre 1995 - Scade la bozza di proposta dell'HTML 3.0. 

5 maggio 1996 - Pubblicazione della bozza dell'HTML 3.2. 

14 gennaio 1997 - L'HTML 3.2 viene raccomandato dal W3C 

luglio 1996 - Pubblicazione sul sito Internet del W3C dello sperimentale "Cougar" DTD. 

aprile 1997 - Il "Cougar" viene ulteriormente ampliato, anche se continua a definirsi spen- 

mentale 

8 luglio 1997 - Viene pubblicata dal W3C la bozza dell'HTML 4.0. 


HTML doveva essere divisi in livelli. Ciò 
serviva per poter definire l'efficacia di un 
browser rispetto all'intera struttura 
HTML. Nel box 1 potete trovare la divisio¬ 
ne proposta. In seguito ciò fu superato e 
la capacità dei browser di interpretare 
l’HTML fu legata al numero stesso della 
versione dell'HTML. 

La versione definitiva dell'HTML 2.0 è 
stata ratificata il 22 settembre 1995. In 
effetti, già in quella data, la maggior parte 
dei browser supportavano gli standard da 
lei definiti. Con la 2.0 (la prima versione 
HTML effettivamente utilizzabile) inizia il 
boom di Internet. 


HTML+ e HTML 3.0 

Discussioni e scambi di opinioni su que¬ 
sto linguaggio ipertestuale non si sopiro¬ 
no certo con l’uscita della versione 2.0. 
In particolare Dave Raggett scrisse e di¬ 
stribuì un documento in cui inseri molti 
comandi che in seguito sarebbero stati 
fatti propri dall'HTML 3.0. Raggett 
chiamò questa sua fatica HTML+ defi¬ 
nendola come ", un superset di coman¬ 
di HTML". L'HTML+ non vide mai la lu¬ 
ce del sole ma si evolse nell'HTML 3.0 
L'HTML 3.0 introduceva delle innovazio¬ 
ni importanti rispetto alla versione prece¬ 
dente come le tabelle, la possibilità di in¬ 
serire del testo intorno alle figure o la 
possibilità di realizzare formule matema¬ 
tiche anche complesse. Risultava total¬ 
mente compatibile con documenti in for¬ 
mato 2.0, ma le differenze tra le due ver¬ 
sioni erano cosi tante da rendere poco 
gestibile e particolarmente pesante la 
standardizzazione delle proposte. Cosi 
anche l'HTML 3,0 non venne mai ufficia¬ 
lizzato, anche se molti produttori di 
browser implementarono, a modo loro, 
alcune delle sue proposte. 


318 


MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997 



























La rete è una severa maestra 


Il sito perfetto probabilmente non esiste, ma per imparare qualcosa 
non è necessario visitare solo pagine esenti da errori. Basta cogliere 
gli elementi validi presenti in un sito e, interpretandoli, trasferirli su 
quello di nostra produzio ne. Un esempio ci viene dal sito della Shell 
lihttpv/www.shell.comfl un sito non perfetto e ormai in parte datato, 
ma con delle idee simpatiche ed originali che denotano una precisa 
progettualità. E' infatti questo l'argomento della "lezione" di oggi. Il 
buon progettista di siti è contemporaneamente architetto ed inge¬ 
gnere, strutturista e designer, analista e operaio. Troppo complicato? 
No, basta utilizzare una delle periferiche di cui noi tutti siamo dotati 
lanche se a dire il vero qualcuno spesso disconnette): il cervello. 
Veniamo alla Home Page del sito Shell. Shell in inglese vuol dire con¬ 
chiglia e le conchiglie, insieme ad altri ammali marmi, sono utilizzati 
come "interfaccia utente" per la navigazione del sito. In prima pagina 
non poteva che essere presente lo stemma della società contornata 
da quelle che sembrano delle perle colorate. Qui sta la parte piu ori¬ 
ginale del sito La conchiglia, come è evidenziato nella figura, e con¬ 
tornata da due "giri" di perle. Quello esterno presenta perle di di¬ 
mensioni maggiori rispetto a quello interno. Ciò permette di identifi¬ 
care le parti del sito che, a giudizio dei progettisti, sono di nlevanza 
principale. 

Questo sistema, semplice ed essenziale, consente di definire un 
menu complesso (nel senso delle molte opzioni fornite), ma di im¬ 
mediata comprensione, in poco spazio e con una grafica decisamen¬ 
te piacevole. 

Le perle sono raccordate tra loro con archi di cerchi e “tendono” ver¬ 
so il centro della conchiglia attraverso delle linee rette a simboleggiare 
una comunicazione attiva tra la società e il lettore/navigatore Internet. 
Dicevo anche della grafica gradevole La conchiglia è coperta da una 
velina trasparente che ne impreziosisce i contorni e che tende ad evi¬ 
denziare le perle rispetto alla conchiglia stessa L'idea di base è sicu¬ 
ramente giusta; la conchiglia, anche se rappresenta l'idea stessa del¬ 
la "Shell", è messa in secondo piano (ma pur sempre presente) ri¬ 
spetto a ciò che veramente interessa all'utente ossia il titolo dei capi¬ 
toli che può navigare. Per evitare che l'immagine pesasse molto, 
questa è stata comunque molto compressa facendone scadere la 
qualità. 

Sulla fascia blu a sinistra della pagina sono presenti altri bottoni, iden¬ 
tificati da altre perle più grandi e di colore più marcato Questi colon 
vivaci stonano con gli altri presenti nella pagina, facendo perdere alla 
pagina stessa quella eleganza e quella raffinatezza che si era guada¬ 
gnata con l’immagine centrale. 

Altra cosa poco gradevole è la fascia blu orizzontale che si trova sot¬ 
to l’immagine centrale e che mostra lo scorrere di un messaggio 
contenente la quotazione (presumo in tempo reale) delle azioni del 
gruppo. Ma era proprio necessario inserire tale informazione o co¬ 
munque inserirla proprio li? Non poteva essere utilizzato un riquadro 
bianco, quindi invisibile, in cui far scorrere un testo nero? Mi viene 
quasi il dubbio che chi ha inserito il riquadro blu non sia la stessa per¬ 
sona che ha progettato la delicata immagine della conchiglia Oppu¬ 
re, cosa più probabile, l’elemento blu è stato fatto inserire dal com¬ 
mittente senza ascoltare i consigli del progettista del sito. D'altronde 

Figura 8 - Ecco la "stella manna" di cui si parla nell'articolo L'idea è simpati¬ 
ca e stuzzicante Ma se avessimo bisogno di inserire un altro capitolo come 
tacciamo ? Forse si può sostituire alla stella marma un polipo, ma non credo 
che sia una buona immagine per la societè 1 


KW, P, 


lui paga, lui decide 

A seguire, sulla stessa pagina, è presente una guida al sito con la 
spiegazione dei contenuti di ogni capitolo. Un servizio utile che per¬ 
mette all’utente di decidere, sin dalla sua prima visita, quali sono le 
pagine che più lo interessano. 

Passiamo ora alle pagine di li¬ 
vello 2 cuccando sulla "perla" 
che dice "How this site 
works". L'ambiente resta mari¬ 
no, ma si passa da una conchi¬ 
glia a una stella marina Lo stile 
e lo stesso. Questa volta, però, 
i successivi sottomenu sono 
presenti ognuno su di un brac¬ 
cio della stella marma, idea cari¬ 
na, ma se il cliente decide di 
aggiungere un argomento cosa 
facciamo? Forse esiste una 
stella marma a sei braccia, ma, 
da inesperto di ammali acquati¬ 
ci, non ne sono a conoscenza. 

Forse potrà sembrare una bat¬ 
tuta. e in parte lo è, comunque 
bisogna sempre pensare ad un 
sito come ad un qualcosa in 
evoluzione e. anche quando 
sembra impossibile, c’è sem¬ 
pre la possibilità di dover ag¬ 
giungere pagine o argomenti a 
quanto già pubblicato. Se ciò 
accadesse in questa pagina 
avremmo dei seri problemi, 

Per il resto il sito è tutto qui. in¬ 
tendiamoci. vi sono "tonnella¬ 
te" di notizie che lo rendono in¬ 
teressante agli addetti del set¬ 
tore. ma non vi sono pratica- 
mente foto o immagini se non 
quelle inerenti la navigazione 
del sito, sinceramente mi 
aspettavo qualcosa di più 
Come avete potuto vedere, se 
analizzato con l’ottica giusta, un 
sito può insegnarci molto, su 
cosa fare e soprattutto cosa 
non fare. Ceno rimane il gusto personale, alcuni ad esempio posso¬ 
no non condividere i miei giudizi su questo sito, l’importante è navi¬ 
gare con gli occhi (e il cervello) ben aperti. Philippe Guillanton. diret¬ 
tore di Yahoo, in un’intervista alla domanda su quali fossero i suoi siti 
favoriti ha detto: "Quelli italiani sono quelli che mi piacciono di più. 
Un insieme ben miscelato di gusto ed entusiasmo”. Noi faremo di 
tutto per non smentirlo 


Figura 9 - Ancora una pagina dal sito Shell, ed intatti ancora una conchiglia 
contraddistingue la scelta dei sottomenu La simbologia 6 ben studiata Le 
opzioni sembrano uscire dalla conchiglia per raggiungere il visitatore del sito 



Figura 7 - L'Home Page del sito Shell. 
Nella stessa pagina troviamo elementi 
interessanti come le divisioni in livelli 
evidenziate dalla dimensione delle 
"perle", e elementi poco gradevoli, 
come la barra blu con le quotazioni in 
borsa del gruppo 





















































HTML 3.2 

Dopo l'affossamento della bozza 3.0, co¬ 
me non pensarlo, ci fu un ulteriore proli¬ 
ferare di nuovi tag proposti dai produttori 
di browser. Qual è il problema? Sempre 
il solito. Generalmente erano interpretati 
solo dal browser che lo proponeva. In 
pratica non era e non è possibile proget¬ 
tare un sito che si veda nello stesso mo¬ 
do qualunque browser venga utilizzato. 
Abbiamo cosi superato il problema delle 
piattaforme per scontrarci con quello dei 
browser. Comunque i tag proposti dai 
produttori di browser diventavano di fat¬ 
to parte integrante dell'HTML e il W3C 
non poteva ignorarli. Formò quindi un'en¬ 
nesima commissione, la Editorial Re- 
view Board, per considerare l'opportu¬ 
nità o meno di inserire tali estensioni 
nell'HTML ufficiale La commissione 
creò lei stessa delle nuove estensioni, 
sia per integrare quelle proposte dai pro¬ 
duttori di browser, sia per sue nuove 
proposte originali. 

Nel maggio 1996 a Parigi, al World Wi¬ 
de Web Conference . la commissione 
annunciò IHTML 3.2 (nome in codice 
"Wilbur") presentandolo come un amal¬ 
gama tra l'HTML 2.0, le proposte del 3.0 
che erano sopravvissute e le estensioni 
di maggior successo ed effetto imple¬ 
mentate dai produttori di browser. Da 
notare che nell’HTML 3.2 mancano alcu¬ 
ni elementi precedentemente presenti 
come le estensioni per la realizzazione 
delle formule matematiche, gli Style 
Sheet e persino i frame, quest'ultimi 
usati ora con sempre maggiore frequen¬ 
za nei siti. A sentire il W3C queste fun¬ 
zioni sarebbero state implementate nella 
seguente versione dell'HTML. Comun¬ 
que con l'HTML 3.2, per la prima volta 
dall'uscita del 2.0, si è riformato uno 
standard che, se non proprio assoluto, 
consentiva di guardare al futuro con un 




Tim Berners-Lee 

Minibiografia dell'inventore del World Wide Web 


Laureatosi all'Università di Oxford (Inghilterra), Tim Berners-Lee 
lavora attualmente al "Laboratory for Computer Science" al 
Massachusetts Institute of Technology (MIT), 

E' direttore del ”W3 Consortium" (W3C). 

I suoi primi lavori hanno riguardato il campo della progettazione 
dei sistemi nella comunicazione in tempo reale e lo sviluppo di 
software riguardante la trasmissione di testi Nel 1989 ha in¬ 
ventato il World Wide Web, un sistema ipertestuale per Inter¬ 
net per la condivisane globale delle informazioni, 

Ha anche lavorato per il CERN all'European Pamele Physics Laboratory. 
Precedentemente ha fondato l'Image Computer System ed è stato ingegnere presso la 
Plessey Telecommunications a Poole (Inghilterra). 


maggiore ottimismo nella speranza di mento è firmato da Dave Raggett, Ar- 
non essere più browser dipendenti. naud Le Hors e lan Jacobs. Siamo ora in 

attesa della sua ufficializzazione. 


L’HTML 4.0 

Ma il lavoro non finisce mai. Nel luglio 
1996 sul sito Internet del W3C sono sta¬ 
te inserite delle pagine inerenti uno speri¬ 
mentale DTD (Data Type Definition) per 
HTML. Il nome in codice di questo nuovo 
documento è Cougar' e conteneva tut¬ 
ti gli elementi dell'HTML 3.2, oltre, ovvia¬ 
mente. ad altri suoi originali. Tra le novità 
gli Style Sheet, gli scripting, le estensio¬ 
ne per i form ed altro ancora. Questo do¬ 
cumento presentava inizialmente anche 
una dizione "HTML version 3.5 ", che è 
stata poi eliminata, probabilmente per 
evitare quanto è successo con l’HTML 
3.0. Il "Cougar" è stato oggetto di un lun¬ 
go studio che lo ha portato ad avere a 
continue modifiche. Alcune funzioni im¬ 
portanti delle proposte del 3.0 e dei pro¬ 
duttori dei browser comunque non sono 
state implementate in questa nuova ver¬ 
sione dell'HTML. L'8 luglio 1997, a sor¬ 
presa e senza nessun preavviso, viene 
pubblicata dal W3C la bozza di lavoro 
dell HTML 4.0 Questa nuova versione 
supporta un numero maggiore di opzioni 
multimediali, gli Style Sheet. maggiore 
duttilità nella stampa dei documenti e al¬ 
tro, tra cui dei comandi che facilitano l'uti¬ 
lizzo del WWW ai disabili. 
■■■Olii Come ogni bozza è sogget- 

-q c ta a continue mutazioni ed 

-: aggiornamenti suggeriti dai 

membri del Consorzio (di 
cui fanno parte anche i pro¬ 
duttori di browser), Il docu- 


Figura 5 - L'Home Page del 
CERN. dove e nato il World Wi¬ 
de WeO ad opera di Tim Berners- 
Lee, non è ceno più ~elegante ' 
di quello del W3C Comunque 
qui almeno possiamo apprezzare 
una visione aerea del centro Ca¬ 
pisco che questo tipo di siti sia 
prettamente consultivo e di inte¬ 
resse scientifico, ma possibile 
che non possano dedicare un mi¬ 
mmo di tempo per rendere le pa¬ 
gine, se non proprio pirotecni¬ 
che. almeno gradevoli? 


Cos’è l’HTML oggi 

Attualmente gli standard HTML sono pro¬ 
gettati e sviluppati, come abbiamo avuto 
modo di vedere, dal W3C La prima cosa 
che ha stabilito il W3C è stato che 
l'HTML dovesse rispondere a degli stan¬ 
dard per cui ogni nuova versione del lin¬ 
guaggio deve: "essere compatibile con i 
documenti progettati con le versioni pre¬ 
cedenti, deve supportare sia documenti 
progettati con pagine scrollabili, sia con 
pagine fìsse; un documento deve essere 
utilizzabile indipendentemente dalla piat¬ 
taforma utilizzata per esaminarla Per 
quest'ultimo punto evidenzia quattro tipi 
di piattaforme: GUI (Graphical User Inter- 
faces) come ad esempio Windows, Mac 
e XI 1/Unix; sistemi di solo testo come il 
terminale VT-100; utilizzo con sistemi a 
vocalizzazione automatica; possibilità di 
lettura per periferiche Braille. 

Il successo dell’HTML 

Questa stona dimostra come, anche in un 
tempo cosi breve, possano essere intro¬ 
dotte ed utilizzate tecniche e tecnologie 
capaci di rivoluzionare il sistema stesso 
della comunicazione, della circolazione del¬ 
le notizie, dimostrato non solo dall'altissi¬ 
mo numero di utenti Internet, ma dai nu¬ 
merosi capitali che società di ogni nazione 
investono nella rete, sia per potenziarla, 
sia per la produzione di pagine WWW. 
Malgrado la sua apparente poca duttilità, 
l'HTML si sta imponendo come il formato 
standard per la costruzione di documenti, 
anche al di fuori di Internet, come sta di¬ 
mostrando la Microsoft con le funzioni im¬ 
plementate da Internet Explorer 4.0. An¬ 
che il desktop di Windows 95 è ora in lin¬ 
guaggio HTML. Forse un sogno, che è an¬ 
cora utopia, si potrebbe avverare presto: 
l'affrancamento totale dalla dipendenza 
della piattaforma utilizzata, un solo pro¬ 
gramma girerà presto su qualsiasi compu¬ 
ter della terra. Sarà vero? «e 


320 


MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997 












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a cura di Francesco Romani 




Figura 1 


Virgo I: Le sorgenti 


Come promesso iniziamo a parlare degli 
aspetti computazionali del progetto Virgo, 
per la rivelazione di Onde Gravitazionali, 
descritto nel numero di giugno. In que¬ 
sta puntata vediamo in maggiore detta¬ 
glio quello che ci si aspetta possa es¬ 
sere il segnale che arriva alla nostra 
antenna dalle profondità del cosmo. 


di Giovanna Corrias e Francesco Romani 


Le onde gravitazionali 


Allo stesso modo in cui una particella carica accelerata emet¬ 
te energia, cosi una massa, sottoposta ad una brusca accele¬ 
razione, emette Onde Gravitazionali che si propagano indu¬ 
cendo deformazioni nello spazio-tempo, 

Questo concetto è stato introdotto da Einstein e ci permette 
di dare alcuni strumenti operativi per la misura e la rivelazione 
di un'O.G La deformazione dello spazio, o meglio degli og¬ 
getti colpiti da un'O.G., può essere rivelata con opportuni 
sensori ed è, in prima approssimazione, proporzionale all’in¬ 
tensità dell'onda stessa, in questo modo possiamo mettere 
in relazione la deflessione degli specchi dell'interferometro 
Virgo all'ampiezza dell'O.G. che li colpisce. 

A causa della grandezza delle masse e delle accelerazioni in 
gioco, non è possibile produrre un'O.G. in laboratorio e, te¬ 
nendo conto delle tecnologie attuali, solo le sorgenti cosmi¬ 
che possono essere utilizzate per i nostri studi 

La condizione che un oggetto massivo per emettere O.G. ab¬ 
bia un momento d'inerzia almeno quadrupolare, significa che 
un oggetto sferico in rotazione non può emettere O.G. Inoltre 
quanto maggiore sarà l'asimmetria della sorgente e tanto più 
intensa sarà l'emissione di onde. 

Le tre principali sorgenti di O.G. previste dalla teoria e che 
Virgo può osservare, sono i collassi gravitazionali di stelle 
massive (supernovae), le pulsar ed i collassi di sistemi di stel¬ 
le doppie, allora, per quanto abbiamo appena detto, possiamo 


affermare che le stelle che danno origine ad una supernova 
dovranno avere almeno una leggera asimmetria, che una pul¬ 
sar dovrà ruotare intorno ad un asse che non coincide con 
quello di simmetria e che un sistema binario genererà tante 
più O.G. quanto più l'eccentricità della sua orbita sarà grande 

Le Pulsar 

Ciò che resta del collasso di una supernova è un residuo di 
materia stellare. Se la massa di questa materia supera il limi¬ 
te di 1.4 masse solari, allora può fondersi e dare vita ad una 
stella di neutroni (o ad un buco nero se la massa iniziale è 
troppo elevata). Quello che ci aspettiamo che resti dal collas¬ 
so di una supernova è allora un nucleo molto denso che ruota 
su se stesso velocemente. Generalmente le stelle di neutro¬ 
ni, o pulsar, sono oggetti non visibili, nel senso che non brilla¬ 
no di luce propria, ma una loro caratteristica le fa ritenere dei 
fari nel cosmo: le pulsar emettono con regolarità onde radio 
(per questo si chiamano stelle pulsanti) ed è questo che ci 
permette di localizzarle nella sfera celeste. 

Esistono diversi modelli teorici che ipotizzano la produzione 
di O.G. da parte di una pulsar, tutti legati al suo momento 
d'inerzia. Essendo le pulsar una sorgente di tipo periodico, va 
fatta una considerazione importante sul modo in cui trattare il 
segnale ricevuto dai rivelatori. Il segnale che raggiunge la Ter¬ 
ra è legato al movimento dell'antenna rispetto a quella della 


322 


MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997 










pulsar, movimento che induce due effetti: una modulazione 
in frequenza dovuta all'effetto Doppler e una modulazione in 
ampiezza dovuta al cambiamento di orientamento del rivela¬ 
tore in rapporto alla sorgente. 

La probabilità di osservare una pulsar è alta, nel maggio 1985 
è stato pubblicato un catalogo che ne conteneva 706. e di 
queste solo cinque si trovano a distanze extra galattiche. Nel¬ 
la puntata precedente abbiamo riportato in una mappa ellitti¬ 
ca le pulsar di questo catalogo per avere un'idea di come so¬ 
no dislocate nella sfera celeste. Questo mese facciamo ve¬ 
dere una mappa simile relativa all'emisfero boreale, riportan¬ 
do in Appendice la traccia dei programmi per disegnarla (Fi¬ 
gura 1). 

Secondo i modelli più attendibili, il segnale emesso da una 
Pulsar di periodo di rotazione P (espresso in secondi) una vol¬ 
ta ricevuto dall'antenna interferometrica si presenta come 
due onde sinusoidali di frequenza 271/P e 471/P modulate in 
ampiezza (a causa della rotazione terrestre e del pattern di 
sensibilità dell'antenna) da due segnali di periodo 12 e 24. 

Effetto Doppler 

Il segnale rivelato dall'antenna Virgo viene anche distorto in 
frequenza a causa dell'effetto Doppler, cioè della velocità con 
cui l'antenna si sta muovendo verso la sorgente delle O.G. 
Un accurato studio astronomico permette di determinare le 
posizioni della Terra e della sorgente in esame insieme alla 
velocità relativa ad un certa data (noi abbiamo preso in consi¬ 
derazione l'anno 2000). Applicando le opportune correzioni 
relativistiche e qualche semplificazione, è possibile scrivere 
programmi Mathematica che calcolano per ogni posizione ce¬ 
leste e per ogni data l'entità dell'effetto Doppler approssima¬ 
to con almeno sei decimali. 

Per avere meglio un'idea di come vari la modulazione in fre¬ 
quenza in base alla distanza sorgente-Terra. abbiamo affian¬ 
cato i grafici del moto orbitale a quelli del Dopplershift in una 
sequenza temporale a passi di 60 giorni a partire dall'anno 
2000 (Figura 2). 


La mappa stellare con Mathematica 

Quello che segue è un breve riassunto di come si fa "in casa" una 
mappa stellare. Per coloro che fossero interessati ad uno strumen¬ 
to professionale esiste il pacchetto Sciertific Astronomer commer¬ 
cializzato dalla Wolfram (ne ho acquistato una copia, appena me la 
consegnano cercherò di farne una recensione). 

Prima di tutto serve una lista delle stelle che si vogliono disegnare. 
Lavorando un po' sporco con un pacchetto freeware scaduto (ho 
dovuto rimettere indietro l'orologio di due anni) abbiamo trovato 
una bella lista delle 2500 stelle più luminose: ogni riga contiene 
nell'ordine il nome inglese della costellazione, il nome della stella, 
Ascensione retta (AR), Declinazione (DEC) e magnitudine. 

Inl1l:= 

stars2500={ 

(Andromeda, Beta, 2.06, 17.43, 35.62), 

(Andromeda, Alpha, 2.07, 2.1, 29.08), 

(Vulpecula, 5, 5.6, 291.55, 20.1), 

(Vulpecula, 14, 5.63, 299.79, 23.1), 

(VUlpeoula, 8, 5.78, 292.24, 24.77))» 

Questa lista ci permette di definire una funzione pob che data una 
costellazione e una stella o una lista di stelle ne rende le coordina¬ 
te. 

Inl2l:= 

Clear[Pos]; 

Scan[(Pos[tt[[l]],#[[2])]> 

(fftt4J],#II5])))6, star 82500) 

Pos[x_,y_LÌBt]:»Pos[x,#)6/@y; 

Inl4l:= 

Pos[UrsaMinor,Alpha] 

Out!4b 

(37.8, 89.25) 

Il secondo passo è fare la lista delle linee con cui si disegnano di 
solito le costellazioni. Questa è stata fatta a mano utilizzando come 
riferimento una carta stellare 

Inl5l:= 

NorthConstellationList-( 

(Andromeda, 

((Alpha,Delta,Beta,Gammal), 

(Beta,Mu,Nu)}} , 

(OraaMajor, 

{(Età,Zeta,Epsilon,Delta,Alpha, 

Beta,Gamma,Delta)})); 

La funzione PosLine data una lista pi di stelle in una costellazio¬ 
ne cn traccia la spezzata che le connette NCLines traccia tutte le 
costellazioni dell'emisfero Boreale. 

Irl 61 = 

PosLine t(cn_,pl_)]:=Line[Pos[cn,#])&/@pl; 

NCLines=Flatten[PosLine/@NorthCList]; 

Per disegnare l'eclittica bisogna usare la stessa funzione ricavata a 
suo tempo per la curva giorno-notte (Tempus Fugit. MCMicrocom- 
puter n.169 ). Vi risparmiamo i dettagli di trigonometria sferica, 
quello che si ottiene alla fine è una linea: 

Inl6l:= 

eclittica=Line[( 

(0., 8.53773*10»-7), 

(1.80904, 0.78391), 

(3.61809, 1.56675), 


Continua a pag i 


MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997 


323 

















kU-il,iprite. 


Segue da pag. 


{358.1909, -0.78391), 

(360, -0.00001))]; 

Per disegnare le stelle si trasforma il database già visto in una lista 
Thestars di triple (AR, DEC, magi dove mag è un parametro di¬ 
pendente dalla magnitudine che servirà a disegnare ogni stella con 
una dimensione proporzionale alla stessa. 

Inl7l:= 

elabstars[1 List]:-Modula{(max,min), 

(max,min)• 

{Max[#],Min[#])fc[Transpose[1] [ [3]]]; 

(#([*]],*t(5]],l-<*1(3]]-min)/ 

(max-min))&/@l] 

TheStars-alabStars[atars2500]; 

In modo simile si può trattare una lista di Pulsar in cui la magnitudi¬ 
ne si fa dipendere dall'incertezza con cui è localizzato l’oggetto e il 
colore dalla frequenza di emissione Si ottiene una lista ThePul- 
sars di quadruple (AR, DEC, mag. colore) 

Tutto questo lavoro preliminare si può applicare a qualsiasi proiezio¬ 
ne celeste (ed esempio il grafico di Figura 3 è ottenuto in coordinate 
rettangolari). 

Per ottenere il grafico polare dell'emisfero boreale è necessario 

1) selezionare gli oggetti visibili nell'emisfero. La funzione nordsel 
agisce sia su posizioni che linee 

ln[81:= 

nordsel[1_]:=Select[1,*([2]]>=0S] 
nordsel [U,ine]:= 

Line[Select[1[[1]],•[[2]]>-0s]] 

2) trasformare le coordinate da rettangolari in polari con la funzione 

nordtr 

ln/9l:= 

nordtr({lo_,la_)]:»N[(90-la)* 

{Cosi(90-lo) Degree], 


Sin((90-lo) Degree))] 

3) applicare nordtr alle stelle, alle pulsar e alle linee delle costella¬ 
zioni: 

Ini 101 = 

nord[{lo_,la_,mag_,col_)]:= 

(Hue[col], 

PointSize[0.002* mag/80.], 

Point[nordtr[{lo,la)J]) 
nord[{lo_,la_,mag_)]:■ 

(PointSize[0.002* mag/80.], 

Point[nordtr[(lo,la)]]) 
nord[1 Line]:«Line[nordtr/@l[[1]]]; 

4) tracciare meridiani e paralleli 

Ini 111:= 

pointer* 

Table[Line[90 N[{ 

{Cositi,Sin[t]). 

{-Cos[t],-Sin[t]))]J, 

{t,30 Degree,150 Degree,30 Degree)]; 
polpar*Table[ 

Circle[{0,0),j),{j, 30,60,30} ] ; 

51 mettere tutto insieme. 

Ini 121 = 

nordMap" 

Show[Graphics[{Circle[{0,0),90], 

{Cyan,nord[nordsel[eclittica]]}, 

{Blue,Thickness[0.001], 
polmer, 
polpar), 

{Red,nord/GNCLines)), 
nord/@nordsel[TheStars], 
nord/Gnordsel[ThePulsars])], 

AxesOrigin->{0,0), 

Axes->True, 

AxesStyle->(Blue), 

PlotRange->{{-90,90),{-90,90)), 

AspectRatio->1]; 



Figura 3 


Un'idea di come varia l'effetto 
Doppler in funzione della posizio¬ 
ne del cielo si può ottenere da una 
mappa stellare in coordinate ret¬ 
tangolari sovrapponendoci le cur¬ 
ve di livello dell’effetto Doppler. Si 
nota che i massimi spostamenti 
verso il rosso e verso il violetto (di¬ 
minuzione e aumento della fre¬ 
quenza) sono nelle direzioni sfasa¬ 
te di ±90° sull'Eclittica rispetto alla 
posizione del Sole. La Figura 3 
rappresenta la situazione al 1 gen¬ 
naio 2000 e la Figura 4 la situazio¬ 
ne al 120-mo giorno dell'anno 
2000. 


Il problema principale della rivela¬ 
zione del segnale è che la sua 
bassa intensità, unita al rumore 
generato dall'antenna, impone 
tempi di osservazione estremamente lunghi (dell'ordine 


120 


180 


240 


300 


60 

30 

0 

-30 

-60 


Day 0 


324 


MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997 






















International Mathematica Simposium ‘97 


Si è svolto dal 29 giugno al 4 luglio, in Finlandia, a Rovaniemi (la ca¬ 
pitale della Lappoma, poco sotto il Circolo Polare Articoli il secondo 
International Mathematica Simposium organizzato da un gruppo di 
docenti universitari "tifosi" di Mathematica e sponsorizzato dalla 
Wolfram Research A parte il caldo (sic!) e le zanzare è stata una 
esperienza molto interessante Le principali conferenze (alcune del¬ 
le quali tenute telematicamente attraverso collegamenti ISDN con 
Linz, New York e Urbana) hanno trattato i vari aspetti delle applica¬ 
zioni di Mathematica e i suoi sviluppi futuri Mi limito a citarne alcu¬ 
ne insieme alle URL utili per saperne di più (il sito della conferenza 
è raggiungibile a partire da httc;■ i algebra,notai.rag&.ii) 

Gregory Chaitin 

I ' Ha pre¬ 

sentato il suo ultimo libro The Limits of Mathematics una brillante 
applicazione della teoria della Algorithmic Information Theory. an- 
ch'essa dovuta a Chaitin II libro è estremamente interessante per 
tutti gli appassionati di logica e di teoria della computazione e utiliz¬ 
za Mathematica per emulare un sottomsieme del LISP che a sua 
volta è utilizzato per le dimostrazioni costruttive Per favorirne la dif¬ 
fusione l'autore ne permette l'accesso via Web e la stampa gratui¬ 
tamente e legalmente All'indirizzo sopra riportato vi sono t file Po¬ 
stScript -, chaitin/itti.ps. Adobe Acrobai. chaltir.i e 

HTML chaitin. ' rov.htm'. . Quandro avrò studiato la mia copia 
cercherò di dedicarvi uno o piu articoli su MC. 

Abbiamo spesso citato da queste colonne il Dr Roman Maeder 
uno dei massimi esperti del linguaggio di Mathematica 
I 1 Nel corso di due conferenze ha 


parlato di alcune riposte possibilità del linguaggio e ha presentato 
un'interessante applicazione didattica per effettuare calcolo parallelo 
pilotando piu Kernel da uno stesso Front-end. I suoi articoli dovreb¬ 
bero essere sul sito i. • • : : .i-a-nr--,si:. : ..) e apparire 

nei prossimi numeri del Mathematica Journal 

Gautam Das Gupta i i Professore 

di Meccanica alla Columbia University e chairman della conferenza 
ha mostrato come l'uso combinato delle possibiltà di calcolo simbo¬ 
lico e numerico possa drammaticamente incrementare le possibilità 
di comprensione di problemi complessi (nel caso particolare legati 
alla fisica matematica). 

Christian Jacobs (Università di Ertangen, 1 > t co :y.ww ■ cose. uca 1 oarv. 
ca. -iacobs/Evolvica) ha presentato alcuni programmi per simula¬ 
re l'evoluzione. Esiste anche un libro con relativo CD, purtroppo (per 
me che non lo so leggerei senno solo in tedesco 

Brunpo Buchberger (Research Institute for Simbolic Computation, 
Linz, Austria http;, ! FISC,uni-iin? .ac/people/buch 
b£ig) ha presentato (via teleconferenza) il suo progetto Theorema 
che utilizza alcune caratteristiche di Mathematica 3.0 (la possibilità 
di programmare la logica equazionale. le possibilità di composizione 
matematica, il Front-end completamente programmabile, ecc ) per 
simulare (a scopo didattico e di ricercai le tecniche umane di dimo¬ 
strazione di teoremi matematici. 

Infine voglio segnalare che è stata annunciata la disponibilità di Math- 
Reader 3.0 che permette di visionare i Notebook di Mathematica 3.0 
anche a chi non possiede una i.cenz,.! u 



Figura 4 


60 

50 

0 

-30 

-60 


Day 120 


60 120 180 240 500 


Bibliografia 

P. Bakulin, E. Kononovic, V. 
Moroz. Astronomia generale 

Editori Riuniti Edizioni Mir. 

J. Herrmann, Atlante di 
Astronomia Sperling & Kupfer 
Editori. 

A. G. Lyne, F. Graham-Smith, 
Pulsar astronomy Cambridge 
Astrophysic Series. 

J. Meeus, Astronomica! Al- 
gorithms William-Bell, Ine. 
1991. 

F Romani. Tempus Fugit, 


MCMicrocomputer 160 gennaio 1997. 


dell'anno) e in questo intervallo l'effetto Doppler sporca in 
modo disastroso il segnale rendendo di fatto impossibile una 
rivelazione diretta. 

Lasciamo alla prossima puntata lo studio dei rimedi di questo 
problema. KS 


R Ruthen. A caccia di onde gravitazionali Le Scienze. 
285, Maggio 1992. 

J. H. Taylor, R. N. Manchester, A. G. Lyne, F. Camilo, Cata- 
log of 706 pulsars 1995. 


MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997 


325 












































I magnifici 7 

Un titolo epico per due prodotti altrettanto epici : Adobe lllustrator 7 e 
CorelDraw 7. Questo mese vedremo le novità di questi due programmi e 
come possono aiutare a rendere le nostre pubblicazioni sempre più 
accattivanti attraverso l’uso di illustrazioni sempre più belle. 


di Mauro Candirti 


Due leader indiscussi 

Adobe e Corel sono da parecchi anni i 
protagonisti del mondo della grafica e 
del desktop publishing. Il successo di 
Adobe è legato a prodotti come Photo¬ 
shop, ormai è considerato lo standard 
nel settore del fotoritocco, PostScript, il 
linguaggio che consente di descrivere le 
pagine da stampare, utilizzato ora anche 
da programmi come Adobe Acrobat per 
generare documenti in formato elettroni¬ 
co. E naturalmente non dobbiamo di¬ 
menticare PageMaker, che fu il primo 
programma di impaginazione professio¬ 
nale messo sul mercato. 

La storia di Corel nasce proprio da Corel¬ 
Draw: la società canadese è arrivata ora 
a competere con i grossi produttori di 
software mondiale, grazie anche alla ac¬ 
quisizione di prodotti come WordPer- 
ferct. 

Una rara sincronia ci consente ora di ve¬ 
dere sul mercato due prodotti per il dise¬ 
gno e l'illustrazione entrambi giunti alla 
versione 7. Vedremo quindi in questo ar¬ 
ticolo le novità proposte da Corel e Aldus 
nei loro prodotti, naturalmente sempre 
nell'ottica di chi deve utilizzare questi 
prodotti per creare materiali stampati. 
Dobbiamo subito dire che ormai si gioca 
sui "millesimi di secondo”: la qualità dei 
prodotti è totalmente fuori discussione, 
fornendo essi strumenti più che adegua¬ 
ti per realizzare qualsiasi tipo di disegno. 
Spesso ci capita di vedere su riviste di 
informatica o grafica delle prove compa¬ 
rate, basate sulla realizzazione di un de¬ 
terminato disegno: una volta realizzato 
questo disegno si va ad analizzare i tem¬ 


pi di esecuzione e da qui si determina, in 
un certo senso, la bontà del prodotto. 
Personalmente non trovo che questo ge¬ 
nere di prove abbiamo molto senso, pri¬ 
mo perché sono troppo legate alle capa¬ 
cità e conoscenze dell'esecutore, secon¬ 
do perché sulla base di un differente di¬ 
segno probabilmente il prodotto penaliz¬ 
zato potrebbe emergere meglio 
Quindi le nostre considerazioni saranno 
fatte esaminando le singole funzionalità 
appena rese disponibili dai prodotti e giu¬ 
dicandone i singoli aspetti. 


Adobe lllustrator 7.0 

Essendo questo prodotto disponibile sia 
in versione per Windows sia in versione 
per Macintosh, abbiamo pensato bene di 
suddividere le novità in due gruppi relati¬ 
vi alle differenti piattaforme: a volte ver¬ 
ranno tuttavia citate anche caratteristi¬ 
che comuni tra le due versioni. 


lllustrator per Windows 

Palette Sfumatura - E’ possibile creare 
rapidamente sfumature di due o più co¬ 
lori o tinte, lineari o radiali, impostando 
l'angolo della fusione. 

Miglioramenti per il testo - Le nuove 
finestre Carattere e Paragrafo consento¬ 
no ora di modificare l'interlinea, la crena¬ 
tura, l'avvicinamento, lo spostamento 
verticale, la scala orizzontale, la sillabazio¬ 
ne, il rientro dei paragrafi, la spaziatura di 
lettere e parole e altri attributi del testo. 


A— 

a m 

D 

| A11in**\ 

All ir** o$$*Hi : 

r&irsiniirPi rurali 

Distribuisci oggetti : 

m\ [si [si rw\ [w\ un 



e c 



Figura I - Finestra 
per gli allineamenti 
in Adobe Illustrator: 

A e D. allineamenti 
orizzontali e vertica¬ 
li. B e D distribuzio¬ 
ne regolare degli 
oggetti, orizzontale 
e verticale. 

—I- 

realizzare il disegno per poi importarlo in 
un programma di impagmazione per rifi¬ 
nirlo con testi impaginati con perfezione 
Palette Livelli - La finestra Livelli con¬ 
sente di creare, eliminare, modificare, 
mostrare, nascondere, bloccare e spo¬ 
stare i livelli, ma anche indicare le opzioni 
per la stampa degli stessi. Con i livelli è 
più semplice isolare parti di disegni com¬ 
plessi per apportare modifiche più rapi¬ 
damente. 

Comandi Elaborazione tracciati - Dieci 
comandi per l'elaborazione dei tracciati 
consentono di creare nuovi oggetti unen¬ 
do, suddividendo o isolando parti di og¬ 
getti sovrapposti Inoltre è possibile de¬ 
terminare la miscelazione dei colon so¬ 
vrapposti. 

Conversione in bitmap - Il comando 
Rasterizza converte i disegni creati con 
lllustrator in immagini bitmap con qual- 


Questa funzionalità 
è molto importante 
per chi si dedica al 
desktop publishing 
e quindi ha neces¬ 
sità superiori di pre¬ 
cisione tipografica. 
In passato spesso 
capitava di dover 


326 


MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997 


















siasi risoluzione. Ciò consentirà l'uso dei 
filtri di Photoshop per la creazione di ef¬ 
fetti particolari (il loro utilizzo è possibile 
anche con immagini bitmap importate), 
come pure l'utilizzo della nostra illustra¬ 
zione in pagine da pubblicare su Internet. 
Naturalmente non dobbiamo scordare 
che un'immagine trasformata in bitmap 
può assumere dimensioni ragguardevoli 
(anche svariate decine di Mb). Se il no¬ 
stro lavoro è anche quello di pubblicare 
pagine su Internet, senza dubbio questa 
funzionalità è di grande importanza. 
Selezione del colore incorporata - 
Questa funzionalità, utilizzata in Adobe 
Separator, risulta ora stata incorporata in 
lllustralor per consentire di stampare di¬ 
rettamente le selezioni del colore. Cosi 
non sarà piu necessario importare il dise¬ 
gno in un programma di impaginazione 
per poi mandarlo al Service, sicuri di otte¬ 
nere un buon risultato. 

File EPS modificabili - Adobe lllustrator 
è ora in grado di aprire e modificare file 
EPS creati con qualsiasi programma in 
grado di generare un file in linguaggio 
PostScript Level 1. 

Palette Allinea - La palette Allinea con¬ 
sente di allineare gli oggetti selezionati 
lungo assi verticali o orizzontali usando le 
caselle di ingombro degli oggetti 
Palette Trasforma - La palette Trasfor¬ 
ma raggruppa le informazioni degli og¬ 
getti, come la larghezza e l'altezza e la 
posizione in relazione agli assi x e y. E' 
ora possibile cambiare le dimensioni 
dell'oggetto o spo¬ 
starlo in una nuova 
posizione inseren¬ 
do i valori numerici 
precisi. Questa 
funzione si trova 


Ogni oggetto può di¬ 
ventare un link ad un 
indirizzo Internet e 
sufficiente indicarlo 
nella finestra degli 
attributi llllustrator) 


^ !V'C Link§^r 


|7 Sovrw. ritfnp ^ Sovr». traccia 
| □! B | 1 1 | Output: |800 dpi 


URL | http://www.mclinit.it/ ' 


3 


Avvia browsar 


^ràccì^*S Slanatura \ 





Adobe lllustrator 
consente di tra¬ 
sformare un di¬ 
segno vettoriale 
in un bitmap e 
applicare anche 
un filtro di defor- 

ormai da alcune ver¬ 
sioni nei principali 
programmi di impagi¬ 
nazione ed è giusto 

li a quelle di Adobe 
Photoshop. Le icone 
e i pulsanti appaiono 
ora in rilievo. Sia su 

E' possibile an¬ 
che trasformare 
un 'immagine a 1 
bit in un’immagi¬ 
ne a colon llllu¬ 
strator) 

mazione 

che sia stata inserita 
anche in un program- 

Macintosh sia in Win¬ 
dows alcune icone 



ma di disegno. 

Supporto per il formato Acrobat PDF 
(Portable Document Format) • lllustra¬ 
tor supporta completamente i file PDF 
(Portable Document Format) di Acrobat. 
E' possibile aprire e modificare i file PDF 
ed esportare illustrazioni in formato PDF 
per la distribuzione su Web o per la visua¬ 
lizzazione su qualsiasi tipo di computer. 
Drag & Drop tra i programmi Adobe - 
lllustrator supporta la funzione Trascina e 
inserisci. Si può trascinare un disegno da 
lllustrator e rilasciarlo su qualsiasi pro¬ 
gramma che supporti questa funzione, 
come Adobe PageMaker e Adobe Pho¬ 
toshop. 


sono ora dei pulsanti e consentono di 
eseguire delle operazioni con un sempli¬ 
ce click. 

Supporto per il colore RGB - lllustrator 
7 0 ora supporta il colore RGB per la 
creazione di immagini da usare su Inter¬ 
net, nei filmati e nei documenti multime¬ 
diali. 

Gestione del colore - lllustrator 7.0 uti¬ 
lizza i profili colore ICC (International Co¬ 
lor Consortium) per calibrare i colori tra 
monitor e stampanti diversi. Su Macinto¬ 
sh, la gestione del colore di default è Co- 
lorSync. In Windows, viene usato il mo¬ 
tore compatibile ICC di Kodak disponibile 
solo come opzione su Macintosh. 


lllustrator per 
Macintosh 

Miglioramenti dell'interfaccia L'inter¬ 
faccia utente di Adobe lllustrator 7.0 per 
Macintosh ha un nuovo aspetto tridi¬ 
mensionale e usa finestre a schede simi- 




Le maschere si possono ora utilizzare anche nei 
programmi per il disegno vettoriale cosi se si 
vuole isolare solo una parte di una composizione 
di oggetti basta inserire un'opportuna maschera- 
tura llllustrator) 


Nella prima immagine troviamo una finestra con 
solo due schede selezionabili Tuttavia è possibile 
inserire in ogni finestra di comando un numero in¬ 
definito di scnede unico problema il ridimensiona¬ 
mento automatico della finestra rispetto alle fun¬ 
zioni della scheda selezionata Se infatti selezionia¬ 
mo una scheda con po¬ 
che funzioni, quindi pic¬ 
cola, essa ridimensio¬ 
nerà la finestra renden¬ 
do molto difficile la lettu¬ 
ra dei nomi delle altre 
• schede llllustratorI 

uii 


MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997 


327 

















































































UiiÀi-iìi rfrWltiiftMi 


Collegamenti Web di oggetti - Adobe 
lllustrator consente di collegare qualsiasi 
oggetto a un indirizzo Internet trasfor¬ 
mandolo in un pulsante che effettua au¬ 
tomaticamente il collegamento. I colle¬ 
gamenti possono quindi essere creati 
prima di inserire il disegno nella pagina 
da pubblicare su Internet. 

Nuove finestre per il colore - Nuove 
opzioni degli strumenti e nuove finestre 
consentono di colorare con maggiore fa¬ 
cilità gli oggetti e di modificare gli attribu¬ 
ti di colore. La rinnovata palette Sfumatu¬ 
ra funziona contemporaneamente alla 
palette Colore per creare, modificare e 
applicare sfumature a gradi. 

Finestra Campioni - Consente di asse¬ 
gnare un nome, salvare, aggiornare un 
colore, applicare con facilità colori, sfu¬ 
mature, retini e creare tinte piatte e qua¬ 
dricromie. I campioni sono salvati con il 
documento. E' possibile anche importate 
campioni da altri documenti di lllustrator 



e da biblioteche di 
altri sistemi di colo¬ 
re. 

Finestra Traccia - 

Consente di impo¬ 
stare gli attributi 
delle linee, quali spessore, tratteggio e 
stile degli estremi 

Trascinamento degli attributi - E' pos¬ 
sibile trascinare colori e sfumature diret¬ 
tamente sugli oggetti dalle caselle Riem¬ 
pimento e Traccia e dalla finestra Cam- 


Ecco la finestra che 
consente di trasfor¬ 
mare un oggetto vet¬ 
toriale In uno corri¬ 
spondente. ma bit- 
map (lllustrator) 


HT 


IcraraJ 


j Tipo [ Lirmr» I • | 

Angolo; [Ò | <> Po»ltlon+; |0 | *i 


La finestra delle sfu¬ 
mature in A vedia- 
pion i. mo un campione del- 

Altri migliora- la sfumatura. B punti 

intermedi tra i colori, 

, n y „ C colon scelti dagli 

■ La finestra Larat- utenti iillustratori 

tere fornisce opzio- __ 

ni per gli standard 

tipografici internazionali, compresi font 
cinesi, coreani, giapponesi e testo ruota¬ 
to. 

■ La nuova finestra Disegno MM con¬ 
sente di creare nuovi campioni di font 
Multiple Master. 


Adobe offre Action Pack 

Più potenza senza s p endere una lira di p iù 

A 


dobe ha presentato Action 
Pack, un set di tre CD-ROM che aiutano 
gli utenti dei principali prodotti Adobe a 
svolgere meglio il loro lavoro. 

Action Pack viene distribuito compreso 
nel prezzo (quindi gratuitamente) acqui¬ 
stando dal 1° settembre al 31 dicembre 
'97 uno dei seguenti prodotti: Adobe 
Photoshop, Adobe Page Maker e Adobe 
lllustrator, Adobe Publishing Collection e 
Adobe Graphics Collection (in tutte le 
versioni dal prodotto completo, all'ag- 
giornamento. al 5 pack, sia per Macintosh, sia per Windows) 

In Action Pack troviamo tre CD-ROM con tre distinte funzioni: 
Plug-in CD-ROM, The Graphics CD e The Learnmg CD. 

Nel CD-ROM Plug-in, nemmeno a dirlo, troviamo un'interessan¬ 
te collezione di software di tipo, appunto, plug-in, che consento¬ 
no agli utenti dei vari programmi Adobe di essere più produttivi 
grazie ad un'estensione delle funziona¬ 
lità dei prodotti. Tra l'altro troviamo Ex- 
tensis PageTooIs contenente 15 plug-in 
per PageMaker, che consentono di ren¬ 
dere il lavoro più veloce grazie barre de¬ 
gli strumenti personalizzabili, stili per i 
caratteri, possibilità di modificare le di¬ 
mensioni a più oggetti selezionati con¬ 
temporaneamente (testo compreso). 

Abbiamo anche PhotoTooIs, otto effetti 
speciali per Photoshop, e Vertigo 3D 

Words per aggiungere testo in formato tridimensionale ai dise¬ 
gni realizzati con lllustrator. 

The Graphics CD offre centinaia di disegni, fotografie e font trat¬ 
ti dalle famose collezioni di Image Club Graphics. Tutto rigorosa¬ 
mente royalty-free: potrete quindi utilizzare, per esempio, le fo- 




SMjrfMlCDI 

"‘tyaeic 


Ae*vU*« wn» 4 \ «WM«I 
l'Atri «a PmI In 


to contenute in questo CD per illustrare 
un vostro dépliant, senza dover spen¬ 
dere soldi di fotografo o pagare 
un'agenzia in grado di procurarvi la foto 
che vi interessa. 

Infine The Learning CD con tantissime 
ore di training multimediale sui prodotti 
Adobe (questi corsi sono in lingua ingle¬ 
se, ma comunque vedere praticamente 
come si utilizza una funzionalità del pro¬ 
gramma è comunque di grande aiuto) 
Su questo CD troviamo anche interes¬ 
santi trucchi e Adobe FAQ book, un insieme delle domande che 
i tecnici di Adobe sempre più spesso si sono sentiti rivolgere da¬ 
gli utenti (e naturalmente le relative risposte, per lavorare sem¬ 
pre meglio), 

Di questa promozione Adobe dobbiamo notare che i plug-in of¬ 
ferti sono completi e non, come capita spesso, delle semplici 

demo con funzionalità ridotte o tempi di 
utilizzo di qualche giorno. Inoltre abbia¬ 
mo anche scoperto che una volta tanto 
l’Europa viene trattata meglio del mer¬ 
cato USA: infatti per noi la promozione 
è valida acquistando anche gli aggiorna¬ 
menti, mentre negli USA vale solo per i 
prodotti completi. 

Fa sempre piacere, acquistando un qual¬ 
siasi prodotto, ricevere qualcosa in rega¬ 
lo. Speriamo che questa promozione si 
integri presto e definitivamente con i prodotti che intende pro¬ 
muovere: il fatto di avere dei tutorial come quelli contenuti nel 
The Learning CD, possono aiutare molto i neofiti a prendere con¬ 
fidenza con le funzioni più complesse, ma anche più produttive 
dei programmi. 




328 


MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997 


































CorelDraw 7 da la pos¬ 
sibilità di gestire buo¬ 
na parte delle informa- 
noni attraverso una 
barra delle proprietà 
sensibile al contesto 
abbiamo riunito in que¬ 
sta immagine una se¬ 
ne di barre cosi come 
si presentano nelle dif¬ 
ferenti situazioni Non 
deve spaventare l'in¬ 
gombro. poiché la bar¬ 
ra può essere allargata 
e allungata a piacimen¬ 
to e posizionata ovun- 
gue sullo schermo. 


fI7 

A* - ""liMI 
a i l6 XnYrTl -llAj 


DB 


5JS la, _ g di, q t 


D □ lMk|n*nln 3 ‘> 1- ^ I jLti 


opino SvOo OonOo Q 


JÌ é * o nr 

ISmml&onootol 






grande utilità per i 
Service, che avran¬ 
no a disposizione 
tutte le informazio¬ 
ni necessarie per 
poter fornire gli im¬ 
pianti perfetti al pri¬ 
mo colpo. Offre 
una vista d'insieme 
dei tipi di oggetti e dei caratteri inclusi 
nel documento. 


■ La finestra Controllo è stata rinnovata 
e rinominata in Trasforma. 

■ Trascinando la scheda di qualsiasi fine¬ 
stra su un'altra, potete ora raggrupparne 
due o più 

■ Lo strumento Cambia forma consente 
di selezionare uno o piu punti di ancorag¬ 
gio o sezioni di tracciati e di modificarli 
contemporaneamente, modificando i 
tracciati con più punti di ancoraggio, 
mantenendo la forma generale. 

■ Gli strumenti testo verticale, testo ver¬ 
ticale in area e testo verticale sul traccia¬ 
to vi consentono di lavorare con il testo 
verticale. 


CorelDraw 7.0 

CoretDraw 7.0 è disponibile solo in ver¬ 
sione Windows: Corel ha già dichiarato 
che questa versione non sarà portata 
sotto Macintosh, ma lo sarà la versione 
8. Abbiamo suddiviso gli argomenti in 
modo da rendere più omogenea la de¬ 
scrizione delle novità selezionate come 
le più interessanti dal punto di vista del 
desktop publishing. 

Aumentata interattività e 
interfaccia ottimizzata 

Barra delle Proprietà - La Barra delle 
proprietà è sensibile al tipo di strumento 
utilizzato e all'oggetto selezionato, e pre¬ 
senta in qualsiasi momento le opzioni di¬ 
sponibili. Anche gli utenti esperti potran¬ 
no usarla con profitto per accedere alle 
funzioni avanzate. Anche in questo caso 
ci troviamo di fronte ad una funzione già 
disponibile similarmente nei programmi 
di desktop publishing. 

Drag & Drop - In CorelDRAW 7 trovia¬ 
mo delle interessanti funzioni di Drag & 
Drop come per esempio trascinare sugli 
oggetti riempimenti e contorni dalle rela¬ 
tive palette Ma anche stili colore, testi, 
clipart, persino script (vedi più avanti). 
Testo su tracciato - 
Questa funzione è 
stata molto semplifi¬ 
cata: ora basata pren¬ 
dere lo strumento di 
scrittura e fare click 
sulla curva che si in¬ 
tende utilizzare come 
tracciato. La Barra del¬ 
le proprietà ci consen¬ 
tirà poi di cambiare la 
posizione del testo 
lungo il tracciato in 
modo interattivo. 


Potenza 

Stili colore - CorelDRAW 7 offre la pos¬ 
sibilità di gestione dei colori attraverso gli 
stili. In pratica si possono decidere alcuni 
stili e poi applicarli a differenti disegni in 
modo da ottenere la massima omoge¬ 
neità Cambiando uno stile è possibile 
cambiare automaticamente anche solo 
un colore a tutti gli oggetti che lo utilizza¬ 
no. Senza dubbio questa funzione porta 
un notevole risparmio di tempo per chi 
deve realizzare disegni in sene. 

Script - OLE entra in CorelDRAW 7: pra¬ 
ticamente buona pane degli strumenti e 
delle funzioni accettano di essere utiliz¬ 
zate da uno script in grado di automatiz¬ 
zare le operazioni routinane, ma anche 
creare nuovi effetti utilizzando differenti 
funzionalità, applicabili con un semplice" 
click Naturalmente è disponibile un "re¬ 
gistratore" che consente la scrittura de¬ 
gli script. L'obiettivo è il solito: far rispar¬ 
miare tempo agli utenti 
Info sul documento - Senza dubbio di 



Filtri aggiornati - Questi sono alcuni dei 
filtri aggiornati: EPS, WPG 2.0, WMF, 
EMF, Adobe Type 1. Al. 

Trova e sostituisci - Si applica ora agli 
oggetti di cui conosciamo anche una so¬ 
la caratteristica e consente di modificare 
in un'unica passata le proprietà degli og¬ 
getti come riempimenti, profili, stili, colo¬ 
re, ecc. oppure quelle dei testi. È una 
buona soluzione per servizi di prestampa 
o professionisti che hanno bisogno di 
cambiare determinate proprietà degli og¬ 
getti per vederne l'effetto finale. 

Strumenti, effetti 
speciali, e 
miglioramenti 

Gomma - E' ora più precisa nelle cancel¬ 
lazioni e consente di creare linee di can¬ 
cellazione personalizzate tramite disposi¬ 
tivi di input sensibili alla pressione, come 
le tavolette grafiche. 

Strumento Spirale - E' possibile creare 
spirali logaritmiche e anche variare la 
percentuale di espansione della spirale 
stessa 

Testo - Lo strumento testo è stato unifi¬ 
cato (non esistono più due strumenti per 
testo grafico e in paragrafi). Il testo in pa¬ 
ragrafi può essere ingrandito o rimpiccio¬ 
lito nella sua forma in modo che venga di 
conseguenza modificata anche la gran¬ 
dezza dei caratteri, cosi come succede 
normalmente solo per il testo grafico. 
Sempre per il testo a paragrafo, durante 


Partendo da un og¬ 
getto vettoriale 
con uno sfondo 
sfumato. Corel¬ 
Draw consente di 
controllarne i colon 
cosi come fino ad 
ora era consentito 
fare solo con i bit- 
map Abbiamo au¬ 
mentato la lumino¬ 
sità. invertito in co¬ 
lore. modificato la 
gamma 


MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997 


329 












































« mw , 

g iara? 


: 


PC 


_latti'£2l 

g | W : H* ! ^EEUUI° !?'•: 
^Gt9 «> rrrf- ;irr, 


la digitazione del testo è pos¬ 
sibile l'espansione automati¬ 
ca del trame che contiene il 
testo. I font utilizzati più 
spesso possono essere rag¬ 
gruppati in liste personalizza¬ 
bili: inoltre è sempre disponi¬ 
bile una lista dei caratteri 
usati di recente. E' stata in¬ 
serita la possibilità di allinea¬ 
mento verticale e giustificazione vertica¬ 
le. Inoltre ora è possibile trasformare la 
prima lettera di un testo in Capolettera. 
Il testo ora può essere inserito in un og¬ 
getto di cui ne prende la forma. Per 
un'eccellente gestione dei caratteri Ty- 
pe 1, in CorelDRAW 7 esiste il supporto 
ad Adobe Type Manager 4. 

Correzione Ortografica Automatica - 
Nuovo strumento di scrittura compren¬ 
de il Correttore ortografico automatico, il 
dizionario dei Sinonimi e il Controllo 
grammaticale. 

Stampa - L'anteprima di stampa è ora 
possibile a tutto schermo, con zoom e 
panoramica. Mentre si lavora è possibile 


Ecco un esempio di 
fusione: la finestra di 
controllo consente di 
applicare l'effetto fu¬ 
sione, ma anche rea¬ 
lizzare le cosiddette 
fusioni accelerate sia 
sulle forme sia sui co¬ 
lori ICorelDrawl. 



I ~ i<*nq i^i^i 

i -1*1 t I .1.1 

iv. q 'Q « — /—.* m 
fi*;* a 


Informane** ni doaanerto par I docunonlo Grafica! 




» 

Nome o potetene 

Giafcal 


Documento 



Pegne 

1 


Lnei 

1 


Dmenaor* pegno 

A41210000-297,000 

Onenlamenlo pegno 

Vellicate 


D990II1 valici 



Numero ci oggetti 

5 


Ni#re»o 6 c*jrti 

695 


Metano numeiod pi»* n 1 oggetto 

657 


Sottoir ac ciett 

9 


Redengc* 

1 


E bit 

1 


Perigoni 

1 


Stotiit«che ledo 



Rquedn testo ri paragrafi 

1 



1 


T etto grafico 

1 


Lnee 

10 


Parole 

28 


Cai aneti 

231 


Cai aneti TmeTjge 

1 

zi 


Chut | 

Sud. 



Pfj. 

P Bocufwrto 
P Qggtfn gufici 
lei'o 

P B«iw 
p se 

P piatti 
P B—'ow'* 

P CaQtetn 
Sah'a con nome | 

Si«w I 


attivare/disattivare la vista dell'Area 
stampabile per facilitare il posizionamen¬ 
to degli oggetti. E' stato reintrodotto il 
supporto Negativo per dispositivi non 
PostScript ed è stato aggiunto il suppor¬ 
to Alta/Normale densità inchiostro solido 
per le separazioni in esacromia. 

Penna Naturale - L'introduzione dello 
strumento Penna naturale è senza dub¬ 
bio una delle novità più attese da chi 
vuole creare effetti che solo con l'utiliz¬ 
zo fisico di una penna si poteva realizza¬ 
re: ovviamente vengono supportati di¬ 
spositivi di input sensibile alla 
pressione. 

Trasparenza Bitmap - Tramite 
lo strumento Trasparenza inte¬ 
rattiva è possibile applicare tut¬ 
ta una serie di trasparenze non 
solo ai bitmap. ma anche a tutti 
gli altri oggetti nel disegno: 
questa funzione senza dubbio 
aiuta molto chi ha necessità di 
creare effetti particolari di tra¬ 
sparenza. 

Fusioni accelerate - Un nuovo 
effetto applicabile alle fusioni 


Ecco una parte delle informazioni con¬ 
tenute nel documento informativo 
che racchiude tutta la statistica degli 
oggetti presenti nel documento ICo¬ 
relDraw). 


che consente di cam¬ 
biare la progressione 
fra gli oggetti fusi in 
modo che sembrino 
'accelerarsi" verso 
l’oggetto iniziale o fi¬ 
nale. Accelerando gli 
oggetti in una direzio¬ 
ne. essi si avvicinano 
l'un l'altro man mano 
che avanzano in quel¬ 
la direzione. L'accele¬ 
razione dei colori fun¬ 
ziona in modo analo¬ 
go, spostandosi più 
rapidamente nello 
spettro dei colori man 
mano che avanza. 
Album - Da sempre 
CorelDraw offre gal¬ 
lerie di clipart molto 
sostanziose. l’Album 
offre un accesso rapi¬ 
do e semplice a que¬ 
ste clipart, alle foto, 
ai disegni, ai riempi¬ 
menti e ai contorni 
preferiti. Può essere 
utilizzato anche per 
sfogliare i clipart e poi 
trascinare e rilasciare 
un’immagine sulla 

nostra pagina, 

Smussi - La funzione di smusso con¬ 
sente di simulare l'effetto 3D, in modo 
analogo a quanto si osserva negli ogget¬ 
ti reali. La smussatura crea l'illusione 
che i bordi di un oggetto siano stati ta¬ 
gliati ad un angolo diverso da 90 gradi. 
Bitmap e connettività Internet - An¬ 
che in CorelDRAW 7 troviamo una serie 
dì strumenti in grado di creare illustrazio¬ 
ni accattivanti da pubblicare su Internet 
CorelDRAW 7 incorpora le tavolozze co¬ 
lore di Netscape Navigator e di Micro¬ 
soft Internet Explorer Terminato il dise¬ 
gno è possibile assegnare dei link a 
qualsiasi oggetto, oltre al testo. È possi¬ 
bile visualizzare la mappa immagine ri¬ 
sultante e pubblicarla in HTML per vi¬ 
sualizzarla con il proprio browser Web 
Inoltre sono disponibili opzioni avanzate 
come la trasparenza quando sì esporta il 
proprio grafico in formato GIF e la pos¬ 
sibilità di visualizzare le immagini pro¬ 
gressivamente in caso di esportazione 
nel formato .JPEG, 

Effetti Bitmap - Dobbiamo ricordare 
che il pacchetto comprende anche un 
prodotto di elaborazione di immagini 
PhotoPaint, che non descriviamo in que¬ 
sto articolo. CorelDRAW 7 include diret¬ 
tamente una serie di filtri bitmap per for¬ 
nire effetti come Rilievo, Arricciatura pa¬ 
gina, Disturbi, ecc. Inoltre sulle immagi- 


330 


MCmlcrocomputer n. 177 - ottobre 1997 

























































Una volta realizzato uno script, è possibile tener¬ 
lo sempre a portata di mano anche con una sua 
rappresentazione grafica che mostra il tipo di el¬ 
leno generabile (CorelDrawl 


ni bitmap importate è possibile applica¬ 
re gli effetti dei plug-in di Adobe Photo¬ 
shop. 

Conversione in Bitmap - Anche in Co¬ 
relDRAW abbiamo la possibilità di con¬ 
vertire in bitmap specifici oggetti vetto¬ 
riali, di scegliere il numero di colori sal¬ 
vati assieme alla bitmap, la risoluzione 
della bitmap risultante e se sottoporre o 
meno la bitmap stessa al dithering o al- 
l'antialias. Ovviamente anche queste 
funzioni sono utili soprattutto nella pub¬ 
blicazione di pagine su Internet. 
Regolazione Colore - Gli effetti Regola¬ 
zione Colore controllano la luminosità, 
l'intensità, il livello di chiaro e scuro dei 
colori dei disegni, Sono molto utili per ri¬ 
pristinare i dettagli andati perduti nelle 
ombre o nelle zone di luce, per correg¬ 
gere sotto o sovraesposizioni e per mi¬ 
gliorare la qualità complessiva dei dise¬ 
gni. E' molto interessante che finalmen¬ 
te qualcuno abbia pensato di applicare 
queste funzioni anche a disegni di tipo 
vettoriale e non solo ai bitmap. 


Altre novità 

Suggerimenti - Una serie di suggeri¬ 
menti in linea offrono indicazioni utili re¬ 
lative all'operazione che si sta eseguen¬ 
do. Il contenuto della finestra Suggeri¬ 
menti è sensibile al contesto e cambia 
non appena si fa click su un diverso 
strumento o oggetto. 

Razionalizzazione - Lo spazio di lavoro 
a video è stato ottimizzato attraverso 
una razionalizzazione ' 


Grafica e loilo 


Colon 


8 ai Gtalical 
B ■ Rosso 

I Secondi ol Rosso 
| Second 2 ol Rosso 
H Second3 ol Rosso 
| Second 4 ot Rosso 
H Second 5 ol Rosso 
H Second 6 ol Rosso 
H Second 7 oI Rosso 
El Second 8 ol Rosso 
I I Seconda ol Rosso 
I I Second 10 ol Rosso 
ED Giallo 

| Second i oI Giallo 
■ Second 2 ol Giaio 
Bi Second 3 ol Giato 

□ Second7 ol Blu 
I I Second8olBlu 
fi Second.9 ol Blu 


zi 


Gli stili possono essere applicati anche ai colon 
m questa linestra di gestione vediamo tutti i co¬ 
lori presenti in un disegno, con un semplice 
drag & drop potremo cambiare uno dei colon ed 
ottenere il suo cambiamento in ogni oggetto in¬ 
teressato (CorelDrawl, 


mano gli strumenti più utilizzati. 

Modelli pronti all’uso - Oltre che al 
gran numero di clipart disponibili, ora 
troviamo anche 150 modelli disegnati in 
maniera professionale. Questo nell'otti- 


< Sugy dimenìi 


Benvenuti nei 

3 

Suggerimenti 



Qui si possono ottenere dei 
suggerimenti sull'attività che si sta 
svolgendo. 


► Pei iniziate, fare clic su uno dei 
seguenti aigomenti: 

Uso dei suggerimenti e di 
altre infoimazioni della 
Guida 

Creazione di curve, foime 
e testo 


Spostamento, 
dimensionamento e 
modifica della forma degli 
oggetti 




Riempimento e creazione 
di contorni pei cuive, 
forme e testo 


delle barre degli stru¬ 
menti: finalmente si 
ha a disposizione un 
maggior spazio di di¬ 
segno pur avendo 
sempre a portata di 


Anche CorelDraw. 
come molti altn pro¬ 
grammi, offre ora 
un'utile finestra di 
suggerimenti per i 
neofiti 


Aggiunta di effetti speciali 
a cuive. forme e testo 



ca di consentire un facile uso del prodot¬ 
to anche da parte degli utenti neofiti, 
utenti che in molti casi hanno preferito 
questo prodotto proprio per la grande li¬ 
breria di clipart che mette a disposizio¬ 
ne, subito utilizzabili o facilmente modifi¬ 
cabili per adattarli alle proprie esigenze. 
Anteprima - La funzione Allinea e Di¬ 
stribuisci ha ora un'utile anteprima che 
consente l'applicazione temporanea 
dell'effetto desiderato prima di applicar¬ 
lo in maniera definitiva al disegno al di¬ 
segno. 

Conclusione 

Anche questa volta Adobe e Corel dimo- 



Comodissima ora la funzione di testo su tracciato 
in CorelDraw ci è bastato mettere il puntatore di 
testo sul profilo della stella per ottenere automa¬ 
ticamente che il lesto girasse su di essa 


strano che la classe non è acqua: le so¬ 
luzioni adottate in questi due prodotti lo 
dimostrano ampiamente. La considera¬ 
zione finale è che forse l'era degli effetti 
spettacolari è finita, mentre sta iniziando 
l'era della produttività. 

La nostra sensazione è che le funziona¬ 
lità di disegno siano giunte ad un livello 
molto alto e che ora sia necessario diri¬ 
gere l'attenzione su altre cose. I compu¬ 
ter hanno sempre avuto come obiettivo 
l'aumento della produttività personale, 
cosi ora i produttori di software puntano 
sempre più spesso sull'introduzione di 
nuove versioni orientate proprio ad au¬ 
mentare la capacità di produrre idee da 
parte degli utenti, più velocemente e 
con il minor sforzo possibile. 

Tra poco probabilmente inizieremo a ve¬ 
dere applicate un po' più a fondo le tec¬ 
niche di intelligenza artificiale: chissà co¬ 
sa e dove ci porteranno queste evolu¬ 
zioni anche nel campo del desktop pu- 
blishing. Restate sintonizzati: MC senza 
dubbio ve lo racconterà. 


MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997 


331 















































coordinamento di Rino Nicotra 


AutoCAD 14 - Esperimenti 
di programmazione con VBA 

La differenza fondamentale tra il primo articolo dedicato ad AutoCAD 14, pubblicato 
nel numero scorso di MC, e questo, che è il secondo, consiste nel fatto che mentre 
per realizzare il primo articolo ci siamo basati su una versione beta di AutoCAD 14, 
questa volta invece usiamo la versione definitiva, il che ci ha consentito, nel 
preparare i nostri esercizi, di sfruttare anche la documentazione cartacea, ancora 
non disponibile ai tempi della preparazione dei primo articolo. Nel primo articolo 
abbiamo proposto degli esercizi con i quali si programmava AutoCAD "da fuori", 
tramite OLE Automation. Abbiamo utilizzato alcuni programmi realizzati con Visual 
Basic che eseguivano una serie di calcoli i cui risultati venivano passati ad AutoCAD 
che li traduceva in un disegno. In questo secondo numero invece programmeremo 
AutoCAD "da dentro". Aggiungeremo una voce di menu, chiamata VBA (vediamo la 
sua preparazione in figura 1), al nostro ambiente, alla quale assoceremo il 
caricamento di una macro VBA che esegue una serie di operazioni grafiche nel 
disegno AutoCAD. Come al solito, per aiutarci nel lavoro, sfrutteremo l'ottimo Help 
per il VBA di AutoCAD (file Acadauto.hlp, in figura 2). 

Seconda parte 

di Francesco Petroni e Aldo Azzari 


Come approfondire 
la materia 

Abbiamo preparato una prima Macro 
che, al lancio, apre una Form che pre¬ 
senta quattro pulsantini (la vediamo sul¬ 
la sinistra nella figura 3). Tre dei quattro 
pulsantini lanciano ciascuno una routi¬ 
ne: la prima scrive in varie maniere un 
Testo (metodo AddText), la seconda 
traccia una serie di solidi spaziali (meto¬ 
di AddBox e AddSphere), la terza crea 
un blocco costituito da un cubo e lo re¬ 
plica più volte (BlockAdd ed Insert- 
Block) 

Se osservate bene la figura 3 vedete 


che viene tracciata sempre la stessa pa¬ 
rola (ProvaMC) Il listato, mostrato in fi¬ 
gura 6, evidenza il fatto che sono stati 
usati due cicli For.. Next necessari per 
posizionare in una specie di tabella idea¬ 
le le varie scritte. Ognuna di queste è 
stata ruotata e colorata. Va anche nota¬ 
to il fatto che le scritte sono elementi 
piani, infatti sono stati tracciati nel piano 
XY, e che un progetto prevede pur 
sempre un ambiente tridimensionale 
per cui è possibile vedere, anche in una 
vista ''obliqua', il piano con le scritte. 

Il secondo pulsante della Form traccia 
quattro sfere, poste a piramide, piazza¬ 
te su un parallelepipedo molto schiac¬ 
ciato che fa da base. Nel listato di figura 


6 (mentre il progetto lo vediamo realiz¬ 
zato in figura 4), notiamo degli strani va¬ 
lori numerici. Questi sono i valori che 
servono per posizionare correttamente 
le varie sfere, che si toccano tra di loro. 
In altre parole i centri delle tre sfere di 
base costituiscono un triangolo equila¬ 
tero il cui lato è il doppio del raggio del¬ 
le sfere. Il centro della quarta sfera, che 
è posta sopra le altre tre, cade al di so¬ 
pra del centro dell'equilatero. Insomma, 
posto uguale a 1 il raggio delle sfere, 
con una piccola sene di calcoli trigono- 
metrici è possibile determinare le posi¬ 
zioni reciproche dei vari elementi. Al¬ 
trettanto facile è il calcolo della posizio¬ 
ne della Box alla base, in quanto è su di 


332 


MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997 


essa che sono piazzate le sfere. 

Certo siamo stati un po' pigri, 
avremmo dovuto scrivere le fun¬ 
zioni trigonometriche con le quali 
far calcolare, direttamente al pro¬ 
gramma, i valori posizionali. 

Il terzo pulsante della Form usata 
nell’esercizio iniziale crea un Cu¬ 
bo, lo salva come Blocco asse¬ 
gnandoli il nome TEST e poi lo ri¬ 
pete più volte. L’effetto "piramide' 
è raggiunto giocando con i cicli 
che si restingono via via che si va 
in alto. 

Questo esercizio (ne vediamo il risultato 
in figura 5) e molto importante perché 
dimostra le possibilità legate al concet¬ 
to di Blocco. Si tratta di un elemento ri¬ 
petibile, al quale va associato un "punto 
di inserimento', che serve per tracciarlo 
altre volte. Quando si traccia la nuova 
"istanza" del blocco è possibile attribuire 
dei valori di scala e di rotazione (che noi 
non abbiamo sfruttato, in quanto abbia¬ 
mo posto la scala pari a 1 e la rotazione 
pari a 0) per poter deformare, a secon¬ 
da delle necessità, il blocco stesso 

Un castello di carte 

Si tratta di un esercizio di fantasia, nel 
senso che ci siamo dati un obiettivo, 
semplice e ben comprensibile da 
tutti, e lo abbiamo perseguito fino 
al raggiungimento del risultato fi¬ 
nale. 

Poiché abbiamo dovuto "inventa¬ 
re" una routine di calcolo, abbiamo 
usato il Visual Basic standard, mol¬ 
to adatto allo sviluppo di piccoli 
programmi per i quali si vogliono 
vedere immediatamente i risultati 
ed il cui listato è immediatamente 
riutilizzabile nel VBA di AutoCAD 
14. 

Nella costruzione del castello di 
carte esistono tre tipi di posizione 
della singola carta. La carta obli¬ 
qua in un verso, la carta obliqua 
nel senso opposto e la carta oriz¬ 
zontale posata sulle altre due. È 
quindi necessario prevedere tre ci¬ 
cli di calcolo, per ciascuna delle tre 


Figura 1 - AutoCAD 14 - Costru¬ 
zione del ramo di menu VBA al 
duale agganciare i nostri esercizi 
Il menu di AutoCAD e facilmen¬ 
te personalizzabile Basta edita¬ 
re direttamente il file 
Menu mnu. oppure editarne un 
duplicato, ad esempio Menuv- 
ba mnu. In tale file si aggiunge 
una sezione, magari copiandola 
da una già esistente, la cui voce 
principale sia VBA e le cui voci 
secondane siano Carica, per ca¬ 
ricare il programma VBA, ed 
Esegui, per eseguirlo, a queste 
voci vanno associati i comandi 
che debbono essere eseguiti III 
potete leggere nel listatoI Una 
volta salvato il file con il menu lo 
si può caricare digitando, nella 
riga dei comandi di AutoCAD, il 
comando Menu, che attiva la fi¬ 
nestra File Apn, nella quale si 
cerca il file con desinenza mnu 


Figura 3 - VBA e AutoCAD 14 - 
Utilizzo del metodo AddText 
L 'ambiente AutoCAD 14 è to¬ 
talmente allineato alla filosofia 
Object Based II Documento at¬ 
tivo 6 un oggetto, ed e un og¬ 
getto lo Spazio Modello nel 
quale disegnare Nello spazio 
modello si può eseguire il Me¬ 
todo AddText che. come è faci¬ 
le intuire, aggiunge un testo al 
disegno. Il testo, per AutoCAD, 
è un elemento grafico e come 
qualsiasi altro elemento grafico 
può essere vanamente posizio¬ 
nato nello spazio e vanamente 
colorato Vediamo anche come, 
per eseguire i vari esercizietti. 
ci sia convenuto disegnare una 
piccola Form, con vari pulsanti, 
ognuno dei quali manda m ese¬ 
cuzione una singola routine Ive¬ 
diamo la Form in alto a sinistra 
nella figurai 


Cu M | _ u» < 

aisElBi «lai Mi 1 iftH %l 


i—i 


rDAbout [(Inferno:ioni su AutoCAD. A C*C_az»out 


•••poni 

••AVBA 

XD_Tltle 
ID VBAPON 
XlfVBAPPOJ 
XlTviAOPBOJ 
XD_VBAXDE 

•••HZLP3TPXKGS 
X» TbVBA 
XD“vBAXDE 
IDJ'BAPON 
XD VBAPBOJ 
xb“vbauppoj 


(/TV(BA) 

[Esegui (Boero..•]*C*C_VBAPUN 
I(Cor le* Progetto] A C‘C_VBALOAD 
[(Scotico Progetto]*C*C VBAOMLOAP 
[(Editor VIA]“C*C VBAXDE 


(Display* thè Boero Toolbar] 
[Storta thè Visual Basic Editor] 
(Begins thè Boero dialog] 

(Begins thè lood project dialog] 
[Unloods thè current project] 


•••POPI"» 

••OPXPS 


*w «ano* O baia m fì 


Figura 2 - AutoCAD 14 - 
Utilizzo intensivo del¬ 
l'ottimo help Acadau- 
to.hlp. 

Tanto di cappello, anco¬ 
ra una volta, ali Autode- 
sk, che ha dotato il pro¬ 
prio prodotto di ottimo 
ed abbondante materia¬ 
le di supporto docu¬ 
mentazione cartacea, 
esempi di applicazioni 
ed efficaci help in linea, 
come questo nella foto, 
che mostra la sintassi 
dei vari comandi e che 
propone esempi di pro¬ 
grammi i cui listati sono 
immediatamente ’can- 
nibahzzabili' per essere 
inseriti nei propri lista¬ 
li. * 


r’TT-r-TTTf 



1 a 1 »” 1 1 



1 AddSphere Method 

Eira* 

1 

lutili 



CeMt«(»«e*No 


•ttVtl • «*)oct A4dS*l.*to (Contai. lodivi! 
Eh 


<*4xt*.|.W<r* 
TfceWCS coodnMt ctf 


Dai» roso* 
IfeuikiHNKtìM 
MuO he a poofe* 




AddSphara Exomple 


Pio ■cMObl ■■ 00)«et ‘Untif- 

1 AutoCAD Oppi*" 

Pio refluo Ao Deuhle. toruoBtdiuo 
Pio coatti(0 Te Z) Ao Doublé 
Pio trvDb) ao Ob)*ct 
contorto) • M 
contai ili - M 

cornei Ut • ot 
roéiue o 10 

‘crttteo * ophtco ut papoi opaco 
tot ondi ) • ocoCOb) ActleePecuoonc 
’ciootoo o ophtrt in nodol opaco 
Set tnOb) ■ tctdOb].ActivoPocuetnc 
- rollatane cedo crtttto t bloch ot 
Pio bleehOb) oo Objoct 
Pio inoortionPnt<0 te 2) no Doublé 
inoortionPnt(0) ■ Ot 



MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997 


333 
















































tipologie di carte. Poi 
occorre prevedere un 
meccanismo che riduca 
il numero delle carte 
con l'elevarsi del piano, 
ecc, 

Insomma dopo qualche 
tentativo abbiamo "az¬ 
zeccato" un sistema di 
calcolo che va bene per 
il nostro scopo. Lo ve¬ 
diamo nel listato VB di figura 7, in cui 
vediamo anche l'effetto finale Poiché il 
Visual Basic dispone anche di istruzioni 
di tracciamento grafico abbiamo traccia¬ 
to in modo stilizzato (una carta uguale 
una lineetta) il prospetto del castello. 
Nella successiva figura 8 vediamo l’effi¬ 
cace e spettacolare risultato ottenuto 
spostandoci in AutoCAD. Il castello è 
uno solo, ma lo abbiamo visualizzato in 
tre finestre differenti, una delle quali in 
vista realistica, con tanto di sfondo sce¬ 
nografico. Per sfondo usiamo il norma¬ 
lissimo Nuvole.bmp, che fa parte della 
dotazione standard di Windows 95. 
Nella figura 9 vediamo il listato della 
Macro in VBA di AutoCAD. Differisce 
da quello VB "liscio" per il fatto che qui 
tracciamo facce 3D e non semplici li¬ 
neette. In realtà le facce 3D non sono 
altro che lineette, poste sul piano XZ ed 
estruse nella direzione Y, In termini pra¬ 
tici questo significa che è facilissimo 
definire i quattro punti di ciascuna fac¬ 
cia: i secondi due sono uguali ai primi 
due con la terza coordinata, nel nostro 
caso la Y, aumentata di 3. 

Volevamo realizzare un Colosseo di Car¬ 
te, sarebbe stato semplice farlo parten¬ 
do dal nostro castello lineare, lasciamo 
a voi il gradito compito. 

Mettiamo anche 
Excel al lavoro 

La finalità del successivo esercizio risul¬ 
ta evidente dalle figure che lo accompa¬ 
gnano. Costruiamo una Tabella di Dati 
numerici con Excel ottenuti applicando 
una formula trigonometrica a coppie di 
valori X ed Y (il risultato della formula 
sarà il nostro valore Z). Partendo dai nu¬ 
meri di questa tabella realizziamo un 


Figura 4 - MS Visual Basic 4.0 - Output del pro¬ 
gramma che traccia una serie di polilinee 3D 
I due esercizi che seguono sfruttano Visual Ba¬ 
sic come 'motore' di calcolo per produrre dati 
numerici che vengono 'passati' ad AutoCAD. 
Nel primo, di cui vediamo la versione VB. co¬ 
struiamo una superficie spaziale basata su una 
funzione trigonometrica Isono quelle più spel- 
tacolanl 



posando 


. 121 * 56*0 0001 » 


mwi «nw-r» 


oggetto AutoCAD 
oggetto Testo 


Private Sub Bl_Click() 

Dii* A0 As Object 
Dim AT As Object 
Dim SPIO To 2) As Doublé 
Set AO = GetObjectl, “AutoCAD.Application") 

A = 0: C = 1 

For L = 0 To 24 Step 8 

For I = 0 To 32 Step 8 

SPIO) = I: SP(1) = L: SP(2) = 0 

Set AT = AO.ActiveDocument.ModelSpace.AddTextI"ProveMC", SP, 1) 
AT.Rotation = A: AT.Color =C:C*C+1:A*A+0.1 
Next I 
Next L 
Unload Me 
End Sub 


Private Sub B2_Click() 

Dim AO As Object ’ oggetto AutoCAD 

Dim CN(0 To 2) As Doublé 

Dim SF As Object ' sfere 

Set AO = GetObjectl, "AutoCAD.Application") 


CN(0) « -1: CN(1) = -0.577: CNI2) = 1 

Set SF = AO.ActiveDocument.ModelSpace.AddSpherelCN, 

SF.Color = 1 


1) 


CN<0) = 1: CN(1> = -0.577: CN(2) = 1 

Set SF = AO.ActiveDocument.ModelSpace.AddSpherelCN, 1) 

SF.Color = 2 


CNI0) « 0: CNI1I = 1.155: CNI2) = 1 

Set SF = AO.ActiveDocument.ModelSpace.AddSphere(CN, 

SF.Color = 3 

CN(0) = 0: CN(1) = 0: CN<2) = 2.732 

Set SF = AO.ActiveDocument.ModelSpace.AddSphere(CN, 

SF.Color = 4 


Dim AB As Object ' box 

Dim CP|0 To 2) As Doublé 

CP(0) = 0: CP(1) = 0: CP(2) = -0.2 

Set AO = GetObjectl, "AutoCAD.Application") 

Set AB = AO.ActiveDocument.ModelSpace.AddBoxICP, 
AB.Color = 5 
Unload Me 
End Sub 


1) 


4. 4, 0.4) 


Private Sub B3_Click() 
Dim AO As Object 
Dim BO As Object 
Dim BR As Object 
Set AO = GetObjectl, 
Dim L As Doublé: L = 


' oggetto AutoCAD 
' oggetto Box 
• oggetto Block 
"AutoCAD.Application") 

8 


Figura 6 - VBA e AutoCAD 14-1 listati dei tre primi 
esercizi. 

Passiamo ad analizzare i listati relativi ai tre esempi 
visti fino ad ora e dedicati all 'aggiunta del testo, al¬ 
la composizione con i solidi ed alla duplicazione in 
sene dei vari blocchi. Va notata l'assoluta linearità 
della programmazione che si basa su classiche 
istruzioni Basic intramezzate con le istruzioni VBA 
di AutoCAD, da utilizzare per aggiungere e manipo¬ 
lare gli elementi nella composizione 


Dim CNI0 To 2) As Doublé: CNI0) = 5: CN(l) = 5: CNI2) = 5 
Set BX = AO.ActiveDocument.ModelSpace.AddBoxICN, L, L, L) 

Dim IPI0 To 2) As Doublé: IP(0) = 5: IP(1> = 5: IP(2) = 5 

definizione del Blocco 

Set BO = AO.ActiveDocument.Blocks.AddiIP, "TEST") 

For I = 5 To 65 Step 10 
For L = I To 65 Step 10 
For K = I To 65 Step 10 
XPI0) = L: IP(1) = K: IP<2) = I 

uso del Blocco 

Set BR = AO.ActiveDocument.ModelSpace.XnsertBlocklIP, "TEST", 
Next K 
Next L 
Next I 
Unload Me 
-End Sub 


1 , 1 , 0 ) 

























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Figura 7- /WS Usua/ Sas/c 5 0 - Preparazione di 
un castello di carte 

Con il prossimo esercizio ci proponiamo un 
obiettivo ambizioso, la costruzione di un Castel¬ 
lo di. Carte La difficoltà maggiore consiste 
nell'Ideare la routine di calcolo che serve a de¬ 
terminare ed a posizio¬ 
nare le serie di carte, 
distribuite sui vari piani 
del castello Si deve, 
ad esempio, considera¬ 
re il latto che, in prati¬ 
ca. esistono tre orien¬ 
tamenti per le carte, 
due per le carte che si 
accostano e che costi¬ 
tuiscono la struttura 
verticale, e il terzo per 
la carta piazzata oriz¬ 
zontalmente e che si 
appoggia su due cop¬ 
pie di carte accostate 
Proviamo la routine 
con il Visual Basic 'li¬ 
scio', che ci permette 
anche di controllare 
graficamente la sua ef¬ 
ficacia. 


Figura 5 - VBA e AutoCAD 14 - 
Utilizzo del concetto di Blocco 
In AutoCAD un blocco è un 
elemento della composizione 
che si vuole ripetere più volte 
e che quindi viene salvato con 
un nome Anche con il Visual 
Basic per AutoCAD è possibile 
costruire i blocchi per poi riuti¬ 
lizzarli in altre posizioni È 
quello che facciamo per realiz¬ 
zare questa piramide di Cubi 
Esiste un comando per definire un blocco Igli si dà un 
nomeI ed esiste un comando per riutilizzare il blocco, 
identificato dal suo nome, in un altra posizione II co¬ 
mando per inserire il blocco prevede anche una sene di 
parametri che servono per ruotare e per scalare l'ele¬ 
mento duplicato 




invai* s.a roi»_i(.«i(i 

Seal* l-l, 101-130, 01 

Mjn.___ 

Stivata sub Fl_CUcbll 

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Tot l • 0 To 10 - « • 1 Stap 1 
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XI • L • 9 « 2l Yi • I 
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fot l • O.S To 9.3 - S • 2 Stop 2 
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Uno XI, Vi)*|X2, T2 , QKolot(X) 
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grafico Excel, operazione del tutto 
interattiva e che non richiede nes¬ 
suna forma di programma. 
Realizziamo invece, usando il VBA 
di Excel 97, un programma che 
legge i dati dalle celle di Excel, li 
passa ad AutoCAD, a quattro a 
quattro, per poter costruire delle 
facce 3D, e nel foglio AutoCAD 
traccia e colora le varie facce. Il ri¬ 
sultato (lo vediamo in figura 13. 
mentre nelle precedenti figure ve¬ 
diamo i dati Excel, il Grafico Excel 
e la Macroi è spettacolare specie 
se confrontato con la stringatezza 
del listato con il quale è stato otte¬ 
nuto. L'unica operazione fatta "a 
mano" in AutoCAD è stata quella di vi¬ 
sualizzare il soggetto in una vista asso¬ 
nometrica e di aver attivato il motore di 
Rendering. 

Mettiamo in naso 
nel disegno AutoCAD 

Fino ad ora ci siamo divertiti a disegna¬ 
re con AutoCAD, pilotandolo o da fuori, 
tramite OLE Automation, o da dentro, 
con delle macro VBA. 

Gli esercizi visti fino ad ora sono inte¬ 
ressantissimi ed aprono molte prospet¬ 
tive a chi faccia un uso pesante del pro¬ 
dotto per realizzare progetti modulari, in 
cui la possibilità di automatizzare dei 
processi alleggerisce e velocizza nel 


Figura 8 ■ VBA ed AutoCAD 14-11 castello di carte in varie salse 
Ecco il risultato tinaie del nostro esercizio mostrato in vane fine¬ 
stre di AutoCAD Poiché abbiamo utilizzato delle Facce 3D e poi¬ 
ché le abbiamo anche colorate possiamo realizzare sia delle viste 
con eliminazione delle linee nascoste che delle viste realistiche, 
ombreggiate, con tanto di sfondo BitMap 


B-w 3-»ab.. I V»a 


B 9 

q-,ltt.,M v\ ❖lai Cleti alati ?l 



Figura 9 - VBA ed AutoCAD 14 -11 listato per costruire un castello di carte 
La routine che esegue il calcolo delle facce è identica a quella creata e speri¬ 
mentata in Visual Basic La differenza è che qui abbiamo individuato, per 
ogni carta delle tre sene, i quattro vertici necessari per costruire le singole 
Facce 3D L istruzione Set AO = GetObiectt.'AutoCAD Application") serve 
per definire come Oggetto AutoCAD, nel quale aggiungere i vari elementi 
della composizione, il disegno corrente 






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Xl • L • • • Il Tl • Il XI '0i XX • L • A « Il TX • 2 *Sl *2*0 
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Cali «ACCIA 


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MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997 


335 
























































suo complesso il lavoro. 

Cominciamo ora ad affrontare un altro 
argomento, anche questo molto inte¬ 
ressante, che riguarda la possibilità di 
manipolare, da VBA, gli elementi pre¬ 
senti nel disegno. 

In altre parole, supponendo di avere un 
disegno già realizzato, in cui ci siano 
una serie di elementi già tracciati, quali 
strumenti abbiamo a disposizione per 
individuare gli elementi stessi e conse¬ 
guentemente per manipolarli? 

Va subito detto che. poiché operiamo 
nell'ambito dell'Object Based, la strada 


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0257B 

0 3242 

0354$ 

0 3461 

0 3000 

02204 

011 



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00200 

0064? 

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01375 

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0 5307 

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01521 

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0 3093 

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02477 

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1 7471 

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1 7621 

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16306 

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03811 

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1 4462 

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19439 

1 682$ 

1 2367 

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0 3693 

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1 7621 

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16X6 

1 1983 

0 63 



2 

03341 

0 2477 

08026 

1 2691 

15960 

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1 705$ 

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01175 

0 3836 

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0?5« 

082» 

0 èC6$ 

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05147 

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02354 

01773 

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Pro* 




"IjJ- i 

Somma»© 



•Il 


Figura IO - MS Excel 
97 - Foglio dati con un 
mare di calcoli 
Anche il successivo 
esercizio 6 del tulio 
inutile Anzi no pud 
servire a chi debba rea¬ 
lizzare. con AutoCAD, 
disegni di superba tri¬ 
dimensionali basati su 
calcoli trigonometrici 
Prepariamo, con MS 
Excel 97. una sene di 
valori numerici rappre¬ 
sentanti i punti cara ne¬ 
ri stia di una superficie 
spaziale, sfruttando il 
polente motore di cat- 


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Figura 11 - MS Excel 
97 - Grafico, di tipo su¬ 
perficie 3D. realizzato 
con i numeri presenti 
sul foglio 

Applichiamo, ai dati nu¬ 
merici presenti sul fo¬ 
glio. la procedura di Au- 
tocomposizione del 
Grafico Scegliamo il ti¬ 
po Superficie Tridimen¬ 
sionale, stando attenti 
ad indicare, come valo¬ 
ri X e Y dei grafico ri¬ 
spettivamente la riga A 
e la colonna I del fo¬ 
glio Otterremo un gra¬ 
fico spettacolare guan¬ 
to mutile Dal grafico 
realizzato abbiamo tol¬ 
to tutti gli elementi di 
contorno, come dida¬ 
scalie. griglie, titoli, le¬ 
gende. ecc 


colo costituito dalla 
funzionalità Dati Tabella, che consente di ese¬ 
guire centinaia di calcoli usando una sola formu¬ 
la. La formula, come detto e una sola. I abbia¬ 
mo piazzata nella cella Al Se la si modifica, 
cambiano i numeri calcolati e cambia il grafico 
generato dai numeri 


per raggiungere i nostri obiettivi è facil¬ 
mente individuabile, un disegno Auto¬ 
CAD è un oggetto, i suoi elementi sono 
degli oggetti, ogni oggetto ha una serie 
di proprietà che possono essere lette e 
che possono essere impostate. 
AutoCAD inoltre assegna ad ogni ele¬ 
mento/oggetto del disegno un Handle 
in pratica un identificativo unico, costi¬ 
tuito da un numero progressivo, che 
permette, una volta noto l'Handle stes¬ 
so. di selezionare direttamente l'ele¬ 
mento Nel modello Obiect Based 


Figura 12 - MS Excel 97 - Listato VBA che serve per disegna¬ 
re la superficie in AutoCAD 

Il nostro programma legge, a quattro a quattro, i valori calco¬ 
lati e li passa ad AutoCAD con la 'raccomandazione' di realiz¬ 
zare una serie di Facce 3D Queste, in pratica, permetteran¬ 
no di rivedere, stavolta come disegno AutoCAD, lo stesso 
grafico realizzato con Excel Insomma Excel calcola e Auto¬ 
CAD disegna 



Figura 13 - VBA ed AutoCAD 14 - Risultato, via OLE Automation, tutto in 
AutoCAD 

Il listato del programma, scritto con il Visual Basic for Application di Excel, e 
anche questa volta semplice e lineare E anche molto corto, solo una dozzi¬ 
na di righe, rispetto al grosso lavoro di disegno che fa svolgere al malcapita¬ 
to AutoCAD 14 Questo esercizio 6 un ulteriore esempio della versatilità del 
VBA come linguaggio universale di programmazione, particolarmente adat¬ 
to a risolvere problematiche mterprodotto 


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336 


MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997 



























































Figura 14 - VBA ed AutoCAD 14 
- Manipolazione degli oggetti 
presenti nel disegno 
Gli esercizi svolti lino ad ora 
servono per disegnare elementi 
grafici ottenuti da calcoli Ora 
cominciamo a vedere come sia 
anche possibile interagire con il 
disegno, individuando da pro¬ 
gramma i vari elementi presenti 
nel disegno stesso, allo scopo, 
ad esempio, di modificarne 
qualche attributo L esercizio 
che vi proponiamo si concretiz¬ 
za m una piccola Form che ali¬ 
mentiamo con l'elenco degli 
elementi presenti nel disegno 
Una delle caratteristiche dell'e¬ 
lemento del disegno 6 la Hand- 
le che costituisce un IO. una 
chiave identificativa unica, che 
puO essere usata per seleziona¬ 
re e per manipolare quel dato 
elemento 


l'Handle è una proprietà di sola 
lettura. 

Vediamo l'esercizio di figura 14. 
C'è un disegno con una specie di 
campionario di elementi. Il nostro 
programma, di cui in figura 15 
vediamo il listato, elenca tutti gli 
elementi che trova nel disegno, 
mostrandone, in una ListBox, 
l'Handle (che. come evidente, è 
un numero progressivo) ed il suo 
tipo, in codice ed in chiaro, ri¬ 
spettivamente un numero e una 
descrizione. 

Nel listato notiamo le due routi¬ 
ne. quella legata al click sul pul¬ 
sante Elenca, che scandisce tutti 
gli elementi grafici nel disegno e 
li riporta nella ListBox, e quella 
legata al click sulla ListBox stes¬ 
sa che riporta Handle e tipo di 


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Figura 15 - VBA ed Au¬ 
toCAD 14-11 program¬ 
ma che elenca gli ele¬ 
menti del disegno 
La chiave di volta del¬ 
l’esercizio sta 
nell’istruzione Fot Each 
Next, che permette 
di individuare i vari ele¬ 
menti presenti nella 
composizione Di ogni 
elemento elenchiamo 
l'ID. costituito dal- 
l'Handle, il tipo lun co¬ 
dice numerieoi e il no¬ 
me Iche invece è un 
lestoI Con questo 
elenco alimentiamo 
una ListBox Facendo 
click sulla ListBox in 
pratica riusciamo a in¬ 
dividuare un elemento 
ll'oggetlo OB), sul qua¬ 
le possiamo interveni¬ 
re con qualsiasi meto¬ 
do Ci limitiamo a cambiarne il colore 


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AO. Act ìvaDocunant. Panari taclct ivaViavport) 

End Sub 






Figura 16-VBA ed Au¬ 
toCAD 14-11 concetto 
di Handle 

L 'Handle 6 un identifi¬ 
cativo univoco che Au¬ 
toCAD asssegna ad 
ogni elemento grafico 
presente nel disegno 
Gli Handles possono 
essere solo letti Isi 
tratta di proprietà di 
sola letturaI Noto un 
Handle si può selezio¬ 
nare direttamente l’e¬ 
lemento a cui lo stes¬ 
so è associato, grazie 
ad uno specifico Me¬ 
todo 


elemento nelle due TextBox. Ve¬ 
diamo anche nel listato come, una vol¬ 
ta identificato l'oggetto ed assegnatolo 
ad una variabile, sia possibile modificar¬ 
ne le proprietà, referenziandolo diretta- 
mente tramite la variabile. Si utilizza il 
metodo HandleToObject che, dato un 
Handle, seleziona l’oggetto corrispon¬ 
dente. 

Per maggior chiarezza mostriamo, in fi¬ 
gura 16, due videate dall’Help Acadau- 
to.hlp. 


Conclusioni 

Più andiamo avanti ad analizzare ed uti¬ 
lizzare il VBA di AutoCAD e più trovia¬ 
mo spunti per nuovi esperimenti. 

Ci rimane da affrontare, e lo faremo nel 
prossimo numero, l'argomento relativo 
alla gestione dei dati alfanumerici asso¬ 
pisti agli oggetti presenti nel disegno. 

E evidente che, con l'introduzione degli 
Oggetti, questa materia subirà un ulte¬ 
riore sviluppo, dovuto al fatto che an¬ 
che le proprietà degli oggetti sono pra¬ 
ticamente assimilabili a campi di un da¬ 
tabase. e che a questi si possono ag¬ 
giungere campi alfanumerici veri e pro¬ 
pri, di vario genere, non necessaria¬ 
mente visualizzabili nel disegno. 

Una considerazione più generale che ci 
permettiamo di fare sul VBA di Auto- 
CAd 14 è che sostituirà via via i vari lin¬ 
guaggi interni di AutoCAD, a partire dal 
vecchio Lisp. Il che significa che saran¬ 
no proposti, dai vari sviluppatori indi- 
pendenti per AutoCAD, pacchetti Ad- 
dOn che implementeranno nuove fun¬ 
zionalità e che saranno scritti in Visual 
Basic. 

«e 


MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997 


337 



































































di Francesco Petroni 


Microsoft Visual Basic 5.0 - 
Costruzione di ActiveX - 
Primi esercizi 


Gli obiettivi di questo articolo sono due. Il primo è quello di esplorare le 
funzionalità presenti nel Microsoft Visual Basic 5.0 dedicate alia 
realizzazione di componenti attivi. Si tratta di funzionalità del tutto 
nuove, in quanto non erano presenti nella precedente versione di VB. Il 
secondo è quello di cercare di fare un po’ di chiarezza attorno al termine 
ATTIVO, oggi diventato di moda e quindi associato un po' a tutto. 

Si sente parlare di Componenti Attivi, di Controlli ActiveX, di Server 
Attivi, di Documenti Attivi, di Pagine Attive e di altro ancora. Gli ambiti in 
cui sono usati questi termini sono non solo Internet (il vero responsabile 
di tutto quello che sta succedendo), ma anche il Workgroup Computing 
e il Personal Computing. Parleremo soprattutto del Visual Basic 5.0, del 
quale in questo stesso numero presentiamo la prova. Anzi questo 
articolo costituisce un approfondimento di una delle novità più 
importanti del VB5, la possibilità di realizzare componenti ActiveX. 


Piccolo riassunto 
delle versioni 
precedenti 

Nella stona della Microinformatica il 
primo esempio concreto di riutilizzabi- 
lità di componenti è rappresentato pro¬ 
prio dal Visual Basic, la cui prima ver¬ 
sione già sfruttava i controlli VBX. Lo 
sviluppatore VB poteva inserire nella 


propria applicazione controlli VBX che 
svolgessero funzionalità specifiche, 
che venivano in tal modo facilmente 
aggiunte all'applicazione. I controlli 
VBX hanno avuto un enorme succes¬ 
so anche per il fatto che sono stati 
adottati in molti altri ambienti di svilup¬ 
po. Sono sopravvissuti fino alla versio¬ 
ne 3.0 del VB. 

All'epoca la Microsoft mise a disposi¬ 
zione di chi voleva sviluppare propri 
componenti VBX. e quindi non voleva 


solamente utilizzarli, uno specifico 
strumento di sviluppo che si chiamava 
Control Developer's Kit (CDK), e che si 
basava comunque sull'uso del linguag¬ 
gio C. 

Successivamente, con la versione 4.0 
di Visual Basic, i VBX sono stati sosti¬ 
tuiti dai controlli OCX. basati sull'inter¬ 
faccia OLE, e quindi più in linea con le 
tecnologie standard di Windows. Con¬ 
temporaneamente sono stati aggiorna¬ 
ti i vari CDK. che sfruttavano le versio- 


338 


MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997 



ni via via più aggiornate del C, C++, 
del Visual C. 

Il maggior difetto dei controlli OCX, 
che li rende praticamente inutilizzabili 
in applicazioni sviluppate per Internet, 
è costituito dal fatto che sono sempre 
molto voluminosi in quanto necessita¬ 
no, per poter funzionare, del supporto 
di voluminose librerie specifiche, quali 
la MFC, la Microsoft Foundation Class. 
Gli ActiveX, che conservano la desi¬ 
nenza OCX, invece sono più leggeri (e 
quindi più facilmente scaricabili via In¬ 
ternet) dei vecchi controlli OCX, in 
quanto è stato ridotto il numero delle 
interfacce COM supportate. La Micro¬ 
soft inoltre mette a disposizione degli 
sviluppatori strumenti alternativi per lo 
sviluppo di ActiveX, non più solo C e i 
suoi derivati, ma anche il Visual Basic 


Figura 2 - MS Visual Basic 5.0-11 nostro primo 
obiettivo la pesca dei dati con il componente 
Lista3 

Vogliamo costruire un componente attivo lil 
cui nome sia USTA3I che possa servire per 
'pescare' dati da un qualsiasi database, dati da 
utilizzare nelle più svariate situazioni. Cerchia¬ 
mo di capirne il funzionamento osservando la 
figura, in alto; abbiamo due TextBox nelle qua¬ 
li digitiamo il nome del Database ed il Record- 
set desiderato luna Tabella o una Query, 
espressa in forma di comando SOL). Il pulsan¬ 
te Esegui imposta 
come Proprietà Base 
e Dati del nostro nuo¬ 
vo oggetto il conte¬ 
nuto delle due box 
ed attiva un Metodo, 
il cui nome è Attiva, 
che scatena il riempi¬ 
mento della lista a tre 
colonne. In cima alla 
lista a tre colonne ab¬ 
biamo piazzato tre al¬ 
tre TextBox Iche fan¬ 
no parte anch esse 
del nostro compo¬ 
nente.I per vedere le 
informazioni del sin¬ 
golo elemento sele¬ 
zionato. Il pulsante 
Scegli trasferisce le 
tre nuove Proprietà 
Iche si chiamano Pro- 
gr, Matricola e Nomi¬ 
nativo.I dal controllo 
all’applicazione che lo 
sta usando. 


& 

ActiveX EXE 


ActiveX Documenf Adivi 
DU 



ActiveX Contro! 2. 

|(None) 

Standard EXE 

ActiveX Dii 






Project Hot 
Corte* ID; 


| Prvno Esercizio di Cod/unone d un ActiveX 

r 

P UJgrodeUctrraXCoiV;* <~ 

P RaqimucflnsGKoy 


5, il Visual J++,e l'ActiveX Controls 
Framework (che però non è visuale). 
Visual Basic 5 permette sia di sviluppa¬ 
re ActiveX sia, in quanto HOST, di uti¬ 
lizzare controlli ActiveX. Questa possi¬ 
bilità facilita la fase di sviluppo in quan¬ 
to i nuovi ActiveX che possono essere 
testati direttamente "sul posto". 


Figura I - MS Visual Basic 5.0 - Scelta del tipo di 
Progetto ed impostazione delle Proprietà del Pro¬ 
getto 

Scopo principale di questo articolo è quello di 
esplorare la più importante tra le nuove funziona¬ 
lità disponibili in Visual Basic 5.0, quella che ser¬ 
ve per costruire, in varie forme, componenti attivi 

_ riutilizzabili m vari 

ambiti, Con VB5 
si possono realiz¬ 
zare eseguibili 
EXE. librerie 
DLL, documenti 
attivi, componen¬ 
ti ActiveX, che si 
concretizzano in 
un file con desi¬ 
nenza OCX Mol¬ 
te delle attività 
inerenti la costru¬ 
zione di tali com¬ 
ponenti sono fa¬ 
cilitate dalla pre¬ 
senza di eflicaci 
Wizard. Facilita la 
costruzione dei 
componenti an¬ 
che la possibilità 
di lavorare su più progetti, il primo per creare il 
componente ed il secondo per testarlo Anche 
questa è una novità di Visual Basic 5.0 Qui ve¬ 
diamo la Box nella quale si sceglie il tipo di pro¬ 
getto che si vuole realizzare e quella nella quale 
si inseriscono le impostazioni "fini ' del progetto in 
fase di sviluppo, 



ex 


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Anche Microsoft Internet Explorer è un 
FIOST di ActiveX. L’attivazione avviene 
tramite il Tag HTML <OBJECT> Tale 
Tag fa riferimento ad un controllo iden¬ 
tificato tramite un ID Se il controllo 
non è presente sul sistema occorre in¬ 
stallarlo, ed in questo caso si utilizza la 
specifica CODEBASE, interna al Tag 
OBJECT, che in pratica permette di re¬ 
ferenziare un ActiveX da un URL. 

In questo caso il componente mancan¬ 
te viene scaricato, installato ed esegui¬ 
to. I file scaricabili sono quelli con desi¬ 
nenza DLL, EXE e OCX, oppure CAB, 
che sono i file compressi automstalla- 
bili, ed INF, che sono i file contenenti 
le specifiche di installazione. I file ven¬ 
gono scaricati nella cartella Win- 
dows\Occache del sistema Client, e li 
rimangono. 

Su questo, che è forse l’aspetto più 
critico dell'attivazione di Internet, tor¬ 
neremo tra un po’, dopo aver chiarito 


MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997 


339 























































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1017 BEIGE 
1073 SACCI 
1024 PALMIERI 
1033 GUALANDI 
1045 BRAGUA 
2732 RIGHI 
2720 TONI 
2669 CALETTI 


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COKI •'««PO»»* 


Olinolo • un Controllo ActivoX 

jCALITTI |*.124.000 


2474 P1A11TTI 
2401 VlimiDI 
2cto ruurriMMi 
2484 VIOLA 
24*8 A0AB4A 
2701 2INI 
2712 0UALTIIBI 


t.*20.000 
1.203.000 
2.004.000 _j 
4.747.000 
1.740.000 
4.811.000 
7.4*2 000 




1 >ir 


Figura 3 ■ MS Excel 97 - Utilizzo del 
controllo ActiveX Lista3. 

Utilizziamo lo stesso componente 
ActiveX mostrato nella figura prece¬ 
dente questa volta in un'applicazione 
MS Excel 97 Nell'ambiente IDE di 
Microsoft Office 97 abbiamo realizza¬ 
to una Form che contiene due casel¬ 
le di testo, due pulsanti ed il nostro 
componente Lista3 Isinonimi di com¬ 
ponente sono Controllo e ActiveXI. 
La definizione del Database e del Re- 
cordset è analoga a quella utilizzata 
nell'esempio precedente Quando si 
fa click sul pulsante Scarica vengono 
scaricate le tre proprietà, Ptogr. Ma¬ 
tricola e Nominativo, direttamente 
sulle celle del foglio attivo. In pratica 
abbiamo realizzato un'applicazione 
che consente di scegliere i dati desi¬ 
derati in maniera non preordinata Se 
ci fosse una regola di selezione con¬ 
verrebbe costruire una Query 


cosa si intende per attivazio¬ 
ne di Internet. 


Avakbta Cortrab 


□ Cortrcte a 


gne W«ng 


□ Conbcfo ògtefczraaone magne Wang 

□ Contiate Mootoft Web Bio-wi 

□ Contiate eradica mrnagve Wang 

□ C/y3*l Petcai Contrai 4 6 

□ D8Gnd Cordici 
0EiC2Uu3 

□ MeigueeCU Objecl 

□ MOWr»M Centrai 


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AchoMont Corto* (Araci 

Locamo C\WMXrw5LSYS1EML»oov»oc. 


Figura 4 - MS Excel 97 - 
Utilizzo del controllo Ac¬ 
tiveX Lista3. 

Una volta generato ed 
installato, il controllo 
OCX diventa patrimonio 
comune dell'intero am¬ 
biente Windows. Il mo¬ 
do più semplice per uti¬ 
lizzarlo è quello di 'pe¬ 
scarlo' dalla finestra Ad- 
ditional Controls, pre¬ 
sente in qualsiasi pro¬ 
dotto programmabile 
'ad oggetti', ed il meto¬ 
do più semplice per 
programmarlo è quello 
di aiutarsi con la fine¬ 
stra Object Browser (Vi¬ 
sualizzatore di OggettiI 
che mostra, puntual¬ 
mente, proprietà e me¬ 
todi del componente selezionato Da notare, in quest ‘ultima Box, la simbologia che distingue le Pro¬ 
prietà dai Metodi 



Msmbori orilstty 

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EF frase 
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EF Matricola 
P Nominativo 
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T2 • "SELECT • FROH PERSOMI" 
RyLlPt.tese - TI 
HyLm . Dut l - T2 
lly List. Attiva 

E nd lutt _ 

Privane Sub C2_CllclCO 

Calla(c. l7 • HyLiat.Pcogr 
Celiale, 2) • NyList.Matricola 
Ceilsir, 3) ■ RyList.Nominativo 
r • r ♦ 1 

End 3«0) __ 

Private Sui UserForm^Activate() 
r • ActiveCell.Ro» 

Enti Sub 




Figura 5 - MS Excel 97 - Utilizzo del con¬ 
trollo ActiveX Lista3: il listato VBA. 
Analizziamo ora il codice VBA scritto per 
Excel. La situazione è mostrata chiara¬ 
mente dalla ProjeciView, in cui notiamo 
la presenza degli oggetti Sheet e Thi- 
sWorkbook. di Excel, della Form UF (una 
UserForml e di un Modula che potrebbe 
contenere le varie procedure In realtà 
tutto il codice è inglobato nella Form ed 
in particolare le due uniche routine sono 
associate agli eventi Click sui due Pulsan¬ 
ti. Quella sul primo pulsante imposta le 
proprietà Base e Dati dell'oggetto Lista3 
(che nella nostra applicazione abbiamo 
chiamato MyList, avendo impostato la 
proprietà Name del componenteI ed ese¬ 
gue il metodo Attiva. Il Click sul secondo 
pulsante trasferisce sulle celle del foglio i 
valori delle proprietà Progr, Matricola e 
Nominativo La variabile R serve per ge¬ 
stire la riga corrente sulla quale trascrive¬ 
re i dati scelti. 


Cosa si intende 
per attivazione 
di Internet 

Cercando di semplificare un 
discorso che oggettivamen¬ 
te è un po' complesso, in 
quanto fa riferimento all'ar¬ 
chitettura ed anche alla sto¬ 
ria di Windows, possiamo 
affermare che ActiveX è un 
insieme di tecnologie che 
permettono di inserire un contenuto 
interattivo nelle pagine WEB. Le tec¬ 
nologie di base sono tre. 

La prima è costituita dagli ActiveX 
Controls, che sono i successori dei 
VBX e degli OCX, di cui abbiamo appe¬ 
na parlato e che costituiscono l'argo¬ 
mento principale del nostro articolo. 

La seconda tecnologia consiste negli 
ActiveX Document. Si tratta di parti¬ 
colari estensioni che rendono normali 
documenti compositi (per intenderci 
quelli che si realizzano con i prodotti 
Office e che contengono oggetti OLE 
realizzati con altri prodotti OLE Server) 
di essere attivati interamente, come 
un oggetto unico, dall'interno di un 
ambiente Client. 

Il primo esempio di tecnologia Acti¬ 
veX Document è costituito dal Rac¬ 
coglitore di Office, che 

non produce file propri 
ma semplicemente rac¬ 
coglie ed assembla do¬ 
cumenti realizzati con 
gli altri componenti della 
suite. 

Il secondo esempio è 
costituito proprio da MS 
Internet Explorer 3.0 

che è un contenitore di 
documenti attivi. Come 
noto può visualizzare sia 
documenti HTML, sia 
documenti DOC, scritti 
con MS Word ed attivi, 
sia qualsiasi documento 
realizzato con qualsiasi 
prodotto, ma dichiarato 
attivo. 

Il terzo esempio sarà 


340 


MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997 
































































Figura 6 EI 


□ - Il 


siro Internet dedicato agli Acti¬ 
veX La Tecnologia ActiveX è una 
tecnologia trasversale, in guanto 
riguarda tutti i prodotti di svilup¬ 
po che operano all'interno del¬ 
l'ambiente Windows, per cui il 
suo approfondimento può partire 
da ciascuno di questi prodotti 
Noi partiremo dal Visual Basic 5 0 
che. come detto, per la prima 
volta permette di costruire com¬ 
ponenti di questo tipo L argo¬ 
mento ActiveX, pur essendo ab¬ 
bastanza nuovo, è mollo docu¬ 
mentato Viene ben trattato nei 
manuali del Visual Basic 5 ed esi¬ 
stono. nel catalogo Microsoft 
Press, numerosi testi su tale ar¬ 
gomento Su Internet sono dedi¬ 
cate ad ActiveX molte pagine del 
Sito Microsoft e molti siti riserva¬ 
ti agli sviluppatori. 


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SuM. fililo*! Ihr». au.Vh.vi «odiai. 

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Figura 7 - MS Visual Ba¬ 
sic 5 0 - Immagini dai Wi¬ 
zard 

Riguardano la creazione 
dei componenti attivi due 
Wizard, quello che guida 
nella costruzione di un 
ActiveX e quello che con¬ 
verte un applicazione 
VB5 m un documento at¬ 
tivo Si tratta ovviamente 
di procedure molto co¬ 
mode. ma che vanno 
usate solo da chi sa esat¬ 
tamente quale sia I obiet¬ 
tivo da raggiungere e che 
magari lo saprebbe rag¬ 
giungere anche senza 
usare il Wizard. 


=•! 


costituito, come già noto a molti 
di voi, dal Desktop della prossi¬ 
ma versione di Windows 95 (an¬ 
ticipata in MS Internet Explorer 
4.0) che rende lo stesso desk¬ 
top un contenitore di documenti 
attivi. 

La terza tecnologia, ActiveX 
Scripting, definisce le caratteri¬ 
stiche dei prodotti Host, quelli 
che sono in grado di eseguire 
programmi e documenti attivi 
Ad esempio MS Internet Explo¬ 
rer è un Host ActiveX Scripting 
e dispone di un motore per ese¬ 
guire script sia in linguaggio VB- 
Script che JScript 
Rimanendo strettamente in am¬ 
bito Microsoft, non si può non notare 
l'omogeimzzazione dei vari sottmsiemi 
del linguaggio VB, con VB5, VBA e VB- 
Script, e soprattutto l'omogeinizzazio- 
ne dei prodotti che sono tutti in grado 
di condividere i vari componenti 
Torniamo all'argomento principale del 
nostro articolo, la sviluppo di compo¬ 
nenti ActiveX con VB5 e il loro utilizzo 
con altri prodotti ed in altre situazioni. 

L'ambiente di sviluppo 
VB e la scelta del tipo 
di attività 

Nella prima figura dell'articolo abbia¬ 
mo inserito due Box, quella che appa¬ 
re quando si esegue il comando File 
New Project, e che presenta una deci¬ 
na di "varianti', e quella che mostra le 
proprietà del progetto in cui si control¬ 
la, o al limite si imposta, il tipo di pro¬ 
getto da sviluppare. E' chiaro infatti 
che il fatto che si crei un eseguibile 
EXE, oppure una libreria DLL, oppure 
ancora un controllo ActiveX, non può 
che essere una scelta iniziale, da fare 
quando si inizia un nuovo progetto. 

Il nostro obiettivo è quindi quello di 
realizzare un ActiveX, che si concretiz¬ 
za, come detto, in un file OCX. riutiliz¬ 
zabile in altri programmi. 

Partiamo dalla fine vedendo subito co¬ 
me funziona il controllo ActiveX che 
vogliamo costruire. Lo vediamo, in fi¬ 
gura 2, inserito in un'applicazione VB. 
ed, in figura 3, inserito in un'applica¬ 
zione Excel. Il nome del controllo è Li- 


sta3 ed è presente nel file ES02.OCX. 

Il nostro controllo serve per pescare, 
in maniera non preordinata, dati da 
una Tabella di un Database. I dati pe¬ 
scati, o meglio scelti uno ad uno. de¬ 
vono essere resi disponibili nell'appli¬ 
cazione che ospita il controllo (VB 5.0 
ed Excel 97). 

Il funzionamento dell'oggetto, che in¬ 
ternamente usa comandi DAO, è de¬ 
scritto nella didascalia di figura 2. 

E' chiaro che una volta realizzato l'og¬ 
getto (oppure una volta disponibile, se 
realizzato da altri) è facilmente utilizza¬ 
bile, in quanto l'ambiente Host dispo¬ 
ne delle classiche Box (le vediamo in 
figura 4) con le quali si scelgono i con¬ 


trolli, tra quelli presenti sul sistema, e 
si gestiscono Proprietà e Metodi del 
controllo. Le Box sono la Insert Con¬ 
trols e la Object Browser. 

In figura 5 vediamo il codice del pro¬ 
gramma, scritto in VB5 per Excel 97, 
che permette di usare il controllo. An¬ 
che in questo caso per la descrizione 
del listato vi rimandiamo alla figura e 
alla sua didascalia. 


Come documentarsi 

Mentre, come abbiamo appena visto, 
è relativamente facile usare un con¬ 
trollo ActiveX, in quando esistono 


MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997 


341 



























































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1 


Figura 8 - MS Visual Ba¬ 
sic 5 0 - il Seiup Wizard 
I vari Wizard di cui ab- 
Diamo parlalo nelle pre¬ 
cedenti didascalie te an¬ 
che altri di cui non ab¬ 
biamo parlato in Questo 
articoloI si lanciano dal¬ 
l'interno dellambienre 
di sviluppo di Visual Ba¬ 
sic C'è anche il Setup 
Wizard, che invece è 
esterno, il cui compito è 
Quello di produrre il file 
eseguibile 'tinaie'. Una 
variante di Questa pro¬ 
cedura Ila vediamo nella 
figurai è Quella che per¬ 
mette di creare un 'applicazione 'downloadabi- 
le' attraverso Internet Vengono generati sia 
file di tipo HTML che file CAB. che contengo¬ 
no il materiale da scaricare In Iormato com¬ 
presso Il problema successivo riguarda le 
modalità di distribuzione del materiale cosi 
sviluppato Ine parliamo nel testol 


Figura 9 - Dall'Active 
Desktop all' Active Ser¬ 
ver 

L attuale tecnologia, e 
gli esercizi che vi propo¬ 
niamo nell'articolo, ri¬ 
guardano la possibilità di 
utilizzare componenti 
che debbono essere di¬ 
stribuiti su ciascun 
Client In un prossimo 
futuro, in termini di pro¬ 
dotto parliamo di Win¬ 
dows NT Server 5 0, l'o¬ 
rientamento Sara Quello 
di far lavorare di più il 
Server e meno i Desk¬ 
top Il fatto, ad esempio, 
che i componenti Acti¬ 
veX potranno esser la¬ 
sciati sul Server e da li 
richiamati alloccorrenza 
ne faciliterà la gestione 
e la manutenzione 


Active Platform 


Tools 


Active 

Desktop 


Windows Mac UNIX 


Active 

Server 

Windows NT 
Server 



ActiveX 


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Figura IO - MS Visual Basic 5.0- L appli¬ 
cazione che crea I ActiveX 
Dopo aver visto come si usa. lavorando 
con Excel, il nostro ActiveX, vediamo 
come si costruisce, lavorando con Vi¬ 
sual Basic 5 0 Nel suo ambiente di svi¬ 
luppo vediamo m alto a destra la Project 
Wmdow. che contiene il progetto HI pri¬ 
mo dei due, che si chiama ES02I che a 
sua volta comprende due Form. Quella 
che coincide con la parte esteriore del 
nostro oggetto, e Quella che ne mostra 
le proprietà 'Custom' Questa seconda 
form, che e generabile con uno specifi¬ 
co Wizard, e quella che appare quando 
si apre la Box con le proprietà persona¬ 
lizzate del nuovo controllo Secondo la 
terminologia vigente in VB5. si tratta di 
una User Form e di una Properfes Page 
Form II codice, che riportiamo nel te¬ 
sto. comprende sia parti tradizionali, ad 
esempio Quelle che fanno funzionare la 
Form, sia Quelle che servono per gestire 
Proprietà e Metodi 


strumenti che ne aiutano la gestione, 
non è altrettanto facile sia progettarli 
che costruirli. 

Nel primo caso la difficoltà sta nel de¬ 
cidere quale parte di attività vada as¬ 
segnata al controllo, e quale lasciata 
al programma host, in modo che poi 
convenga effettivamente riutilizzare il 
controllo anziché scrivere un nuovo 
codice. 

Nel secondo caso la difficoltà sta nel 
dover pensare in termini di Proprietà 
del controllo, in termini di Metodi su¬ 
biti dal controllo, in termini di Eventi 
che si scatenano sul controllo In pri¬ 
ma approssimazione si può affermare 
che le Proprietà del controllo equival¬ 
gono a Variabili che si possono impo¬ 
stare oppure leggere, i Metodi equival¬ 
gono a Procedure che vengono ese¬ 
guite. Per gli Eventi è un po' più diffici¬ 
le trovare un parallelismo. 

Insomma il controllo ActiveX va "pen¬ 
sato" in termini di Proprietà, Metodi ed 
Eventi e qui sta la difficoltà, perlome¬ 
no inziale, per chi non è abituato a la¬ 
vorare per componenti. 

Per quanto riguarda la documentazio¬ 
ne sono fondamentali i manuali del Vi¬ 
sual Basic 5.0 (che descriviamo nella 
prova pubblicata in questo stesso nu¬ 
mero di MC), i tanti siti Internet dedi¬ 
cati a tale tecnologia (figura 6), i testi 
MS Press o di altre case editrici tecni¬ 
che. 

Anche i Wizard (ne vediamo esempi 
nelle figure 7 ed 81, che aiutano il pro¬ 
grammatore nelle fasi 
piu onerose del lavoro, 
possono servire a capire 
i meccanismi su cui si 
basa la Programmazione 
Object Based 
Infine, prima di vedere 
come si fa a costruire un 
ActiveX (dopo aver visto 
come si fa ad usarlo), ri¬ 
cordiamo che la tecnolo¬ 
gia ActiveX è ancora agli 
inizi Diventerà ancora 
più importante, special¬ 
mente in un'ottica azien¬ 
dale, dove le applicazioni 
sono "Mission Criticai", 
quando sarà attivo il Ser¬ 
ver Sarà, in altre parole, 
solo il Server a contene¬ 
re, in copia unica, protet¬ 
ta, sicura, i componenti, 


342 


MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997 

























































Dim DD As Database 
Dim RR As Recordset 
Dim BV, DV As String 


dichiarazioni 


Private Sub Ll_Click() ■ trasferimento dati dalla Lista nelle TextBox 
DI = Loft(LI, 4) 

D2 = Mid(Ll, 6, 12) 

D3 « RTrim(Mid(Ll, 21, 15)) 

End Sub , istat0 A 


Sub UserControl_Initialize() 


Private 
BV = • 
DV = ■ 
End Sub 


Private Sub UserControl Terminate!) 

' non utilizzato 
End Sub 


Public Function Attivai) 
del metodo ATTIVA 

Set DD = OpenDatabase(bv) 

DB 

Set RR = dd.OpenRecordset(dv,dbOpenSnapshot) 
cordSet 
Ll.Clear 
della Lista 

Do While Not RR.EOF ' 

cordSet 

KK - RRIcod & " ” • 

interesse 

KK » KK & Loft(RRIcognome + Space(10), 12) 

KK * KK & Right (Space (10 ) + Format ( RR ! importo, 
LI.Addltem KK 
della Lista 

RR.MoveNext 

sivo 

Loop 

mento 

Ll.Listlndex = 0 
End Function 


evento iniziale del controllo 


evento finale del controllo 


listato B 


definizione 


apertura del 


creazione del Re¬ 


svuotamento 


scorrimento del Re¬ 


lettura dei campi di 


"#,###“), 12 ) 


riempimento 


record Bucces- 


fine scorri- 


listato C 


anche se i Client che li utilizzeranno 
saranno migliaia (figura 9 per prome¬ 
moria). 


risponde alla Box Custom Property del 
controllo. 

La User Form è invece una Form nor¬ 
male, contiene componenti normali e 
parti di codice normale Nel nostro ca¬ 
so tutto ciò che serve per attivare il 
Database, leggere la Tabella, riempire 
la Lista, trasferire i dati dalla Lista alle 
Text Box. Riportiamo le parti di codice 
“normale’tvedi listato A); 

C'è poi una parte di codice specifica 
del controllo ActiveX Occorre infatti 
definire le sue Proprietà, che in prati¬ 
ca sono Variabili che vanno impostate, 
lette, e sulle quali o dalle quali, sposta¬ 
re valori, ed occorre definire Metodi, 
che sono procedure, o funzioni che 
"movimentano" l'oggetto. 

Il controllo dispone di due Eventi spe¬ 
cifici, utili per le eventuali inizializzazio- 
ni da eseguire quando si attiva il con¬ 
trollo e per le eventuali riconfigurazioni 
finalilvedi listato B). 

Il Metodo ATTIVA può essere una 
Function oppure una Sub. La sua pro¬ 
grammazione è standard. In pratica è 
semplicemente il fatto che stiamo la¬ 
vorando su un ActiveX e non su un'ap¬ 
plicazione standard che traduce la 
Function in un Metodo (vedi listato C). 
Qui vediamo invece la definizione del¬ 
le proprietà. E' fondamentale capire la 
differenza tra le proprietà di scrittura, 
quelle che servono per trasferire i dati 
verso il controllo, e quelle di lettura, 
che servono, al contrario, per riportare 
dati dal controllo all'applicazione. Nel 
nostro caso quelle di scrittura sono 
Base e Dati (l'istruzione è Let), e ser¬ 
vono per nporta- 


Andiamo 
un po’ 
più a fondo 


Base(ByVal vNewValue As Varianti 


Dati(ByVal vNewValue As Varianti 


In figura 10 vediamo il nostro compo¬ 
nente in lavorazione. Comprende due 
form, una User Form, che è la parte 
esteriore dell'applicazione e la Pro¬ 
perty Form, che può essere generata 
da un Wizard e che contiene le varie 
proprietà, leggibili ed impostabili, del 
nuovo controllo. La Property Form cor- 


Public Property Let 
BV = vNewValue 
End Property 

Public Property Let 
DV = vNewValue 
End Property 


Public Property Get ProgrO As Variant 
Progr = Ll.Listlndex ♦ 1 
End Property 

Public Property Get Matricola() As Variant 
Matricola = Left(Ll, 4) 

End Property 

Public Property Get Nominativo)) As Variant 
Nominativo = Trim(Mid(Ll, 6, 12)) 

End Property 


listato D 


re sull'ActiveX 
Database e Re- 
cordSet di inte¬ 
resse. Quelle di 
lettura (istruzio¬ 
ne Get) servono 
per leggere i 
campi (ricordia¬ 
mo che abbiamo 
usato una Lista 
semplice, nella 
quale abbiamo 
simulato la crea¬ 
zione di tre co¬ 
lonne) della riga 
scelta nella Lista 
(vedi listato D). 

Ci fermiamo qui. 
Non ci interessa- 


MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997 


343 



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DI - RyLnt. Progr 
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Bficblokx 

□ ftM8000C*X*ft 


Ztr<»i 





3 


• uMdncodatdtdantdv 


Figura I ! • MS Visual Basic 5 0 - 
L applicazione che usa l'ActiveX 
li risultato nell'esecuzione di que¬ 
sto programma lo abbiamo visto 
in figura 2 Poiché siamo in fase 
di test vediamo, nell'ambiente 
IDE di VB5, ambedue i due pro¬ 
getti, quello che crea e quello che 
testa il nuovo controllo OCX 
Questa possibilità, anche questa 
è una novità del Visual Basic 5 0. 
é molto comoda proprio quando 
si sviluppano componenti che 
vanno via via provati Notiamo an¬ 
che la semplicità del codice ne¬ 
cessario per usare il componente 
ed il fatto che lo stesso codice 
sia del tutto analogo a quello 
scritto nella Macro Excel 


Figura 12 - MS Visual 
Basic 5 0 - Costruzione 
di un semplice compo¬ 
nente ActiveX Nome 
PR9 

Ci trasferiamo armi e ba¬ 
gagli su Internet II no¬ 
stro obiettivo è quello di 
realizzare un’applicazio¬ 
ne VB5, semplicissima 
che più semplice non si 
può, salvarla come com¬ 
ponente ActiveX, provar¬ 
la in un 'altra applicazio¬ 
ne VB Il'istantanea im¬ 
mortala questo momen¬ 
toI e poi utilizzarla all'in¬ 
terno di una normale pa¬ 
gina HTML Un click sul 
pulsante Riempi riempie 
la TextBox con la frase 
'Prova MC', mentre un 
click sul pulsante Svuota 
la ripulisce. 


9* e* »•- trom io* è»» wwo- o» 

S-a -1 i*B B*' . NiSiiW* 


1 SS A 

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I"—*• 3 |'-~N«r>w 3 A »' fó / I I» * ■ * 1= := * V 


MC Pro»» MS VB S.O 

Quello é un componente ActiveX 


~3 


Cop¬ 

iacela 

Ciaamma giadal* Sonpi 


Pigiare i be pulsanti per provare 

VaualnaAaodfca le prepi-U dal et***» Ac*rf< coww 


Figura 13 - MS Front 
Page 97 - Creazione di 
una pagina HTML che 
contiene il componente 
PR9. 

Per creare la pagina 
HTML 'attiva' usiamo 
l'Editor di MS Front Pa¬ 
ge, utile non fosse altro 
che per la funzionalità 
che permette di inseri¬ 
re controlli ActiveX. No¬ 
tiamo anche come, una 
volta inserito il nostro 
controllo, sia attivo il ta¬ 
sto destro del mouse, 
che apre il Quick Menu 
che permette di vedere 
le proprietà dell'ogget¬ 
to Purtroppo non c'è 
uno strumento tipo 
Obiect Browser e l'e¬ 
ventuale programma¬ 
zione del controllo va 
fatta ‘a manina' 


va costruire un controllo com¬ 
plesso, ma solo verificare 
quanto il fatto di costruire un 
componente riutilizzabile com¬ 
plichi il nostro lavoro con VB 
In definitiva lo sforzo in più è 
pressoché irrilevante, specie 
quando il componente (come 
nel nostro caso) assomiglia 
molto ad una comune sotto¬ 
procedura, 

Anche da un punto di vista 
concettuale lo sforzo è ridotto, 
quando si siano ben capite le 
equazioni Metodo=Procedura 
e Proprietà=Variabile 
Degli Eventi, che non abbiamo 
toccato, e che probabilmente 
ci complicheranno la vita, parleremo 
un'altra volta. 

Va infine detto che buona parte del la¬ 
voro si può far svolgere ai numerosi 
Wizard, che, ad esempio, possono 
aiutarci nella creazione delle varie Pro¬ 
prietà e dei vari Metodi, 

Ed ora attiviamo 
Internet 

Dopo aver visto come sia possibile, 
con VB5, sviluppare un controllo Acti¬ 
veX e come sia facile usarlo in un’ap¬ 
plicazione scritta con Visual Basic 
stesso oppure con Excel (anch’esso 
Host di ActiveX), passiamo a parlare 
di Internet ovvero di come sia possi¬ 
bile sviluppare qualcosa, un compo¬ 
nente oppure un'intera applicazione, 
che renda attiva una comune pagina 
HTML. 

Per prima cosa realizziamo con VB un 
programma semplicissimo (lo vedia¬ 
mo in figura 12). Questo consiste in 
una Form con una TextBox e tre pul¬ 
santi. Il click sul primo riempie la 
TextBox con la scritta "Prova MC", il 
click sul secondo pulisce la Text e il 
terzo fa terminare l'applicazione 
Se si dichiara subito che si tratta di un 
ActiveX Control si lavora direttamente 
su una User Form. Si inseriscono og¬ 
getti, si scrivono routine, come in un 
programma normale. 

In questo caso non vogliamo definire 
Proprietà, Metodi, Eventi, vogliamo 
solo far funzionare il codice sottostan¬ 
te i pulsanti. 


344 


MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997 





























































Chiamiamo il progetto PR9.VBP e la 
Form, che costituisce il controllo, la 
chiamiamo UC9.CTL Per provare il 
funzionamento del controllo ActiveX 
basta chiudere l'User Form e creare 
un nuovo progetto, normale, nella cui 
Form possiamo inserire il nostro Acti¬ 
veX in lavorazione, che è già disponi¬ 
bile nella Toolbox. 

Lanciando il secondo progetto si può 
verificare il funzionamento del control¬ 
lo, il quale dispone comunque di una 
serie di proprietà standard. 

E' molto importante, lo abbiamo già 
detto, il fatto che si possa lavorare 
contemporaneamente sui due proget¬ 
ti e che VB permetta di salvarli ambe¬ 
due (con Form, Modules. ecc.) in un 
unico Project Group. 

Quando tutto funziona basta eseguire 
il comando File Make OCX per produr¬ 
re il file con il controllo. 

Ora dobbiamo usare il nostro 
PR9.0CX in un file HTML. 

Apriamo l'Editor di MS FrontPage 
con il quale creiamo una semplice pa¬ 
ginetta in cui, sfruttando il comando 
Inserisci/Altri Componenti/Controllo 
ActiveX, piazziamo il nostro controllo. 
Il nostro controllo non prevede Eventi, 
non subisce Metodi, non ha Proprietà 
particolari, oltre a quelle standard. 

Se andiamo a curiosare tra le pro¬ 
prietà standard ne troviamo due molto 
interessanti, che ritroveremo in segui¬ 
to: la ID che identifica il nostro com¬ 
ponente nell'applicazione che lo ospi¬ 
ta e la CodeBase che invece identifi¬ 
ca il file OCX (vediamo I'Editor di 
FrontPage in figura 13). 

Non ci resta da fare altro che provare 
il funzionamento dell'HTML generato 
dalT'Editor di FP 

In figura 14 vediamo MS Internet Ex¬ 
plorer con la nostra pagmetta ed in una 
finestrella vediamo l'HTML relativo. 
Tutto ruota attorno al Tag OBJECT, 
che contiene le specifiche ID e Code¬ 
Base, che servono per identificare 
l'oggetto, nel caso ad esempio attivas¬ 
se un evento, e per identificare da do¬ 
ve scaricare il componente, nel caso il 
sistema Client non ne disponesse. 

E' chiaro che è proprio questo l'aspet¬ 
to più importante, in quanto riguarda 
la distribuzione dell'OCX, la sicurezza 
del Client, ecc Per ora ci accontentia¬ 
mo del fatto che la nostra applicazio¬ 
ne funziona su Internet. In successivi 


Figura M - MS Inter¬ 
net Explorer 3 Ox - Uti¬ 
lizzo, in una pagina 
HTML, del componen¬ 
te PR9 

Salvato il file MCPro- 
va. HTM lo possiamo 
vedere con Internet 
Explorer Possiamo 
anche utilizzare II con¬ 
trollo ActiveX agendo 
sui due pulsanti che. in 
pratica, rendono attiva 
la pagina II terzo pul¬ 
sante invece produce 
un errore Contiene l'i¬ 
struzione UNLOAD 
che funziona m un ap¬ 
plicazione VB. ma non 
in una pagina HTML 


gag 

> ODO 


, ■ 

Qfrl £& <a- (3 






~3 


MC Prova MS VB 50 

Qvnio • un <cmror+rtu ArttwX 


MC Piova MC Piovo MC Piov 
MC Piovo MC Piovo MC Piovo MC 
Piovo MC Piovo MC Piovo MC Prov 
MC Piovo MC Piovo MC Piovo MC 
Piovo MC Piovo MC Piovo MC Piov 
MC Piovo MC Piovo MC Piovo MC 
Piovo MC Piovo MC Piovo MC Piov 
MC Piovo MC Piovo MC Piovo MC 
Piovo MC Piovo MC Piovo MC Piov 
MC Piovo MC Piovo MC Piovo MC 


Pipoi« « Ut puioanU pei f*DV«t 


(Mal) 

ano 

<titlr>MC Provo KS UB S.B</tltle> 

</h«00> 

■ body bqcolor-*’BfFFFfF"> 

CpXFont sl*e-‘V'XB>HC Provo KS UB 5.8 
</BX/fontX/p> 

<p>Quvsto * un conponrntp Actlv*X</p> 

<p><o6Jrct 

id-"ProvoHC" 

ciossld- 

cUld:0*93B?*3F?CF-110B-88?*~M<iSS3S*0BBB" 
codebosr-'ht tp://octivosru/provoosp/pr9.OCX" 
bordor-"t" width-"329" PoiflM-"2B6'> 
</0»l8CtX/p> 

<p>Piplorp t tro pulsanti por provoro</p> 
</body> 

</btal> 


J 


£ 



ih ibmjìk 




_ _ _ Figura 15 - MS Visual 

<3 Q G> PV Basic 5 0 - Esaspera¬ 
ta Pv. Cau Po— zione del concetto di 

__■■■ Active Document 

3 Abbiamo realizzato un 

' programmino con Vi¬ 

sual Basic, del quale 
potete leggere il lista¬ 
to nella finestrella in 
mezzo alla videa ta, e 
che consiste m una 
Form con tre Pulsan¬ 
ti Al click sul secon¬ 
do dei tre. viene ese¬ 
guito il codice che ge¬ 
nera una linea che 
rimbalza sui Quattro 
bordi della Form, 
cambiando via via co¬ 
lore. L unità di misura 
della Form è il Pixel 
Iproprietà ScaleMo- 
de=3> e nel listato c'è 
l'istruzione DoEvents 

che permette di intercettare il click sugli altri due pulsanti Pulisci e Stop Lanciando il Wizard ActiveX 
Document Migration viene generalo, gratis, un documento attivo immediatamente utilizzabile all'inter¬ 
no di un contenitore di documenti attivi, come il Binder di Office o il Microsoft Explorer Estremizzan¬ 
do. e tacendo alcune considerazioni che comunque dovremo tare, possiamo affermare che un 'applica¬ 
zione VB 6 potenzialmente anche un'applicazione Attiva per Internet 


articoli approfondiremo il problema 
della distribuzione ‘sicura* del mate¬ 
riale. 

Per finire vi mostriamo come sia faci¬ 
le prendere un'applicazione Visual Ba¬ 
sic e trasformarla in un'applicazione 
Internet (in figura 15 vediamo l'appli¬ 
cazione ed, in una piccola finestrella, 
il suo listato VB originario). Della tra¬ 
sformazione, in questo caso si parte 
da un programma VB e si ottiene un 
Documento Attivo, se ne occupa un 
Wizard. 

E' chiaro che non può essere tutto co¬ 
si semplice. 


Ad esempio nel primo caso (PR9) il 
pulsante che esegue la fine del pro¬ 
gramma (istruzione VB Unload Me) 
non funziona se usato in un ActiveX. 
Nel secondo caso perdiamo del tutto 
il concetto di Resize, che esiste in 
una Form VB, ma non esiste in una 
pagina HTML 

In sostanza per sfruttare bene le enor¬ 
mi potenzialità di VB5 ed in particolare 
le sue interessanti sinergie con Inter¬ 
net bisogna conoscere molto bene 
tutti e due i... mondi. 

fi® 


MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997 


345 








































di Claudio Petroni e Luigi Sandulli 


Un prodotto interessante per gli 
utenti che lavorano in gruppo: 
BUSINESS OBJECTS 

Questo mese sconfiniamo oltre i limiti che, normalmente, assegniamo al Workgroup, inteso 
come specifica strumentazione software, per analizzare un prodotto che comunque 
interessa persone che lavorano, collaborando tra di loro, in un gruppo o persone che 
appartengono ad un gruppo che esegue lo stesso tipo di lavoro, senza dover 
necessariamente collaborare. Si tratta del Business Objects 4.0 della Business Objects 
(useremo la sigla BO), un prodotto di classe Data Management, destinato alle grosse 
organizzazioni che hanno da una parte complessi database Aziendali, su Mainframe o su 
Server, e dall'altra un esercito di utenti che deve lavorare su questi dati, in maniera regolare, 
controllata, sicura. In figura 1 e 2 descriviamo brevemente l'organizzazione di BO e la sua 
filosofia di base. Non vogliamo eseguire una prova vera e propria, perché vogliamo 
principalmente cogliere gli aspetti Workgroup che caratterizzano il prodotto. Rimandiamo 
gli interessati ad una sua più completa descrizione al sito |www.businessobiects.com| che è 
molto ricco di informazioni. Con BO si mette dunque a disposizione del gruppo di lavoro non 
un Document Management, non un Workflow Management e neanche un PIM, bensì un 
Data Management che diventa in tal modo uno strumento utilizzabile anche a livello di 
Gruppo di Lavoro. Altra cosa da dire subito è che Business Objects è certificato per 
Microsoft Windows 95 ed è Office Compatible, fatto che lo pone ai primi posti tra i prodotti 
di pari categoria.Abbiamo deciso di dividere l'articolo in due parti: nella prima, che è questa, 
faremo una presentazione generale e tratteremo la parte Installazione ed Amministrazione 
del sistema. Nella seconda, al contrario, cercheremo di esplorare le effettive potenzialità del 
prodotto eseguendo una serie di esperimenti sui dati. 


Posizionamento 

Esistono tanti altri prodotti apparte¬ 
nenti alla stessa famiglia di Business 
Objects e che sono, per la maggior par¬ 
te, moduli aggiuntivi forniti a corredo 
dei maggiori motori SQL. Infatti i vari 
produttori di RDBMS basati su SQL for¬ 
niscono in genere ai propri clienti stru¬ 
menti software complementari che per¬ 
mettono di navigare tra le informazioni 
contenute in un database in modo sem¬ 


plice. Ci sono anche molti produttori di 
terze parti che hanno in catalogo stru¬ 
menti che si agganciano ai vari databa¬ 
se e che servono per eseguire sui dati 
analisi anche molto potenti. 

Rimangono comunque fuori da que¬ 
sto discorso quei casi in cui un databa¬ 
se, che sia di complessità media o su¬ 
periore, diventa difficile, ed in certe si¬ 
tuazioni impossibile, da interrogare da 
parte di un utente non tecnico. 

Il problema fondamentale sta nel fat¬ 


to che l’ideazione del database è compi¬ 
to di un analista che individua, ed orga¬ 
nizza in tabelle, in campi ed in relazioni 
tra le tabelle, i dati coinvolti, seguendo 
una logica che differisce sostanzialmen¬ 
te da quella "umana' C'è poi il program¬ 
matore che traduce il progetto, ancora 
allo stato teorico, preparato dall'anali¬ 
sta, m un database, sulla base del quale 
costruisce maschere per la gestione e 
report per le stampe istituzionali dei 
dati 


346 


MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997 




L'utente finale che si accosta allo 
stesso database, per fare un'interroga¬ 
zione o una stampa estemporanea, ha 
invece una visione reale del problema e 
non teorica, che non segue, quindi, le 
rigide regole della teoria relazionale, che 
invece hanno guidato il lavoro dell'anali¬ 
sta. 

Certo i moderni strumenti software 
per programmare e per gestire i databa¬ 
se, destinati anche agli utenti finali, pre¬ 
vedono delle modalità operative ami¬ 
chevoli, a misura d'uomo, che aumenta¬ 
no il grado di indipendenza degli utilizza¬ 
tori di questi programmi dagli analisti 
che hanno progettato e dai programma¬ 
tori che hanno costruito. 

Gli utenti sono in grado (magari dopo 
brevi periodi di formazione) di creare au¬ 
tonomamente report o interrogazioni 
in modo estemporaneo a seguito di esi¬ 
genze che nascono durante il normale 
svolgimento del proprio lavoro. L'unico 
problema sembrerebbe consistere nella 
difficoltà che incontra l'utente nell'ap- 
prendere le modalità operative per rag¬ 
giungere quella tanto desiderata indi¬ 
pendenza 

Ciò è vero solo se la banca dati, il da¬ 
tabase, su cui si lavora, ha una struttura 
semplice e se l'utente è in grado di 
comprenderla fino in fondo, cosa que- 
st'ultima alquanto improbabile visto che 
la maggior parte degli utenti non sono 
anche analisti 

Ed in questi casi anche gli strumenti 
software per utente, che espongono or¬ 
mai sempre in forma grafica l'organizza¬ 
zione fisica del database, diventano 
ostici, in quanto l'utente non riesce a 
capire tale organizzazione, non com¬ 
prende la necessità di avere tante tabel¬ 
le e spesso, nei casi più complessi, non 
è neanche in grado di raggiungere i dati 
desiderati. 

Facciamo un esempio banale. 

Immaginiamo che in una gestione di 
contabilità, l’analista prima e il program¬ 
matore dopo abbiano dimenticato di 



Figura I - Business 
Ob/ects - Lo strumento 
Designer 

Allarghiamo l'area di 
anione della rubrica 
Workgroup analizzando 
anche nuovi prodotti 
che si basano non tan¬ 
to sulle infrastrutture 
hardware e software 

per il Workgroup guanto sulla logica Workgroup, inteso come gruppi di persone che lavorano insieme e 
come gruppi di persone che lavorano allo stesso modo Vedremo (in due puntatei I interessante prodot¬ 
to Business Obiects. il cui compito e duello di fare da intermediano tra i complessi database aziendali 
Iche risiedono sui mainframe e che spesso contengono decine e decine di tabelleI e i gruppi di utenti 
che comunque debbono lavorare su guei dati, allo scopo di prendere importanti decisioni operative. 


progettare e di realizzare il Report per la 
stampa dell'Ordine. 

Nel caso più semplice sarà necessa¬ 
rio prendere dati da almeno cinque ta¬ 
belle (Clienti. Fornitori. Ordini, Righe di 
Dettaglio. Articoli), ma potrebbero es¬ 
serne coinvolte altre, come Vettore. In¬ 
dirizzi di destinazione. Sconti, Calendari 
per la consegna, varie Liste di Apparte¬ 
nenza e qualsiasi altra categorizzazione. 
che il caso specifico richieda. 

È probabile che l'utente non sia nean¬ 
che capace di raggiungere tutti questi 
dati, che sono disseminati in vane tabel¬ 


le. necessari alla composizione del¬ 
l'informazione che gli serve (la semplice 
stampa dell'ordine) 

Un prodotto come quello che stiamo 
esaminando cerca di affrontare e risol¬ 
vere questo tipo di difficoltà. 

Per raggiungere l’obiettivo viene chia¬ 
mato di nuovo in causa fanalista, quel¬ 
lo che ha esaminato il problema e quin¬ 
di ha disegnato la struttura della banca 
dati (campi, tabelle e relazioni). Questa 
volta però è chiamato a svolgere un la¬ 
voro che è esattamente il contrario di 
quello precedente. 



Figura 2 - Business Ob/ects - 
Installazione 

Si tratta Quindi, facciamo se¬ 
guito alla didascalia della figu¬ 
ra precedente, di un prodotto 
che rientra nella classe di 
strumenti di supporto alle de¬ 
cisioni IDDSI Si compone di 
tre moduli principali, il Super- 
visor. per gli amministratori, il 
Designer, per l’analista che 
prepara i dati per gli utenti del 
sistema, e l'User, per l'uten¬ 
te. che a sua volta si compo¬ 
ne di vari moduli, come Re¬ 
porter, Explorer. Document 
Agent La sua installazione 
non presenta problemi, se si 
eccettua la sola richiesta di 
sovrascrivere alcune librerie 
DLL, presenti nel sistema, 
con altre fornite con il prodot¬ 
to. probabilmente un po' più 
vecchie 


Ctioose Ihc Produci Modulcs 




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Figura 3 - Business 
Objects - Definizione dei 
Supervisor, 

BO 6 in grado di interfac¬ 
ciare database di dimen¬ 
sioni elevatissime, su cui 
possono lavorare centinaia 
di persone, conseguente¬ 
mente anche l'amministra¬ 
zione del sistema pud ri¬ 
chiedere diverse ligure, 
con compiti specializzati 
C'è il Cenerai Supervisor 
che si occupa dell'architet¬ 
tura. dei problemi generali 
della sicurezza e che è II 
responsabile degli altri Su- 
pervisor, che a loro volta si 
occupano di creare e gesti¬ 
re utenti e gruppi di utenti 
e di allocare le risorse dati 
per gli stessi in speciali 
contenitori chiamati Um- 
vers. 


Infatti durante l'analisi costui ha cer¬ 
cato di normalizzare i dati, impostando 
un modello relazionale che deve sotto¬ 
stare ad alcune regole ferree, pena l'i- 
nutilizzabilità successiva dei dati. Ciò ha 
comportato un inevitabile proliferare di 
codici, tabelle e relazioni che poi, come 
se non bastasse, sono state battezzate 
dal programmatore con nomi del tutto 
incomprensibili e impronunciabili. 

Business Objects prevede che l'uten¬ 
te veda dati riorganizzati secondo una 
logica umana e non relazionale. E' quin¬ 
di di nuovo l'analista, che nel caso spe¬ 
cifico si chiama designer, che deve pro¬ 
cedere a questa riorganizzazione, as¬ 
semblando liberamente i campi in tabel¬ 
le virtuali, prelevandoli da qualsiasi ta¬ 
bella del database, rinominandoli, ag¬ 
giungendone di nuovi, ottenuti da calco¬ 
li, per metterli a disposizione dell'utiliz- 
zatore, che è ora, con i dati in questa 
nuova forma, in grado di capirli. In so¬ 
stanza l'analista deve eseguire una de¬ 
normalizzazione delle tabelle 

Descrizione di 
Business Objects e 
della sua terminologia 

Business Objects, come detto all'ini¬ 
zio, è destinato alle grosse organizzazioni 
che dispongono di grossi Database pieni 
di dati strategici. Sono previste tre figure 
operative: i Supervisori, che si occupa¬ 
no deH'amministrazione, i Designer, 


che, come appena detto, sono degli spe¬ 
cialisti che sostanzialmente preparano i 
dati e li mettono a disposizione degli 
utenti, ed infine gli utenti stessi, che di¬ 
spongono a loro volta di ulteriori stru¬ 
menti operativi. 

Prima di usare BO, che comunque può 
essere usato anche in modo "stand alo¬ 
ne", è necessario che il Supervisore ese- 


Figura 4 - Business Ob/ects - Definizione di un 
collegamento ODBC 

Lo strumento BO. in quanto intermediano tra da¬ 
tabase aziendali e utenti, non possiede un pro¬ 
prio database con i dati L'unica eccezione è il 
Repository, che è un database in cui BO memo¬ 
rizza le vane configurazioni, degli utenti, della si¬ 
curezza. delle modalità di accesso degli utenti ai 
vari database Iper definire un applicazione BO, 
con annessi e connes¬ 
si, viene utilizzato il ter¬ 
mine Universo). Il Re- 
pository contiene an¬ 
che i vari Meta-Model 
dei database, che costi¬ 
tuiscono le viste logi¬ 
che dei dati, preparati 
dai Designer per i pro¬ 
pri User. Una volta di¬ 
sponibile il Repository. 
il Supervisor può creare 
gli utenti e i gruppi che 
saranno poi via via abili¬ 
tati ad accedere al si¬ 
stema Anche per crea¬ 
re il Repository bisogna 
definire una connessio¬ 
ne ODBC, che è neces¬ 
saria per lavorare con 
un qualsiasi database 
tra quelli previsti da 
BO, che, come si può 
osservare dall'elenco in 
figura, sono pratica¬ 
mente tutti. 


gua la configurazione dell'ambiente, 
creando il Repository una sorta di 
spazio che contiene tre elementi prin¬ 
cipali, chiamati domini, che contengo¬ 
no le informazioni relative alla configu¬ 
razione ed ai dati, I domini sono Uni¬ 
verse Domain, Security Domain, Do- 
cument Domain, e possono essere di¬ 
slocati fisicamente su una macchina 
oppure distribuiti su più macchine in 
rete. 

Il vantaggio principale nel distribuire 
il Repository sta nella possibilità di ge¬ 
stire un maggior volume di dati, so¬ 
prattutto per quanto riguardo il Docu- 
ment Domain. La flessibilità nella ge¬ 
stione di un repository distribuito, ma¬ 
gari generando anche diversi Security 
Domain, semplifica e snellisce anche 
la gestione degli utenti 
Quando il sistema è configurato in 
termini di amministrazione, il designer 
potrà creare l'universo L'universo è il 
nome con cui si individua una applica¬ 
zione BO ed a cui gli utenti accederan¬ 
no per eseguire le interrogazioni. L'Uni¬ 
verso punta, sempre tramite un collega¬ 
mento ODBC ad uno o piu database 
esterni. Consiste in pratica nella defini¬ 
zione di un nuovo insieme di dati prele¬ 
vati dal database in forma nativa, su cui 
si potranno eseguire statistiche e report 
di ogni tipo. 

Detto cosi sembrerebbe quasi di tro¬ 
varsi in un ambiente ridondante rispetto 
al database originale, ma diverso solo 
perché contenente un sottomsieme dei 
dati originali. 

Chiaramente non è cosi, perché, du- 



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Figura 5 - Business 
Ob/ects - Gestione del 
Repository - Proprietà 
degli utenti 

La creazione degli 
utenti e dei gruppi, ad 
opera del Supervisor, è 
una operazione estre¬ 
mamente rapida che 
avviene operando di¬ 
rettamente sull'albero 
che h rappresenta gra¬ 
ficamente e gerarchi¬ 
camente in una vista 
tipo Explorer Questo 
modo di vedere le co¬ 
se schematizza bene 
la situazione, anche ad 
un semplice colpo 
d'occhio Nel caso di 
definizioni piu com¬ 
plesse di quella rappre¬ 
sentata m figura, con 
molti utenti e gruppi, la 


IM i»- U 


Vun KIT IV 


• Mftabl T« 


IMDimiIiaMiMmHHOaMlaiiaa 
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rame la scelta dei dati dalle tabelle origi¬ 
nali, questi potranno essere riorganizzati 
e riassemblati a seconda di criteri logici 
che ne migliorano la comprensione e lo 
sfruttamento 

L'universo contiene una serie di ele¬ 
menti che si chiamano classi, oggetti e 
filtri, che cercheremo di spiegare ricolle¬ 
gandoci all'esempio fatto inizialmente ri¬ 
guardante gli ordini e alla difficoltà da 
parte dell'utente che voglia visualizzare o 
stampare contemporaneamente tutte le 
informazioni ad esso collegate. 

L'utente che accede non direttamente 
al database nativo, ma indirettamente 
tramite un universo BO, troverà una clas¬ 
se ordine che conterrà una serie di og¬ 
getti semplici, tipici dell'ordine, come la 
data e il numero, poi altri provenienti dal¬ 
l'esterno, come il cliente, il fornitore e il 
vettore. Ognuno di questi disporrà di ele¬ 
menti di dettaglio come l'indirizzo, il te¬ 
lefono ed altro. L'utente potrà utilizzare 
anche altri oggetti, detti Measure, che 
contengono dati ricavati da calcoli, ad 
esempio il totale dell'ordine, il costo del 
trasporto ed il totale scontato. 

Un'altra categoria di elementi che, se 
definiti, potranno essere utilizzati diretta¬ 
mente dall'utente finale, sono i filtri, 
che, come dice il termine stesso, sono 
condizioni predefinite, anche di tipo para- 
metrizzato, applicate ai dati per fornire 
agli utilizzatori dei sottoinsiemi di dati già 
confezionati. 

Ci sono poi tanti altri elementi, ad 
esempio gli agent Si tratta, in pratica, di 
procedure Batch, che il designer deve 
prevedere ad esempio per preparare pe¬ 
riodicamente i dati in una certa forma 
per soddisfare una particolare necessità. 

L'attività del designer può essere sud¬ 
divisa in tre categorie principali che sono: 
l'analisi e l’implementazione dell'univer¬ 
so, la preparazione dell'ambiente di La¬ 
voro. comprendente attività come l'in¬ 
stallazione. la documentazione, la distri¬ 
buzione ed altro. La terza ed ultima fase, 
comune comunque a tutte le attività di 
sviluppo, è quella che consiste nella ma¬ 
nutenzione e nell'ottimizzazione del si¬ 
stema. 

Business Objects: 
il collegamento ai dati 

Business Objects basa il suo funzio¬ 
namento sul linguaggio SQL. Quindi alla 


vista ad albero, anche 

se dotata di possibilità di compressione e di 
espansione, può rivelarsi inadeguata Per questi 
casi sono previste alcune maschere costruite ad 
hoc. che permettono di verificare e di impostare i 
gruppi ai quali appartiene un utente e quindi di 
gestire la composizione di un gruppo. 


base di tutto, al di fuori di BO stesso, 
deve esistere un collegamento ODBC 
con il gestore dei dati verso il quale 
punta l'applicazione. 

BO non possiede dei driver ODBC 
proprietari verso i database forniti da 
terze parti, ma solo la predisposizione 
ad utilizzare quelli forniti a corredo con i 
vari database dai relativi produttori. 


Questo garantisce ai clienti una mag¬ 
giore stabilità del prodotto ed una mag¬ 
giore compatibilità, anche verso nuovi 
futuri dialetti SQL. 

Gli unici driver forniti direttamente 
con il prodotto sono quelli per accedere 
ai vari sistemi della Microsoft, questo in 
virtù della vicinanza tra BO e il mondo 
Windows e la Microsoft. 

In definitiva si può interpretare BO 
come un complesso generatore di codi¬ 
ce SQL che, di volta in volta ed a secon¬ 
da del database che si sta interfaccian- 
do. adatta automaticamente la forma e 
la sintassi del suo codice. 



• >aal»gg 


Figura 6 ■ Business 
Ob/ects - Gestione dei 
Repository ■ Imposta¬ 
zione delle limitazioni 
Il supervisore dispone 
anche di strumenti per 
attivare alcune restri¬ 
zioni sugli Universi Isi¬ 
nonimo di applicazione 
BOI definibili in modo 
da evitare sovraccari¬ 
chi ed usi impropri del 
sistema da parte degli 
utenti Alcuni dei para¬ 
metri controllabili per 
ogni universo sono 
massimo numero di ri¬ 
ghe nel risultato di una 
interrogazione, tempo 
massimo di esecuzio¬ 
ne nell 'elaborazione di 
una interrogazione, 
tempo massimo di ela¬ 
borazione totale oltre il 
quale l'utente viene av¬ 
visato. dimensione massima di un oggetto di tipo long text. ecc Questo rende il sistema molto sicuro 
anche nei confronti degli attacchi degli utenti inesperti o malintenzionati 



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Le tre figure: 
il Supervisor 

Chi installa per la prima volta il siste¬ 
ma diventa il Supervisor Generale 

che è la figura che possiede il livello 
massimo, e che in seguito dovrà crea¬ 
re gli utenti e i gruppi ed assegnar loro 
i vari diritti di accesso ai dati e alle fun¬ 
zionalità dell'applicazione. 

La creazione di utenti e gruppi è 
una operazione molto rapida e avviene 
lavorando direttamente sull'albero che 
li rappresenta gerarchicamente, alla 
maniera dell'Explorer 

La schermata per gestire gli utenti è 
ben studiata, contiene sulla sinistra 
l'albero dei gruppi e degli utenti e sulla 
destra è possibile sfogliare, tramite lin¬ 
guette, diversi elementi Selezionando 
un utente ed un elemento, si accede a 
pannelli di configurazione specifici 

Per quanto riguarda la sicurezza, al¬ 
l'utente sono assegnate una serie di 
caratteristiche password, obbligato¬ 
rietà ad utilizzarla per effettuare il lo¬ 
gon, possibilità di eseguire il logon of- 
fline, di modificare la propria password 
ed altro ancora. 

Oltre al Supervisor Generale, che 
possiede i massimi diritti essendo co¬ 
lui che installa l'ambiente, sono possi¬ 
bili altri Supervisor, di livello inferiore, 
che hanno il compito di gestire utenti, 
gruppi e profili, e di disegnare e confi¬ 
gurare gli universi 

Come detto, le altre figure sono 
quelle del disegnatore semplice e quel¬ 
la dell'utente. Ognuna di queste figure 
coincide con un profilo predefimto che 
può essere assegnato dal Supervisor 
all'utente prescelto semplicemente 
evidenziandolo, richiamando il menu a 
tendina con il tasto destro e poi sele¬ 
zionando il profilo voluto. 

Gli utenti sono rappresentati nell'al¬ 
bero dell'Explorer con icone diversifi¬ 
cate in qualche particolare o per il colo¬ 
re a seconda del profilo o dello stato 
dello stesso. 

Il Supervisore possiede anche gli 
strumenti per impostare alcune restri¬ 
zioni sugli universi definiti in modo da 
evitare sovraccarichi del sistema per 
"colpa" degli utenti I parametri control¬ 
labili per ogni universo sono: massimo 
numero di righe nel risultato di una in¬ 
terrogazione, tempo massimo di ese¬ 
cuzione nell'elaborazione di una inter¬ 


rogazione, tempo massimo di elabora¬ 
zione totale oltre il quale l'utente viene 
avvisato, dimensione massima di un 
oggetto di tipo long text 

Esistono anche tanti altri strumenti, 
a disposizione dell'amministratore, e 
che qui non è il caso di citare, utili ad 
ottimizzare, snellire e ridurre il più pos¬ 
sibile l'attività di elaborazione dei Ser¬ 
ver. 

Le tre figure: 
il Designer 

Compiti del designer sono la crea¬ 
zione, la manutenzione e la distribuzio¬ 
ne degli Universi. Il designer interagi¬ 
sce a monte con i supervisor e a valle 
con gli user 

I passi logici del lavoro del designer 
iniziano con la realizzazione del collega¬ 
mento ODBC con il database fisico. 
Questo è un servizio di Windows. 

Proseguono con l'esecuzione del 
modulo designer, nel quale si defini¬ 
sce il nome dell'Universo e la connes¬ 
sione al database e si prosegue con la 
creazione delle classi e degli oggetti 

Per capire cosa si intende con i due 
termini classe ed oggetto possiamo fa¬ 
re una analogia con gli elementi del da¬ 
tabase originale La classe coincide 
con la tabella, l'oggetto con il campo. 

II disegnatore, prima di procedere con 
la creazione vera e propria, deve specifi¬ 
care quali tabelle del database intende 
coinvolgere nell'universo e quali relazio¬ 
ni intercorrono tra le tabelle. 

Per tutte queste operazioni esistono 
Wizard e strumenti molto potenti che 
agevolano il lavoro. 

La più interessante è sicuramente la 
funzionalità con la quale il sistema indi¬ 
vidua, in modo automatico, le relazioni 
che intercorrono tra le tabelle, velociz¬ 
zando moltissimo il lavoro del disegna¬ 
tore, soprattutto quando esistono mol¬ 
te tabelle. 

Sempre parlando della stessa funzio¬ 
nalità possiamo evidenziare l'estrema 
flessibilità di BO che, anche per que¬ 
sto tipo di attività, esegue un'interro¬ 
gazione SQL, che esplora la struttura 
delle tabelle per procurarsi le informa¬ 
zioni necessarie all'identificazione dei 
collegamenti relazionali. 

E' anche possibile personalizzare gli 
algoritmi sfruttati da questa funziona¬ 


lità per adattare la ricerca delle regole 
relazionali a realtà o configurazioni par¬ 
ticolari. 

Il disegnatore, definito il database o i 
database cui ci si collega, può passare 
a definire le classi, gli oggetti e le con¬ 
dizioni predefimte. Questi sono gli ele¬ 
menti con i quali l'utente, che succes¬ 
sivamente accederà all'universo, si tro¬ 
verà a interagire. 

Gli oggetti sono di tre tipi Dimen- 
sion, equivalenti a campi generici od a 
entità collegate, Detail, che possono 
essere informazioni di dettaglio di una 
entità collegata, e comunque di livello 
gerarchico inferiore, e Measure, che 
sono dati calcolati. 

Il designer potrà anche confezionare 
dei document ed immagazzinarli nel 
Domain Document del Repository. Un 
document costituisce un insieme di 
Report già realizzati ed organizzati in 
modo ottimale dal disegnatore. L'uten¬ 
te abilitato all'importazione di un deter¬ 
minato Document, potrà, dopo averlo 
importato, eseguirlo direttamente. 

Le tre figure: l'utente 

Degli strumenti a disposizione degli 
user parleremo nel prossimo articolo. 

E' chiaro, da quanto detto prima, che 
il suo raggio d'azione dipende da quan¬ 
ta libertà gli è stata lasciata da parte del 
Supervisor e soprattutto dal designer 
che ha confezionato l'universo. Si può 
andare dal semplice uso di documenti 
preconfezionati, creati dal designer, 
magari basati su parametri richiesti in 
fase di esecuzione, fino alla massima li¬ 
bertà operativa, sempre però limitata al 
contenuto dell'universo. In questo caso 
all'utente finale occorrerà un breve pe¬ 
riodo di apprendimento riguardante 
perlomeno la filosofia del prodotto ed 
alcune modalità operative di sua speci¬ 
fica competenza Ne parleremo meglio 
nel prossimo numero. 

Conclusioni 

Ci sembra opportuno rimandare al 
prossimo articolo, il cui contenuto sarà 
relativo alla pratica d'uso del Business 
Obiects, le considerazioni finali su que¬ 
sto prodotto. 

WS 


350 


MCmicrocomputer n, 177 - ottobre 1997 


a cura di Corrado Giustozzi 



Senza voce no 


di Leo Sorge 



In azienda si può fare a meno di molte cose, al limite anche di 
Internet, ma non dell'integrazione vocale. Ad una migliore gestione 
dei costi, infatti, si sposa il ritorno al tempo reale. In un mondo di reti 
locali e geografiche non bisogna 


dimenticare che il telefono vi rag¬ 
giunge ovunque e subito, dandovi 
interattività con il chiamante. E che 
gli utenti del telefono sono molti di 
più degli utenti di Internet. 


Siamo in un periodo nel quale l’infor¬ 
matica parla esclusivamente in termini 
internettili (ci si consenta il neologi¬ 
smo). Più o meno modificati a seconda 
dello specifico, ma sempre dello stesso 
tipo. Anche questa rubrica si è dedicata 
all'argomento con una certa pervicacia, 
dando qualche esempio di novità nel¬ 
l'ambito delle extranet. 

Sembra del tutto dimenticata la 
prima modalità di comunicazione, ovve¬ 


ro la voce. In Italia i sistemi di telefonia 
computerizzata, che altrove hanno 
avuto un grande successo, sono stati 
completamente trascurati per molto 
tempo. Qualche anno fa avevano cono¬ 
sciuto un grande boom per il successo 
dei numeri erotici con il prefisso 144 e 
gli analoghi pseudo-internazionali ini¬ 
ziami con il doppio zero. In quegli anni 
non era raro trovare delle aziende del 
settore che non avevano piacere che i 
giornali parlassero di 
loro, tanto era delica¬ 
to l'argomento. 
L'hardware del 
tempo era esclusiva- 
mente dedicato. 
Subito dopo è iniziata 
l'ascesa della telefo¬ 
nia su personal com¬ 
puter. che oggi sta 
convincendo le azien¬ 
de. Scopriremo insie¬ 
me che esistono 
alcuni servizi che 
questi sistemi posso¬ 
no dare e la grande 


Applicazioni nel segmen¬ 
to CT /Fonte: Dialogic). 


Internet no. Se ci accuserete di blasfe¬ 
mia pronunceremo la fatidica frase 
eppur vi chiamai", che racchiude la 
sostanziale differenza tra i due sistemi. 

Si parte dal cali center 

La telefonia computerizzata. CTI in 
sigla, è quella che permette di dare 
informazioni 24 ore al giorno e sette 
giorni alla settimana, compresi festivi. 
L'accesso a queste informazioni può 
essere usato in vari modi, per ridurre il 
tempo d'attesa in linea, per raggiunge¬ 
re direttamente l'obiettivo oppure per 
iniziare una serie di azioni conseguenti. 

Qualunque società di servizi deve 
avere le idee chiare su modi, tempi e 
costi di tutte le fasi di erogazione. 
Serve quindi un nitido progetto che evi¬ 
denzi fasi e parametri. Spesso l'analisi 
evidenzia come l'introduzione di siste¬ 
mi CTI sia non solo la risposta ad uno o 
più problemi locali, ma addirittura la 
base dell'intero processo: parafrasando 
un noto slogan potremmo riassumere 
dicendo che 'il CTI è il servizio' 

La base di tutto è il cali center, l'anel¬ 
lo d'integrazione tra computer e telefo¬ 
nia nell'ottica d'una attività. Le fasi di 



MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997 


351 













gffa.l- lTT-J.-il.-Ffft.-M 


progettazione, realizzazione e gestione 
richiedono la convergenza di piu com¬ 
petenze, dal tradizionale edp alle tele¬ 
comunicazioni, al marketing, Migliorare 
le comunicazioni telefoniche aziendali 
sia all'interno che all’esterno, ridurre i 
costi e ottimizzare le risorse. Il cali cen¬ 
ter offre un approccio metodologico 
alla progettazione del servizio e dei suoi 
costi in base alla qualità che s'intende 
erogare all'utenza 

I parametri che determinano le 
dimensioni di un Cali Center sono 
essenzialmente cinque: 

1) fattore di bloccaggio; 

2) numero di telefonate nell'ora di 
picco; 

3) durata media della telefonata; 

4 ) percentuale di telefonate passate 
all'operatore; 

51 tempo d'attesa 


Il Iattore di bloccaggio è 
uno sforzo che va consi¬ 
deralo attentamente, ma 
che non può portare a 
risparmi marcati, (fonte: 
DTEGroup). 


connessione con 
l'operatore e il collo¬ 
quio con quest’ulti¬ 
mo. Come ridurre la 
durata totale senza 
perdere in produtti¬ 
vità? 

Dì questi tempi 

alcuni possono essere ridotti con gran¬ 
de difficoltà. Grazie all'uso della tastie¬ 
ra telefonica per fare delle scelte, però, 
la situazione può essere migliorata di 
molto II primo passo significativo è 



- delegare al chiamante la decisione 
di rimanere in coda o lasciare il numero 
di telefono; 

- richiamare in modo automatico 


Di questi, i primi tre riguardano il 
dimensionamento dei canali telefonici, 
mentre gli ultimi due influenzano il 
numero di operatori 
Tra i termini troviamo il fattore dì 
bloccaggio, più empieo degli altri, qum- 


d'intrattenere il chiamante con informa¬ 
zioni ausiliario a scelta multipla, In 
modo da permettere di instradare 
meglio la richiesta verso l'operatore più 
adatto. Degli algoritmi statistici, poi, 
possono prevedere il tempo d'attesa 
teorico, comunicandolo al chiamante in 
modo da fornirgli la 
percezione del ser¬ 
vizio in progresso. 
Si può anche chie¬ 
dere di lasciare il 
numero telefonico 
per essere richia¬ 
mati in seguito: 
tale funzione è par¬ 
ticolarmente con¬ 
veniente in nazioni 
ad alta penetrazio¬ 
ne di ISDN nel 
segmento di mer¬ 
cato nel quale 
opera il servizio, 


Perché gli standard 

L'adozione di ambienti tecnologici 
standard è stata la carta vincente anche 
dei sistemi vocali Le caratteristiche 
sono le solite, già viste nei sistemi aper¬ 
ti e sul Web: nessun vincolo suI- 
l'hardware, apertura verso tutti i mondi 
esterni e (laddove possibile) sui sistemi 
legacy, integrazione nativa e via softwa¬ 
re di tutte le funzionalità necessarie 

Ma quali sono gli standard fonda- 
mentali e le relative organizzazioni 
competenti? I principali standard sono 
senz'altro quattro SI00, Windows 
NT/95. Unix, SQL Ansi. Com'è eviden¬ 
te solo il primo è hardware, mentre gli 
altri sono software E' evidente anche 
che si parla di standard in accezione 
estesa, comprendendo sia quelli de 
/ure che quelli de facto . 

Le associazioni sono peilomeno due. 



Tempo d'attesa. . . , ,, 

Agire su questo di meritevole d una 

parametro permei- spiegazione Con 

Questo nome s'iden- 
(Fonte tifica la percentuale 

DTEGroup). di telefonate che non 

- raggiungono l'opera¬ 
tore per l'esistenza 
di code di attesa Sono molti infatti 
coloro che pur avendo bisogno d'un 
servizio si scoraggiano in breve tempo 
se non ottengono risposta. 

Va precisato che il tempo d'attesa 
dell'utente, identificato come parame¬ 
tro a sé stante, è compreso all'interno 
della durata media della telefonata. 
Questo periodo si compone di più fasi: 
la risposta automatica, l'attesa della 


dato che in quel caso la 
chiamata è immediata 
e il database dei clienti 
può essere aggiornato 
in modo automatico. 

In sintesi le fasi 
calde sono le seguenti: 

- determinare il 
tempo di attesa prima 
di avere un operatore 
libero; 


Un modello di architettura 
standard di rilerimenlo. Il 
settore cerca di arrivare a 
questo livello di chiarezza 
(Fonte: Diatogic). 



Controllo 

Chiamato 

SO 


Hardware 
CT 

Computer mtet-Pentlun OlgKW-AIpn. Sun, VN* ■ Spare 


ECTF H.100 


352 


MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997 


















































K Win NT 
Media Server 


Un sistema con S-100 
implementato tramite 
Windows NT (Fonte 
Dialogic). 


PSTN 


SCSA ed ECFT La 
prima, Small 
Computer System 
Architecture, è 
stata fondata nel 
1993, ed oggi 
comprende oltre 
300 membri. Si 


occupa dell'architettura dei sistemi in 
un contesto reale. Diversa la visione 
dell'Enterprise Computer Telephony 
Forum, che si occupa più specificamen¬ 
te del futuro della computer telephony, 
pensando all'mteroperabilità tra stan¬ 
dard esistenti ed anche alla proposta di 
nuovi standard. In particolare ha propo¬ 
sto l'S.100. facendolo accettare nel 
mondo. 

Eppur vi chiama! 

Finora abbiamo dato una rapida scor¬ 
sa a teoria e pratica del cali center, 
intuendone l'integra¬ 
zione con il sistema 
informativo e la rete. 

Ma la telefonia compu¬ 
terizzata permette un 
ulteriore passo in avan¬ 
ti, in quanto è integrata 
con i normali sistemi 
telefonici. Qual è il vantaggio? Grazie al 
telefono cellulare si possono avere 
comunicazioni personali, in tempo reale 
e mobili. 

Il modello della rete, che sia locale o 
geografica, prevede che messaggi 



Applicali onr 
Fornii orr 1 


Application' 
Fornitore 2 



La teletonia computerizzata 
rompe la barriera tra tempo 
reale e tempo dille rito (Fonte: 
Octei). 


scritti vengano inviati in 
tempo differito (anche se 
generalmente di frazioni 
di secondo) senza nessu¬ 
na informazione di carat¬ 
tere emotivo, com'è inve¬ 
ce per i messaggi vocali. 
Questi file risiedono su un 
server in attesa d'essere 
letti. Grazie agli odierni 
sistemi di e-mail è possi¬ 
bile inviare messaggi 
interlocutori, ma questa 
soluzione è un palliativo e 
non porta avanti il processo elaborativo. 
Perché ciò accada bisogna collegarsi 
con la posta elettronica, generando tra 
domanda e risposta un ritardo non pre¬ 
vedibile e spesso determinante al buon 
esito dell'attività. 

Esistono quindi due problemi: l'as¬ 
senza dell'emozione nei file per compu¬ 
ter e la mancanza dell'interattività nel 
momento in cui serve. Un primo passo 
per risolvere questi problemi può esse¬ 
re la posta vocale. Come molti sanno 
si tratta d'una segreteria telefonica 
gestita centralmente e su hard disk 
anziché su nastro che conservando la 
voce del chiamante ne mantiene anche 
una parte del contenuto emotivo. 


Non tutto, perché parlare ad una segre¬ 
teria è diverso che non ad un essere 
umano, ma è una prima fase. 

La posta vocale, però, non risolve il 
problema del tempo reale. Per sfonda¬ 
re questa barriera occorre un sistema 
che al verificarsi di condizioni program¬ 
mabili possa chiamare il destinatario sul 
suo telefono cellulare, inviando un allar¬ 
me grazie al quale si chiamerà la posta 
vocale e, grazie alla tastiera del telefo¬ 
no. si potrà agire in conseguenza. Il 
messaggio vocale potrà essere inviato 
ad altre caselle vocali di singoli o grup¬ 
pi. eventualmente inviando fax o mes¬ 
saggi di posta elettronica, chiamando 
subito al telefono chi deve essere rag¬ 
giunto di persona. 

Si può obiettare che stanno arrivando 
i superportatili che integrano telefono e 
lettore di e-mail (non bastasse il Nokia 
9000). Il loro prezzo è comunque eleva¬ 
to rispetto ai normali telefoni portatili, 
ma non è questa la considerazione cen¬ 
trale. Inoltre il sistema vocale può chia¬ 
marvi per darvi comunicazioni tempe¬ 
stive, un servizio che il sistema di posta 
elettronica ancora non pensa proprio a 
fornirvi. Infine si prevede che ancora 
per molto tempo gli utenti di telefoni 
saranno molti di più degli utenti di 
Internet! 


Conclusioni 


Tipica architettura 
d'un sistema mle- 

! irato teletono/ 
ax/internel/voce 
(tonte: OPC Lan). 


INTERNO 


ESTERNO INTERNO 



8 



I sistemi vocali offrono una gamma di 
servizi che estendono di molto la capa¬ 
cità dell'azienda di vendere servizi. 
Usare un cali center per la gestione del 
traffico telefonico in ingresso permette di 
agire direttamente sui tempi morti e sulle 
inefficienze, offrendo spunti per progettare 
o riprogettare l'intero sistema informativo. 
La messaggistica vocale, oltre a non impo¬ 
verire il messaggio originale, permette di 
essere raggiunti su un telefono cellulare in 
modo tempestivo, anziché doversi connet¬ 
tere alla posta elettronica. 

Gli standard tecnologici in via di svi¬ 
luppo consentono di erogare le presta¬ 
zioni promesse sulla carta con corri¬ 
spondenza mag¬ 
giore di quella 
che vediamo in 
altri settori. Il 
sistema vocale 
d'integra perfetta¬ 
mente con tutte 
le altre necessità 
d'un data center 
tradizionale, com¬ 
prese ovviamente 
tutte le opzioni di 
trasmissione dati. 


m.m.J 


MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997 


353 

































































RICERCHE 


Una STAZIONE SPAZIALE 


per la conquista di MARTE 



L'avventura che unisce il mondo intero 


inizierà nei primi mesi del 1998 


Stiamo per vivere un’avventura così eccitante ed 
inebriante come il primo passo sulla Luna, che ci 
vede coinvolti in prima persona: il lancio della 
Stazione Spaziale Internazionale, in cui l’Europa con 
TESA e l’Italia con l’ASI stanno dando un contributo 
determinante sia in termini logistici che 
infrastrutturali. Nella prima metà del 1998, infatti, 
avverrà il lancio del primo modulo di 
fabbricazione russa il cui sistema di 
controllo, basato su una pila di 
computer, ed il cui database di 
missione è stato progettato, sviluppato 
e costruito totalmente in Europa. Ecco i 
dettagli di un progetto epocale che darà 
al mondo la più grande stazione 
spaziale orbitante mai costruita. Grande 
come un campo di calcio 
regolamentare sarà il primo passo 
verso la conquista di Marte. 


di Gaetano Di Stasio 


La Stazione Spaziale Internazionale 
(SSI) ha diverse caratteristiche uniche che 
non sono mai state riunite prima d'ora: la 
disponibilità ininterrotta di una piattaforma 
orbitale per almeno quindici anni, la pre¬ 
senza costante di sei astronauti nella fase 
delle operazioni di routine, il frequente e 
regolare accesso e ritorno dell'equipaggio 
e del carico utile, la disponibilità di risorse 
su grande scala in termini di laboratori, siti 
di sistemazione esterni, alimentazione 
elettrica, raffreddamento, trattamento dati 
e comunicazione. In tal modo la stazione 
può essere considerata come un vero e 
proprio istituto scientifico operante nello 


spazio, che servirà da base per la ricerca 
scientifica e tecnologica e per l'osserva¬ 
zione della Terra e degli altri corpi celesti. 
Un gioiello della tecnologia mondiale che 
costituirà un avamposto tecnico ed opera¬ 
tivo per l'esplorazione e lo sfruttamento 
futuro dello spazio. 

La SSI è il programma spaziale più va¬ 
sto che sia mai stato intrapreso, partito 
sulla base di una cooperazione internazio¬ 
nale sancita nel 1988. Tutte le maggiori 
nazioni coinvolte nella ricerca spaziale 
(Stati Uniti, Canada, Europa, Russia, Giap¬ 
pone) concentrano i loro sforzi in questo 
programma perché nessuna di esse ha le 


intenzioni politi¬ 
che ed i mezzi 
sufficienti per 
sviluppare e ge¬ 
stire una propria 
stazione orbitan¬ 
te di simile entità.L'Europa partecipando 
alla SSI sta acquisendo le capacità tecni¬ 
che, operative, scientifiche e industriali 
nei settori chiave che servono ad innesca¬ 
re le future attività di esplorazione e sfrut¬ 
tamento dello spazio con equipaggio, sen¬ 
za dover cosi sviluppare con i propri mezzi 
l’intera e necessaria infrastruttura terre¬ 
stre e orbitale. E l’Italia in questo contesto 


La Stazione Spaziale In¬ 
ternazionale. Il primo 
modulo verrà iniettato in 
orbita nel giugno prossi¬ 
mo: sarà la base da cui 
l'uomo partirò alla con¬ 
quista di Marte. 


354 


MCmicrocomputer n. 177- ottobre 1997 








esa _ 




offrirà tre moduli stiva ed un modulo- 
laboratorio oltre ad una serie di altri 
elementi tramite accordi bilaterali fra 
ASI (Agenzia Spaziale Italiana) e ESA 
(Agenzia Spaziale Europea), e ASI e 
NASA che esaltano le nostre capa¬ 
cità politiche e tecnologiche Se ci 
seguirete vi illustreremo i dettagli del 
progetto in questo e nei prossimi ap¬ 
puntamenti. 


Gli elementi di sistemazione e d'in- 
Irastruttura della SSI. 


Prefazione 


Il volo spaziale è stato talvolta disprez- 
zato e chiamato "figlio della guerra fred¬ 
da" Ma la fine della guerra fredda non ha 
posto un termine alle innumerevoli appli¬ 
cazioni utili dei sistemi spaziali, sia abitati 
che non. Al contrario in un mondo più uni¬ 
to la domanda nel campo delle comunica¬ 
zioni, delle tecnologie avanzate, della na¬ 
vigazione e dell’osservazione terrestre 
continua ad intensificarsi anche perché 
per molti paesi i sistemi spaziali offrono 
l'unica soluzione pratica e veloce per risol¬ 
vere i problemi di telecomunicazione, ra¬ 
diodiffusione e televisione, traffico, carto¬ 
grafia, protezione ambientale, controllo 
dello sfruttamento delle risorse naturali 

La partecipazione dell'Europa alla Sta¬ 
zione Spaziale Internazionale deve essere 
anche considerata come una pietra milia¬ 
re verso i futuri sistemi di trasporto e di 
infrastruttura in orbita. Non trovandosi a 
dover sviluppare e finanziare con mezzi 
propri una completa infrastruttura di volo 
e di Terra, l’Europa può concentrare tutto 
il proprio impegno sulle tecnologie e le 
funzioni più importanti sin dalle prime fa¬ 
si. 

Ma perché è cosi fondamentale la par¬ 
tecipazione europea in questo progetto? 

Il livello medio di vita e la stabilità politi¬ 
ca che stiamo vivendo sono dovuti essen¬ 
zialmente a un’economia forte. Dati gli 
elevati costi di manodopera i prodotti eu¬ 
ropei risultano però relativamente costosi, 
motivo per cui l'Europa ha perso sempre 
più quote di mercato a vantaggio di altri 
paesi che offrono prezzi inferiori per pro¬ 
dotti equivalenti Essa potrà continuare a 
vendere sul mercato mondiale prodotti 
costosi solo se il loro prezzo è giustificato 
da prestazioni, qualità e affidabilità supe¬ 
riori, se il prodotto è innovativo a tal punto 
che il cliente sarà disposto a pagarlo pur 
di avere il vantaggio di essere fra i primi 
ad usarlo, oppure se lo sviluppo e la fab¬ 
bricazione dei prodotti richiedono un tes¬ 
suto industriale e sociale che non esiste 
altrove. 

I sistemi ed i servizi spaziali sono un ti¬ 
pico esempio di questo genere di prodot¬ 
to: richiedono un livello estremamente 


elevato di qualità e affidabilità, 
sono assolutamente innovativi 
e il loro sviluppo e la loro produ¬ 
zione necessita spesso di una 
cooperazione internazionale 
Tutto questo è possibile solo 
con specialisti altamente qualifi¬ 
cati e motivati e con società in¬ 
dustriali a vocazione internazio¬ 
nale che operano in un ambien¬ 
te politico e sociale stabile. 

La partecipazione al pro¬ 
gramma per la Stazione Spazia¬ 
le Internazionale è per l'Europa 
la garanzia di poter essere an¬ 
cora in grado di sviluppare e 
realizzare domani prodotti at¬ 
traenti che troveranno sbocchi 
nel mercato mondiale, nono¬ 
stante la crescente concorrenza 

In seguito alla risposta favorevole del 
governo russo avvenuta nel 1993 all'invito 
rivolto dai partner iniziali della cooperazio¬ 
ne per la SSI (Stati Uniti, Canada, Europa 
e Giappone) questo è diventato in assolu¬ 
to il progetto di cooperazione più impor¬ 
tante fra l'Est e l'Ovest. 

Da un lato il programma multinazionale 
ha permesso agli ingegneri e ai ricercatori 
russi di superare anni e anni di isolamento 
e unirsi alla comunità internazionale in un 
settore ad alta tecnologia, d'importanza 
strategica. Per le nazioni occidentali, esso 
ha aperto le porte all'immenso know-how 
tecnico ed operativo della Russia nel volo 
spaziale abitato, sviluppato con la MIR. 

La cooperazione nel programma per la 
SSI è retta dall'accordo intergovernativo 
(Intergovernative Agreement) stipulato fra 
Stati Uniti, Canada, i governi europei e 
Giappone, firmato nel 1988 a cui vengono 
ad aggiungersi gli accordi bilaterali (Me¬ 
moranda of Understanding) fra la NASA e 
le altre agenzie spaziali. Questi testi sanci¬ 
scono la collaborazione a lungo termine 
sul piano politico, forniscono le basi per la 
cooperazione a livello delle agenzie spazia¬ 


li e definiscono i ruoli e le responsabilità di 
ognuna delle parti, i meccanismi di gestio¬ 
ne, l'assegnazione degli spazi di sistema¬ 
zione e delle risorse, la ripartizione dei co¬ 
sti e i diritti e obblighi giuridici 

Dal 1988 la configurazione globale della 
SSI ha subito un certo numero di modifi¬ 
che e l'adesione del governo russo all'invi¬ 
to dei partecipanti al programma avvenuto 
nel dicembre 1993 ha indotto un'ulteriore 
ridefimzione del progetto. 

L'attuale configurazione si prospetta 
come una combinazione fra la SSI origina¬ 
le "Freedom" ed i progetti russi per una 
stazione spaziale successiva all'attuale 
"MIR", denominata "MIR-2". 

Componenti della 
Stazione Spaziale 

Inizialmente si prevedeva l'iniezione in 
orbita del primo elemento già nel novem¬ 
bre 1997, che per la sciagura dello Space 
Shuttle Challenger avvenuta il 28 gennaio 
1986 (che ha frenato per alcuni anni l'atti¬ 
vità spaziale statunitense) e per alcuni in- 


MCmicrocomputer n. 177- ottobre 1997 


355 













convenienti tecnici è stata fatta slittare a 
giugno del 1998. La NASA, che assume la 
responsabilità della progettazione genera¬ 
le della stazione, ha definito con fermezza 
il concetto operativo e la configurazione 
della stazione già alla fine del 1995 

La SSI volerà a un'altitudine sopra la 
superficie terrestre compresa fra 335 e 
460 chilometri A questa quota, la stazio¬ 
ne avrà una velocità al suolo di circa 29 
mila km/h e volerà attorno al nostro piane¬ 
ta in meno di 90 minuti. La stazione attra¬ 
verserà l'equatore ad un angolo di 51.6 
gradi. In questo modo avrà una traiettoria 
di volo sinusoidale sopra la Terra, simme¬ 
trica rispetto all'equatore, in modo tale da 
osservare l'85% della superficie terrestre 
complessiva dove vive il 95% della popo¬ 
lazione. 

La SSI avrà una massa totale di oltre 
400 tonnellate con dimensioni pari a 108 
metri per 74. Genererà 110 KW di energia 
elettrica, di cui 46 saranno disponibili per il 
lavoro di ricerca Sarà abitata in via perma¬ 
nente da un equipaggio di tre membri nel¬ 
la fase di costruzione iniziale e di sei 
membri a costruzione ultimata. Gli astro¬ 
nauti rimarranno a bordo della stazione 
per una missione di tre mesi per lo meno, 
ossia per l'intervallo di tempo compreso 
fra due voli dello Shuttle. 

La SSI comprenderà i seguenti elemen¬ 
ti orbitali: 

- Il modulo funzionale per carico utile. 
FGB costruito dalla Russia ma finanziato 




II modulo russo FGB che 
verrà lanciato per primo 
nel giugno prossimo. Il 
secondo modulo è il NO¬ 
DO I dove andranno a 
collegarsi la camera di 
compensazione ed il la¬ 
boratorio di ncerca ameri¬ 
cana Hab il cui sistema 
intormativo è stato pro¬ 
gettato e implementato in 
europa. 


dagli USA. E' un 
veicolo orbitale 
autonomo che 
fornisce energia 
elettrica, control¬ 
lo termico, navi¬ 
gazione. propul¬ 
sione e comuni¬ 
cazione Sarà il 
primo modulo 
iniettato nello spazio nel giugno prossimo. 

- Il modulo di servizio SM fornito dalla 
Agenzia Spaziale Russa RKA, che offre un 
ambiente attrezzato a spazio di lavoro e 
abitazione iniziale per un equipaggio di tre 
persone, esegue funzioni di propulsione e 
funzioni di controllo di assetto che si ag¬ 
giungono a quelle dell’FGB La parte po¬ 
steriore del modulo di servizio è provvista 
di una porta di aggancio dove normalmen¬ 
te attraccheranno i veicoli russi Progress 
non abitati. E' anche previsto l'aggancio a 
questa porta del veicolo di trasferimento 
automatizzato europeo ATV. 

- Sei moduli di laboratorio pressurizzati 
per la ricerca scientifica tra cui: un modulo 
laboratorio US Lab americano fornito dalla 
NASA; tre moduli ricerca RM forniti dalla 
RKA; il modulo sperimentale giapponese 
JEM fornito dalla Science and Technology 
Agency giapponese; il modulo laboratorio 
europeo COF (Columbus Orbitai Facility) 
fornito dall’Agenzia Spaziale Europea 
(ESAl e costruito m Italia dalla Alema. 

- Diversi siti non pressurizzati collocati 
sugli elementi americani, russi e giappo¬ 
nesi per il montaggio esterno di materiale 
per esperimenti scientifici e tecnologici 

- Il modulo di abitazione Hab fornito dal¬ 
la NASA che ospiterà quattro membri 
dell'equipaggio. 

- Il modulo di supporto vita LSM fornito 
dalla RKA che completa le funzioni di sup¬ 
porto vita del modulo di servizio 

- Il modulo di accostaggio universale 
UDM russo che servirà da punto di aggan¬ 
cio per i moduli di ricerca RM1 e RM2. il 

modulo di supporto 
vita LSM. la sezione 
di accostaggio DC 
che serve anche co¬ 
me camera di corn¬ 


ano negli 
ti: il NODO I durante il 
collaudo la primavera 
scorsa 


pensazione per l’attività extraveicolare 
dell'equipaggio della stazione. 

e i veicoli di trasporto spaziale russi 

- Il modulo di accostaggio e di stoccag¬ 
gio russo DSM per l'aggancio dei veicoli di 
trasporto spaziali. 

- La camera di compensazione Airlock 
realizzata dagli americani per l’attività ex- 
traveicolare. 

- I nodi e gli adattatori necessari per 
collegare i diversi moduli pressurizzati 

- Porte di aggancio per la navetta spa¬ 
ziale americana collocate nel Nodo 2 e 
sotto il modulo di abitazione Hab america¬ 
no. 

- Un veicolo di salvataggio per l'equi¬ 
paggio (CRV - Crew Rescue Vehicle) ag¬ 
ganciato in permanenza alla stazione in 
modo "dormiente" Il CRV è un veicolo di 
rientro abitato che servirà da "scialuppa di 
salvataggio" della stazione e assicurerà il 
rientro sulla Terra dell'equipaggio in situa¬ 
zione di emergenza. Fino al 2002 le fun¬ 
zioni del CRV saranno svolte da un veicolo 
russo Soius-TM. 

- Tre sistemi di manipolazione a distan¬ 
za esterni, il sistema di telemampolazione 
per la stazione spaziale fornito dal Canada, 
il braccio robotizzato europeo ERA (Euro- 
pean Robotic Arm) che sarà montato su 
una piccola piattaforma mobile sopra la 
piattaforma scientifica ed energetica rus¬ 
sa. il sistema telemanipolatore giappone¬ 
se montato sul modulo sperimentale giap¬ 
ponese JEM. 

- Due larghe strutture ad intelaiatura, 
una delle quali e fornita dalla NASA e l'al¬ 
tra dalla Russia, con funzioni di "piattafor¬ 
ma scientifica ed energetica". Ambedue 
servono da struttura di supporto per i vari 
elementi della stazione. 

- Pannelli solari (Solar Array) a cellule 
fotovoltaiche, radiatori per il controllo ter¬ 
mico. sistemi di controllo di assetto, equi¬ 
paggiamento di comunicazione e relativi 
sistemi di distribuzione dell'energia e delle 
comunicazioni 

La sequenza di assemblaggio attual¬ 
mente prevista per la stazione è la se¬ 
guente. Il primo elemento sarà il modulo 
FGB. il cui lancio è previsto per giugno 


356 


MCmicrocomputer n, 177- ottobre 1997 












= 11 IS stilli II » = 


esa. 





Siamo in Russia: il Mo¬ 
dulo di Servizio (SM - 
Service Module) in 
avanzalo stato di co¬ 
struzione l'estate scor¬ 
sa. Questo modulo 
sarà lanciato nel di¬ 
cembre del 1998 e 
completerà la prima 
fase di assemblaggio 
in orbita della stazione. 
Il cervello elettronico 
di questo modulo è di 
labbncazione europea. 


1998 su un vettore 
Proton russo. Nel gi¬ 
ro di sei mesi altri 
tre voli con lo Space 
Shuttle americano e 
i veicoli di lancio rus¬ 
si. trasporteranno 
nello spazio il Nodo 
1 costruito dagli 
americani, due adat¬ 
tatori e il modulo di 
servizio russo (SM). 

Dalla fine del 1998 in 
poi questo nucleo 
centrale potrà essere occupato in perma¬ 
nenza da un equipaggio composto da tre 
persone che abiteranno e lavoreranno nel 
modulo di servizio russo. 

Nei mesi successivi l'assemblaggio dei 
primi elementi della struttura portante 
americana e della piattaforma scientifica 
ed energetica (SPP) russa, insieme ai rela¬ 
tivi pannelli solari a cellule fotovoltaiche, 
radiatori termici e apparecchiature di co¬ 
municazione, aumenteranno considerevol¬ 
mente le risorse del nucleo della stazione. 
Per l'assemblaggio e l'equipaggiamento 
esterno della piattaforma scientifica ed 
energetica russa si farà ampio uso del 
braccio robotizzato europeo ERA. 

Il modulo-laboratorio americano (US 
Lab) e il primo dei tre moduli di ricerca 
russi (RM1) saranno aggiunti entro la 
metà del 1999. La capacità scientifica del¬ 
la stazione sarà quindi progressivamente 
arricchita con l'arrivo, fra il 2000 e il 2001, 
degli altri due moduli di ricerca russi (RM2 
e RM3), del modulo sperimentale giappo¬ 
nese JEM e del modulo laboratorio euro¬ 
peo COF 

L'assemblaggio della stazione sarà 
completato entro il 2002 A partire da quel 
momento con un ulteriore spazio per altri 
quattro astronauti offerto dal modulo di 
abitazione americano Hab lanciato nella 
seconda metà del 2002, la stazione sarà 
occupata in permanenza da un equipag¬ 
gio composto da sei persone. Le opera¬ 
zioni di routine e la fase operativa inizie¬ 
ranno l'anno successivo, nella seconda 
metà del 2003 e dureranno almeno die¬ 
ci anni. 

I partner usufruiranno delle infrastruttu¬ 
re di ricerca e delle risorse della stazione 
proporzionalmente al rispettivo contributo 
in termini di "elementi di sistemazione" e 
di "elementi d'infrastruttura". Gli "ele¬ 
menti di sistemazione" sono i vari labora¬ 
tori di ricerca pressurizzati. 

Gli "elementi d'infrastruttura" com¬ 
prendono tutti gli altri elementi orbitali e 
particolarmente quelli che producono le ri¬ 
sorse che permettono le operazioni, il ser¬ 
vizio e l’utilizzazione della stazione: si trat¬ 
ta per esempio dei sistemi di alimentazio¬ 
ne elettrica, controllo termico, controllo 
ambientale e supporto vita, propulsione, 
guida, navigazione e controllo, gestione 
comandi e dati, abitazione e benessere 


dell'equipaggio, comunicazioni, robotica, 
rientro dell'equipaggio e i veicoli per il tra¬ 
sporto logistico. 

Un partner che fornisce un elemento di 
sistemazione come il modulo-laboratorio 
europeo ottiene automaticamente il 51 % 
delle capacità di sistemazione del carico 
utile dell'elemento in questione. Sul rima¬ 
nente 49%. secondo il criterio adottato, la 
NASA usufrui¬ 
sce del 20% 

per il ruolo 
che svolge 


continuerà a usare il proprio Space Shuttle 
e la Russia i veicoli di lancio Proton, Soius 
e Zenit con i veicoli di trasporto di equi¬ 
paggio Soius-TM e di carico utile Pro¬ 
gress-M. Questi lanciatoti russi saranno 
sostituiti nelle ulteriori fasi da nuovi veicoli 
più avanzati. Il Giappone prevede l'uso del 
proprio vettore H-ll, insieme a un veicolo 
di trasferimento detto HTV 

L'Europa contribuirà alla flotta con il 
lanciatore Ariane 5 dotato del sistema di 
trasferimento automatizzato ATV. 


nell'integrazione com¬ 
plessiva della stazio¬ 
ne spaziale e il 29% 
che resta viene suddi¬ 
viso fra i partner che 
contribuiscono agli 
elementi d'infrastrut¬ 
tura. 

Tutti i partner han¬ 
no il diritto di utilizza¬ 
re i propri sistemi di 
trasporto spaziale per l'assemblaggio della 
stazione, il cambio dell'equipaggio e i ser¬ 
vizi di logistica. E' il cosiddetto "scenario a 
flotta mista". 

In base al suddetto scenario, la NASA 


Il contributo 
europeo 

L'Europa prevede di utiliz¬ 
zare come lanciatore la ver¬ 
sione 5 del razzo Ariane, in¬ 
tegrato col veicolo di trasferi¬ 
mento automatizzato ATV di 
nuova concezione. Equipag¬ 
giato con apposite strutture 
di trasporto per carico utile 
esso può portare fino alla 
stazione orbitante diversi tipi 
di carico: elementi per la co¬ 
struzione della stazione, 
equipaggiamento scientifico, 
attrezzature per la manuten¬ 
zione e il cambio dei sistemi, 
rifornimenti per l'equipaggio, 
acqua, aria da respirare, pro¬ 
pellente. etc. 

Ariane 5 è stato originariamente pro¬ 
gettato come lanciatore di satelliti e quindi 
non è attrezzato per eseguire manovre di 
rendez-vous e aggancio ad una stazione 
spaziale. Per tal motivo i ricercatori e gli 


Il sistema di 
elaborazio¬ 
ne e gestio¬ 
ne dati del 
Modulo di 
Servizio ’ma - 
de In Europe ", 
Il DMS-R 
comprenderà 
un sistema ed 
un sotto sistema di 
elaborazione per il 
monitoraggio e il control¬ 
lo di tutti i processi sviluppati a bor¬ 
do, un sistema di elaborazione In 
real-time per la guida, la navigazio¬ 
ne ed il lancio ed un sottosistema 
per il controllo degli esperimenti. 
Questi computer saranno collegati 
tramite bus standard con i sistemi 
informatici degli altn elementi della 
stazione e saranno basati su una ar¬ 
chitettura modulare con una filoso¬ 
fia foult-tollerance doppia per que¬ 
stioni di sicurezza. 


MCmicrocomputer n. 177- ottobre 1997 


357 













scienziati europei hanno ideato e stanno 
costruendo lo stadio di trasferimento intel¬ 
ligente ATV dotato dell'avionica e delle ri¬ 
sorse computazionali necessarie all'ese¬ 
cuzione di queste operazioni. 

L’ATV può rimanere agganciato alla sta¬ 
zione per una durata di sei mesi ed ha la 
possibilità con i suoi reattori e le sue riser¬ 
ve di propellente di immettere l’intera sta¬ 
zione in un'orbita più alta. Infatti l'orbita 
della SSI ha un decadimento naturale che 
ogni due mesi e mezzo la porta dai 460 
Km di altitudine iniziali ai 335; la potenzia¬ 
lità di reboost (risollevamento) offerta dal 
modulo europeo e di estrema importanza 
strategica e politica perché va a bilanciare 
una capacità che altrimenti avrebbero solo 
gli stadi russi Progress. Questo aspetto ci 
permetterà di acquisire una percentuale di 
utilizzo del nostro modulo-laboratorio di 
molto superiore al 51% e di ottenere an¬ 
che l'utilizzo di altre risorse della stazione. 

Alla fine della missione l'ATV viene ca¬ 
ricato con il materiale di rifiuto ed esegue 
automaticamente un volo di rientro di¬ 
struttivo verso la Terra durante il quale 
brucerà nell'atmosfera. Infatti contraria¬ 
mente ad un veicolo abitato la cui traietto¬ 
ria di rientro è tale da permettere al veico¬ 
lo di esporsi al mimmo alle forze d'impatto 
con l'atmosfera, la traiettoria dell'ATV sarà 
appositamente molto ripida. Sottoposto 
all'estremo calore e alle sollecitazioni 
meccaniche dovute alla resistenza 
dell'aria, il veicolo ed il suo carico si disin¬ 
tegreranno e i frammenti cominceranno a 
fondersi e ad evaporare ancor prima di 
toccare la superficie del suolo, come una 
novella meteora. Si tratta della cosiddetta 
procedura di "rientro distruttiva". 

Il nostro modulo potrà portare carichi 
utili di diverso genere e tipologia: carichi 
che possono essere esposti al vuoto spa¬ 
ziale e carichi che devono essere traspor¬ 
tati in condizioni atmosferiche controllate 
Per questi ultimi l'ATV sarà provvisto di un 
modulo contenitore pressurizzato derivato 


SS/ come sarà al suo completamento entro II 
2002 . L'elemento contrassegnato con 1 è II mo¬ 
dulo-laboratorio europeo COF, mentre 2, 3 e 4 
sono le tre configurazioni del sistema di trasferi¬ 
mento automatizzato ATV e la loro possibile allo¬ 
cazione. La Space Division di Alenia Aerospazio 
sta realizzando proprio in questi mesi a Torino la 
struttura esterna del COF e di altri tre mìni-moduli 
logistici pressurizzati italiani (Mini Pressurised Lo¬ 
gistica Modula - MPLM) delle stesse dimensioni 
del COF. 

L’elemento 5 è invece il braccio telemanipolatore 
europeo ERA 


dal mini-modulo logistico italiano MPLM. 

L’MPLM è un modulo stiva identico al 
modulo-laboratorio europeo COF, di cui 
scriveremo più avanti. In esso possono 
prendere posto sedici alloggiamenti di 
rack e un vano per contenitori stivati nel 
corridoio centrale. Due alloggiamenti pos¬ 
sono essere alimentati durante il volo e 
destinati a frigoriferi e congelatori, ma so¬ 
lo se trasportato da uno Shuttle. Se il vet¬ 
tore è l'ATV il carico non potrà essere ali¬ 


mentato. Agganciato ad un nodo della sta¬ 
zione i membri dell'equipaggio avranno il 
compito di trasferirne il contenuto nella 
stazione. Nel caso di carico non pressuriz- 
zati le operazioni di scarico verranno effet¬ 
tuate tramite sistema telemanipolatore 
Durante il volo attraverso l'atmosfera il 
carico sarà protetto dalla carenatura di 
Ariane Dopo l'iniezione in un'orbita ellitti¬ 
ca con un perigeo (il punto più basso sulla 
superficie della Terra) di 70 km e un apo¬ 
geo di 300 km, l'ATV si separerà da Ariane 
5 per eseguire automaticamente il volo di 
trasferimento nell'orbita circolare della 
stazione, dopo di che eseguirà automati¬ 
camente le manovre di rendez-vous. Il tut¬ 
to richiederà all'incirca due giorni 

A seconda della missione l'ATV attrac¬ 
cherà direttamente a una delle porte di ag¬ 
gancio oppure volerà fino a un punto di 
aggancio esterno da dove sarà "afferrato" 
dal sistema di telemampolazione 

L'ATV verrà lanciato e controllato dal 
centro spaziale Guainese di Kourou (Guiai- 
na Francese) Dopo la separazione 
da Ariane 5, Kourou passerà il 
controllo del veicolo al Centro Eu¬ 
ropeo di Operazioni Spaziali 
dell’ESA a Darmstadt in Germa¬ 
nia, che eseguirà il controllo 
dell'ATV durante le fasi di volo li¬ 
bero sia per il tragitto verso la sta¬ 
zione che per il successivo rien¬ 
tro. Le procedure di rendez-vous 
verranno invece momtorate e con¬ 
trollate dalla SSI e dal Centro di 
Controllo della Stazione Spaziale a 
Houston (USA). Se si attraccherà 
ad una porta di aggancio del mo¬ 
dulo russo entrerà in gioco anche 
il Centro di Controllo di missione 
di Kalinmgrad vicino Mosca. 

L'elemento essenziale propo¬ 
sto per il contributo europeo al 
programma della SSI 6 il modulo- 
laboratorio COF (Columbus Orbi¬ 
tai Facility). Il COF è un laboratorio 
multiscopo che può essere ricon- 
figurato mediante il cambio di ar¬ 
madi (racks) standardizzati attrez¬ 
zati con equipaggiamento scienti¬ 
fico e funzionale. 

Il modulo-laboratorio europeo 


Il veicolo dì trasferimento automatizzato ATV europeo verrà 
lanciato dal razzo Ariane 5. Equipaggiato con apposite 
strutture di trasporto per carico utile esso può portare lino 
alla stazione orbitante diversi tipi di carico e di diverso ge¬ 
nere e tipologia: carichi che possono essere esposti al vuo¬ 
to spaziate (6). carichi che devono essere trasportati in 
condizioni atmosferiche controllate tramite il mìni-modulo 

logistico Italiano MPLM 
(7), carichi misti utiliz¬ 
zando un modulo deri¬ 
vato dal MPLM (8). 

Alla line della missione 
l'ATV viene caricato con 
il materiale di rifiuto ed 
esegue automaticamen¬ 
te un volo di rientro di¬ 
struttivo verso la Terra 
durante il quale brucerà 
nell'atmosfera (9). 

L'ATV assomiglia a una 
corta sezione cilindrica 
lunga circa 2,5 metri. E' 
composto da un modu¬ 
lo di propulsione e un 
modulo di avionica in 
cui trovano posto i ser¬ 
batoi dì propellente, 
l'avionica, più i sottosi- 
s temi di controllo termi¬ 
co, generazione elettri¬ 
ca e comunicazione. 
L'ATV è equipaggiato 
posteriormente con otto 
piccoli razzi a propulsio¬ 
ne lìquida. 


MCmicrocomputer n. 177- ottobre 1997 
















Ariane 5 è sialo intera¬ 
mente riprogettato 
sull'esperienza dei primi 

4 propulsori europei. rinalm pef |g aUj . 

vità di ricerca e 
tecnologia degli astronauti europei, ma co¬ 
stituisce anche il "biglietto d'ingresso" 
per l'Europa all'intero programma della 
SSI. giacché il fatto di essere proprietari di 
un elemento di sistemazione o di infra¬ 
struttura dà diritto ad utilizzare le infra¬ 
strutture di ricerca e le risorse operative 
della stazione. 

Nel dettaglio il modulo pressurizzato 
COF è un laboratorio abitato multiuso per 
le ricerche nel campo della scienza dei 
materiali, della fisica dei fluidi, delle scien¬ 
ze della vita, delle scienze spaziali e della 
tecnologia. Sarà l'elemento più importante 
delle attività di ricerca europea sulla SSI 
Esso è composto da un modulo cilindrico 
dalla lunghezza totale di 6,7 metri e dal 
diametro esterno di 4,5. La massa previ¬ 
sta al lancio è di 9.500 kg a cui si aggiun¬ 
ge la massa del carico utile iniziale 

Il COF sarà agganciato al Nodo 2 e per 
l'alimentazione elettrica e le altre risorse 
dipenderà dal resto della stazione. Rice¬ 
verà energia elettrica a 120 V in corrente 
continua per un massimo di 13,5 W che 
serviranno per l'equipaggiamento scientifi¬ 
co. 

La struttura del COF è composta da un 
cilindro pressurizzato, da due coni termi¬ 
nali e da perni di articolazione con relative 
strutture di supporto per il trasporto e la 
manipolazione. 

Il cilindro, realizzato in Italia dalla Alema, 
ha una struttura multistrato ed è rivestito 
da un pannello termoisolante (ricordiamo 
che lo spazio è un ambiente assolutamen¬ 
te inospitale con sbalzi termici dai +150 
gradi ai -100) e da uno schermo di prote¬ 
zione contro i meteoriti e i detriti spaziali 
Per le operazioni di assemblaggio da svol¬ 
gere mediante il sistema di telemanipola- 
zione della stazione spaziale, il modulo è 
dotato di un dispositivo di presa posto 
all'esterno del cilindro. 

Il cono anteriore del COF ospita la par¬ 
te passiva del meccanismo comune di at¬ 


tacco attraverso il quale il modulo verrà 
collegato al Nodo 2 della SSL Nel cono po¬ 
steriore possono eventualmente trovare 
posto l'antenna e l'equipaggiamento 
esterno necessario per le comunicazioni 
con la Terra attraverso un satellite di ripe¬ 
tizione dati europeo. In previsione di un'ul¬ 
teriore estensione, il cono posteriore può 
anche integrare i ganci e i giunti necessari 
al collegamento con un'eventuale piat¬ 
taforma esterna. 

Per adattarsi alle esigenze di impieghi 
multidisciplinari nel corso dei dieci anni di 
vita operativa della SSI, il modulo-laborato¬ 
rio europeo può essere riconfigurato com¬ 
pletamente ed è pertanto facilmente adat¬ 
tabile a diversi impieghi. 

Questo è reso possibile dall'uso di ar¬ 
madi Iracks) intercambiabili a strutture 
modulari standardizzate per l'alloggiamen- 
to di attrezzature scientifiche e tecniche. 
Questi rack possono essere trasportati fi¬ 
no alla stazione, assemblati nel modulo-la¬ 
boratorio e successivamente rismontati in 
qualsiasi momento durante tutto il corso 
della vita operativa. Poiché il modulo-labo¬ 
ratorio europeo, quello giapponese e 
l'americano adottano tutti tali tipi di rack, 
essi sono anche intercambiabili fra i diver¬ 
si laboratori, ad eccezione dei laboratori 
russi, che non sono stati progettati con 
questo tipo di soluzione. 

Secondo il principio di condivisane del¬ 
la stazione e gli accordi bilaterali fra ESA e 
NASA, almeno cinque dei rack del modu¬ 
lo-laboratorio europeo saranno utilizzati 
per scopi europei. I rack rimanenti verran¬ 
no utilizzati nell'interesse globale. 

Uno dei centri di controllo per l'acquisi¬ 
zione e l'elaborazione dei dati del nostro 
laboratorio orbitante sarà il MARS Center 
di Napoli di cui scriveremo nel prossimo 
numero (MARS Center: Microgravity Ad¬ 
vanced Research and Support Center, il 
piu grande centro di controllo spaziale ita¬ 
liano) che si affiancherà al centro di 




Oberpfaffenhofen vicino a Monaco di Ba¬ 
viera. 

La stazione è in grado di ospitare cari¬ 
chi utili pressurizzati di 33 rack- rispettiva¬ 
mente 13 nel modulo-laboratorio america¬ 
no (US Lab). 10 nel modulo sperimentale 
giapponese IJEM) e altri 10 nel modulo-la¬ 
boratorio europeo (COF). I tre moduli di ri¬ 
cerca russi IRMI, RM2, RM3) hanno un 
progetto di base diverso dai moduli stan¬ 
dard occidentali anche se sono comunque 
ritenuti equivalenti al modulo-laboratorio 
statunitense. 

Il mini-modulo logistico pressurizzato 
italiano (Mini Pressurised Logistics Modu- 
le - MPLM) di cui abbiamo accennato in 
precedenza è un modulo delle stesse di¬ 
mensioni del modulo-laboratorio europeo 
COF. Esso sarà adoperato per trasportare 
nella stiva dello Shuttle o con l'ATV mate¬ 
riali di rifornimento ed equipaggiamento 
scientifico dalla Terra alla stazione, e vice¬ 
versa, in ambiente controllato pressurizza¬ 
to. Di questi ne sono stati commissionate 
tre unità che verranno utilizzati sullo Shut¬ 
tle per almeno 10-15 anni e 25-30 missio¬ 
ni, con una frequenza di utilizzo di 5 mis- 
soni all'anno. 

Le strutture esterne dei sistemi di sup¬ 
porto vita e controllo dell'ambiente del 
COF e dei tre MPLM si fondano sullo 
stesso progetto. Secondo i termini di un 
accordo bilaterale concluso fra l'Agenzia 
Spaziale Europea ESA e l'Agenzia Spazia¬ 
le Italiana ASI, l'ESA fornirà i sistemi di 
supporto vita per i quattro moduli mentre 
l'ASI fornirà la struttura esterna multistra¬ 
to. 

Come già sottolineato TASI ha dato 
commessa alla Space Division di Alema 
Aerospazio di progettare, sviluppare e co¬ 
struire la struttura esterna dei quattro mo¬ 
duli, il loro Sistema di Controllo Ambienta¬ 
le e Termico. Un grandissimo risultato per 
la nostra tecnologia frutto dell'esperienza 
sviluppata nel corso del programma euro- 


MCmicrocomputer n. 177-ottobre 1997 


359 


















peo Spacelab in cui Alema partecipa dalle 
prime fasi (seconda metà degli anni '80) e 
recentemente con le missioni europee 
sulla MIR (EUROMIR '95). L'Alema sta 
inoltre partecipando alla costruzione del si¬ 
stema ATV, della capsula di rientro CRV 
europea e di quella italiana denominata 
CARINA (CApsula Recuperabile Non Abi¬ 
tata) 

Il contributo europeo alla Stazione Spa¬ 
ziale non è però finito qui. A questi ele¬ 
menti si aggiungono infatti quelli forniti 
agli Stati Uniti ed alla Russia frutto di ac¬ 
cordi bilaterali con NASA e RKA. 

Accordi bilaterali fra 
NASA, RKA ed ESA 

Oltre al potenziale scientifico offerto 
dal modulo-laboratorio europeo COF, l'Eu¬ 
ropa fornirà attrezzature secondo i termini 
di un accordo bilaterale ESA-NASA, ovve¬ 
ro: una postazione ermetica di manipola¬ 
zione (Glovebox), un sistema di punta¬ 
mento per strumenti (Hexapod) e quattro 
congelatori ad alte prestazioni. 

La postazione ermetica di manipolazio¬ 
ne Glovebox per le ricerche in microgra- 
vità sarà installato nel modulo-laboratorio 
americano e permetterà agli astronauti di 
manipolare, servendosi dei guanti della 
cella ermetica trasparente, campioni 
scientifici che non devono entrare in con¬ 
tatto con l'area del laboratorio. Il sistema 
di puntamento per strumenti Hexapod 
sarà collocato su un punto di fissaggio 
all'esterno dei moduli pressurizzati della 
stazione e servirà ad orientare gli apparec¬ 
chi ottici di osservazione della Terra e del¬ 
lo spazio con una precisione dell'ordine di 
un arcominuto. I congelatori infine per¬ 
metteranno lo stoccaggio di campioni bio¬ 
logici a temperature bassissime: uno sarà 
montato in permanenza nel modulo-labo¬ 
ratorio americano e gli altri tre serviranno 
al trasporto dei campioni biologici tra la 
Terra e la stazione, nella stiva del MPLM 
italiano montato sullo Space Shuttle 

A queste attrezzature si deve aggiun¬ 
gere il software banca dati di missione 
della stazione, commissionato all'Europa 
dalla NASA, che permetterà di eseguire la 
gestione della configurazione e mantene¬ 
re la protezione dei dati per tutti i softwa¬ 
re che saranno utilizzati negli elementi 
americani della SSI Esso analizzerà i vari 
comandi inviati ai computer e ne verifi¬ 
cherà la completezza e la coerenza con gli 
altri comandi trasmessi. Una caratteristica 
essenziale della banca dati di missione è 
quella di mantenere un controllo generale 
su tutti i prodotti software e su tutti i data- 
set sviluppati dalle diverse società, garan¬ 
tendone l’interoperabilità e la sicurezza. La 
banca dati di missione per la NASA deriva 
dallo stesso software della banca dati di 
missione sviluppato dall’ESA per il modu¬ 


lo-laboratorio europeo. 

A questa si affiancherà un altro Impor¬ 
tante sistema informativo prodotto in Eu¬ 
ropa E' prevista infatti la creazione di una 
banca dati centrale dell'ESA che conterrà 
informazioni sui parametri orbitali della 
SSI, la sistemazione degli esperimenti, il 
supporto dato e potenzialmente erogabile 
agli astronauti grazie ai sistemi robotici, la 
scaletta degli eventi programmati, le esi¬ 
genze di lancio ed altri fattori importanti 
per la vita della stazione, le ricerche effet¬ 
tuate ed i risultati ottenuti, nonché i mec¬ 
canismi di accesso alle risorse scientifiche 
da parte degli utenti e delle aziende che 
desiderano affrontare ricerche a bordo 
della SSI 

In cambio della fornitura alla NASA l'Eu¬ 
ropa avrà la facoltà di accedere a breve 
all'utilizzazione del laboratorio americano e 
ai punti di attracco per gli esperimenti 
esterni collocati sulla struttura portante 
americana e in preparazione alla missione 
avrà l'opportunità di inviare due astronauti 
a svolgere lavoro scientifico a bordo dello 
Space Shuttle e sulla MIR. 

Infatti secondo l’attuale pianificazione, 
il modulo-laboratorio COF sarà trasportato 
e agganciato solo nel 2001 ; per tal motivo 
l'Europa è interessata ad essere presente 
sulla stazione quanto prima possibile per 
garantire una continuità nelle attività spa¬ 
ziali abitate fra la fine delle missioni euro¬ 
pee Spacelab su Shuttle ed EUROMIR e 
l'inizio della fase operativa COF Sono 
queste le ragioni per le quali l'Agenzia 
Spaziale Europea ha concluso accordi bila¬ 
terali con la NASA e l'Agenzia Spaziale 
Russa RKA che le aprono le porte verso 
l'utilizzazione delle capacità di ricerca della 
SSI attraverso propri uomini ancor prima 
che il modulo-laboratorio COF sia disponi¬ 
bile. 

In particolare nel quadro dell'accordo 
bilaterale fra ESA e RKA, l'Europa fornirà il 
braccio robotizzato europeo (ERA) e un si¬ 
stema di gestione dati (DMS-R) per il seg¬ 
mento russo della SSI. 

L'ERA è un braccio telemanipolatore 
simmetrico lungo 10 metri composto da 
due estremità attrezzate con due pinze 
identiche. L'ERA avrà la facoltà di manipo¬ 
lare oggetti di vario tipo e dimensioni e 


supportare gli astro¬ 
nauti durante le atti¬ 
vità extraveicolari. 
Sarà collocato su un 
carrello che si spo¬ 
sterà lungo dei bina¬ 
ri posti sulla piat¬ 
taforma scientifica 
ed energetica (SPP - 
Science and Power 
Platform) del seg¬ 
mento russo della 
stazione e potrà an¬ 
che uscire dal car¬ 
rello e dirigersi ver¬ 
so altri punti di lavo¬ 
ro. L'ERA sarà utilizzato per la costruzione 
e la manutenzione dei diversi elementi del 
segmento tramite le pinze che serviranno 
ad afferrare e rilasciare i carichi utili provvi¬ 
sti di un dispositivo di presa standard, a 
misurare forze e coppie e trasferire ali¬ 
mentazione elettrica, segnali dati e video 
per il suo controllo. Combinato ad una 
piattaforma attrezzata con poggiapiedi e 
corrimano, l'ERA può anche servire per 
trasportare gli astronauti nelle attività ex- 
traveicolari. Apposite telecamere e unita 
di illuminazione montate sul braccio e sul¬ 
le due pinze permettono di avere una vi¬ 
sione del punto di lavoro ed eseguire ispe¬ 
zioni dell'esterno della stazione Tutti i 
compiti dell'ERA sono preprogrammati. in 
modo tale che gli astronauti debbano solo 
lanciare i compiti e tenere il lavoro 
dell'ERA sotto controllo video. 

Durante la fase di assemblaggio, l'ERA 
servirà per posizionare i pannelli solari e i 
gruppi propulsori e per dispiegare i radia¬ 
tori termici sulla piattaforma scientifica ed 
energetica, ma potrebbe anche essere 
adoperato per trasferire e posizionare inte¬ 
ri moduli. Dopo l'assemblaggio della sta¬ 
zione, l'ERA servirà a sostituire i pannelli 
solari e gli assemblaggi di spinta, manipo¬ 
lare carichi utili esterni ed eseguire ispe¬ 
zioni. Con ERA l’Europa assumerà un ruo¬ 
lo predominante nelle attività robotiche 
svolte sulla stazione 

Il sistema di elaborazione e gestione 
dati per la Russia (DMS-R, Data Manage¬ 
ment System for Russia) "made in Euro¬ 
pe" invece sara il cervello del modulo di 
servizio russo SM, uno dei primi elementi 
della stazione ad essere lancialo in orbita 
Il modulo di servizio sarà l'ambiente di la¬ 
voro e di abitazione del personale durante 
la fase di costruzione II DMS-R compren¬ 
derà un sistema ed un sotto sistema di 
elaborazione per il monitoraggio e il con¬ 
trollo di tutti i processi sviluppati a bordo, 
un sistema di elaborazione in real-time per 
la guida, la navigazione ed il lancio ed un 
sottosistema per il controllo degli esperi¬ 
menti. Questi computer saranno collegati 
tramite bus standard con i sistemi infor¬ 
matici degli altri elementi della stazione e 
saranno basati su una architettura modula¬ 
re con una filosofìa foult-tollerance doppia 


360 


MCmicrocomputer n. 177- ottobre 1997 


esa_ = . 


-frll l'fl*=L«t=C 




per questioni di sicurezza, 

Il sistema di elaborazione e gestioni da¬ 
ti fornito al modulo russo dall’Europa sarà 
molto simile al sistema DMS che l'Europa 
svilupperà per il proprio modulo-laborato¬ 
rio COF In questo modo ci troveremo in 
una posizione favorevole per influire sulle 
soluzioni tecniche per i sistemi informatici 
dell'intera stazione in modo da contribuire 
all’adozione di filosofie di progettazione 
comuni, Ne risulta una riduzione dei costi 
di sviluppo e l'opportunità di ricevere sin 
dai primi tempi la qualificazione del pro¬ 
getto DMS europeo in orbita. 

In questo contesto la Russia metterà a 
disposizione dell'Europa la sua tecnologia 
di aggancio, il che rappresenta un rispar¬ 
mio di costi non indifferente nello sviluppo 
europeo del veicolo di trasferimento auto¬ 
matizzato ATV. 

A cosa serve una 
stazione orbitale 

Secondo le attuali valutazioni sull'utiliz¬ 
zazione della stazione suddivisa fra le di¬ 
verse discipline, il 40-50% è previsto per 
la ricerca nella microgravità, il 10-20% per 
le scienze spaziali, il 10-20% per l’osser¬ 
vazione della Terra e 20-30% per la tecno¬ 
logia spaziale. 

Che cosa è la microgravità? A riguardo 
saremo molto piu precisi sul prossimo nu¬ 
mero di MC quando scriveremo del 
MARS Center di Napoli (il nostro centro di 
controllo delle missioni spaziali). Per ades¬ 
so ci accontenteremo di alcune considera¬ 
zioni superficiali. Microgravità è un termi¬ 
ne comunemente applicato ad un ambien¬ 
te di ricerca in cui vi siano condizioni di 
quasi assenza di forza di gravità, in cui la 
costante ''g" passa dai 9,8 m/sec2 a valori 
dell’ordine dei 10-3 o addirittura in partico¬ 
lari condizioni dei 10-6 m/sec2. Ciò ovvia¬ 
mente non è dovuta alla lontananza della 
stazione spaziale dalla Terra, in quanto a 
400 km di altezza g è comunque dell'ordi¬ 
ne dei 9,1 m/sec2, ma è piuttosto il frutto 
della accelerazione centrifuga che si speri¬ 
menta sulla stazione alla velocità con la 
quale gira attorno al nostro pianeta (29 mi¬ 
la km/h) Questa compensa, quasi fino ad 
annullarla, la forza di gravità terrestre. 

La ricerca nella microgravità è stata atti¬ 
rata relativamente presto dalle possibilità 
offerte dalle missioni spaziali abitate. Le 
missioni con il laboratorio europeo Space- 
lab (il modulo montato nella stiva dello 
Shuttle) hanno fornito per periodi compre¬ 
si fra una e due settimane un ambiente di 
ricerca in microgravità che ha consentito 
la realizzazione di esperimenti quali la soli¬ 
dificazione, la crescita di cristalli, lo studio 
dei fenomeni dei fluidi e le ricerche bio- 
tecmche. I risultati non solo hanno portato 
a una maggiore conoscenza dei processi 
fondamentali, ma hanno anche contribuito 


in modo significativo all'ottimizzazione dei 
processi industriali a Terra in applicazioni 
come i processi di fusione, la combustio¬ 
ne e i flussi multifase e al miglioramento 
delle cure mediche; alcuni esempi sono le 
applicazioni nel trattamento dell'osteopo- 
rosi, lo sviluppo di nuovi farmaci, la cresci¬ 
ta di cristalli di silicio per la costruzione di 
wafer perfetti per i processori di prossima 
generazione. 

La SSI permetterà di proseguire e ap¬ 
profondire questo lavoro su una base di 
gran lunga più regolare e continua rispetto 
alle precedenti missioni Spacelab, che 
erano relativamente brevi e sporadiche. 


sono il monitoraggio di processi di superfi¬ 
cie della Terra, lo studio dei venti, dei pro¬ 
cessi di precipitazione e della climatologia, 
della chimica e della dinamica dell'atmo¬ 
sfera. nonché il tasso di radiazione della 
Terra. 


Conclusioni 

Il progetto che vi abbiamo raccontato è 
una grande avventura per tutto il genere 
umano. Come sempre accade la fanta¬ 
scienza raccontata da Clark in "2001 Odis¬ 
sea nello Spazio" nella seconda metà de- 



L'elemento essenziale 
proposto per II contri¬ 
buto europeo al pro¬ 
gramma della SSI à il 
modulo-laboratorio 
COF IColumbus Orbitai 
Facility). Il COF è un la¬ 
boratorio multiscopo 
che può essere riconfi- 
gurato mediante il 
cambio di racks (10 ar¬ 
madi) standardizzati, 
attrezzati con equipag¬ 
giamento scientifico e 
funzionale. 


Questo consentirà di condurre programmi 
di ricerca che richiedono prove ripetitive 
sia nelle stesse condizioni sperimentali sia 
modificandone i parametri. 

Oltre alla stessa comunità di ricercatori 
in microgravità, i settori delle scienze spa¬ 
ziali. dell'osservazione della Terra e della 
tecnologia spaziale hanno già espresso un 
vivo interesse nello svolgimento di attività 
scientifiche e tecnologiche sulla stazione 

Per le Scienze Spaziali, la SSI rappre¬ 
senta un'enorme piattaforma di osserva¬ 
zione abitata posizionata in permanenza al 
di sopra degli effetti di distorsione e as¬ 
sorbimento dell'atmosfera terrestre. Que¬ 
sto settore scientifico può avvantaggiarsi 
delle capacità di montaggio degli esperi¬ 
menti all'esterno della stazione, oltre che 
delle possibilità uniche di sostituzione e ri¬ 
configurazione di esperimenti grazie alla 
presenza di un equipaggio e di manipola¬ 
tori robotizzati esterni. I settori che po¬ 
trebbero essere interessati a queste appli¬ 
cazioni sono lo studio dello spettro e della 
radiazione solare, l'astronomia, gli studi 
dell'ambiente spaziale tra cui la polvere, il 
plasma, i raggi cosmici e gli esperimenti di 
fisica fondamentale. 

L'osservazione della Terra può benefi¬ 
ciare in particolare della vasta copertura 
della stazione. Le applicazioni interessate 


gli anni '60 sta per 
diventare realtà con 
soli pochi anni di ri¬ 
tardo La Stazione 
Spaziale Internazio¬ 
nale infatti, oltre ad 
essere un'importan¬ 
te palestra per le scienze e le tecnologie 
avanzate, sarà nel secondo decennio del 
2000 la stazione da cui prenderà il via la 
conquista di Marte II primo passo sta 
dunque per essere compiuto Ricordiamo 
infatti che il primo modulo della SSI sarà 
lanciato nel giugno prossimo. 

I passi ancora da compiere sono note¬ 
voli. La missione verso Marte implica in¬ 
fatti la costruzione di una Nave Spaziale di 
concezione nuova, che sia adatta alla vita 
nello spazio per periodi lunghissimi e che 
quindi disponga degli opportuni comfort 
per l'equipaggio (almeno quattro persone) 
Ci vuole infatti almeno un anno per per¬ 
correre la distanza che separa la Terra da 
Marte ed un altro sarà necessario per il ri¬ 
torno, mentre ad oggi la permanenza nello 
spazio più lunga e stata di un anno ed un 
giorno da parte di un cosmonauta russo. 

Nel prossimo numero di MC presente¬ 
remo il Centro di Elaborazione dati Spaziali 
italiano presso il MARS Center di Napoli: 
un polo tecnologico di eccellenza e di fa¬ 
ma mondiale per la fluidodinamica micro- 
gravitazionale e l'unico Centro Spaziale ita¬ 
liano abilitato a mandare comandi allo Spa¬ 
ce Shuttle durante le missioni e ad elabo¬ 
rarne i dati scientifici. 


MCmicrocomputer n. 177- ottobre 1997 


361 









a cura di Corrado Giustozzi 


OS/2 Warp in un mondo che cambia 

Probabilmente qualche anno fa, se per caso un qualsiasi dipendente IBM avesse 
avanzato l'ipotesi di sviluppare software per un sistema operativo non rigorosa¬ 
mente prodotto e licenziato dalla casa madre, sarebbe stato accusato di alto tra¬ 
dimento e pubblicamente messo alla gogna senza pensarci due volte. Ma, si sa, le 
cose cambiano ed evolvono ed ormai non si stupisce più nessuno se magari 
qualche tool di sviluppo viene rilasciato prima per la piattaforma Windows piutto¬ 
sto che per OS/2. 

Nonostante questa nuova politica o, forse, proprio per merito di questa scelta 
effettuata dai manager di IBM, stiamo vivendo un periodo in cui la disponibilità di 
software per OS/2, specialmente dal punto di vista delle componenti di tipo 
“application sever”, è ampia e diversificata per soddisfare molteplici esigenze. 


di 


Giuseppe Cosarono 


Nello scorso numero della rubrica abbia¬ 
mo analizzato in sintesi quali sono anco¬ 
ra i punti di forza di OS/2 rispetto agli 
altri sistemi operativi principalmente nel 
mondo dei computer con architettura 
Intel. Il tutto era nato dalla domanda: 
"Perché dovrei scegliere OS/2?”, 
domanda che spesso mi viene posta e 
alla quale rispondo quasi sempre dopo 
un fitto interrogatorio (gli interrogatori 
dei film gialli sono niente in confronto ai 
miei II per capire bene quali sono le esi¬ 
genze del mio interlocutore, quale sarà 
l'ambiente di utilizzo, ecc. per poi indivi¬ 
duare un insieme di prodotti software 
che, integrati tra loro, possano soddisfa¬ 
re al meglio tutte le problematiche sfrut¬ 
tando i vantaggi tipici di questo sistema 
operativo. 

Con il passare degli anni e con l'evolu¬ 
zione tecnologica che si è avuta nel 
mondo dell'informatica ci si rende conto 
di quanto sia sempre più importante e 
centrale la componente software, dei 
servizi e della integrabilità e compatibi¬ 
lità piuttosto che la componente 


hardware. 

Anche in IBM, dove tradizionalmente il 
software è sempre stato considerato un 
"qualcosa", quasi un optional, da vende¬ 
re a contorno dell'hardware, già da qual¬ 
che anno sono state riviste le strategie 
di mercato ed il software ed i servizi 
sono stati elevati al rango di unità che 
possono creare affari in maniera sempre 
più svincolata dalle divisioni che si occu¬ 
pano di hardware. 


IBM sempre piu “soft” 

Questo nuovo tipo di organizzazione, 
che porta IBM ad essere una compa¬ 
gnia sempre piu orientata al software e 
non solo all’hardware, è stata fortemen¬ 
te voluta dal suo presidente Lou 
Gerstner e da John M. Thompson che 
ha sviluppato una strategia integrata per 
tutte le diverse linee di prodotti presenti 
in IBM. Questa nuova politica e la con¬ 
seguente aggressione di una "fetta" di 
mercato fino a pochi anni fa considerata 


di contorno, hanno portato anche ad una 
revisione dei metodi di vendita del 
software da parte di IBM Si può consi¬ 
derare un tipico esempio della nuova 
valutazione della componente software 
l’acquisizione della Lotus, con lutto il 
suo bagaglio culturale e tecnologico nel 
campo dei personal computer e del 
mondo dell'automazione di ufficio, chia¬ 
ramente dal punto di vista software 
Un altro segnale forte della valorizzazio¬ 
ne del software persiono in maniera 
"open" consite nella presenza di 
software sviluppato anche per piattafor¬ 
me "concorrenti”, come potrebbero 
essere macchine con i sistemi operativi 
Sun Solaris, HP-UX, Windows NT e 
Windows 95. IBM ha contrastato a 
lungo il concetto ed i benefici dei cosid¬ 
detti sistemi aperti, proprio perche rap¬ 
presentava il nemico numero uno per 
queste architetture ma, nell'istante in 
cui si è resa conto che i sui clienti richie¬ 
devano sempre più soluzioni aperte e 
flessibili si è fatta promotrice di questo 
movimento arrivando a sviluppare 


362 


MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997 








software persino per piattaforme che 
prevedono sicuramente hardware non 
suo. 

Questo cambiamento è avvenuto, utiliz¬ 
zando gli stessi termini di IBM, nell'era 
del Network Computing. Riassumendo 
in breve le visioni del mercato da parte 
di IBM, negli ultimi anni siamo passati 
attraverso tre "ere" o fasi successive 
che contraddistinguono il modo con cui i 
computer sono stati usati; queste fasi, 
anche ampiamente sovrapposte tra di 
loro, sono: Pera" dell'host centralizzato 
che gestiva una serie di teminali diretta- 
mente collegati, Pera" del client/server, 
dell'informatica distribuita e dei personal 
computer ed infine l'attuale "era", appe¬ 
na incominciata, quella del Network 
Computing. In tutto questo tempo la 
caratteristica comune di quasi tutte le 
offerte IBM consite nell'esserst rivolta 
verso utenti del mondo del lavoro e di 
aver raccolto ben scarsi risultati, come 
sa bene chi usa OS/2 fin dalle sue prime 
versioni, quando ha provato a proporre 
prodotti per un mercato più "casalingo". 


Quale ruolo per OS/2 

Queste rapide considerazioni sulle scel¬ 
te effettuate da IBM, ormai quasi in 
odore di storia considerata la rapidità 
con cui evolve il mondo informatico, ci 
fanno riprendere il discorso su OS/2 
V/arp per meglio capire non solo che 
potenzialità possiede il prodotto in se e 
per sé, ma anche quali sono i progetti 
che IBM ha in corso su questo sistema 
operativo. 

Il successo ottenuto da Windows 95. 
anche se con qualche ritardo sulle previ¬ 
sione, ha buttato l'ombra di qualche 
dubbio sul futuro di OS/2, se aggiungia¬ 
mo anche l'incompetenza e la abitudine 
al "terrorismo" di qualche giornalista, 
siamo arrivati persino a leggere e a sen¬ 
tire sui nostri media che IBM presto 
avrebbe abbandonato questo sistema 
operativo, Chiaramente tali notizie sono 
false e nate principalmente dal fatto che 
IBM ha sottolineato come nei prossimi 
tempi avrebbe curato con maggiore 
attenzione i medi e grandi clienti piutto¬ 
sto che il singolo compratore di un siste¬ 
ma operativo. 

Molti dei maggiori clienti di IBM fanno 
ancora uso di OS/2 con buona soddisfa¬ 
zione e anche solo questa considerazio¬ 
ne è una garanzia per il futuro: certa¬ 
mente non sarabbero molto contenti di 
IBM se li costringesse a passare a Client 


Figura t - L immagine 
che rappresenta I IBM 
Software Server rac¬ 
chiude diversi mes¬ 
saggi e vede le auto¬ 
strade informatiche in 
primo piano per un 
mondo interconnesso. 


Figura 2 - Il sistema 
WorkSpace On- 
Demand è formato da 
due componenti: 
WorkSpace On- 
Oemand e WorkSpace 
On-Demand Manager. 
La prima viene ese¬ 
guita su un -thin 
Client', la seconda su 
un server, attualmente 
con OS/2 Warp 



Jeva 

Netscape 

3270 1 

OS/2. DOS, 

3nt Party 


Browcer 

5250 

Wn3 1 

WnS5 & NT 



Emù 

Netvort 

Suppcrt 



(PCcm 

Pubic 




LI*) 




Restretta. S«noi» SnH - Detaul 
(SeiectaMe Ul - Serve. Manager» 


Logon Soeen 


32*1 Operatng System 

*eth Ottonai Locai Disk (Pegngoniy) 


Intel orCcenpatHe System? 

( PCS. Netrerted PCs. NetPCs ) 


Communications 
Internet/Intranet 



Remote 

Boot 


Client 
System 
Solcare 
In galli 
ConSg 


Remote Boot 
Service 
( RIPL ”) 


Enhanced 
Net voi: Putìc 
Aon Catóne 
(Roamtng 
Application 
Access) 


User Autherticeton / Logon Mgmt 


32*1 Server 


irtel or Compattile Systems 
( PCS, Netvwrted PCs. NetPCs ) 


WorkSpace On-Demand 


WorfcSpacd On-Demand Manager 


Microsoft e per IBM stessa, gli eventuali 
danni, sia diretti che indiretti, di una 
simile decisione sarebbero sicuramente 
maggiori degli eventuali risparmi. Inoltre, 
nonostante la piccola percentuale totale 
della quota di mercato relativa ai sistemi 
operativi, OS/2 mantiene ancora salda¬ 
mente alcuni segmenti di nicchia di tutto 
rispetto. 

La questione quindi non verte tanto sul 
fatto che OS/2 debba o meno sopravvi¬ 
vere. ma su come IBM ha intenzione di 
farlo vivere. 

Abbiamo già visto che OS/2 viene consi¬ 
derato come la proposta IBM per quan¬ 
to riguarda il sistema operativo dei per¬ 
sonal computer Client per il Network 
Computing, inoltre viene visto come 
un'ottima piattaforma per i server di rete 
e per l'esecuzione di applicazioni partico¬ 
larmente critiche che richiedano un 
ambiente sufficientemente robusto. 


Forse la maggior enfasi verrà posta pro¬ 
prio sulle capacità di gestire, in assoluta 
affidabilità e robustezza, applicazioni ser¬ 
ver, magari scritte in Java, su piattafor¬ 
me eterogenee come quelle presenti 
negli ambienti di lavoro. La versione per 
PowerPC, dopo essere stata accantona¬ 
ta per un po', sembra che stia nuova¬ 
mente suscitando interesse anche se 
sono solo voci di corridoio. In ogni caso 
eventuali esigenze di scalabilità sono già 
soddisfatte con la versione per Intel che 
supporta l'architettura SMP (Simmetrie 
Multi Processor) ormai largamente 
disponibile anche con questo micropro¬ 
cessore. 

Come potete leggere nel riquadro, OS/2 
Warp 4 non è più da solo come Client 
per il Network Computing, attualmente 
l'offerta IBM prevede Network Station, 
WorkSpace On-demand e PC tradizionali 
con OS/2 Warp. Chiaramente non esi- 


MCmicrocomputer n, 177 - ottobre 1997 


363 






































OV2 Warp 



stono raccomandazioni universali su 
quando sia meglio utilizzare un sistema 
piuttosto che un altro, la scelta dipende 
dalle esigenze, da eventuali applicazioni 
già esistenti, dall'uso che si prevede 
della stazione in rete e via dicendo 
Alcuni semplici criteri di scelta possono 
essere i seguenti: se si ha bisogno di 
eseguire programmi OS/2 o si ha biso¬ 
gno di poter memorizzare grossi file in 
locale sicuramente la scelta migliore 
non è una Network Station perché . 
queste funzionalità proprio non le ha 
disponibili; per il resto, tagliando, come 
si usa dire, con l'accetta si può vedere 
come OS/2 Warp sia ormai consigliato 
solo sui cosiddetti "fat Client" che 
hanno elevate esigenze di calcolo ed 
elaborazione in locale, mentre 
WorkSpace On-demand probabilmente 
soddisfa meglio le esigenze di chi sposa 
con maggior entusiasmo il Network 
Computing senza però avventurarsi in 
un mondo fatto principalmente di Java e 
Web, ma accontentandosi dei vantaggi 
di un "thin Client" e di una gestione 
standard ed integrata dei sistemi Client. 

IBM Software Server 

Considerato ormai il posizionamento di 
OS/2 da parte di IBM principalmente per 
"fat Client" e postazioni server vediamo 


un po' cosa 
offre "Big 
Blue" in que¬ 
sto campo 
per il nostro 
sistema ope¬ 
rativo. I possi¬ 
bili prodotti sono veramente molti e 
coprono diverse aree che vanno da 
Internet/lntranet, ai database multime¬ 
diali, alla gestione di applicazioni transa- 
zionali, alla gestione e manutenzione di 
sistemi in rete fino a prodotti di 
Workgroup, Workflow e Data 
Warehouse particolarmente interessanti. 
Alcuni di questi sono stati raggruppati 
sotto un unico "cappello", chiamato 
IBM Software Server, che indica una 
famiglia di applicazioni server modulari 
ed integrate che mettono a disposizione 
tutto ciò che serve per implementare 
rapidamente applicazioni client/server in 
ambienti anche eterogenei. L 'IBM 
Software Server nasce dall'integrazione 


di una sene di pacchetti da già tempo 
presenti sul mercato e basati su tecno¬ 
logie provate ed affidabili ed include: il 
Communications Server, il Database 
Server, il Directory and Security Server, 
l' Internet Connection Server, il 
Transaction Server e Lotus Notes. 

Il Communications Server permette la 
connessione di una o piu stazioni a 
sistemi host e dipartimentali, come 
sistemi S/390 e AS/400. attraverso un 
gateway multiprotocollo che supporta 
reti SNA e TCP/IP, inoltre può risultare 
un nodo o un nodo terminale in un 
ambiente APPN ( Advanced Peer-to- 
Peer Networking) La componente 
Database Server è basata sul collauda- 
tissimo DB/2 di IBM e prevede la possi¬ 
bilità di poter essere interrogato da 
Internet tramite un'interfaccia World 
Wide Web o di colloquiare con DB/2 
presenti su altre piattaforme. Il 
Directory and Security Server è basato 
principalmente sul DCE (Distributed 


Figura 3 - La proposta IBM 
per stazioni Client in rete è 
sempre più articolata e 
attualmente copre tutte le 
possibili opzioni di merca¬ 
to. come dire, comunque 
vada. .. IBM sarà presente. 


WorkS p ace On-Demand 

A 

' I momento in cui scrivo si hanno solo le prime notizie 
di questo nuovo sistema che dovrebbe affiancare OS/2 Warp 4 
nell'offerta per i Client per il Network Computing. WorkSpace On- 
Demand è un sistema che consiste di due elementi: WorkSpace 
On-Demand e WorkSpace On-Demand Manager. La prima com¬ 
ponente è il sistema operativo Client ed il relativo software che 
viene ad essere eseguito sui dei "thin Client” o NetPC, semplifi¬ 
cando leggermente in definitiva il software di base dei personal 
basati su architettura Intel o compatibile, con o senza un hard disk 
locale, che prelevano tutto il software per il loro normale uso da 
un server in rete. La seconda componente, il WorkSpace On- 
Demand Manager, consiste in una serie di programmi ed utility 
utili per installare, configurare e mantenere il software e l'hardwa- 
re dei Client con WorkSpace On-Demand. Sul server con 
WorkSpace On-Demand Manager risiede anche il sistema operati¬ 
vo e tutto il software relativo ai Client WorkSpace On-Demand. 
semplificando così tutte le eventuali operazioni di gestione del 
sistema. 

Sui comunicati stampa che annunciano questo nuovo sistema si 
legge chiaramente che il WorkSpace On-Demand supporta l'ese¬ 
cuzione, anche concorrente, di applicativi DOS, Windows 3.1, 
OS/2 e Java e tutto questo la dice lunga su che cosa si siano 
basati per implementare questo nuovo sistema. Non ho avuto 
ancora modo di provare questo sistema, ma sembra che possa 
essere una valida soluzione tecnologica per portare gli attuali 


utenti di OS/2 ad un più spinto Network Computing in maniera 
graduale e a basso rischio. D'altronde il sistema è principalmente 
basato su OS/2 Warp Server e sulla ormai collaudata tecnologia 
RIPL (Remote Initial Program Load) con tutti i dovuti miglioramen¬ 
ti per poter supportare direttamente, ad esempio, il TCP-IP, Java, 
un'interfaccia utente selezionabile, ecc. 

Nel caso in cui il Client di WorkSpace On-Demand sia dotato di un 
hard disk, questo viene usato solo come un'unità di memorizza¬ 
zione temporanea per il sistema operativo, ad esempio come 
memoria di massa per lo swap file di un sistema a memoria vir¬ 
tuale. dando cosi la possibilità di eseguire grandi applicazioni sul 
Client senza degradare l'uso della rete. Come abbiamo già visto 
con WorkSpace On-Demand è possibile eseguire in maniera nati¬ 
va applicazioni DOS. Windows 3.1. OS/2 e Java; l'esecuzione di 
queste applicazioni avviene localmente sfruttando il microproces¬ 
sore Intel e riducendo in questo modo il carico di lavoro sul server 
centrale In definitiva quando si avvia un'applicazione il file esegui¬ 
bile viene scaricato dal server ed eseguito in locale sul Client. 
Un'altra caraneristica particolarmente interessante di WorkSpace 
On-Demand consiste nel supporto e nella possibilità di scelta tra 
più interfacce utente, il tutto configurabile e gestibile sempre in 
maniera centralizzata sul server. Le possibili scelte vanno da una 
semplice interfaccia ad icone configurata "ad hoc" per lo specifi¬ 
co utente a Netscape Navigator fino a Lotus Domino che riprodu¬ 
ce la sempre più diffusa interfaccia utente di Lotus Notes. 






























Pown Unn 



JnaStaUw, 

Oraci* Wym 
HI >\. 

IBM Network SlnHo» 


Network 

Dipanimi 



♦ Lowtr m magoni ent coir 

♦ Eoolor managoiblllty 

♦ Quickec ROI 

♦ lightoc PC uoorr 

•llght locai data 


Tramortitili 
Orimird U*ri 



Figura 4 - Questa 
immagine, anche lei 
prelevata direttamen¬ 
te da Internet, tenta 
di posizionare i diver¬ 
si prodotti a seconda 
del tipo di stazione e 
dell utente; come si 
pud ben vedere le 
sovrapposizioni sono 
diverse 


sono perfettamente integrate e funzio¬ 
nanti già da diverso tempo 


Conclusioni 


Come ho già detto altre volte su queste 
pagine, il fatto che OS/2 sia sostenuto e 
spinto da IBM principalmente come sta¬ 
zione "fat Client” o come server non 


Computing Enviroment) di Open 
Software Foundation e mette a disposi¬ 
zione quei servizi base di directory, 
time, security e RPC I Remote 
Procedure Calti spesso indispensabili in 
un ambiente di rete aziendale. 
De\\‘Internet Connection Server abbia¬ 
mo già parlato su queste pagine e con¬ 
siste nell'implementazione di un server 
HTTP ( HyperText Transfer Protocol) con 
tutte le possibili utility per poter gestire 
connessioni sicure, collegamenti al 
Database Server e poter creare "Web 
Application" eventualmente anche in 
Java. perfettamente integrate nell’am¬ 
biente Software Server II System 
Management Server è la componente 
che mette a disposizione tutti gli stru¬ 
menti necessari alla gestione di reti e 
gruppi di lavoro, si basa sul prodotto 
IBM SystemView con il quale si integra 
perfettamente. Il Transaction Server è 
basato sulla tecnologia dei TP Monitor 
CICS ed ENCINA e crea anche su OS/2 
un potente ambiente di sviluppo ed 
esercizio per applicazioni client/server 
di tipo transazionale che eventualmen¬ 
te possono anche cooperare con appli¬ 
cazioni eseguite sul mondo host. Per 
ultimo, ma chiaramente non ultimo, il 
Lotus Notes è un'”entità" difficile da 
descrivere con poche parole; Lotus 
Notes è una delle componenti chiave 
della strategia e della visione 


Figura 6 ■ Il Com¬ 
munications Server 
viene spesso usato 
come gateway per 
una rete locale verso 
una rete SNA con 
uno o più host. 
Utilizzando i diversi 
componenti dell IBM 
Sottware Servers si 
riesce a creare un'ar¬ 
chitettura che per¬ 
mette l'accesso a 
dati su host anche 
tramite browser 


AS/400 


CM/2 
(on OS/2) 


Communical'ons 
Server (on OS/2) 


Figura 5 - Il Com¬ 
munications Server 
nasce come evoluzio 
ne del Communica 
tions Manager, uno de 
migliori software ma 
prodotti per OS?. 


Gateway SNA 


API 


Gateway SNA 


AnyNet 


PCOMM 



"Network-Centric” 
di IBM, con Lotus 
Notes è possibile 
creare e gestire 
processi e applica¬ 
zioni in un ambien¬ 
te client/server che 
permetta la comu¬ 
nicazione. la colla¬ 
borazione ed il 
coordinamento di 
più persone o pro¬ 
cessi all'interno di 
una azienda. 

Ognuna di queste 

componenti richiederebbe una o più 
puntate della rubrica per poter essere 
descritta in tutte le sue sfaccettature e 
prossimamente ritorneremo sicura¬ 
mente sull'argomento 
La cosa che ci tengo a far notare è che 
Ì'IBM Software Server al momento è 
rilasciato per i tre sistemi operativi 
OS/2 Warp, AIX e Windows NT e che 
sotto OS/2 tutte queste componenti 


Windows 95 

Windows 3.1 


API 


AnyNst 

Nodes* 

Gateway 


Personal 

Communications 


API 


• EmuiaMn 



_ 

Coinniunicrilions 

Server 


' Ér M 


Windows 

NT 


OS/2 


vuol dire che non sia usabile tranquilla¬ 
mente in un sistema desktop stand- 
alone IBM sta sempre più puntando 
sull'utenza professionale e non su quel¬ 
la casalinga quindi difficilmente vedre¬ 
mo pubblicità che decantano la compa¬ 
tibilità di possibili giochi sotto OS/2, 
eppure ce ne sono moltissimi e si pos¬ 
sono giocare persino in multitasking I 
E' chiaro però che la Lotus, ad esem¬ 
pio, sicuramente farà uscire al più pre¬ 
sto le ultimissime versioni di Domino 
per la piattaforma OS/2 mentre la sua 
SmartSuite... si fa ancora aspettare in 
maniera completamente nativa per que¬ 
sto sistema operativo 
Probabilmente quando leggerete que¬ 
sto articolo si sapra qualcosa di più su 
WorkSpace On-Demand ma, da una 
prima impressione, credo che possa 
essere sicuramente il successore di 
OS/2 Warp, con tutti i suoi pregi e, spe¬ 
riamo. una buona politica di marketing 

ffig 


MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997 


365 




































































■ PD-SOFTWARE 


coordinamento di Corrado Giustozzi 


Offline surfing 

Scorrazzare sulla rete è bello, ma quando a fine mese arriva la bolletta telefoni¬ 
ca sono dolori. Le pagine Web sono sempre più cariche di grafica ed anche noi 
non riusciamo a leggere una pagina di testo, in inglese per giunta, molto velo¬ 
cemente. SSIurp, un programma di mirroring di pagine HTML vi aiuterà a rispar¬ 
miare qualche soldo, che potrà essere impiegato per registrare o comprare altri 
programmi, quali ad esempio Embellish, un buon programma di grafica multi- 
piattaforma. Infine procuratevi BOOTOS2, utile nelle operazioni di manutenzio¬ 
ne del nostro OS/2. Arrivederci al prossimo mese oppure sul nostro sito WWW 


ma in una medesima sessione online, 
senza apprezzabili scadimenti di presta¬ 
zioni. 

Sslurp è un programma PM, con una 
finestra principale che durante l'opera¬ 
zione di 'mirroring' mostra in modo 
console il colloquio tra il PC ed il server 
remoto, colloquio che viene comunque 
salvato su disco in un'apposita log. ed 
un notebook per le impostazioni chiaro 
e facilmente configuratine. 

Il campo di immissione della finestra 
principale, posizionato in alto, consente 
di scrivere direttamente l'URL del sito 
che intendiamo recuperare, oppure di 
effettuare un drag and drop dagli 
oggetti-URL della WorkPlace Shell o di 
Netscape Navigator e WebExplorer: 
Sslurp conserva comunque una lista 
degli ultimi quindici siti visitati da ses¬ 
sione a sessione. 

Se la parte principale è quindi occu¬ 
pata dai messaggi di connessione che 
si scambiano Sslurp ed il software del 
server per definire la transazione, la 
barra di stato ai piedi della finestra 
riporta invece i dati statistici della con¬ 
nessione in corso numero di file scari- 


MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997 


per le ultime novità. 


a cura del Team OS/2 Italia 


Sslurp vi .2 

• Genere: mirroring 
tool.freeware 

• File: sslurp12.zip 70Kb 

• Autore: Michael Hohner 
|;miho(n)osn.de| 

• Reperibilitàlnternet:: 
ftp.cdrom.com/pub/os2/ 
internet 

• ReperibilitàBBS: 

Running...(2:331/205 
0363-303567) 

• Autore Recensione: Andrea 
Resmini 

Sslurp, conosciu¬ 
to durante la fase di beta testing come 
WebSucker, è un efficente quanto 
semplice programma che consente di 
effettuare copie locali di siti web o di 


parti di essi sul proprio PC per sfogliare 
poi le pagine in assoluta tranquillità con 
il proprio browser una volta disconnes- 
si dalla rete. Questa operazione si può 
fare comunque anche con il semplice 
Netscape/2 2.02, scrivendo 
aboutxache nel campo dove si immet¬ 
tono gli indirizzi http, ma non si ha 
certo a disposizione tutte le funziona¬ 
lità di Sslurp 

Sslurp consente infatti di definire con 
quali criteri ed eventualmente "quanto’ 
di un determinato sito web deve esse¬ 
re scaricato localmente. 

Sslurp è un ottimo esempio di com¬ 
pattezza e di rispondenza all'obiettivo: 
il programma svolge tutte le funzioni 
necessarie al compito e niente altro, 
con un'interfaccia agile ed estrema- 
mente semplificata, ma in grado di 
sfruttare adeguatamente le caratteristi¬ 
che della WorkPlace Shell di OS/2 

Lo scarso peso in termini di occupa¬ 
zione di memoria e di disco (Sslurp è 
autocontenuto in un eseguibile di 70KB 
con un help file, peraltro chiaro e com¬ 
pleto, di circa 10KB) consente tra l'altro 
l’esecuzione di più istanze del program¬ 


366 
















9 


PD-SOFTWARE ■ 



cati, numero di link stimati, 
numero di byte scaricati in 
totale e per l'URL corrente, 
nome del file in fase di sca¬ 
rico. 

Tre pulsanti consentono di 
far partire le operazioni di 
collegamento e scarico, di 
fermarle in un qualsiasi 
momento prima dell'avve- 
nuto completamento, di sal¬ 
tare lo scarico, caso per 
caso, di un determinato file. 

Il notebook delle imposta¬ 
zioni, accessibile dalla voce 
di menu Options' (altre voci 
sono 'Exit', 'Servers'. 

'About' ed 'Help', e qui la 
lista termina), è la centrale 
di controllo di Sslurp: da qui è possibi¬ 
le decidere se utilizzare o meno un 
proxy server, cosa che l'autore consi¬ 
glia quando possibile, definire un per¬ 
corso per la directory principale di 
download all'Interno della quale saran¬ 
no riposte le copie web, indicare un 
nomefile per la log e quali informazioni 
dovranno essere registrate in essa, 
quali tipi di link dovranno essere segui¬ 
ti o non seguiti, in base ad estensione, 
dimensione, distanza dalla pagina prin¬ 
cipale, se scaricare 'inline images', 
cioè le immagini referenziate diretta- 
mente nei file HTML, ed applet java. 

Le opzioni di scarico sono veramen¬ 
te flessibili, consentendo un ottimo 
controllo di quanto viene prelevato: è 
possibile limitarsi ad una sola pagina 
HTML completa, a quanto a valle del 
link di partenza e non a monte, ad 
impedire che un riferimento ad altri 
server allunghi enormemente il lavoro 
ed i tempi restringendo il campo d'a- 
zione del programma ad una sola mac¬ 
china fisica remota, o a file non più 
grandi di una certa dimensione 

È possibile includere od escludere 


• BOOTOS2 V8.15 

• Genere: Utility. Freeware 

• File: BootOS2v815.zip (317Kb) 

• Autore: Kenneth A. Kahn 
(KENKAHN@VNET.IBM COM) 

• Reperibilità internet: 


file sulla base della loro estensione 
("preleva i file PostScript ps ma non 
gli archivi .zip e rari") o concludere lo 
scarico un certo numero di livelli a 
valle dell'URL di partenza, un'opzione 
che si rivela dopo qualche utilizzo deci¬ 
samente utile per non costruirsi una 
replica in scala 1:1 del World Wide 
Web in casa. 

Inoltre menta una nota la possibilità 
di far scaricare al programma solo i file 
modificati sul server dopo l'ultimo 'mir- 
ror': prima di tutto perché in questo 
modo è possibile mantenere sincroniz¬ 
zati originali e copie locali con mimmo 
carico di connessione a partire dalla 
seconda volta, e poi perché Sslurp 
scrive le informazioni relative a questa 
operazione sfruttando gli attributi este¬ 
si di OS/2, associando univocamente 
file a dato, senza preoccupazione che 
un'eventuale reinstallazione del pro¬ 
gramma o una perdita di un file ne pre¬ 
giudichi future operazioni. 

Come adeguatamente documentato 
nell'help onlme, Sslurp consente anche 
l'utilizzo dalla linea di comando, una 
modalità operativa che risulta di grande 


ftp://hobbes.nmsu.edu/pub'os2/ 

utiLsystem 

• AUTORE RECENSIONE: 
Gian Luca Prosperini 
Kgian-iuca@usa.neI1 

Avete mai prova¬ 
to a lanciare un *CHKDSK IF dalla par- 


utilità a tutti coloro che pro¬ 
grammano collegamenti 
TCP/IP batch eseguiti in 
automatico, magari quando 
le linee sono meno sovrac¬ 
cariche o le tariffe più legge¬ 
re: è infatti possibile passare 
tutte le opzioni di configura¬ 
zione a Sslurp anche sotto 
forma di switch, ed è possi¬ 
bile indicare al programma 
una lista di siti web da copia¬ 
re in successione. 

Poiché un parametro da 
linea di comando ha la pre¬ 
cedenza su quanto imposta¬ 
to dal notebook di configura¬ 
zione, è possibile mantene¬ 
re "più" versioni di Sslurp 
con un'unica installazione, creando 
oggetti batch modificati da switch per 
usi specifici che non interferiscono 
minimamente con l'utilizzo vìa WPS. 

In uscita Sslurp restituisce un codice 
di errorlevel relativo alle operazioni 
effettuate utilizzabile da procedure 
Rexx per compiere eventuali operazio¬ 
ni di manutenzione o notifica ad un 
operatore. 

Sslurp è stato testato per tutte le 
versioni di Warp dalla 3.0 in poi, ed 
ottimizzato per Warp 4: necessita di un 
disco fisso locale formattato in HPFS, 
poiché i siti web prelevati vengono 
scritti sul disco fisso in directory (figlie 
di quella indicata nelle impostazioni) 
aventi come nome l'indirizzo web del 
sito stesso (ad es iwww.oszss.conni 
mantenendo nomi e struttura ad albe¬ 
ro originari. 

Una volta effettuata la copia e chiusa 
la connessione con Internet, è suffi¬ 
ciente puntare il proprio browser al file 
html che svolge funzioni di indice per 
navigare. 

Sslurp è un pr ogramma free ware di 
Michael Hohner. tiiihtiWn.sn.5El 


tizione dove risiede il sistema operati¬ 
vo? No? Allora vi dico subito che rice¬ 
veremo un messaggio di errore il quale 
ci avvisa che l'unità che vogliamo ana¬ 
lizzare e correggere gli errori (/F serve 
a questo) è attualmente in uso da 
parte di qualche processo (il kernel e le 
DLL che il sistema carica). 

Allora come fare? Esistono vari 
modi: il primo è quello di aggiungere 


MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997 


367 





































■ PD-SOFTWARE 



nel config.sys un comando per esegui¬ 
re, al momento del boot, il chkdsk sul¬ 
l'unità scelta (leggete a tal proposito 
l'help dei comandi IFS, DISKCACHE e 
HPFS; con opportuni comandi il chkdsk 
viene eseguito quando necessario 
oppure ad ogni boot, cosa che vi scon¬ 
siglio); oppure possiamo fare il boot dai 
dischetti di installazione del sistema 
che, nel caso di WARP 4, sono tre. 
Infine possiamo utilizzare i dischetti di 
utilità creati con l’apposita icona conte¬ 
nuta nella cartella delle impostazioni di 
sistema. 

Il modo più efficiente e veloce è però 
quello di utilizzare BOOTOS2, una di 
quelle utility che dovrebbero essere 
installate su ogni computer 

BOOTOS2, come è possibile intuire 
dal titolo, è un programma che permet¬ 
te di effettuare installazioni supplemen¬ 
tari di OS/2 su floppy e su hard disk. 
Questa utility supporta OS/2 dalla ver¬ 
sione 2 alla 4 

Le partizioni od i dischetti ottenuti 
non serviranno solo alla manutenzione 
del nostro sistema operativo, ma anche 
come valido appoggio per qualsiasi 
operazione veloce che vorremmo effet¬ 
tuare sul nostro sistema Potremo, 
infatti, lanciare il sistema operativo cari¬ 
cando solo la parte che ci interessa e 
lanciare qualche programma In questo 
modo minimizzeremo al massimo il 
tempo di caricamento. 

I tipi installazione possibili sono tre e 
cercherò di descriverli brevemente. 

INSTALLAZIONE MINIMA: sarà 
necessario un dischetto da 1.4MB 
(anche se, nella documentazione, è 


consigliato l'utilizzo di almeno due 
floppy disk per riuscire per avere spa¬ 
zio sufficiente per contenere anche 
qualche utility), oppure una partizione 
con almeno 2-3 MB di spazio libero. 

Anche i poco diffusi floppy da 2.88 
MB sono previsti dal programma. 

A differenza di quando lanciamo OS/2 
in modo testo dal menu che attiviamo 
all'inizio del caricamento del nostro 
sistema operativo, questa installazione 
supporterà anche più sessioni OS/2 atti¬ 
ve (a schermo intero). Pertanto si è in 
grado di lanciare più programmi (a 16 e 
32 bit) purché essi non utilizzino l'inter¬ 
faccia grafica di OS/2. Saremo, inoltre, 
in grado di passare da una sessione ad 
un'altra usando l'ormai famosa sequen¬ 
za ALT-ESC (gestita, in questo caso, da 
BOS2SHL.EXE). Aggiungendo alla linea 
di comando di BOOTOS2 l'opzione 
VDM saremo in grado, premendo 
CTRL-D, di lanciare anche sessioni 
DOS. 

INSTALLAZIONE PM. tutti coloro 
che. invece, prevedono la necessità di 
utilizzare programmi grafici PM, 
dovranno avere a disposizione almeno 
una partizione di 9 MB (sarà però 
necessario prevedere anche dello spa¬ 
zio supplementare che verrà utilizzato 
per la memoria virtuale). Anche qui è 
possibile aggiungere il supporto per le 
VDM (Virtual Dos Machine), potrem¬ 
mo, cosi, essere in grado di lanciare 
programmi DOS e Windows 

Per lanciare i programmi, non aven¬ 
do a disposizione la WPS, dobbiamo 
servirci di una finestra comandi OS/2 
che viene, automaticamente, aperta ad 


ogni avvio del sistema. 

INSTALLAZIONE WPS: a differenza 
del caso precedente verrà installata 
anche l'utilissima interfaccia ad oggetti 
(WPS) con alcune icone e cartelle 
Anche in questo caso avrò bisogno di 
circa 9 MB più lo spazio per lo swap. 

Per utilizzare BOOTOS2 si deve lan¬ 
ciare il programma da una finestra 
OS/2 o da una a schermo intero (sem¬ 
pre. però, caricando la WPS). Il pro¬ 
gramma controlla quali driver sono 
necessari per configurare il sistema 
operativo in modo da predisporre, in 
maniera ottimale, la nuova installazio¬ 
ne. Pertanto, in genere, se si creeran¬ 
no dischetti di boot con questa utility 
non sarò possibile utilizzarli su un com¬ 
puter diverso da quello con cui sono 
stati creati. 

La versione attuale di BOOTOS2 non 
si occupa deH'aggiornamento del Boot 
Manager, per cui dovremo occuparce¬ 
ne noi utilizzando l'FDISK oppure il 
PMFDISK. Future versioni dovrebbero 
automatizzare anche l'aggiornamento 
le voci presenti in questo menu. 

Il programma può essere lanciato 
con un ricco set di parametri; ne ripor¬ 
to solo alcuni, è possibile indicare un 
drive sorgente diverso da A: (SOUR- 
CE), specificare dove installare il siste¬ 
ma (TARGET), specificare di installare 
anche l'interfaccia PM o WPS, installa¬ 
re il supporto REXX. installare i manuali 
di base del sistema operativo (HELP), il 
supporto DOS (VDM), forzare l'installa¬ 
zione minima su due dischi (2DISK), 
installare solo i driver per la VGA 
(VGA), installare il supporto per l'editor 
di sistema (SYSED), specificare il per¬ 
corso ove salvare il file di swap 
(SWAP), impostare il salvataggio dei 
risultati della procedura di installazione 
in "BOOTOS2 log" (TRACE) e scegliere 
il tipo di formattazione (FORMAT). 

Attenzione: alcuni driver di schede 
grafiche possono dare un TRAP all'av¬ 
vio della nuova installazione fatta con 
BOOTOS2, in tal caso sarà necessario 
aggiungere il parametro VGA per utiliz¬ 
zare la modalità standard VGA a 16 
colori. 

Nel file zip che scarichiamo troviamo 
anche I'"OS/2 Entry Level 3270 
Emulation Program" (ELEP2). Questo 
può essere messo nel dischetto di 
boot e permette l'accesso remoto a 
sistemi 3174 e 3274 (od equivalenti). 
Permette, dunque, agli utenti di acce¬ 
dere a sistemi MVS e VM 

Una nota di colore: è possibile anche 
utilizzare i vecchi dischi da 5"1/4 HD, in 
questo caso ne saranno necessari 
almeno due. 


368 


MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997 








PD-SOFTWARE ■ 


Embellish 2.01 

• Genere: Grafica 

• File:embo201 zip 1949 Kb 

• Autore: DADAWARE 
(support@dadaware.com) 

• Reperibilità Internet: 
iwww.dadaware.CQm o hobbes 

• Autore recensione: Flaviano 
Prosperini |(tiaviano(n>usa.net| 

A chi non piace 
modificare, creare ma soprattutto per¬ 
sonalizzare un'immagine da utilizzare 
per esempio come sfondo per la pro¬ 
pria scrivania? Questo è solo un 
esempio di quello che Embellish per¬ 
mette di fare La workspace su cui si 
lavora consente di aprire più immagini 
contemporaneamente, e di metterle 
una di fianco all'altra in modo da poter 
lavorare su entrambe. La button bar 
contiene alcuni dei comandi maggior¬ 
mente usati, come l'apertura ed il sal¬ 
vataggio dei file Altri pulsanti sono 
utilizzati per funzioni particolari del 
programma come l'ingrandimento, gli 
effetti speciali, la palette dei colori ed 
altro ancora. 

Quando deve essere eseguita un'o¬ 
perazione piuttosto lunga viene creato 
un thread, che viene eseguito indipen¬ 
dentemente dal processo principale e, 
come nella maggior parte dei pro¬ 
grammi per OS/2, permette di conti¬ 
nuare il lavoro su altre immagini. 
Mentre un processo è in esecuzione, 
sulla barra dei menu compare un 
nuovo comando "Running Process", il 
quale permette di eseguire altri 
comandi tra cui : ’Abort Current 
Process" che terminerà il processo e 
tutti i cambiamenti saranno annullati, 
gli altri due comandi permettono di 
aumentare oppure diminuire la priorità 
dei vari thread in esecuzione concor¬ 
rente. In questo modo l'utente è in 
grado di dire ad Embellish di "dedicare 
una particolare attenzione" ad un lavo¬ 
ro rispetto, ad altri. Durante l'applica¬ 
zione di un effetto speciale, si aprirà 
una finestra nella quale sarà possibile 
definire la priorità del thread ed avere 
un’anteprima, anche se di piccole 
dimensioni, rappresentante i cambia¬ 
menti che stiamo effettuando. Ad 
esempio, l'applicazione dell'effetto ad 
"occhio di pesce", può impiegare qual¬ 
che minuto per un'immagine grande, 


perciò incrementando la priorità si 
possono diminuire sensibilmente i 
tempi. 

Anche chi gestisce pagine Web, 
trova alcune funzioni utili per la crea¬ 
zione di immagini per documenti in 
formato html. 

Il programma mette a disposizione 
un'ampia gamma di filtri per l'importa¬ 
zione e l'esportazione di immagini: 
JPG, GIF, BMP, TGA. TIF, XII, PCX, 
PNG, RAS, EFF, EMM, PBM, MET. 
PCD. 

La funzione Gamma, è intesa per 
definire la luminosità mostrata sul 


proprio PC rispetto ad altri sistemi. Ad 
esempio, molti PC hanno come valore 
2.2, mentre molti sistemi Apple 
hanno 1.0, ciò comporta nel caso di 
utilizzo di immagini di altri sistemi, 
una visualizzazione non eccellente 
Per ovviare a questo problema, molti 
formati consentono di specificare la 
quantità Gamma, la quale sarà utilizza¬ 
ta per visualizzare l'immagine selezio¬ 
nata nel migliore dei modi 
Visto l'aumento della diffusione di 
scanner a cui abbiamo assistito negli 
ultimi anni, anche tra utenti alle 
"prime armi", grazie all'abbassamento 
dei prezzi, ho sentito la mancanza dei 
driver TWAIN (TWAIN_32.DLL per 
l'acquisizione delle immagini da scan¬ 
ner ed altre periferiche), che in un 
prodotto così elaborato dovrebbero 
essere presenti Ad ogni modo si pos¬ 
sono utilizzare i driver della STI 


(Solution Technology Ine.) dalla versio¬ 
ne 1.6 e successiva. Lo spazio neces¬ 
sario su HD per l'installazione della 
demo è di circa 5 Megabyte, la confi¬ 
gurazione minima richiesta è un 486 a 
33 MHz con 8 MB di RAM, mentre e 
raccomandato almeno un utilizzo di 
un 486 a 100 MHz con 16 MB, la 
scheda grafica almeno a 16 o 24 bit. 
Nel caso in cui ci sia stato un utilizzo 
della versione Beta di Embellish sarà 
necessario rimuovere tutti i file resi¬ 
denti (emb*.*) prima dell'installazio¬ 
ne Il programma è stato progettato 
per lavorare normalmente con imma¬ 


gini a 24-bit. le quali possono essere 
convertite ad 8-bit per configurazioni 
hardware particolari, causando cosi 
una minore qualità dell'immagine. Nel 
programma è compreso un help chia¬ 
ro ed esauriente, rendendo Embellish 
un programma versatile, efficace e 
facile da usare anche per chi non ha 
molta pratica con la manipolazione 
delle immagini La demo liberamente 
scaricarle dal sito Internet della 
Dadaware o su hobbes e i suoi mirror 
è limitata nel numero di utilizzi. Vi 
consiglio comunque di controllare la 
versione dell'ultima release, dato che 
al momento in cui vi scrivo è già in 
beta testing la versione 2.02 e quan¬ 
do leggerete l'articolo ne sarà proba¬ 
bilmente uscita una successiva. 


MS 



MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997 


369 


































coordinamento di Andrea de Prisco 


Specular Infini-D 4.0 

di Raffaello De Masi 



Non sono mai stato un mostro net di¬ 
segno; alle scuole medie, scusatemi 
se ve lo racconto ma la mia modestia 
è proverbiale nell'Italia meridionale, 
correva l'anno 1958, ricevetti, nel cine¬ 
ma Umberto di Avellino la medaglia 
d'oro tera proprio fatta tutta di metallo 
nobile, mica uno scherzo!) quale mi¬ 
gliore alunno della scuola media "Coc¬ 
chia ", la famigerata numero 2, germa¬ 
nicamente retta dall'acciaioso preside 
Mano Cillo Fatto sta che l'anno prece¬ 
dente la pagella del primo trimestre, 
farcita di otto e addirittura di un nove 
in francese, presentava un lato molto 
ombroso, in cui brillava di luce propria 
un bel "quattro" in disegno Fu merito 
di mia madre, pace all'anima sua, tra¬ 
sformare miracolosamente questa 
macchia indelebile in un alone degno 


della candeggina della nonnina senza 
"strapp come abbia fatto non lo so, 
ma immagino abbia messo talmente in 
croce il professore da farlo capitolare 
ignomimosamente pur di togliersela 
dai piedi. 

Il tempo è poi passato, accidenti sono 
più di quarant'anni, ed ho potuto impa¬ 
rare tante cose, ma disegnare proprio 
no Ma siamo in estate, sono in com¬ 
pagnia di Anja, la mia bambina russa, 
che a undici anni usa FreeHand e Mmi- 
Cad "in una fumata di sigaretta". Ho 
tempo a disposizione, visto che a fine 
luglio non ci sono scadenze da rispet¬ 
tare e cosi, a quattro mani Ile mie, ve¬ 
ramente, poco valide, quelle di Anja 
molto di più) eccoci a provare questo 
bel pacchetto, giunto dopo cinque an¬ 
ni. alla versione 4. 


Specular Infini-D 4.0 


Produttore: 

MetaTooIs Ine 

6303, Carpimene Avenue 

Carpintena, CA93013 

CA 93013 

lei (8051 506-6200 

e-maii hji^wm«metdtooisu)rii 

www Vmp.//www meiaiools coni 

Distribuito in Italia da: 

Aclive Software - Elcom 
Corso Italia. 149 
34170 Gorizia 

o rna 1-irliW-M^ > Q"l 

http lvww,flr.iiYe-si)liwaie,caHl 

Prezzo (IVA esclusa) Ut 1800.000 


Infini-D, il package. 

La confezione è rappresentata da una 
bella scatola in policromia, illustrante 
una serie di figure esemplificative di 
quello die si può ottenere dal pacchet¬ 
to stesso. Manco a dirlo, il software è 
raggruppato su un CD, purtroppo solo 
custodito in una bustina di cartoncino, 
quindi esposto pericolosamente a danni 
se trasportato insieme ai manuali maga¬ 
ri sotto braccio. I manuali sono due; uno 
che riassume un non proprio rapido tu- 
torial, l'altro (circa quattrocento pagine) 
un vero manuale d'uso e di riferimento. 
In base al principio "grosso è bello", ti¬ 
picamente americano, la scatola è piena 
a metà, con il solito rialzo ortopedico 
che serve a far sembrare la confezione 
piu voluminosa di quello che effettiva¬ 
mente è. 

Una volta installato, il pacchetto occupa 
sull'HD circa 30 Mb Occorre ricordare 
che esso gira solo su PowerMac, con 
almeno 16 Mb di memoria liberi (meglio 
se sono 24), e che ne esiste una versio¬ 
ne anche per macchine sotto Windows. 
Come d'uso nel caso di programmi cosi 
ingombranti, le librerie e gli esempi re¬ 
stano sul CD, per potervi accedere solo 
alla bisogna. 

Occorre precisare che Infini-D è uno dei 
pochi programmi in cui la visita guidata, 
il cosiddetto "guided tour", è fatto in 
modo da insegnare davvero a usare 


370 


MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997 

























immediatamente il pacchetto; seguendo 
con un minimo di attenzione le istruzioni 
ci si trova ad aver imparato senza sforzo 
almeno la metà delle funzioni fonda- 
mentali del programma. Il tour consiste 
nella realizzazione e nella renderizzazio- 
ne di una bottiglia d'olio, con tanto di 
tappo, etichetta e contenuto pellucido. 
Per la verità, all'apertura, la molteplicità 
delle finestre che si spalancano contem¬ 
poraneamente fa spaventare, ma l'im¬ 
pressione dura poco, nell'ottica principe 
che guida la filosofia del package: esse¬ 
re facile e immediato da usare. Ma ve¬ 
diamo effettivamente come funziona 
Al momento deH'installazione. dopo il 
primo lancio, viene chiesto di inviare im¬ 
mediatamente la registrazione. Ciò può 
avvenire in modi diversi; con la solita 
cartolina, attraverso fax, o via modem; 
negli ultimi due casi l'applicazione di re¬ 
gistrazione si interfaccia direttamente 
col nostro fax-modem e provvede auto¬ 
maticamente alla bisogna. Da notare la 
ricca messe di informazioni richieste, in 
questa occasione, all'utente. Subito do¬ 
po il package, opportunamente persona- 
lizzato, parte, offrendo , in default, una 
finestra pulita e vergine 
A livello di consiglio generale, cosi co¬ 
me previsto anche dal manuale, è op¬ 
portuno accedere immediatamente al 
pannello delle preferenze E' un consi¬ 
glio che ci sentiamo di appoggiare in¬ 
condizionatamente. in quanto faciliterà 
poi la vita in maniera sensibile. Il pan¬ 
nello è molto articolato e completo, e 
permette di settare diversi parametri; 
ad esempio, possono essere gestiti i 
plug-in presenti sul nostro HD. esclu¬ 
dendo comunque quelli (molto pochi) 
incompatibili con Infini-D, e si possono 
stabilire i dettagli del patch, vale a dire 
la complessità e l'articolazione delle li¬ 
nee del disegno, che poi determineran¬ 
no le sfumature e l'ombreggiatura 
dell'oggetto che disegneremo. Molto 
ben organizzata è la scheda "Win¬ 
dows", e conviene, su di essa, sceglie¬ 
re bene le opzioni confacenti con il no¬ 
stro lavoro Ad esempio, conviene, al¬ 
meno all'inizio, tenere sempre visualiz¬ 
zati gli assi di orientamento, come pure 
la traccia di trascinamento degli oggetti, 
che gestiranno l'animazione degli stessi 
durante la realizzazione dei filmati. 

Molto interessanti (e utili in caso di ge¬ 
stione professionale del pacchetto) so¬ 
no le opzioni relative al broadcasting. I 
computer gestiscono i colori in maniera 
differente rispetto ai televisori, per cui 
occorreranno una serie di aggiustaggi 
per rendere compatibili i risultati 



La finestra di apertura 
minale con, in default, 
una sene di finestre di 
visualizzazione e ri¬ 
ghelli di utilizzo di ba¬ 
se 



dell'uno sull'altro. Inoltre, per quanto ri¬ 
guarda il broadcasting stesso, esistono 
certi valori, stabiliti dall'IRE (Institute of 
Radio Engineers) che conviene rispetta¬ 
re per rendere il nostro lavoro utilizzabi¬ 
le dovunque. 

Le opzioni disponibili, in questa area, so¬ 
no tre; la prima riguarda lo standard del 
colore (Color Space) che per gli Stati 
Uniti è l'NSTC e per l'Europa è il PAL. La 
seconda è più complessa e riguarda la 
gestione effettiva della compatibilità dei 
colori; potrebbe essere infatti necessa¬ 
rio ridurre automaticamente la brillantez¬ 
za, la saturazione e la corrispondenza 
con i valori standard stabiliti dalle norme. 
Inoltre può essere ancora scelto il valore 
massimo del segnale, che comunque 


non dovrebbe mai 
variare tra le 100 e 
le 120 unità IRE II 
valore default di 
110 è considerato 
generalmente sicu¬ 
ro; se si scende al 
di sotto dei 100 
l'immagine appare 
sbiadita (come di¬ 
cono gli addetti ai 
lavori, "lavata”), se 
si superano questi 
valori essa sarà bril¬ 
lante, ma, probabil¬ 
mente. incompati¬ 
bile con l'ambiente 
di broadcasting. 
Destinato, invece, 
a far vivere sonni 
tranquilli all’utente 
è il pannello defini¬ 
to "Mampulation Settings", In esso si 
regolano i metodi di lavoro e di manipo¬ 
lazione, appunto, degli oggetti Gli og¬ 
getti selezionati e quelli in background 
possono essere visualizzati in formato 
"fil di ferro" o inclusi in un box tridimen¬ 
sionale che li contiene; essi possono o 
no immediatamente trascinarsi appres¬ 
so gli oggetti "figlio" (pensate a una taz¬ 
zina e alla sua manica), ed è possibile 
scegliere il colore degli oggetti in quel 
momento oggetto di manipolazione (in 
questa ottica Infini-D supporta in manie¬ 
ra egregia il Drag&Drop di Mac), gli og¬ 
getti importati possono essere sistemati 
in background o "incollati" sull'oggetto 
che in quel momento si sta realizzando 
(ancora a titolo d'esempio, immaginate 


MCmicrocomputer n, 177 - ottobre 1997 


371 




































































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La finestra delle preferenze e degli 
ambienti di base, molto articolati e in¬ 
dispensabili per raggiungere rapida¬ 
mente i migliori risultati. 


L 'editor di superficie, 
corredato di numerose 
librerie complete di tin¬ 
te e tessiture particolar¬ 
mente elaborate. 


r - . fu* (dii Model immollo» Ullndoiiit 


<H M • IP ri 


R) W ® ?! 




una figura da incol¬ 
lare su una eti¬ 
chetta della solita 
bottiglia). E infine, 
stavolta in rapida 
carrellata senza di¬ 
lungarci troppo, 
settaggi per il colo¬ 
re e l'intensità del¬ 
le luci, per i filtri 
delle camere, e 
così via. 


Come si usa Infini-D. 

Poiché l'oggetto su cui lavoreremo è tri¬ 
dimensionale, la scena verrà visualizza¬ 
ta sullo schermo in un numero di angoli 
differenti, per permettere di vedere 
l'oggetto da diversi punti di vista. Infim- 
D ha sei differenti finestre di visualizza¬ 
zione standard; Top, Bottom, Front, 
Back, Left e Right. Ognuna offre una 
differente vista dell'oggetto; ad esem¬ 
pio la visuale Top mostra una vista della 
scena tridimensionale come se fosse 
guardata da sopra, la vista Back, come 
se la si vedesse di sotto e così via. Le 
sei viste sono inalterabili, vale a dire 
che nessuna di esse può essere esclu¬ 
sa, e nessuna di esse è modificabile, 
basata com'è su un punto di vista fisso 



punto di manipolazione della 
scena indipendente da ogni 
altro o da punti prestabiliti in 
base alle visuali. Al contrario 
delle precedenti, le viste di 
questa categoria usano una visione pro¬ 
spettica, con relativo punto di fuga de¬ 
stinato a dare alla scena un senso di 
profondità. Il numero di camere (e i re¬ 
lativi punti di visualizzazione) di questa 
categoria può raggiungere il valore di 
venti (anche se è poco probabile l'utiliz¬ 
zo di tante camere) e il fatto di aggiun¬ 
gere alla scena un oggetto del tipo ca¬ 
mera non porterà automaticamente alla 
visualizzazione della relativa finestra 
Essa sarà invece aggiunta a un subme¬ 
nu, per essere eventualmente raggiun¬ 
ta alla bisogna. 

Chiariti questi principi, è giunto il mo¬ 
mento di illustrare la tecnica di realizza¬ 
zione di un ambiente in un progetto Infi- 


Ancora, Infini-D mostra le finestre di vi¬ 
suale usando una proiezione ortografi¬ 
ca, vale a dire che non esistono, sulla 
scena, effetti di prospettiva o, in altre 
parole, punti di fuga della scena. Anco¬ 
ra, gli oggetti appariranno tutti nella me¬ 
desima scala, senza riguardo alla loro di¬ 
stanza relativa Questa caratteristica 
permetterà di allineare in maniera preci¬ 
sa gli oggetti tra di loro. 

Parallelamente alle finestre di visuale 
appaiono le finestre di camera, vale a 
dire le finestre di visualizzazione relative 
alla macchina fotografica o alla teleca¬ 
mera che riprenderà la scena. Attraver¬ 
so queste finestre si potrà guardare la 
scena in base ad ogni possibile posizio¬ 
ne o orientazione (ovviamente incluse 
quelle relative alle finestre di visualizza¬ 
zione). In aggiunta, ogni vista di camera 
è associata con un oggetto (camera 
object), che può essere inteso come un 


§ 


, - pacchetto dotato di un 
\ manuale esauriente, pratico, 
GC ; organizzato in maniera chiara 
Q. j e con informazioni facilmente 
raggiungibili; 

- ambiente di gestione 
amichevole, con tool ben 
integrati e utilizzabili rapidamente senza 
lunghi periodi di training; 

- sofisticate opzioni riguardo alle luci, alle 
tessiture e alla modifica degli oggetti. 


- necessaria una buona 
quantità di memoria RAM; 

- rendering non molto veloce, 
specie se vengono richiesti 
livelli raffinati; quasi 
obbligatoria la disponibilità di 
PPC di una certa classe e 

potenza per giungere a utilizzazioni 
professionali. 



372 


MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997 








































































































L editor di oggetti, rea¬ 
lizzato in un ambiente 
del tutto separato, il 
cosiddetto WorkShop 


L editor di velocità del¬ 
l'animazione. che per¬ 
mette settaggi diversi 
per quanto riguarda i 
movimenti longitudina¬ 
li e rotatori. 




U ( ut toni in 


— 01— f|—J 






re. 


si 



camere e degli ef¬ 
fetti speciali stessi; 
anche questa fase, 
ovviamente, può 
intervenire in ma¬ 
niera poco sensibi¬ 
le o essere del tut¬ 
to assente dal pro¬ 
getto stesso; 

- rendering e out¬ 
put: una volta 
completata la sce¬ 
na è il momento di 
renderizzarla. Ov¬ 
viamente se que¬ 
sta è molto com¬ 
plessa e su di essa 
si è pesantemente 
intervenuti con gli 
effetti speciali, 
questa fase può 
comportare tempi 


ni-D. Il pacchetto utilizza una perfetta 
metafora di creazione di una scena, sulla 
falsariga di quella che utilizzerebbe un 
fotografo professionista. Senza voler per 
questo tenere un corso di composizio¬ 
ne, ricorderemo che (per traslato le se¬ 
guenti fasi possono essere applicate e 
intese indifferentemente in un ambiente 
reale o virtuale) la realizzazione di una 
scena passa attraverso una serie di fasi 
(una vera flowchart) di tipo dinamico (va¬ 
le a dire che il flusso delle operazioni 
può essere percorso in ambedue i sensi 
per consentire aggiustaggi e modifiche 
della scena stessa). In questo senso il 
manuale è realizzato in una serie di capi¬ 
toli, ognuno dedicato alle fasi che stia¬ 
mo per descrivere. Che, in altri termini, 
e in maniera molto sintetica, sono: 

- creazione e aggiunta di oggetti: questa 
fase aggiunge oggetti alla scena, ese¬ 
guendo una selezione dalla barra stru¬ 
menti. Gli oggetti vanno intesi non solo 
come oggetti fisici geometrici, ma an¬ 
che luci, camere, oggetti compositi 
creati ex novo, o importati da altri pro¬ 
grammi; 

- editing: in questa fase gli oggetti subi¬ 
scono modifiche nella loro posizione re¬ 
lativa. nelle eventuali intersezioni, 
neH'orientamento. E' anche in questa fa¬ 
se che oggetti separati vengono fusi in¬ 
sieme per formarne uno più complesso; 

- aggiunta di superfici e tessiture: fase 
di grande importanza, essa permette di 
generare colori, materiali, riflessi, in ba¬ 
se a tavolozze predefimte o creando so¬ 
fisticati effetti personali in base alla me¬ 
scolanza di parti, tinte, colori prelevati 
dalle rispettive tavolozze E ancora si 
possono importare immagini e video da 
ambienti esterni, e utilizzarli tal quali o 
applicarli a un oggetto; 

- aggiunta di luci: questa fase è forte¬ 
mente legata alla precedente, visto che 
l'effetto finale è strettamente legato al¬ 
la diretta interferenza e correlazione di 
questo ambiente con quello appena de¬ 
scritto. Esso coinvolge non solo la posi¬ 
zione fisica delle luci, ma anche l'inten¬ 
sità, l'interferenza tra fonti convergenti, 
l'uso di filtri e di effetti speciali, l’uso di 
atmosfere particolari o di maschera¬ 
menti parziali di luci di scena e cosi via 
Questa fase è probabilmente quella che 
sarà, nel corso del lavoro, più rivisitata, 
per permettere sempre più fini aggiu¬ 
staggi dei risultati; 

- posizionamento delle camere: è, per 
cosi dire, il redde rationem del prodotto 
semifinito. Le camere saranno utilizza¬ 
te. muovendole, per spostarsi sulla sce¬ 
na e sugli oggetti e avere un momento 
di verifica del prodotto, momento im¬ 
portante per poi ritornare alle fasi prece¬ 
denti ed eseguire i necessari aggiustag¬ 
gi dei particolari e poi riverificare il tutto 


nella stessa fase; 

- aggiunta degli effetti speciali: siamo al¬ 
le fasi finali della produzione. Si posso¬ 
no applicare più sofisticati filtri generali 
(vale a dire applicati a tutta la scena e 
non al singolo oggetto), aggiungere dis¬ 
solvenze o messe a o fuori fuoco, gene¬ 
rare interferenze. Talvolta, in base a 
quanto richiesto dal progetto, questa fa¬ 
se può essere omessa o, magari, utiliz¬ 
zata in maniera molto leggera, anche 
perché la creazione di questi particolari 
effetti (specie quando essi non sono 
"pesanti'' o avanzati) è spesso realizza¬ 
ta nella fase dell’aggiunta delle tessitu¬ 
re e delle superfici; 

- animazione: siamo alla fase finale del 
nostro lavoro Siamo pronti per animare 
la scena, intendendo con questo termi¬ 
ne non solo il movimento fisico degli 
oggetti, ma anche quello delle luci, delle 


lunghi di realizza¬ 
zione (manco a dirlo, anche in funzione 
della potenza dell'hardware a disposi¬ 
zione). Questa fase è generalmente 
eseguita per step successivi, vale a di¬ 
re che. quasi sempre, si passa per fasi 
di rendering di qualità sempre più sofi¬ 
sticata; altre volte può essere necessa¬ 
rio o interessante renderizzare un sin¬ 
golo oggetto; ancora si può decidere di 
eseguire il rendering a bassa qualità 
sugli oggetti in ''wireframe", per testa¬ 
re rapidamente tessiture, illuminazioni, 
posizione delle camere, e poi passare 
a qualità decisamente più elevate Ci si 
rende conto, a questo punto, di non 
essere più i veri registi della scena, ma 
che questa comincia, per cosi dire, a 
vivere di vita propria e a prenderci la 
mano. Lasciamo che succeda; gli effet¬ 
ti potranno essere gradevoli anche se 
imprevisti. 


MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997 


373 















































gjgi gingia aa sa alaggi a 


ara noiosi 


■sa a*iflisigj m* 


ai-amioi^i 


a^aàsi^jagi^aagia ga ani sjaagra 


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lnfini-D al lavoro 

Descrivere il funzionamento di un packa¬ 
ge 3D, e in particolare di uno sofisticato 
come lnfini-D non è certo facile. La diffi¬ 
coltà sta nel fatto che le tecniche di ac¬ 
cesso o, per cosi dire, di "attacco" pos¬ 
sono essere del tutto differenti da uten¬ 
te a utente Proprio per tale motivo pro¬ 
cederemo a braccio, illustrando alcune 
delle tecniche e delle caratteristiche più 
importanti, personali o originali dell'am¬ 
biente stesso. Vediamo cosi la presenza, 
negli oggetti primitivi, dei soliti cubi, sfe¬ 
re, cilindri e coni, ma anche forme più 
sofisticate, come prismi triangolari, cilin¬ 
dri con un foro coassiale poligonale, o 
"vermi", linee a forma di esse estrusa 
(in altri termini immaginate il prodotto di 
un tubetto di dentifricio). Una classe ca¬ 
ratteristica anche se non proprio origina¬ 
le è quella dei "’lathe ob|ects”. gli oggetti 
al tornio, che comprendono la classica 
coppa, il bicchiere, il cilindro tagliato obli¬ 
quamente e il cilindro con una delle basi 
aperte. Ovviamente non mancano gli og¬ 
getti "splmeform", ben noti e indispen¬ 
sabili agli addetti ai lavori; notevoli la for¬ 
ma di banana, la molla, ma anche il pri¬ 
sma ritorto e le più comuni forme già no¬ 
te 

Molto semplice, in lnfini-D, la gestione 
del testo, che, senza eccessive compli¬ 
cazioni, si può frantumare nei singoli ca¬ 
ratteri, trasformare in scritta tridimensio¬ 
nale (di cui si può gestire rapidamente la 
forma e l'arrotondamento dei bordi), "di¬ 
pingere” con superfici e tessiture perso¬ 
nalizzate, applicare "terreni" (con que¬ 
sta opzione i punti che formano la super¬ 
ficie di un elemento possono essere sol¬ 
levati o depressi dal piano principale, 
quello di creazione, per creare una va¬ 
rietà ancora più grande di forme e profili). 


nhm 

»in»r, -1 

jxnaCNim 




alcuni esempi eh grafi¬ 
ca e filmali, tratti dalle 
lihrene tornite con il 
pacchetto, 


Le superfici possono essere, ancora, 
"particellate", parola che rappresenta 
speciali effetti, come quelli di un riflesso 
sull'acqua o di scintille generate dallo 
sfregamento di oggetti. Il pacchetto, a tal 
proposito, ne possiede già undici preco- 
stituiti, ma ognuno può costruirsene di 
propri mescolando a profusione le opzio¬ 
ni presenti in questa sezione. 

Uria delle più potenti caratteristiche di I- 
3D è quella di creare oggetti compositi 
("linked obiects") in maniera del tutto in¬ 
tuitiva e estremamente rapida Esempio 
classico di questa opzione è la creazione 
di una tazzina con relativo manico, il pac¬ 
chetto risolve "al volo" per l'utente tutti i 
problemi più fastidiosi di incollaggio e re¬ 
sa prospettica dei pezzi. Gli oggetti, nella 
loro componentistica, possono essere 
anche creati "in gerarchia", vale a dire in 
gruppi, famiglie logiche, che poi sono le¬ 
gati e gerarchìzzati "in alto", esempio ti¬ 
pico è la realizzazione di una bottiglia, 
con relativa etichetta che, da sola, è già 
formata di una serie di oggetti legati in¬ 
sieme Ancora, il programma è abbastan¬ 
za intelligente da gestire gli effetti anche 
su gruppi gerarchizzati; in altre parole si 
potrà ombreggiare, sulla solita etichetta, 
tutto l'insieme o solo la scritta, per dare, 
immaginiamo, un effetto in rilievo. Gli 
oggetti, ovviamente quelli assoggettabili 
a tale tecnica, possono essere "raytra- 
ced" e "path-modeled"; in quest'ultimo 


caso la sua forma 
è gestita da profili 
personalizzati ot¬ 
tenuti deforman¬ 
do il profilo "a fil 
di ferro" con la 
solita tecnica delle 
maniglie. Gli og¬ 
getti possono es¬ 
sere editati lungo 
sezioni assiali od 
oblique, e siste¬ 
mati su layer di¬ 
versi, complanari o non, per effetti sem¬ 
pre più sofisticati. 

Accanto agli oggetti di base l-D offre 
una libreria di forme già pronte, cui pos¬ 
sono essere aggiunti oggetti in formato 
EPS, che subiscono poi tutte le tecniche 
di meshing (manipolazione delle supera¬ 
ci m qualunque direzione nelle tre di¬ 
mensioni). L'interfaccia di meshing e 
una delle più sofisticate ed entusia¬ 
smanti (il tutorial mostra come creare 
oggetti "morbidi" che si adattano alle 
superfici che li accolgono), e si appoggia 
a un altro ambiente ("obiect deforma- 
tion") che, se richiede da una parte una 
certa familiarizzazione nell’uso, permet¬ 
te di raggiungere punte di eleganza e 
raffinatezza di altissimo livello. A ciò si 
aggiunge la gestione degli oggetti booe- 
liani, complesse forme create dall'intera¬ 
zione di piu forme semplici (una boccia 
da bowling con i fori per la presa) , e la 
non sempre semplice gestione delle 
mappe di colorazione e delle tessiture (il 
pacchetto permette di editare automati¬ 
camente anche mappe di Mandlebrot e 
mappe Julia - una particolare figura di 
Mandlebrot con punto iniziale di calcolo 
prefissato) In questo campo abbiamo 
trovato molto divertente e interessante 
la generazione di una mazza da golf, di 
un fulmine, di una lattina di birra con 
contenuto che fuoriesce da un foro late¬ 
rale, di una coda di un danese (in omag- 


374 


MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997 





















































permettono di rag¬ 
giungere livelli di la¬ 
voro professionali 
che sfociano in 
scene di grande ef¬ 
fetto e in filmati QT 
di valore, anche at¬ 
traverso l'uso di un 
Sequencer molto 
efficace A tal pro¬ 
posito il manuale è 
molto ben organiz¬ 
zato e chiaramente 
redatto, tanto da ri¬ 
chiedere poco impegno soprattutto du¬ 
rante la fase finale; cosa questa che gra¬ 
tifica l'autore, che desidera, a questo 
punto, avere immediatamente idea del 
prodono finito che ha appena realizzato 
(tanto per aggiungere qualcosa a quanto 
detto, l-D mette a disposizione anche un 
pregevole ambiente di morphing, suffi¬ 
cientemente automatizzato). C'è in fine 
da notare che, in questa fase, si può far 
affidamento su una serie di Animation 
Assistants, speciali plug-in che creano 
ulteriori più sofisticati effetti all'animazio¬ 
ne già realizzata. 


gio alla Carica dei 101), 

La fase più interessante è, comunque, la 
composizione di una scena; qui occorre 
essere dei veri professionisti e conosce¬ 
re il mestiere, altrimenti gli effetti, ancor¬ 
ché scenografici, rischiano di trasforma¬ 
re il nostro capolavoro in un guazzabu¬ 
glio incomprensibile In questo ambiente 
la composizione delle posizioni delle ca¬ 
mere e dei punti di luce può creare vi¬ 
sualizzazioni molto sofisticate ed elegan¬ 
ti; ulteriore aggiunta di filtri, che, intelli¬ 
gentemente, sono affidati al caricamen¬ 
to di plug-in. e tecniche di animazione 


E arriviamo al Ren¬ 
dering, come al 
solito tallone 
d’Achille di questi 
pacchetti. Anche 
qui non sfuggiamo 
alla regola genera¬ 
le. che soggiace 
alla inflessibile ca¬ 
ratteristica rende¬ 
ring sofisticato- 
tempi lunghi. Seb¬ 
bene il motore di 
l-D non sia certo 
uno dei più lenti, 
la norma, anzi l’ob¬ 
bligatorietà di 
disporre di 
una macchina 
veloce è, an¬ 
che stavolta, 
quanto mai 
vera II pro¬ 
gramma, per 
rendere, scu¬ 
sate il gioco di 
parole, al me¬ 
glio, abbiso¬ 
gna di Power¬ 
Mac di una 
certa classe, a 
meno di non 
sopportare 
lunghe sedute 
d'attesa che, 
per scene par¬ 
ticolarmente 
complesse, 
possono es¬ 
sere esasperanti. Ma si presume che chi 
utilizza un tal ambiente disponga di una 
macchina muscolosa, che non arrivi al 
fiatone se spinta in salita. 


Conclusioni. 

Infini-D è un pacchetto di gran pregio, 
dotato di un manuale redatto in maniera 
esemplare per quanto attiene alla chia¬ 
rezza, facile e sufficientemente intuitivo 
da usare, capace di produrre sofisticati 
effetti anche dopo periodi d’uso e trai¬ 
ning non lunghissimi. Sebbene possa es¬ 
sere utilizzato anche da neofiti, offre pre¬ 
stazioni sofisticate soprattutto in mano a 
specialisti, che sappiano gestire senza 
problemi o panico le innumerevoli possi¬ 
bilità offerte dai numerosi tool disponibili. 
Dotato di una interfaccia intuitiva e di 
una serie di plug-in raffinati, ha il pregio, 
cosa non peregrina , di generare diretta- 
mente oggetti utilizzabili in WEB, e ci sto 
facendo un pensierino per arricchire la 
mia magistrale pagina personale su MC- 
link Tanto non la legge mai nessuno! 

MS 


MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997 


375 
















































Easy Type 



di Raffaello De Masi 


CnuidlMwmo iH imwii.i 

Litio Valduuriu 


Sono trentanni che batto (che avete ca¬ 
pito, sulla tastiera!) e continuo, con ot¬ 
tusa pervicacia, a essere una schiappa 
di quelle toste, nella dattilografia Certo, 
all'inizio ho usato una gloriosa Lettera 
22 Olivetti di mio padre, che mi servi, ri¬ 
cordo, anche per scrivere la mia tesi di 
laurea, in un'epoca lontana diversi par¬ 
sec; me la ricordo anche perché aveva 
tasti tanto tosti (caspita, che bel gioco 
di parole) che si sviluppò, sui due medi, 
un callo così spesso che lo usavo per 
rompere le nocciole. Poi passai alle ta¬ 
stiere dei computer e feci un bel balzo 
in avanti. E oggi batto, sempre sulla ta¬ 
stiera e sempre con i due medi, a una 
velocità apprezzabile, tanto che mi vie¬ 
ne da pensare che se sapessi usare tut¬ 
te e dieci le dita con la stessa velocità 
potrei gareggiare, in trasferimento dati, 
con i migliori collegamenti ISDN. 

E che invidia, sapeste, mi fa Cristina, 
una mia collaboratrice che batte (anche 
lei, certo...) con dieci dita sotto dettatu¬ 
ra, senza guardare la tastiera e magari 
rispondendo anche a domandel Tempo 
fa comprai anche un bel corso in di¬ 
spense di dattilografia facile; diceva il 
frontespizio che avrei imparato senza 
neppure accorgermene, bugiardi che 
l'inferno se li porti Adesso li ho di fron¬ 
te in uno scaffale, ben disordinati (quasi 
tutti i fascicoli sono ancora chiusi nella 
copertura di plastica), aspettando l’oc¬ 
casione di piazzarli a un "vu 1 cumprà", 
che se li porti via anche per un'offerta 
shareware E mi sono rassegnato ad 
essere una "mezza cocchiara" della ta¬ 
stiera fino a che Livio Valdemarin, gran 
patron della Active Software mi ha in¬ 
viato questo programma, sviluppato au¬ 
tonomamente nella Elcom, che ha ri¬ 
svegliato in me qualche speranza di un 
possibile miglioramento. 


Easy Type, il 
programma 

Ho ricevuto Easy Type su un anonimo 
dischetto, in forma di preview release, 
ancorché definitiva, alla fine di giugno (è 
questo il motivo per cui non vedete foto 
d'apertura del pacchetto); quando leg¬ 
gerete queste notizie sarà disponibile 
nella versione finale, completa di scato¬ 
la e manualetto. Comunque l'ho prova¬ 
to per raccontarvi delle qualità di un 


(IuOm 


[KmjìJNM 


t>«i 

Laura Onoro 


Alcune videate. illustran¬ 
ti le vane tasi di utilizzo 
del pacchetto 






Statistiche 




pacchetto forse mi¬ 
nimo minimo, ma 
che svolge la sua 
funzione in manie¬ 
ra egregia e ha bi¬ 
sogno solo di una 
grossa scorta di vo¬ 
lontà e costanza da 
parte dell'utente 
(purtroppo è que¬ 
sto che mi fregai) 
per consentire a un 
utente poco abile 
di acquisire una di¬ 
screta padronanza 
delle tecniche di 
dattilografia. 

Al lancio Easy Type offre una videata di 
presentazione, che indirizza alle varie 
aree del programma (presentazione de¬ 
gli autori, teoria, esempi, utilizzo guida¬ 
to, utilizzo su dimostrativo, ecc), con 
una serie di consigli destinati soprattut¬ 
to ai principianti e, curiosamente, anche 
a chi, della lingua italiana, conosce ben 
poco anche ortograficamente. Le lezioni 
si basano essenzialmente su tre gruppi 
di esercizi articolati sulle singole lettere, 
sulle frasi e su interi periodi L'allievo 
viene guidato, con una pazienza certosi- 


Il progroaa fomite* I doti (tornita Sta i«>ortantl 

por ogni (ottono o PO' ogru i««iion* di ■•orciiouona. 
Nono finootro dolio noumeno tono protontt 
dall’alto tn bailo o da (tmairg o doitrot II tipo di 
grafico, il putiamo di otuto, il pulw».«o di cMuouro, 
un c«po con Calanco dot grufici dtipontbtll, un doi 
comonamo la doicrlttono dot grafico o inftno II 
grafico nono. Nr vimoIiiwo un poritcotoro grafico 
a «ufftciomo (cogliono Mii’olonco. 

Dolo Cfw torcono v 1 tuoiIIMI! I grafici rotolivi 
ioIcoorte alla latiora tu cui ci ti 0 offottivaoemo 
(•oratati, olciotl dpi di grafici potrooearo non 
onoro dltoomblll ((poeto OlClftllto di <ot coreo por 
pnrcipiami) od apparir* in grigio mila lino, 
iota atamani* iptagojtan* di cori grafico apparo mi 
Dot rotativo il grafico n**M via** 

vi Mi unto. 


m 

Type 


Gonorolo 
•ooÌuIom 

PrOMOlMlOM 

Aiolo 

Vboraolo lolilolo 

Mm 

tir* Prlaciplood 
Cord AvomoIi 
iMMftOM 

Principio*!* 


Mali it| 




- 



Prodotto e distribuito da 

Active Software - Elcom 
Corso Italia, 149 

34170 Gorizia _ 

e-ma ii E5lYe'ga | ;i | Ye-5Q | iyva'e.c i” i l 
http Lvww acnve-sonwarp rnnl 

Prezzo UVA esclusa): 


Lit. 58.000 


na, lungo tutto lo sviluppo dell'esercizio, 
dal posizionamento delle dita sulla tavo¬ 
la alla migliore tecnica di movimento dei 
polpastrelli per raggiungere i risultati il 
più rapidamente possibile. 

Come ripetuto fino alla stanchezza da 
qualunque docente di dattilografia, oc¬ 
corre evitare di guardare la tastiera fin 
dal primo momento; come è noto, 
all'inizio questa tecnica risulta quasi im¬ 
possibile da usare ma il programma è 
cosi ben realizzato da portare l'utente, 
quasi senza accorgersene, a tenere gli 
occhi fissi sullo schermo. Ogni fase è 
articolata in due livelli; la prima visualiz¬ 
za le lettere sulla tastiera dello scher¬ 
mo, la seconda permette di nascondere 
anche questa, in modo da verificare 
l'automaticità della corrispondenza toc¬ 
co-carattere. La fase finale è quella del¬ 
la scrittura di interi passi, proposti dal 
pacchetto senza la benché minima vi¬ 
sualizzazione; arrivati a questo punto ri¬ 
tengo si sia raggiunto il livello massimo, 
e si può passare, per le successive 
esercitazioni, a prove sul campo, con un 
wp e una persona che detta. Alla fine di 


376 


MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997 









































ogni sessione il pac¬ 
chetto riferisce quanto 
a velocità e precisione 
tenuta, eventualmente 
consigliando di ripete¬ 
re l'esercizio. 


Conclusioni 

Easy Type è un pac¬ 
chetto eccellente per 
imparare a battere a 
macchina in modo ra¬ 
pido e corretto. Dotato di un'interfaccia 
gradevole ed efficace, avvia passo pas¬ 
so sulla strada maestra della dattilogra¬ 
fia, in modo, cosa che non guasta, gra¬ 
devole e non priva di divertimento Con¬ 
frontato con altri pacchetti presenti sul 
mercato anche su altre piattaforme, ha 
il pregio di essere molto più discreto 


A 

: - eccellente corso di 
I autoistruzione all'uso di una 
; tastiera per scopi 
I dattilografici, 
j - corso sviluppato per gradi 
! crescenti di difficoltà, in base 
a quattro grandi sezioni; il 
corso mantiene un report dei singoli utenti, 

- costo estremamente ridotto. 


dita. Il costo molto 
ridotto ne fa lo 
strumento principe 
d'utilizzo sia per 
tutorial personali, 
sia per utilizzo pro¬ 
fessionale in scuo¬ 
le di dattilografia 
Da non dimentica¬ 
re che esso è ta¬ 
gliato specificamente per le tastiere 
QZERTY italiane Macintosh, cosa che 
permette all'utente di lavorare poi su 
normali macchine da scrivere senza 
problemi, con tanto di M e N messe al 
posto giusto e numeri raggiungibili col 
maiuscolo. 

KS 


- manca un feedback sonoro 
dei tasti; è anche assente un 
riscontro sonoro degli errori 
di battuta. 


neM'utilizzo, offrendo un aiuto in linea 
efficace, risultati parziali ad ogni lezio¬ 
ne, e corsi personalizzati (ogni utente ri¬ 
parte dal punto in cui si è lasciato). Ca¬ 
ratteristica curiosa e certamente non 
priva dì significato, Easy Type fornisce 
anche una visualizzazione statistica de¬ 
gli errori, relativa ai singoli caratteri e, 
per forza di cose, all'uso di particolari 


MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997 


377 
















































































■ PD-SOFTWARE 


coordinamento di Andrea de Prisco 


Fonti, Fontane, 

Fontanelle e Fontanili 

La possibilità di cambiare il tipo di carattere nel testo che si sta scrivendo è 
stata da sempre la carta vincente dei Macintosh, quella capacità che gli ha 
permesso di dominare da sempre e senza tema di confronti l’ambiente 
deH’impaginazione grafica professionale. 

Ma con i font (per favore non chiamateli al femminile) sono anche arrivati i 
guai: documenti con font non installati, nomi duplicati, numeri di 
identificazione in conflitto, font per video senza quelli per la stampante e 
viceversa. In questa puntata ecco alcuni programmi, tra i tanti in 
circolazione, che possono aiutare a venir fuori da tutti i precedenti guai. 


di Valter Di Dio 


Fonster 1.0 

• Genere: Font utility, 

Shareware (a piacere) 

• Nome: fonster-10.hqx 

• Autore: Dayne Miller 
<dayne@u. Washington. edu> 

• Reperibilità Internet: 
http://hyperarchive.lcs.mit. 
edu/HyperArchive.html 

Fonster è una 
delle svariate applicazioni che permet¬ 
tono di visualizzare i font installati nel 
proprio Mac. All'apertura del program- 



Somplr TiNt 


Mi Som Curatemeli Bow 
-qogo«blq 
GoodOoqCool 
GoodOoqPloin 
•H Futura Heauy 
Halifax 


HWiviMr 


5Ttmw-v 


I 0 Foni number 

p. Show font nomet 
* U in their own font 

DFonfilzei 


□ Show lyitem fonti 


ty« □ Oplion K.y» 

Biliiri Kcgs 

□ Shllt Optlon Kryt 


( Don. ] 


ma viene eseguita 
una lenta, scan¬ 
sione del disco 
alla ricerca dei 
font presenti Poi 
su una finestra 
viene presentata 
la lista, mentre su 
una finestra più 
grande vengono 
date le informa¬ 
zioni sul font sele¬ 
zionato dalla lista 
e viene anche 
presentata una 
frase scritta con 
quel font 

Tutte le informa¬ 
zioni sono selezio¬ 
nabili dalle prefe¬ 
renze 


378 


MCmicrocomputer n. 177- ottobre1997 




















PD-SOFTWARE ■ 


FastFont Menu 1.1 

• Genere: Font utility. Freeware 

• Nome: fast-font-menu-ll.hqx 

• Autore: Dave Polaschek 
«javep@best.com> 

• Reperibilità Internet: 
http://hyperarchive.lcs.mit. 
edu/HyperArchive.html 

FastFontMenu è 
un'estensione di sistema che anticipa 
quello che dovrà essere la gestione del 
menu "font" nelle prossime versioni 
del MAC-OS. Quello che fa è di esegui¬ 
re il sort dei nomi dei font presenti nel 
System in un array interno invece di 
inserirli direttamente nel menu. 

Questo aumenta la velocità d'aper¬ 
tura del menu "font” di decine di volte, 
soprattutto se i font installati sono 
numerosi. 


a 

FastFontMenu 


Font Box 2.1 

• Genere: Font utility, 
Shareware (da 29$) 

• Nome: font-box-21.hqx 

• Autore: Rio Sabadicci 
<rio@thelnside.com> 

• Reperibilità Internet: 



http^/hyperarchive. Ics. mit.edu 
/HyperArchive.html 

FontBox è quel 
programma che può togliervi dai guai 
quando si verificano conflitti tra i font 
presenti nella cartella sistema. Nomi 
duplicati, presenza di TrueType e Type 
1 contemporanea, duplicazione di ID, 
font corrotti o BitMap non necessarie . 
FontBox scopre e corregge questi ed 
altri tipi di proble¬ 
mi dovuti alla 
sovrapposizione 
di font differenti 
Può anche rior¬ 
ganizzare la car¬ 
tella Font crean¬ 
do le valigette 
necessarie e 
rimuovendo i 
font indesiderati. 


• Font Clerk 6.2 

• Genere: Font utility. 
Shareware 20$ 

• Nome: font-clerk-62.hqx 

• Autore: Robert Chancellor 
<creality@hearthlink.net> 

• Reperibilità Internet: 
http://hyperarchive.lcs.mit. 
edu/HyperArchive.html 

Il numero della 
release, giunto alla sei punto due. 
dovrebbe dirla tutta sulla potenza e 
sulla qualità di questo che forse è 
stato uno dei primi prodotti per la 
manutenzione dei font che sia mai 
stato distribuito. 



Quattro le fine¬ 
stre principali: la 
prima con la lista 
dei font e la tavola 
dei caratteri del 
font selezionato, la 
seconda con lo 
stato del sistema, 
la terza con le 
informazioni tecni¬ 
che sul font sele¬ 
zionato e la quarta, 
a richiesta, con un 
breve testo, per¬ 
sonalizzabile, 
stampato con quel 
font. Tra le opzioni 
anche quella per la 
conversione dei 
TrueType da Mac a 
Windows e vice¬ 
versa 

Veloce, preciso, ben rifinito. Un classico prodotto ormai maturo. 


MCmicrocomputern. 177- ottobre 1997 


379 
















































■ PD-SOFTWARC 


Font Sneak 1.7 

• Genere: Font utility, Demo 

• Nome: fast-font-menu-11 .hqx 

• Autore: Deb Lake 
<deblake1@ix.netcom.com> 

• Reperibilità Internet: 
http://hyperarchive.lcs.mit, 
edu/HyperArchive.html 


Font Sneak è una 
utility semplicissima da usare che per¬ 
mette di guardare dentro ai file di 
QuarkXPress, lllustrator o, in generale, gli 
EPS per determinare i font utilizzati, quelli 
usati ma non presenti nel Mac e quelli 
presenti nella descrizione del documento 
ma non utilizzati. Una delle cose più 
comode è il fatto di marcare i font trovati 
grazie alle label del fmder Font Sneak è in 



grado di cercare 
tutti i font pre¬ 
senti in uno o 
più dischi e per¬ 
mette quindi di 
tenere la cartel¬ 
la Font con il 
mimmo di font 
indispensabili e 
caricare, quan¬ 
do servisse, 
quelli necessari 
direttamente 
dal disco che li 
contiene. 


• Font Master 2.0 

• Genere: Font utility, 
Shareware 5$ 

• Nome: font-master-20.hqx 

• Autore: Robert Chancellor 
<creality@hearthlink.net> 

• Reperibilità Internet: 
http://hyperarchive.lcs.mit. 
edu/HyperArchive.html 

FontMaster è 
una piccolissima utility, dello stesso 
autore di Font Clerk, che permette di 
stampare l'elenco dei caratteri installati 
sia come singola lista che in un foglio 
per ciascun font. La lista presenta, 
incolonnati, i nomi dei font, il loro 
numero e il loro tipo (TrueType o Type 
I). In aggiunta, Font Master, permette 
di vedere un piccolo esempio di testo 
e di leggere i valori numerici dei 
discendenti e degli ascendenti. 


' m Hle i ilii Optlom Uilndoui 



380 


MCmicrocomputer n, 177- ottobre1997 






















































PD-SOFTWARE ■ 


SmoothType 1.2 

• Genere: Font utility, 
Shareware 5$ 

• Nome: smooth-type-12.hqx 

• Autore: 

Gregory D.Landweber 
<greg@math.harvard.edu> 

• Reperibilità Internet: 
http://hyperarchive.lcs.mit. 
edu/HyperArchive.html 


SmoothType 1.2 


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How do I 

Jusl drop I? . 
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• il? 


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polder ondi 


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SmootType è una 
piccola estensione che rende i caratte¬ 


ri visualizzati sul vostro schermo 
molto simili a come che appariran¬ 
no effettivamente in stampa. La 
tecnica utilizzata è il classico anti- 
alias che permette, grazie ad 
un'ottimizzazione dei grigi, di otte¬ 
nere una risoluzione apparente 
quasi doppia di quella reale. 
Purtroppo SmoothType richiede 
una macchina veloce e un monitor 
ad alta risoluzione. L'accoppiata 
ideale è un PowerPC con un moni¬ 
tor da 17 pollici. Su un 68030 e il 
15" è utilizzabile lo stesso, pena 
un leggero scadimento dello scrol- 
ling e della prima rappresentazione 
di un testo. Il risultato è comunque 
impressionante. 


• Reading Glasses 1.0 

• Genere: Font utility. 
Shareware 15$ 

• Nome: reading-glasses- 
lO.hqx 

• Autore: lan Lynch Smith 
<freeVerse@aol.com> 

• Reperibilità Internet: 
http://hyperarchive.lcs.mit. 
edu/HyperArchive.html 

Questo program¬ 
ma cambia "al volo" la dimensione del 
font usato dal Macintosh par i menu, 
per i titoli delle finestre e per tutte 
quelle scritte che utilizzano il System 
font Questa opzione può essere molto 
utile sui monitor ad alta definizione e 
sopra i 17", quando le scritte dei menu 
possono, a lungo andare, affaticare la 
vista. Reading Glasses porta a 14 la 


dimensione del font, rendendo facil¬ 
mente visibile qualsiasi scritta. 

Un'applicazione aggiuntiva, StartUp 
Glasses, può essere posta nella cartel¬ 
la di avvio per avere da subito disponi¬ 
bili i menu ingranditi. 




Reading Glasses 

Enter thè new sue below: 

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( Between 6-48, 12 being normal. ) 


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[Moke Normol| 

[ Help / flbout ] 


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Impaired, a slze of 14 It best. 
It may toke a short tlme for 
application! to reformat 
themselues. Oon't uiorryl 


; MflD ‘IBlfife©© (spi! 

Parleremo di font anche 
il prossimo mese. 

Dei tanti caratteri 
reperibili su Internet 
che si possono scaricare 
dai siti Macintosh. 

Sarà una puntata 
soprattutto fotografica, 
con molti esempi di font 
tradizionali e non, da 
utilizzare in tante situazioni 
per "personalizzare" 
in modo divertente 
i vostri messaggi. 


MS 


MCmicrocomputer n. 177-ottobre 19977 


381 




























KccrcKcrker 









Per gli annunci a carattere Attenzione, 
commerciale-speculativo è 
specificamente prevista la rubrica 
MC MicroTrade Non inviateli a 
MC MicroMarket sarebbero cesti¬ 
nati Le istruzioni e il modulo sono 
m fondo alla rubrica. Per motivi 
pratici si prega di non lasciare co¬ 
municazioni o chiedere informazio¬ 
ni (telefoniche o scritte) riguardanti 
gli annunci inviati. 


Annunci gratuiti per vendita o scambio di materia¬ 
le usato o comunque in unico esemplare fra priva¬ 
ti. 


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382 


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originale, offerte varie di collaborazione e consulenza, ecc 
Allegare L 50.000 (in assegno) per ogni annuncio (lunghezza massima: 
spazio sul retro di questo modulo). Non si accettano prenotazioni 
per più numeri, né per più di un annuncio sullo stesso numero 


Per motivi pratici si prega di non lasciare comunicazioni o chiedere informazioni 

(TELEFONICHE O SCRITTE) RIGUARDANTI GLI ANNUNCI INVIATI 


MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997 


383 
















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ne di materiali hardware e software, offerte varie di 
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50.000 fin assegnoI per ogni annuncio. Vedere 
istruzioni e modulo in calce. Non si accettano 
prenotazioni per più numeri, ne per più un an¬ 
nuncio sullo stesso numero. MCmicrocomputer 
si riserva il diritto di respingere, a suo insindaca¬ 


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nuncio dietro restituzione della somma inviata. 
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software di produzione commerciale. Per motivi 
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speculafivo e gli annunci Microtrade mancanti dell'importo saranno cestinati senza che sia data alcuna specifica comu¬ 
nicazione agli autori. Per gli annunci relativi a Microtrade, MCmicrocomputer si riserva il diritto di respingere, a suo insindacabile 
giudizio e senza spiegazioni, qualsiasi annuncio dietro semplice reslituzione della somma inviala. In particolare saranno respinte le offerte di 
vendita di copre palesemente contraffatte di software di produzione commerciale. . Per motivi pratici, si prega di non la¬ 

sciare comunicazioni o chiedere informazioni Itelefoniche o scritte) riguardanti gli annunci inviati. Scrivere a macchina. Per esigenze 
operative, gli annunci non chiaramente leggibili saranno cestinati. 

Spedire a: Technimedia - MCmicrocomputer - Via Carlo Perrier n. 9 - 00157 Roma. 


384 


MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997 




















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Web Pen 

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